Heaven can wait

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  1. jacksonshug
     
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    Genere: romantico
    Personaggi: Michael e un altro personaggio.
    Rating: Arancione.




    Prologo.





    "Isabelle, svegliati o faremo tardi!"

    Ecco, le urla della madre alle 7:00 del mattino sono sempre state le cose più odiose di tutti i suoi diciannove anni di vita.
    Lei è Isabelle, ha diciannove anni e vive a Los Angeles da un bel pò di tempo. Nata a Milano, si è trasferita a Los Angeles dopo la morte del padre per regola di sua madre, che riteneva opportuno avere il lavoro a portata di mano. Ella fa l'interprete durante le interviste dei vari vip senza cervello o ai congressi con attori e gente che ha il denaro che le esce dalle tasche. Isabelle, invece, cerca di apprendere il suo mestiere data la sua forte passione per le lingue. Cosa le riserverà il destino? Riuscirà a trovare l'amore e a lasciarsi alle spalle la dura educazione di sua madre? E chi sarà il suo uomo? Per tutto questo... heaven can wait.




    Capitolo 1.

    Quella mattina Isabelle venne svegliata dal rumore della sua sveglia che risuonava incessantemente tra le mura della sua stanza.
    Appena aprì gli occhi si rese conto di aver abbandonato da un po' il mondo dei sogni e che la realtà era davanti a lei, in attesa di essere vissuta.
    Un'altra giornata all'Università la stava aspettando e la cosa non le riempì il volto di gioia, però pensò per un attimo alla sua migliore amica Susan e al tempo che avrebbero trascorso insieme e alle loro risatine durante le lezioni. Tutto ciò le diede la forza di alzarsi dal letto, di prepararsi e prendere il bus prima che fosse troppo tardi.
    Durante il tragitto non fece altro che ascoltare Michael Jackson, il suo cantante preferito e l'unica persona in grado di capirla realmente anche senza la sua presenza 'fisica'.
    Quella mattina era particolarmente attratta dalla canzone 'I just cant stop loving you' e la mise in ripetizione per circa una decina di volte, tempo adatto ad avere il testo stampato in mente per tutta la giornata.
    Appena arrivò in aula trovò Susan con un grande sorriso ad aspettarla. Era la sua migliore amica anche per questo: era capace con un solo sorriso di metterle il buon umore anche quando tutto sembrava andare storto.
    Si salutarono e per tutta la giornata non riuscirono a scambiarsi alcune chiacchiere a causa dei corsi e dell'intenso studio, così si diedero appuntamento nel pomeriggio per poter trascorrere un pò di tempo assieme, solo loro due come facevano fin da piccole.


    Si incontrarono al loro solito posto, quello del loro primo incontro. Era un parchetto situato nella periferia di Los Angeles e talvolta trascorrevano lì i loro pomeriggi per cercare di svagarsi dall'Università e dai vari problemi che affliggevano le due ragazze.
    " Allora, cara mia Isa, cosa mi racconti? Stamattina mi sei sembrata abbastanza strana, non mi starai mica nascondendo la presenza di un ragazzo, vero?" disse Susan con la sua aria spiritosa, cercando di captare qualcosa dallo sguardo della sua amica.
    " Ma cosa dici!! Ahaha, non mi interessano quel tipo di cose. Bacini qui, bacini lì, amore... tesoro... non fanno per me." rispose Isa con la sua aria sbarazzina.
    " Mh... quindi qualche bel giovanotto non avrebbe nessuna speranza se ti chiedesse di uscire una sera?"
    " Credo di no o almeno per il momento."
    " La nostra piccola Isabelle è stracotta del suo Re eheh." disse Susan con uno strano tono di voce.
    "La smetti? Lui è bello e impossibile, ce ne fossero di ragazzi come lui. A volte mi chiedo se esista davvero, sembra finto. Sembra uscito da una favola!" Disse Isa mostrandole una foto dal suo cellulare.
    " Verifichiamolo!" Rispose Susan con un enorme sorriso, curiosa della risposta dell'amica.
    "Hai intenzione di andare a casa sua?"
    " Certo che no, mia cara stupidina. Dovresti sapere meglio di me che tra poco uscirà il suo nuovo album! Sai com'è... album... tour... potremmo andare ad una data insieme!"
    Isa si sentì scoppiare dalla felicità, non aveva pensato a tutto questo e quella proposta della sua migliore amica le riempì il cuore di gioia.
    A Susan piaceva Michael, ma non quanto Isabelle; lei era un caso a parte, aveva un museo in camera sua e guai a chi toccava un disco o un poster del suo idolo, diventava una belva.
    Susan avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua amica, Isa lo sapeva e questo la rendeva felice come nient'altro al mondo. Lei era disposta a fare tutte quelle centordici ore di fila interminabili per assistere ad un concerto, ma non un concerto qualsiasi: si trattava del concerto, quello di cui aspetti tantissimo tempo solo per poterti trovare dinanzi alla persona capace di farti sognare.
    Michael era tutto questo, pura magia, non solo agli occhi di Isabelle, ma davanti a quelli di milioni di persone.
    Le ore passarono così in fretta che le ragazze non si resero nemmeno conto del sole calato e del bisogno di far ritorno a casa.
    E' proprio vero che quando ci si diverte, quando si sta bene e quando si ha qualcosa da attendere il tempo passa molto velocemente.

    E' bello avere qualcosa da aspettare, è bello avere qualcuno da amare, è bello potersi donare completamente ad una persona... e questo Isa lo capirà molto presto.



    Ciao a tutti! Beh, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto... è stato scritto un po' di fretta, quindi perdonate gli eventuali errori. :occhiolino:
    Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, a presto con il prossimo capitolo. :ciau:
     
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    Bellissimo inizio, senz'altro conoscerà Michael al concerto, magari potrebbe essere la fortunata che verrà prescelta per salire sul palco con lui. Splendido, attendiamo presto la continuazione
     
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  3. ( StreetWalker‚
     
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    Se il luogo prescelto per farli incontrarli non sarà il concerto quale sarà?
     
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  4. jacksonshug
     
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    Non voglio anticiparvi niente!
    Un po' di pazienza e scoprirete il tutto. :occhiolino:
     
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  5. jacksonshug
     
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    Capitolo 2.



    Isabelle prese in fretta la sua borsa prima di dirigersi a tutto gas verso il garage, dove ad aspettarla trovò sua madre in macchina da chissà quanto tempo, a giudicare dalla sua faccia.
    Quella mattina sarebbero andate ad una conferenza stampa allo Staples Center di Los Angeles (luogo troppo grande per quel genere di eventi) e Isa era emozionata dalla cosa, dal luogo più che altro, dato che odiava quei congressi e i lunghi discorsi di gente di cui non conosceva nemmeno i nomi e, la maggior parte di loro, discutevano sul bene del pianeta, sul da farsi per un mondo migliore e bla bla bla. Tutte chiacchiere inutili.
    "Sei sempre la solita, sei peggio di una bambina! Quando ti dico di svegliarti, devi farlo!" disse la mamma sfrecciando lungo la strada che le si presentava davanti.
    Isabelle abbassò lo sguardo guardando il paesaggio californiano scorrerle dinanzi agli occhi.
    Fuori il temporale sembrava rendere tutto più grande, le gocce scorrevano lungo il vetro del finestrino lasciando un'atmosfera angosciante non solo nell' auto, ma in tutto l'ambiente circostante.
    Alla radio le hit del momento passavano senza sosta dalla più ballabile a quella più lenta e non potè mancare all'appello la ballata per eccellenza del Re del Pop.
    Le note di 'Billie Jean' risuonavano nell'aria e Isa non riuscì a fare a meno di canticchiare su quelle perfette note di basso.
    Una ventata di gioia le riportò il sorriso che a causa del brutto tempo era andato via, aveva ragione quando diceva che la musica del suo Michael la rasserenava.
    Le sarebbe aspettatta una giornata faticosa, lo sapeva, però le andava bene così e poi amava quando aveva le giornate intense e ricche di impegni, lontane dalla sua solita routine.


    Arrivate allo Staples Center trovarono una marea di fotografi davanti all'entrata principale e la cosa turbò molto entrambe.
    Mostrando il tesserino di interprete e con qualche spintona qua e là riuscirono a varcare la soglia di quell'immensa struttura, ancora un po' incredule da quello spettacolo di luci e flash alle loro spalle.
    "Sono stata a diverse conferenze in vita mia, ma in nessuna di tutte queste ho trovato una gran folla simile!" disse sua madre guardandosi intorno.
    "Sono già le 10.00, John dovrebbe essere già qui!" RIprese.
    John era un caro amico di Anne e Isabelle lo conosceva abbastanza bene, date le numerose volte che era andato a casa loro per firmare i vari contratti di lavoro.
    Egli riteneva Isa una ragazza seria, dolce e molto in gamba nel campo in cui lui e la madre lavoravano da un bel po' di anni e, appena lo avrebbe ritenuto necessario, le avrebbe cercato un posto da interprete nelle piccole interviste dei vari attori e vip d'America.
    All'improvviso videro avvicinarsi una sagoma di un uomo abbastanza alto e grosso, struttura massiccia e capelli scuri, finalmente l'atteso John era arrivato.
    Si salutarono ed egli fece strada alle due donne verso la sala 1, senza anticipare nulla sul lavoro da svolgere.
    "Io vado a prendere qualcosa al bar se ci riesco... c'è un bar, vero?" Chiese Isa rivolgendosi a John, leggermente più pratico del posto.
    "Oh, ma certo! Vuoi che ti accompagni?" Le disse sorridendo.
    "No no, faccio da sola, grazie!"
    E così dicendo si diresse fuori dalla sala ancora abbastanza vuota, evidentemente quelle persone all'entrata dello Staples aspettavano qualcuno prima di recarsi totalmente nei loro posti a sedere.
    Isabelle si guardò intorno, quel centro era enorme, ricco di insegne luminose e specchi che riflettevano la sua immagine cinque... dieci volte.
    Finalmente riuscì a trovare un grandissimo bar, al quale ordinò soltanto un caffè che le permettesse di togliersi quel suo sguardo assonnato.
    Non era mai stata lì prima d'ora nonostante vivesse a Los Angeles da quando aveva solo dieci anni e quel posto la affascinava moltissimo.
    Era da sempre un luogo per i concerti, cosa che lei amava molto e sognava di poter assisterne ad uno del suo tanto amato Michael, grazie a Susan quel sogno cominciava a prendere forma.

    Continua...
     
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  6. ( StreetWalker‚
     
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    L'ora dell'incontro è vicina
     
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  7. jacksonshug
     
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    Capitolo 3.


    Isabelle aveva ancora il bicchiere del suo caffè fumante tra le mani, non ne aveva assaggiato ancora nemmeno un sorso quando si ritrovò una decina di giornalisti che avanzavano nella sua direzione.
    Si guardò intorno un pò spaesata, cercando di non farsi notare da tutta quella gente. Aveva da sempre odiato le persone che la fissavano, odiava avere gli occhi puntati addosso, era una cosa che non sopportava e la metteva a disagio.
    Quel posto era davvero molto grande e tutta quella gente per una semplice conferenza sembrava un po' troppa, a meno che non si trattasse di un annuncio del nuovo tour di Madonna o della presenza del Presidente degli Stati Uniti.
    John e sua madre la stavano aspettando da un pezzo, anche se Isa non aveva nessuna voglia di starsene lì seduta per qualche ora.
    All'inizio la cosa le aveva messo tanta gioia che adesso stava svanendo a poco a poco e con essa anche la voglia di stare lì.
    Sfilò il suo cellulare per controllare le eventuali chiamate o messaggi persi, dopodichè prese le cuffiette e cominciò a camminare avanti e indietro senza una meta per il corridoio principale, mentre le note di 'Smooth Criminal' le risuonavano nella mente.
    Ormai il corridoio era facilmente accessibile e la folla di gente si era finalmente placata.
    Solitamente, ogni volta che ascoltava Michael entrava in uno stato tipo 'coma leggero', si sentiva le farfalle allo stomaco strofa dopo strofa, urlo dopo urlo e sussurro dopo sussurro.
    Tutto questo la escludeva dal mondo per l'intera durata della canzone e a ciò non c'era rimedio, se non Michael stesso.


    Si trovò di nuovo in quello stato di semi-coscienza, ormai 'Smooth Criminal' era quasi giunta al termine quando Isa si ritrovò sbattuta a terra con il caffè versato su tutta la sua camicia e il telefono ai suoi piedi che continuava la riproduzione del brano.
    "MA GUARDA DOVE METTI I PIEDI... IDIOTA!" Disse cercando di pulirsi.
    "Oh... are you ok?" Una sagoma al suo fianco pronunciò quelle parole.
    Sentì una vocina sottile, familiare... e per un momento ebbe come l'impressione di essere ancora con le cuffiette nelle orecchie.
    Credette per un momento di essere tornata allo stato di coma da cui poco prima venne colpita.
    Con il capo abbassato cercò di raccogliere il suo cellulare e di riattorcigliare i fili degli auricolari intorno ad esso, ma all'improvviso una mano leggera dalle dita affusolate le si presentò davanti, come per aiutarla a rialzare.
    Guardò la persona accanto a lei e credette di sognare. I suoi occhi... Isa li avrebbe riconosciuti fra mille, le sue labbra e la sua pelle morbida le fecero notare la presenza di lui, della persona che da sempre aveva sognato e immaginato.
    "Scusami... non ti ho vista!" Disse lui con tono di scuse e di imbarazzo allo stesso tempo.
    Isa lo guardò senza riuscire a proferire parola, ma aveva un leggero sorriso sulle labbra che rese Michael più tranquillo dell'accaduto.
    Michael stese la sua mano accanto al volto di Isabelle e l'aiutò ad alzarsi, al suo tocco ella sentì un leggero brivido percorrerle la schiena e alcune lacrime prepararsi ad uscire. Si trattenne, non voleva che lui si sentisse in imbarazzo, lo conosceva molto bene e sapeva che aveva sempre provato un fastidio quando le persone piangevano ad un suo sguardo o, nella maggior parte dei casi, gli svenivano addosso.
    "Michael..." Disse sussurrando incredula.
    Si rese conto di essere dinanzi all'uomo che aveva sognato per anni, che aveva amato per anni e che ancora amava, dal vivo era più bello che mai.
    Aveva una leggera camicia arancione, dei pantaloni neri e dei mocassini ai piedi ed una coda gli legava i suoi capelli, lasciando che alcuni ricci gli toccassero la fronte.
    "Scusa, davvero... vado a prenderti un altro caffè, aspettami qui!" Disse lui dispiaciuto.
    Isa non voleva quello stupido caffè, non le piaceva nemmeno più di tanto, voleva solo qualche altro minuto per poterlo osservare meglio e capire se era finto o era davvero lui.
    "No... tranquillo, non importa." Disse lei prendendogli la mano e guardandolo negli occhi.
    Michael si sentì imbarazzato, abbassò lo sguardo e vide sul suo telefono la riproduzione di una sua canzone, sorrise.
    "Va bene, ti ho anche sporcato la camicia... sono un disastro, scusami ancora."
    Lei aveva voglia di urlargli in faccia che della camicia, del caffè e di tutto il resto non gliene fregava un bel niente e che era perfetto così.
    Non riuscì nemmeno stavolta a parlare, così ci pensò lui a rompere il silenzio.
    "Oh, ehm.. come ti chiami?" Disse sorridendo.
    "I... I.. oh.. Isabelle. " Rispose lei balbettando. No Isa, non adesso! Il tuo idolo ti chiede il tuo nome e tu rispondi così?
    "Bel nome! Sei una giornalista?"
    "Oh no.. ho accompagnato soltanto mia madre, fa l'interprete e non so cosa sia venuta a fare, sinceramente. " Disse lei guardandosi intorno, terribilmente emozionata.
    "Com'è che si chiama tua mamma?"
    "Anne... "
    "Beh allora è venuta per evitare che io faccia brutte figure con gli altri giornalisti, ahaha" Disse Michael accennando una risata.
    "Ehm... cosa?" Chiese lei cercando di capire qualcosa in più da quelle sue parole.
    "E' la mia interprete... in realtà lo è da molto poco... è qui perchè oggi presento il mio nuovo album!"
    Ecco, come aveva fatto a non pensarci prima? Era tutto così chiaro: Staples Center, giornalisti e fotografi... era tutto per lui!
    Isabelle sbiancò in viso, divenne più pallida di un cadavere alle sue parole. Sua madre interprete di Michael Jackson e non le aveva detto niente?
    Cercò di mantenere anche la rabbia, ma grazie a quel poco di buon senso che le era rimasto pensò che forse la sua cara mammina voleva soltanto farle una sorpresa.
    "Adesso però devo proprio andare... ci vediamo in sala?" Chiese lui aggiustandosi il colletto della sua camicia.
    Oh bene, che si fa in questi casi? Lasciamo parlare il cuore, forse è meglio, pensò.
    "Ehm si.. okay." Lasciò che queste poche parole venissero proferite dalle sue labbra, pian piano.
    " Allora a dopo!" E così dicendo il Signor Jackson se ne andò correndo lungo il corridoio per raggiungere il prima possibile la sala.
    Isabelle temette per un istante di sognare e di trovarsi in un sonno così profondo da non riuscire a svegliarsi.
    Il suo 'allora a dopo!' le risuonava nella testa, facendo la guerra con gli altri trecento pensieri che aveva.
    A dopo? Perchè a dopo? Ci sarebbe stata una seconda volta?
    In quel momento si sentì così leggera e felice che fece ritorno al suo posto in sala senza togliersi dalla testa il bellissimo volto di Michael.
    Ascoltò le sue parole senza distrarsi nemmeno un momento e senza distogliere i suoi occhi da quelli del suo idolo che di tanto in tanto lanciava occhiate e sorrisetti nella direzione in cui era seduta.



    Continua...



    Salve a tutti!
    Beh, finalmente l'incontro è avvenuto e la storia si è un po' sbloccata in un certo senso.
    Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e soprattutto spero che continuiate a seguire la storia.
    Aspetto i vostri commenti per sapere cosa ne pensate!
    Un bacio :smack:
     
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  8. ( StreetWalker‚
     
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    Un piacevole incidente con il caffè a fatto in modo che il suo sogno di incontrarlo è diventato realtà. Continua perché il destino a in serbo di farli incontrare di nuovo
     
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  9. jacksonshug
     
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    Capitolo 4.


    Finita la conferenza, Isabelle si diresse verso la macchina di sua madre senza fermarsi neanche ad aspettarla, tutto quello che le stava capitando era molto strano, quasi surreale e non riusciva a credere ai suoi occhi, quelli non mentivano mai di solito e lei stentava a credere anche ad essi in una situazione del genere.
    I suoi occhi, quelli che appena un'ora prima avevano incrociato quelli del suo idolo, avevano incrociato il suo sguardo, gli occhi di Michael erano così penetranti come nelle copertine dei giornali e che, fuori dalle telecamere, sembravano quelli di un semplice uomo ed erano di un meraviglioso nero brillante, parevano due specchi con al loro interno un'immensa anima.

    "Hei, ciao!" All'improvviso, mentre era alla ricerca del posto in cui sua madre aveva lasciato la macchina si sentì toccare alle sue spalle e un po' spaventata, si voltò.
    Michael era lì, per la seconda volta davanti a lei e le sembrava ancora più bello di poco tempo prima, aveva un enorme sorriso capace di illuminare tutto il resto lì intorno.
    "C.. ciao.." Rispose Isabelle ancora un po' scossa.
    "Steve, puoi andare, ti raggiungo tra poco in macchina." Disse Michael rivolgendosi ad un omone al suo fianco, il quale era impegnato a tenergli l'ombrello.
    "Va bene, Signor Jackson, come vuole." E così dicendo se ne andò, lasciandoli soli.
    "Ehm, c'è mia madre che mi sta aspettando e si è fatto anche un po' tardi. Sarà meglio che vada... "
    Lo sguardo di Michael si rattristò, aveva ben capito che la situazione aveva leggermente imbarazzato la ragazza e le poggiò una mano sulla spalle, come per rassicurarla.
    Isa si sentì come un brivido, una scossa o meglio, un calore lungo tutto il suo corpo.
    "Oh, ma io conosco solo il tuo nome... non so dove abiti, che lavoro fai, quali sono i tuoi interessi, i tuoi giochi preferiti... la tua musica preferita..." Disse Michael mordendosi il labbro e rendendo il tutto ancor più difficile.
    "La mia musica preferita... ehm, non saprei.. " Disse lei cercando di mascherare l'imbarazzo e l'emozione, non aveva intenzione di rivelargli che era una sua grande fan in preda al panico.
    "Intanto che ci pensi... beh, adesso però sono io ad essere in ritardo e a dover andare. Ciao, Isabelle!"
    Michael le strinse la mano e scappò nella sua macchina a pochi metri più avanti.
    Era ufficiale: aveva le mani sudate, tremava come una foglia e non riusciva a connettere le sue sinapsi celebrali per poter esprimere un pensiero di senso compiuto.

    *Michael's part*

    Era ancora in viaggio e cominciò a giocare con le sue dita cercando di perdere un po' di ansia accumulata, ormai era una sua amica che lo rendeva ancora più fragile.
    "Che carina quella ragazza ahah, è l'unica che durante una mia 'apparizione' non ha comportamenti isterici ahah." Pensò.
    Sfilò il suo cellulare dalla tasca e compose il numero di Steve, sapeva di potersi fidare ciecamente di lui in quanto dirigente della sorveglianza.
    "Ciao Steve! Hai presente quella ragazza che era al parcheggio? Ecco, ehm... vorrei sapere qualcosa in più su di lei, vorrei conoscerla, mi sembra simpatica. Si, lo so, ma ti prego... tranquillo, è la figlia della nuova interprete italiana. Puoi fare qualcosa? Oh, grazie mille, davvero! " Chiuse la chiamata, un leggero sorriso soddisfatto gli coprì il volto.

    *Isabelle's part*

    Purtroppo o finalmente la giornata si era quasi conclusa, Isa si stese sul letto, infilò le cuffiette e premette 'play' lasciandosi trasportare dalla magia della persona che era riuscita ad incontrare per pura fortuna, la persona capace di scatenarle un vortice di emozioni.
    Pensò a tutto l'accaduto e si chiese se tutto quello fosse capitato ancora e quando.
    Guardò i poster presenti sulle pareti e scoppiò in una leggera risata quando pensò alla faccia che Michael avrebbe fatto se avesse visto tutto quel museo sfigato.
    Si addormentò con la musica accesa, mentre le note di 'Liberian girl' rendevano la stanza un luogo magico che le permise di percepire per qualche istante la presenza di Michael.



    Capitolo 5.


    Quei giorni ormai trascorsero in modo abbastanza rapido e lasciando che la solita routine quotidiana si impadronisse di Isabelle, rendendola non solo più nervosa ma anche molto scocciata della situazione che non intendeva prendere una piega diversa.
    In fondo lei voleva una vita diversa, intendeva cambiare quel suo ritmo frenetico e monotono e un po' ci era riuscita, grazie all'incontro con Michael che le aveva riempito il cuore di molta gioia, ma le aveva anche lasciato un grande vuoto dentro sè.
    Michael dal vivo era cento volte più bello di come appariva in tv o sulle copertine delle riviste che ogni giorno le passavano davanti e questo si era rivelato un po' strano in un certo senso, non riusciva a distogliere l'attenzione da lui o meglio, non riusciva a distogliere l'attenzione dal Michael che aveva avuto davanti agli occhi qualche giorno prima.
    All'inizio pensò fosse una cosa normale essere attratta proprio idolo, ma ben presto si rese conto che non era la solita cotta adolescenziale che passa con l'età e che forse poteva essersi davvero innamorata da quel tipetto riccioluto.
    Voleva non pensarci per un po', svagarsi e tenere i pensieri impegnati in qualcos'altro che le impedisse di avere il suo volto davanti a lei, il suo profumo sotto il suo naso e la sua pelle a contatto con i suoi polpastrelli.
    La cosa si sarebbe mostrata più difficile del previsto.


    Quella mattina il rumore del campanello la fece svegliare di soprassalto impedendole di godersi una bella dormita a causa della mancanza dei corsi all'Università.
    "Mamma! Vai ad aprire!" Disse lei urlando con la bocca ancora impastata dal sonno.
    Non ricevette risposta e il campanello continuava a suonare senza fermarsi, così decise di scendere dal letto e precipitarsi dinanzi alla porta. La aprì.
    "Buongiorno! Scus..." Disse l'uomo chinando il capo e arrossendo, notando la ragazza con addosso solo uno slip e una maglietta abbbastanza scollata.
    "ODDIO MICHAEL! COSA CI FAI TU QUI?" Isabelle lanciò un urlo e chiuse la porta sbattendola, rendendosi conto di essere in uno stato a dir poco pietoso.
    Trucco sbavato, slip, magliettina corta, capelli scombinati, bel casino! Si precipitò in bagno ad aggiustarsi e appena le ritornò un po' di buon senso si rese conto del disastro che aveva combinato. Insomma, c'era Michael Jackson (chissà come) davanti alla porta di casa sua e lei lo aveva trattato in quel modo, sbattendogli la porta in faccia. Che bella accoglienza per il re del pop!
    Ma cosa ci faceva Michael a casa sua? Non sapeva niente di lei, come aveva fatto ad avere il suo indirizzo? Forse cercava sua madre. Pensò.
    Decise di dare una risposta a queste sue domande andando dal diretto interessato, sperando che fosse nei paraggi dell'abitazione.
    Vide dallo spioncino se fosse ancora lì ad aspettare, ma solo un cretino lo avrebbe fatto e non era il suo caso. Si vestì in fretta e andò a sedersi su una panchina che si trovava nel parchetto proprio di fronte casa sua.
    "Sono stata una cretina e adesso ho quello che mi merito! Non dovevo trattarlo in quel modo, è solo che adesso non riesco a capire più nulla. Sta succedendo tutto in fretta, è tutto così strano." Disse tra sè e sè lasciando che delle lacrime le rigassero il volto.
    "Una bella ragazza come te non dovrebbe mai piangere... che succede piccola?" Sentì una calda voce alle sue spalle.
    "Oh.. sei tu! M... Michael.. scusa per prima, io..."Non riuscì a finire la frase perchè Michael le poggiò un dito sulle sue labbra per zittirla.
    "Shh, non preoccuparti... non fa nulla. "
    "Mia madre non c'è comunque... tornerà tra qualche ora, mi dispiace che tu sia venuto qui... cioè per nulla." Abbassò lo sguardo.
    "Non sono venuto per nulla, non era lei che cercavo." Rispose Michael facendosi tutto rosso in viso.
    " Sei venuto qui... per me?"
    " Ti sembra così strano? Vedi che se il tuo idolo bussa alla tua porta è perchè forse il destino vuole così...non ci vedo nulla di strano." Michael la guardò e con il pollice asciugò le piccole lacrime che in poco tempo avevano riempito il volto di Isabelle.
    "Ma... come.. come fai a sapere che sei il mio idolo?.. e come fai a conoscere il mio indirizzo?" Balbettò.
    " So un po' tante cose, so anche che sei molto dolce e simpatica. Me lo dice questo." Disse toccandosi in petto all'altezza del cuore.
    A quelle parole si sentì una voragine nel petto che quasi le impediva di respirare, era un sogno o forse no... era una favola.
    Isabelle non aveva mai conosciuto una persona del genere, forse non l'avrebbe mai conosciuta o forse non esisteva nemmeno. Probabilmente l'unico esemplare di quella specie di uomini era solo lui.
    "Comunque scusa, forse non dovevo presentarmi qui senza dirti nulla, ho chiesto a tua madre se potevo vederti... scusami." Riprese abbassando di nuovo lo sguardo a causa dell'imbarazzo.
    " Grazie per essere venuto... sembra una favola. Erano anni che cercavo di incontrarti..."
    " A me piacciono le favole... "
    La abbracciò e per quei pochi istanti Isa si sentì come in paradiso, avrebbe voluto rimanere abbracciata a lui per il resto della sua vita, riuscì a sentire anche il suo dolce profumo che le sembrò la fragranza più dolce e sensuale mai sentita dal suo olfatto.
    "Adesso però basta piangere, okay?"
    " Va bene, scusami. Sono un po' troppo sensibile... ti va di entrare? " Disse lei cercando di rompere il ghiaccio e di abituarsi a quella presenza molto piacevole.
    "Certo, andiamo!" Le prese la mano e insieme si diressero verso casa.
    Dopo avergli mostrato le varie stanze andarono nella sua cameretta, inutile dire che era strapiena di poster e dischi che lasciarono Michael un po' a bocca aperta.
    "Non pensavo avessi tutta questa roba! Wooow, è fantastico! Alcune foto non le ho mai viste... però devo dire che sono venuto molto bene ahahah." Disse Michael osservando alcune foto attaccate sulle pareti.
    Egli si sedette a terra ammirando ancora quei muri colorati e ricchi di suoi poster, il tutto gli faceva uno strano effetto.
    Non era mai stato a casa di una sua fan prima d'ora e al solo pensiero che ognuna di loro potesse avere tutto quel ben di Dio gli faceva venire il capogiro.
    All'improvviso si alzò e si diresse verso lo scaffale dei dischi e notando l'assenza di 'Dangerous' sorrise maliziosamente, chissà cosa gli stesse frullando in testa in quei minuti.
    "Ti va se una sera andiamo a prenderci un gelato da qualche parte... io e te?" Disse con un filo di voce rompendo il silenzio che si era formato lì intorno.
    Isabelle rimase un po' pietrificata, quindi ci sarebbe stata un'altra volta? Quindi era arrivato il momento di trattare Michael normalmente, senza aver paura di sbagliare qualcosa con il proprio idolo.
    «Si.. va bene!»
    Lui sorrise e a lei sembrò che il resto intorno fosse del tutto sparito.
    Stava succedendo a lei, finalmente qualcuno riusciva a rompere la monotonia e a portare finalmente il sereno nella sua vita.
    "Adesso devo proprio andare... ci vediamo allora, ciao!" Le diede un leggero bacio sulla guancia e se ne andò, lasciando la ragazza con un grande sorriso stampato in faccia.
    Nella sua stanza adesso c'era un profumo, il suo profumo. Isa cominciò a toccare i poster che Michael aveva toccato a sua volta poco prima e si rese conto che su uno di essi era stato appeso un post-it.
    I suoi occhi si illuminarono alla vista del contenuto del messaggio, riuscì a capire dalla calligrafia il mittente del biglietto.


    "Ti va se ci vediamo stasera? Sono stato bene con te, ti lascio il mio numero.
    Vengo a prenderti alle 20.00, dimmi di si, ti prego. Un bacio, Michael".

    Alla lettura di quelle parole sentì il cuore che le martellava dentro e il respiro farsi sempre più corto. Isabelle stava cadendo nella trappola dell'amore? Cosa le avrebbe preparato Michael? Cosa sarebbe successo? E poi... l'amore è davvero così come tutti dicono o è qualcosa di più profondo e speciale?
    Tutte queste domande erano nella testa di Isabelle e aspettavano di ricevere una risposta.


    Continua...
     
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    Cioè....è ancora viva? perchè finirei stesa a terra con Michael che mi arriva così! Bella questa storia, mi gusta!!! :tunz: :yeah:
     
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  11. ( StreetWalker‚
     
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    Aspetta una serata piena di emozioni
     
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  12. Diana89MJ
     
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    Francesca ho appena letto questi primi capitoli di questa tua fan fiction e devo dire che mi sono molto piaciuti,vorrei tanto essere al posto di Isabelle :sisi: attendo il continuo per scoprire come sarà la serata che passerà insieme a Michael :love:
     
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  13. jacksonshug
     
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    Capitolo 6.


    Isabelle aspettò con ansia che quelle ore trascorressero velocemente, ma l'attesa si stava rivelando molto snervante e la cosa la stava stressando parecchio, tanto da non riuscire a fare nient'altro che non avesse a che fare con Michael.
    Beh, come si dice? L'attesa del piacere è essa stessa il piacere e lei stava provando l'emozione dell'attesa sulla propria pelle. Non riusciva a fare a meno di pensare a come sarebbe stato rivederlo, rivedere i suoi occhi così profondi, ascoltare la sua voce ed incrociare il suo sguardo.
    In effetti sarebbe stato molto doloroso continuare a torturarsi con pensieri riguardanti l'appuntamento e così decise di fare qualcosa che potesse tenere impegnata la sua mente.
    La prima cosa da fare era scappare immediatamente da quella stanza, ma che dico stanza... bisognava andare via da quella casa che sembrava aver avuto un ospite del genere da chissà quanto tempo.
    Inoltre il museo che c'era in camera non aiutava per niente, in quel momento Isa si accorse di avere la mente affollata di pensieri, doveva assolutamente distrarsi o sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
    Decise di avvertire sua madre dell'appuntamento, sarebbe stata una buona idea dato che l'artefice di tutto quel sogno era proprio lei.
    " Pronto?" Rispose una voce dall'altro capo del telefono.
    "Ciao mamma, volevo solo dirti che stasera non ci sono, esco con Michael..."
    "Oh davvero? Che bella notizia! Mi fa piacere! Strano che lui non mi abbia detto nulla... " Disse Anne un po' stupita.
    "Non deve dirti per forza ogni cosa che fa, non sei sua madre!"
    "Ma la tua si! Comunque non arrabbiarti così tanto, stavo solo dicendo una cosa. Beh quel ragazzo è favoloso, divertiti e stai attenta!"
    Isabelle riattaccò il telefono un po' nervosa dal solito comportamento di Anne, ma ormai era abituata al suo modo di essere.
    Era da sempre stata una madre molto apprensiva e le aveva dato un'educazione abbastanza rigida, ma l'arrivo a Los Angeles sembrava averle dato alla testa.
    Era letteralmente cambiata, ma quel giorno decise di non preoccuparsi più di tanto di queste faccende, aveva voglia di trascorrere una giornata con la sua migliore amica come non faceva da tempo.
    Chiamò Susan, decisero di vedersi al bar di fronte all'Università dove spesso andavano prima delle lezioni, almeno così sarebbe riuscita a svagarsi un po' e a confidare alla sua amica le sue paure pre-appuntamento.


    " OMMIODDIO! Tu...cioè... la mia migliore amica sta per uscire con MICHAEL JACKSON?!? " Disse Susan urlando.
    " Shhh! Non urlare! Sus, ho paura. " Isabelle abbassò lo sguardo e cominciò a giocare con la catenina che aveva al collo.
    " PAURA? HAI PAURA? MA DI COSA? Cioè, stai per uscire con Michael Jackson e dico MICHAEL JACKSON, il re del pop... ovvero il cantante-ballerino più figo del pianeta ed hai paura?!? No amore, hai un sedere pazzesco! A me non capita mai una cosa del genere, accidenti! "
    " Smettila di urlare! Ci guardano già male! Comunque è successo tutto grazie a mia madre e al suo lavoro, altrimenti sarei rimasta a vivere nei miei sogni! "
    "Anne è un angelo, l'ho sempre detto! Signorina, non dimenticarti della tua vecchia amica quando sarai magari a Cannes a sfilare al suo fianco su un bel tappeto rosso in compagnia di Richard Gere!" Disse Susan fantasticando, mentre sorseggiava del caffè.
    " Vai convinta che io sto in un casino incredibile! "
    " Non sai che mettere, vero? Tranquilla, a che ora viene a prenderti? Mi farò trovare a casa tua, dai posso vederlo? Ti prego ti prego ti prego ti prego! " Susan cominciò a guardare Isabelle con gli occhi da cucciola, sicura che a quel gesto la sua amica non avrebbe potuto dire di no.
    " E va be..." Non riuscì a finire di parlare che la ragazza cominciò ad abbracciarla fortemente.

    Il resto della giornata lo trascorsero girovagando per i negozi alla ricerca di qualcosa di carino da poter indossare per quella grande occasione. Insomma, uscire con Michael non era cosa da tutti i giorni e Isabelle era da sempre stata molto attenta ai suoi outfits, essendo molto attratta dalla moda e dall'eleganza e riuscì a trovare quel che cercava in poco tempo.
    Senza che se ne accorgessero, le 20.00 si stavano avvicinando e Michael a breve sarebbe arrivato.
    Isa indossò un leggero vestitino bianco con dei tacchi, un filo di trucco e lasciò i suoi morbidi capelli lisci sciolti.
    Le ragazze erano letteralmente in ansia, nessuna delle due riusciva a mantenere la calma, ma era necessario farlo e soprattutto era necessario cercare di sentirsi a proprio agio.
    Michael voleva essere trattato da persona 'normale', quindi Isabelle avrebbe dovuto cercare di abituarsi alla sua presenza e avrebbe dovuto cercare di non vederlo come il 'cantante-ballerino', ovvero il suo idolo... ma come un quasi amico con il quale si vuole trascorrere semplicemente del tempo insieme.
    All'improvviso qualcuno bussò alla porta, ovviamente andò ad aprire Susan che non vedeva l'ora di trovarsi davanti quel 'figo' come lei lo chiamava.
    Apparve Michael, si apparve... sembrava un'apparizione divina. Era meraviglioso, indossava una camicia arancione aperta che lasciava intravedere una leggera t-shirt bianca al di sotto.
    Inoltre aveva un cappello nero appoggiato in testa e degli occhiali da sole, probabilmente indossati per cercare di non dare troppo nell'occhio.
    " Oh.. salve, sono Michael! Sono venuto per Isabelle, forse sono un po' in anticipo e non si aspetta il mio arrivo..." Disse Michael diventando rosso in viso, inutile dire che in quelle situazioni si trovava tremendamente in imbarazzo.
    " C.. ci.. ciao ehm si, cioè no.. so chi sei.. intendevo che... comunque no, piacere Susan! Isabelle arriverà a momenti, si sta preparando..." Rispose Susan balbettando e passando per la solita idiota della situazione.
    Finalmente Isabelle arrivò e a Susan sembrò di vedere gli occhi di Mike illuminarsi, egli sorrise e salutò timidamente.
    " Ciao Susan... ci vediamo domani! " E così dicendo lasciò la sua amica in casa, in preda all'ansia.
    Michael portò Isabelle nella sua macchina, cioè macchina... era... era gigante!
    Una Porsche che sicuramente non avrebbe fatto insospettire nessuno dato che a Los Angeles se ne trovavano di tutti i tipi.
    I due ragazzi si sedettero sui sedili posteriori, mentre l'autista conduceva la vettura verso un posto che solo Michael conosceva e che Isa non azzardò a chiedere nulla a riguardo.
    Finalmente l'auto si fermò, Michael scese e prese la ragazza per la mano, guidandola nel luogo da lui scelto per quel primo appuntamento.



    Ciao ragazze/i! Innanzitutto vi ringrazio per i commenti positivi che avete dato alla mia storia, quindi grazie mille, davvero.
    Adesso la cosa comincia a farsi davvero molto interessante eheh. Spero che questa storia continui a piacervi e ad emozionarvi sempre di più.
    Come sempre, aspetto i vostri commentini! :asd: :ciau:
     
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  14. Diana89MJ
     
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    Dio Dio Dio che emozione,io credo che al posto di Susan e di Isabelle sarei di sicuro svenuta :thud: attendo il continuo per sapere come andrà questo loro primo appuntamento :love:
     
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  15. ( StreetWalker‚
     
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    Trovarselo davanti è una grande lascia senza parole
     
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31 replies since 9/4/2014, 15:14   386 views
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