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Guardava quella piuma con evidente curiosità, la rivoltava fra le sue mani, prima a destra, e poi a sinistra, e un lieve sorriso soddisfatto mostrava quanto il suo interesse fosse sinceramente attivo. Le mie parole dovevano averlo incuriosito parecchio...
«Perciò se io guardo il cielo e soffio questa piuma fino all'alto, lasciandola trasportare dal vento fino a una destinazione ignota esprimendo un desiderio, questo si dovrebbe avverare..?», chiese con il suo tono soffice e vellutato. Dopodichè mi osservò negli occhi, ancora più profondamente del solito, ma con la mente rivolta a qualche pensiero che non avrei mai potuto capire quale fosse. Sembrava non volesse staccarmi gli occhi di dosso.
«Sì», dissi accennando un sorriso e ridacchiando imbarazzata, «almeno così mi diceva di fare mia nonna. Poi non so se tutto questo era vero oppure o no...»
Mi guardò ancora per qualche secondo, con la mente di nuovo assente e coinvolta in tutt'altre riflessioni, e tornò a guardar la piccola piuma bianca che aveva stretta fra il pollice e l'indice. Si umettò il labbro inferiore con calma, alzò il viso e la piuma verso l'alto e la soffiò lontano, con gli occhi rivolti verso il cielo azzurro. Quella prese il volo, accompagnata dal forte vento che c'era, e si perse fra la corrente, incontrandosi con la abbagliante luce del sole.
Entrambi stemmo in silenzio per un po' finchè non la perdemmo di vista, ormai troppo distante da raggiungere.
«Tentare non nuoce mai. E se il desiderio si avvererà sarà di certo una benedizione di Dio e degli Angeli del Cielo», disse con voce bassa, spezzando il silenzio incostante del vento. Poi mi guardò con intensità travolgente, e mi sorrise; perfino i suoi occhi sembravano illuminati. «Sono certo che non mi pentirò mai di ciò che ho desiderato».