MICHAEL'S

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  1. marigold80
     
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    SPOILER (click to view)
    Mi sono decisa... Probabilmente molte di voi l'hanno già letta, magari rivederla vi annoia pure ma io la posto lo stesso :P
    Portate pazienza cercherò di sbrigarmela velocemente!!!



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    Questa è la mia vita, questa è la mia storia.
    Quando ho iniziato a tenere questo diario era l'estate del 1987. Ho comprato questo quaderno per poter scrivere dei posti che avrei visitato, non sapendo che poi, col tempo, avrei viaggiato senza sapere esattamente dove mi trovavo tanto che la mia mente era presa da ben altro. Pensavo che finite le pagine avrei smesso di scrivere, ma poi alle pagine si sono aggiunti fogli, foto, ritagli, carte intestate di hotel di mezzo mondo e anche qualche tovagliolo di carta preso chissà dove. Scrivevo per non dimenticare nemmeno un attimo, per aver modo un giorno di tornare indietro nel tempo. Ben presto il quaderno era talmente colmo che ho continuato mettendo tutto dentro ad una scatola. Sono anni che è chiusa, sigillata da vari giri di nastro adesivo con una sola scritta che ne identifica il contenuto.
    MICHAEL'S.


    La musica fà pericolosamente tremare i sottili vetri del mio piccolo appartamento, qualcuno bussa al muro della mia stanza,
    'Dacci un taglio Giù!',
    accidenti a questi maledetti muri di cartone,
    'Rock'n roll Mario!'

    Piacere, io sono Giulietta, no abbandonate subito delle idee romantiche, non Giulietta di Romeo... E questo già dovrebbe dir qualcosa.
    Quello che ride alla grossa è Mario il mio vicino di casa, un settantenne che vive qui a Belmont da ormai 50 anni e che ormai è come un nonno per me.
    Dicevamo.. Ho 24 anni e vivo qui a New York da ormai 6 anni, l'appartamento che tra poco lascerò era di mio nonno, c'ho passato quasi tutte le estati della mia vita finchè per l'età mio nonno non si è trasferito nella ben più tranquilla e calda Florida ed io ho preso il suo posto nella piccola comunità italiana nel Bronx.
    Sto preparando le valigie, domani a quest'ora sarò sotto il sole della California, ho trovato un lavoro mega, o meglio, il lavoro ha trovato me. Faccio la massaggiatrice, no non quel tipo, lo faccio seriamente io! Anche questa è un'eredità di mio nonno mani d'angelo. Sono sempre stata affascinata dal suo modo di usare le mani e ho seguito le sue orme. Me la sono sempre cavata bene, ho lavorato per alcuni studi medici ma era tutto dannatamente noioso finchè non mi hanno introdotto nel giro delle squadre di baseball universitarie. Figo potrebbe pensare qualcuno, tutto il giorno con le mani su ragazzoni muscolosi, no dico io, un inferno! Non è facile farsi accettare come ragazza, poco conta che sei brava, la reazione quando entri in uno spogliatoio pieno di uomini in sospensorio è sempre la stessa: nessuno ti prende sul serio. Ho dovuto lottare non poco, non avete idea di che scherzi idioti ho dovuto sopportare, gli uomini a volte sanno essere cosi... deficenti!! Da una stagione lavoro con i Brooklin Cyclons e dal primo giorno ho montato il mio ghigno peggiore, ne ho sopportate tante ma adesso mi trattano come una di loro, nel vero senso della parola. Gli asciugamani se li mettono addosso quando se lo ricordano, il mio nome è diventato baby e la birra del dopo partita un rito irrinunciabile.
    Forse è proprio per questo contatto troppo ravvicinato e prolungato con questi uomini che non sento assolutamente il bisogno di averne uno mio. Un pò come con un cane, lo vedi al canile ed è tutto occhi dolci poi lo porti a casa e ti fà pipì sul tappeto nuovo. Per questo motivo gli uomini li guardo più volentieri da lontano, si mica sono una santa ma mi piace che la sera tornino alla loro cuccia.. Ehm volevo dire casa.
    Solo con Mark le cose sono diverse, leggermente diverse. Lo conosco da quando eravamo piccoli, inglese trapiatato a Belmont ed estate dopo estate siamo diventati amici inseparabili. Siamo cresciuti insieme, abbiamo preso la nostra prima sbronza, abbiamo avuto la nostra prima delusione, ci siamo spesso consolati uno nelle braccia dell'altra, a volte facendo anche sesso. Non è mai stato amore, forse un modo un po' perverso di prenderci cura di noi quando il mondo fuori ci riservava solo delle delusioni, e delle persone che non meritavano un attimo della nostra attenzione. OK, lo sò sembra folle, Mark è il ragazzo più dolce, carino e divertente che io abbia mai conosciuto. Perchè allora non siamo una coppia? Beh a modo nostro lo siamo. Ci vogliamo un infinita di bene, ci rispettiamo, ma non siamo i tipi da relazione, io semplicemente lo definisco il mio migliore amico. Meglio che vada ora, le valigie mi aspettano sul pavimento per la lotta finale contro le cerniere poi stasera grande festa di arrivederci, una scusa come un'altra per uscire e rovinarci come al solito.

    Bene, dato che starò via almeno un anno e prenderò centinaia di aerei credo di dover iniziare a fare una specie di decalogo di viaggio.
    Regola numero 1: non fare mai in modo che la sbronza raggiunga il culmine proprio quando stai per salire su un aereo.
    Andare direttamente in aeroporto non è stata una gran idea, salire sull'aereo men che meno. Fortunatamente uno steward preso da compassione mi ha coccolato tutto il viaggio con the caldi e caffè amari e ora stò decisamente meglio. Atterreremo a LA tra meno di mezz'ora, la temperatura è di 24 gradi..
    Oddio allora ci siano sul serio!
    Massaggiare una compagnia di ballo era l'ultima cosa che pensavo di fare. Non ho mai fatto niente del genere e a dire il vero sono anche un pò tesa, oggi pomeriggio abbiamo il primo incontro collettivo dove ci verrà spiegato tutto.. Speriamo bene...

    Almeno 180 persone sedute nelle prime file di un grande centro congressi, facce di ogni età, sesso e nazionalità.
    Mi sono seduta in seconda fila con la busta che mi è stata consegnata all'entrata e sono riuscita anche a scambiare due chiacchere con il mio vicino di posto prima che un uomo sulla quarantina salisse sul palco.
    'Salve a tutti, non voglio perder tempo quindi arriverò immediatamente al punto. Come avrete notato sul preliminare del vostro contratto non era menzionato il vostro datore di lavoro. La scelta è stata fatta per mantenere un certo riserbo su quello che sentirete e vedrete oggi. Signori siete nell'entourage del Bad World Tour di Michael Jackson.'
    Oh madonna mia santissima!
    'Nella busta che vi è stata consegnata c'è una clausola alla privacy che pregherei tutti di leggere e firmare. Vi lascio qualche minuto e se avete domande siamo a vostra disposizione.'
    Ho letto le due pagine alla velocità della luce, per me poteva anche esserci scritto che in cambio avrei dovuto donare un rene alla scienza.
    Però vi dico una cosa, io non conosco minimamente Michael Jackson.
    Cioè lo conosco perchè volente o nolente è su tutti i giornali con le sue stranberie, perchè Thriller e Beat it sono su tutte le radio, perchè è forse l'uomo più famoso del pianeta, ma oltre a questo non so assolutamente niente di lui. Dopo che un paio di addetti hanno raccolto tutti i fogli una sagoma si è alzata dal fondo della prima fila. Una figura magra che ha salito le scale con un' agilità ed un'eleganza che mi hanno lasciato a bocca aperta. Oddio lui! Ci ha guardato come se ci scrutasse uno ad uno e ha sfoderato uno dei sorrisi più strabilianti mai visti.
    'Vi ringrazio molto per essere qui e per aver accettato di far parte di questo tour, passeremo insieme i prossimi 2 anni e alla fine saremo come una grande famiglia, spero di avere la possibilità di conoscervi uno ad uno, quindi da questo momento non esiste più nessun signor Jackson ma solo Michael.'
    Ci ha salutato con un cenno della mano ed è tornato nell'ombra da cui era venuto. Non ho avuto tempo di metabolizzare il mio incontro dato che siamo stati divisi in gruppi molto più piccoli, in base alle nostre mansioni. Il mio è di 10 persone, un paio di dottori, 3 infermieri e 5 massaggiatori. Il mio superiore diretto è Sonny un omone sui 40 anni con un aspetto leggermente viscido che è anche il massaggiatore personale di Michael. Fortunatamente gli altri ragazzi mi sembrano simpatici quindi.... che l'avventura abbia inizio.

    Se era una cosa buona non chiamavano di certo me.
    Dopo 2 settimane i ritmi si stanno facendo davvero folli, si prova 10 ore al giorno quasi senza sosta e noi abbiamo il nostro bel da fare per tenere in piedi questi ragazzi, tra affaticamenti muscolari, strappi e crampi siamo occupati tutta la giornata fino a notte fonda. Sotto le mie grinfie sono finiti Adam e Ciaran e sono uno il contrario dell'altro. Adam è un ragazzone di colore con una risata contagiosa e delle mani grandi quanto un badile, Ciaran invece è bianco come un lenzuolo, biondo con due occhi azzurri da sembrare quasi trasparenti e un umorismo molto english. A vederci insieme siamo davvero un bel meltin'pot. Come mio solito mi sono dovuta cercare un degno compagno di giochi e in Ciaran ho trovato la mia anima gemella del crimine, il suo sottile umorismo a volte diventa incontenibile ma con lo sguardo da cucciolo che si ritrova tutti finiscono per perdonarlo in un lampo.
    E oggi per la prima volta ho visto Michael da vicino. Sembrerà strano ma in queste due settimane non l'ho mai incrociato se non di sfuggita, in fondo lui sta sul palco e io dietro le quinte ma devo ammettere che la curiosità di incontrarlo era tanta. Durante le prove di solito noi stiamo sul retro, sempre in allerta nel caso ci fosse bisogno di noi ed oggi quel testone di Ciaran ha pensato bene di farsi venire un bel crampo nel bel mezzo di una canzone. Sono salita là sopra per cercare di migliorare la situazione ma appena sono entrata con il mio borsone lui si è messo a ridere come un pazzo,
    'Mi sembri una crocerossina!'
    Adam lo ha seguito a ruota con quella risata forte e travolgente che attira l'attenzione di tutti.
    'E tu se non la fai finita sembrerai uno zoppo tra un pò'
    Ho iniziato a massaggiargli il polpaccio consapevole dei tanti occhi addosso, non me ne preoccupo più ormai, quando entri in uno stadio gremito è ben peggio.
    Ma quando Michael si è avvicinato, beh devo dire che un filo di tensione è salito. Nonostante i suoi capelli gocciolassero di sudore il suo profumo mi è arrivato dritto in testa. Mi ha guardato serio con le mani sui fianchi per qualche minuto poi ha sbuffato rumorosamente
    'Dovremmo continuare...'
    Ho alzato solo gli occhi da quello che stavo facendo per incontrare i suoi, impazienti, nervosi e con una nota di disapprovazione. Sinceramente non una bella impressione. Con l'aiuto di Adam abbiamo portato Ciaran nell'infermeria.
    'Spocchioso ed arrogante...'
    Ciaran mi ha guardato con un mezzo sorriso,
    'No, è solo molto nervoso. Non è sempre cosi, di solito ride e scherza ma più si avvicina l'inizio del tour e più sembra sulle spine. Non ne capisco davvero il motivo, ha messo in piedi uno spettacolo incredibile e lui è perfetto....'
    Bhè nervoso o no il primo impatto non è stato davvero un gran chè.
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Posso unirmi alla lista delle tue spasimanti? :loveu:
     
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  4. V e l e n o
     
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    Allora io prendo il numero 3! :D
    Monica, monica, monica.... :loveu:
     
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  5. paolez
     
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    non ci conosciamo ancora, però...io mi unisco alle altre!! :P
    bravissima!!
     
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  6. Sarina ~
     
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    Numero 4! :loveu:
    Posta presto!!!
     
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  7. °Alexandra°
     
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    :**: S-T-R-A-O-R-D-I-N-A-R-I-A.
    Ma quale annoiarci????
    Stai scherzando Monica?! :**:
    Questo forum senza la tua FF non era ancora completo :**:
    :wub:
     
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  8. cinzia 62
     
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    Bellissima!La stavo leggendo su MMJ ma poi non l'hai più aggiornata.Qui la proseguerai vero?
     
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  9. marigold80
     
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    CITAZIONE (cinzia 62 @ 23/9/2010, 22:48)
    Bellissima!La stavo leggendo su MMJ ma poi non l'hai più aggiornata.Qui la proseguerai vero?

    :--: Cinzia scusa....
    Mi è dispiaciuto molto lasciarla incompleta di là ma purtroppo da quando il forum è andato in palla io non sono più riuscita ad entrare bene. Ogni volta era una lotta e spesso quando postava si bloccava tutto...
    Ma qui continuo don't worry!!!!!!!!!!! ;)


    Ragazze il rotolo con i numerini è proprio lì alla vostra destra.
    Grazie per la cortese attenzione.
    :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: Vi adoro!!!!!!!!!
     
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  10. marigold80
     
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    Restare chiusi in un aereoporto per 4 ore non è certo l'inizio dell'avventura che mi aspettavo. Il resto della troupe è partita quasi una settimana fà per preparare palco, luci e suoni, noi e tutto lo stretto entourage di Michael saremmo dovuti partire stanotte, ma alle 5 del mattino del nostro volo non c'è ancora traccia. Michael è arrivato con Di Leo circa un'ora fà, se ne stà seduto in un angolo con un libro in mano che non credo stia leggendo, si guarda intorno come se ci vedesse per la prima volta in questi 2 mesi. Noi non gli abbiamo reso di certo l'attesa tranquilla dato che con l'insofferenza ormai alle stelle abbiamo fatto decisamente un bel casino. Ormai anche tra di noi si sono creati diversi gruppetti, ci sono quelli più tranquilli e riservati che, come Michael, preferiscono leggersi un libro in pace, altri che chiaccherano a bassa voce, qualcuno dorme o almeno ci prova e poi ci siamo noi. Una decina di ventenni intossicati dalla caffeina assunta nelle ultime ore in quantità industriali, con un modo decisamente rumoroso di ammazzare la noia. Quando il gruppo dei boss, come ormai sono stati ribattezzati, è entrato il tono si era molto abbassato ma col passare dei minuti il caos è tornato a regnare sovrano, tanto che abbiamo addirittura giocato a football americano con un maglione arrotolato e col serio rischio di spaccarci la testa contro qualche poltroncina. Certo il fatto che fossimo ragazze contro ragazzi non ci ha di certo aiutato ma ci ha garantito un mal di pancia dalle risate, Adam dopo l'ennesimo punto segnato a loro favore mi ha preso, ribaltato a testa in giù e mi ha portato in giro tra le file di poltrone come un trofeo. La sua risata grassa e contagiosa ha riempito la sala, ma solo allora, a testa in giù come un salame ho potuto notare lo sguardo di Michael posato su di noi. Sinceramente ho smesso di pormi problemi alle sue occhiate, i suoi occhi sono perennemente coperti da degli occhiali da sole e non si capisce mai in che modo ti stia guardando. A volte ti sembra quasi uno sguardo di rimprovero poi noti che lui si allontana come niente fosse, a volte sembra che ti stia osservando quando invece sta facendo davvero tutt'altro. Ma lo sguardo dell'aereoporto mi è rimasto impresso in mente. Gli occhiali da sole erano al loro solito posto, aveva la faccia stanca di chi non ha quasi chiuso occhio ma sorrideva. In un primo momento ho pensato ridesse di noi e della nostra idiozia ma a guardarlo attentamente ho notato che lui sorrideva con noi nonostante fosse seduto dall'altra parte della sala. Un sorriso divertito, ma allo stesso tempo triste, mi ha dato l'idea di uno di quei bambini che durante l'ora la ricreazione nessuno chiama a giocare e che alla fine partecipano a modo loro stando semplicemente a guardare. E quel tipo di sguardo lo conosco fin troppo bene dato che spesso ero proprio io a starmene seduta da una parte. Mi ha molto intristito, mi ha fatto pensare a come lui sia chiuso nel suo mondo fatto di manager, persone importanti, con la cravatta al collo e tanti capelli bianchi che parlano solo di lavoro e raramente lo fanno sorridere.
    'Juliette!!'
    la voce grossa e decisamente arrabbiata di Sonny mi ha fatto tornare coi piedi per terra, nel vero sensa della parola.
    'Pensate di darci un taglio? Siamo qui per lavorare non per fare i pagliacci!' L'ho guardato con la mia solita faccia angelica, non lo sopporto, non posso farci niente, è una sensazione a pelle, non mi è piaciuto dalla prima volta che ha messo piede dentro il mio spogliatoio a New York.
    'Possibile che non ce la fai proprio ad essere seria per un attimo? Devi solo ringraziare che sei brava se no ti avrei già fatto sparire...'
    'Non devo mica ringraziare te di essere brava...'
    Qualche risatina è partita alle mie spalle, ma a Sonny la battuta a quanto pare non è affatto piaciuta ed è calato il silenzio mentre percorreva i pochi passi che ci dividevano per mettersi a pochi centimetri dalla mia faccia, 'Signori iniziamo con l'imbarco.' Sonny mi ha scoccato un'occhiata truce a cui io ho risposto con uno dei miei migliori sorrisi prima di tornare tra i boss a recuperare le sue borse.
    'Quel tipo proprio non ti sopporta...'
    Un braccio di Ciaran mi ha circondato le spalle in una stretta calorosa e allegra,
    'No, nemmeno un po', ma non mi interessa niente...'
    'Vedi di non farti licenziare Baby, se no dopo che faccio io?' Le dua grandi braccia di Adam ci hanno preso entrambi alle spalle,
    'No che faccio io dopo? Mi devo sopportare il biondo da solo??'

    La gente è completamente impazzita.
    Non ho mai visto niente del genere e sinceramente non riesco a capirlo. Le prime date di Tokio sono volate, è andato tutto alla grande ma la cosa che mi ha stupito di più in assoluto è stata l'accoglienza che ci hanno riservato.
    La follia.
    Gente sotto il nostro hotel 24 ora su 24, ragazze che cercavano e a volte riuscivano ad entrare che scoppiavano in lacrime appena intravedevano un musicista o addirittura Karen, la truccatrice. Tutto quello che ruota intorno a questo tour e a Michael in particolare è preso d'assedio da centinaia di fans in assetto di guerra ed io non lo capisco. Ho assistito allo show, sono onesta e ammetto che Michael quando è sul palco è completamente un'altra persona. Tira fuori una grinta ed un sex appeal che trascina con sè chiunque gli passi vicino. Ma nononstante questo non sono ancora riuscita ad inquadrarlo bene. Insomma, ho veramente poche situazioni da comparare, da un lato lui scontroso durante le prove, dall'altro il suo sguardo all'aereoporto e sono davvero poca cosa per poter giudicare. Ma vedo come si comporta quando stà in hotel e ve lo giuro, chi gli stà vicino tutto il giorno deve avere una pazienza infinita! Tutti i suoi collaboratori non fanno altro che girare avanti e indietro dalla mattina alla sera, Michael ha fame, Michael ha sete, dov'è il parrucchiere, abbiamo bisogno di un televisore più grande, insomma li fà girare tutto il giorno come trottole impazzite per poi arrivare sul palco e ringraziare tutti con un gran sorriso. Mhà, io ancora non ci ho capito niente e grazie al cielo non sono io a dover correre tutto il giorno appresso a lui se no sentireste gli urli! Noi abbiamo dei ritmi molto più rilassati, si fà per dire, nel senso che finito lo spettacolo possiamo uscire tranquillamente e imbucarci in una delle mille feste organizzate per Michael alle quali lui non mette mai piede. Come si muove ha stuoli di persone pronte a fare qualsiasi cosa per accontentarlo e nonostante lui passi tutte le sere nella sua stanza a guardare film, almeno cosi ci raccontano, il mondo intorno a lui lo accoglie come un Re. Meglio per noi a dire il vero, non capita tutti i giorni, per noi comuni mortali, di avere feste organizzate, auto che ti portano ovunque e per quanto riguarda i ragazzi uno stuolo di giovani fanciulle capaci di qualsiasi cosa pur di entrare nell'hotel dove dorme il loro mito.
    Ora stiamo tornando ad Osaka, per la seconda volta in un mese.
    L'ho detto io che sono tutti completamente impazziti!
    Ma dopo queste 3 date quasi un mese libero!!! Non vedo l'ora di tornare a casa, tornare per le strade del mio quartiere, svegliarmi il mattino con il profumo dolce del pane fresco che sale dalla panetteria sotto casa e di rivedere i miei amici. Ciaran mi raggiungerà per qualche giorno prima di tornare insieme a LA per una settimana di prove prima della partenza per l'Australia.
    Ma ci pensate? Juliette in Australia!!

    Stò tornando a casa, quando scenderò da questa scatoletta di latta New York sarà nel pieno dell'autunno, le strade saranno piene di foglie colorate e la temperatura sarà già abbastanza bassa da dover indossare il cappotto, ma non vedo proprio l'ora. Anche perchè ho decisamente bisogno di riflettere un po' su come cambierà il mio lavoro al mio ritorno.
    A Osaka è successo un casino ed io come mio solito ci sono finita dentro con tutti i piedi.
    E' successo tutto la seconda sera, come al solito dal pomeriggio avevamo già organizzato la serata. Una festa in uno splendido locale in centro ci attendeva e l'idea dell'imminente ritorno a casa ci rendeva tutti euforici a dismisura. Stavo uscendo dalla mia stanza, Ciaran mi aspettava in corridoio e un taxi fuori dall'hotel ma quel maledetto telefono ha squillato ed io non ho saputo trattenermi ed ho risposto. Non è facile vivere lontani da tutti i propri affetti, a volte anche solo una parola detta da chi ami attraverso il telefono può cambiare la giornata e io in questo mese sono diventata praticamente dipendente di quell'aggeggio. Quando dopo una giornata infinita, quando non hai nessuno vicino che ti conosce abbastanza da capire come stai da un tuo sospiro quell' inerme pezzo di ferro sul tuo comodino diventa uno scrigno magico. Basta alzarlo e tutte le persone che ti mancano possono starti per un attimo accanto, possono strapparti un sorriso o una lacrima a volte, ma ti danno comunque la gioia di chiudere gli occhi la sera e sentirti amata. Per questo sono corsa dentro e ho risposto, perchè speravo che fosse mia madre, o Mark che voleva sapere dove andavamo a far danni quella sera, non mi aspettavo di certo di sentire invece la voce dura e arrabbiata di Sonny.
    'Prendi la tua roba, vola di sopra e vai da Jackson, ha chiamato per un massaggio prima di dormire' .
    Ho fissato un attimo la cornetta, che cavolo voleva lui da me?? E' lui che prende migliaia di dollari per fare quel lavoro non io!
    'Non penso proprio, stò uscendo e poi sei tu il suo massaggiatore non io!' Ho sentito il suo respiro farsi più pesante e la sua voce si è abbassata drasticamente,
    'Non ci siamo capiti. La mia non è una domanda, è un'ordine. Io sono in città, quell'effemminato mi aveva dato la serata libera e io adesso sono decisamente impegnato. Quindi tu prenderai la tua roba, andrai di sopra, farai quel massaggio e troverai anche una scusa per coprirmi chiaro? Non devo di certo andare a dire a Di Leo che hai avuto il posto perchè offri massaggi "particolari"...''
    Non potevo credere alle mie orecchie, lui che è stato il primo a farsi quell'idea appena è entrato nel mio studio, lui che ne è stato anche sbattuto fuori per questo ma che mi ha assunto perchè tutti gli avevano detto quanto ero seria e preparata adesso mi ritorce contro questa storia?? Non potevo crederci, ho lottato tutta la vita contro questa stupida discriminazione nei miei confronti, ho modificato il mio modo di pormi e il mio carattere, ho cercato sempre di essere perfetta in quello che facevo in modo che chiunque lavorasse con me mi ricordasse per la mia professionalità e non per altro, e adesso perchè lui era in qualche lap-bar in giro per Osaka io avrei dovuto buttare all'aria la mia carriera??
    'Va bene, ma sappi che questa è la prima e l'ultima volta perchè non sono disposta a farti alcun piacere da oggi in poi. Mi fai schifo Sonny e non mancherò occasione per dimostrartelo...'
    Lui ha riso soddisfatto dall'altro lato del telefono,
    'Brava, ne vale del tuo posto Baby, e il tuo è un gran bel posto lo sai?'
    'Non chiamarmi Baby... e vai a farti fottere Son...'
    Ho sbattuto giù il telefono e mi sono caricata il mio borsone sulle spalle, Ciaran mi fissava dal corridoio con un viso sgomento, l'ho rassicurato che lo avrei raggiunto e mi sono infilata dentro l'ascensore, destinazione 5°piano, la super mega suite del Sig. Jackson.
    Quando sono arrivata davanti alla porta due enormi armadi a muro vestiti mi hanno fatto entrare in un salotto all'apparenza vuoto, ho alzato un po' la voce e mi son buttata,
    'Signor Jackson sono qui per il massaggio...'.
    Per un attimo nessuna risposta poi una voce,
    'E tu chi cavolo sei?'
    Ecco! Perfetto!
    'Sono Juliette, Sonny mi ha mandato perchè è rimasto bloccato in città, mi ha detto che aveva bisogno...'
    Bello parlare da soli, nonostante avessi sentito la sua voce la stanza era vuota e io non avevo idea di dove fosse, poi un viso incorniciato da un ammasso di lunghi capelli neri e scompigliati quasi quanto i miei è comparso da dietro lo schienale del divano. Mi ha fissato per un lungo momento, guardandomi dall'alto verso il basso per poi scomparire di nuovo da dove era venuto,
    'Avevo bisogno di Sonny non di te... Non ho idea di chi tu sia, non mi faccio mettere le mani addosso da te...'
    Cosa? Cosa??? Ho avuto un attimo di buio, sarei saltata dall'altra parte del divano per tirarlo sul per la sua stupida camicia e dirgliene quattro ma lui mi ha preceduto alzandosi in piedi e guardandomi con una faccia indecifrabile.
    'Quindi fai venire qui Sonny immediatamente...'
    Ok, calma, se me ne vado e Sonny non arriva sono fuori, se resto e insisto molto probabilmente sarò fuori lo stesso magari non per mano di Michael ma per Sonny, bello, e io che volevo solo andare a ballare! Ho cercato di mantenere la calma e una faccia molto rilassata,
    'Gliel'ho detto, Sonny è stato trattenuto in città, aveva la serata libera.'
    Michael si è incamminato verso la porta sul fondo della stanza come se non mi avesse nemmeno sentito parlare, ormai certa di essermi giocata il posto ho raccolto la mia roba e mi sono girata verso l'uscita,
    'Comunque, dovresti provare con un bagno di ghiaccio alla fine del concerto.'
    Ha fatto un risolino quasi isterico prima di rispondermi,
    'Un che?'
    'Un bagno nell'acqua con ghiaccio, dopo uno sforzo il freddo è un vasocostrittore, contrasta le infiammazioni e di conseguenza i dolori. E se il dolore già c'è lo anestetizza, con gli sforzi che fà quasi tutte le sere e le alte temperature a cui è sottoposto sul palco le servirebbe sicuramente.'
    A quel punto io sarei dovuta uscire e andarmene alla mia festa ma se c'era una cosa che non sapevo di Mister Jackson è proprio che sà essere curioso come una scimmia.
    'E perchè, se cosi fosse, Sonny non mi ha mai detto niente?'
    'Perchè non è una pratica comune, viene usata solo in alcuni sport come la corsa o l'hockey ma dà buonissimi risultati, sopratutto per degli sforzi prolungati.'
    'E tu come le sai queste cose?'
    'Massaggio una squadra di Baseball e cosi abbiamo avuto un drastico calo degli infortuni.'
    Era diventata una situazione comica, uno davanti all'altra in un botta e risposta senza capo nè coda, con lui a braccia incrociate sul petto ed io con la mia borsa in spalla. Non ha più detto niente per un lungo momento, guardava un punto indefinito sul muro di fianco a me come se stesse soppesando le mie parole. Non ricevendo più risposta ho semplicmente aperto la porta e mi sono incamminata ma non mi ha lasciato andare molto lontano.
    'Aspetta. Quindi tu saresti la massaggiatrice dei Cyclons?'
    'Si, sono io. Ti piace il baseball?'
    Lui ha sorriso divertito,
    'Assolutamente no, mi ricordo di te perchè Frank mi aveva detto che eri nello staff, non pensavo fossi una ragazza. E' strano che tu faccia una cosa del genere.'
    Bene, e questo come lo devo interpretare? E' un complimento, oppure sono un fenomeno solo perchè sono una ragazza o cosa?? Fortunatamente non mi ha dato il tempo per replicare perchè si è incamminato veloce verso la porta iniziando a slacciarsi la camicia,
    'Vediamo che sai fare, tanto in queste condizioni non riuscirei comunque a dormire...'.
    Sinceramente pensavo peggio, cioè dalle rispostine secche del salotto siamo passati ad un piacevole silenzio durante il massaggio, è magro, molto di più di quello che traspare dai vestiti e a parte l'utilizzo di creme particolari non ha messo parola su quello che stavo facendo. Solo su quello però...
    'Ti presenti sempre cosi?'
    Il tono era indifferente e il suo viso nascosto nel lettino non mi aiutava di certo a capire il tono della domanda,
    'In che senso scusi?'
    'Nel senso se ti presenti sempre in tacchi e paiettes...'
    Mi sono guardata velocemente e il camice che avevo indossato non riusciva a coprire gli alti tacchi e i leggins luccicanti al di sotto,
    'No, stavo uscendo e sono salita cosi...'
    'Uhmmm stavate andando ad una delle mie feste?'
    Ecco, beccati!!
    'No.. Cioè si, stavamo andando ad una festa, non sò se era per lei o meno...'
    Con l'ultima passata delle mie mani sulla sua spalla destra lui si è alzato veloce dal lettino rinfilandosi la camicia in un solo gesto, ho iniziato a metter via le mie cose mentre lui si rivestiva e la sua domanda mi è arrivata a bruciapelo,
    'Ti metto agitazione?'
    'Decisamente sì, sei il capo e nemmeno tanto magnanimo da quello che dicono...'
    Le parole mi sono scivolate fuori troppo velocemente, troppo. Non ci posso fare niente, se agli altri essere massaggiati rilassa a me rilassa farli e in quel momento avevo la testa troppo leggera per rispondere a quella domanda in modo razionale. Ho alzato piano la testa dalla mia borsa per vedere la sua reazione e lui se ne stava in piedi di fronte a me con la faccia seria.
    'Grazie, va molto meglio adesso. Buonanotte.'
    Con quelle poche parole se ne è andato e non so se è stata suggestione o se davvero ha sbattuto la porta. Sò solo che ho passato il resto della notte chiusa in un locale, con un bicchiere di vodka in mano accerchiata dagli altri e convinta di aver perso il mio posto.

    Quando il mattino successivo mi hanno svegliato buttandomi giù dal letto e trascinandomi nell'ufficio di Di Leo ormai ero certa della mia fine, sono rimasta però sorpressa di trovare anche Sonny nella sedia accanto alla mia. Di Leo se ne è uscito con un discorso sul ruolo che ricopriamo, sul prestigio del nostro cliente e sul nome che ci faremo con questo tour che io non ho realmente seguito, la mia testa era già a casa, pensavo a come riavere il mio posto nella squadra, a come raggranellare qualche soldo extra lavorando nel pub in fondo alla strada quando la voce di Frank mi ha fatto saltare sula sedia,
    'Sonny, sei fuori.'
    Ho passato lo sguardo dai loro volti più volte, il viso di Sonny era un misto tra stupore e rabbia crescente, ma quando ha capito quanto fosse seria la cosa ha tirato fuori il suo lato più viscido. I dieci minuti che sono seguiti sono stati veramente imbarazzanti per me che ascoltavo figuriamoci per Sonny che quelle cose le stava dicendo sul serio, ma Di Leo non ha fatto un gesto, lo ha fatto finire e gli ha allungato sul tavolo la rescissione del suo contratto facendolo poi accomodare fuori dalla stanza. Quello era il mio momento, ero certa di fare la stessa fine, ma almeno l'avrei fatta con più dignità, non mi sarei di certo messa a pregarlo.
    'Mi hanno detto che ha fatto davvero un ottimo lavoro ieri sera, tanto che per la prossima serie di concerti abbiamo già ordinato una vasca da mettere nel back stage per questi famosi bagni di ghiaccio. E dato che l'idea è stata sua, vorremmo che se ne occupasse lei d'ora in poi.'
    La mia faccia stupita deve averlo mosso per compassione perchè dopo un sorriso lieve mi ha sbattuto davanti una mazzetta di fogli e una penna,
    'Vorremmo, o meglio, il Signor Jackson vorrebbe che lei prendesse il posto di Sonny.'
    Non potete immaginare la mia faccia, o forse si! Non potevo credere alle mie orecchie, ero convinta di perdere il posto e invece...
    'Dove devo firmare?'
    Di Leo mi ha guardato serio,
    'Voglio essere onesto fin da subito Juliette, c'è bisogno di disciplina, di costanza e di disponibilità ad ogni ora. Michael è molto esigente in queste cose come avrai capito e non posso permettermi di cambiare massaggiatore ogni mese. Quindi voglio che firmi solo se sei certa di poter mantenere questo impegno se no continuerai con le tue mansioni e troveremo qualcun'altro per il resto del tour. Ma non voglio casini, non voglio distrazioni e voglio il massimo della privacy. Se accetti è tutto scritto qui.'
    Ammetto che quel discorso mi ha un po' spaventato, insomma devo fare dei massaggi non lavorare per la CIA. Ma se è questo quello che vogliono, sarà quello che avranno. Ho firmato senza battere ciglio e un sorrisetto compiaciuto è apparso sul mio viso, non potevo crederci.
    'Inizierai ufficialmente quando ricominceranno le prove a LA ma stasera ti voglio dietro le quinte nel caso ci fosse bisogno. Torna a dormire ora, hai davvero un brutto aspetto.'
    Sono rimasta a bocca aperta da quell'ultima affermazione mentre lui usciva e mi lasciava sola nella stanza, lo avresti anche tu questo aspetto se ti fossi scolato un'infinità di vodke e avessi dormito 2 ore caro il mio Frank.

    Dopo aver dato la splendida notizia anche agli altri, nel pomeriggio siamo andati allo stadio, man a mano che l'ora di inizio si avvicinava io ero sempre più un fascio di nervi. Non avevo mai visto lo spettacolo completo, con tanto di pubblico, se non per brevi momenti da dietro le quinte e ritrovarmi lì immersa in quell'isteria di massa mi ha scioccato e non poco. Ho incrociato solo con lo sguardo Michael, non mi ha detto una parola riguardo alla sera precedente ed io me ne sono stata zitta e buona, vuoi mai che cambiasse idea! Comunque ora eccomi qui, stò per tornare a casa, non vedo l'ora di riabbracciare Mark e Mario e per due settimane dimenticare la frenesia del tour. Questo nuovo incarico, sono sincera, mi spaventa e non poco. Non per il lavoro in sè, ma per la vicinanza prolungata a Michael alla quale sarò sottoposta. Mi mette soggezione, agitazione, nervosismo.
     
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  11. marigold80
     
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    Queste due settimane sono letteralmente volate. Mi sono riposata, rilassata, ma adesso che sono di nuovo a LA mi sento di nuovo un fascio di nervi. Appena sono atterrata un paio di armadi mi hanno caricato su un'auto nera e mi hanno portato in un mega hotel in centro. Direttamente davanti alla porta della stanza di Michael. La scena, a dir la verità mi ha fatto anche ridere, essere prelevata all'aereoporto da due che sembrano dei Men in black vi assicuro che lascia le facce dei vostri compagni di viaggio davvero basite. Comunque, Michael mi aspettava seduto sul terrazzo della sua stanza. Quando mi sono affacciata alla porta finestra lui mi ha solo fatto cenno di sedermi di fronte a lui,
    'Caffè o thè?'
    L'ho guardato sconcertata, non ci vediamo da due settimane, l'ultima volta se ne è andato sbattendo la porta e adesso sembra quasi che siamo amici da una vita. Non lo capisco.
    'Caffè...'
    Mi versa una tazza e me la porge con un sorriso. No, proprio non capisco. Io son fatta cosi, son diretta, a volte troppo, posso sembrare dura ma la verità è che solo indossando questa maschera riesco a sentirmi protetta. Lo guardo quasi in cagnesco mentre prendo il primo sorso,
    'Dov'è il trucco?'
    lui si mette comodo sulla sedia e mi punta gli occhi dritti in faccia,
    'Quale trucco?'
    'Non sò', non mi sembrava di averti fatto una bella impressione l'ultima volta che ci siamo visti e non mi aspettavo questo dopo la mia infelice risposta..'
    'Non me lo aspettavo nemmeno io, ma ci ho pensato. E mi è piaciuta la tua risposta. Schietta. Nessuno lo è con me. Girano tutti intorno alle cose, non mi danno mai una risposta che io non voglio sentire. Tu invece lo hai fatto. Sonny mi ha deluso molto, puoi essere bravissimo nel tuo lavoro ma devi comunque essere una brava persona, e tu mi sembri una brava persona.'
    Lo guardo da sopra la mia tazza, non sò quanto sappia di quella sera e di certo non voglio essere io a peggiorare le cose.
    'So che sono esigente'
    mi dice appoggiando i gomiti sul tavolo e sporgendosi ancor più verso di me,
    'E so anche che a volte sono un vero rompi palle. Ti ho voluto vedere prima delle prove perchè voglio che tu mi risponda sempre come hai fatto l'altra volta. Non voglio che mi dai ragione se non ce l'ho, e non voglio che mi dici -Si Michael- se non è quello che pensi. Da adesso in poi puoi mandarmi a quel paese se lo credi giusto, puoi urlarmi contro se ti innervosisco e puoi incazzarti se me lo merito.'
    Rischio davvero di avere una lussazione alla mascella dal gran che è finita in basso, non seguo il suo discorso e non riesco davvero a capire per quale motivo mi stà dicendo queste cose,
    'Scusa ma io non credo di poterlo fare. Tu sei il mio capo, se solo Frank mi sentisse sbraitarti contro sarei caricata sul primo aereo dai tuoi armadi a muro alla velocità della luce'
    'Non lo faranno, voglio solo che tu sia onesta con me, mostrami quanto posso essere insopportabile...'
    mi dice con un sorriso.
    'Bhè questo credo di poterlo fare....'
    Ride di gusto e si alza,
    'Vado a cambiarmi, finisci pure, ti aspetto di là'.
    Bella questa!! Il mio capo mi dice finisci pure io ti aspetto!!! Incredibile, davvero assurdo. Sono stata con lui in hotel fino a tardo pomeriggio, poi alle prove, di nuovo in hotel e finalmente alle undici sono riuscita a varcare la soglia della mia stanza. E alle dieci la mia sopportazione era già oltrepassata! No, a parte gli scherzi, Michael è tosto. Cambia umore alla velocità della luce, lo guardi un attimo ed è sorridente, l'attimo dopo uno sguardo da pittbull gli copre il viso. Ma nonostante questo in tutta la giornata non l'ho mai sentito alzare la voce nemmeno una volta, ha sempre quel tono pacato, quella voce leggera e il sorriso. Non lo sò, mi sembra quasi una bomba alla nitroglicerina e mi aspetto da un momento all'altro che uno scossone più forte lo faccia esplodere.

    Ho una bella notizia, non è esploso. Siamo in aereo per Melbourne e a Michael non è ancora esplosa la testa tipo cartone animato e non è nemmeno esploso lui facendo una strage di gruppo. E' semplicemente Michael. Non so dove trovi la pazienza e il tempo per seguire tutto. Vivere al suo fianco queste due settimane è stato veramente stancante se poi pensiamo che alla fine io non facevo altro che andargli dietro e aspettare che avesse finito le sue cose non oso immaginare come mi sarei ridotta se fossi stata lui. Michael a tratti è una scoperta, ad altri una conferma. Stare nella cerchia dei boss mi ha fatto capire quante cose fà senza che nessuno lo sappia, le visite regolari agli ospedali pediatrici, le retate da Toy's con dei veri e propri camion per prendere giocattoli prima di ogni visita, i bambini che incontra a cui regala sempre un sorriso e una carezza. E poi ci sono le conferme. Il suo essere capriccioso, le fisse sul cibo, armadi pieni di vestiti tutti uguali dello stesso colore. Un folle. Poi arriva la sera, lo vedo sul palco e mi rendo conto che non è poi cosi tanto matto, è eccentrico ed è una star. A volte crolla ed è come un bambino in continua ricerca di complimenti e conferme, di sentirsi accettato, di sapere che chi lo và a vedere in concerto torni a casa soddisfatto e a volte cerca anche qualcuno con cui prendersela. E secondo voi, dato che mi è stato dato il potere di incazzarmi chi sarà mai quel qualcuno? Non lo fa mai con cattiveria sia chiaro, inizia semplicemente per punzecchiarmi e finisce sempre per mandarmi in bestia. Discussioni sceme, come quella di ieri, che da un lato mi fanno sorridere ma dall'altro mi fanno capire quanto lui viva sul serio in un mondo tutto suo. Sono rientrata in hotel dalle prove con il van dei ballerini, nonostante io abbia cambiato mansione la mia amicizia con Ciaran e Adam non è di certo finita, anzi. Siamo sempre insieme quando Michael non ha bisogno o è fuori, e dato che staremo via un'altro mese prima della pausa invernale stavamo già organizzando qualche pomeriggio insieme. Sono salita nella sua suite e ho aspettato buona buona che lui rientrasse. E' arrivato quasi un'ora dopo come un tornado, ho fatto in fretta ad alzarmi dalla mia comoda posizione sul divano quando l'ho visto sfrecciare nervoso davanti a me per poi iniziare a ronzare intorno al tavolo,
    'Cosi non và...'.
    Inutile chiedergli di cosa stesse parlando, a volte parla, si risponde da solo, ti chiede conferme e tu non hai la più pallida idea di cosa stia dicendo.
    'Non credo che sia un comportamento appropriato alla situazione. Non è nè il modo, nè il luogo adatto, insomma non voglio che ci siamo questi rapporti all'interno dello staff. Vogliamo fare questa figura? Dimmelo. Vogliamo?'
    Va bhè, cosa potevo rispondere?
    'No che non vogliamo Michael.'
    Si è immobilizzato e mi si è messo di fronte a me con le mani sui fianchi.
    'Bene, perfetto. Quindi dacci un taglio.'
    No, no, fermi, alt, stop.
    'Di cosa stiamo parlando??'
    Ha aggrottato la fronte con il suo classico sguardo di rimprovero.
    'Mi stavi dando ragione a prescindere??'
    Mi sono messa a ridere, quando inizia con queste solfe fà veramente morire.
    'No... Ok Si! Non so di cosa stai parlando Mike! Sei entrato e sembrava che l'altra metà del discorso tu l'avessi fatta da solo mentre salivi in ascensore! Devo dare un taglio a cosa?'
    'Frank mi ha detto che non vuoi viaggiare con il mio entourage ma con i ballerini, non vuoi una stanza al mio piano ma la dividerai con Ciaran. Non và cosi. Siamo qui per lavorare non per fare dei viaggi di nozze!'
    Gli ho riso in faccia mentre lui scrollava la testa, lui è cosi, vive nel suo mondo, non fà differenze tra bianco, nero, adulto bambino.... etero e gay! L'ho guardato ma lui era ancora serio.
    'Sul serio non lo hai notato?'
    'Ho notato solo che ogni volta che ti cerco sei con lui, non voglio sindacare su questo ma non è il luogo adatto.'
    'Michael, Ciaran è gay.'
    Oddio, la sua faccia!! Ha passato varie tonalità di rosso prima di alzare gli occhi spalancati su di me,
    'Sul serio?'
    'No ma sul serio tu! Si vede lontano un chilometro, dio ma non ti ha fatto strano che sia il tuo unico ballerino con la tuta color glicine??'
    Si è seduto accanto a me sul divano.
    'Bhè no, non mi è mai passato per la testa, insomma ha sempre un sacco di ragazze intorno.... Che figura...'
    Non ce l'ho più fatta, la sua faccia era impagabile e le risate mi uscivano da sole, è stato per un po' zitto di fianco a me piegata in due dal ridere poi è partito con una cuscinata,
    'Smettila di prendermi in giro!!'
    'No, non ti stò prendendo in giro!! Dovevi vedere la tua faccia!!! Oddio ma che ti pensavi?'
    Di nuovo il suo viso si è colorato di rosso,
    'Niente, è solo che non pensavo, insomma... Credevo che voi due...'
    Gli sono andata in soccorso perchè sapevo dove voleva arrivare e sapevo anche che non ci sarebbe mai arrivato con le sue gambe, avrebbe continuato con dei pensavo, insomma, ecco, fino alla notte dei tempi.
    'Che io e Ciaran andassimo a letto insieme?'
    'Julieeee!'
    Di nuovo quel rosso acceso sul suo viso e un'altra cuscinata.
    'A meno chè io non diventi uomo direi che la cosa è impossibile!'
    Ha alzato lo sguardo con un sorriso ma io non ero ancora del tutto contenta, mi diverto a metterlo in imbarazzo a volte, e lo stesso fà lui con me non crediate, ma con lui c'è un sottile confine che bisogna stare attenti a non attraversare.
    'E poi scusa, anche se fosse cosa c'è? Sei geloso?'
    Ok, ho valicato quel confine e me ne sono resa immediatamente conto dai suoi occhi.
    'No, affatto. Sei libera di fare quello che vuoi.'
    Serio e col muso si è alzato e si è incamminato verso la sua stanza, inutile il mio cercar di rimediare con uno scherzavo che lui ha accolto con un gesto della mano mentre si chiudeva la porta alle spalle.
    E adesso se ne stà seduto dall'altra parte dell'aereo col broncio e la cosa non mi và. A maggior ragione perchè domani è il mio compleanno. Ok, lo so che probabilmente lui non ne ha idea, ma ormai lo considero mio amico e vorrei che questo clima di tensione si rompesse una volta per tutte. Devo decidermi ad alzarmi, andare a sedermi nella poltroncina vuota accanto a lui e obligarlo a starmi a sentire.

    Ho varcato il quarto di secolo!! Happy Birthday to me....
    Alla fine mi sono convinta e sono andata a parlare con Michael. La discussione non è andata esattamente come me la ero immaginata ma alla fine il risultato è stato ottimo. Quando mi sono seduta accanto a lui non ha nemmeno alzato lo sguardo dalla rivista che aveva preso in mano appena mi sono avvicinata. Fare il finto tonto è una delle cose che gli riesce peggio. Quindi mi sono seduta e gli ho semplicemente allungato la mano,
    'Facciamo pace?'
    il suo sguardo diffidente mi ha scannerizzata,
    'Non dobbiamo fare pace. Non è successo niente,'
    L'ho guardato seria per un attimo prima di vedere un astuccio di caramelle gommose sul suo tavolino.
    'Mi dai una caramella?'
    'Chiedile alla hostess...'
    'Non voglio un intero pacchetto, ne voglio solo una...'
    Ho allungato il braccio per prenderle ma la sua mano mi ha bloccato,
    'Non ti meriti affatto una caramella Julie!'
    'Tu dici?'
    Abbiamo iniziato a litigarci il piccolo pacchetto finchè con un urlo di gioia non sono riuscita ad infilarmi in bocca un paio di quelle robe di gomma.
    'Mi dispiace Mike...'
    'Oh no, ti ho fatto vincere...'
    'No, intendevo per ieri sera...'
    Michael ha alzato gli occhi e mi ha sorriso strappandomi di mano il pacchetto,
    'Ok, perdonata. Ma queste sono mie!'.
    Sono rimasta seduta di fianco a lui in silenzio per un po' e vi dico la verità ero, anzi sono, molto felice di aver fatto pace. Alla fine mi sono affezionata a Mike, è coinvolgente, è divertente e in queste settimane passate vicino a lui ho iniziato a vederlo sotto un'altra luce. Infondo è umano e questo suo lato mi piace.
    'Verrai stasera alla festa?'
    Mi ha guardato sbarrando gli occhi, quell'attimo di panico nel suo sguardo me lo aspettavo,
    'Che festa??!'
    Ho riso nel vederlo cosi in imbarazzo, sono un po' svampita ma non del tutto scema!
    'Lo sò che hanno organizzato una festa per stasera e sò che tu lo sai...'
    Ha scrollato la testa con un pò troppa energia,
    'No, io non sò niente...'
    'Avanti, dovrebbe essere una sorpresa ma qualcosa ho scoperto. Però mi sono allenata per fare la faccia sorpresa... guarda...'
    Michael è scoppiato a ridere come un bambino,
    'Oddio non ti crederà nessuno!!! Sei tremenda, gli altri è una settimana che cercano di tenerti tutto nascosto...'
    'Sono dei dilettanti... Si vede lontano un miglio che stanno tramando qualcosa. Allora verrai?'
    'No... Lo sai che ho un po' di problemi ad uscire...'
    'Non dovrai uscire staremo in hotel, avanti ci saremo solo noi....'
    'Per fortuna che hai scoperto solo qualcosa!! E poi.... non credo di essere il benvenuto. Insomma non mi hanno detto niente, ne hanno parlato con Frank per avere la serata libera. Quindi in teoria non sarei nemmeno invitato.'
    'Non credo che tu abbia bisogno dell'invito.... Vuoi essere il mio cavaliere?'
    Michael ha sbarrato gli occhi. Mi dispiace vedere che a volte gli altri non lo coinvolgono abbastanza, continuano a vederlo come il capo e spesso lo escludono a priori da tutto. Anch'io la vedevo cosi prima di iniziare a lavorare a stretto contatto con lui, ma conoscendolo ho capito quanto lui si senta rinchiuso nel suo personaggio e mi è tornato in mente lo sguardo che aveva all'aereoporto il giorno che siamo partiti per Tokio. Non voglio che se ne resti seduto in un angolo ad osservare il mondo reale scorrere, voglio che entri a far parte di quella famiglia che lui ci ha nominato il primo giorno di lavoro.
    'Cosa? No... Cioè non è cosi che funziona! Sono io che dovrei chiederti di essere la mia dama....'
    'Oh avanti Mike! Non siamo nel Medioevo!'
    Fortunatamente ha sorriso divertito e imbarazzato,
    'Quindi? Sarai il mio cavaliere?'
    'Con piacere Julie...'
    'Bene, però ti devi allenare a fare la faccia sorpresa!!'.

    La serata è stata incredibilmente divertente. La mia prima serata come sua massaggiatrice non poteva andare meglio, mi sono ammazzata dalle risate. Forse se lo era dimenticato, o forse faceva solo finta ma quando arrivati in hotel l'ho trascinato nella palestra è rimasto sbigottito. Una nuovissima, fantasmagorica vasca completamente piena di acqua e ghiaccio era lì ad attenderci! Oddio la sua faccia era incredibile!
    'Ok, spogliati, iniziamo con 10 secondi, devi entrare di botto se no è peggio...'
    Mi ha guardato manco fossi ET,
    'Non ci penso nemmeno!'
    L'ho squadrato sbarrando gli occhi,
    'No, forse non ci siamo capiti Mike. Tu hai detto che era una buona idea, il tuo dottore ha detto che era una buona idea, quindi adesso tu ti svesti ed entri lì dentro'
    'Non ci entrerò manco morto Julie!'
    Se ne stava con le braccia conserte e uno sguardo di sfida negli occhi. Mai sfidare Juliette. Mi sono avvicinata e ho iniziato a slacciargli i bottoni della camicia spostandogli di peso le braccia,
    'Ma che... No Julie smettila!'
    si è messo ridere imbarazzato,
    'Non la smetto finchè non entri! Non abbiamo tutta la notte Jackson. E' il mio compleanno e c'è una festa che mi aspetta quindi muoviti.'
    Dopo avergli sfilato la camicia sono passata alla maglietta, Mike cercava inutilmente di allontanarmi con uno sguardo in mezzo tra il divertito e il preoccupato. Finchè non sono arrivata al primo bottone dei pantaloni,
    'Allora lo fai da solo o devo fare io anche questo?'
    Mi ha fermato la mano appoggiandoci sopra la sua, c'è stato un guizzo nei suoi occhi, l'ho chiaramente visto e sapevo che non era una buona cosa.
    'Entro solo se entri anche tu...'
    Tutti nella stanza mi stavano fissando in silenzio, Dio come odi quello sguardo di sfida! Mi sono sfilata la maglietta restando in reggiseno davanti a tutti,
    'Ok viziato e spocchioso Jackson!'
    Michael si è messo a ridere mentre un brusio si è alzato nella palestra, ho sfilato pantaloni e scarpe mentre Mike mi guardava allibito,
    'Fai sul serio?'
    'Certo che sì muoviti!'
    Si è tolto i pantaloni e i mocassini e in un attimo eravamo entrambi svestiti uno di fronte all'altro. Mi è piaciuto il suo sguardo, l'ho sentito addosso come una coperta calda, come una folata di aria bollente.
    'Ok, dentro al mio tre...'
    mi ha preso una mano per aiutarmi a scavalcare e al tre siamo entrati. Non lo avevo mai sentito strillare in quel modo!
    'Ahhhh ohh boy, tu sei pazza!!!'
    'Piantala! 30.. 29... 28...'
    'Avevi detto dieci secondi!!!'
    '22... 21... 20... Fuori.'
    L'ho quasi alzato di peso e in un attimo eravamo entrambi avvolti in due accappatoi. Tremavamo entrambi, le sue guance erano rosse e i suoi capelli gli cadevano umidi sulle spalle,
    'Non rifarò mai più una cosa del genere in vita mia! Puoi scordartelo! Non esiste!'
    Ho riso serena, strofinandogli le mani sulle braccia ghiacciate,
    'Va meglio?'
    si è passato una mano sul viso,
    'Un po'....'
    'Domattina non ti sembrerà nemmeno di esserti esibito...'
    Ha sbuffato mentre rientrava nella sua stanza,
    'Si, come no...'.

    Mentre mi vestivo per la festa l'idea che lui non si sarebbe presentato si è materializzata nella mia testa. Era stanco e il suo primo tuffo nel ghiaccio lo aveva lasciato un po' scioccato e magari non aveva assolutamente voglia di festeggiare il compleanno della sua aguzzina. Ciaran mi è venuto a chiamare, sono scesa nel salone come se niente fosse, infondo si erano impegnati cosi tanto per organizzare quella festa a sorpresa. Quando la sala buia si è illuminata ed è partito un coro di auguri mi sono commossa sul serio, ma inconsciamente stavo cercando lui tra tutti gli altri. Se ne stava in un angolo affianco a Bill, il capo della security, in un semplicissimo completo nero e vederlo lì mi ha lasciato stordita. Ok, ormai l'ho visto in ogni salsa, con abiti di scena, in jeans, in tuta, svestito, ma niente poteva essere paragonato a quello che mi sono trovata davanti. Sono consapevole che è un bel ragazzo, non sono cieca, nè tanto meno scema ma, sapere che si è preparato apposta per me, ha pensato ai dettagli in previsione della serata mi ha lasciato con una strana sensazione alla bocca dello stomaco. La festa è stata meravigliosa, per un attimo non ho sentito la mancanza di casa, dei miei amici e della mia famiglia. Mi sono sentita come se davvero quella fosse la mia famiglia e mi sono sentita amata. Mike ha fatto il suo ingresso nel mondo dei comuni mortali come solo lui poteva fare. Ai ragazzi è piaciuto molto il fatto che lui fosse presente e a fine serata chiaccheravano come vecchi amici, alle ragazze, bhè a loro credo che sia piaciuto Michael e basta. Quando a fine serata tutti lo hanno salutato con abbracci e pacche sulle spalle mi sono sentita davvero bene, sapevo che lui desiderava tanto essere trattato come tutti gli altri e quella serata gli era servita per capire che era possibile. Poteva avere degli amici normali, con cui fare cose normali per sentirsi finalmente normale. Mentre salivamo in ascensore un sorriso compiaciuto è apparso sul suo viso,
    'Grazie... è stata una serata incredibile e tutto per merito tuo. Grazie per avermi chiesto di venire..'
    'Grazie a te... Credo di essere stata la ragazza più invidiata della festa!!'
    Ha abbassato gli occhi imbarazzato,
    'Perchè era il mio compleanno!! Che ti credi? Sei proprio egocentrico!'
    Abbiamo riso insieme poi lui ha tirato fuori una scatola dalla tasca,
    'Buon Compleanno Julie....'
    Quando ho preso in mano quella piccola confezione mi tremavano le mani, possibile che lui riesca a creare sempre intorno a sè questa strana atmosfera fiabesca? Una piccola caramella piena di brillanti era legata ad una sottile catenina d'oro bianco,
    'Oddio... Non dovevi!! E' bellissima....'
    'Così comunque vadano le nostre liti per le caramelle avrai sempre la tua...'
    'Vorrai dire che cosi oltre a quelle che ti ruberò avrò anche questa!!'
    Come un vero gentiluomo mi ha accompagnato fin davanti alla porta della mia stanza, mi ha dato un bacio leggero sulla guancia prima di augurarmi buona notte e sparire nel corridoio. Quando mi sono chiusa la porta alle spalle quella strana sensazione si è ripresentata prepotente, e non mi ha ancora lasciato.

    Stò andando a Kansas City, mamma mia che tristezza ripartire da casa. Anche se in fondo sono felice di tornare al lavoro anche se solo per due giorni, perchè finito qui andremo a New York e io potrò finalmente tornare nel mio piccolo appartamento anche se solo per qualche notte. La pausa natalizia è andata alla grande, la mia idea di passare il Natale sotto la neve è stata in fretta sostituita da un Natale mite in Florida dai miei nonni. E quando son con loro non serve la neve o il Rockfeller Center per farmi sentire il Natale, basta solo mio nonno che tenta di vestirsi da Babbo e mia nonna che stà ai fornelli per giorni interi. Avevo voglia di passare un po' di tempo con loro, con mio nonno sopratutto. E' stato sempre come un padre per me, da quando mi sono trasferita stabilmente negli Usa mi ha seguito in tutto. Io sono nata a NY, ci ho vissuto per 2 anni poi sono stata riportata dai miei genitori nel nostro, anzi, nel loro paese di origine. Mio padre fà il costruttore e la ripresa economica di quegli anni lo ha convinto a restare in modo permanente in Italia. Quasi ogni estate, complici anche i miei nonni, io passavo le mie vacanze negli Stati Uniti e ogni anno tornavo a casa sempre più decisa ad andarmene dal piccolo paese in cui mi avevano rinchiuso. La mia città era New York. Quando 6 anni fà ho compiuto 18 anni ho preso il primo aereo e mi sono catapultata dai miei nonni. La nostra convivenza non è durata molto, loro erano stanchi del caos della città e con i loro risparmi si erano comprati una splendida casina vicino al mare in un paesino della Florida lasciando a me il vecchio appartamento a Belmont. Andare da loro a Natale è diventata un'istituzione e quest'anno ci hanno raggiunto anche i miei genitori dall'Italia. Come quasi ogni volta che ci incontriamo io e mio padre abbiamo fatto scintille. Non è colpa nè mia, nè sua, è solo che i nostri caratteri proprio non si riescono ad accettare. Lui molto pratico e a tratti severo, io sognatrice e un po' sulle nuvole. L'argomento che ha fatto da miccia è stato il mio lavoro. Lui non ha mai accettato quello che facevo, non andava bene la clinica, non andava bene la squadra di Baseball e naturalmente non è andato bene nemmeno il tour con Michael Jackson. Fortunatamente le scintille non si sono trasformate in un incendio e tutto è andato per il meglio. Durante questa pausa mi sono ritrovata spesso a pensare a Mike, forse non nel modo in cui avrei dovuto. I giorni che hanno seguito la mia festa di compleanno sono stati tranquilli, segnati da una piacevole routine che si è instaurata, ma se devo essere sincera ho percepito un cambiamento da quella sera. Nel mio modo di guardarlo, nel modo in cui i miei occhi lo vedono. Prima era il mio capo, stava diventando un mio amico, era un bel rompi palle a volte e un bel ragazzo. Ora bhè è ancora il mio capo anche se analizzando la situazione non si è mai comportato da capo con me, non è sulla buona strada per avere la mia fiducia, già ce l'ha, le sue rotture di palle mi mancano e bhè non è solo un bel ragazzo... è incredibilmente bello. Sono in un bel pasticcio.

    Sarebbero dovuti essere 2 giorni tranquilli, solo 2 giorni, mi sono ripetuta un'infinità di volte, non possono cambiare cosi tanto le cose, ed invece. Due giorni a Kansas City e non ci capisco più niente. Partiamo dall'inizio. Quando ho raggiunto l'hotel in città per la prima volta mi sono sentita razionalmente in ansia. Non vedevo Michael da un mese e l'idea di ritrovarmelo di fronte mi metteva... non sò in agitazione? Ho bussato alla sua porta prendendo un gran respiro e quando ho sentito la sua voce darmi il permesso la mia mano sul pomello tremava leggermente. Ma poi ho aperto la porta e lui era lì a metà strada tra il divano e l'ingresso, con i capelli scompigliati dal sonno e un sorriso a 36 denti.
    'Meno male che sei arrivata! Non ne potevo più...'
    Mi ha buttato le braccia al collo stringendomi in un leggero abbraccio,
    'Fatto buon viaggio? Come è andata in Florida? Come stanno i tuoi nonni? Sei passata da New York? Oh... Ok... Stò esagerando...'
    Mi sono messa a ridere nel vederlo davvero mortificato per il suo comportamento,
    'Si... Tutto bene, i miei nonni sono ok, no non sono passata... Mike stai bene?'
    Mi ha preso per mano trascinandomi sul divano e indicandomi il tavolo pieno di roba da mangiare,
    'Hai fame? Serviti pure... Non riuscirei a mangiare tutta questa roba nemmeno in una settimana...'
    Sembrava a disagio, nervoso.
    'Michael che c'è?'
    Lui ha alzato gli occhi incrociando le gambe e raggomitolandosi sul divano,
    'Niente... e' che...'
    le guance gli si sono immediatamente colorate di un pallido rosso,
    'Mi sei mancata, insomma, è un mese che vago da solo da un hotel all'altro e non averti vicino per fare due chiacchere mi è mancato molto...'
    Queste sue uscite cosi sincere e prive di malizia mi spiazzano. E' sempre stato cosi fin dall'inizio, io non riesco ad essere cosi diretta, cosi semplice nel dire le cose, invece lui con sole tre parole riesce a spiegarsi.
    'Bhè mi dispiace che non sia andata molto bene.... E anche se non ci crederai, i tuoi capricci sono mancati anche a me...'
    Il suo viso si è aperto in un enorme sorriso, caldo e dolce.
    'Dai, racconta... Come è andato il Natale?'
    Abbiamo passato il resto della mattina a parlare molto delle mie vacanze e poco della ripresa del tour finchè non ci hanno trascinato alla Kemper Arena. Nel giro di 12 ore tutto era tornato alla normalità, lui mi punzecchiava in continuazione, io facevo per un po' la finta offesa prima di attaccarlo a mia volta. Prima di entrare in scena per la seconda serata Mike mi ha fatto chiamare nel suo camerino, ormai era tutto pronto e nel giro di dieci minuti sarebbe esploso il delirio. Quando sono entrata lui era seduto serio di fronte al suo specchio, fissava la sua immagine come se vedesse qualcosa agli altri invisibile.
    'Tutto ok?'
    I nostri sguardi si sono incrociati nello specchio e mi sono messa istintivamente dietro di lui.
    'Sono nervoso'.
    Non lo era mai in quelle occasioni, poteva esserlo per qualsiasi altra cosa ma non per salire sul palco, le mie mani sono salite alle sue spalle iniziando a muoversi automaticamente. Ormai conoscevo ogni suo muscolo, ogni sua reazione, ogni cosa da fare perchè lui potesse star meglio. Immediatamente ha lasciato cadere la testa in avanti per permettermi di arrivare fin sotto i suoi capelli e si è lasciato andare ad un grosso sospiro.
    'Cosa c'è che non và? Sei un fascio di nervi...'
    Senza alzare la testa ha sospirato,
    'Non lo so, in questo mese è come se non mi fossi mai fermato, la mia testa continuava a viaggiare a velocità folli nonostante io non volessi, adesso mi sento bene fisicamente ma sfinito mentalmente, dovrei staccare. Staccare proprio la testa da tutto questo... Hai letto i giornali?'
    Non mi aveva ancora chiesto niente a riguardo ma mi aspettavo la domanda prima o poi, tutti avevano letto quei giornali, tutti nel resoconto del 1987 avevano letto il cambiamento di Michael Jackson e tutte le sue presunte stramberie.
    'Si, ho letto. Mi hanno fatto ridere. Io ti avrei descritto in altro modo... Rompi palle, egocentrico, presuntuoso... Si vede proprio che non ti conoscono...'
    Mike ha alzato la testa con un sorriso,
    'E tu si?'
    Ho fermato le mie mani sul suo collo,
    'Io... bhè sicuramente meglio di loro... e secondo me vai benissimo cosi.'
    I nostri occhi sono rimasti incatenati attraverso la liscia superfice dello specchio,
    'Pensavo di andare direttamente a NY stasera. Vieni con me.'
    La sua non era direttamente una domanda. Con il suo tono aveva lasciato spazio ad un rifiuto che però aveva già a priori escluso potesse esserci.
    'Certo...'
    'Mi piacerebbe passare qualche giorno in pace, magari possiamo vederci prima dei concerti...'
    Ora la sicurezza nel suo sguardo era svanita e mi guardava con la testa leggermente inclinata da un lato,
    'Io, bhè, ho già organizzato diverse cose nei giorni liberi...'
    In un lampo un'ombra di delusione e vergogna gli ha coperto il volto,
    'Scusa, è normale. Dovrai rivedere un sacco di gente, non vai a casa da molto...'
    Gli ho sorriso dallo specchio,
    'Nessuno che non possa vedere anche tu. Sei mai stato ad una partita di Basaball?'
    Uno sguardo curioso ha spazzato via la tristezza dai suoi occhi,
    'No... ma non posso...'
    'Oh si che puoi, fidati.'
    Un'assistente lo ha chiamato a gran voce e lui si è alzato girandosi verso di me,
    'Non voglio rovinare i tuoi piani'
    'Non te lo lascerò fare stai tranquillo!'
    Mi ha scoccato un'altra occhiata prima di infilare la porta ed avvicinarsi al palco. Nel giro di un minuto lo stadio stava letteralmente tremando, lui era sul palco.


    Edited by marigold80 - 27/9/2010, 11:23
     
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    None of your scars can make me love you less

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    Monica che te lo dico a fare? :wub: io rimasi folgorata dal London 2000,qui ti sei confermata una scrittrice che per quanto mi riguarda "compete" con poche altre in coinvolgimento ed emozione per il lettore. Sei un vero spettacolo :**:
     
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  13. Elena01
     
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    Quoto Ale qui sopra: ha ragione Monica, la tua capacità di coinvolgere chi legge è dono che compete a poche... :kiss2: :wub: :hug:
     
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  14. °Alexandra°
     
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    Monica Monica :**: :**: :**:
    Il tuo modo di scrivere e descrivere è il tuo modo per farmi sognare :wub:
    Grazie sei davvero bravissima :**:
     
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  15. Holiday
     
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    Rileggo con molto, molto piacere i primi capitoli...in attesa di commentare i nuovi!
    E non posso fare altro che confermare ciò che ti è stato già detto dalle consorelle:
    SPOILER (click to view)
    ...detta così sembra una setta! :crazy:

    riesci a far conivolgere il lettore come in pochi sanno fare!
     
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389 replies since 22/9/2010, 22:22   13050 views
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