Original Sin

[one shot] NC 17 Rated

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    None of your scars can make me love you less

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    Attenzione,la lettura di questa Fan Fiction è consigliata solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto per gli argomenti trattati.

    Genere :One Shot
    Paring: Michael Jackson/Personaggio Originale
    Timeline: anno 2008
    Rating: R Contenente materiale adatto alla maggiore età
    Avvertimenti: Lemon

    Declaimer dell'autore:'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di Michael Joseph Jackson, nè offenderlo in alcun modo'

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    Scesi dall'ascensore e mi ritrovai nella hall illuminata e luccicante dove la receptionist mi salutò con un sorriso squisito,da manuale. Sorrisi a mia volta e mi allacciai la cintura del trench mentre il portiere già tendeva la mano per facilitarmi l'uscita. Poco dopo ero fuori. Era quasi buio e stava per piovere. Mossi qualche passo tentando di ignorare le gambe che mi tremavano,in bilico sui tacchi.
    In quel momento sentii il suo sperma colare fuori con un piccolo fiotto caldo,bagnarmi la culotte di seta che faceva tanto brava ragazza. Strinsi istintivamente le cosce e rabbrividii mentre cercavo un taxi che mi riportasse alla mia vita ordinata,alle mie cose. Per aiutarmi presi il cellulare e composi il numero di Nick.
    -Ciao,ti disturbo?-
    -Amore,tu non disturbi mai.- Ovvio.
    -Tutto apposto con...?-
    -Tutto fatto.- Tagliai corto sapendo che stava per pronunciare un nome che mi avrebbe stretto lo stomaco.-Questa sera stiamo insieme?Ho voglia di te.-
    Rise all'altro capo,una risata compiaciuta e piacevolmente sorpresa.
    -Certo,facciamo alle otto?-
    -Alle otto è perfetto.-
    -A dopo allora,ti adoro piccola.-
    -A dopo.-
    Riattaccai aprendo la portiera della berlina bianca che mi si era fermata avanti nel frattempo,salii,l'uomo alla guida mi rivolse un'occhiata neutra dallo specchietto abbassando la radio mentre mi sistemavo.
    -Dove andiamo?-
    -24 Crownwell Avenue,grazie.-

    Lì avrei ripreso posto tra tutto quello che mi faceva stare bene,sentire apprezzata,protetta,sicura. Avrei rivisto Nick e gli avrei detto quanto lo amavo e quanto fosse importante per me,come era giusto che fosse per una ragazza assennata e con i piedi per terra quale ero. Lui non era stato niente,una debolezza,sicuramente un errore del quale ero colpevole solo in parte,mi ripetei. Cazzate,era stata solo colpa mia. Strinsi di nuovo le gambe,più forte,per diminuire la sensazione di umido a contatto con la pelle,mi faceva sentire a disagio,quasi vergognare,come fossi una bambina che non ha saputo trattenerla fino in bagno. Ero così che mi sentivo,disubbidiente,cattiva,sporca. Avevo appena fatto sesso con un uomo di ventisette anni più grande di me,che non solo poteva essermi padre,ma soprattutto era la più grande star che il mondo avesse mai conosciuto e l'amante più dotato -in ogni senso- che una donna potesse mai sognare. Avevo goduto come mai prima di allora e detto cose che non pensavo potessero varcare la soglia delle mie labbra. Tutto sbagliato.
    Frugai nella tasca per cercare l'accendino e sfogare i sensi di colpa nel fumo,ma trovai solamente un pezzetto di carta ripiegato in quattro.
    Dentro un numero,il suo.


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    A
    vere 23 anni e lavorare per la più grande agenzia immobiliare di Los Angeles è una fortuna,ma anche il segno tangibile di impegno e dedizione al lavoro. Vendere case è un talento che richiede pazienza e buoni doti da oratore,nonchè una certa facilità a far sembrare magnifico e desiderabile tutto ciò che si mostra al cliente:dalla veranda sontuosamente ricoperta di bouganville,alla cucina vecchiotta,poco funzionale e dispendiosa,ma tanto vintage chic. Vengo in contatto con gente di ogni tipo,soprattutto vip e starlette che amano arroccarsi nel loro personalissimo verde Olimpo,Hollywood,ma alcune trattative a sei zeri sono esclusiva dei veterani dell'agenzia. E infatti era stato Nick,collega nonchè mio fidanzato da tre anni,a vendere la megavilla di Brentwood a Michael Jackson. Io in quel momento ero solo un'appendice burocratica,dovevo semplicemente portargli le carte da firmare,accertarmi che mettesse i suoi preziosi autografi su ciascun foglio e salutarlo con un gran sorriso ed una calorosa stretta di mano.
    Solo questo.

    -Il signor Jackson l'attende di là.-
    Mi guardai intorno stringendo la cartellina verde acqua tra le dita e la borsa nell'altra. Annuii all'omone che mi aveva appena annunciata avanzando verso la porta che era rimasta socchiusa alle sue spalle,diedi un leggero colpo con le nocche e poi la spinsi. Era lo studio della suite. Jackson era al telefono,seduto su di una poltroncina con una gamba accavallata all'altra e giocherellava con il filo del ricevitore. Mi fece cenno di entrare e mi disse di attendere "solo un minuto" affinchè terminasse la conversazione. Lo osservai. The weird old king,come lo aveva definito un articolo di People una settimana prima,non aveva niente di strano e niente di vecchio. Indossava un completo di velluto blu ed una maglietta con una cassa toracica stampata sopra,un paio di stivaletti neri. Notai la barba sfatta,ad occhio e croce di tre giorni,che spuntava dalla pelle diafana e senza trucco,eccezion fatta per le labbra che erano di una tonalità troppo accesa per essere naturale. Decisi all'istante che se non era bello certo aveva fascino ed in quel momento lui abbassò la cornetta e si tolse gli occhiali da sole.

    -Nick non so perchè ma ti ricordavo diverso. Hai cambiato pettinatura?-
    Risi mentre si alzava dalla poltrona e mi tendeva la mano.
    -Eva Sanders. Nicolas non è potuto venire e se ne dispiace molto.-
    Era più alto di quanto mi aspettassi ed anche molto più magro,scoprì una fila di denti candidi e fece scomparire la mia mano nella sua,grande e dalla presa salda.
    -Non posso dire la stessa cosa,per quanto lui mi sia simpatico.-
    Pronunciò quelle parole distrattamente, prestando attenzione alla sedia davanti alla scrivania e spostandola per farmi accomodare,per questo non diedi troppo peso al complimento velato.
    -Mi ha dato tutti i fogli da farle firmare,pure formalità dato che l'accordo è già concluso,ma in questo modo potrà prendere possesso della casa da domani stesso se vuole.-
    -Non vedo l'ora.-
    Si sedette davanti a me e cercò una penna che lo aggradasse in mezzo al piccolo mazzo di quelle fornite dall'hotel. Scelse una stilografica blu,la più appariscente.
    -E' stato un ottimo affare. Nick non faceva che parlare di quella villa fino a quando lei non l'ha acquistata. Era il pezzo forte della nostra agenzia.-
    Decisi di intavolare una conversazione di circostanza per dare al tutto un'aria meno formale.
    -Ho trovato particolarmente bella la parete acquario che divide il salone principale e la terrazza ad Ovest,da lì si vede la linea dell'oceano.-
    Mise la prima firma sul foglio che gli porgevo,lì dove avevo preventivamente appuntato una X.
    -L'oceano,Sunset Boulevard,quasi tutta Bel Air se non c'è foschia. E di notte è uno spettacolo.-
    -Conosci la villa?-
    Terza firma,si fermò ed alzò gli occhi puntandoli nei miei. Erano due profonde pozze di cioccolata fondente, incredibilmente vividi.Ebbi subito la sensazione che mi volessero inghiottire ed infatti faticai a distogliere lo sguardo per porgergli un altro foglio.
    -Sì,ci sono stata un paio di volte per accompagnare il mio collega in una visita con dei potenziali acquirenti.-
    Non disse nulla,sorrise appena,fece scivolare le iridi lungo il mio collo e per un attimo si soffermò sull'educata scollatura che il mio tallieur lasciava intravvedere. Poi tornò a fissare le carte.
    -Non ne mancano ancora molte Signor Jackson.-
    -Michael. Dammi del tu per favore.-

    Sorrisi non sapendo cosa dire. Non mi sembrava il caso di dare tutta confidenza e tra l'altro mi pareva del tutto inutile una precisazione del genere, visto che di lì a poco me ne sarei andata di nuovo con la mia preziosa cartellina sotto il braccio.
    -E' permesso?-
    In quel mentre una ragazzetta dai lunghi capelli neri bussò con garbo alla porta aperta dello studio ed attese.
    -Prego.-
    Jackson le fece eco e il tintinnare del carrello vivande rotolò dentro la stanza per arrestarsi al fianco della scrivania.
    -Grazie mille.-
    La cameriera fece un mezzo inchino e sparì da dove era venuta,chiudendo la porta. Il Signor Jackson si alzò e contemplò la vasta scelta di bevande che gli erano appena state fornite. Scelse un Ready to Drink con poco alcool e molto colorante e se lo versò in un bicchiere cilindrico dal fondo spesso.
    -Gradisci qualcosa da bere?-
    -No,grazie.-

    Declinai in modo cortese,sempre con il sorriso sulle labbra e cercando di guardalo il meno possibile. Mi sentivo i suoi occhi addosso e cominciavo ad essere nervosa non tanto perchè la cosa mi infastidisse,quanto perchè invece mi intrigava e mi eccitava allo stesso tempo,facendomi correre una leggera,strana febbre sotto pelle.
    Jackson,invece di sedersi,aggirò il carrello e mi venne vicino,prese di nuovo la penna e si piegò per continuare a firmare. Fu allora che sentii il suo profumo caldo e speziato,inusuale per un uomo, ma che su di lui si accordava in modo perfetto come fosse l'odore naturale della pelle. Mi entrò nei polmoni e come un cognac a digiuno mi inebriò immediatamente. Desiderai accostarmi a lui per sentirlo ancora meglio,sul collo e sui capelli.
    -Ce ne sono altre?-
    Lo chiese rivolgendomi un'occhiata curiosa ed io trasalii all'improvviso,sperando che non intuisse nulla di ciò che stavo pensando.
    -Oh,si.-
    Fu l'inizio della fine.
    Cercai nervosamente dentro la cartellina il foglio successivo, tentando di concentrarmi su qualcosa di diverso dal calore del suo corpo a pochi centimetri dal mio e dal suo profumo che si stava impossessando dei miei sensi. Lo trovai estraendolo con poca grazia e in quel momento sentii un taglio netto sul polpastrello. Maledetta carta affilata.
    -Ahi.-
    Esclamai con voce più alta di quanto volessi.
    -Ti sei fatta male? Fai vedere.-
    Jackson allungò la sua mano e prese il palmo che tendevo in avanti nel suo,con delicatezza. Ma non me l'aspettavo ed ero troppo irrequieta per lasciarglielo fare. Scattai,ritraendo il braccio con forza ed urtai il suo,nel farlo il bicchiere sbalzò e rovesciò completamente il proprio contenuto sulla giacca e sul top che indossavo.
    -Merda!-
    La mia esclamazione si sovrappose al rumore dei vetri a terra.
    Era gelido e mi mozzò il respiro per un attimo,prima che riuscissi a guardare il danno fatto. Sembrava che avessi appena ucciso a mani nude un pollo o qualcosa di simile,l'enorme macchia rossa campeggiava sul completo grigio perla impregnando democraticamente tutti gli strati. Respirai di nuovo slacciandomi i due bottoni della giacca per scongiurare un danno che invece era già stato fatto. Ero completamente fradicia.
    -Arancia?-
    Chiesi dopo un momento di silenzio,guardando prima in basso e poi Jackson che era rimasto con il braccio a mezz'aria,come se ancora tenesse il bicchiere.
    -Lampone.-
    Rispose e sembrò sul punto di ridere.
    -Tutto bene Signore?-
    Domandò qualcuno fuori dalla porta,probabilmente un bodyguard,allarmato dal rumore improvviso.
    -Tutto bene Stan.Solo un piccolo incidente.-
    Si accucciò per raccogliere i pezzi più grandi del bicchiere e li appoggiò sopra alla scrivania mentre mi scollavo il top di dosso e cercavo scioccamente di tamponare con le mani. Aggiunsi solo una piccola macchia di sangue.
    -E' da buttare.-
    -No,no...aspetta un attimo.-
    Jackson aprì la porta ed infilò la testa fuori per richiamare l'attenzione di qualche elemento del suo entourage.
    -Chiama il servizio lavanderia dell'hotel,dì che devo far pulire due capi il più presto possibile.-
    Sgranai gli occhi,non mi pareva una grande idea,in quel modo sarei dovuta restare lì per almeno un'ora o due.
    -Forse è meglio che mandi a comprare una maglietta qualsiasi al negozio dietro l'angolo,una 42,qualunque cosa va bene tanto ho l'impermeabile di là.-
    Cercai di essere persuasiva,ma lui aveva già richiuso la porta e guardava il danno fatto con espressione interdetta.
    -Mi dispiace.-
    -E' colpa mia...tu non c'entri nulla,sono io la maldestra.-
    -La gonna non si è macchiata vero?-

    Seguii il suo sguardo che verificava che sotto la vita non ci fossero problemi e poi risaliva di nuovo verso il busto. Si soffermò qualche istante di troppo sul seno e mi accorsi allora che i miei capezzoli erano ritti verso di lui come due piccoli punteruoli. Non ebbi nemmeno la prontezza di coprirmi con le mani tanto mi sentii in imbarazzo.
    -Faranno presto vedrai,non hanno nessun vantaggio a scontentarmi.-
    Sorrise e si tolse la giacca.
    -Levati questa roba e vieni di là nella mia camera,ti darò un accappatoio. Nel frattempo metti questa.-
    Disse ed io faticai ad afferrare le sue parole ma presi ciò che mi porgeva e lo guardai sparire dietro alla porta.
    -Ok.- risposi inutilmente.
    Rimasta sola mi sfilai gli indumenti fradici e buttai sulle spalle il sopra del suo completo di velluto. Aveva il suo profumo ed era tiepido. Avvicinai il naso al bordo del reverse e mi ritrovai ad immaginare assurdamente di premerlo invece contro il suo collo mentre -sopra la scrivania che avevo davanti- mi apriva le gambe e mi prendeva con spinte profonde precise,da togliere il fiato. Riflettei su quanta esperienza potesse avere un uomo di cinquant'anni,probabilmente più di quanta potessi mai sperarne,di certo più dei ventenni e dei trentenni che avevo frequentato e che si sentivano troppo lanciati in corsa per prestare il dovuto tempo e la necessaria attenzione al piacere di una donna.
    -Eva?-
    -Sì?-
    -Posso?-
    -Puoi.-

    Mi aspettai di trovarmelo alle spalle e invece comparve da dietro la seconda porta presente nella stanza,mi sorrise e si avvicinò ai vestiti fradici che avevo buttato sulla sedia raccogliendoli e portandoli fuori,dove evidentemente qualcuno era venuto a ritirarli.
    Tornò un istante dopo facendomi cenno di seguirlo in quella che doveva essere la stanza da letto.
    -Metti questo starai più comoda.-
    Era un accappatoio da uomo,con le iniziali dell'hotel ricamate sul petto. Nel passarmelo le sue dita sfiorarono le mie ed io sentii una scossa elettrica attraversarmi la schiena ed il cuore partire di scatto e martellarmi il costato,folle. Lo guardai negli occhi attraverso la poca luce della stanza,accarezzai con lo sguardo i suoi tratti scolpiti,mi fermai sulle labbra e desiderai sentirmele addosso,su ogni centimetro del mio corpo. Non avevo mai sperimentato un desiderio così violento per un uomo,mai in vita mia,ma adesso lo sentivo bruciare nei polmoni ad ogni respiro e sconvolgermi la mente senza alcun rispetto. Immaginai quelle dita che ora sfioravo sul mio seno,a torturarmi i capezzoli e poi infilarsi dentro di me,a fondo e muoversi lentamente,fino a farmi gemere ed implorare per la voglia di sentirmi più piena. Mi bagnai le labbra e respirai,ormai avevo capito che non avrei potuto fare a meno di oltrepassare il limite.
    -Ora mi giro,così potrai toglierti la giacca ed indossarlo.-
    Lo aveva detto piano,con una calma surreale,misurando le parole ed i tempi tra di loro,guardando l'apertura della giacca sul mio petto che faceva intravvedere il solco del seni nudi,uno strano luccichio negli occhi.
    Non avevo risposto nulla,io. Avevo solo fatto scivolare il raso della fodera giù lungo le braccia,lasciandomi nuda per metà e poi avevo aperto l'accappatoio infilandolo con studiata lentezza sotto il suo sguardo che all'improvviso appariva inconfondibilmente vorace.
    Aveva allungato un braccio verso di me,circondandomi la vita ed avvicinandomi con dolcezza al suo fianco. Mi guardò le labbra,le palpebre socchiuse e poi di nuovo le labbra,sentii il calore crescere e divampare tra le mie gambe sino a diventare un formicolio familiare che si irradiava verso l'ombelico.
    -Che cosa vuoi Eva?-
    Chiese avvicinando le labbra ai miei capelli,abbracciandomi anche con l'altra mano e spingendo le dita su per la schiena,massaggiandola piano. Volevo lui più di qualsiasi altra cosa al mondo,ecco cosa, senza alcun ritegno,fino e quando non avessi placato quella voglia improvvisa e feroce.
    -Dimmi cosa vuoi e lo avrai.-
    Mi morse il lobo dell'orecchio e lo succhiò delicatamente,il suo respiro si trasformava in brividi che mi correvano addosso,poi mi baciò il collo,lento.
    -Te Michael.-
    Lo sussurrai guardandolo negli occhi e lui sorrise soddisfatto,prendendomi il viso tra le mani.
    -Come desideri,tesoro.-
    Premette le labbra contro le mie e subito sentii il sapore zuccherino della sua bocca invadermi. La punta della sua lingua si insinuò tra i denti,aprendosi un varco con estrema facilità. Mi baciò a lungo,stringendomi a sè,toccando le spalle e le braccia,appropriandosi della mia bocca,poi dei seni nudi intirizziti dal freddo e dal suo tocco. Ne strizzò prima uno e poi l'altro,mugolai di desiderio quando prese il capezzolo tra due dita e lo stuzzicò frizionandolo. Mi sentii morire di desiderio.

    Non sapevo cosa aspettarmi,nonostante scalpitassi dalla voglia di sentire la sua erezione sotto la mano temevo di sbagliare qualcosa. Ero stata con uomini più grandi di me,ma con Michael la cosa andava sull'ordine delle tre decine di anni in più,o giù di lì, ed io non sapevo come regolarmi con l'eccitazione di un cinquantenne. Esitavo a far scendere il palmo che gli tenevo sul petto giù,sulla patta dei pantaloni. Lui mi stringeva forte ora,baciando e leccando il mio seno sotto i miei occhi,la qual cosa mi faceva rimescolare,ma non volevo sbagliare,non volevo metterlo in imbarazzo magari,cercando con la mano l'oggetto dei miei desideri nel caso in cui non fosse stato ancora pronto.
    Ci pensò lui però a togliermi dall'impaccio,prese il mio polso e lo portò in basso con un gesto sicuro,senza smettere di baciarmi.
    Mi staccai da lui per la sorpresa quando sotto le mie dita potei sentire la sua eccitazione premere fiera,durissima e molto molto più grossa di quanto avessi fantasticato nelle mie più rosee previsioni. Mi chiesi da quanto tempo fosse in quello stato.
    -Toccami.-
    Fu un ordine gentile che accolsi con gioia,abbassando la zip e infilando la mano dentro,per raggiungere quei meravigliosi centimetri di carne tumida che sentivo fremere sotto le dita. Dio se era grosso,grosso e durissimo,l'umida carne del mio ventre si contrasse piacevolmente al pensiero che di lì a poco lo avrebbe sentito scivolare dentro. Cominciai a toccarlo alternando movimenti decisi e ritmati a carezze morbide che includevano anche la turgida punta che spuntava dal bordo dei boxer grigi. Michael si fermò quando raccolsi una goccia del liquido trasparente che lo bagnava e descrissi cerchi tutto intorno con la punta del pollice,soffermandomi lungo il frenulo con piccole stoccate,simili a quelle che avrei potuto dargli con la lingua.
    -Che c'è?-
    Chiesi leccandogli le labbra,provocante,ormai sicura di ciò che stavo facendo molto più di quanto avrei dovuto esserlo. Lui chiuse gli occhi ed io mi inginocchiai ai suoi piedi,il tappeto persiano mi pizzicò le ginocchia ed una nuova ondata di sangue caldo mi scese tra le gambe quando lo scoprii nella sua interezza,guardandolo per la prima volta di fronte a me. Mi morsi le labbra,eccitata e notai la seconda cosa,dopo le dimensioni,che ne dichiarava inequivocabilmente il sangue nero. Quel meraviglioso strumento di piacere che tra poco mi avrebbe sconvolto i sensi,non premeva contro il suo addome pur essendo duro come il marmo e completamente eretto, bensì si mostrava generosamente tra le gambe magre ma muscolose,inchinandosi nella sua fierezza,aspettando solo di essere preso tra le labbra e coccolato dalla mia lingua come meritava. Ed io non volevo farlo aspettare ancora.
    Aprii la bocca guardandolo negli occhi,gli leccai la punta velocemente e poi risalii verso alla base,bagnandolo di un'umida traccia di saliva prima di abbassarmi di nuovo ed aprire le labbra per accoglierlo. Lo sentii mugolare di soddisfazione mentre le pareti scivolose della mia gola lo stringevano quel tanto che bastava per fargli strizzare gli occhi di piacere. Lo afferrai con la mano allora e notai che non riuscivo a far toccare pollice e medio per chiudere il pugno,la cosa mi mandò in estasi e mentre mi sistemavo meglio per poterlo ricevere a dovere,sentii il calore tra le mie gambe farsi insopportabile e gli slip impregnarsi degli umori che il mio sesso aveva preso a trasudare generosamente.
    Cercai di abbassare la lingua e trattenere il respiro per infilarlo più a fondo possibile senza rischiare di soffocare.
    -Oddio...-
    Gemette forte,gettando la testa all'indietro e poi guardandomi di nuovo,con gli occhi semichiusi. Appoggiò una mano sulla mia spalla,come se faticasse a mantenere l'equilibrio mentre potevo sentire il battito del suo cuore contro le mie labbra. Mossi la testa indietro,facendolo emergere di nuovo,luccicante di saliva e gonfio di sangue come mai prima di allora,poi cominciai a muoverla velocemente avanti e indietro,accompagnandola con la mano e spingendo gentilmente con la lingua la punta contro la parte meno ruvida e più profonda del palato. Le sue dita si contrassero sulla mia spalla dopo poco,respirò in affanno mentre con lentezza lo tiravo fuori dalla bocca e me lo premevo contro le labbra,guidandogli la mano tra i miei capelli affinchè imprimesse lui stesso il ritmo.
    Mugolai quando mi spinse la testa contro il suo ventre,solleticandogli la pelle setosa che occupava la mia bocca. Attese qualche secondo,fermo,e poi mi lasciò andare indietro accompagnando il movimento per spingermi di nuovo con delicatezza e decisione allo stesso tempo.
    Quando la punta del suo sesso scorreva la mia lingua permettendomi di girargli attorno,sentivo il sapore salato del liquido che sapevo,avrebbe preceduto il piacere. Guardai in alto,consapevole anche del fatto che non mi avrebbe lasciato finire in quel modo sebbene dall'espressione sul suo viso intuissi quanto si stesse godendo quel momento. Un attimo dopo si fermò infatti,impedendomi di calarmi di nuovo con la bocca su di lui.
    -Ferma adesso...non così in fretta.-
    Mi disse con voce roca ed il respiro affannato. Gli baciai la punta del sesso,era caldissimo e pulsava deliziosamente contro le mie labbra,Michael mi accarezzò il viso e lasciò che gli regalassi un'ultima leccatina prima di prenderlo in mano e sottrarmelo.
    Si allontanò da me e lo vidi avvicinarsi ad una delle valigie semidisfatte ai piedi del letto,frugarvi dentro con i pantaloni ancora mezzi calati mentre io mi distendevo a terra e mi sfilavo la culotte lasciandola sul pavimento come un ulteriore esplicito invito.
    Si voltò poco dopo,lanciando un'occhiata liquida alle mie gambe ormai coperte solo dalle autoreggenti,poi si accucciò al mio fianco appoggiando le ginocchia ed una mano sul pavimento,portò l'altra al mio collo e la fece risalire lungo la guancia,spingendomi con delicatezza a terra dalla posizione semidistesa in cui ero.
    -Abbiamo un piccolo problema Eva...-
    Mi disse contro le labbra,prima di chiuderle in un bacio. Mugugnai qualcosa,già parzialmente incapace di intendere e di volere dacchè aveva portato l'altra mano in mezzo alle mie ginocchia e le aveva aperte,risalendo con lentezza verso l'altro. Accarezzò il solco della mia femminilità con un dito,solleticandomi appena,poi lo spinse in mezzo ed aprì le labbra regalando subito una prima carezza al mio clitoride,si fermò lì,girandoci intorno con il polpastrello mentre mi baciava.
    -Sarebbe?- Riuscii a domandare infine,con molta difficoltà. Michael si staccò dalla mia bocca,poggiando le labbra sul collo e poi sullo sterno,dritto verso i seni che si alzavano ed abbassavano velocemente.
    -Non ho un preservativo tesoro.- Lo disse infilandomi dentro due delle sue lunghe dita ed io spalancai la bocca ed inspirai aria, mentre subito i muscoli dentro di me avevano una prima piccola, piacevole contrazione. Li strinsi di mia volontà solo dopo,esclusivamente per godere ancora meglio della sensazione di essere attraversata da lui e Michael in quel momento cominciò a muoverle dentro e fuori,con facilità estrema tanto ero bagnata. Mi rivolse un sorriso che non nascondeva la sua soddisfazione nel sentirmi in quello stato,mentre continuava a penetrarmi con le dita e guardava i miei seni sussultare appena sotto le piccole stoccate che imprimeva con il suo polso rivolto verso l'alto e l'ultima falange delle dita piegata in modo da stimolare meglio la parete più sensibile del mio sesso. Oh sì,quello voleva dire conoscere il corpo di una donna.
    Staccai gli occhi dalle vene gonfie sul suo braccio e gli rivolsi uno sguardo torbido,completamente annebbiato dall'orgasmo che sentivo crescere dentro di me secondo dopo secondo. Avevo capito il problema,ma non lo ritenevo veramente tale.
    -Prendo la pillola Michael.-
    Sospirai guardandolo scendere con la bocca verso il mio ombelico,il suo corpo sopra di me,gli occhi fissi nei mei. Non rispose ma continuò la sua discesa fino a quando non incontrò i sottili peli biondi che disegnavano una striscia perfetta al centro del monte di venere,lo sfiorò con baci leggeri sino al punto in cui si divideva. Sentire la sua lingua calda contro il mio clitoride fu quasi troppo. Strinsi le gambe attorno al suo corpo che ora vi era sistemato in mezzo e quasi urlai portando una mano in basso,ai suoi capelli che sentii morbidi e folti tra le mie dita. Cominciò a leccarlo e a solleticarlo con le labbra,alternando sinuosi movimenti circolari a momenti in cui lo prendeva in bocca e succhiando leggermente lo titillava con la punta della lingua ,mentre le due dita sotto continuavano ad entrare ed uscire dentro di me sempre più veloce. Mi morsi l'interno delle guance per non gridare quando l'onda calda dell'orgasmo mi attraversò tutta,fino alla punta dei piedi,potente come non l'avevo mai provata,facendo stringere incontrollatamente i muscoli del mio ventre intorno alle sue dita.Poi Michael fermò la sua lingua ed attese che il mondo riprendesse forma davanti ai miei occhi.
    Toccai di nuovo a terra con la schiena e presi fiato solo dopo un minuto buono,ansimando e gemendo ancora forte,quasi con le lacrime agli occhi,il fisico allarmato da quello shock fuori da ogni schema.
    Me lo ritrovai sopra a baciarmi il mento e poi le labbra,prendendole tra le proprie e succhiandole piano,proprio come aveva fatto poco prima,ma parecchi centimetri più sotto.
    -Prendimi,prendimi subito,ti voglio...-
    Gli circondai il viso con le mani sollevando il bacino per portarlo a contatto con il suo e sentire di nuovo il suo meraviglioso sesso premere contro la mia pelle nuda. Lui mi sorrise e mi accarezzò la guancia,sembrò imbarazzato per un attimo,capii che stava cercando le parole giuste per dirmi qualcosa.
    -Non è che non mi fidi di te tesoro ma vedi...-
    Qualsiasi altro uomo, al sentire la parolina magica di sette lettere, si sarebbe quasi venuto nei pantaloni per la felicità di poterlo menare senza pensieri e lui mi stava dicendo che non poteva farmi sua. Peggio. Mi stava dicendo che non poteva farmi sua quando io sentivo che se non mi avesse penetrata subito e senza troppe cerimonie sarei morta lì,su quel bellissimo tappeto persiano. Gli rivolsi un'occhiata disperata e supplichevole muovendo i fianchi per sfregare la sua erezione ed essere persuasiva.
    -Non venirmi dentro allora,ma ti prego...-
    Allungai la mano tra i nostri corpi fino a raggiungere il suo sesso che palpitò al mio tocco. Michael sospirò forte contro il mio collo ed io lo strinsi nel palmo muovendolo un poco e poggiandogli la punta all'entrata della mia femminilità che letteralmente grondava di desiderio. La strofinai,giusto per dargli un'idea dell'umido calore che lo avrebbe accolto e poi gli alzai il viso che aveva affondato tra i miei capelli.
    -Non voglio ingannarti,è solo che ti voglio così tanto...-
    Soffiai contro le sue labbra,guardandolo negli occhi e lui mi sorrise. Spinse appena i fianchi contro di me facendomi percepire la punta del sesso che cercava e trovava un'entrata,scivolandovi subito dentro.Michael emise un rantolo ruvido,sospirò il mio nome e qualcosa che non riuscii a capire e finalmente,guardandomi negli occhi ed accarezzandomi i capelli affondò dentro di me,completamente.
    -Oh cazzo...-
    Mi si mozzò il respiro.
    -Proprio lui.-
    Sussurrò con un sorriso al mio orecchio abbassandosi di nuovo sopra il mio corpo, ed io avrei riso,se solo fossi riuscita a scavalcare l'emozione sconvolgente di sentirmi completamente piena. Non ci sarebbe entrato un solo altro misero dito,lo sapevo,lo sentivo,perchè le sue più che generose dimensioni occupavano tutto lo spazio possibile regalandomi una sensazione di pienezza meravigliosa. Rimase fermo per pochissimo,dandomi a malapena modo di abituarmi a quella bollente intrusione tra le mie gambe e poi prese a muoversi calzando subito un ritmo perfetto,che faceva eco ai battiti profondi del mio cuore.
    -Ohhhh...-
    Lanciai un verso lungo ed acuto,ritrovandomi di nuovo sparata con violenza vicino alla vetta. Al suono della mia voce lo sentii farsi se possibile ancora più eccitato e calcare le spinte fluide che gli muovevano il bacino come in una danza,facendomi inarcare la schiena per le piccole scariche di piacere che partivano dritte dal mio sesso,sempre più di frequente. Persi il senso del tempo,quello della realtà e infine la ragione mentre i suoi fianchi stretti incontravano le mie cosce tornite senza sosta,uno smacco alla presunta perdita di prestanza fisica dovuta all'età.
    -Michael...-
    Gli tolsi i capelli dalla faccia e cercai la sua lingua,trovandola ed ingoiando insieme un gemito. Mi tenne il labbro inferiore tra i denti con dolcezza,espirò forte,scosse la testa,capii che tra poco sarebbe arrivato al piacere. Ma non volevo che lo facesse fuori. Volevo che godesse di me fino in fondo,volevo sentire la sua eccitazione trovare un ritmico sfogo nel mio ventre,schizzando il suo seme caldo come ultimo dono della sua visita.
    -Mio dio..si-
    Gli strinsi le gambe contro i fianchi,tenendolo stretto mano a mano che i movimenti si facevano sempre più frenetici e allora lo vidi aprire gli occhi,cercando in ogni modo di mantenere il controllo,un appiglio con la realtà.
    -Non smettere...non smettere...-
    Lo pregai.
    Ora erano spinte sincopate e invece di entrare ed uscire dal mio corpo sembravano volermi scavare dentro. Io mi sentivo vicina al tracollo nervoso,stringendo convulsamente il tappeto sotto le dita,respirando contro il suo collo profumato e velato di sudore. Si fermò incerto,in bilico,la sua erezione marmorea contrastava la morsa dei miei muscoli vellutati che erano sempre più vicini allo spasmo. Tremò appena girando il viso verso di me ed io lo guardai,folle di piacere ma ancor più di desiderio. Interpretai il suo sguardo opalescente come una richiesta,lo baciai,la sua lingua subito nella mia bocca,febbrile e languida allo stesso tempo,cercava solo poche parole per abbandonare ogni remora.
    -Michael,voglio sentire che mi vieni dentro.-
    Fu un attimo. Vidi la ragione scomparire dietro un velo di abbandono completo e spinse ancora dentro di me,forte,così forte che sentii il rasato del tappeto graffiarmi la parte bassa della schiena. In quel momento soffocammo un grido l'uno sulla spalla dell'altro e mentre la setosa stretta del mio sesso lo massaggiava di nuovo lo sentii finalmente riversare il suo piacere dentro di me. Contai le splendide contrazioni del suo orgasmo che si protrasse più a lungo del mio e sorrisi,vittoriosa. Respirai il suo profumo abbracciandolo forte mentre era scosso da un lungo fremito ed in quel momento calò su di me,con orrore,la gelida consapevolezza che nessuno in vita mia,sarebbe mai più stato in grado di farmi ciò che aveva fatto lui. Un limite invalicabile era stato superato.
    Poi tre colpi secchi,come un martello, a sancire la mia condanna.
    -Signor Jackson,gli abiti sono pronti.-


    Scesi dall'ascensore e mi ritrovai nella hall illuminata e luccicante dove la receptionist mi salutò con un sorriso squisito,da manuale. Sorrisi a mia volta e mi allacciai la cintura del trench mentre il portiere già tendeva la mano per facilitarmi l'uscita. Poco dopo ero fuori. Era quasi buio e stava per piovere. Mossi qualche passo tentando di ignorare le gambe che mi tremavano,in bilico sui tacchi.
    In quel momento sentii il suo sperma colare fuori con un piccolo fiotto caldo,bagnarmi la culotte di seta che faceva tanto brava ragazza. Strinsi istintivamente le cosce e rabbrividii mentre cercavo un taxi che mi riportasse alla mia vita ordinata,alle mie cose. Per aiutarmi presi il cellulare e composi il numero di Nick.
    -Ciao,ti disturbo?-
    -Amore,tu non disturbi mai.-

    Ovvio.
    -Tutto apposto con...?-
    -Tutto fatto.-
    Tagliai corto sapendo che stava per pronunciare un nome che mi avrebbe stretto lo stomaco.-questa sera stiamo insieme?Ho voglia di te.-
    Rise all'altro capo,una risata compiaciuta e piacevolmente sorpresa.
    -Certo,facciamo alle otto?-
    -Alle otto è perfetto.-
    -A dopo allora,ti adoro piccola.-
    -A dopo.-

    Riattaccai aprendo la portiera della berlina bianca che mi si era fermata avanti nel frattempo,salii,l'uomo alla guida mi rivolse un'occhiata neutra dallo specchietto abbassando la radio mentre mi sistemavo.
    -Dove andiamo?-
    -24 Crownwell Avenue,grazie.-

    Lì avrei ripreso posto tra tutto quello che mi faceva stare bene,sentire apprezzata,protetta,sicura. Avrei rivisto Nick e gli avrei detto quanto lo amavo e quanto fosse importante per me,come era giusto che fosse per una ragazza assennata e con i piedi per terra quale ero. Lui non era stato niente,una debolezza,sicuramente un errore del quale ero colpevole solo in parte,mi ripetei. Cazzate,era stata solo colpa mia. Strinsi di nuovo le gambe,più forte,per diminuire la sensazione di umido a contatto con la pelle,mi faceva sentire a disagio,quasi vergognare,come fossi una bambina che non ha saputo trattenerla fino in bagno. Ero così che mi sentivo,disubbidiente,cattiva,sporca. Avevo appena fatto sesso con un uomo di ventisette anni più grande di me,che non solo poteva essermi padre,ma soprattutto era la più grande star che il mondo avesse mai conosciuto e l'amante più dotato -in ogni senso- che una donna potesse mai sognare. Avevo goduto come mai prima di allora e detto cose che non pensavo potessero varcare la soglia delle mie labbra. Tutto sbagliato.
    Frugai nella tasca per cercare l'accendino e sfogare i sensi di colpa nel fumo,ma trovai solamente un pezzetto di carta ripiegato in quattro.
    Dentro un numero,il suo.
    Il cuore mi sfarfallò in petto e così velocemente come l'avevo trovato mi venne istintivo disfarmene.Aprii il finestrino del taxi premendo sul pulsante con rabbia. Ma non ne ebbi il coraggio,mi sentivo segnata,indissolubilmente incatenata alla certezza che gettarlo equivaleva ad essere infelice ed inappagata per tutto il resto della mia vita. Ritrassi la mano mentre l'aria carica dell'odore della pioggia mi schiaffeggiava. Presi il cellulare e composi il numero.
    Uno squillo,due.
    -Pronto?-
    Rimasi in silenzio,la bocca completamente asciutta.
    -Eva?-
    La sua voce era miele fuso e mi ricordò il momento in cui aveva sussurrato il mio nome inchiodandomi al pavimento con il suo corpo.
    -Come ti senti?-
    -Sbagliata.In colpa.-
    -Vedi Nick questa sera?-
    -Sì certo.-

    Tacque,come se l'ovvietà ostentata nella mia risposta lo avesse ferito o infastidito o entrambe le cose.
    -Non lo sapevo,mi dispiace che...non lo avrei fatto.-
    Biascicò in tono funereo.
    -Lo so,lo so- certo,avrei dovuto dirglielo io -ho rovinato tutto.-
    -Non tutto Eva,non tutto. Ricordati quello che ti ho detto e ricordati anche che sai dove trovarmi.-
    Guardai in basso la cartellina verde del contratto con i dati scritti in bella mostra,la sorte pareva stare dalla sua parte.
    -Se avessi bisogno di qualcosa...di qualunque cosa,non esitare ok?-
    Sembrava preoccupato,mi sentii ancora più stupida,ancora più bambina.
    -Ok,adesso ti devo lasciare.-
    Lo immaginai all'altro capo del telefono,nella stessa posa in cui mi aveva accolto poco più di due ore prima,provai la strana sensazione di voler riavvolgere un nastro che sapevo,non sarebbe stato possibile mandare indietro.
    -Eva?-
    -Sì?-
    -Posso chiederti un'ultima cosa?-

    Di nuovo non risposi,attendendo in un silenzio carico.
    -Pensa a me questa sera.-
    La sua richiesta scivolò tra le mie gambe come una carezza,sentii una bolla di calore esplodere di nuovo e tremai. Serpente.
    Riattaccai senza replicare nè salutare,respirai profondamente e chiusi il finestrino,il tassista mi scrutò preoccupato. Distolsi lo sguardo dallo specchietto e lo abbassai sul display del cellulare,il numero dell'ultima chiamata ancora illuminato...
    Salva in rubrica,nome: Mr Sin.


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    Edited by Effulgent - 10/10/2010, 22:17
     
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  2. °Alexandra°
     
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    Questa one-shot è proprio bagnamutande. Non ci sono altri termini e mi scuso per la sincerità,ma ho le dita incapacitate a scrivere un commento sensato che vada oltre un gemito lungo e profondo.
    GRANDE LA MIA QUEEN.
    Non ti batte nessuno in queste cose ,tesò....
     
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    Bagnamutande :lol:
     
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  4. V e l e n o
     
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    Allora.. Cara la mia roscia causa di tutti i parental advisory sul web :lol:
    Che sei fenomenale già si sa.
    Che il tuo scrivere di sesso (sia in modo esplicito come ci hai fatto leggere in privato, che in modo più soft come hai fatto qui) sia uno scrivere assolutamente elegante e raffinato tanto da rendere il sesso stesso, un'arte, una cultura.. Si sa.
    Sappiamo anche che sei la Queen delle Queen, come ti ha giustamente ribattezzata Sam.
    E allora cos'è che non so, che non sappiamo?
    Mi sono sempre chiesta da dove trai la tua ispirazione, se c'è qualcsa che ti stimola lo scrivere, se sono scene di vita realmente vissute e poi romanzate o se è solo merito della tua sconfinata fantasia.
    Qualunque cosa sia, sappi che il risultato che ne viene fuori è ogni volta un capolavoro.

    I miei più sentiti complimenti
     
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  5. °Alexandra°
     
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    CITAZIONE
    sia in modo esplicito come ci hai fatto leggere in privato, che in modo più soft come hai fatto qui)

    Oh....Dio zitta Giuly,me la sono riletta altre 19 volte consecutive....Crea dipendenza :P
     
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  6. Holiday
     
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    Come si fa a lasciare un commento sensato dopo aver letto questa one shot??? image
    Beh non si può...sto cercando di mettere insieme qualche parola, ma sto ripercorrendo mentalmente tutta la storia e quelle poche parole che ancora avevo, sono andate a farsi benedire...image
    Spero che questa faccina possa dimostrare tutta l'ammirazione che provo nei tuoi confronti :wub:
    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    CITAZIONE
    sia in modo esplicito come ci hai fatto leggere in privato, che in modo più soft come hai fatto qui)

    Oh....Dio zitta Giuly,me la sono riletta altre 19 volte consecutive....Crea dipendenza

    Ragazze, siete riuscite a stuzzicare la mia curiosità! :rotfl:

    :kiss:
     
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  7. Elena01
     
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    CITAZIONE
    Che il tuo scrivere di sesso (sia in modo esplicito come ci hai fatto leggere in privato, che in modo più soft come hai fatto qui) sia uno scrivere assolutamente elegante e raffinato tanto da rendere il sesso stesso, un'arte, una cultura..

    Non posso che quotarvi tutte :si:
    E aggiungo che, e Ale lo sa, da quando ho letto questa one-shot, i miei sogni notturni sono popolati da certe immagini...
    Ora rileggerla qui... mi ha dato il colpo di grazia! Magnifiche tutte e due le versioni :si:
    Ale, che te lo dico a fare? Sei... tu, semplicemente tu, e tutte ormai abbiamo imparato a conoscere la tua capacità di mettere giù pagine straordinarie come questa! :kiss:
     
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  8. V e l e n o
     
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    SPOILER (click to view)
    Chiedo venia Ilaria, colpa mia
    è che quando si leggono certe cose, rimangono leggermente nella mente a sconvolgerti
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Poi certo c'è sempre l'opzione stampa...così te la ripassi per bene...quando serve. Io proporrei la versione non edulcorata però....molto più efficace...
     
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  10. °Alexandra°
     
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    E poi forse è meglio non indagare oltre...accontentatevi di leggere questa e rimanere aggrappate alla lucidità per quel pochino che potete
    Leggere "oltre" sarebbe una rovina. Vedete in che stato pietoso siamo noi?! :look:
     
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    Pwahahahahahahahah :D
    Giulia ti svelo il segreto: faccio la sceneggiatrice per le Rocco Siffredi Production.
    :fuck:
    Comunque è la mia sconfinata,perversa fantasia che mi porta a scrivere cose del genere...la FF è nata esattamente nell'ordine in cui la vedete scritta:la scena iniziale (cioè finale) e poi tutto il resto. Esattamente così,con tanto di particolare sconcio (lo so che vi è preso un colpo a tutte la prima volta che avete letto di quelle benedette culotte )e da lì è saltata fuori la FF :lol: faccio proprio schifo lo so e me ne vanto :rolleyes:

    La versione HARD non posso postarla altrimenti scatta la denuncia mi perdonerete :rotfl:

    Grazie Holiday del commento coraggioso,non speravo che qualcun altro oltre alle mie adorate assatanate qui sopra osasse :P


    Edited by Valtesse - 16/9/2010, 17:39
     
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  12. marigold80
     
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    Ale sei stata fenomenale ancora una volta, non so quale era l'idea iniziale ma il risultato è stato un erotismo elegante nonostante i termini duri, eccitante all'inverosimile come mai mi era capitato.
    Sei la nostra Queen tesoro... e questa ne è l'ennesima dimostrazione!!!
    I love You sooooooo much!!!!!

    CITAZIONE (°Alexandra° @ 16/9/2010, 12:04)
    Questa one-shot è proprio bagnamutande. Non ci sono altri termini

    Ti quoto- riquoto-ririquoto......
    Termine più azzeccato non potevi usare Ale!!!!!! :omg:
     
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    Grazie Monica cara :--:
     
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  14. Ester jackson
     
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    ho appena finito di leggere.....
    mi faccio un bidet ragazze....
    ho il fuoco ..... :hehe:
     
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  15. Ylenia Jackson 94
     
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    Ale... lo so che la FF era solo per pubblico adulto, ma sai anche che la Little Sammy fa sempre eccezione u___u
    Ora, non ti dico cosa ne penso, ti dico solo come sono in questo momento ( GIURO! ) sono rossa in viso, gli occhi che luccicano e un FUOCO tra le gambe che non ti dico! :B):
     
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44 replies since 16/9/2010, 10:29   1533 views
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