Silk & Orchid

Round Robin n 2 [nc 17]

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    Embè...pensavate che avessimo finito? :--:
    Povere voi
    Dopo il primo esperimento abbiamo sfornato anche il secondo...
    Altro giro altra corsa ma stesse allupate di sempre per cui preparatevi (se vi sentite abbastanza coraggiose) ad affrontare anche questa storiella osè.
    Silk and Orchid è completa per cui non proseguitela,provvederemo al più presto ad aprirne una per "giocare" insieme :D
    Intanto:
    Enjoy
    ;)







    "Si chiama Mei Li,ha 27 anni ed è di origine Cinese,ma vive a Los Angeles da quando aveva 5 anni."
    "Uh-uh"
    "Ha lavorato per Banderas,Crowe e ultimamente anche per Puff Daddy..."
    "Ok..."
    "Referenze perfette,serietà,disponibilità,precisione..."
    "Va bene Frank! Assumi questa cameriera e adesso lasciami finire quest'asta su ebay,non vedi che sto per aggiudicarmi il juke box di Happy Days?"
    Michael,occhiali da vista schiacciati sul naso,non staccava lo sguardo dallo schermo del computer. Il suo account KingApplehead contava ormai 150 feedback,fare aste lo divertiva enormemente,negli ultimi tempi si era dato a radunare i cimeli di film e telefilm famosi e quello era un pezzo da 90,non poteva farselo sfuggire.

    "L'ho già assunta Mike."
    "Bene perfetto allora,visto che è qui puoi chiederle gentilmente di portarmi qualcosa da bere?Fammi il favore Frank..."
    Se lo voleva togliere di torno,mancavano solo 12 minuti allo scadere dell'asta e quel maledetto DartFener66 continuava a rilanciare. Frank che era ormai abituato a vederlo assorbito da cose simili annuì e uscì dalla stanza lasciandolo immerso nelle sue trattative internettiane.

    Una manciata di minuti dopo bussarono alla porta.

    "Avanti..."
    Michael non si vedeva più attaccato com'era allo schermo nella sua guerra all'ultimo click. Non si accorse per questo della figura femminile che silenziosamente era scivolata nella stanza portando un vassoio in mano.

    "Buonasera Signore."
    Una voce delicata gli fece sollevare per un attimo lo sguardo e vide la referenziatissima Mei Li sorridere garbatamente in sua direzione. Era piccola,poco più alta di una bambina, ma assolutamente graziosa,anzi no,deliziosa. Aveva lunghi capelli di un sontuoso nero china,lisci e lucidi come nastri di seta raccolti in una coda alta che accompagnava i movimenti della testa,un viso di porcellana,due occhi brillanti dal classico taglio allungato ed una bocca a cuore dipinta di rosso ciliegia. Non si fosse mossa avrebbe giurato che si trattasse di uno dei tanti manichini che teneva in giro per la villa,il più bello sicuramente.

    "Buonasera...Mei Li vero?"
    Ne osservò le mani bianche che portavano il vassoio ed il polso sottile che spuntava da una camicia candida dal taglio severo.

    "Anche solo Mei,o Li,come preferisce Signore."
    Appoggiò sul tavolo succo di frutta,acqua tonica,aranciata ed un paio di bicchieri ma Michael non riusciva a staccarle gli occhi di dosso,continuò a guardarla fino a che non si accorse di stare esagerando quando lei abbassò gli occhi e sorrise vagamente imbarazzata.

    "E' di suo gradimento ciò che le ho portato? Mi hanno detto che non beve alcolici,ma se preferisce..."
    Michael si scosse ed annuì.

    "Va benissimo,grazie,benissimo."
    "Allora vado Signore."
    No! Perchè così di fretta? Magari possiamo bere insieme qualcosa,mi potresti spiegare il significato del tuo nome che suona come un campanello o come mai hai lasciato la misteriosa ed affascinante Cina...portami a fare un giro sulla Grande Muraglia adesso,parlami dei dragoni di cartapesta e degli Dei del tuo paese.
    Pensò tutto questo,confusamente ,ma si limitò ad annuire per non fare la figura del maniaco e del marpione cosa che in effetti,non era assolutamente.

    Mei Li allora fece un piccolo,aggraziato inchino e si avviò verso la porta ma proprio quando stava per chiuderla alle sue spalle un grido agghiacciante la fece trasalire.

    "Nooooooooooooooooooooooo"
    Michael aveva urlato.
    "Tutto bene Signore?"

     
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  2. monsiter
     
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    :--: :--: :--: aspettiamo il continuo :noncela:
     
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    Uh... quant'è tenera Mei Li ihih. (Per poco credo...) :D
     
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  4. Holiday
     
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    (se vi sentite abbastanza coraggiose)

    Abbiamo coraggio da vendere
    CITAZIONE
    "Nooooooooooooooooooooooo"

    Noooo, ha perso l'asta perchè troppo impegnato a guardare Mei Li?!
     
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  5. Ylenia Jackson 94
     
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    Uh... che bella un'altra FF appetitosa!!
    Già l'inizio mi piace, non vedo l'ora di leggere il continuo!!
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Arrivaaaaaaaa...





    3…2…1!
    Aggiudicato.

    DartFener66 si era portato via il prezioso cimelio senza colpo ferire e sembrava quasi godere come un matto per avergliela fatta.

    No,no,no!”
    Michael rimase a fissare il monitor con l’espressione di chi aveva appena perso l’occasione della vita, poi battè un pugno sul tavolo con tanta violenza da far vibrare il vassoio che si sporse pericolosamente sul margine del tavolo.
    Mei accorse prontamente per evitare il disastro e asciugò con accuratezza le gocce che avevano imbrattato la preziosa scrivania.
    Non osava alzare lo sguardo. Il signore sembrava decisamente contrariato,certo doveva trattarsi di una questione della massima importanza.

    Devo contattare questo tizio e trovare un accordo, non posso assolutamente rinunciare a quel jukebox.”
    Mei aveva accumulato una discreta esperienza riguardo alle strambe abitudini degli artisti, ma non era stato facile, soprattutto all’inizio.
    La sua visione tipicamente orientale della vita strideva con la mentalità rilassata di questi bambinoni viziati, abituati a credere di essere il centro dell’universo.
    Con il tempo aveva imparato ad assecondarli senza stupirsi delle manie a volte decisamente incomprensibili dei cosiddetti divi.
    Del resto il suo ruolo era quello di servire, silenziosamente e senza farsi troppo notare.
    Era un retaggio atavico il suo, che si era dimostrato utilissimo in tutte le sue esperienze passate.
    A parte Xiānshēng Crowe , che aveva tentato di approfittare della sua innata gentilezza con avances a dir poco fantasiose, gli altri l’avevano trattata con la massima deferenza ,apprezzandone l’indole discreta e la competenza professionale.

    Del suo nuovo datore di lavoro conosceva poco in realtà, anche se tutti parlavano di lui in termini non sempre positivi. Non era avvezza ad ascoltare il genere di musica che pare facesse impazzire le platee di mezzo mondo e le foto che aveva potuto ammirare non lasciavano dubbi sul tipo di messaggio che il signor Jackson voleva trasmettere al mondo.

    Ed ora questo.
    Decise che lo stipendio che le era stato promesso sarebbe stato più che sufficiente anche per i giocattoli del re del pop, oltre che per i suoi pantaloni attillati di dubbio gusto e i gridolini isterici.

    Inchinò lievemente il capo per congedarsi ancora dopo aver controllato che tutto fosse in ordine.
    Michael sembrò non fare caso a lei, preso com’era a digitare sulla tastiera.

    Mi versi un succo d’arancia per piacere?”
    Non alzò gli occhi nemmeno per prendere il bicchiere che le veniva porto.

    Posso fare altro per lei ,Signore?
    Finalmente la guardò, un lungo sguardo serio.

    Si. Per esempio potresti smetterla di chiamarmi Signore. Ho un nome Mei.”
    La ragazza arrossì violentemente come se fosse stata aspramente rimproverata. Abbassò gli occhi e si stropicciò le mani.

    Proverò. Non è mia abitudine, ma se lei preferisce…Posso andare ora Si…Michael?
    Michael sorrise e pensò che Mei fosse davvero deliziosa e annuì con la testa, lei si avviò lentamente verso la porta e posò la mano sulla maniglia.

    Mei, ti piacciono le caramelle al lampone?
     
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  7. cinzia 62
     
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    Uhm!Mi sa che ne vedremo delle belle!Bellissima la scena dell'asta!
     
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  8. Ylenia Jackson 94
     
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    Uhh Michael arrabbiato! Mi sono immaginata la scena.. hihih
    ma con Mei... mmm... ne vedremo delle belle!
     
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  9. Elena01
     
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    Come? Aveva sentito bene? Che razza di domanda era questa?

    Mei era abituata a non mostrare mai le sue emozioni, sia per la sua tipica natura orientale, sia per la sua innata riservatezza, ma quella domanda in quel momento la spiazzò non poco.

    Si girò lentamente, con gli occhi bassi ed un piccolo inchino rispose:

    "Come?"

    "Ho chiesto se ti piacciono le caramelle al lampone
    "

    Allora aveva capito bene; che strana cosa da chiedere ad una cameriera!

    Rispose con un sorriso timido sulle labbra:

    "Si, certo"

    "Allora avvicinati e prendine pure una"

    Restò ancora un attimo interdetta, ma era abituata ad assecondare i desideri dei suoi datori di lavoro, anche se decisamente bizzarri come questo, per cui si avvicinò e ,in silenzio, prese una caramella dalla ciotola di cristallo che Michael le porgeva, e la mise con un gesto aggraziato in quella piccola bocca a cuore.

    "Ti dispiacerebbe dirmi cosa significa il tuo nome Mei? Sono curioso"

    Le sue gote delicate assunsero una sfumatura deliziosamente rosata, mentre rispondeva con tono compito:

    "Significa bello, signor Michael"
     
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    Le si addiceva,eccome! Bella era dir poco,anzi,avrebbero dovuto chiamarsi "Meravigliosa" per lo meno.Più la guardava e più rimaneva affascinato da come la sua pelle perfetta catturasse la luce che filtrava dalle tende e da come quel piccolo corpo compisse con grazia ogni più piccolo movimento. La porcellana cinese,oh,lei doveva esser fatta di quella certamente,per essere così bella.

    "Buona vero?"
    "Sì."
    Rispose candidamente mentre prendeva a sua volta una di quelle di palline rosa intenso,lucide e perfette come perle,e se la infilava in bocca.

    "Sono le migliori di tutte"
    Disse facendole cenno di avvicinarsi di nuovo.
    Michael scosse un pò la ciotola e Mei ci guardò dentro dischiudendo le labbra rosse in modo curioso poi lui prese un'altra caramella tra le dita,mettendola esattamente sotto al naso della ragazza.

    "Prendine un'altra."
    Mei arrossì violentemente a quel punto, facendolo sorridere.
    Contrariare il padrone che l'aveva appena assunta oppure rischiare di risultare fin troppo disponibile e dare adito a problemi futuri,questo era il dilemma.
    Guardò Michael, sbattè un paio di volte le ciglia lunghe e arcuate e poi decise che forse era meglio obbedire,ma con discrezione.

    Aprì la bocca e protese appena il mento in avanti, le dita di lui le sfiorarono le labbra poggiandole sulla lingua la sferetta rossa che si rivelò subito dolce quanto la prima ma per l'agitazione rischiò di farla scivolare a terra e per evitarlo si allungò ancora un pò verso di lui ritrovandosi le due dita in bocca,chiuse tra il rosso delle labbra. Subito si rese conto dell'errore e le lasciò andare portandosi una mano alla bocca che adesso conservava più il sapore della pelle di lui che quello della caramella.

    "Mi scusi..."
    Disse mortificata.
    Michael non rispose subito e non perchè fosse minimamente arrabbiato o contrariato ma piuttosto perchè a quell'imprevisto e veloce contatto il suo corpo aveva reagito in maniera repentina facendolo eccitare vistosamente.

    "Mi dispiace..."
    Proseguì lei assecondando la sua natura dolce e remissiva. Michael si asciugò lentamente le dita nel palmo della mano strofinandole le une con le altre e poi decise che forse era meglio andare a sedersi per evitare che Mei notasse la prepotente erezione che gli faceva stringere i pantaloni in modo fastidioso.
    "Altro che pillole blu...meglio le caramelle al lampone..." Pensò impudentemente mentre tornava alla scrivania.

    "Non scusarti sempre Mei,non ce n'è bisogno..."
    Le disse con gentilezza schiarendosi la voce. Non era abituato ad avere una ragazza così in giro per casa,di solito le cameriere sudamericane erano più spicce e meno cerimoniose, ma soprattutto meno belle.
    Aprì l'aranciata e l'acqua tonica e rovesciò i due bicchieri in modo da poterli riempire. Vedendo che si stava servendo da solo Mei si precipitò vicino così da da poterlo sostituire ma lui non glielo lasciò fare.

    "Tranquilla adesso,faccio io,siediti e rilassati e non prenderlo come un ordine,ma come un invito."
     
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  11. Ylenia Jackson 94
     
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    Uuuhh il nostro Michael parte già in quarta eh??
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    La sedia doveva essere chiodata, visto il modo in cui Mei si sedette, proprio al limite e con le mani appoggiate ai lati del suo corpo, come se dovesse essere pronta a scattare in piedi al minimo segnale di pericolo. Serrò le gambe, attenta che la gonna blu non si sollevasse troppo oltre il limite delle ginocchia e si fissò le scarpe in tinta senza tacco che la facevano sembrare una studentessa molto in ansia di fronte ad un professore dall’aria molto severa.

    Non si sentiva a suo agio ed ora che ci pensava non lo era stata dal primo momento, quando aveva incrociato gli occhi scuri di Michael e si era soffermata sulla morbida pienezza delle sue labbra…
    Ma cosa stava pensando..
    Si sentì avvampare e strinse gli occhi per scacciare quell’impudica immagine dalla sua mente.
    Era li di fronte a lui che le agitava il bicchiere sotto il naso e continuava a chiedersi perché stava stravolgendo di significato un gesto apparentemente gentile come quello che Micheal aveva la premura di farle.

    “Mei potrebbe venirmi un crampo. Per favore prendi la tua bibita.”
    Non riuscì a sorridere alla battuta e la mano le tremò visibilmente peggiorando la situazione.

    “Io ho la sua stanza da riordinare e da spolverare e poi…
    Michael si piegò per diminuire la distanza che li separava. Decisamente la ragazza dalla pelle di porcellana era quanto di più incredibilmente dolce gli fosse mai capitato.

    “Voglio solo conoscerti meglio Mei, tutto il resto può aspettare
    La tensione nei suoi pantaloni aveva raggiunto un limite inaccettabile e il solo pensiero di poter sbirciare sotto quella camicetta abbottonata ,che lasciava solo intuire l’idea di un seno piccolo e alto dai capezzoli teneri e rosati, non lo aiutava a rilassarsi affatto. Tanto meno le gambe nervose, bianchissime e nude che si intravedevano appena al di la dell’orlo della sua divisa, servivano a distrarlo dal pensiero fisso che ormai gli riempiva e gli allertava i sensi.

    “Ho scritto tutto nel mio curriculum che il suo collaboratore ha letto. Non c’è altro da sapere che possa interessare una persona importante come lei. Io sono solo una cameriera che deve far bene il suo lavoro.
    Lo disse tutto di un fiato ,perché si sentiva osservata, o meglio spogliata dagli occhi di quell' uomo affascinante e si sarebbe picchiata per questa riflessione davvero fuori luogo.
    Era del tutto normale che lui volesse saperne di più.
    Ma allora perché il cuore le batteva così forte e la temperatura si era alzata così velocemente?

    “La tua lettera di presentazione non può rispondere a tutte le domande ed io voglio sapere molte, molte cose di te.”
    Michael si alzò per evitare che le sue intenzioni apparissero chiare ed evidenti e si portò alle spalle di Mei, concentrandosi sulla nuca appena velata da alcune ciocche sfuggite alla coda ordinata e corvina.
    Avrebbe voluto scioglierle i capelli e tuffare le mani in quella massa di seta lucente.
    Chissà che meraviglioso contrasto avrebbero fatto sulla sua pelle di luna…
    Lei voltò la testa, la sollevò verso di lui e un brivido strano le attraversò il corpo, mentre osservava quelle mani così grandi che desiderava la toccassero ancora.

    “Può chiedermi quello che vuole, spero solo di non deluderla.”

    Solo allora si rese conto di qualcosa che premeva con forza a pochi centimetri dal suo viso, qualcosa che sembrava sul punto di esplodere dietro il tessuto leggero dei pantaloni di Michael.
     
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  13. Ylenia Jackson 94
     
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    Mamma miaaaaaaaaaa!!!!!
    Non vedo l'ora di leggere in continuo!!
     
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  14. monsiter
     
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    molto intrigante questa FF, complimentoni :wub:
    Aspetto il continuo..
     
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    "Di dove sei Mei?"
    Chiese notando come si stesse torturando le mani dall'agitazione.

    "Di Hong Kong."
    "Ci sono stato,una ventina di anni fa,per il Bad World tour."
    "Me lo ricordo."
    "Davvero?"
    "Benissimo,ero piccola,ma la città era in delirio per il suo arrivo."
    Parlavano,ma la testa di entrambi era da tutt'altra parte. Mei continuava a pensare a quel rigonfiamento inequivocabile dentro i pantaloni e alle mani di lui,che immaginò su di sè a toccare punti che le facevano avvampare le guance e Michael continuava a fissare le sue labbra invitanti,i seni piccoli che spuntavano da sotto la camicetta e quel collo sottile e stranamente lungo sul quale avrebbe voluto posare la bocca...la desiderava ormai spasmodicamente e il tutto in meno di mezz'ora.
    Come si chiamava quella cosa?
    Colpo di fulmine? No no,assolutamente era diverso,attrazione ecco...fatale,come quella del film.

    "Un delirio sì..."
    Ripetè quelle parole senza pensarci,fissandola,mentre la sua mano calda le sfiorava finalmente quella pelle perfetta prima sulla guancia e poi lungo il collo,facendole correre un brivido intenso per la schiena.
    Mei lo lasciò fare respirando appena e quando le passò con le dita sopra le labbra le baciò istintivamente,guardandolo negli occhi. Quella cosa gli rimescolò il sangue nelle vene e tutto parve precipitare in un istante.

    "Mio Dio,ti voglio."
    Sospirò mentre ormai non vedeva più niente,accecato dal nero di quegli occhi splendidi,dal suo profumo,dalla morbidezza della pelle. La fece alzare e la sollevò di peso poggiandola sopra la scrivania. Mei lo lasciò fare,incapace di opporsi,trasportata anch'essa da una voglia irrefrenabile e dal fuoco sottile che le faceva bruciare le vene,spingendola a rispondere ai baci che adesso lui le chiedeva premendo le labbra contro le sue,una dolce prepotenza mentre le teneva il mento con due dita. Accolse la lingua di Michael con l'arrendevolezza che la contraddistingueva ma subito dopo la intrecciò alla propria,leggera,guizzando nella bocca di lui in modo terribilmente eccitante.
    Sentì le dita correrle per il busto ed intrufolarsi nella camicetta,slacciare un bottone e strappare i successivi due.

    "La ripagherò,la ricompro..."
    Rantolò ormai davanti al suo seno. I capezzoli color caramello,le areole leggermente tumide,morbide come petali di orchidea,intirizzite appena dal suo fiato che ormai si era fatto vicino e le carezzava.
    Michael guardò quel torace stretto e all'apparenza fragile in silenzio,il petto gli si alzava ed abbassava affannosamente,il cuore pulsava forsennato. Si abbassò quel tanto che bastava per avercelo davanti e poi leccò un capezzolo,piano accogliendolo in bocca un istante dopo e succhiandolo proprio come aveva fatto con la caramella al lampone.
    Mei gli tuffò le mani nei capelli guardandolo con occhi socchiusi dal piacere mentre l'altra mano di lui faceva sparire il seno sinistro,poi apriva le dita lasciando emergere il capezzolo che prese a torturare delicatamente.

    "Michael..."
    Aveva imparato in fretta a chiamarlo Michael e non Signore. Lui sorrise stuzzicato da quella voce che ora faceva le fusa sotto di lui e si raddrizzò prendendole una mano e portandola in basso,là dove il suo sesso scalpitava dolorosamente ancora intrappolato nei pantaloni.
    Mei lo accarezzò,un centimetro dopo l'altro e sul suo viso si dipinse l'espressione più stupita che Michael avesse mai visto. Aprì la bocca,ma non parlò.

    "Sei bellissima,bellissima e ti voglio da impazzire..."
    Le disse con voce talmente suadente da far sciogliere un iceberg.
    Slacciò la cintura allora e poi abbassò la zip mentre due occhi a mandorla guardavano in basso e la loro proprietaria si mordeva il labbro inferiore così forte da farlo arrossare.
    Pochi istanti dopo era fuori,esposto davanti ai suoi occhi,stretto in mano e mostrava fieramente tutto il suo desiderio.

    " Zhe shi shen me henv gao- xìng yù jiàn niv. niv qù na liv!!"
    Il tono allarmato lo fece destare per un attimo dalla torbida nebbia in cui ormai era perso da interminabinabili minuti.

    "ni jie- shòu xìn yòng kav ma"
    "Cosa Mei? Cosa stai dicendo? Non capisco il cinese zucchero..."
    Le disse preoccupato accarezzandole la guancia con la mano libera.
    Lei lo guardò,poi puntò in basso e poi di nuovo il volto.

    "Niente,io...dicevo che sono abituata ai petardi cinesi e non ai cannoni americani!"
     
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