Blue bus driver

(Storia a capitoli)

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    Jack Sparrow's ship

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    FanFiction: Storia a capitoli
    Genere: Generale
    Completa: No
    Rating: Pg15/Arancione
    Avvertimenti: Presenza di tematiche sessuali implicite


    _________________________________________________________

    Prologo



    E’ strano!
    Mi sento confusa, molto..una volta ho letto da qualche parte che se ti trovi in un posto da solo e dici ad alta voce tutto quello che hai dentro, dopo provi tanta leggerezza e sollievo. Beh, io c’ho provato. E sapete cosa ho sentito? La voce di una cretina che ha incanalato per troppo tempo angoscia e rabbia. Rabbia verso di lui, verso di me, per quello che provo..che a questo punto non so più se sia amore o semplice affetto.
    Quell’affetto che si è guadagnato giorno dopo giorno..con i suoi sorrisi, con i suoi scherzi, con il suo essere arrogante e stronzo un attimo prima e il suo cercare di rimettere a posto le cose l’attimo dopo.
    Se penso che tutto questo è iniziato per uno scherzo..se penso a tutte le conseguenze. Ero arrivata a non sopportarlo e ad allontanarlo sempre più da me, fino ad una mattina di aprile: non so come ha fatto, ma pian piano è riuscito a riprendersi il nostro rapporto..sgretolando in un attimo il muro che avevo costruito tra me e lui. Da quel momento sono successe così tante cose e così velocemente tanto da non accorgermene: le confidate, le parlate, gli scherzi, i messaggi, gli sguardi, le gelosie, il bacio..ed ora, addirittura, penso che quell’interesse sia svanito. Rimpianti? Per niente! Sarei pronta a rifare tutto!
    Non so bene se tutto quello che è stato sia servito a farmi crescere. Non so cosa gli sia piaciuto di me, nonostante il mio essere un disastro. Non so se mi abbia mai voluto bene veramente. L’unica certezza che ho è che non dimenticherò mai quanto il ‘ragazzo’ dagli occhi azzurri mi abbia insegnato!
    Ma facciamo un passo indietro, prima..

    ***


    -Françoise, muoviti che altrimenti va via.-
    -Arrivo, un momento!-


    Ed eccoci di nuovo qui, io e la mia migliore amica Marianne, appena uscite da scuola che corriamo come pazze per arrivare in tempo al deposito dei pullman prima che il ragazzo (nonché autista), di cui Marianne si è presa una bella cotta, vada via.
    Frequentiamo il quarto anno della ‘Kennedy High School’ ed oggi è l’ultimo giorno prima delle feste di Natale e ci è venuta la brillante idea di andare a salutare le persone che ogni giorno dell’anno scolastico ci prendono e poi riaccompagnano a casa e ci sopportano più di chiunque altro: gli autisti. C’è da dire che alla sottoscritta non è mai importato più di tanto di loro, sono stata sempre una ragazza taciturna e sulle sue, mi sedevo lontana dalla confusione che puo’ esserci negli ultimi posti sui pullman scolastici e lontana dalle tipe perfettine che occupavano i primi posti..diciamo che preferivo una posizione più centrale, e gli autisti erano, semplicemente, delle persone con cui scambiavo un ‘buongiorno’ e un ‘arrivederci’, a differenza di Marianne, che aveva un rapporto splendido con la maggior parte di loro. Ma quel giorno dovetti ricredermi anch’io..

    -Pronta?..Buongiorno!- Marianne bussa alla porta ed entra tranquillamente dopo il consenso del capo-autista, il signor Joseph.
    -Buongiorno, signorine. E tu come ti chiami?-

    Io rimango pietrificata sulla porta, con tutti gli occhi puntati verso di me..il signor Joseph, Michael, Phil, Joseph e Màrio. Rossa come un peperone.

    -Lei è un’amica, Françoise.- salvata in calcio d’angolo da Marianne.
    -Ah, che bel nome!- Phil mi sorride
    -Sì, grazie. Vi lasciamo in pace un po’, visto che ci sono le vacanze di Natale. Quindi abbiamo pensato di venire a salutarvi..-
    -Avete fatto bene. Ma..non state in piedi, accomodatevi.-
    Non ce lo facciamo ripetere due volte: Marianne si siede vicino a Joseph, io mi accomodo su una poltroncina vicino a Michael, un bel ragazzone sulla trentina. Parlano del loro lavoro, senza che io capisca qualcosa, quando all’improvviso entra un ragazzo di un bar vicino con una scatola di quei panettoni dove all’interno c’è anche una bottiglia di spumante..un regalo di Natale dell’amico barman per gli autisti.
    Il signor Joseph ringrazia ed apre lo scatolo e Phil ce ne offre una fetta con un bicchierino di spumante, molto buono! Siamo intenti a scherzare e a fare battutine mentre il signor Joseph è concentrato sullo schermo del suo computer per mandare delle cartoline di Natale..ma pare senza riuscirci granchè.

    -Signorina Marianne, ma tu sai usare il computer?-
    -Certo, le cose basilari..-
    -E vieni un po’ ad aiutarmi; non ci riesco proprio. Troppa tecnologia, non sono abituato.-


    Si alza dalla sua poltrona girevole nera lasciando accomodare Marianne. Tutti intenti a prenderla in giro quando vedo che, all’improvviso, diventa seria e paonazza in viso.

    -Buongiorno! Aeh, capo..non potevate scegliere una persona più competente da far sedere sulla vostra poltrona(?)-

    E chi poteva essere?
    Con quel suo sorriso da ebete entra dalla porta Vincent, la famosa cotta di Marianne. O come lo chiamo io: il nano 45enne con le cuffie. Vi state chiedendo perché? Beh, semplice. Non è abbastanza alto, dice di avere 45 anni (quando ne ha solo 35) e porta sempre, o quasi, le cuffiette del cellulare. Capelli neri e a spazzola.

    -Più di te, sicuramente! Ma se sei così sicuro di te..accomodati!-
    -Ma figurati. Attenta a non far bloccare il computer, piuttosto.-
    -..Ecco, ha parlato! I fatti tuoi mai, giusto?-


    Forse una coincidenza, ma cavolo, davvero le si è bloccato il computer. E io e Michael che dalla poltroncina ce la ridevamo. Adoro i loro continui battibecchi, adoro loro.

    -Vincent non pensarci. Bevi un bicchiere di spumantino..- Phil gli offre il bicchiere.
    -Françoise sblocca ‘sto coso, altrimenti lo faccio volare giù per la finestra!-

    Marianne si alza e lascia a me il posto.

    -Di male in peggio..- dire che lo fulminai con lo sguardo è poco. –Ma perché invece di fare le splendide vicino al computer, che non siete capaci, non mi lavate un po’ la macchina? Così evito di pagare al ragazzo dell’autolavaggio.-
    -Ma paghi noi..di certo non lo facciamo gratis.-
    -Dieci euro tutte e due.-
    -Dieci euro?-
    Phil si iintromette nel discorso..
    -Troppo, vero? Facciamo cinque e non se ne parla più!-
    -Ma che simpatico!-


    E andiamo così avanti per tanto tempo, fino a mezzogiorno. Phil ha il turno per la stazione di Arpa, un paese vicino, e ci chiede un po’ di compagnia a me e Marianne. Noi abbiamo accettato volentieri, anche perché ci era simpatico e il nostro pullman non partiva prima delle due.

    **


    -Siamo già alla quarta macchina, è davvero una persecuzione!-

    Siamo nel pullman con Phil e, come sempre, Marianne conta quante macchine vede uguali a quella di Vincent.

    -Devo prendermi anche io quella macchina, a tutti i costi.-
    -Ma ti piace qualcuno che ce l’ha?-
    -No!-
    -Che macchina è?-
    -E non posso dirtelo, Phil. Si capirebbe..-
    -Dai, dimmelo. Io tengo la bocca chiusa.-
    -Ehmm..ce l’ha un tuo collega. Che, preciso, non sopporto!-
    -Chi è Vincent? Ti piace proprio, allora.-


    In quel momento io e Marianne ci guardiamo negli occhi, in silenzio. Se la conosco bene, in quel momento sarebbe voluta essere volentieri uno struzzo..con la testa sotto la sabbia senza vedere, né sentire nessuno.

    -Ma no! A me non piace lui.-
    -E chi ti piace al deposito, dai?-
    -A me non piace nessuno..è Françoise che si è presa una cotta per un’autista.-


    La fulmino con lo sguardo, chiedendomi come non prendesse fuoco..

    -Davvero?-
    -Sì. Peter, vero?-
    Marianne mi guarda con sguardo complice..
    -Certo! Il mio cuore batte solo per lui, oramai. Non esistono altri uomini..-

    Inizio ad improvvisare..cosa non si fa per un’amica in difficoltà?
    Il bello era che non ce l’ho proprio presente questo Peter, lo ricordo vagamente, forse l'ho visto un paio di volte. Ricordo solo che è un tipo molto simpatico..

    -Wow..allora dopo ti faccio parlare con lui, dai. Lo chiamiamo così gli dai gli auguri per Natale, così non ci resta male.-
    -Certo, perché no?-


    Povera incoscienza mia..ma come potevo pensare che l'avrebbe fatto davvero?
    Appena arrivati nel parcheggio dei pullman Phil prende il telefono e mi cade l'occhio sulla scritta ''inoltro di chiamata a Peter''..oh santa pupazza, ora sono io che voglio essere uno struzzo!

    -Peter, che si dice? Dove sei?..no, perché c’è una ragazza che vuole parlare con te.-

    Phil mette in vivavoce e mi incita a parlare..dopo secondi di silenzio l'unica cosa intelligente che mi viene da dire è:

    -PETER, SIAMO FRANCOISE E MARIANNE..-
    -E allora?-


    Figura di merda. Figura di merda. Figura di merda.

    -Cosa c’è?-
    -E niente..così. Phil cosa cazzo gli devo dire(?)-


    Di tutta risposta Phil mi ride in faccia, toglie il vivavoce e continua a parlare lui scherzando.
    Voglio finire 5 metri sottoterra..mi sento tremendamente imbarazzata.
    Dopo un po’ Phil chiude la chiamata e, siccome stanno cominciando ad arrivare i pullman, io e Marianne saltiamo da un pullman all'altro per fare gli auguri per il Natale..dopo Phil seguono Michael, Màrio, zio Felix, poi Vincent e Joseph. Infine Juan che si trova sul nostro pullman.
    Tornata a casa, ringraziai che quella giornata (scolastica) fosse finita, e che sarei ritornata dopo 20 giorni quando tutto sarebbe stato dimenticato. Anche se non era così semplice come pensavo..


    Edited by K I K K A - 11/9/2014, 12:49
     
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    Simpatico il prologo, gli autisti sono allegri e di grande compagnia, ottimi amici. Bell'inizio Kikka, attendiamo presto la continuazione
     
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    Grazie mille!
    Ecco il primo capitolo :occhiolino:


    Capitolo 1



    Ecco, si ricomincia con la scuola. Cavolo non ne ho proprio voglia!
    Questi 20 giorni sono stati una pacchia, tra feste con gli amici e cene con i parenti..in questo momento vorrei tanto stare sotto un piumone al caldo, e invece sono qui al freddo ad aspettare un pullman. Speriamo non ci sia Peter, non riuscirei a guardarlo negli occhi dopo la tremenda figuraccia dell’ultima volta! Quel pomeriggio chiesi a Marianne di farmi vedere una sua foto, giusto per capire di chi sarei stata cotta..beh, niente da dire. Un bell’uomo di 36 anni, con i capelli castano chiaro e occhi azzurri che nel tempo libero si cimenta nella professione di dj alla feste.
    Oh, finalmente il pullman..yeah, ma che fortuna sfacciata che ho! C’è Peter! Che Dio me la mandi buona!

    -Buongiorno.-
    -Ciao Françoise..hai il biglietto?-
    -Abbonamento. Faccio vedere?-
    -No, tranquilla!-


    Sorrido cordialmente e vado a sedermi al ‘solito posto’..ovvero in posizione centrale. Neanche il tempo di sedermi che mi squilla il cellulare, Marianne. La mattina non prendiamo lo stesso pullman, lei prende il ‘7’ che passa per il paese e io il ‘3’ che passa per la nazionale (dove io abito) quindi ci sentiamo per telefono..

    -Pronto?-
    -Ciao tesoro come va?-
    -Tutto bene, tu?-
    -Bene, bene. Chi c’è sul 3?-
    -Colui per il quale ti ucciderò non appena arrivo a scuola..sul 7?-
    -NO! PETER?-
    quasi mi perfora il timpano..
    -Sì.-
    -Comunque c’è Joseph. Dopo devi raccontarmi tutto. Un bacio!-
    -Ma amore non c’è nien..-
    non faccio in tempo a finire di parlare che Marianne stacca la chiamata. Alzo lo sguardo e vedo dallo specchietto che Peter guarda. Mi giro dietro ma non c’è nessuno, apparte me.

    -Litigato con il fidanzato?-
    -Per niente, anche perché non ce l’ho..-
    -Ah..ho sentito ‘amore’. Ma che fai là? Vieni avanti.-
    -Io?-
    -E chi? Stai solo tu. Vieni a sederti qui.-


    Effettivamente..che domanda stupida!
    Faccio come mi dice e vado a sedermi avanti..-allora, tutto apposto?-
    -No.Voglio tornare a casa!-
    -Eh..magari ancora a letto, al caldo.-
    -Bravo, hai capito tutto!!-
    -Ma allora com’è ‘sto fatto che io..-


    Mi squilla il telefono..tempismo perfetto!

    -Scusa un secondo.-

    Deliah, l’altra mia amica. Io, lei e Marianne siamo inseparabili. Mi tiene al telefono tutto il tempo restante del tragitto, quindi sono costretta (quando scendo) a fare uno sguardo di scuse a Peter.

    -Ciao.-
    -Eh, ciao..-


    Chissà cosa stava per dirmi..bah, vabeh entriamo và! Che ho 6 professori, ora da sopportare e da cercare di seguire.

    **


    Finalmente anche questa giornata è andata!
    Io e Marianne ci affrettiamo a salutare le altre ragazze e Deliah e ci affrettiamo per tornare a casa. Arriviamo al deposito e, all’improvviso, esce Joseph

    -JOSEPH, scusa qual è il nostro pullman?-
    -Questo qui, Fra. Venite.-
    -Grazie.-


    Joseph lo adoro. E’ come un padre, per me. Dà sempre ottimi consigli e quando stai per fare una cavolata ti fa ragionare. Mi fido di lui e gli racconto tutto quello che mi succede. E di consueto gli racconto anche lo scherzo a Peter, non dando tanto peso alla presenza di due ragazze: Myriam ed Elizabeth. Le ragazze più antipatiche e presuntuose del pianeta, e a mio avviso anche ‘sorde’, visto che appena dico la frase “mi piaceva Peter’’ iniziano a guardarmi e ridere. Ma faccio finta di niente, continuando a scherzare con Joseph fino al mio arrivo a casa.
    Nei giorni a seguire non vidi più Peter in giro, venendo poi a scoprire da Joseph che era in trasferta.

    **


    E’ passato un mese e Marianne oggi a scuola mi ha avvisato che sul ‘7’ c’è Peter. Mi faceva piacere rivederlo, ma poi ne è valsa la pena per come è finita?
    Come sempre abbiamo preso il pullman al deposito, questa volta sono salite anche Myriam ed Elizabeth e appena hanno visto che c’era Peter, hanno cominciato a ridere e ad indicarmi. Ma non mi importa più di tanto, dove poi ci sono rimasta davvero male è stato quando anche Peter ha iniziato a prendersi gioco di me e a ridere con loro. Ho sopportato, ma fino ad un certo punto..

    -Non vi sembra di esagerare? Credo che dopo un mese sia una barzelletta che non fa più ridere nessuno! Il vostro egocentrismo e la vostra presunzione sono talmente grandi tanto da otturare le vostre orecchie, non c’è altra spiegazione. Altrimenti quel giorno, oltre a sentire che mi piaceva Peter, avreste sentito anche che era uno scherzo! Ma crescete!-

    In quel momento, per fortuna, arrivò la mia fermata. Dire che sono furioso è uno stupido eufemismo.
    -Ciao Marianne. Arrivederci signor Peter!- e me ne andai per la mia strada.

    Il pomeriggio a telefono Marianne mi disse che Peter ci era rimasto secco e male, e gli aveva detto (in confidenza) che si era comportato da stronzo. Le ho dato la mano telefonicamente.
    Adesso è il mio turno, caro mio. Adesso la faccio io, a piacere mio, la stronza!


    Edited by K I K K A - 2/10/2014, 17:36
     
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    Françoise ha carattere e darà filo da torcere a Peter. Grazie per il bel capitolo Kikka, attendiamo presto la continuazione
     
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3 replies since 9/9/2014, 20:52   198 views
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