Posts written by patma

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    Voto per la percentuale...telefoni tu od io?
    Io va' che sono Lou :lol: :patpat: :crazy:
    è l'effetto prima volta...
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    Tranquilla, la mia era una battuta. C'è ancora tanto a venire e poi noi siamo più brave di Cascio LOL
    (Scherzo naturalmente)
    Grazie ancora.
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    ...Ed ecco svelato tutto il contenuto della FF .... LOL

    Grazie e benvenuta anche da parte mia
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    Ora credo tocchi a me per quattro volte...vero Ally?
    Ma Lou ha bisogno di riprendersi dalle prime esperienze...
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    Una prima volta da favola, Ally di che ti preoccupavi!
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    Grazie a te cara :kiss: :hug:
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    :yeah: :yeah: :yeah: adesso vado a rileggerlo :yeah: :yeah: :yeah:

    :laught: :laught: :laught: :laught: :laught: :laught: :laught:
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    groupwave Allyyyyyy groupwave

    grazie a tutte
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    AUGURI!

  10. .

    AUGURI!

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    Quoto tutte Ally, uno dei capitoli più belli
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    Eccomiiiiiiii (grazie a tutte)




    2052473-una-vista-ravvicinata-di-un-medico-fleboclisi-endovenosa




    CAPITOLO TRENTADUESIMO
    La dura realtà




    Fu una splendida estate, immersi nella magia di Neverland, la natura lussureggiante intorno a noi, gli uccellini che cinguettando intonavano melodie in armonia con la musica onnipresente, il sole che brillando faceva rispendere la ruota panoramica creando riflessi sul caldo cromato e noi cinque giovani…chiusi nello studio tra le scartoffie!

    Il tutto era un casino!

    La parola riassume ciò che trovammo.
    Una matassa tanto intricata che a volte neppure le nostre quattro menti unite di laureati a pieni voti, Frank era escluso dal conto ovviamente, riusciva a trovarne il bandolo.

    E non che “Mr Jackson” , Eh sì, mi toccava chiamarlo così! Lui non voleva mischiare lavoro ed amicizia e pure Frank, che ora si faceva chiamare Tyson (non chiedetemi il motivo è meglio!), doveva rivolgersi a lui in tal modo.
    …dicevo, Mr Jackson di sicuro non ci aiutava!

    Dopo i primi tempi in cui ascoltava i nostri resoconti apparentemente interessato, disse a Frank:
    “Devo essere creativo, ecco perché ho bisogno di te. Pensateci voi, io non voglio sapere!”
    Punto.


    Finì così il suo coinvolgimento nei propri affari.

    Si fidava di noi, ciò ci lusingava, Frank continuava a far da tramite, ciò mi spaventava!

    Sto scherzando!
    Vivendo a stretto contatto con lui in quei mesi mi accorsi che era molto maturato, merito della vicinanza di Michael o forse più che altro della responsabilità che questa comportava.

    Insomma era diventato un uomo! E non ero la sola ad essermene accorta…Derek gli faceva un filo pazzesco!
    Sì Derek era gay, sì, ci provava con mio cugino, che faticava a districarsi da assurde situazioni senza essere troppo sgarbato, causando la somma ilarità mia e di kara.

    Anche lei era sempre molto professionale, non lo avrei mai detto, e terminato l’orario di lavoro c’era Court, ne era molto innamorata.


    Ovviamente quando incontravamo Michael qualche battutina alla “vecchia Kara” scappava sempre, soprattutto la sera, quando potevamo finalmente rilassarci in piscina ed anche Michael ci raggiungeva.

    Lui era molto impegnato, passava la maggior parte del tempo in studio di registrazione, poi c’era il tempo per i bambini, due angioletti che avevano conquistato il cuore di tutti, la vecchia Kara ne voleva due simili (e con gli stessi geni paterni).
    Messi a letto i bambini Michael arrivava, spesso era solo per un saluto, troppo concentrato su mille altre cose, ma talvolta si fermava con noi.
    La nostra esuberanza giovanile toccava le stelle e cercavamo di coinvolgerlo sempre in alcuni scherzi, ma poche volte riuscimmo nel nostro intento…



    *


    -Frank! Non dirmi che è una cosa naturale! Sai che odio essere presa per il culo!-

    Michael aveva passato tutta la sera precedente con noi, era lì, il suo corpo era lì, ma la mente era altrove…

    -Lo sai che è stanco, troppo concentrato sul lavoro e …bla, bla…-


    No, non era solo stanchezza, era molto più…spento…apatico…annebbiato…distratto…stordito…
    Con il passare dei giorni, e probabilmente l’aumentare della pressione della casa discografica su di lui, le serate “off” aumentavano.



    -Ok! Se non gli parli tu lo farò io!-

    Non era una minaccia, ero preoccupata ed arrabbiata allo stesso tempo.

    Da qualche settimana tutte le notti arrivavano un paio di signori, si ritiravano nella camera di Michael e vi restavano un paio di ore.

    Frank aveva la bocca cucita su tutto questo.

    La mattina seguente, quando Michael si recava in studio, era l’uomo di sempre, con noi scambiava anche un paio di battute, al ritorno appariva stanco ed assente.

    Dal cottage dove alloggiavo io, vedevo la luce della sua stanza accesa ed a volte lo intravedevo camminare nervoso, agitato, come in attesa di qualcosa che tardava ad arrivare.
    Poi l’auto dei “misteriosi signori” imboccava il vialetto, loro entravano da una porta secondaria ed in un secondo tempo le luci si abbassavano…



    Per questo stavo mettendo Frank alle strette.

    -Lou! Ti prego! Ho paura di perderlo!-

    Si sedette in lacrime…non lo avevo mai visto piangere…



    Quei signori erano medici, somministrando il “Propofol “, un anestetico, a Michael lo aiutavano ad addormentarsi, era l’unico modo in cui riusciva ad avere qualche ora di riposo…


    In quel momento desiderai non aver fatto pressione a Frank per conoscere i fatti, non so cosa avrei fatto per poter tornare all’oblio dell’inconsapevolezza.

    -Non è l’unico farmaco che assume…ci sono ansiolitici…antidolorifici…spesso il Demerol…-

    Lo abbracciai.

    -Per questo è sempre così distante…a volte negli incontri biascica solo qualche parola…faccio fatica a spostare tutti i suoi impegni…-

    Mi guardò serio, il volto bagnato di lacrime.

    -Lou…non ce la faccio…non so che fare…ho paura…ogni volta che gli accenno qualcosa mi dice che non ha nessun problema, che non sa di cosa io stia parlando…-



    Casa avremmo potuto fare?

    Eravamo solo due ragazzi alle prese con un universo di schiacciante dolore.
    Non mi sono mai sentita tanto impotente come in quel momento.
    Io sono un tipo combattivo, se ho un problema lo affronto.
    Ora, terrorizzata, pensavo a mille ed una soluzioni ed immancabilmente le scartavo.


    Gli avrei parlato.
    Mi avrebbe allontanato.
    Sarebbe rimasto Frank vicino a lui.



    Presa questa decisione il resto fu relativamente facile.

    -Ciao Michael-

    Si girò di scatto
    Non si aspettava di vedermi.

    Scrutai nei suoi occhi alla ricerca di un barlume di lucidità.
    C’era.
    Fui fortunata.

    -Cosa vuoi, Lou. Sono stanco…aspettavo Frank…-

    -Michael…dobbiamo parlare…-


    Mi guardò assorto, aveva capito tutto.

    -Anche tu pensi che io abbia dei problemi!-

    Si stava alterando.

    -Perché cazzo non vi fate tutti i cazzi vostri!-

    Sibilò.
    Non lo avevo mia visto in questo stato.

    -Io sto male! Lo capite o No!-

    Urlò.

    I miei occhi si riempirono di lacrime impotenti.
    I suoi pure.
    Incoerente mi strinse a sé.
    Cercò le mie labbra con le sue.
    Un bacio duro.
    Mi tagliò con i denti.
    Uscì del sangue.
    Le nostre lacrime si mischiarono a d esso, mentre come naufraghi ci stringevamo follemente.



    Non ci fu altro.

    Arrivarono i medici.
    Lui con l’indice sfiorò il mio volto bagnato sussurrando:

    -Mi spiace Lou…non so se ce la faccio…ho paura…-

    E se ne andò con loro.


    *

    La settimana successiva si trasferì a New York per ultimare l’album.

    Frank andò con lui.

    Io restai a Neverland.

    Punto.



    Ally il resto e tuo :look: :ciau:
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    Grazie Serena :kiss:
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    :wub: :wub: :wub: Grazie cara
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    Mari Cinzia mi lasciate senza parole, sono contenta che a tutte voi piaccia la storia (e la protagonista), noi ci siamo divertite a scriverla ed è bello che voi vi divertiate a leggerla...for now...
1715 replies since 5/11/2010
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