Ricordi

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    Ricordi



    “Mummy, mummy!”

    La voce squillante della piccola distolse la donna dai tristi pensieri, suonò gli ultimi accordi sulla tastiera, poi si voltò con un sorriso sul volto.
    La bimba le saltò in braccio e lei si perse nella soffice e vaporosa nuvola di capelli corvini. Le posò il volto nell’incavo del collo e ne aspirò intensamente il profumo, come era abituata a fare con gli affetti fin da quando era bambina.
    L’odore era quello giusto, un misto di vaniglia, borotalco e caramella alla menta, precisamente “Tic Tac” di cui anche la piccola era golosa.

    Alzò il capo e si specchiò in due laghi azzurri, ora troppo profondi e seri per la sua età, che erano così uguali ai suoi.
    Il colore degli occhi era una delle pochi tratti che aveva ereditato da lei, come il padre, ora lontano, era allegra e chiassosamente vivace, tutto il resto delle caratteristiche aveva, come si suol dire, saltato una generazione.
    Prima fra tutte il colore e la consistenza dei capelli neri e ricci, a volte erano così difficili da districare, che le incorniciavano il volto paffuto ed il sorriso radioso che mostrava delle piccole fossette ai lati.

    La piccola era solare, ma capace nonostante la giovane età, di riflessioni profonde.
    Adorava restare vicina alla madre mentre questa suonava il pianoforte, cosa che faceva quotidianamente essendo una pianista affermata.
    Se ne stava seduta in parte a lei sullo sgabello e a volte canticchiava una melodia perfettamente intonata.
    Le piaceva molto la musica classica, ma più di tutto amava la voce del misterioso nonno che veniva trasmessa a tutte le ore dalle casse acustiche. Era una costante della sua vita, come il canto degli uccellini che facevano il nido sugli alberi di fronte alla finestra della sua cameretta.
    Stravedeva anche per la musica rock dello zio prediletto, Blanket era ora in tour e la bimba sentiva molto la sua mancanza, la casa era troppo grande senza la presenza divertente e confortante dell’allampanato giovane che mieteva numerose vittime tra le fan femminili solo con le movenze sexy dei suoi fianchi, ma questo la piccola ancora non lo sapeva.
    Anche lei amava ballare a ritmo di musica, si muoveva a tempo ed era molto brava a riprodurre le complicate coreografie del nonno che ogni sera prima di dormire pretendeva di vedere, la madre l’accontentava sempre volentieri, inutile dirlo.

    La vita della bimba era anche fatta di corse nel prato, scivoli, altalene, giochi con l’acqua.
    Quando era stanca raccoglieva dei fiori da portare al nonno e tutta seria li portava con la mamma davanti alla sua fotografia e gli raccontava quello che le era accaduto durante la giornata, lo rendeva in qualche modo partecipe delle piccole gioie e dolori di una bimba di cinque anni.

    La grande proprietà in cui abitava con la mamma e gli zii, tutt’ora non sposati, era stata ristrutturata solo qualche anno prima, quando Prince, raggiunta la maggiore età, aveva preso con il consenso dei fratelli questa decisione.
    Neverland era così ritornata a rivivere, nel grande parco era sorta una scuola di musica ed una grande casa in cui venivano ospitati bambini disagiati per una rinfrancante pausa dalla vita quotidiana.
    Sia la casa che la scuola erano dedicate al nonno “Applehead” e la sua musica riempiva l’aria di Neverland, così come il suo spirito colmava il cuore di tutti.

    La bimba sapeva che il nonno non abitava più sulla terra, la mamma le aveva spiegato che Dio lo aveva chiamato a sé, ma era convinta che lui la conoscesse, la amasse e vegliasse sempre su di lei.
    Era anche consapevole del fatto che il nonno, se avesse potuto, le avrebbe affidato il compito di far compagnia alla mamma.
    In questi giorni era triste, la bambina non capiva perché, la scuola era finalmente terminata, si poteva nuotare in piscina, in cielo il sole splendeva ed i lamponi, suoi frutti preferiti, erano abbondanti e maturi tra i rovi.

    “Piccola Applehead”
    La apostrofò la madre con il soprannome preferito,
    “cosa vuoi fare?”

    “Mummy, perché sei triste?”

    C’erano delle domande fatte dalla bambina che spiazzavano Paris, come fare a spiegare alla piccola la complessità dei sentimenti che provava, lei stessa faticava a comprenderli a volte.

    Erano ormai passati tredici anni da quando Daddy era passato oltre, il giorno prima l’aveva salutata con un bacio e la promessa di raccontarle un segreto ed il giorno seguente, il mese, gli anni successivi quella promessa era stata disattesa.
    Non avrebbe mai saputo ciò che il padre voleva raccontarle, lei era sempre stata la sua confidente numero uno, tante volte aveva immaginato cosa avrebbe potuto essere, probabilmente una confidenza banalissima, lui spesso si divertiva a tenerla in sospeso per osservare dopo la sua reazione.

    “Mummy?”
    La voce della bambina interruppe i suoi pensieri.
    “possiamo guardare il tuo album?”
    Le chiese sorridendo.
    Nella sua piccola sfera di bambina sapeva che alla mamma piacevano molto quei momenti passati con lei a sfogliare i ricordi e tutto ciò la rasserenava.

    Si alzarono e si diressero alla “stanza del nonno”, Paris aveva insistito con i fratelli perché quella camera così speciale ospitasse tutte le cose a loro più care.

    Tra queste c’era, appunto, “L’Album”, un grosso libro in cui la donna, da ragazzina, aveva raccolto le immagini, le scritte, i pensieri a lui personalmente dedicati.
    Era tutt’ora il suo piccolo tesoro, c’erano tantissime fotografie in quella casa, così come innumerevoli filmati, ma in quell’album le immagini erano speciali, le ricordavano i momenti felici vissuti insieme.

    Come tutte le volte che sfogliava l’album con la bimba si sedettero sul divano, una vicina all’altra abbracciate con le gambe rannicchiate sotto al corpo.
    A volte la donna non riusciva a trattenere le lacrime.

    I primi fogli erano dedicati al padre, foto di lui piccolo e paffuto, rubate tempo fa alla nonna, ragazzino con un furbo sorriso sul volto, adolescente con lo sguardo serio rivolto alla fotocamere, giovane uomo sereno, adulto con una maliziosa espressione ed un super-soaker in mano…

    Le immagini erano tutte istantanee di vita privata, non c’era nulla nell’album della sua musica, dei concerti, dei premi od eventi a cui aveva partecipato.
    Tutti quegli scatti riempivano ogni parete della scuola musica, lei ne era contenta, ma non era quello il suo Daddy.
    Lui era lì, nelle immagini che una ragazzina undicenne aveva vagliato, catalogato, scelto ed amorevolmente incollato sulle pagine, come un modo per anestetizzare lo sconfinato dolore che le attanagliava il cuore.
    Le aveva attaccate pazientemente, si era fatta raccontare la storia celata dietro ad esse e l’aveva trascritta a fianco. Poi il tutto era stato decorato da cuoricini, fiorellini, stelline ed alcune lacrime che avevano sbiadito le parole.

    Dopo le foto con il padre da solo arrivavano quelle con gli adorati figli: Prince che severo ometto sedeva sulle ginocchia paterne guardando l’obiettivo con un filo di saliva che gli scendeva dall’angolo della bocca, Blanket con la faccia “da duro” e l’espressione simile al padre che lo teneva in braccio…ed infine lei, la sua principessa.
    Ne aveva messe molte e la sua bimba adorava sentirle raccontare la storia celata dietro ad ognuna.
    Le narrava volentieri del nonno che era stato per lei ed i fratelli padre, madre, amico, insegnante, casa, amore tutto contemporaneamente e la bambina assorta ed emozionata la ascoltava ogni volta come fosse la prima.

    L’ultima immagine era quella per lei più preziosa, era una foto strana alla quale solo una bambina avrebbe potuto attribuirvi un tale significato.
    Era stata scattata nell’ultimo viaggio fatto, durante l’atterraggio a Londra, da un paparazzo.

    Michael coperto da un attillato cappotto nero e da un paio di occhiali altrettanto scuri scendeva un po’ curvo la scaletta del Jet privato, dava la mano alla figlia, come per confortarla o guidarla, almeno all’apparenza.
    Nessuno avrebbe mai saputo che in realtà era la sua piccola mano, sepolta in quella immensa del padre, a dare coraggio a lui.
    Aveva sempre avuto il terrore di restare sospeso in aria e negli ultimi anni quella manina stretta nella sua lo aveva rinfrancato, la sua principessa era lì e come un essere fatato avrebbe vegliato su di loro, perché, Michael ne era convinto, lei possedeva le ali.

    Sotto la foto dell’ultima pagina c’era un pensiero leggermente sbiadito dalle lacrime, scritto con una grafia ancora infantile dell’undicenne Paris.



    Uploaded with ImageShack.us


    “Daddy,
    so che tu ora voli nell’immensità,
    non posso tenerti la mano,
    ma ti ho regalato le mie ali,
    vola per sempre dolce Peter Pan.
    Ti amo immensamente.
    Paris”

     
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  2. *Blank*
     
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    Ecco , io non posso leggere queste cose . Gli ormoni a palla mi fanno piangere più del dovuto! Cazzarola !!!!
    Ti sei superata: Amo i ricordi , gli stati d'animo malinconici e rifelssivi . E mi sembreva tutto vero ...e chi ci dice che in fondo Paris non conservi un album di Ricordi e che un domani non riprendino in mano Neverland e ci facciano crescere i propri figli . Il Futuro è imprevedibile e tu ne hai scritto un pezzo ... tvb Pat !
     
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  3. allorina
     
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    Accidempolina a te, ma allora dillo che ci vuoi straziare l'anima!!!!! :thud: :thud: :thud:
    ......e io non sono nemmeno incinta

    Che dolce che sei Pat! :wub:
    Ah, ti ho fregato la foto :yeppa: :yeppa: .....troppo bella!

    Un abbraccione :hug: :kiss2:
     
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  4. Ylenia Jackson 94
     
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    Che salto temporale....
    la scena dove Paris e sua figlia sfogliano l'album mi ha fatto venire gli occhi lucidi.
    e sono convinta che abbia ragione, erano loro a sostenere e "proteggere" il papà, nonostante lui tentava di fare lo stesso con loro.
    Il più fragile è sempre stato lui. :wub:
     
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  5. maria graziamj
     
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    Una one shot davvero bella,molto malinconica e straziante.
    Pat..mi sorprendi ogni volta di piu',grazie per tutte le emozioni che mi fai provare..ti adoro :wub: :wub:
     
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  6. Justify my Love.
     
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    Mamma mia :cry: Non posso leggere qualcosa così..proprio qualche giorno prima del 25 :cry: :cry: :cry:
    Grazie Pat:wub: Non riesco a dire altro :cry:
     
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    Eleonora :kiss2: tesoro :wub: non sono solo gli ormoni è che tutte sappiamo che ricorrenza si avvicina...spero davvero che il futuro dei figli di Michael sia sereno

    Ally :kiss2: :wub: (ho fregato anche io la foto al paparazzo)

    Yle :kiss2: non so se il più fragile della famiglia sia stato Michael, ma Paris sembra una ragazza tosta.

    Grazia :kiss2: detto da te in questa storia è un doppio complimento :wub:

    Isa :kiss2: da quando ieri mi sono resa conto che il 25 è sabato ho pensato ad un modo per ricordarlo insieme a voi... :wub:
     
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  8. Ray of light*
     
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    Come sempre di un'originalità unica. Quando ho letto mummy, non avevo immaginato si trattasse della figlia di Paris. STUPENDO il momento in cui sfogliano l'album insieme, e ancora più stupenda l'ultima foto con la dedica della piccola, ormai cresciuta e con figli.
    Splendida Pat :wub:
     
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  9. Elena01
     
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    Bellissimo il pensiero che un giorno Neverland possa rinascere per mano dei suoi figli e diventare qualcosa di cui sarebbe estremamente orgoglioso :wub:
    Hai fatto un quadretto molto dolce, anche se malinconico Pat: sei davvero un vulcano di idee in eruzione. Grazie di quest'immagine confortante :kiss:

    Edited by Elena01 - 22/6/2011, 16:29
     
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    Ludo :kiss2: :wub: grazie

    Marina :kiss2: :wub: ti ringrazio, amo sognare sul suo rapporto con i figli.
     
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  11. Holiday
     
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    Pat...è bellissima!
    Ho gli occhi lucidi e sto cercando di trattenere le lacrime.
    La parte che mi ha emozionato di più è stat la scena dell'album fotografico: è incredibile come una semplice foto possa racchiudere così tanti ricordi ed emozioni contrastanti: la felicità di un bel momento e il dolore e rammarico di non poterne più vivere con la persona che si è perso.
    Grazie Pat!
    :love:
     
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    Ilaria :kiss2: grazie a te :wub: ...lavorare sulle foto, immaginare la situazione, i sentimenti che possono essere nascosti in esse è una cosa che mi piace molto :wub:
     
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    Dio Onnipotente non ce la posso fare davvero !!!!! Ma cosa hai scritto Pat ?!!!! Un piccolo capolavoro e io sono qui immersa nel mio dolore insieme a Paris, senza riuscire a dire altro....con il mio cuore divenuto un frammento..... :noncela: :cry: Mi manca immensamente !!!!!!!!!!!!
     
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    Licia :kiss2: gioia, scusami, ma in queste storie io riesco a sentire Michael più vicino a noi...spero di essermi spiegata :ehm: un :hug: forte :kiss2:
     
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    Scrivi pure quanto vuoi mia cara, mi auguro un giorno di poter leggere una FF a capitoli per intero...... :hug: :kiss2:
     
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20 replies since 22/6/2011, 10:30   259 views
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