Operazione Dangerous

aperta a tutti

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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Ok, girls.
    Questa è per tutte e dico tutte coloro che hanno voglia di cimentarsi. :si:
    Ci proviamo?
    Niente è illecito, per cui , coraggio, buttate alle ortiche i falsi pudori e scatenate la fantasia. :--:


    O P E R A Z I O N E - D A N G E R O U S


    image





    L’ingresso è riservato esclusivamente al personale autorizzato.

    -Uhm…Impediscimelo.-

    Úna spinse con forza sulla barra antipanico, guardandosi a destra e a sinistra per accertarsi che nessuno la vedesse. Era stato meno difficile del previsto arrivare fino a li ed eludere la sorveglianza in quei momenti di concitata confusione.
    Alle sue spalle il rumore era ancora assordante ed unito al suono dirompente che fuoriusciva dall’impianto acustico rendeva impossibile persino ascoltare il battito martellante del suo cuore, che pure sembrava voler schizzare via da un momento all’altro.
    La porta si aprì cigolando appena e Una si introdusse rapidamente all’interno chiudendosela alle spalle.
    Ce l’aveva fatta.
    Un sorrisetto di auto compiacimento le allungò le labbra.
    Glel’avrebbe fatta vedere lei…
    Si appiattì contro la parete acuendo i sensi, per captare anche il minimo segnale di pericolo e continuò a strisciare, nel buio pressoché totale alla ricerca del suo obiettivo.
    Doveva essere li, ne era certa.
    Conosceva il Lansdowne Road piuttosto bene, visto che il suo ex, appassionato di rugby, ce la trascinava suo malgrado per le partite della nazionale irlandese. Spesso infatti era costretta a lunghe e snervanti attese dietro quell’uscita, perché Mark potesse vedere i suoi beniamini e farsi firmare tutto l’immaginabile.

    “Non ci riuscirai mai. E comunque, visto che sei così sicura di te, direi che la giacca tempestata di strass, con cui ha aperto il concerto, potrebbe essere una prova . Sempre se te la senti, ovvio….”
    Moirin aveva lasciato cadere con sufficienza l’ultima affermazione,squadrandola dall’alto al basso, cercando nel frattempo l’approvazione del resto del gruppo.
    Questo era davvero troppo!
    La competizione fra le due ragazze era sempre stata altissima anche se Úna la spuntava regolarmente. Moirin non riusciva proprio a riconoscerle il ruolo di leader che lei aveva assunto da subito nella loro cerchia di amici e non mancava di punzecchiarla con richieste assurde come questa.
    Così l’intrepida rossa aveva lasciato il concerto proprio sul più bello e sulle note di “Black or White” aveva faticosamente guadagnato l’uscita.

    “Tse’, dovrà mangiarsi il fegato quell’arpia. Avrò quella giacca pure se dovessi sfilargliela di dosso..”
    L’idea le provocò un brivido supplementare, quando un foglietto chiaro , attaccato con una puntina sul frontespizio di una porta , attrasse la sua attenzione.


    doo doo head

    “Testa di cacca…”
    Non ebbe il tempo di capire ed analizzare un testo tanto strano. Alcune voci concitate, in fondo al corridoio la catapultarono in quella direzione e senza pensarci su due volte entrò in quello che aveva tutta l’aria di essere il retrobottega di un rigattiere disordinato.
    Pregò tutti i santi che conosceva che nessuno l’avesse sentita introdursi li dentro o che peggio ,qualcuno fosse diretto proprio lì prendendola in flagrante.
    Con l’orecchio poggiato sull’uscio attese senza respirare che la maniglia si abbassasse , ma per fortuna udì dei passi frettolosi allontanarsi nella direzione opposta.

    “Fiuuuuu. Scampato pericolo.”
    Il sudore le colava giù per la schiena surriscaldando ulteriormente un 25 luglio già particolarmente afoso.
    Si girò e strizzò gli occhi per abituarsi a quella semi oscurità. C’era davvero di tutto, li dentro, ma di una cosa era certa.
    Quello era il camerino di Michael Jackson.
    E quella che brillava appesa ad una gruccia ,vicino allo specchio era proprio “Lei”, la giacca militare superaccessoriata che l’aveva mandata in visibilio un paio d’ore prima, quando the King era schizzato sul palco provocandole una fitta favolosa proprio sotto l’orlo delle mutandine.

    Edited by Effulgent - 7/10/2010, 15:06
     
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  2. V e l e n o
     
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    Si avvicinò al manichino per poterla vedere da vicino, allungò una mano tremante e la passò sulla manica sinistra. Si poteva ancora sentire l'umido delle gocce di sudore rimaste intrappolate nella fodera. Una non poteva credere ai suoi occhi, sebbene la sua faccia tosta e la sua sfrontatezza l'avessero sempre portata ovunque lei desiderasse, questa volta aveva avuto anche un incredibile colpo di fortuna.
    Poggiò entrambe le mani sulle spalline imbottite, pronta a sfilare la giacca dalla sua postazione e a nasconderla nel suo zaino Invicta, quando un frastuono all'esterno la distrasse dal suo intento.
    Alle urla dei fan che non erano cessate nemmeno per un momento dall'inizio del concerto, si sommò un vociare abbastanza concitatoi e un rumore di passi di più persone. Tacchi a spillo, scarpe da ginnastica, mocassini. Probabilmente era appena finito il concerto e tutti se ne stavano tornando nei loro camerini.
    Michael Jackson compreso.
    Una in preda al panico lasciò cadere il prezioso trofeo a terra e andò a nascondersi nell'unico posto che le offrisse una temporanea via di scampo da chiunque fosse entrato da lì a poco: il bagno.
    Si accucciò tra un mobiletto bianco e la parete dalle piastrelle di un bruttissimo color violetto e strinse le gambe al petto nella speranza di diventare ancora più piccola di quanto non fosse già.
    Nell'altra stanza la porta si aprì di scatto.

    «Ragazzi quella nota me la dovete tenere più lunga, lo capiamo si o no?? Non posso rischiare di rimanere a cantare da solo senza base!»

    Edited by V e l e n o - 7/10/2010, 23:56
     
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    L’inconfondibile voce, la Sua voce, risuonò nell’aria e nella testa di Una. Dal posto in cui era nascosta non poteva vederlo, ma sentì la porta chiudersi e qualcuno aggirarsi per il camerino, poi il rumore di fibbie che si slacciavano e di una zip che si apriva.

    Improvvisamente, il suono di un telefono la fece sobbalzare.

    Hello. Dimmi … sì ho appena finito, il tempo di fare una doccia e arrivo….. no, ti prego, non ho voglia di stare ancora in mezzo alla gente, ne ho avuto abbastanza per stasera … lascia perdere gli inviti …. sì, sì, lo so che sei il mio manager e che sai quello che fai, ma dammi una tregua stasera. Mangiamo qualcosa velocemente e accompagnami in albergo, perché non ne posso più … sì, mi sbrigo … ciao, ciao … a dopo”.

    Una ascoltò quella conversazione con il cuore in tumulto; fra poco la porta del bagno si sarebbe aperta, lui sarebbe entrato e … e lei non aveva nessuna via di fuga.

    Anche se … forse … con un po’ di fortuna ...
    Per entrare nel box della doccia Michael doveva darle le spalle, e se lui non si fosse girato … poteva ancora sperare di passare inosservata.
    Trascorse un minuto nel più assoluto silenzio, poi un passo leggero, e d’improvviso sotto gli occhi attoniti di Una si stagliò la figura statuaria di un uomo completamente nudo, magro, muscoloso, con dei meravigliosi riccioli neri che gli ricadevano sulle spalle.

    Edited by Albireo - 8/10/2010, 13:39
     
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  4. monsiter
     
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    Suona già BENE :bava: :bava: :bava: oppure una cosa tipo SHINING?
     
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  5. V e l e n o
     
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    Michael appoggiò l'accappatoio bianco che teneva in mano su un attaccapanni alla destra del box doccia, si sporse all'interno per aprire l'acqua e pochi istanti dopo una cortina di fumo si levò dal diffusore causando l'appannamento dei vetri. In attesa che l'acqua raggiungesse la giusta temperatura, Michael si chinò per posizionare meglio l'angolo del tappetino che aveva accidentalmente piegato con la ciabatta e si accinse ad entrare dentro per godersi il meritato riposo.

    Quello sarebbe stato indubbiamente il momento migliore per mettere in pratica il suo piano di fuga, ma Una non riuscì a muovere un muscolo. Era come se una forza invisibile la trattenesse in quell'angolo nascosto e qualcuno le impedisse di staccare gli occhi da quel corpo muscoloso ed attraente.
    La pelle scura e lucida non era che un sottile strato avvolto intorno a dorsali scolpiti e tesi che si estendevano in cerchi e semicerchi fino a raggiungere le solide natiche. La linea della colonna era netta e decisa e portava dritta all'incavo appena sopra il sedere, delimitato dalle due fossette di venere tremendamente e pericolosamente sexy.
    Una riuscì a muoversi solamente quando il corpo di Michael sparì dentro l'annebbiamento della doccia e i suoi pensieri tornarono ad essere razionali come sempre.
    Senza staccare gli occhi per un attimo dal box, gattonò fino alla porta dove si alzò finalmente in piedi e posò una mano sulla maniglia, a pochi secondi dall'agognata libertà.
    Fu allora che successe l'imprevedibile.
    Il rumore dell'acqua cessò di colpo e nel breve tempo di un battito di ciglia, Una sentì la sola cosa al mondo che non avrebbe mai voluto sentire.

    -E lei cosa diavolo ci fa nel mio bagno?
    SECURITY!-
     
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  6. »Cleo
     
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    Urca, la situazione si fa interessante!
     
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    - SECURITY!
    Al diavolo da qui non mi sentono! -

    Disse Michael allungando il braccio per poter prendere l'accappatoio.

    Una sgranò gli occhi, bloccandosi ulteriormente.
    Con le mani sudate strizzava l'orlo della minigonna mentre cercava le parole giuste, ed in cuor suo sperava in un terremoto che le permettesse di scappare senza parlare.
    Michael, nel frattempo, uscì dalla doccia e dopo aver indossato l'accappatoio, incrociò le braccia al petto e cominciò a guardarla serio in attesa di una risposta.
    Gli occhi della ragazza si posarono prima sulle gambe, unica parte scoperta, fissò con attenzione i polpacci, e salendo si fermò sul collo dove piccole goccie colavano verso il petto e piano piano scendevano verso la parte più nascosta.
    Scosse la testa Una, convinta del fatto che l'uomo davanti a sè fosse uno degli uomini più sexy dell'intero pianeta.

    -Allora?-
    Michael richiamò l'attenzione della ragazza con voce seria, di rimprovero.

    - Ecco io... io... -
    Teneva lo sguardo verso il basso, non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto.
    Non poteva dirgli la verità, ed improvvisamente capì che l'unica cosa da fare era mentire.
    Mise le mani sul volto e finse un pianto, si finse spaventata.

    - Io... io sono scappata! Non so come ho fatto ad arrivare qua... ma prima un uomo mi inseguiva gridandomi qualsiasi cosa avesse in mentre di farmi... ed io... mi sono persa... e poi... poi dalla paura mi sono chiusa qua dentro... -
    Singhiozzava, forse la tensione l'aiutava in questa recita che, stupì anche se stessa, sembrava reale.

    L'espressione di Michael mutò nel vedere quella ragazza spaventata, scossa e in lacrime.
    Si avvicinò lentamente, e dopo averla abbracciata la prese sotto il mento con due dita e la costrinse a guardarlo negli occhi.

    - E' tutto finito ora... -
    Sussurrò piano asciugando le sue lacrime con i pollici, fermandosi ad osservare quel viso dalle gote leggermente arrossate e dagli occhi profondamente neri, scese ad osservare le labbra perfettamente carnose, per un momento desiderò baciarle.
    Strizzò gli occhi Michael, liberandosi di quei pensieri esageratamente sbagliati per la situazione.
    Quella ragazza stava scappando da un uomo con chissà quali intenzioni, non poteva pensare a quelle cose.

    - Ti... ti sei persa allora? -
    Riportò gli occhi sui suoi e cercò di sembrare il più tranquillo possibile.

    - Si... -
    Fu un soffio, non riuscì a dire nient'altro.
    Nel mentre pensò che l'unico posto nella quale si era persa erano i suoi occhi.

    Michael accompagnò la testa della ragazza sulla spalla e la strinse sperando di farla sentire protetta.
    E ad Una non potè che scappare un piccolo sorriso di soddisfazione per aver scoperto di essere un'ottima attrice.

    Edited by DesirèeM - 24/2/2011, 13:08
     
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    Temo di aver rovinato la FF, però ho salvato Silk&Orchid. u.u
     
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  9. cinzia 62
     
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    A me è piaciuto!
     
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    Il suo profumo.
    Una sollevò la testa e si inumidì le labbra, inevitabilmente attratta dalla vena che pulsava sul collo ancora umido di Michael. Si fece impercettibilmente più vicina a lui, approfittando delle braccia che la cingevano con preoccupazione e avvertì chiaramente sotto il morbido strato di cotone, tutta la sua prepotente virilità che evidentemente, non aveva ancora smaltito la scarica adrenalinica prodotta durante il concerto. Inghiottì con difficoltà, mentre la sua bocca si dirigeva verso quella porzione di pelle scoperta , luccicante e madida. Il suo odore era così intenso da stordirla e non riusciva a controllare il tremito delle sue mani che vagavano sul torace di lui ,insinuando le dita appena sotto i lembi incrociati dell’accappatoio.

    “Stai tremando… Ti senti bene?”
    “No..”

    Una approfittò di quel piccolo equivoco per abbandonarsi e Michael prontamente la sostenne tenendola stretta a se.
    E’ tutto passato, qui sei al sicuro. Ti chiamo un dottore.”
    Lei scosse la testa . Quella situazione aveva preso una piega inaspettata, del tutto imprevedibile e nemmeno nei suoi sogni più infuocati avrebbe potuto immaginare una vicinanza così carica di promesse. Desiderare Michael Jackson era una conseguenza quasi logica, un’inevitabile sequenza di ardimentose fantasie su quel corpo cesellato per il sesso. Bastava che accennasse un passo di danza o più semplicemente sorridesse o meglio ti catturasse nella sfera di quei suoi occhi scuri, per evocare scenari di ineffabile erotismo. Ma ora era fra le sue braccia, schiacciata sul suo torace e la sua bocca pericolosamente vicina…

    “Ti ho mentito” sospirò abbassando la sguardo per una frazione di secondo. “Sono qui per prendere qualcosa..”
    Rialzò lentamente gli occhi ed ebbe la sensazione che uno strano scintillio attraversasse quelli di Michael, che non accennava a lasciarla andare.

    “Cosa?”
    Una si morse le labbra riarse per la tensione. Il tono basso con cui la stava invitando a parlare le provocò l’ennesimo brivido e rese la sua pelle immediatamente recettiva. Le mani di Michael scivolarono lungo la sua schiena e si ancorarono sui suoi fianchi. Le sentiva bruciare sopra la stoffa ruvida della gonna e le sembrava che quella pressione non fosse casuale come invece l’espressione perplessa di lui voleva lasciar intendere.
    Il timido ed infantile Re del pop non avrebbe mai approfittato di una sua fan in un camerino. Quello che conosceva lei avrebbe gridato aiuto e sarebbe arrossito di fronte ad una ragazza sfacciata che senza inibizioni posava le dita gelide sul suo petto ormai sgombro da qualsiasi protezione.
    Invece inspirò forte e ripeté laconicamente la stessa domanda costringendola a guardarlo in quello spazio ridottissimo che limitava la loro visuale a pochi incandescenti millimetri.

    “Te..
    Le sfuggì ad un passo dal precipizio in cui lui la stava trascinando, trasformandosi all’improvviso in un predatore scaltro e raffinato.
    Lo voleva, voleva quella bocca che la torturava senza sfiorarla e voleva quelle mani che la cingevano senza tuttavia concederle soddisfazione.
     
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  11. °Alexandra°
     
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    Minchia :o:
     
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  12. monsiter
     
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    Ma io ti AMOOOOOO :wub: Che continuazione STREPITOSA, quanta tensione e quanto erotismo ci sono in queste poche righe
     
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  13. V e l e n o
     
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    Ti amo anche io anna :bava:
    Ecco la tua ineffabile impronta che rende così magiche queste storie e che fa venire un bisogno quasi fisiologico di continuare.
    Sei immensa anna :wub:
     
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    spero di aver solleticato le vostre fantasie più indecenti...Coraggio
     
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  15. Elena01
     
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    Non poteva credere di averlo detto… non poteva credere di avere espresso a voce quel desiderio selvaggio che si era impadronito di lei all’improvviso, nel momento stesso in cui era passata dallo spavento per essere stata scoperta nel suo camerino, al sollievo per essersela cavata senza conseguenze: quando le sue braccia l’avevano circondata e il suo aroma maschio le aveva invaso i polmoni, ubriacandola, tutta la sua razionalità si erano dissolta come d’incanto lasciando spazio solo alla feroce, prepotente, voglia di riuscire a possedere in qualche modo, anche solo per un breve attimo, quest’essere unico, che la stava guardando con un’espressione che era una miscela d’ingenuità e malizia… dal risultato dannatamente e spudoratamente sexi!

    In un angolino della sua testa confusa, Una sospettava che si stesse divertendo molto a giocare con lei, come il gatto con il topo, mentre la fissava con quel sorriso fanciullesco, che voleva apparire assolutamente privo di ogni pensiero licenzioso: mentre le sue mani, che invece, avevano aumentato in maniera appena percepibile la pressione sui suoi fianchi, e i suoi pollici che la stavano accarezzando piano, con noncuranza…le facevano capire che chi la stava abbracciando in quel modo, non era il fanciullo inibito e privo di interesse per il sesso che aveva sempre lasciato intendere.

    Me? Cosa intendi dire?” le stava domandando ora, mentre la fissava alzando un sopracciglio con aria fintamente innocente “Non capisco … cosa ti potrei dare io di diverso da quello che ti ho appena dato sul palco… da quello che do’ sempre a tutti i miei fans durante le mie esibizioni? Cosa vuoi ancora da me… talmente tanto da essertelo venuta a prendere fino a qui, nel mio spazio privato?” e così dicendo la strinse appena più forte, perfettamente consapevole che quel baluardo di spugna che lo ricopriva, ormai nulla poteva per mimetizzare la sua virilità, che si ergeva sempre più sfacciata….

    A quel punto Una decise di assecondare quelle schermaglie allusive che sembravano divertirlo molto; allontanò di poco il bacino dal suo, in modo da sfiorarlo solamente, abbassò lo sguardo per godersi lo spettacolo che si stava svolgendo in quello spazio tra i loro fianchi, e poi tornò a tuffare gli occhi nei suoi con un sorrisetto birichino “Ma guarda… io veramente ero venuta per rubarti la giacca di scena, da portare come trofeo alle mie amiche… " disse indicandola con un cenno del mento "ma se pensi di avere qualcosa di meglio da offrirmi…”

    E mentre lui, si chinava sulle sue labbra, lei si ritrasse per sussurrare “A proposito… ho una curiosità che mi attanaglia da tempo: forse tu puoi finalmente togliermela. Mi sono sempre domandata come mai, quando canti e balli durante un concerto, ti ritrovi sempre così… visibilmente eccitato…”
     
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143 replies since 7/10/2010, 11:37   4246 views
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