LA SFINGE

Dream on, and dream until your dream comes true - (Aerosmith)

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  1. Cinzia62
     
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    CITAZIONE (allorina @ 9/12/2011, 16:34) 
    .....ma poi per ultimo scese.....“Oddio Peter, e quello cos'è?”

    “Quello è Mr. Jackson, Laura”

    “Oh Cristo!”

    Ma come"quello cos'è?"?!Ally!
    Sono troppo felice di leggerti di nuovo tesoro. :love:
     
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  2. *Blank*
     
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    Lo so amoricchia mia !! Domani ti mando un e mail privato!!! Ora dorme ma tra un po la FAMELICA vorrà mangiare !!! tvb
     
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  3. dirtydiana
     
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    Mi incuriosisce qsta storia perciò aspetterò il seguito ....
     
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  4. allorina
     
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    Cinzia, Ele, Flora :kiss2:





    CAPITOLO SECONDO - MICHAEL



    bat6

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    “Ma è islamico?”

    “Non credo......non fare quella faccia Laura, sta arrivando....”


    Il gruppetto fece un veloce ingresso nella hall, accolti dal direttore dell'Hotel che accompagnò immediatamente Mr Jackson verso la sua suite, la prestigiosa “Cesare suite”, adiacente alla “Cesare Junior” prenotata per i figli e la baby sitter, mentre Paola, che nel frattempo si era accorta della nostra presenza, si diresse verso di noi a braccia aperte.


    “Carissimi, che piacere!”


    Lei era una delle poche persone che riuscivano sempre, con grazia e gentilezza, a far sentire tutti a proprio agio, ma non per un atteggiamento studiato o d'interesse, Paola era così naturalmente, una persona risolta, creativa, ed aveva quella sicurezza di sé, che le donava un equilibrio ed un'armonia, che poi si esprimevano al massimo sia nei gesti quotidiani, che nell'esercizio della sua professione, che era riuscita ad elevare a livelli di eccellenza in pochissimi anni, trasformando l'hotel di famiglia a Sorrento, in uno dei relais più esclusivi e di classe dell'intera costiera amalfitana.
    L'ammiravo molto e le volevo veramente bene, e questo valeva anche per Peter, che non faceva altro che ripetere, facendoci ridere ogni volta, che se non avesse già fatto la sua “scelta di campo”, si sarebbe innamorato di tutte e due contemporaneamente.
    Fu veramente bello riabbracciarla, dopo un paio di mesi che non c'incontravamo.



    “Lo avete visto?”

    “...Un po'...”

    “Oh, Laura, capisco quello che vuoi dire, ti assicuro che Michael ne farebbe volentieri a meno di andare in giro combinato così, ma è perseguitato dai tabloid e dai media in genere.....pensa che appena hanno saputo che si trovava in Italia, hanno messo una taglia di cinquemila euro per chi fosse riuscito a fotografarlo.
    Si è convinto a visitare l'isola, solo dopo che l'ho rassicurato sul fatto che in questa stagione c'è poca affluenza, e saremmo riusciti a garantirgli il massimo della privacy.....ho bisogno che mi aiutiate però...”

    “Cercheremo di fare del nostro meglio, non è la prima volta che ci troviamo a dover gestire questo tipo di situazione, e comunque ancora per una quindicina di giorni la stagione caprese è controllabile da questo punto di vista......parlerò con Pasquale ed Eugenio giù al porticciolo, affinché tengano d'occhio gli arrivi ed i vari movimenti....credo che possiamo farcela a garantire a Mr Jackson una tranquilla permanenza”.

    “Grazie Peter, sapevo di poter contare su di voi....ho parlato anche con Mario Staiano e col sindaco di Capri, che mi hanno promesso un'attenzione particolare al controllo del territorio”.

    “Quanto si dovrebbe trattenere?”

    “Ancora non ha deciso....forse due o tre giorni, dipende credo da come si troverà qui....oh, scusate, il cellulare...”



    Ancora a marzo sull'isola si viveva abbastanza tranquillamente, i turisti non erano numerosi, e comunque si trattava di un turismo più sobrio, maggiormente culturale rispetto a quello più vacanziero che avrebbe preso il via nei mesi successivi....era questo il periodo dell'anno che amavo di più, quello nel quale riuscivo a vivere quella terra con maggior intensità, a sentirla più mia.....
    Amavo fare lunghe passeggiate lungo il belvedere, fino a scendere sulla terrazza naturale davanti ai faraglioni; in quel periodo non c'era quasi mai nessuno, ed a parte le rare volte in cui Peter mi faceva compagnia, ero sola, con i miei pensieri, i miei libri, i miei sogni, che spesso proprio in quelle occasioni si trasformavano in scritti.

    La voce di Paola mi riportò al presente:


    “Era Bill, il capo della security di Michael, ha detto che possiamo salire”


    L'ascensore si fermò all'ultimo piano, aprendosi su un ambiente elegante che si rifaceva alle domus latine; non era la prima volta che mi capitava di frequentare quel piano privilegiato, ma ogni volta era una gioia per gli occhi, percorrere quei corridoi d'accesso a veri e propri angoli di paradiso.....sperai che anche Jackson riuscisse ad apprezzarlo.

    Davanti alla porta della suite, un uomo corpulento di colore con un'espressione piuttosto bonaria, ci accolse amichevolmente, e seppi che era quel Bill di cui ci aveva parlato Paola, il quale c'introdusse nel salottino, accogliente come lo ricordavo.
    In un primo momento credetti fosse disabitato, poi un leggero movimento vicino alla portafinestra che si apriva sul grande terrazzo panoramico, tradì la presenza di una figura esile e slanciata, completamente vestita di nero, compreso un paio d'occhiali da sole che giudicai totalmente fuori luogo in quel periodo dell'anno a Capri.

    Paola e Peter gli andarono incontro cordiali come loro solito, mentre io, come mio solito, rimasi indietro un po' frenata nei primi approcci con chi non conosco.
    Fummo presentati, ed al mio:

    “Benvenuto a Capri, Mr. Jackson”


    Abbassò leggermente la testa come intimidito, e rispose un:


    “Grazie”

    talmente flebile, che per un attimo dubitai di averlo sentito veramente.

    Come mi ero avvicinata a lui, una nuvola di profumo dolce e muschiato, mi aveva avvolta stordendomi leggermente: una fragranza abbastanza femminile, che mi sembrò piuttosto originale sulla pelle di un uomo, ma stranamente dovetti ammettere che su di lui si armonizzava perfettamente; era molto elegante nei gesti e nei movimenti, aggraziato ma non efeminato, nonostante un'ombra di rossetto gli disegnasse le labbra carnose e sensuali. La cosa che mi colpì di più però fu il pallore del volto e delle mani, che lo faceva sembrare anche un po' evanescente, in ogni caso forse anche più fragile di quello che era in realtà, e che contrastava in modo deciso con la capigliatura corvina, che ricadeva morbida sulle spalle larghe e ben disegnate, perfettamente proporzionate ai fianchi stretti, fasciati in un paio di jeans neri che dovetti ammettere, meravigliandomi pure di me stessa, lo rendevano piuttosto “appetibile”.

    Ma la cosa che mi sembrò più strana, conoscendomi, fu il fatto che mi sentissi come calamitata dalla sua persona, ed era una sensazione completamente nuova per me, che mi rendeva irrequieta, ma che m'incuriosiva anche un po', considerando il fatto che Jackson non era neppure quello che avrei potuto definire “il mio tipo”, anzi tutt'altro....forse sarà stata la novità della cosa, sì sicuramente si trattava di questo....e così l'archiviai nel mio cervello.


    “Michael, Mr Peter Contini è il direttore della fondazione Munthe, della quale ti ho parlato, e Miss Laura De Magistriis la sua vice, nonché studiosa della storia di Capri e della vita di alcuni personaggi di spicco che l'hanno abitata.....sarà lei che ti guiderà durante questo soggiorno”


    Ehhh, ma di cosa stava parlando Paola? Mi prese totalmente alla sprovvista, m'irrigidii e mi voltai verso Peter guardandolo interrogativamente, ma il suo cenno del capo che interpretai come un “Stà tranquilla, ne parliamo poi” mi convinse a non ribattere, aspettando chiarimenti e soprattutto MODIFICHE dei piani.


    “Ne sarei veramente lieto, se per Miss De Magistriis non è un problema”

    “No, si figuri Mr Jackson, per me sarà un piacere”


    E che gli potevo dire:
    “Questi due stronzi stanno cercando d'incastrarmi?”


    Comunque sembrava una persona tranquilla, a parte l'aspetto un po' fuori dal comune, ma si percepiva standogli accanto un'aura positiva, anche se un po' malinconica, che non mi dispiaceva affatto.

    Paola continuava a parlare prima con Jackson e poi con Peter, di quello che avrebbe voluto che gli mostrassimo dell'isola, ed io ancora un po' turbata non riuscivo a seguire bene il filo dei loro discorsi...odiavo stare sotto i riflettori e mi dava fastidio quando cercavano di farmici stare....e poi in quel momento mi sentivo anche osservata... …..osservata?
    Ma se stavano parlando fitto fitto fra di loro e non c'era nessun altro?.....Eppure era una sensazione forte....
    aspetta un po'.....Jackson era scivolato di fianco a me ed apparentemente stava partecipando alla conversazione, se i suoi “Sì” “No” “Grazie” si possono definire “conversazione”, eppure....
    mi voltai appena al suo profilo, giusto in tempo per intravedere fra la stanghetta degli occhiali scuri e le lenti, la sua pupilla che mi osservava....beccato!
    Un sorrisino impercettibile gli disegnò le labbra, e velocemente si tirò un ciuffo di capelli in avanti con malizia, tutta questa manovra me lo fece apparire anche simpatico....che tipo originale!

    La voce di Paola ruppe l'incanto


    “Ma adesso Michael ti lasciamo, ci sentiamo più tardi”

    “Se non avete altri impegni per la serata, mi farebbe molto piacere avervi come miei ospiti a cena....ma forse sono troppo invadente...”


    Non credevo alle mie orecchie....possibile che pensasse veramente quello che aveva appena detto?
    Da quel poco di lui che avevo captato sul web, mi era sembrato di capire che ci fosse più di una persona che avrebbe ucciso per molto meno, e lui stava quasi pregandoci di essere suoi ospiti....
    Istintivamente mi venne quasi da rassicurarlo

    “Sarà un piacere Mr. Jackson, veramente”

    “Mi chiami Michael......Miss De Magistriis....la prego”

    “E allora anch'io sono Laura, e lui è Peter....così è più semplice”

    “Sì, lo è.....grazie...”


    Ma che cavolo mi era saltato in mente? Mi pentii subito di avergli dato tutta quella confidenza, ma le parole mi erano uscite così, a vanvera....ma cos'era, un incantatore di serpenti?
    Ne ebbi la conferma nel momento in cui mi regalò un sorriso di una dolcezza memorabile, che mi contagiò, facendomi sorridere a mia volta, in automatico.


    Ci salutammo in attesa di trovarci di nuovo quella sera stessa all'ora di cena; fui l'ultima a dargli la mano, meravigliandomi del fatto che la mia scomparisse totalmente nella sua, che però allo stesso tempo era di una morbidezza rassicurante....che strano uomo.....
    Quindi si chinò leggermente congiungendo le mani davanti al volto mentre ci congedavamo da lui.





    “Ragazzi ci vediamo qui alle 21 allora, nel frattempo ne approfitterei per fare una visita a Silvia e Christian se ci sono, è una vita che non li vedo”.

    “Li trovi in villa....ho incontrato Silvia ieri da Leo, e mi ha detto che si trattenevano fino alla fine del mese”

    “Ah bene, grazie Laura, allora a stasera”.



    Ci abbracciammo e finalmente rimasi sola con Peter che mi doveva delle spiegazioni!



    “Ma da dove è uscita questa novità che tocca a me fare da guida a Jackson, ne sai niente tu?”

    “No, cosa vuoi che ne sappia, Paola avrà pensato che tu eri più che sufficiente, e sicuramente più qualificata....e questo non puoi negarlo...”

    “Peter, non me la sento di farlo da sola”

    “Senti, facciamo così, domani ti accompagno, e poi vediamo come si sviluppa la faccenda. A me Jackson sembra una persona alla mano, e non credo sia un superficiale....Penso che la cosa lo interessi veramente, comunque lo mettiamo alla prova....”


    Rise divertito e fece ridere anche me, mentre ci avviavamo a piedi verso le rampe della Provinciale, dove abitavamo a poca distanza l'uno dall'altra.


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    Bè come primo incontro mi pare sia andato bene :D
    Adesso non vedo l'ora di mettermi a tavola con loro però :P
    Rinnovo i complimenti Ally!
     
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    non so se Michael abbia mai incantato i serpenti, donne sì, a bizzeffe, mi sa che anche questa Laura...character191

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    Questo capitolo mi è piaciuto molto! L'incontro mi ha soddisfatto tanto, e aspetto con ansia cosa avverrà dopo! Mi hai messo curiosità, e questa è una cosa meravigliosa! :wub: Complimenti Ally, questa storia mi affascina! :kiss2:
     
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  8. *Catwoman*
     
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    Che bello! Già me li vedo, chissà perchè, su una bella barchetta, dentro la grotta azzurra........da soli!!!
    Complimenti, continua!!! :hug:
     
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  9. Shamone
     
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    Laura vai tranquilla....non morde mica :asd:
     
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  10. Cinzia62
     
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    CITAZIONE (patma @ 11/12/2011, 10:56) 
    *sospiro*
    non so se Michael abbia mai incantato i serpenti, donne sì, a bizzeffe, mi sa che anche questa Laura...character191

    :quoto: Pat!

    Mi piace Ally! :occhi:
     
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  11. Elena01
     
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    Bell'incontro: questa scena mi ha divertito molto, è molto carina e non faccio per niente fatica ad immaginarmelo :D
    CITAZIONE
    Un sorrisino impercettibile gli disegnò le labbra, e velocemente si tirò un ciuffo di capelli in avanti con malizia, tutta questa manovra me lo fece apparire anche simpatico....che tipo originale!

    E poi... Capri fuori stagione deve essere davvero un paradiso: io adoro la costiera :wub: Che donna fortunata Laura: in un posto simile e per giunta con Michael!
     
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  12. *Blank*
     
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    Eccomi ..ora dorme e io approfitto per tornare quella di una volta!!! Ally cara , amore mio ... capitoli bellissimi che già conoscevo :kiss2: :horny: ora come sai aspetto il terzo :drooling: non vedo l'ora !!!!!
    Mi manca un botto scrivere , oggi per la prima volta dopo aver partorito sono uscita: macchina , sigaretta ( visto che non posso allattare mi devo sfogare ) e MJ !!!!
    Cazzarola si è svegliata .... :mm: :oci: tvb
     
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  13. Holiday
     
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    Bel capitolo e bell'incontro!
    Sono molto curiosa di leggere cosa succederà!
    Continua Ally. :D
     
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  14. allorina
     
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    Grazie ragazze, dal profondo del cuore :wub:

    Vi ringrazio particolarmente perché almeno per me i primi capitoli sono i più difficili, ed il vostro sostegno è importante :)

    Vi abbraccio fortissimo e la faccio poco lunga.....passiamo al terzo :kiss:







    CAPITOLO TERZO - YOUR EYES

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    Ci misi più del solito a prepararmi per uscire, e mentre rovistavo con impazienza dentro l'armadio, mi ripetevo mentalmente che lo facevo solo perché ci tenevo a far sentire a Jackson il calore dell'accoglienza caprese, ma sospettando già di stare solo mentendo a me stessa, e ne ebbi la conferma dalla gioia che provai, quando quella sera i suoi occhi indugiarono sulla mia persona più a lungo di quello che mi sarei aspettata.
    Dio mio, ma che mi stava succedendo? Adesso mi mettevo a civettare con uno sconosciuto, io che non lo avevo mai fatto in tutta la mia vita.



    Con Paola ci eravamo dati appuntamento davanti all'hotel;
    lei aveva un appartamento nei pressi della piazzetta ai piedi del monte Solaro, e ne aveva approfittato, dopo la visita a Silvia, per controllare che tutto fosse a posto e per andarsi a cambiare per la cena, mentre io e Peter ci eravamo rifatti il tragitto al contrario, parlando soprattutto dell'impressione che avevamo avuto di Jackson, che, pur ammettendo fosse prematuro trarre conclusioni, come primo impatto era sembrato una persona piacevole a tutti e due.

    Lasciammo i cappotti al guardaroba e salimmo verso il piano della suite, dove nel corridoio incontrammo Bill ed un altro assistente, che ci salutarono cordiali e ci fecero strada verso le stanze di Jackson.

    Era seduto sul divano al centro del salotto, in compagnia di tre bambini, due maschi ed una femmina, che immaginai fossero quelli che avevo visto scendere dal pullmino, e che quindi dovevano essere i suoi figli, benché non gli somigliassero tantissimo, a parte forse il più piccolo.

    Erano molto belli, la femmina poi aveva degli occhi incredibili, azzurri ed intelligenti, che mi colpirono tantissimo.

    Come ci videro entrare, si alzarono tutti dal divano venendoci incontro sorridenti, e devo ammettere che la cosa mi stupì abbastanza, abituata ai miei due nipoti che manco col cavolo!
    Per essere così piccoli erano di un'educazione impressionante e, come il padre ci presentò, tutti e tre allungarono le manine in modo talmente cerimonioso che mi venne anche un po' da ridere.....alla prima occasione avrei infamato mio fratello, lui ed i suoi: “Sono ancora piccoli, cosa vuoi che capiscano!”

    Jackson c'invitò a sedere, mentre i bambini si rimisero sull'isola dell'altro divano a continuare quello che scoprii essere un puzzle della Carica dei 101.....bel rompicapo con tutte quelle macchie....ogni volta che mi lasciavo coinvolgere dai miei nipoti ci perdevo la testa.

    La bambina che si era presentata come Paris, mi chiese se volevo giocare con loro, e dopo aver rassicurato il padre che era intervenuto come una chioccia temendo mi stesse importunando, accettai molto volentieri, soprattutto per stemperare un po' il turbamento che la presenza di Jackson mi stava provocando, dal momento in cui ci era venuto incontro per accoglierci, ed io mi ero scoperta a meravigliarmi di aver pensato, qualche ora prima, che non fosse una gran bellezza.... altroché se lo era.....era bellissimo.

    Elegante, nel completo con i pantaloni neri e la giacca rossa di velluto, con una fascia dorata cucita sulla manica destra, si era avvicinato, ed io mi ero persa negli occhi più profondi e magnetici che avessi mai visto fino a quel momento, occhi che per un attimo ebbi la sensazione mi volessero trasmettere qualcosa, e che mi precipitarono in una bolla fuori dal tempo e dallo spazio, all'interno della quale c'eravamo solo io e lui, occhi negli occhi, con la voglia di toccarci....
    L'intervento di Peter fu una benedizione....altrimenti rischiavamo veramente l'imbarazzo tutti e due.

    Eppure anche in quel momento continuavo a sentire il suo sguardo su di me, su tutto il corpo, come una carezza bollente, anche se un paio di volte avevo alzato la testa da quel rompicapo a macchie, ed apparentemente Jackson era concentrato su tutt'altro.

    Com'era possibile che mi sentissi così attratta da un uomo, dopo tutto il tempo passato ad innalzare barriere d'indifferenza....dopo che avevo detto a me stessa che mi sarei concentrata solo sui miei studi ed i miei libri, lasciando perdere le fantasie romantiche da ragazzina che non ero più, e rifiutando più di un invito da parte di uomini anche interessanti, ma probabilmente non abbastanza da convincermi a ritornare sulla decisione presa.

    David era stato il rapporto più importante della mia vita, ero giovane e piena di sogni, e lui si prestava nella mia fantasia ad incarnargli tutti...
    Niente di più sbagliato....ce n'eravamo accorti entrambi ben presto, ed era finita così....anche con dolcezza forse, ma comunque per inedia, per una mancanza che nessuno dei due era riuscito a riempire.
    Non era mai stato amore, si era trattato di un'illusione non di un sogno, di un ideale impossibile da realizzare, e rendercene conto fece male a tutti e due, e così a poco a poco ci perdemmo, con la promessa che però ci saremmo sempre stati l'una per l'altro....in un abbraccio che si sciolse nella malinconia, lasciandomi dentro un senso d'incompletezza e solitudine, e la paura di dover ammettere a me stessa che gran parte di questo fallimento era da attribuire alla mia scarsa passionalità.
    Più di una volta avevo pianto sulla spalla di Peter, temendo di essere incapace d'amore, e lui ogni volta mi aveva scrollata, dicendomi che non dovevo affermare queste eresie, che in realtà ero piena d'amore, per tutto e per tutti, ma che erano gli altri casomai che non sapevano coglierlo e restituirmelo.

    E adesso questo turbamento così inaspettato, forte ed inopportuno che non sapevo come interpretare....




    Furono serviti gli aperitivi, e mentre cercavo di seguire la conversazione “adulta” senza trascurare neppure quella che lo era leggermente meno, mi vidi allungare una tessera del puzzle che avrebbe risolto molti dei miei problemi per il successivo quarto d'ora.....

    Forse mosso a pietà dalle mie scarse capacità di colpo d'occhio, Michael era accorso in aiuto, generando un'esplosione di entusiasmo che mi fece ridere di cuore.
    Come erano belli loro quattro insieme, e quanto si dovevano voler bene.
    In quel momento fui felice di essere lì.


    Un leggero bussare alla porta precedette l'ingresso di Bill, venuto ad avvertirci che quando volevamo potevamo spostarci nella saletta privata di fianco alla suite, apparecchiata per la cena; Michael allora chiamò al cellulare la donna che avevo visto arrivare insieme a loro e che mi fu presentata come Grace, la quale sarebbe rimasta ancora un po' a giocare con i bambini, che avevano già cenato, per poi accompagnarli nella junior a fare la nanna.

    Un po' mi dispiacque lasciarli, anche perché il più piccolino al momento dei saluti mi si era aggrappato al collo, facendomi sciogliere di tenerezza. Erano proprio dei bambini affettuosi, e pensai che Jackson per essere un autarchico, come lo aveva definito Peter, aveva fatto veramente un buon lavoro.


    *




    La saletta ci riservò un'accoglienza di una raffinatezza squisita, col tavolo disposto davanti alle grandi vetrate che incorniciavano il golfo, sul quale brillavano le lampare ed in lontananza le luci della sera. Grandi composizioni floreali campeggiavano sui tavolini d'angolo, ed un meraviglioso centrotavola di fresie diffondeva il suo profumo tutto intorno. Le luci erano state abbassate, ed una musica soffusa riempiva la stanza, valorizzata anche dai candelabri d'argento che rendevano l'atmosfera calda e molto romantica ......forse anche troppo.....
    Michael si voltò verso di me, a cercarmi, con uno sguardo intimo e carnale che i miei sensi allertati captarono in tutta la sua potenza, e che non riuscii a sostenere......


    “Certo che Antonio, quando dice di tirar fuori il “servito buono” non si risparmia!”


    ... in quel momento fui grata a Paola oltre ogni dire.





    Antonio non aveva solo tirato fuori il servito buono, ma aveva anche fatto fare magie ai fornelli al suo chef, ed ogni piatto si rivelò un'opera d'arte per gli occhi e per il palato, anche se sia io che Michael non andammo oltre l'assaggio: io perché mi sentivo lo stomaco chiuso, lui il perché non lo so, ma comunque non certo perché non apprezzasse la cucina del Caesar, lo ripeté più d'una volta, quasi a scusarsi del poco appetito.

    Meno male che Peter e Paola non smisero un attimo di parlare.

    Perfettamente affiatati resero la serata davvero piacevole, raccontando a Jackson i vari aneddoti della vita caprese, animata dalla crema del jet set internazionale nelle varie epoche, a differenza di me che invece non riuscivo a spiccicare parola.
    Fu divertente anche scoprire che Michael conosceva di persona la maggior parte di loro senza ostentarlo, ed era impressionante notare quanto fosse stata intensa la sua vita fino a quel momento.... avrebbe potuto contenerne almeno dieci delle nostre.
    Fu proprio lui a regalarci gli aneddoti più spassosi, colorandoli d'affetto ed ironia e in alcuni casi anche di un po' di nostalgia, facendo suonare in me un campanellino che pensavo di avere disattivato da tempo.
    Era intelligente e lo si capiva subito, ma aveva anche una delicatezza tutta sua che lo rendeva ai miei occhi molto seducente.

    La sua voce calda e modulata m'incantava, insieme a tutto il resto, ed averlo a fianco, percepire quasi il calore della sua pelle vicino alla mia, mi faceva desiderare di averne di più, desiderio che però bloccavo subito, riportando la mente alla razionalità ripetendomi che fra due giorni se ne sarebbe andato, e che attaccarmi troppo alla sua presenza avrebbe ingigantito il vuoto di lui.

    Fu a quel punto che Peter iniziò a parlare di quello che ci avrebbe fatto piacere mostrargli dell'isola, perché ritenevamo fosse una buona sintesi della sua anima, considerato anche il poco tempo a disposizione, e Michael ci stupì, affermando che ancora non aveva deciso la data della partenza, ma che sicuramente si sarebbe trattenuto più a lungo del previsto, perché aveva trovato già molto interessante quello che aveva visto fino a quel momento, quindi prese la flute ed apparentemente si bagnò le labbra col contenuto, ma fui certa che se solo avessi avuto il coraggio di voltarmi verso di lui in quel momento, avrei scoperto uno sguardo profondo spiarmi da dietro la cortina di capelli.

    La notizia mi aveva resa felice oltre ogni immaginazione, ma allo stesso tempo avevo iniziato ad avere paura....paura del fascino che esercitava su di me, rendendomi emotivamente troppo dipendente da lui....e sapevo di non potermelo permettere.


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    soprattutto per stemperare un po' il turbamento che la presenza di Jackson mi stava provocando, dal momento in cui ci era venuto incontro per accoglierci, ed io mi ero scoperta a meravigliarmi di aver pensato, qualche ora prima, che non fosse una gran bellezza.... altroché se lo era.....era bellissimo.

    :coffee: :coffee: :coffee: :coffee: :coffee:

    CITAZIONE
    La notizia mi aveva resa felice oltre ogni immaginazione, ma allo stesso tempo avevo iniziato ad avere paura....paura del fascino che esercitava su di me, rendendomi emotivamente troppo dipendente da lui....e sapevo di non potermelo permettere.

    :umh: :ehm: :sisi: :sisi: :sisi:

    Ally :hug:
     
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