Il diario di Rose (Jones)

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    GENERE: Romantico/drammatico
    Rating: Arancione

    Cap.1

    Salve. Se pensate dal titolo che quello che state per leggere è una copia stropicciata del famoso diario di quella ragazza di nome Bridget, beh, avete ragione. Almeno in parte.
    Il mio nome è Rose, lo vedete, ma il cognome non è Jones. Ma dato che sono dell’idea che in questa storia non è il mio cognome quello che ha rilevanza, non lo scriverò.
    Quello che ho in comune con la signorina citata è l’incontro, nella mia vita, con l’uomo sbagliato, prima e l’uomo eccezionale poi.
    Ma dirvelo ora, vorrebbe dire togliervi il piacere della lettura.
    Allora, immaginatevi sedute su un morbido tappeto, di lana e seta, dai caldi colori orientali e preziosi disegni, davanti ad un vecchio baule aperto di quelli che quasi tutti hanno, in metallo e cartone grosso.
    Immaginate che quel baule contenga un po’ di tutto ciò che possa essere traccia di una vita trascorsa, fra mille avventure ed emozioni, un misto di abiti, consunti e ormai fuori misura, libri dalle pagine gialle e magari qualche vecchia foto.
    Immaginate, che sotto a tutto questo, magari in un angolo, ci sia un vecchio diario, gonfio e “infarcito” di ogni piccola cosa che serva a ricordarsi di eventi e persone, che siano scontrini, biglietti di cioccolatini o carta moneta.
    Ecco, se avete immaginato tutto questo, siete appena arrivate nella mia soffitta, davanti al mio baule e tenete segretamente in mano il mio diario.
    Non mi interessa che mi crediate sincera, non importa se mi giudicherete male.
    La sola cosa che conta è che il diario venga letto, e ciò che c’è scritto venga ricordato, perché la persona con cui ho condiviso i miei giorni è la persona più straordinaria e magnifica che io potessi incontrare nella mia vita.

    Dalla soffitta di casa mia, per tutti voi, Rose (Jones).

    VENERDÌ

    Beh, anche questa giornata di lavoro e di vita sta per finire. Sono molto soddisfatta di ciò che faccio considerando che ho vissuto con i miei genitori fino a un paio di anni fa quando ho deciso che la città di provincia mi aveva dato tutto e ormai mi stava stretta. E fu sul giornale locale, nella pagina di annunci economici che trovai questo lavoro in città, che naturalmente accettai all'istante.
    Andai ad abitare in una casa piccola ma carina, che mi mise a disposizione una lontana parente.
    Ci fu un periodo di sicuro non facile, tra il trasloco e l’impatto con il lavoro nuovo nella città nuova, ma passò in fretta grazie a degli ottimi vicini di casa che divennero presto ottimi amici.
    Un nuova ottima amica divenne poi anche Genny, la collega che mi insegnò tutto quello che ora conosco sul mio lavoro, in un negozio di abiti maschili firmati. Noi abbiamo tutto ciò che serve per vestire i nostri clienti dalla testa ai piedi con stile ed è bello vedere uscire dalla porta uomini totalmente trasformati grazie ai giusti abbinamenti d’abiti e accessori.
    A volte il mio compito è solo quello di mediare fra i gusti del cliente e le richieste della moglie o della compagna e vi assicuro che serve una buona dose di diplomazia.
    A volte invece il cliente è single, oppure viene comunque da solo in negozio e per di più con le idee molto chiare e decise in testa. E’ così che ho conosciuto il mio fidanzato sapete? Lui fa parte di questa categoria e quello che accadde quel giorno è perlomeno singolare.
    Un tardo pomeriggio stavo riordinando delle scatole di camicie appena arrivate da Parigi, girata con le spalle alla porta, mentre Genny era nel retrobottega a sistemare con un colpo di vapore dei pantaloni di lino tinta sabbia che un poco accorto cliente aveva maltrattato in camerino.
    E fu quando sentii la porta aprirsi, e chiudersi subito dopo, che mi voltai e lo vidi: era un sorta di Ken vivente, avete presente il boyfriend di Barbie?
    Castano chiaro di capelli, pelle non eccessivamente abbronzata e un sorriso più che candido che sfoggia come fosse un lasciapassare (o era una paralisi?) senza tralasciare il fatto che ha taglie perfette.
    I suoi acquisti furono accurati nella scelta e negli abbinamenti ma abbastanza rapidi, dato che indossava bene qualsiasi cosa.
    I miei consigli non servirono, semplicemente dovevo trovare ciò che lui mi chiedeva man mano, e furono un susseguirsi di “ho bisogno” “con questa giacca voglio abbinare…” senza un attimo di dubbio o di insicurezza.
    Alla fine pagò con una carta di credito di color platino, e prima di uscire dal negozio mi puntò gli occhi addosso e disse: “Signorina, mi lasci il suo numero di telefono, vorrei portarla a cena una sera di queste...”
    Io, per sfortuna sua, non sono il tipo che cede a simili richieste e così il novello Ken si dovette rassegnare a portarsi a casa solo la borsa degli abiti.
    Non era certo il mio ideale d’uomo, lo confesso, né come aspetto né come modi, anzi mi chiedevo come le ragazze potessero mai sentirsi attratte da un tipo così.
    Poche sere dopo, però, mentre versavo lacrime inutili su un film che stavo guardando al pc, sdraiata sul divano di casa mia, il mio cellulare squillò.
    Il numero sul display era sconosciuto ma decisi che avrei risposto. Era Ken. O meglio, Tom, che scoprii essere un noto avvocato di grido e che non aveva mutato la sua intenzione di portarmi a cena.
    Il mio numero lo aveva avuto dal negozio (io e Genny dovevamo chiarire questa cosa, pensai subito) e si scusava se i suoi metodi non erano molto gentili, ma la formazione e la vita in tribunale, lo avevano forgiato, diceva, e lo facevano sembrare quello che non era.
    Chiacchierammo un po’ e cominciai da quella sera a pensare che non era poi così male come uomo. Nei giorni successivi iniziai a scambiare con lui degli sms, poi iniziai a uscire con lui nella pausa pranzo.
    Se vi chiedete cosa dissi a Genny, che aveva fornito a Tom il mio numero di cellulare, sappiate che la sua giustificazione fu: “Tu sei una gran bella ragazza, lui un uomo bello, ricco e abbastanza famoso che starebbe benone con una ragazza come te al suo fianco. Siete perfetti l’uno per l’atro.”
    Alla fine, dopo poco più di un mese, io e Tom eravamo davvero la coppia perfetta ed invidiata da mezza città, almeno quella mezza città che è benestante, composta in genere da uomini di una certa età, grassocci e con amante ventenne al seguito e donne che passavano le giornate fra massaggi, trattamenti estetici, thè con le amiche e magari qualche bel giovanotto ben disposto ad una notte intensa senza obblighi successivi.
    Io e Tom non riusciamo a vederci spesso, dato che lui lavora molto e ad orari a volte impossibili, ma quando può lui mi porta in qualche luogo tranquillo, per un fine settimana che sempre è all’insegna di gustose cenette e buon sesso. Ebbene sì, sesso! Cosa pensate che possa fare una giovane coppia come noi?
    Alla fine Genny aveva ragione, lo devo ammettere, stiamo benone insieme…che sia l’uomo della mia vita?
    Ora mi aspetta una bella doccia, una cena combinata in qualche modo con quello che ho in frigorifero e un buon sonno. Domani ho un sacco di cose da fare.

    SABATO
    h.20 circa

    Aveva appena smesso di piovere. Una fitta e rapida pioggia estiva di fine giornata, nel pieno caldo estivo.
    Aveva appena smesso, appena prima che uscissi dal salone del mio parrucchiere, giusto in tempo per il mio ritorno a casa.
    C’è un ricevimento questa sera, a cui parteciperò con Tom, a casa di un importante produttore, organizzato per il compleanno di sua figlia.
    La nuova maggiorenne ha già una festa organizzata solo per lei e i suoi amici domani sera, ma oggi c’è la festa per i genitori e i loro amici e dato che Tom è uno degli avvocati del padrone di casa, nonché membro dello stesso golf-club, lui è fra gli invitati e io con lui.
    Ho deciso di indossare un lungo abito dalla profonda scollatura sulla schiena e con altrettanto profondi spacchi sulle gambe. E’ in raso, con sottili spalline e di rosso scuro che ben si intona con i miei capelli scuri.
    Ai piedi ho scelto di indossare un paio di sandali color argento, abbinati alla pochette.
    Non so a che ora torno, ma poi scriverò qui tutto ciò che è successo, pettegolezzi inclusi sugli uomini panciuti e le signore tutto silicone e botulino!

    h.23.45
    Eccomi qui…già a casa, trucco cancellato e cuore sotto-sopra! Mio Dio non avrei mai detto che mi potesse capitare una cosa del genere lo giuro!!!
    Meglio se racconto tutto bene dall’inizio.
    Mi sono preparata come avevo scritto, con tutta la cura possibile, felice di andare con Tom a quella festa, e quando lui ha suonato alla mia porta ero pronta e bellissima (me lo disse lui).
    Mezz’ora dopo ero in macchina con il mio fidanzato, davanti al cancello della villa, illuminata a giorno, con ampie vetrate dietro le quali si intravedevano gli ospiti elegantissimi e sorridenti.
    Dopo un’altra ora, chiacchieravo piacevolmente insieme ad alcune giovani signore, e fu a quel punto che mi accorsi improvvisamente che il mio ragazzo non era più presente nel salone.
    Giravo lo sguardo tutto intorno a me, cercando con insistenza fra i vari gruppetti di persone, il volto di Tom fra quelli degli ospiti, ma senza risultato.
    Quando, dopo un’altra mezz’ora, ancora non ero riuscita a vedere dove fosse, pensai che ormai era passato troppo tempo (anche se fosse andato alla toilette) e mi decisi a cercarlo in qualche stanza.
    Ero convinta che doveva aver trovato qualcuno con cui parlare di lavoro, cosa non facile da fare in un salone pieno di gente e musica, per cui si doveva essere spostato in un salotto o in uno studio.
    Arrivai davanti ad una porta chiusa, in legno bianco avorio dalla lucida maniglia di ottone. Bussai in modo delicato, quasi con timore di rovinare il legno o di disturbare chi poteva essere dall’altra parte.
    Non udii risposta, per cui spinsi sulla maniglia ed entrai. Che Tom non ci fosse in quella stanza era evidente, un solo uomo, di spalle a me, stava concludendo una conversazione telefonica davanti ad un’ampia finestra che divideva una parete dalle alte librerie, colme di libri.
    “Oh, mi scusi!” sentii il mio imbarazzo nell’aver violato quel momento privato, e osservai l’uomo chiudere con uno scatto il telefonino e ruotando su se stesso, girarsi verso di me.
    Se di spalle quel signore dimostrava un fisico snello ma atletico, sotto il completo nero, quando si voltò rimasi colpita dal suo volto: sembrava uno di quegli angeli degli affreschi rinascimentali, o uno degli affascinanti vampiri creati dalla penna di A. Rice.
    Lo sguardo era magnetico e grande, gli occhi scuri e brillanti, i lineamenti ben disegnati completati da una bocca non troppo carnosa e morbidi capelli scuri e ricci che scendevano fino alle spalle.
    Insomma un uomo che con uno solo sguardo ti fa fare ciò che vuole e sinceramente non osavo neppure respirare per paura che svanisse come un fantasma o un sogno.
    “No, prego, prego…anche lei è fuggita dal chiassoso cicaleccio che c’è di là?” la voce bassa e lenta, delicata come una suadente carezza, mi immobilizzò ancora di più.
    “In verità stavo cercando il mio fidanzato, non lo trovo da nessuna parte…” farfugliai cercando di giustificare la mia intrusione nella stanza.
    “Ha guardato in giardino? E’ magnifico lì fuori stanotte e magari lui è andato a prendere un po’ d’aria”
    “E’ un buon suggerimento, andrò a vedere in giardino allora!” mentre stavo per ritornare sui miei passi lui mi fermò:
    “Aspetti, esco con lei, posso? Ho bisogno di un po’ d’aria anch’io, signorina…?” l’uomo inclinò leggermente la testa verso al spalla allungando la mano in attesa della mia presentazione
    “Rose, il mio nome è Rose” il sorriso dell’uomo si allargò sul suo volto, mostrando più di quanto non avesse già fatto la dentatura bianca e regolare.
    “Salve, Rose! Nome magnifico, a mio parere! Io sono Michael, Michael Jackson”
    Mi sono sentita un vuoto allo stomaco, di colpo, come se fossi precipitata dal tetto di un palazzo, senza paracadute.
    Era palese che lui mi stesse guardando per vedere la mia reazione, dopo aver pronunciato il suo nome! Non avevo che poche frazioni di secondi per riprendermi, riacquistare il controllo di me stessa e con aria indifferente, stringere la sua mano senza svenire davanti a lui.
    Avevo visto spezzoni di filmati in tv, avevo visto video delle sue canzoni, avevo già apprezzato le sue doti vocali, di ballo e lo riconosco, anche fisiche.
    Quale donna non è stata provocata nel profondo, da quelle tute dorate, attillate nei punti giusti?
    Chi non ha pensato anche solo per un secondo, a qualcosa di diverso dal ballo guardandolo mentre muove il bacino?
    In bene o in male, quell’uomo, quel corpo, è una forza della natura, un vulcano in eruzione appena parte la musica e pur non essendo una sua fan, devo riconoscere che non mi aveva mai lasciato indifferente.
    Visto da vicino, di persona, Michael Jackson superava tutte le ipotesi che una donna poteva fare su di lui: era perfetto e bellissimo.
    Ok ok chiudo qui i commenti ma sappiate che subito dopo mi porse il suo braccio, a cui io mi appoggiai. Attraversammo il salone pieno di ospiti, fra due ali di persone che ci osservavano con sguardi curiosi che a lui non sfuggirono.
    “Hai visto Rose? Facciamo un figurone io e te insieme…” lo disse sussurrandolo piano al mio orecchio, mentre contemporaneamente apriva la porta finestra che dava sul giardino.
    Lui si fermò lì lasciandomi scendere da sola il breve scalone che arrivava al parco, debolmente illuminato da tenui e soffuse luci, fra le siepi e i cespugli.
    Feci pochi passi sulla fine ghiaia bianca prima di voltarmi verso Michael, che stava in piedi, con le mani poggiate sulla balaustra di pietra e il volto leggermente alzato al cielo.
    Quando il mio sguardo indugiò qualche secondo di più, lui posò il suo su di me, mi sorrise e mi fece un breve cenno col il capo, allora e solo allora, io mi decisi a proseguire la mia ricerca, speranzosa di trovare chi cercavo da quasi un’ora.
     
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  2. ( StreetWalker ‚
     
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    Un incontro inaspettato. Chissà dove si trova il suo fidanzato
     
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  3. wonderfulMJ
     
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    CITAZIONE
    Visto da vicino, di persona, Michael Jackson superava tutte le ipotesi che una donna
    poteva fare su di lui: era perfetto e bellissimo.

    Nessun dubbio: ci credo sulla parola, Rose! Ma .... perchè cercare ancora il fidanzato??
    Sono già conquistata Andago, non vedo l'ora di leggere altri capitoli...
    Thanks :yeah:
     
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  4. ornellamj
     
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    ahaahahhaha quotissimo per wonderfulMJ!!!! ^_^
    io mi sarei proprio scordata del fidanzato!!! :P
    ...che poi...dove sarà finito? :umh:

    bravissima Andago...continua please... :--:
    thx :congra:
     
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    Cap.2

    “Qualsiasi donna che acconsenta ad accogliere nel suo salotto un uomo dissoluto finirà per diventarne la vittima”
    (Le relazioni pericolose)


    Le speranze e le aspettative si sa, a volte sono mal riposte ed è quello che mi è successo stasera.
    Dove c’era il mio fidanzato c’era anche una donna dai lunghi capelli biondi che con lui si stava “intrattenendo” in una conversazione molto intima.
    Le loro bocche erano unite, voraci una dell’altra mentre lei gli sedeva cavalcioni con il leggero vestito sollevato fino alle cosce. I movimenti dei corpi lasciavano ben pochi dubbi e si interruppero solo nel momento che venne notata la mia presenza.
    Non ho detto nulla, come loro, del resto, semplicemente mi sono voltata e sono tornata indietro, sconvolta. Lui non ha provato a fermarmi, né mi ha chiamato, ma è stato meglio così, credo.
    Quando sono arrivata alla terrazza, Michael era ancora lì e mi ha guardata crollare su una panchina mentre scoppiavo in un pianto disperato. Si è avvicinato lentamente, sedendosi accanto a me in silenzio per alcuni minuti, finché mi sono calmata, poi mi ha parlato:
    “Rose, da quello che vedo devo dedurre che hai trovato il fidanzato, ma mi dispiace perché forse era meglio se non ti suggerivo di cercarlo qui…posso almeno fare qualcosa per te? Vado a prenderti un po’ d’acqua?”
    Ho alzato gli occhi su di lui, velati di lacrime, mentre il tremore delle mie mani è stato placato dalle sue che si sono appoggiate delicatamente sopra.
    “Portami a casa, Michael, ti prego!” è stata la sola cosa che sono stata capace di dire. Lui si è alzato, togliendo il cellulare dalla tasca, ha fatto un breve numero:
    “Mark, vieni a prendermi all’ingresso posteriore della villa, quello in fondo all’orto botanico. Ce ne andiamo. Sì sì sto bene, ma devo portare a casa un’amica, grazie Mark”
    Mi ha sostenuto tenendomi sotto un braccio, per aiutarmi mentre mi alzavo e mi ha sospinto non verso il salone, ma lungo la terrazza, che proseguiva oltre l’angolo, per poi terminare con un altro scalone.
    Abbiamo fatto insieme quei pochi gradini per poi ritrovarci su un sentiero ghiaioso, fra basse aiuole.
    “Ecco, Rose, respira a fondo…qui nell’aria ci sono essenze di lavanda, rosmarino, basilico…ti faranno sentire meglio. Alla fine di questo giardino c’è la mia macchina che ci aspetta, ma prima voglio che tu riempia i tuoi polmoni di questi profumi”
    L’ho fatto, come un malato segue le indicazioni del proprio dottore, ancora tramortita da ciò che avevo visto.
    Michael continuava a tenermi vicino a sé, la sua mano scorreva lenta lungo la mia schiena nuda, aumentando l’effetto benefico e calmante che le erbe aromatiche stavano provocando.
    Abbiamo girato un po’ fra le aiuole, passeggiando al chiaro di luna, in un cielo terso di uno profondo tono di blu, che la luce lunare esaltava.
    Una leggera, quasi impercettibile, aria fresca stava cominciando a farsi sentire sulla mia pelle e piccoli brividi correvano ora sulle braccia, ora sulle gambe, ora sul viso.
    Ho guardato Michael, in cerca di qualcosa nei suoi occhi che neppure io sapevo definire e sono rimasta incantata nuovamente, come in biblioteca, dal suo volto.
    La pelle, così intensamente pallida, lì quasi riluceva in quella poca visibilità che ci era concessa.
    I suoi occhi, grandi e resi ancora più scuri dalle pupille dilatate dal buio, sembravano brillare, come quelli di un felino.
    “Andrà tutto bene, Rose, passerà, vedrai. Quello è solo un mascalzone che non ti merita e non merita le tue lacrime. Tu sei nata per sorridere, per essere felice.” Me lo ha detto piano, ho visto le sue labbra muoversi prima poi avvicinarsi a me.
    Mi ha dato un bacio, leggero, sfiorandomi appena la bocca, poi, quasi destato da un incantesimo mi ha detto:
    “Hai la pelle con i brividi, devi avere freddo, mettiti la mia giacca e andiamo in macchina”
    Io non ho capito, neppure ora che ci penso, se fossero brividi di freddo i miei…ma ho molti dubbi in proposito!
    Comunque sia, siamo saliti in auto, ho dettato il mio indirizzo all’autista, che è subito partito ad una velocità moderata, forse per dare il tempo a noi di parlare ancora un po’.
    Ebbene, abbiamo parlato, mentre Michael mi teneva stretta a sé, con voce bassa e io non osavo neppure alzare gli occhi su di lui, finché non mi ha sollevato il viso tenendolo fra le sue mani.
    “Rose, ti avessi incontrata in un altro momento ti avrei corteggiata e avrei fatto di tutto perché tu fossi mia. Farlo ora non è giusto, sarebbe approfittare del tuo dolore e del tuo cuore messo sottosopra da cosa è successo. Ma non ti lascerò sola nei prossimi giorni, se mi vuoi dare il tuo numero, io ti chiamerò ogni sera.
    Se Dio lo vorrà, la nostra amicizia nata sulle tue lacrime, crescerà fra le nostre parole leggere e diventerà bella come la luna di stasera, bella come sei tu stasera…”
    E così mi ritrovo qui, con lui che se ne è appena andato, dopo avermi accompagnato fino dentro casa. Non ha fatto più di tre passi oltre la porta, per me poteva fare l’alba qui con me, non lo avrei respinto, ma lui ha capito e da signore, ha fermato la cosa.
    E’ solo entrato, quel tanto che gli bastava a spingere dietro sé la porta, fino a farla quasi chiudere. Poi mi ha abbracciata, in un lungo abbraccio che non finiva mai e staccatosi mi ha dato ancora un bacio leggero sulle labbra, poi dopo aver detto “Dormi bene Rose” se ne è andato chiudendo la porta dietro sé.
     
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  6. ( StreetWalker ‚
     
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    Meglio che lo ha perso e ha trovato in Michael un vero gentiluomo e amico
     
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    Concordo con Streetwalker, Rose si chiama come la protagonista del film "Titanic" e inizierà una storia bellissima con Michael. Grazie per gli straordinari capitoli Andago, attendiamo presto la continuazione
     
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  8. wonderfulMJ
     
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    CITAZIONE
    Poi mi ha abbracciata, in un lungo abbraccio che non finiva mai e staccatosi mi ha dato ancora un bacio leggero sulle labbra, poi dopo aver detto “Dormi bene Rose” se ne è andato chiudendo la porta dietro sé.

    A parte l'inizio, questo è uno dei capitoli -di una tua storia- che io credo più romantico di sempre:
    bellissimo! Fantastico Uomo!
    Credo che, dopo averti letta, stasera anche io "dormirò bene" come Rose. :love:
    Grazie e ......... già in attesa del prox capitolo. :aaa:
     
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  9. ornellamj
     
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    ahhhh...gli uomini.... :argh:
    per fortuna Michael è una perla rara....unica....l'uomo dei nostri sogni....dolce, gentile, premuroso e davvero un gran Signore...oltre che un bellissimo esemplare di maschio!!! :thud:
    thx :congra:
     
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    Cap.3

    “Eccomi dunque da quattro giorni in preda a una violenta passione. Conoscete come siano intensi i miei desideri quando aspiro a qualcosa, come scavalchi ogni ostacolo, ma ciò che non sapete è come la solitudine acuisca la smania del desiderio. Non ho che un'idea, ci penso di giorno e la sogno di notte...” (Le Relazioni Pericolose)

    LUNEDI’
    h.9.30

    Ancora assonnata sono stesa sul mio letto a ripensare agli ultimi due giorni, a come io mi senta sempre più come Valmont, irrimediabilmente perduta, condannata già ad amare un altro uomo, dopo neppure aver finito di scrivere la parola fine con l’altro.
    Ma è stato quel tuffo al cuore o quel morso all’addome a catturare la mia anima e legarla a lui?
    Vittima di me stessa e la mia “smania di desiderio”, oppure vittima del luogo e del tempo che ci ha fatto incontrare? Oppure, ancora, vittima di lui, terribile nella sua bellezza, nei suoi modi gentili e nel suo donare Amore da sentirti mosca su una ragnatela fra le sue braccia?
    Eppure, davvero anch’io, non ho che un desiderio, e ci penso di giorno e lo sogno di notte: quello di ritornare fra quelle braccia, di risentire quelle labbra sulle mie e quelle mani che accarezzano le mie dita, leggere come sabbia bianca, appena soltanto scaldata dai raggi di sole.
    Ecco, ieri sera Michael mi ha chiamato come promesso, mi ha parlato lento, quasi ipnotico, di sé e della sua giornata, ma poi ha chiesto di come stavo io, di quello che avevo fatto, se il mio ex fidanzato si era fatto sentire e cose così.
    Tanto “un poco di tutto”, questo mi è bastato per sentire il bisogno di averlo vicino, come fossimo fra quelle aiuole di erbe, un bisogno quasi insopportabile che non avevo mai provato.
    E l’ho detto, tutto in un fiato, con la voce che tremava e il cuore che ormai sentivo essermi arrivato alla gola:
    “Quando mi verrai a trovare di nuovo?”
    La sua risata, timida e sommessa è stata la conferma che potevo sperare:
    “Presto, Rose! Sì, direi davvero presto”
    Ma detto questo, mi ha salutato quasi in fretta e ha chiuso la telefonata. Davvero non capisco cosa lo ha fatto andare via così, ma non vedo l’ora che quel “presto” si realizzi.

    h.21.00

    Giornata tranquilla, gente di classe, buone vendite. Commessa Rose con le gambe gonfie!!

    MARTEDI’
    h.20.40

    Niente Michael, né di persona né al telefono.
    Comincio a pensare che chiude qui il nostro rapporto. E’ dunque uguale a tutti gli uomini? Non credo, voglio aspettare ancora.

    MERCOLEDI’
    h.21.15

    Ho aspettato una telefonata di Michael tutto il giorno, un sms. Niente. Mi sto preoccupando per lui….e per me.
    Sono distrutta, oggi il lavoro è stato tanto. Sembra come se fossimo il solo negozio di abiti da uomo firmati dello Stato.
    Per fortuna almeno non ci sono stati clienti noiosi o rompiscatole. Uno mi ha fatto perfino la corte! Mi ha promesso “mari e monti” con molta eleganza…peccato che abbia ormai raggiunto gli 80 anni!

    GIOVEDI’
    h.20

    Non vedevo l’ora di arrivare a casa per scriverlo: Michael è arrivato in negozio!!
    Genny era al banco, io nel retrobottega per controllare alcuni ordini.
    Ho sentito la porta aprirsi con il suo solito scampanellio e sapendo che eravamo ormai in orario di chiusura, ero sinceramente un po’ arrabbiata.
    Dovete sapere che per definizione, il cliente che arriva in orario di chiusura, in genere è molto complesso da gestire. Sarà la fretta che ha la commessa di chiudere, sarà che le cose fatte a fine giornata, con tutta la stanchezza addosso rischiano di non riuscire mai bene.
    Lo sapete che tanti “incidenti” e discussioni cliente/negoziante avvengono nell’orario di chiusura?
    Ecco, io avevo queste cose in mente, quando ho sentito la porta. Ho pregato che Genny non avesse bisogno di me, dato che volevo a tutti i costi finire ciò che stavo facendo; ho pregato che il cliente fosse una persona di buon umore, che non volesse proprio in quel momento comprare il mondo; ma si sa, a volte il solo pensare ad una cosa fa accadere l’esatto opposto...
    “Rose puoi venire per favore?” la voce tremante e insicura di Genny mi è arrivata quasi subito.
    “Un attimo solo, per favore! Sistemo queste due scatole…” ho tentato di ribattere ma lei ha insistito
    “Rose è meglio se vieni qui ora! Ho davvero bisogno che tu venga qui un secondo!”
    Sapete, io non sono tipo da spaventarmi facilmente ma sentire Genny così mi ha dato da pensare alle cose più tragiche tra cui: malore, rapina, caso impossibile, così ho appoggiato le scatole sul primo ripiano libero e sono uscita in fretta.
    La prima cosa che ho visto è stata Genny, pallida e a bocca aperta che guardava verso il fondo del negozio, dove ci sono i completi di alta moda.
    Ho seguito la linea del suo sguardo e ho rivisto quella schiena, quelle spalle e quei morbidi capelli sottili e sciolti che conoscevo:
    “Michael!”
     
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  11. ( StreetWalker ‚
     
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    Michael ha mantenuto la Promessa. Cosa succederà in negozio?
     
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  12. wonderfulMJ
     
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    Andago ... scusa la domanda ... ma che ti abbiamo fatto di male??
    Chiudere un capitolo così è da ... 'quasi criminali' della scrittura !!!!!!!!!! :thud: :thud: :thud:
    Vabbè vabbè, aspettiamo domani .. :occhiolino:
    Intanto, come sempre: :congra:
     
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  13. ornellamj
     
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    CITAZIONE
    “Quando mi verrai a trovare di nuovo?”
    La sua risata, timida e sommessa è stata la conferma che potevo sperare:
    “Presto, Rose! Sì, direi davvero presto”..........La prima cosa che ho visto è stata Genny, pallida e a bocca aperta che guardava verso il fondo del negozio, dove ci sono i completi di alta moda.
    Ho seguito la linea del suo sguardo e ho rivisto quella schiena, quelle spalle e quei morbidi capelli sottili e sciolti che conoscevo:
    “Michael!”

    Andago...Mike ha solo bisogno di un abito nuovo oppure...... :umh: :P
    beh...aspettiamo con tranquillità :aaa:
    thx :congra:
     
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    Eccovi accontentate donzelle...il mistero "Mike al negozio" viene dipanato! E per farmi perdonare....due capitoli va!! :coffee: :occhiolino:

    Cap.4

    Eravamo due esseri vicini, e lei mi appariva indescrivibilmente bella, così pura e ultraterrena...
    Provai di nuovo, fremendo, il desiderio di sangue. Il desiderio di piegarmi a baciarle la gola, di averla come avevo avuto migliaia di donne mortali: eppure era la dea dai poteri sconfinati. Sentivo il desiderio ingigantire... "Lestat su Akasha - La Regina Dei Dannati"


    Quando Michael si è voltato ed ho rivisto quei suoi occhi brillare nel vedermi, il cuore ha cominciato a salire in modo incontrollato e rapido coi battiti.
    Ho dovuto fare un respiro lungo e lento perché non trapelasse la mia emozione in quel momento, ma non credo abbia funzionato molto!
    Comunque sia lui a quel punto mi è venuto incontro sorridendo:
    “Rose! Ma sai che lavori davvero in un bel negozio? Hai dei capi splendidi! Credo che acquisterò qualcosa sai? Prima di tutto però dimmi come stai…”
    “Bene Michael, diciamo che sto bene e mi sto riprendendo” mi sono sentita un’idiota in quel momento, lo giuro!
    Quello che è peggio, Genny era crollata in uno stato semi catatonico su una sedia e ci fissava come si fissa lo schermo di un cinema.
    Comunque, fra qualche battuta scambiata qua e là, Michael ha davvero comprato “qualcosa”: praticamente un guardaroba nuovo!
    Credo che quel negozio non abbia mai visto e non rivedrà mai più un incasso del genere!
    Prima di andare via, Michael mi ha abbracciato stretta a sé, per parecchi secondi, il tempo che gli serviva per sussurrarmi all’orecchio:
    “Verrei a prenderti stasera verso le 21.30, se sei d’accordo. Ho voglia di parlare un po’ con te e ho delle cose da dirti...”
    Secondo voi cosa potevo rispondere?
    Ora sono qui però che torturo il cervello e l’armadio alla ricerca di qualcosa da mettere che non appaia banale ma che non faccia l’effetto “Quando vuoi: sono tua!” e neppure lanci segnali tipo “Io donna sexy e fatale ti farò mio prima che tu te ne renda conto...”.
    Alla fine sto pensando che indosserò dei pantaloni neri, in raso di cotone e una camicia a poncho rossa con fiori stilizzati neri e vari toni di marrone.
    I sandali sono quelli che ho comprato la settimana scorsa, in pelle beige, annodati dietro sul tallone. Anche il mio desiderio “ingigantisce” caro Lestat…

    VENERDI’
    h.1.30

    Michael è appena andato via…c’è il vuoto in questa stanza ora. E’ una strana sensazione.
    Meglio se racconto le cose con un po’ di ordine no?
    Dovevamo uscire, ma poi ci siamo messi a chiacchierare qui sul divano, con un bicchiere di vino bianco freddo in mano e Michael ad un certo punto mi ha detto:
    “Sai, mi sento bene qui, ti va’ se evitiamo di uscire e restiamo su questo divano? Inoltre fuori ho sempre l’angoscia di trovarmi qualche paparazzo nascosto che sbuca a farmi le foto, credimi è a volte davvero difficile andare d’accordo e tollerare quelle persone!”
    “Sì lo posso immaginare, Michael. Per me va benissimo restare qui, ma mi devi allora concedere di togliere i sandali”
    “Permesso concesso!! Credo che certe scarpe per voi donne siano come i paparazzi per me!!”
    La risata è scoppiata in simultanea ad entrambi e la serata è proseguita così, fra battute e aneddoti.
    Poi ad un certo punto mi ha confessato:
    “Devo dirti una cosa: sai che sei affascinante stasera? Ancora di più che con l’abito rosso della sera che ci siamo conosciuti!”
    “Davvero?” ho risposto alquanto incredula
    “Beh, oddio, in verità quell’abito era…ehm...la tua schiena nuda…” Michael stava farfugliando capite? Era imbarazzato per essere stato preso forse in contropiede?
    “Insomma diciamo che quel vestito ti stava molto bene!” ha finito per concludere a sguardo basso.
    Avevo anche messo della buona musica, nel lettore, una sonata per piano e violini a volume basso e la serata era scivolata così come immaginate, fra vino musica e chiacchiere.
    Finito il vino, lui ha guardato l’orologio e si è alzato: segno che stava per andarsene.
    Stava arrivando il momento cruciale, il momento che ad ogni ragazza alla fine di un incontro con un uomo dà la misura di quanto sia piaciuta e che possibilità ha la storia di proseguire.
    Mi sono alzata dal mio divano per accompagnare Michael alla porta con le gambe che tremavano e lui poi ha dato il colpo di grazia con le sue parole:
    “Rose, devo ancora dirti quel paio di cose che ti ho accennato in negozio.
    La prima è che sei una ragazza che giudico bellissima, fuori ma soprattutto dentro.
    Sei stata una magnifica sorpresa, quando in biblioteca mi sono voltato e ti ho vista.
    Sono rimasto folgorato da te e non mi è successo tante volte nella vita, sono sincero. Ho sentito subito una punta di gelosia, quando mi hai detto che eri alla ricerca del tuo fidanzato. Se tu non lo avessi detto, avrei iniziato subito a farti una corte spietata!
    Beh, poi è successo quello che è successo e io non me la sono sentita di approfittare della situazione.
    E poi…e poi...nell’orto botanico, quanto eri bella sotto la luna! I tuoi capelli risplendevano e i tuoi occhi pieni di lacrime, brillavano come diamanti!
    Ecco questo è quello che penso di te e non sai come vorrei chiederti di stare con me, perché non desidero niente più da quella notte se non farti felice, vederti sorridere, ma… non posso, Dio mio ora non posso!”
    E’ stato un discorso detto tutto in un fiato, con passione e mi sono salite le lacrime agli occhi.
    “Michael io…”
    “No aspetta!! Non dire nulla finché non ho finito!” mi ha interrotto subito e io mi sono messa ad ascoltare, ancora
    “C’è la seconda cosa: io sto per partire, Rose. Fra una settimana inizio il mio tour mondiale, significa che sarò lontano da qui per almeno sette mesi. Per questo ti sto dicendo che non posso…Rose, non posso legarti a me ora, non ti potrei essere vicino, non potrei telefonarti spesso come vorresti sicuramente e tutto andrebbe perso...e io non voglio perderti. Ma se tu mi aspetti Rose, allora quando torno potremmo stare insieme…mi aspetterai?”


    Cap.5

    Sybelle, cos'è che le donne desiderano così spesso sentire e aspettano a lungo di sentire? Ti amo. “Armand il vampiro di A.Rice”

    VENERDI’
    h. 3.30

    Sono qui a scrivere di nuovo…proprio non riesco a dormire!
    Ho detto di sì a Michael, lo aspetterò. Aspetterò la fine di questo tour e poi vediamo come si mettono le cose fra noi…ma…già! C’è un “ma”.
    Veramente ci sarebbe alcuni “ma” non solo uno! E ci vogliamo mettere anche una mezza dozzina di “se”?
    Vediamo un po’:
    - Ma: non mi ha detto un solo “ti amo”. Mi ha fatto un gran bel discorso su cosa pensa di me, su come l’ho subito colpito, su come vorrebbe iniziare a frequentare me e la mia casa, (diciamo così per restare pudici nel linguaggio) e quelle due belle paroline perché non l’ho sentite? Troppo presto?
    - Ma: sette mesi di tour sono tanti, siamo sicuri che lui non cambi la sua idea? Quante ragazze trova disponibili e carine nel mondo?
    - Ma: se il tour va forte e decidono di aggiungere altre date, io resto ad aspettare…ma lui?
    - Se: io aspetto e poi mi innamoro invece di un altro, conosciuto chissà dove, come glielo dico a lui?
    - Se: io aspetto e scopro che lui ha avuto delle storie in tour che faccio? Faccio finta di niente perché tanto è tornato da me o lo mollo?
    - Se: io aspetto, lui torna, ci “mettiamo insieme” …e i paparazzi? Resteremo sempre in casa?
    Mi presenterà a tutto il mondo?
    Mi scoppia la testa, sto pensando troppo!!! Fra meno di tre ora mi devo alzare e sembrerà che abbia passato tutta la notte sotto effetto di allucinogeni!! Quasi quasi dico a Genny che sono malata….


    h.20.30

    Ho passato tutto il giorno sul divano, sembro davvero uno zombie!! Non pensavo mi avrebbe sconvolto così tanto la vita, questa cosa con Michael.
    Stanno trasmettendo il telegiornale in tv: (è ufficiale, tra quindici giorni Michael Jackson inizia il suo Tour mondiale. Contro tutte le aspettative, l’artista ha dichiarato che non ci saranno date aggiuntive, solo quelle già prestabilite e che tutto si concluderà con l’inizio di Maggio, “nel mese della rose” ha dichiarato l’artista ai nostri microfoni, in modo sibillino e con sguardo ammiccante verso la telecamera)
    Nooo non mi dite che mi ha lanciato un messaggio...vi prego!! Nel mese delle rose…*muoio*

    Ehiii, indovinate chi mi ha telefonato? Michael!
    Logicamente mi ha chiesto se avevo visto il telegiornale e io ho deciso di negare:
    “No..Perché? cosa è successo?” gli ho chiesto
    “Oh nulla, ma è stato presentato il tour ufficialmente...ero in tv…” lo ha detto con un tono così dispiaciuto che mi sono pentita di non aver detto la verità!
    “Mi, mi dispiace Michael...no stavo guardando la tv. Ti hanno intervistato?”
    “Uhm, fa nulla…sì o meglio mi hanno chiesto le solite cose e io ho risposto, nulla di particolare!”
    Ha mentito, capite? Mi ha detto una bugia, non ha nemmeno menzionato l’allusione che ha fatto su Maggio! A quel punto cosa potevo fare se non cambiare discorso?
    Gli ho chiesto delle prove, se andavano avanti bene, quante ore provava e cose così.
    Ad un certo punto l’ho sentito ridere, mentre mi rispondeva:
    “Sembri una giornalista! Sei molto curiosa sai?” mi ha detto
    “Oh, sei vuoi ancora che io stia con te finito il tour, devi raccontarmi un po’ di te ti pare?”
    “Rose...io non ho dimenticato quello che ti ho detto quella sera, anche se ci siamo bevuti una bottiglia di vino bianco in due! Ero e sono ancora convinto e seriamente intenzionato a fare ciò che ti ho detto…e tu?”
    Io ho balbettato, ancora una volta come sempre quando lui inizia a parlarmi abbassando il tono di voce.
    Quella voce diventa un laccio che ti stringe dolcemente, un volo magico verso mondi lontani, quella voce è la promessa di cosa può essere in grado di donare quel corpo.
    “Michael, ho detto che ti aspetto e lo farò, solo che già mi manchi, ecco l’ho detto di nuovo! Possibile che non ci sia un momento in questi giorni di prove, ancora uno su quindici, per vederti ancora?”
    Ho finito di parlare e sono rimasta in silenzio per sentire la sua risposta: silenzio.
    “Michael? Michael? Ci sei?”
    Accidenti! “Chiamata conclusa” Maledetti telefonini! Oppure è lui che ha messo giù?
    Non ho intenzione di passare un’altra notte in bianco a rotolarmi nel letto con tutti i miei dubbi.
    Ora riempio la vasca, ci metto del bagnoschiuma alla vaniglia e Iris, accendo un incenso alla lavanda e resto lì immersa finché sento gli occhi che si chiudono!
    Maggio o qualsiasi mese sia, questi mesi passeranno in fretta. Qui ho amici, lavoro e tempo libero in abbondanza per far passare il tempo.
    Quando Michael tornerà, avrò imparato come ci si comporta nelle grandi occasioni, avrò un guardaroba migliore dei quattro straccetti che ho adesso e avrò rinfrescato la mia conoscenza delle lingue straniere.
    Voglio che Michael al suo ritorno abbia accanto una donna bella, preparata e spigliata, voglio essere la donna perfetta per lui.
    Ma cosa sto dicendo, anzi scrivendo?? Devo essere impazzita! Ok, meglio se mi butto in quella vasca, così le idee si metteranno in ordine!

    h.21.10

    C’è Michael, qui fuori!!! Poi vi racconto come è andata…
     
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  15. ( StreetWalker ‚
     
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    Michael è di parola gli è lo ha dimostrato aspettando fuori a casa sa sua e non si dovrà preoccupare perché in tour non penserà a nessun'altra.
     
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86 replies since 16/5/2014, 08:58   972 views
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