Memories...

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  1. °Alexandra°
     
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    "Memories..."

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    .1.




    [La solitudine scompare
    quando siamo a nostro agio
    in sua presenza]



    La prima volta che la vidi rimasi come folgorato.
    Non nella maniera che si può immaginare,almeno.
    Direte:è stato amore a prima vista!!Oh...no....Vi sbagliate di grosso!
    Alex nemmeno sapeva che la vedevo.
    Se ne stava sempre lì,dietro quella grande veranda in stile vittoriano,un pò decadente,ma graziosa.
    Viveva in una villetta modesta,ad Encino,non distante da casa mia.
    La vedevo sempre quando passavo da lì e mi soffermavo dietro la staccionata bianca con quella buffa cassetta della posta,tutta colorata, e sempre così vuota.
    Dipingeva....a tutte le ore e se non c'era la luce del giorno accendeva una lampada accanto al cavalletto.Si vedeva molto bene dalla strada.
    Mattina,pomeriggio o sera lei stava lì e la cosa che mi colpì così tanto fu quel senso di solitudine che aleggiava intorno a tutta la casa.
    La stessa solitudine che provavo io quando,disperato,uscivo a passeggiare cercando di svagarmi,di non pensare che ero la persona più famosa e più sola, allo stesso tempo, di tutto il pianeta Terra.
    E' un paradosso,lo so,ma quando arrivavo all'imbocco di quella stradina che portava da lei,dentro me,sentivo alleviare il mio senso di solitudine che costantemente m'attanagliava l'esistenza,mi soffocava.
    Tutto questo perchè sapevo che forse non ero il solo ad essere......solo.


    Era come un leggero sollievo.Un conforto,sì.
    Quella graziosa ragazza nera mi consolava,inconsapevolmente.


    Ricordo ancora bene la prima volta che girò il suo sguardo fuori da quella grande finestra e mi vide.
    Ho impresso nella memoria il suo viso dolce e malinconico,assorto in chissà quali pensieri.Nessun sorriso.Nessuna espressione sorpresa nel vedere che ero IO.


    Ero così incessantemente assalito da mille ammiratori che con il loro affetto e calore,con i loro larghi sorrisi e i fogli per gli autografi,mi fermavano per strada,quando mi vedevano uscire da casa ed io avevo invece solo voglia di piangere.
    Nessuno mi capiva:io volevo evadere dalla mia gabbia dorata,volevo provare ad essere una persona normale,anonima,come tutti...perchè non lo sono mai stato.
    Avevo un immenso bisogno di trovare un amico.
    Non aveva importanza se fosse stato uomo,donna,piccolo o grande....volevo solo un amico vero con cui parlare.
    Semplicemente parlare.


    Ho avuto sempre la piacevole e crudele condanna di chiamarmi Michael Jackson.
    Eppure non potevo chiedere di meglio dalla vita.Tutto ciò che avevo sempre sognato mi si era materializzato davanti agli occhi.
    "Thriller" era appena uscito e senza fatica era balzato ai vertici delle hit mondiali.
    Non aveva avuto nemmeno la difficoltà di scalarle quelle classifiche perchè era entrato direttamente "dalla porta principale".


    Ma c'erano giorni in cui,ritrovandomi da solo nella mia camera senza nemmeno più un fratello con cui condividerla,cominciavo a pensare che tutto questo era in fondo immensamente triste.
    Se "The Jacksons" non fossero andati via.....se non si fossero sposati....se....
    Ero proprio solo.Impazzivo.Piangevo spesso.
    Dovevo uscire,correre fuori e trovarmi con urgenza un amico.
    IMPOSSIBILE.


    Mettere un piede fuori casa,per me, era un'idea assurda e anche molto pericolosa,ma forse,guidato dall'ultimo briciolo d'incoscienza dei miei venticinque anni,trovavo il coraggio di farlo.
    Non c'era mattina che non mi svegliavo con la voglia di evadere da lì e camminare per poter arrivare a quella stradina che,già soltanto all'imbocco,mi ossigenava e mi tranquillizzava.


    Mi piaceva anche guardare quella staccionata così candida,infondeva pace nel mio grande e caotico stile di vita.
    Non c'era un grosso cancello come nella villa dei miei,no.
    C'era solo quel bianco recinto,così semplice,così facile da scavalcare sia con lo sguardo che con il corpo,ma poi mi si parava davanti il muro invisibile della solitudine che non mi permetteva di farlo e si scontrava con la mia di solitudine.
    Al contrario di ciò che potreste pensare,quell'ostacolo non mi scoraggiava,anzi: la mia caparbietà,mia virtù e difetto,mi spingeva ad insistere,come un minuscolo piccone che batteva incessantemente su quei mattoni trasparenti fino a sbriciolarli lentamente.


    Fu così che riuscii a conoscere Alex,ma mi ci vollero mesi prima che riuscissi ad abbattere del tutto quel muro che ci separava.






    .2.




    [Dammi un pò di te
    la parte più dolce
    Prendi un pò di me
    la parte più forte]

    (Subsonica)


    Quella barriera invisibile fra me ed Alex si frantumò grazie alla mia insistenza che la incuriosì e così,sorprendentemente,fu lei un giorno ad uscire da casa e venirmi incontro.
    Non devo fare un grande sforzo per ricordarmi cosa indossava la prima volta che le parlai,o meglio...che lei mi parlò.
    Era estate ed un leggero vestito di lino bianco ondeggiava su di lei,aiutato dal debole venticello tiepido e dalle sue gambe che,muovendosi,aderivano e scomparivano dietro la stoffa leggera.
    Un raggio indiscreto della luce del sole al tramonto,rivelò alla mia vista un delizioso spettacolo, facendomi notare chiaramente l'ombra delle sue splendide gambe attraverso il cotone reso trasparente ed infuocato da quella luce suggestiva.
    Devo ammettere che arrossii e cercai di voltarmi alla svelta,facendo finta di niente e sperando che lei non cogliesse imbarazzo nei miei occhi.
    Mossi i primi passi,come per proseguire verso una meta a me ignota,anche perchè non esisteva, dato che quella stradina e quella casa era la destinazione di tutte le mie passeggiate.
    Fui trattenuto da una voce cristallina e gentile che mi bloccò, ancora con un ginocchio piegato in avanti.Lo distesi e mi raddrizzai sulle gambe,feci leva su un piede e con una lenta giravolta me la ritrovai poco lontana da me,ma oltre il bianco steccato di legno.
    Con gli occhi bassi notai che aveva dei piedi delicati e curatissimi,trattenuti dentro un paio di sandali con solo due fascette,anch'esse bianche.
    Risalii piano con lo sguardo ed incrociai i suoi occhioni scuri.
    Aveva i capelli sciolti e riccissimi,una piccola nuvola nera attorno a quel viso angelico e scuro,le ricadevano di poco al di sotto delle spalle.
    Tutto quel bianco che contrastava con il colore della sua pelle color gianduia era di grande effetto.


    "Scusa...?"
    "Si?"
    "Volevo chiederti una cosa..."



    Mi guardava e sorrideva,per nulla stupita o intimorita di avere davanti a se una celebrità come me.
    M'incuriosì la sua spontaneità e la sua sicurezza.


    "Dimmi pure.."
    "Chi sei?"



    Strabuzzai gli occhi.


    "Cosa?!"

    "Anche se non sembrava,ti ho osservato in questi mesi.
    Vieni sempre qui.
    Somigli tanto ad un mio amico che non vedo da tanto.
    Pensavo di conoscerti e invece..."



    Socchiuse gli occhi,scrutandomi,poi asserì sicura:


    "No,non ti conosco"


    Come era possibile?!Stavo forse sognando?Mi misi una mano in tasca e mi mollai un pizzico sulla coscia.
    Mi feci male...allora capii che era realtà!
    Non conosceva Michael Jackson e, per quanto sia una persona modesta e con i piedi ben piantati a terra nonostante il mio successo,devo ammettere che quella notizia mi spiazzò.
    Le sorrisi.
    Mi sembrava che l'altro mio sogno si fosse avverato.
    Due sogni così opposti e paralleli che mai,appunto per questo,potevano realizzarsi:
    da una parte ero ciò che avevo sempre desiderato diventare,una famosissima popstar,e dall'altro ero ciò che non ero mai stato e che non potevo più essere.....un perfetto sconosciuto.Uno qualunque.
    Pensai che fosse un pò strano...Non doveva essere munita nemmeno di un piccolo televisore,niente radio....niente di niente.
    Ma che contatti aveva con il mondo?Probabilmente nessuno e quella stranezza mi piacque.


    "E' vero,in effetti non ci conosciamo"

    Le allungai la mano pregando Iddio che me la stringesse e così fece.


    "Sono Michael,tanto piacere"
    "Alexandra,ma chiamami Alex,lo preferisco"
    "Ok ,Alex"


    Un minuto di completo silenzio nel quale m'imbarazzai parecchio,ma fu ancora lei a riprendere in pugno la situazione.


    "Michael...Che bel nome che hai"

    Arrossii,naturalmente.Ero già nella buona strada.
    Odiai per un attimo la mia timidezza.


    "Alex?"
    "Si?"



    Volevo spiegarle perchè passavo sempre di lì,ma se glielo avessi detto avrei anche dovuto spiegarle chi ero realmente e...non volevo.
    Mi piaceva quell'anonimato.


    "Sii sincera:davvero non mi conosci?"

    "Speravo fossi qualcuno che conoscessi,sai...mai nessuno viene a trovarmi.
    Sono sempre sola.Per questo sono uscita a fermarti"



    I suoi occhi si fecero tristi.
    Quella ragazza,che non avrebbe avuto più di ventidue anni,chissà quale zavorra portava sul cuore.
    Mi sentii ancora più simile a lei.



    "Vengo qui perchè mi piacciono le staccionate bianche....Lo so,sembra stupida come cosa,ma è vera"
    "No invece!!Non ci trovo nulla di stupido in tutto questo.
    L' adoro anch'io.
    Questa staccionata è stata una mia richiesta di quando avevo più o meno cinque anni.
    Mio padre me la realizzò in una notte e all'indomani....Oddio!Che sorpresa è stata per me...
    Mio padre era un uomo speciale.
    E' l'unico ricordo che conservo di lui, apparte qualche vecchia foto.
    E' per questo che la ridipingo spesso.
    Non voglio che ingiallisca.Così,sentendo l'odore della vernice sempre fresca,è come se lui fosse ancora qui con me"



    Un mesto sorriso le fece piegare in su le estremità di quelle labbra a forma di cuore e svelò per un attimo i suoi denti perfettamente dritti e bianchissimi.


    "E' una bella cosa"
    "Si...Bella e triste"
    "Scusa,non volevo..."
    "Non preoccuparti,sono abituata.
    Anzi mi ha fatto piacere parlare con qualcuno.
    Beh....era da tanto che non lo facevo."
    "Sono contento allora"
    "Si...anch'io"
    "Alex...ho notato che dipingi,sei un'artista allora..."
    "Beh....si"



    Rise ed anch'io lo feci.


    "Anche io adoro dipingere e disegnare,sai?!"
    "Wow!"
    "Già...Senti Alex,adesso devo proprio andare..."



    Notai che un'ombra di delusione passò sul suo viso.


    "Ma,se vuoi ,torno domani eh?!"


    S'illuminò e il mio cuore fece altrettanto,alleggerendosi ancora una volta.


    "Si...torna!Grazie Michael..."
    "Grazie a te,davvero..."



    Penso sempre che la mia timidezza,in quel momento fu vinta dalla disperata voglia di trovarmi un amico.
    Quella sera,tornai a casa e per la prima volta non piansi.
    Pensavo che quella ragazza non sapeva chi fossi e, anche se mi sembrava sempre più strano, io ci credevo sul serio.
    Desiderai ardentemente che non lo venisse mai a scoprire.


    Ben presto capii che un altro muro invisibile,più spesso,lo aveva eretto lei,intorno a se.
    Dovevo abbatterlo.



    .3.




    [Vivendo al presente
    il nostro passato
    manteniamo vividi
    i ricordi proiettandoli
    nel futuro.]

    (A.A.)


    E' inutile dire che non mi feci attendere molto e così il giorno dopo al nostro primo,vero incontro mi ripresentai davanti casa sua.Se non mi sbaglio erano da poco passate le quattro del pomeriggio e la giornata era buona.
    La scorsi immediatamente dietro la veranda e come al solito stava armeggiando tra colori e pennelli.
    Attesi che lei mi notasse e quando sollevò gli occhi alzai una mano in cenno di saluto.Per tutta risposta,lei,ricambiò il mio gesto e,togliendosi il camice da pittrice,sparì dietro le mura di casa.
    Dopo pochi istanti la vidi uscire in giardino ed avanzare verso me con delle chiavi.
    Aprì il cancelletto di legno.


    "Entra pure,Michael..."

    Esitai.


    "Che c'è?Guarda che non ti mangio mica eh?!"


    "Ma no...figurati Alex!E' solo che...insomma,sei da sola e...."


    "Appunto!Fammi un pò di compagnia no?Entra su che mi va di scambiare quattro chiacchiere con te.Sono sempre sola."


    "Se è così allora...accetto con piacere,Alex."



    Mi sorrise.Ero molto imbarazzato,come al solito.
    Non appena entrai in quella casa fu come essere risucchiato dal tempo,indietro almeno di vent'anni:dall'odore alla mobilia,tutto evocava un'atmosfera passata,un pò antica,ma ancora più accogliente e rassicurante.
    Ebbi la sensazione che il tempo si fosse fermato per trattenere un passato che sbarrava le porte al presente.
    Intuii che era qualcosa di fortemente voluto e ripensai di colpo alla storia del padre e della staccionata bianca.


    Era un ambiente molto pulito ed ordinato.
    Alex mi condusse,attraverso un piccolo ingresso con la carta da parati a fiorellini,verso un grande salone con la grande finestra-veranda che dava sulla strada.Scoprii che era proprio la finestra dietro la quale dipingeva infatti vidi immediatamente il cavalletto con su un quadro ancora incompiuto e un'infinità di materiale pittorico su di un tavolino li vicino.
    Un pianoforte verticale,color mogano,stava contro una parete in fondo alla camera e sopra di esso vidi tante cornici con delle fotografie di varie dimensioni.
    Alex si circondava di ricordi,pensai.
    Viveva in un tempo tutto suo.
    Provai un'immensa tenerezza e mi si strinse il cuore.


    "Come avrai capito,Michael,è qui che passo gran parte delle mie giornate"


    "Si....ho notato.Posso vero...?!"


    "Ma certo,fà pure!"



    Mi avvicinai al quadro ancora in elaborazione.
    Rappresentava una scogliera con un mare in tempesta,ma le onde erano solo poche pennellate grigio-azzurre e tutt'intorno tanti segni ancora a matita.


    "Sei bravissima,Alex.Sembra di poter sentire il rumore delle onde che s'infrangono su questi scogli....Sembra tutto molto vero..."


    "Beh....grazie,ma c'è ancora tanto lavoro da fare..."



    Con una gomma cancellò una linea in un punto ben preciso del disegno poi,con occhio esperto,inclinò la testa.


    "Ecco...senza è meglio!"


    "Se lo dici tu!"


    Risi divertito da quella correzione così decisa e sicura di una persona che sapeva già il fatto suo.Mi diede l'impressione di essere molto simile a me:precisa e con in mente un'idea stabilita di ciò che voleva.
    Mi piacque molto.
    Lei mi sorrise,dolcissima, e fece spallucce.


    "Son fatta così....non farci caso"


    "Che bel pianoforte.....E' antichissimo!"



    Come un bimbo curioso mi misi ad osservare minuziosamente tutto.


    "E' accordato,Alex?"


    "Non so..non lo suono mai.
    Era di mia madre.
    Lei era una pianista......Veramente lei era un pò di tutto,sai?
    Pittrice,pianista,cantante...."


    "Ah...ma allora capisco da dove proviene la tua vena artistica....
    E' una preziosa eredità!"


    "Mi manca tutto questo,Michael.Mi manca sentir riecheggiare per la casa le note di questo strumento.
    La mia è una storia triste....I miei li ho persi sette anni fa in un incidente stradale.
    Visto che ero ancora minorenne mi prese con se la sorella di mia madre e vissi per un pò a Detroit.
    Ma non vedevo l'ora di ritornare qui così,appena ebbi l'età giusta per farlo,non persi tempo.
    Qui li sento ancora vivi in tutto ciò che mi circonda."



    Avevo avuto la conferma di ciò che pensavo.


    "Alex....è tutto così triste,ma dolcissimo...Mi dispiace molto.
    Posso sapere,se non sono indiscreto,la tua età?"


    "Ventidue e compiuti a maggio,anche."


    "Io venticinque....siamo molto giovani eh?"



    Sorrise.Era stranamente serena anche durante le confidenze che mi fece.
    Era come se fosse ormai apatica a tutto ciò che le era capitato,ma c'era sempre,nei suoi occhi,una punta di tristezza e di malinconia.Era normale.
    D'un tratto pensai che quello stato d'animo era ormai parte di lei come una qualunque peculiarità fisica.
    Se m'avessero chiesto di che colore erano i suoi occhi,avrei risposto "Neri e tristi" come se tristezza fosse stata una nuova tonalità della scala cromatica.


    "Posso suonarlo,Alex?"


    "Sai suonare il piano?"



    Sorrisi.


    "Se vuoi ti canto pure qualcosa...."


    "Ma certo che voglio,sì!! Dai dai...!"



    Si accomodò sul divanetto fiorato e si mise in ascolto.
    Suonai la prima cosa che mi venne in mente:"Human nature"
    Alle prime note sentii un sussulto e la guardai.Mi accorsi che il mento le tremava un pò mentre gli occhi cominciavano ad inumidirsi,brillavano.


    "Io...conosco questa canzone...."


    Tremai e mi bloccai di colpo.


    "No...continua,Michael,ti prego..."


    Mi guardava rapita dalla musica ed io non sapevo cosa pensare quando ad un tratto si mise a cantare piano insieme a me.


    "See that girl...she Knows I'm watching...
    she likes the way I stare..."



    Ero confuso da ciò che stava capitando.
    Presi un lungo respiro e lo trattenni.
    La canzone terminò ed attesi che scoppiasse la bomba,ma nessun boato.Nulla.
    La guardai nuovamente ed era ancora abbastanza commossa.


    Mi sentii scoperto,finito,quando poi mi indicò una radio sul tavolino che non avevo notato prima.


    "La vedi quella?Ogni tanto l'accendo perchè mi piace mentre dipingo.
    Questa canzone la trasmettono sempre e ormai la so a memoria.Sei tu il cantante."



    Aveva gli occhi bassi,ma era tranquilla.Sorrideva e sembrava non essere intimorita o sconvolta dalla sua scoperta.


    "L'hai scritta tu?"


    "No...la canto solamente,questa."


    "Sembra quasi che l'abbia scritta tu,invece.Le parole sono stupende e....mi ricordano il modo in cui ci siamo conosciuti,vero?"



    Annuii,frastornato.


    "Perchè,Michael?Perchè non ti sei subito rivelato a me?"


    "E' una domanda strana questa,Alex....Io pensavo che tu lo sapessi.Non è superbia la mia,ma vedi....poi ho capito che non avevi la più pallida idea di chi fossi.
    Non volli farlo per paura di perdere questa normalità...capisci?"


    "Forse si.E' pur vero che non vedo mai la TV....nemmeno ne possiedo una.
    Mia madre diceva che 'uccide la fantasia' e così non l'ho mai comprato neanch'io,in seguito.
    Ho sempre dipinto da me il mio mondo."



    Silenzio.


    "Comunque dovevi dirmelo Michael...Mio Dio!Avrai pensato che fossi una stupida,vero?"


    "Per niente,Alex!!Io ero felice..."


    "Eri felice di questo?!"


    "Si...perchè per uno come me è difficile essere normale,condurre una vita normale,avere amici normali.
    Sicuramente essere ricchi e famosi è una cosa bella,non lo nego,ma pur avendo tantissime persone accanto a me....a volte...mi sento solo."


    "Davvero?"
    "Si"


    Mi prese la mano.


    "Tu per me sarai sempre e solo Michael.OK?
    Il ragazzo che mi osservava da dietro la staccionata e che poi ho scoperto....avesse una voce celestiale e dolcissima.
    Solo questo ok?"


    "Grazie,Alex..."



    In quell'istante compresi che tra me e lei c'era come una specie di telepatia.Entrò nella mia solitudine,io nella sua.
    Entrambi sapevamo,senza parlare,ciò di cui avevamo bisogno.
    Ci eravamo trovati: io ero il suo 'contatto con il mondo esterno'
    e lei il mio 'contatto con la normalità'.


    Le parlai allora del mio lavoro,della mia infanzia,del mio desiderio di trovare un amico e delle mie passeggiate.

    Prima che ritornassi a casa mia,mi disse un'ultima cosa che non ho più dimenticato e che anni dopo trasformai in canzone,pensando a lei:


    "Tu non sei solo,Michael.
    NOI non lo saremo più .
    Ricordalo..."



    E come potevo dimenticarlo?!
    Quella sera piansi,ma di gioia,pensando a quella ragazza che con due parole aveva ucciso la mia solitudine.




    .4.




    [Dove sono gli amici,
    la sono le ricchezze.]

    (Plauto)


    So cosa vorreste chiedermi,ma vi rispondo subito:
    no! inizialmente non ero interessato ad Alex come un qualunque uomo si potrebbe interessare ad una bella e dolce ragazza come lei.
    Per me era veramente la mia prima vera amica,a parte Liz,solo che a differenza di lei,Alex,mi dava un qualcosa in più perchè non apparteneva al mio mondo fatto di ricchezza,impresari,attrici e hotel a 6 stelle.


    La ricchezza di Alex stava nella sua semplicità ed il regalo più bello che mi donava ogni giorno,con la sua sola compagnia,non aveva prezzo e non era acquistabile in nessun lussuoso e pregiato negozio.
    Non sto dicendo che non tenevo più a Liz(mio Dio...altrimenti viene qui e mi tira le orecchie!!),io vi pongo il paragone perchè sapete quanto ,da sempre,sia stato attaccato alla "mia Cleopatra",ma,mentre Elizabeth mi ricordava solo con la sua presenza chi fossi e dove appartenevo,Alex....beh....lei era la mia dolce evasione.
    Liz mi chiedeva: "T'è piaciuto il mio discorso agli American Music Awards?"
    mentre Alex solo:"Che ne dici se ci beviamo un bel caffè?"
    E parlavamo,scherzavamo,disegnavamo insieme.....ridevamo.


    Una volta visionai tutte le sue foto d'infanzia.Le ripetevo quanto fosse carina anche con le treccine e lei rideva,s'imbarazzava e subito mi strappava le immagini dalle mani.
    Me lo ricordo perfettamente bene quando un pomeriggio mi rincorse per tutta casa tentando di afferrarmi per impedirmi di vedere una sua fotografia,a dodici anni,in posa con un vestito buffo color rosa confetto e con la gonna a palloncino.


    "MICHAEL !! NO!! TI PREGO!!"


    Ed io ridevo come un matto e,sapendo di esser poco credibile con le lacrime agli occhi dalle mille risa,la tranquillizzavo.


    "Ma daiii....ma se sei stupenda ,Alex!!"


    Lei si copriva il viso con le mani e scoppiava a ridere.


    "Ma quanto sei bugiardo...?!Dimmi!!"


    Adoravo la sua timidezza poi che mi faceva sentire più sicuro.
    Come se assorbendo quella sua inibizione mi caricassi dentro per sconfiggere tutte le mie incertezze,le mie insicurezze.
    Davvero........Io con Alex ero un'altra persona.
    Mi manca tutto questo,mi manca da morire.


    Ricordo che un giorno,mentre stava ripulendo i suoi attrezzi per la pittura,s'illuminò tutta in viso e mi disse,raggiante:


    "Devo mostrarti una cosa....Assolutamente!"
    Mi prese per un braccio e mi condusse fuori in giardino.


    "Dove stiamo andando...?!"
    "Ssshhhhh...seguimi e basta!"



    Girammo sul retro della casa e ciò che mi si parò davanti m'incantò:
    al centro di un giardino troneggiava un'enorme quercia e sul tronco di quest'ultima erano stati piantati dei piòli per permettere una facile scalata verso un piccolo e ben fatto rifugio di legno,immerso tra le foglie.
    Anni dopo le rubai l'idea,pensando a lei.


    "Alex....ma è stupendo!"
    "Lo so....Sali?!"
    "E me lo chiedi pure?!Io adoro arrampicarmi sugli alberi!"



    Non feci in tempo a finire la frase che lei stava già salendo su per il tronco.
    Mi fiondai subito a raggiungerla e,quando alzai gli occhi in su,una piccola e furba folata di vento le scoprì un'abbondante porzione di cosce,facendole sollevare la lunga gonna.Per non metterla in imbarazzo calai in fretta lo sguardo facendo il finto tonto mentre lei,istintivamente, si afferrava quel lembo di stoffa ribelle,cercando di coprirsi.Non si accorse della mia faccia rossa e un pò colpevole dei pensieri poco casti che mi sfiorarono il cervello in un baleno.


    Quello fu il primo episodio,dopo quell'indimenticabile trasparenza al tramonto,che me la fece immaginare sotto un altro punto di vista,più malizioso.
    Una notte la sognai e mi svegliai sudato,con il cuore a mille e una forte eccitazione in corpo,anche fisica,che mi spaventò.
    Mi sentii per un attimo in colpa e quando poi la rividi il giorno seguente,non riuscivo a guardarla negli occhi tranquillamente.


    Ma torniamo di nuovo a quella quercia....
    Ecco,quando fummo tutti e due lassù,fra le fronde,Alex mi prese la mano e mi fissò.
    Non disse nulla per un bel pezzo poi...


    "Ti voglio bene,Michael....
    Grazie di essere qui con me,grazie perchè esisti,grazie di...insomma....Grazie di tutto"



    Improvvisamente scoppiò in lacrime.
    Un pianto liberatorio che intuii fosse stato per troppo tempo represso.
    La abbracciai senza pensarci due volte e mi resi conto che quello era il primo,più intimo,contatto fisico tra di noi,da quando ci eravamo conosciuti.
    Le presi il viso tra le mani e la fissai dentro agli occhi velati di pianto e splendenti.


    "Mi vuoi bene,Michael?"
    "Stai scherzando vero?!"
    "Dimmelo....ho bisogno di.."
    "Di sentirtelo dire...?!"
    "Si!"
    "E allora te lo ripeterò ogni giorno che ti voglio bene,ogni istante,ogni ora,ma ti prego......non piangere Alex.
    Sto male se lo fai....Se mi vuoi bene veramente non piangere,ok?"



    La mia voce era dolcissima e le sussurai appena quelle parole sul viso.
    Alex mi strinse di più la mano imprigionandola dolcemente tra le sue,nere e morbidissime.


    "Alex....pensa che ogni volta che piangerai mi conficcherai una spina nel cuore e...tu non vuoi che io stia male,giusto?!"
    "Nooo!! Io ti adoro Michael.Non piangerò più.Te lo prometto."
    "Così mi piaci!"



    Si asciugò le lacrime e tornò più serena.


    "Sai qual è la mia canzone preferita?"

    A quella mia domanda mi guardò interdetta e scosse il capo,negando.


    "E' una delle tue...?"
    "No.E' del grande Chaplin.
    Charlie Chaplin....sai no?!"
    "Si si...ma scriveva anche canzoni?"
    "Ma lui era un genio,Alex.Era l'arte fatta persona.
    Scrisse una bellissima canzone intitolata 'Smile' e la canto spesso perchè è molto significativa sai?"
    "Come fa?Accenna un pezzettino..."
    "Così su due piedi?!"
    "Ma che fa...t'imbarazzi?!Non mi dire..."
    "Beh...è solo che cioè...mica sono un jukebox,Alex,che a comando..."



    Mi fece una faccina implorante con quelle labbra imbronciate ed uno sguardo da cucciolo.
    Mi arresi.


    "Ok....se insisti....
    Con quell'espressione disarmeresti anche un intero esercito in partenza per il fronte!"



    Mi sorrise vittoriosa e soddisfatta.
    Era la mia piccola bimba,pensai.
    Cantai una strofa,non poco imbarazzato.
    Lei tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo,come a gustarsi ogni singola nota.


    "Michael è stupenda..."
    "Si"
    "E' così...vera e tremendamente difficile da prendere alla lettera"
    "A chi lo dici..?!Non è per nulla semplice sorridere anche quando hai il cuore malato e che si spezza..."


    "Michael!!Promettimi che non spezzerai mai il mio cuore già abbastanza malato....Prometti"



    Quella richiesta mi fece tremare.


    "H....hai...paura di me?!"
    "NOOO!!Però ho paura di svegliarmi un giorno e ritrovarmi di nuovo sola. Io lo so che tu sei...."


    "NON DIR-LO...c'è un accordo fra noi due,ricordi?E se io sono solo 'Michael' per te,non dire ciò che stai pensando erroneamente adesso.Tra di noi sarà sempre così.
    Ti ho cercata e ti ho trovata.
    Non ti lascerò scivolarmi via....
    Ti ho chiuso nel mio cuore ed ho buttato via la chiave,Alex..."



    Fu in quell'attimo che,con uno slancio verso di me,le sue labbra sfiorarono un angolo della mia bocca.
    Non lo sentii quasi,tanto fu impalpabile e dolce quel bacio.
    Solo un istante,ma mi parve un'eternità.


    "Scusa..."

    Bisbigliò ancora troppo vicina a me che potevo respirare il suo dolce e profumato alito.Aroma di caffè.


    "E' tutto ok,Alex..."
    biascicai,poco lucidamente.


    E se era veramente tutto OK.....perchè allora sentivo il cuore squarciarmi il petto?!



    .5.




    [Bacio non dato
    è bacio sprecato:
    l'Amore dev'esser assaggiato]

    (E.Vance Cooke)


    Dovevo cercare di ritrovare la mia lucidità...
    Mi ripetevo costantemente che ce l'avrei fatta solo se smettevo di pensare a ciò che era successo.
    O meglio....che non era successo,a secondo dei punti di vista.
    Quel bacio era stato un bacio a metà,in tutti i sensi.
    Avrei voluto muovere la mia testa e cercare di incastrare fra le mie quelle labbra così dannatamente voluttuose e succulenti,ma altrettanto(per assurdo,lo so!)caste ed acerbe.
    Sentii che la sacralità di quella bocca non era mai stata profanata.
    Nessun pirana dell'amore vi aveva mai lasciato un morso.


    Alex si era spinta oltre la sua stessa coscienza,oltre il suo pudore,facendosi trasportare da una corrente impetuosa,come una piccola e precaria barchetta di carta in balìa di un mare in tempesta.
    Non sapevo se avesse agito per amore,per attrazione,per gratitudine,so solamente che non dimenticai quel "quasi bacio" e cominciai a pensare ad Alex come non mi capitava da un pò di pensare ad una donna,forse dai tempi di Tatum,la mia ex fiamma.


    Prendetemi pure in giro se volete,ma io mi sentivo un pò in colpa per via dei miei ormoni che impazzivano quando la vedevo,perchè Alex,fondamentalmente era rimasta la stessa di sempre.
    Sembrava come se tra noi non fosse successo nulla.
    Oh mio Dio!! Forse ammetto che ero io che amplificavo tutta quella faccenda del bacio,può darsi.
    Volete la verità?Ero un pò deluso dal suo comportamento.
    Possibile che non era per niente turbata o inibita in mia presenza?Eppure era stata lei a scatenare quel putiferio di emozioni,ma allora...perchè ero io l'unico a sembrare di ricordare l'accaduto?


    La guardavo mentre mi parlava,mentre gesticolava con naturalezza e classe,con il medesimo fare da piccola bimba innocente imprigionata in una donna da togliere il fiato.
    Solo ora mi rendevo conto veramente della creatura celestiale che avevo difronte.
    Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso,seguendo le linee perfette dei suoi tratti.
    Imbambolato a contemplare ogni minimo particolare che la rendeva unica ai miei occhi(e ne vedevo tante di sventole nel mio ambiente!),ma lei era speciale.
    Eppure....Alex non aveva la benchè minima idea di ciò che mi passava nel cervello,credendo che le prestassi super attenzione nei suoi dialoghi con me che diventavano monologhi.


    Ormai era troppo tardi per tornare indietro.C'ero troppo dentro.Punto.
    Mi sentivo in difetto,però,sia nei suoi confronti che nei miei.
    Da ragazzo religioso e praticante, quale ero,avevo l'obbligo di fugare dalla mia mente ogni accenno di lussuria che normalmente(e guai se non fosse così)la fragilità della carne ci porta a pensare.
    Gli uomini sono esseri fragili ed imperfetti,si sa e così giustificavo le mie fantasie,consolandomi un pò.
    Sappiamo tutti quanto sia arduo,per non dire impossibile,cercare di non farsi trascinare dalle tentazioni,soprattutto....provate a frenare un ragazzo di soli venticinque anni e le sue debolezze...!
    La cosa peggiore in tutto questo consisteva nel fatto che,dato che Alex sembrava aver completamente rimosso quel nostro"icidente di percorso",invece io avevo voglia di rivivere un altro momento di pura magia insieme a lei,ma non sapevo come fare per replicare l'episodio.
    Non ero aiutato dai suoi atteggiamenti nè tantomeno dai miei,castrato del tutto dal mio senso dell'iniziativa in questo campo,dalla mia timidezza e dal coraggio che mi abbandonava in situazioni del genere.


    Soffrivo e penavo dal desiderio di dirle ciò che mi turbava.Volevo solo che una mano angelica mi guidasse verso un nuovo,elettrizzante "scontro casuale" con colei che era diventata la mia nuova ossessione:Alex.


    Cnfidando nel destino cercai di metabolizzare il tutto e mi imposi una serenità forzata e dolorosa,una finta naturalezza così che lei non si accorgesse di niente.
    Ma quando si dice il fato....Beh!
    Qualcuuno lassù,tra le nuvole,raccolse la mia preghiera e così,una sera di ottobre(erano già passati due mesi da quell'episodio sull'albero),approfittai della vicinanza di Alex per fare il primo passo.


    Ora vi descrivo un pò come andarono esattamente le cose:eravamo seduti sullo stesso sgabello al pianoforte e stavamo suonando una sciocchezza a quattro mani(...si...se non mi sbaglio era "I soldatini").
    Ritmo allegro e spiritoso,note semplici e le nostre mani saltellavano su e giù per quegli ottantotto tasti,neri e ingialliti dal tempo.
    La mia Alex,la mia dolce,tenera,timida Alex,sbagliò un accordo e così la mia mano sinistra,involontariamente,finì sulla sua destra.
    Le note si mescolarono in un suono sporco ed impastato,causato dalla pressione leggera e prolungata di quel contatto.
    Lei mi guardò,dapprima stupita e divertita,ma poi si accorse forse della luce strana che emanavano i miei occhi e mutò espressione.
    Abbassò in fretta lo sguardo e,mi ricordo perfettamente,che sentii la sua mano scivolare piano e ritirarsi da sotto la mia.Lentamente,come per verificare che,se fosse riuscita a "liberarsi" senza difficoltà da quella pericolosa morsa,allora tutto sarebbe tornato a posto e senza conseguenze; la tensione si sarebbe allentata,insomma,ma non fu così perchè io non lo permisi stavolta.


    "Michael....continuiamo o ti è scocciato?Se non ti va più stacchiamo,non ci son problemi.
    Ci rinuncio...ahah...non sarò mai brava come mia madre...!"



    Cercava di stemperare l'atmosfera tesa,di fuorviare,di confondermi,ma l'unica cosa che andò a sfumare e terminare fu il suono grave del piano sotto le nostre mani che,dopo i suoi risolini nervosi e le sue parole,ci lasciò nel silenzio più totale ma così denso di agitazione ed elettricità.


    Il mio cuore batteva forte,ma sorridevo e la fissavo.
    Guardami,guardami,guardami....pensavo.
    Finalmente alzò gli occhi,la mia mano sempre sulla sua.


    "Io non voglio concludere adesso..."
    Comprese perfettamente che non stavo parlando de "I soldatini".


    Cercai di avvicinarmi piano al suo viso mentre lei era come paralizzata dal suo stesso turbamento.
    Quando arrivai ad inclinare la testa per posarmi su quella bocca a forma di cuore,mi fermai.
    Restammo sospesi così per pochi secondi....
    Di nuovo m'inebriai del profumo del suo respiro che si fondeva con il mio in una delicata corrente calda di fiati.


    "No...Michael!"


    Con la mano sinistra,quella libera da me,mi poggiò l'indice e il medio sulle labbra,respingendomi un pò.Le baciai dolcemente e socchiusi gli occhi,ma lasciai la sua mano mentre dentro sentivo sanguinarmi il cuore,a fiotti terribili.


    Si scostò da me,alzandosi in piedi.
    Mi guardò impaurita e confusa.


    "Perchè...?!"


    "Perchè è da un pò che lo voglio.Alex"


    "Perchè?!"


    La sua voce s'incrinò e i suoi occhi si fecero umidi e vibranti.


    "NOn devi!Non puoi rovinare tutto!!Non devi,Michael!!"


    "Ma perchè?Te lo chiedo io adesso...Perchè?!
    Dimmi che non ti piaccio....dimmi che non ti interesso....dimmi che non senti quello che sento adesso io....che non..."


    "ZITTO! Stai muto...non dire altro..."



    Si tappò le orecchie scuotendo la testa,in una smorfia di dolore strinse gli occhi.


    "Vai via....ti prego..."
    Lo sibilò appena con voce bassa e spezzata.


    "No...non me ne vado"


    "Vai via!"


    "Non ti capisco,Alex,mi confondi..."



    Mi scivolò una lacrima,ma non me ne accorsi.
    Solo quando uscii da quella casa percepii sul mio viso un sottile percorso umido e raffreddato dal vento frizzante di una strana sera di metà ottobre.....



    .6.




    [ Il cammino attraverso
    la foresta non è lungo
    se si ama la persona
    che si va a trovare]

    (Proverbio Africano)


    Vivevo in un'ansia costante.
    Non so se avete presente "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie....beh ecco una cosa del genere,solo che i dieci personaggi protagonisti erano tutti i miei sogni e i miei sentimenti di uomo. Nel libro della Christie quei dieci venivano uccisi da Unknown, un assassino senza nome,ma che faceva parte comunque dei dieci protagonisti della storia. I personaggi impauriti credevano invece in una specie di maledizione che poco a poco faceva fuori tutti, ignari che l'assassino si trovasse in mezzo a loro e che fosse....il più insospettabile perchè già morto!!
    Beh....chi sa la storia mi può capire.Voglio dire con questo che il mio killer mi era sconosciuto poichè agiva indisturbato dentro me,logorandomi lentamente,con una maschera che nascondeva la sua malvagità.
    Altro non era che il mio amore per Alex....amico e nemico.
    Si...:l'amavo e soffrivo,mi sentivo uno straccio inutile e vecchio.
    Risuonavano nella mia testa le parole di Alex e ogni volta mi sembrava di rivivere quella scena.
    Eppure era cominciato così bene il mio film...!
    C'era tutto:luogo giusto,situazione favorevole,momento topico e adrenalina nel sangue.
    Chi poteva immaginare un finale così?
    No...non era così che volevo terminasse e senza nemmeno i titoli di coda.
    I battiti accelerati del mio cuore ferito erano stati l'unica,straziante,colonna sonora.




    Era ormai passato un mese da quella sera ed Alex mi mancava come una notte senza luna.Lei era la luce che aveva irradiato la mia grigia vita di Michael/persona e senza di lei mi sentivo perso per metà.
    La metà più importante.

    Si...c'era sempre il mio lavoro,per fortuna,a distrarmi....i miei diecimila impegni e così decisi di buttarmici a capofitto sperando in un qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato.
    Alex non mi avrebbe mai cercato,non credevo possibile una cosa del genere dato che ,pur sapendo il mio indirizzo e il mio numero di telefono,non lo aveva mai fatto in quel mese di lontananza.
    Lei viveva nel suo mondo ovattato,basta.


    Io,al contrario,avevo cercato di tornare davanti casa sua solo che,quando arrivavo in prossimità di quella stradina,mi sentivo trattenuto come da un elastico alla vita che mi faceva rimbalzare all'indietro.
    Non ce la facevo a proseguire e mi prendeva un tuffo al cuore e un groppo in gola,da togliere il respiro.
    Forse non ero più gradito nella piccola villetta dei ricordi....Forse non c'era più posto per me...neanche in un minuscolo cassetto dentro al cuore di Alex.
    Lo pensavo veramente e stavo malissimo.




    Ricominciai a sentirmi solo.Più solo di prima,in realtà.
    Piangevo?!Sì,tutte le sere,al ritorno dai miei impegni,dovevo fare i conti con i miei pensieri e la mia anima cominciava a parlare.Non c'era modo di farla smettere o di non sentirla:era una tortura.
    La mia lotta interna.


    "Alex" la prima parola che mi affiorava al mattino e l'ultima che ripetevo alla sera,anche e soprattutto nelle mie preghiere a Dio.
    "Fammi capire almeno perchè..?!"
    Non chiedevo altro,giuro!
    Non pretendevo nulla,ma volevo una risposta da Lui,almeno.



    Un giorno che non dimenticherò più,il 26 novembre del 1983,mi arrivò una lettera a casa.
    Era Alex!
    Tremavo...
    Un secondo che ve la leggo(l'ho qui,da qualche parte):


    "Caro Michael...è da un pò che non ci vediamo,lo so.
    Forse neanche andrai in fondo a questa lettera e non ti biasimo.
    Non sei più venuto,giustamente.
    Sono stata brusca e cattiva con te e lo riconosco,ma per me è difficile spiegarti le ragioni del mio gesto.
    Ho raccolto tutte le mie forze per riuscire a scriverti questo messaggio.
    Mi conosci bene ormai,sai come sono fatta e....siamo molto simili.
    Ho capito di avere sbagliato quando non ti ho visto più far capolino da dietro il mio steccato,quando giorno dopo giorno,pomeriggio o sera,gettavo un occhiata oltre la vetrata,senza scorgere i tuoi occhi.Mai.


    Quegli stessi occhi così indescrivibilmente belli che, appunto, non posso rendere a parole per non sminuirne la grandezza e la magia.
    Quegli stessi occhi che mi leggono dentro come nessun altro ha mai fatto.
    Quegli stessi occhi che mi hanno fatto sorridere tante volte.
    Quegli stessi occhi che hanno riscaldato il mio cuore ed illuminato le mie giornate scacciando la solitudine.


    Ebbene....questi occhi tuoi sono anche gli stessi che mi hanno fatto tremare di paura in quella sera ormai lontana.
    Sì,paura.Totale paura.
    Terrore di scorgere in essi ciò che provo anch'io e che non dovrei provare,Michael.
    Purtroppo noi non possiamo amarci come vorremmo.
    Ho visto amore e desiderio dentro i tuoi occhi splendidi,ma quello sguardo ha trasformato un amico in qualcuno di pericoloso per entrambi,Michael.
    La situazione è molto complicata.


    Oh....Michael!Lo ammetto:soffro senza te,ma soffrirei di più continuando a viverti accanto.
    Dovevi sapere che i tuoi sentimenti sono ricambiati,ma deve bastare così.
    Deve bastarti ,michael...non farmi domande.
    Non cercarmi più se davvero mi ami.
    Ti faccio del male?Si lo so...e me ne faccio anch'io,ma ritenevo giusto tu lo sapessi.
    Io soffro più di te,devi credermi....amore mio.
    Si'...amore mio',hai letto bene.Ma quest'amore è cominciato così ed è già finito con due parole.
    La risposta ai tuoi 'perchè' è questa: perchè non possiamo amarci,perchè non puoi innamorarti di me,perchè è un errore,Michael.
    Fidati delle mie parole,non ti ho mai mentito,ma non chidermi altro.
    Ti dico solo di ricordarti di me sempre,se vuoi.
    Io non ti dimenticherò mai.
    MAI.


    26 Novembre 1983
    Alex..."





    Per metà,la lettera,era ormai inzuppata dalle mie lacrime.
    Il mio "perchè" era stato ripagato con un "E' un errore innamorarti di me...",ma subito mi sovvenne un altro "perchè?".
    A questo punto come avrei potuto rispettare la sua scelta?!
    Lei non poteva decidere arbitrariamente anche della mia vita.Non mi aveva concesso una replica alle sue parole e fu per questo che decisi di cercare un confronto faccia a faccia.
    Solo così allora mi sarei arreso,ma almeno lo avrei letto nei suoi occhi il motivo di quell'abbandono ancora ingiustificato.

    Ma quando la rincontrai quegli occhi imploravano solo aiuto e capii che eravamo ancora bisognosi l'uno dell'altra.
    Alex,come me,aveva il suo Unknown dentro l'anima che la stava pian piano logorando.
    Posso affermare che la mia vita finì nel momento in cui scoprii il volto di quell'assassino di anime e speranze.
    Vi dico solo che mi crollò il mondo addosso perchè era qualcosa che non potevo sconfiggere e nemmeno lei.
    Impotente e ancor di più innamorato.
    Cosa potevo fare?!
    Ve ne parlerò un'altra volta.....per oggi sono fin troppo addolorato a quel pensiero.



    .7.




    [All I ever wanted,
    all I ever needed
    is here in my arms...]



    La sera stessa di quel 26 novembre,mi sembra che sia stato subito dopo cena,uscii di casa e cominciai a camminare,all'apparenza senza una meta,ma sapevo perchè ero uscito e mi passavano per la mente le parole scritte da Alex.
    Il desiderio di accelerare il passo per correre da lei stava sempre più facendosi largo in me e così mi ritrovai ancora una volta a percorrere come in trance quelle poche centinaia di metri che distanziavano le nostre rispettive abitazioni.


    Ero solo.Nessuno,stranamente si accorgeva di me.Nessun passante....no.
    Dovevo risultare forse invisibile per quanta era l'ansia che mi avvolgeva.


    Finalmente giunsi a quella stradina ed in lontananza riuscii a distinguere nettamente quella staccionata a me tanto cara che sembrava ancor più bianca e brillante,quasi eterea,alla luce della luna, bianca e gigante sulla mia testa.
    Un'atmosfera surreale e tutt'intorno il silenzio più assoluto.
    Sentivo solo i miei passi incerti sul selciato.


    Il cuore mi si bloccò in petto quando scorsi una piccola lucina gialla,al di la della grande vetrata.
    Provai la solita stretta al cuore.A quel punto non seppi più cosa fare:Alex era stata chiara e non voleva che la cercassi ancora.Ebbi perciò timore di quella che poteva essere la sua reazione rivedendomi imperterrito ancora una volta davanti casa sua.


    Mi guardai intorno e quando verificai che non c'era proprio anima viva intorno a me,scavalcai in un baleno quella staccionata.
    Agii d'istinto.
    Non avevo mai fatto una cosa del genere e mi sentii come un ladro,ma dentro sapevo che cosa stavo facendo e perchè.
    Era la cosa più giusta,sì.


    Arrivai alla porta d'ingresso e suonai il campanello.
    Anche quel suono sembrava uscito da un vecchio film d'epoca.
    Ricordo che mentre attendevo risposta le gambe mi tremavano tutte.


    Sentii un piccolo scatto e la porta si dischiuse lentamente.
    C'era ancora la catenella chiusa.
    Vidi dei riccioli scuri apparire e scomparire in un lampo mentre udivo in sottofondo la flebile voce di Alex,nascosta li dietro,come se quell'ostacolo di legno fosse il suo scudo per difendersi da me.


    "Lo sapevo....oddio...lo sapevo..."


    "Alex,apri questa porta..."

    sussurrai decisamente implorante nel tono.


    Nessuna risposta.


    "Alex...ti prego..."



    Capii che stava cominciando a piangere perchè mi arrivò all'orecchio un singhiozzo leggero repentinamente soffocato da,penso,una mano o un braccio.


    A quel punto mi sentii dolorante anche nel fisico.Non potevo sopportare quando soffriva perchè anche quel suo malessere mi entrava nelle vene.Condividevamo tutto io e lei,silenziosamente.


    "Ti supplico Alex...apri questa porta...non lasciarmi qui tutto solo.
    Sono a pezzi...Sto malissimo.
    Ho bisogno di te come tu hai bisogno di me.Lo so.
    Non puoi far finta di nulla...Mi conosci anche tu."


    La porta si richiuse e sentii sganciare la catenella di ferro.
    Si riaprì e così finalmente mi ritrovai davanti quel viso che avevo incontrato solo nei miei ultimi sogni....quando mi mancava e dormivo per cercare di rivederla.Almeno lì.


    Quel visino triste che tanto amavo era bagnato completamente da quelle lacrime che mi straziavano ogni volta,vedendole su di lei.


    "Vieni qui...."


    Aprii le braccia e lei vi si tuffò in mezzo,come se invece,al contrario di quello che aveva espresso,non desiderasse altro.
    Aveva bisogno di me,come io di lei.
    Il suo pianto silenzioso e le sue parole erano attutite dalla pressione del suo viso contro il mio petto e così mi sembrava ancor di più che mi arrivassero al cuore,molto prima.
    Non mi sarei mai aspettato una reazione simile,ma come un burattino nelle mani della mia volontà mossi le braccia per legarla a me.
    In quell'istante fu come se si annullasse tutto:non ricordavo la lettera,nè quella sera al piano e le mie lacrime mentre me ne andavo via da lei.


    Ricordo solo la sensazione del contatto speciale delle mie mani immerse nei suoi capelli,quelle piccole e strette molle ricciolute e morbide che profumavano di brezza marina anche in inverno.


    "Non piangere amore mio..."


    Sì.La chiamai così e senza imbarazzo.
    In fin dei conti ,io ed Alex,non avevamo bisogno di tante parole o cerimonie.
    Parlavano i nostri cuori,in una voce senza voce e si esprimevano meglio di mille parole.


    Le sue braccia si avvinghiarono ancor di più ai miei fianchi stretti e rigidi di muscoli in tensione e nervosi.
    Sospirò profondamente,come se si sentisse liberata da un peso troppo grande.
    Ne gioii.
    Quanti contatti fisici c'erano stati fra noi?Pochi,e lo sapete.
    Ma in quel momento mi accorsi che anche se non ci sfioravamo quasi mai,per noi,tutto era sempre un abbraccio.


    Quando si provano queste sensazioni allora ti rendi conto che non c'è distanza materiale che può mai dividere due anime innamorate o che semplicemente si vogliono bene.
    Si è sempre uniti finchè lo desideri anche solo col pensiero.
    Io ed Alex non ci eravamo separati mai,allora...


    Gettai il capo all'indietro e vidi la luna farsi opaca di una nebbia argentea che quasi ci stava avvolgendo poco a poco,inglobandoci nella natura.
    Le presi la mano,staccandola piano ed accarezzandole un fianco.
    Intrecciai le mie dita fra le sue.


    "Passeggiamo un pò...esci di qui e vieni con me,Alex"


    Si fece guidare da me.
    Non mi ricordo quanto camminammo,immersi in un'atmosfera tra sogno e realtà.
    Mi bloccai e la feci voltare piano verso me.
    Così,l'uno di fronte all'altra leggevamo a malapena i nostri tratti scuri e argentati,nella notte.


    Con due dita le sollevai il mento e sentii vibrarla tra le mie mani.


    "Baciami Alex..."


    Mi avvicinai a lei e stavolta non fui respinto ne col corpo,nè con la mente.
    Ci baciammo dolcemente e così anche i nostri cuori.
    Non volevo sapere nient'altro.
    Mi bastò questo.




    .8.



    "Come sei veramente" (G.Allevi)


    [Sono talmente dispiaciuta di amarti
    ma molto più mi dispiace perderti
    Aggrappata ad un passato che non mi lascia
    possibilità di scelta.
    Un tempo c'era il buio...
    la notte più scura e profonda.
    Mi hai dato tutto quello che avevi.
    Oh...tu mi hai dato la luce]

    (I will remember you-Sarah Mclachlan)


    La mia Alex era di una dolcezza infinita e di un'ingenuità che intrigava ogni giorno di più.
    La sera di quel bacio mi parve di camminare come sospeso in aria.
    Ricordo la sua bocca morbida sulla mia che timida non sapeva come rispondere al mio invito di trasformare quel contatto di sole labbra in un qualcosa di più profondo.
    Io non voglio dire con questo che mi sentivo un uomo vissuto esperto e navigato in materia(la mia timidezza era stata sempre un ostacolo quasi insormontabile!),ma già avevo avuto il piacere di conoscere la sensazione fantastica che si prova quando due sapori si fondono e due lingue vellutate e calde si aggrovigliano in un turbine di emozioni,avvolgendosi,inseguendosi ed incastrandosi in ciò che è in assoluto il gesto più rappresentativo del sentimento più potente al mondo:l'amore.


    Alex era ancora inesperta,più di me sicuramente,ma mi piacque la cosa.
    Era mia e solo mia.


    Quando poi la riaccompagnai a casa mi ricordai della lettera,ma non le chiesi nulla.
    Non volevo sapere perchè pensavo che qualsiasi cosa Alex avesse da dirmi non poteva essere più forte del nostro amore....ancora in un bocciolo,ma che con i giorni e col sole nella sua vita si sarebbe aperto divenendo un fiore bellissimo e profumato.
    Ne ero convinto ed in parte lo credo ancora oggi.
    Molta gente nel mondo è convinta che con l'amore si diventi deboli,ma non è così.
    L'amore per me è uno strumento potentissimo che disarma anche l'odio più spietato,semplicemente perchè lo spiazza,ricambiando con una diversa moneta.....Una risposta che non istiga,non sfida,ma che tende la mano in simbolo di pace.
    Dico questo perchè ancora oggi penso ad Alex e so che il male che ci ha allontanati fisicamente è morto,ma l'amore no.Quello ha resistito al tempo,agli eventi.

    Ok...so che volete che io sia più chiaro con voi.
    Ebbene tenetevi forte perchè quello che sto per dirvi è un passaggio chiave per capire l'immenso amore che legava me ed Alex,ma è anche un ricordo triste e doloroso(mi si legge negli occhi,lo so....Dannati occhi che non sanno celarmi a niente e nessuno!).


    Un giorno di inizio Dicembre,portai Alex a fare una gita fuori porta.
    Una piccola escursione.
    Volevo che si staccasse un pò da casa sua e vedesse il Mondo con occhi reali e non più attraverso solo un quadro.
    Optai per il mare:adoro la pace che c'è in una spiagga desolata,in pieno inverno.


    Si sentivano le onde infrangersi sugli scogli vicino a noi, nella piccola caletta a tratti anche sabbiosa.
    Io ed Alex eravamo seduti su una grossa pietra,abbastanza comoda e levigata dal mare e dal tempo.La sua testa poggiata sulla mia spalla,occhi chiusi ed entrambi in religioso silenzio.
    Era stupendo...magico...tutto.
    D'un tratto volli sottolinearle la bellezza di quell'istante.


    "Alex....amore mio.."
    "Si Michael?"



    Sollevò piano il capo e trovò i miei occhi.Sorrisi.


    "Hai visto quant'è bello il mare fuori da un dipinto?"
    "Oh...è proprio eccezionale e..inimitabile con nessun disegno o colore,ora che ci penso.La natura è un'opera d'arte perfetta e completa."



    "Si,lo è..."
    "Grazie amore mio..."
    "E di che,Alex?"
    "Sei il primo che me lo fa notare.Con te mi sembra di rinascere
    ogni giorno di più..."
    "Guarda che io non faccio nulla di speciale,Alex"
    "Invece si"
    "Ma no,ti dico di no....Potresti farlo da sola anche tu,amore,se solo cerchi di staccarti un pò dal passato e goderti la tua vita nel presente,Alex.
    La vita è un dono troppo prezioso per esser sprecato..."
    "Godermi la vita,Michael?!"



    Scorsi una punta d'amarezza e nei suoi occhi e nella sua voce.La fissai attentamente.


    "Perchè sei così negativa Alex?Sei ancora giovanissima.Lo so che per te non è stato facile in passato,ma non è mai troppo tardi per recuperare,dai...
    Adesso ci sono io con te,non sei contenta?"



    Cercai di tirarla un pò su e le sorrisi,incoraggiante e speranzoso.
    Ma subito dopo mi si gelò il sangue nelle vene.


    "Michael,Michael...pensi che tre o o quattro mesi al massimo possano bastarmi per recuperare?!"
    Un risolino nervoso mi uscì dalla bocca e mi sentii improvvisamente la testa come se stesse per scoppiarmi da un momento all'altro.


    "Alex che stai dicendo?!"
    Il mio cuore non lo sentivo più,era fermo.
    Non potevo aver sentito quelle cose...no...Forse avevo capito male,si...Pensavo,ma mi sbagliavo.


    Un'onda potente ed improvvisa s'infranse su uno scoglio vicino a noi,schizzandoci un pò.Pensai subito che anche il mare si volesse ribellare per quella confessione.
    Alex abbassò la testa in avanti e mi prese le mani.


    "Michael...scusa"


    Pensai ancora che sul mio viso le lacrime potevano confondersi con gli schizzi del mare,ma poi sentii scivolarle sempre più calde e copiose.
    Non volevo piangere,ma non riuscivo a impormelo.


    "Amore mio....Michael...Non volevo affliggere anche te.Non volevo.
    Tutto questo si poteva evitare se solo....
    Ma tu non l'hai permesso."

    "Ma stai scherzando spero?!Ed ho fatto pure bene,Alex....Lo rifarei ancora ed ancora...
    "Michael non piangere"

    "E come faccio?Dimmelo tu perchè io non so più nulla.Non so niente.
    Vedo buio Alex..."

    "Ti amo,Michael..."



    Lei mi parlava,mi sorrideva,mi diceva "ti amo" ed io mi sentivo peggio.
    Come faceva?!Ed io...dovevo far qualcosa per lei...per noi.


    "Da quanto lo sai,Alex?!"



    Piangevo ormai come un bimbo e paradossalmente era lei a consolare me.
    Sapevo che non era il modo giusto,che dovevo infonderle coraggio,ora più che mai,ma mi sentivo come se ero io a dover morire.


    "Lo so da un pò prima che ti conoscessi,ma ...
    Cioè....i dottori mi hanno detto che se voglio,con la chemio,posso tirarla un pò più per le lunghe..."

    Sorrideva con amarezza e tranquillità apparente.


    "Quanto per le lunghe?Quanto?!"
    L'angoscia si era impossessata di me.Di ogni mia singola cellula.


    "Un anno o poco più,ma adesso forse un pò di meno....Non ho voluto cominciare la terapia,Michael."

    "COSA?!"

    Inorridii ancor di più:Alex aveva deciso di lasciarsi andare.


    "MA TU NON PUOI,CRISTO SANTO!!"


    "Dammi una sola ragione per cui dovrei ascoltarti,Michael...Dimmi un pò:che vita ho avuto fino ad adesso?!Non capisci che sono già morta da un pezzo?!"


    Scoppiò in lacrime.
    L'abbracciai e la cullai.Non sapevo cosa dire,cosa fare.


    "A...A..Alex....ci sono io con te.
    Io non ti basto come motivazione?!Non pensi che valga la pena di combattere?Almeno provare....
    Non sei da sola....Ricordi queste parole?!Le hai dette tu a me,una volta.Non posso credere che non le pensi in un momento del genere,Alex...Non voglio crederlo."


    "Michael..."

    "Alex io t'aiuterò.Hai già perso troppo tempo.
    Mi occuperò io di tutto.Lasciami fare....
    Tu non andrai da nessuna parte,amore.Tu resterai con me perchè è giusto così.
    Dio mi ascolterà....lo so...lo so..."

    "Vuoi aiutarmi?"

    "Con tutto me stesso.Perchè?Avevi dubbi?!"

    "Grazie Michael...Forse davvero vale la pena di lottare.
    Forse ce la posso fare.Con te."

    "Con me...si...con me.Alex io ti amo più della mia stessa vita."

    "Stringimi adesso..."



    La strinsi a me con tutta la forza che potevo.
    Alex doveva vivere.Doveva vincere le sue paure,affrontarle.
    Non sapevo se potevo riuscire a mantenere la promessa,ma sapevo che Dio è l'unico medico che può diagnosticarci qualcosa.
    Solo Lui sapeva.
    Ed ancora una volta.....mi riaffidai nelle Sue mani pregandolo di negarmi qualcosa d'importante,ma di lasciarmi Alex.
    Se m'avesse chiesto la mia vita in cambio della sua gliel'avrei ceduta perchè io vivevo in Alex e avrei continuato a farlo finchè ci fosse stato fiato abbastanza.

    image



    .9.



    [Quando si ama non vi è nulla
    di meglio che dare sempre,
    tutto,la propria vita,
    il proprio pensiero,
    il proprio corpo.
    tutto quel che si possiede;
    sentire quel che si da;
    mettere tutto in gioco e
    poter dare sempre di più]

    (G.de Maupassant)


    Vi ricordate quando vi raccontai della prima volta che mi accorsi di Alex e della sua casa oltre la staccionata?Bene,dissi che ero pronto e deciso ad abbattere il muro che ci separava e così mi sentii dopo quel giorno al mare:pronto e deciso,più caparbio che mai,a voler cercare di offrirle con anima e corpo il mio sostegno.
    Dopo tutti i pianti che mi feci la stessa sera di quella sua orribile confessione,dentro di me sentivo che dovevo sfruttare tutta la mia abilità per trasformare il mio dolore in una nuova forza,una nuova spinta.Dovevo reagire.


    Infondo a cosa sarebbe servito piangersi addosso?!Di certo non avrebbe aiutato nessuno dei due e anzi ci avrebbe distrutti molto più velocemente.
    Non c'era tempo da perdere in pianti.
    La mia fede venne messa ancora una volta a dura prova.

    Avevo visto tantissime persone con lo stesso grave problema di Alex e tutte le volte che guardavo un bambino malato non potevo fare a meno di correre lontano da lui per sfogarmi e piangere.
    E' dura sapere che Dio,così buono e misericordioso,ha un progetto per tutti noi anche se in quel progetto c'è scritto che, a volte,
    qualcuno di noi deve tornare a Lui molto presto e senza quasi avere il tempo necessario per godere di tutte le meraviglie terrene di cui Lui stesso ci ha fatto dono.
    E allora ci si dispera.Si urlano i perchè ed a volte Lo accusiamo o ci danniamo perchè troviamo ingiusto tutto questo.

    Avere fede,ho imparato,è importante per riuscire a darsi una risposta a tutti questi dolorosi "perchè" e paradossalmente,l'unica risposta che mi è sovvenuta è che Dio agisce solo per il nostro bene,perchè ci ama.
    So che è una contraddizione,ma se per Lui il nostro bene significa morire e allora bisogna accettarlo.

    Purtroppo gli uomini sono tali perchè non sono perfetti e quindi non si rassegnano ad accettare ciò che sta scritto nel loro destino.
    Siamo mortali,imperfetti e iracondi,ma Lui ci ama.


    Pensavo che prendermela con Dio non sarebbe servito allora presi in pugno la situazione e con tutto il coraggio che avevo in corpo cercai una via terrena per "tamponare le ferite" sperando che il progetto per la mia Alex fosse a lieto fine,per lei e per me.

    Fu così che mobilitai i migliori specialisti degli Stati Uniti e se non fosse bastato li avrei cercati in cima al Mondo.
    I fragili e provati polmoni di Alex dovevano riprendere a funzionare bene.


    Uno dei medici che la visitò mi disse che non era stato il contatto con i solventi chimici, usati da lei per dipingere,a provocarle il male,ma bensì,purtroppo,c'era già una predisposizione da tempo.
    Di sicuro,aggiunse,non le avrebbe giovato continuare ad inalare quelle sostanze.


    "Michael perchè?! Perchè mi privano anche di questo?!"

    "Amore mio continuerai a dipingere,se lo vorrai,ma devi sacrificare l'olio.Usa la tempera e vedrai che non ci saranno problemi.Hai sentito il dottore...."

    "Ok...mi basta che posso farlo.Hai ragione."

    "Brava la mia piccola..."




    E meno male che si era convinta!Alex si sentiva le ali tarpate e non potevo biasimarla.Se dipingere la faceva star bene doveva farlo e così ogni settimana mi prodigavo di rifornirla di colori e tele quanto bastava a vederla serena.
    Apparentemente,certo.




    Aveva da poco iniziato la chemioterapia,ma per fortuna l'aveva presa abbastanza bene e non si notavano in lei gli effetti,a volte devastanti, di questa cura.
    Credetti che poteva farcela.


    Passavamo molto tempo a distrarci con tante cose e la facevo ridere con scherzi e battutine.
    Non so nemmeno io come,ma ci riuscivo.
    Facevo di tutto per farla sentire normale e le stavo accanto molto più tempo.
    In quel periodo poi,fine gennaio dell'84,il mio lavoro non mi allontanava molto,per fortuna.
    Già però sapevo che l'estate seguente sarei stato impegnatissimo con i miei fratelli al Victory Tour.Comunque avevo già preventivato ed organizzato tutto:sarei corso da lei in tutte le pause che distanziavano i concerti e soprattutto avevo già in mente la persona che poteva seguirla in mia assenza.
    Indovinate un pò?! Si,proprio lei.
    Mia madre.
    Le avevo parlato di Alex e della nostra situazione.Proprio come mi sarei aspettato,donna Katherine,aveva subito allargato le braccia accogliendo la mia proposta.


    "Figlio mio,non devi neanche chiedermelo.Starò con lei e la porterò se vorrà anche agli incontri in Chiesa.Stai sereno."


    Sono sempre stato fiero di essere suo figlio.
    Ho ereditato molto da lei e ringrazio Dio ogni giorno per questo.
    Se sono sempre stato così sensibile ed aperto verso il prossimo lo devo a lei.
    E' meravigliosa.


    E poi...conoscere Alex ha contribuito ad accrescere in me questa sensibilità.




    Ok..ok..Ma la mia storia con lei,comunque,continuava al di là della malattia.
    Del resto l'amavo già prima di conoscere la terribile verità.
    Il nostro amore e la sua sofferenza viaggiavano su due treni diversi e paralleli,solo che speravo che il nostro binario d'amore ci avrebbe condotti per un viaggio interminabile e che avremmo valicato insieme monti e foreste,mari e terre,mentre l'altro treno,quello della malattia, volevo si fermasse alla stazione più vicina,lasciandoci continuare il viaggio soli e finalmente sereni.



    Una sera come tante la stavo riaccompagnando a casa.Aveva cenato da me e conosciuto mia madre.
    La nostra storia era comunque una relazione normalissima di due giovani ragazzi innamorati.
    Quando però arrivammo davanti casa sua...


    "Michael...sii onesto:mi trovi attraente?!"


    La guardai esterrefatto e divertito per quella domanda sbucata così,dal nulla.
    Pensai che molto probabilmente conviveva da un pò con un'insicurezza atroce,dovuta al periodo che stava affrontando.
    Cercai perciò di essere spiritoso e fuorviare.


    "Devo risponderti ridendo o seriamente?!"

    "Preferisco la seconda opzione,Mike,e non scherzare,ti prego.Non sono in vena."



    Presi un lungo respiro rendendomi conto che quella risposta confermava le mie teorie.
    Le presi la mano e cercai i suoi occhi.


    "Alex...non guardare fuori e girati verso me."

    "Ok.."

    "So cosa ti passa per la testa.Lo so.Non sono stupido."

    "Gia.Ma io ti ho fatto una domanda stupida.Non mi dirai mai la verità."

    "Cosa te lo fa credere?!"


    "Perchè dovrebbe interessarti fisicamente una ragazza con una salute molto più che precaria quando tu,nel tuo ambiente,potresti disporre di ben altro...?"

    "Spero tu stia scherzando.Ci rimango malissimo,Alex."

    "Ammettilo..."

    "Non c'è nulla da ammettere a parte che ti amo e che io ti vedo stupenda dentro e fuori,Alex.E sai qual è la verità?!Che non me ne può importare un fico secco di tutte le donne che mi girano intorno.IO VOGLIO TE"



    Scandii le ultime parole.Si rabbuiò ugualmente.


    "E allora....perchè non mi sfiori mai?!Non ti avvicini a me oltre i soliti baci.Oddio...sono stupendi,li adoro,ma non sento elettricità tra noi,Michael.
    Ti spaventa la mia malattia?!Ti blocca,lo so...Non potrai mai desiderarmi come vorrei essere desiderata."

    "Io ti desidero con tutto me stesso Alex....Non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto vorrei stringerti e averti fra le mie braccia....completamente."
    "Perchè non riesco a crederti?!"



    I suoi occhi si riempirono di lacrime.
    Le sollevai la mano e me la misi sul cuore.
    Forse lo gridai...


    "Lo senti?! Senti come batte?! Fa sempre così...non mi fa dormire...Mi fa sudare,rigirare nel letto.Quando ti vedo mi manca il respiro.Io vedo solo te e ti vedo più sana e splendente che mai.
    Ti desidererei anche se ti sfregiasse un'intero camion di coltelli,Alex.Lo so è un paragone forte,ma è per farti capire."

    "Senti tutto questo per me?!"

    "Se lo sento...?! So solamente che l'unica cosa che mi inibisce è che...."

    "Che?"

    "Che tu sei la prima con cui sento di lasciarmi andare,Alex"

    "Non posso crederci....Tu...?"

    "No,mai fatto,se è questo che intendi.Siamo uguali anche in questo.Non immagini quante volte ti penso fra le mie braccia e tremo solo all'idea di sapere cosa si prova.Sento solo che dovrebbe essere l'esperienza più eccitante ed elettrizzante,magica e struggente allo stesso tempo,che io abbia mai vissuto.
    E fino ad ora paragono il sesso alla mia arte.
    Solo li mi sento anche appagato fisicamente."

    "Oddio..."

    "Fammi finire....ti prego.Non desidero altro che condividere tutto questo con te.
    Io ti amo e ti desidero...Ma ho paura solo di me stesso,non certo della tue malattia,Alex."

    "Amore mio....prometto che cercherò di aiutarti a sciogliere questa catena che ti frena.Anche se non sei solo:questa è anche una delle mie paure."

    "Le supereremo insieme.Questa è sicuramente la paura che preferisco....L'unica paura che può farci stare bene.Non è rischioso...Noi ci amiamo."

    "Si..io ti amo...e ti voglio Michael."




    Quella sera non successe comunque nulla,ma sapevo che prima o poi sarebbe giunto quel momento e così.....Beh! Fu sicuramente una dolce preoccupazione in mezzo a mille paure molto più minacciose.

    Edited by °Alexandra° - 14/6/2011, 20:11
     
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    .10.



    [Il mio slancio è infinito
    come il mare,
    e non meno profondo
    è il mio amore;
    più te ne dono
    più ne posseggo,perchè
    entrambi sono infiniti]

    (William Shakespeare)


    Quello che le avevo detto riguardo al sesso era tutto vero e mai come quella volta mi sentii così sicuro e impavido ad affrontare l'argomento che più mi spaventava da sempre.
    Cantavo canzoni i cui testi alcune volte ne parlavano esplicitamente senza mai comunque trascendere nella volgarità eppure nessuno sapeva come m'impauriva nella vita di tutti i giorni....

    Ero e sono pur sempre un uomo fatto di carne come tutti.Anche per me,il sesso è una debolezza,ma è anche una forza.
    La forza di concedersi totalmente alla persona che più si ama senza lesinare nulla,ma completando in un atto fisico ciò che si sente nell'animo.

    Alex mi ha insegnato questo,ma in fondo l'ho sempre saputo.

    Io gay?!Sì...c'è chi l'ha detto.E' vero,ma si è sempre sbagliato di grosso.
    Non farmi fotografare in atteggiamenti intimi con qualche modella(come magari succede a molte star)non vuol dire che non mi piacciano le donne,anzi...Mi piacciono così tanto ed ho talmente rispetto per la categoria che se mai mi fossi innamorato di qualcuna di certo non l'avrei sbandierato ai quattro venti.
    Non ne sono capace:ciò che è mio rimane tale.

    Ho sempre vissuto in forte contraddizione con me stesso perchè da una parte il mio sogno di diventare il più celebre personaggio del Pianeta si era avverato,ma allo stesso tempo ho sempre difeso con le unghie e con i denti la mia privacy.
    Una mia ipotetica relazione amorosa mi sarebbe piaciuta viverla nel più privato possibile.
    Per questo nessuno ha mai saputo di Alex.
    Lisa e Debbie...beh!Quella è tutta un'altra storia.


    Ritornando alla mia attrazione per Alex...c'era eccome!
    Nessuno può immaginare il putiferio ormonale che mi scatenava solo guardandola....
    Mi faceva andare fuori di testa quando ,ignara di ciò che mi provocava,si sbuffava in alto un ricciolo impertinente cadutole sul viso,oppure quando,mentre mi ascoltava parlare,si pizzicava con l'indice e il pollice il labbro inferiore,attenta al mio discorso.
    Giuro,non sono un pervertito,ma mi attirava la sua ingenuità e la sua semplicità meglio di qualunque paio di calze a rete su una donna seminuda e provocante.

    Penso semplicemente che ciò che non non viene mostrato lasci tanto all'immaginazione....ed io sono un tipo che ama fantasticare.

    Ogni volta che tornavo a casa,dopo esser stato in sua compagnia,sentivo l'esigenza di dar sfogo al mio desiderio represso e (non me ne vergogno)"facevo tutto da me".
    Definirlo con il termine specifico di autoerotismo mi dà quasi l'impressione di una cosa solo ed esclusivamente fisica e un pò animalesca...Invece per me quell'atto era un elevarsi al di sopra delle cose materiali e della carne stessa.Un abbandono totale in cui navigava la mia mente.
    Certo non nego che dovevo fare i conti con la mia coscienza tutte le volte che ritornavo da quei "viaggetti" tra l'inferno e il paradiso.
    Credo di aver reso l'idea,no?


    Grazie a quella conversazione con Alex,riguardo la nostra intimità come coppia,mi sentii come caricato di un'energia particolare e del tutto positiva.
    Aspettavo solamente l'occasione giusta anche perchè non volevo che pensasse fosse stata un'azione "indotta".


    Se ci penso sento ancora i brividi salirmi lungo la schiena...
    Volete che vi racconti come è andata?Ma certo...non vedete l'ora,però vi consiglio di togliervi dalla faccia quel sorrisetto avido e malizioso perchè vi renderò partecipi di uno dei momenti più belli della mia vita:la mia prima volta,sì.
    Ciò che vi dirò è pura magia...
    Cosa v'aspettavate?In fondo sono sempre stato un gentiluomo io...

    "Ciao Michael"


    Alex venne ad aprirmi e mi gettò le braccia al collo.
    Non si aspettava una mia visita anche perchè le avevo detto che quella sera non potevo andare da lei.
    Era sorpresa e contenta di vedermi.
    Fui felice di trovarla serena e sorridente.
    Tutto merito del consueto "bagno del dopo-cena".
    Aveva i capelli raccolti in una coda alta e soffice ed indossava una camicetta corta che le copriva appena metà cosce.

    Non seppi trattenere un'occhiata maliziosa ed ammiccante e lei se ne accorse.
    Arrossì e tentò invano di abbassarsi al limite quell'orlo di cotone giù per le gambe.
    Era incredibilmente sexy.....Tanto sexy.
    Non l'avevo mai vista così.



    "Scusami per l'abbigliamento abbastanza improvvisato,ma....mi avevi detto che..."

    "Sì,scusa tu...E' solo che mi andava di vederti.
    Meno male che non eri già a letto."

    "No infatti...sono appena uscita dal mio bagno caldo e..."

    "Sei stupenda."

    "Smettila..."

    Sapeva benissimo che lo pensavo veramente.

    "Mi guardi con gli occhi dell'amore,tu..."

    "Ti vedo.E' diverso...
    E ciò che vedo mi piace...parecchio anche."

    "Michael su..."

    "Non scherzo.Sei...perfetta"


    Tirai un lungo sospiro per calmare i miei improvvisi bollori.Non volevo metterla più in imbarazzo di come già era.

    "Ok...ma adesso,Alex,vieni qui e dammi un bacio..."

    La sospinsi piano verso di me,tirandola appena da un braccio e poco dopo le mie labbra furono incollate sulle sue.

    Ricordo perfettamente la sensazione che provai sentendo il suo corpo aderire al mio.
    Fu un bacio intenso e prolungato durante il quale la tenni stretta a me con una mano dietro la nuca e l'altra intorno alla vita sottile.
    Potevo percepire le linee sinuose e femminili sotto quel leggero,ma solido contatto e presi a sfiorarla lentamente per tutta la schiena tonica fino a dove l'incavo del corpo mi suggeriva l'inizio di una più morbida e sensuale rotondità.

    Quando ci staccammo,ricordo,tenni ancora per qualche istante gli occhi chiusi e le mie labbra presero a raffreddarsi piano sotto quel leggero spostamento d'aria provocato dal nostro distacco.

    Non mi sfuggirono i suoi occhi lucidi,quel suo sguardo assottigliato e carico di desiderio.Di sicuro non le sfuggì nemmeno il mio.

    Ci guardammo occhi negli occhi ancora per una manciata di secondi dopo di che la porta rimasta ancora aperta si richiuse alle nostre spalle.
    Forse la spinsi con un piede,ma eravamo così presi l'uno dell'altra che non ci feci neppure caso.

    Il divano accanto al pianoforte era troppo vicino per essere ignorato.Mio Dio sono sensazioni che conservo ancora nel cuore e ogni volta che ci penso le sento più vivide che mai....
    E' troppo emozionante,credetemi.

    Il resto venne da sé...potete immaginarlo.

    "Oh santo cielo,Michael....che stiamo facendo...?"

    Biascicò quelle parole ed io la sentii appena.
    Il mio cuore pompava sangue a tutto il corpo e molto velocemente.Sentivo nella testa un tornado di emozioni.

    "Amore mio,lasciamoci trasportare.E' quello che desidero...Dimmi che mi vuoi anche tu e non mi fermerò"

    "S..si Mike...lo voglio...lo voglio con tutta me stessa"


    In poco tempo ci ritrovammo completamente privi di ogni superfluo indumento.Sentivo il calore dei nostri corpi tremanti d'emozione e di eccitazione.
    Mi adagiai piano su di lei e so solo che ciò che percepii quando fummo immersi l'uno nell'altra fu una sensazione talmente indecifrabile a parole che non saprei definirla con aggettivi diversi dal "dolorosa e piacevole" allo stesso tempo.
    La sentii gemere soffocata dalla mia bocca che subito l'avvolse travolgendo quella sua nel bacio più appassionato che ci fossimo mai scambiati.

    Dimenticammo tutto: la malattia,la timidezza,persino chi eravamo,forse...

    Dopo l'amore ci ritrovammo abbracciati,ancora caldi e frementi,sudati ed appagati ed io sentivo il suo profumo su ogni centimetro del mio corpo.
    Ero pieno di lei.

    La frase che non dimenticai mai e che Alex mi disse in quel momento fu:

    "Amore mio...sono morta e risorta in questo momento.
    Se è questo che si prova morendo allora voglio morire fra le tue braccia.
    La morte non mi farebbe più paura...
    Ti amo."


    La strinsi forte a me e non seppi dire nulla.
    Dio,come ci amavamo!





    .11.





    [Ci sono giorni pieni di vento,
    ci sono giorni pieni di rabbia,
    ci sono giorni pieni di lacrime
    e poi ci sono giorni
    pieni d'amore che ti danno
    il coraggio di andare
    avanti per tutti gli altri giorni]

    (Romano Battaglia)




    Da quella famosa sera in cui io ed Alex facemmo l'amore per la prima volta,mi sentii come cambiato.Il timido Michael,il bambino di Gary,era finalmente divenuto un uomo.
    Anche Alex mi sembrò diversa e divenne molto più sciolta nei suoi atteggiamenti.

    Marzo era ormai alle porte e il mio amore continuava la sua lotta per la vita.
    Settimanalmente la visitava il medico e la situazione sembrava rimaner stabile,ma non per questo incoraggiante.
    Il fatto stesso di non averla mai vista star male fisicamente mi aiutava un pò e....mi illudeva altrettanto.
    Sapevo che prima o poi la chemio avrebbe sortito i suoi effetti,ma non mi spaventava l'idea di veder cambiare l'aspetto di Alex,no.Mi preoccupava invece come l'avrebbe presa lei!

    Un pomeriggio assolato mi condusse ancora una volta fuori nel suo giardino sul retro dell'antica villetta.
    Ricordate la vecchia quercia con su la casetta di legno?Ecco...fu proprio li che mi stava portando.
    Come al solito salì prima lei.
    Non appena arrivai su anch'io la vidi come trafelata in viso.

    "Alex che hai?!Che c'è?!Stai male?!"


    Il mio cuore era ridotto ad una briciola pulsante e dolorosa nel mio petto.
    Alex respirava affannosamente.
    Le aprii d'istinto alcuni bottoni della camicetta rosa come per darle sollievo anche se sapevo bene che non dipendeva da quello.

    "Amore!!Parla..Alex! Come va così?"

    Finalmente riprese a respirare e cercò di sussurrare appena qualche parola che all'inizio non capii perchè la sua voce mi arrivò bassa e strozzata.
    Si schiarì la gola e anch'io ripresi a respirare.

    "E'...è tutto ok,Michael"

    Istintivamente mi portai le mani al volto e mi rannicchiai seduto su quella pedana di legno con i gomiti puntati alle mie ginocchia.
    Emisi un sospiro così lungo che mi lasciò quasi svuotato.Ricordo che sentii un brivido di freddo e poi tanto caldo improvviso invadermi il corpo.

    "Mi è preso un colpo Alex.La prossima volta cerca di salire su più lentamente ok?"


    Non fu un rimprovero,piuttosto un'implorante richiesta.
    Ma come volevasi dimostrare,la dolcezza e l'altruismo innato della mia Alex,la portò ad avvicinarsi a me.Ancora una volta fu lei a cercare di tranquillizzarmi.

    "Michael,non è successo nulla.Guardami."
    Sorrideva...Mio Dio quanta forza e che coraggio che aveva!
    E poi era sempre più bella,ogni giorno di più.

    "Sto bene,vedi?"
    Mi baciò sulla guancia afferrandomi il viso tra le mani come si fa con i bambini.

    Seguì un momento di silenzio in cui si sentiva solo il cinguettio di un uccellino,lì da qualche parte nascosto tra le fronde.

    "Voglio fare tante cose....Voglio fare tante cose."

    Lo disse a me,ma fu come se parlasse a se stessa ad alta voce.

    "Voglio cominciare a vivere!!"

    Rise.
    Io non ci trovai nulla di divertente in quella risata amara.L'ultima frase l'aveva detta con palese sarcasmo.
    Non parlai perchè mi sentivo impossibilitato a farlo.
    Se avessi aperto la bocca sarebbe solo uscito un urlo tremendo o magari dei singhiozzi irrefrenabili.

    Alex sospirò e guardò fuori da quell'apertura quadrangolare nel piccolo rifugio sull'albero.
    Da li si vedeva la sua casa e tanto verde.
    Era di una serenità quasi surreale in viso.Mi faceva paura.
    Poi si addolcì e rimase assorta a contemplare chissà quale punto lontano,ma i suoi occhi non stavano fissando il paesaggio.....Si guardavano dentro.

    "Michael..?"

    "Mmmh..?"

    "Giurami che mi farai vivere tutto ciò che c'è da vivere....Voglio fare tutto,tutto!Prima che..."


    "Nulla!!Alex non succederà nulla di ciò che pensi!Smettila ti prego,mi fai stare male.Te lo chiedo da egoista adesso..."

    "Guarda quì..."


    S'infilò una mano tra i riccioli e sembrò lisciarli.Ne sfilò senza fatica una piccola ciocca.

    "Vedi?!Non sono io a deciderlo"

    Per tirarmi su pensai che prima che le fosse caduta quell'intera montagna riccioluta io sarei sicuramente diventato già vecchio.
    Volli dirglielo,ma il suo pianto silenzioso mi frenò ed allora mi limitai ad abbracciarla.

    "Alex,amore mio,faremo tutto quello che vorrai fare.E' una promessa.
    Ma....cos'è che ti dico sempre?!"

    "Non devo piangere,lo so.Ok non piango."

    "Esatto! Guarda che è molto importante che tu ti sforzi di sorridere,di essere più positiva.
    Lo so che non è facile,ma se vuoi guarire questa è la prima cura da fare.
    Un sorriso,una risat curano meglio di ogni altra medicina,
    Mi capisci Alex?Solo la nostra forza di volontà fa già il cinquanta per cento del lavoro"


    "Lo pensi davvero?"

    "E' scientificatamente provato,amore.Basta volerlo fortemente."

    Le dissi così e lei mi baciò.
    Poi si fece una grande risata e stavolta capii che le proveniva dal cuore.

    "Guarirò...anzi,sono già guarita!"

    "Vedi?Grande Alex.E' così che ti voglio."

    "E' grazie a te,Michael.Prima che entrassi nella mia vita io...beh...volevo lasciarmi andare.Legarmi un sasso alla vita e lasciarmi sprofondare.Era così che mi sentivo.
    Ma poi sei arrivato tu.Mi hai salvata e...indipendentemente da come finirà"

    "Finirà che ci lasceremo tutta questa brutta storia alle spalle.E' questo il finale."


    Annuì e sorrise.Lo feci anche io.
    Le mie stesse parole mi avevano tranquillizzato e ci volli credere.
    Poi...non so come fu,ma le feci una richiesta che mi colse inaspettatamente e sorprese entrambi.

    "Vuoi venire a stare da me?"

    Le chiesi proprio questo,sì.

    "Ehh?!"
    Naturalmente sgranò gli occhi...

    "Alex...sei sempre qui da sola in questa casa enorme solo per una persona.Voglio dire:dormi sola,mangi da sola il più delle volte...Io non posso star sempre qui con te e...."

    "Michael,io ci sto bene.Sono certa che starei bene anche da te...Tua madre poi è fantastica!Ma io qui ho tutto...E sai cos'è il mio 'tutto'...no?!"

    "Ok,come vuoi.Se stai bene così allora sto bene anche io.Nessun problema."

    "Senti...invece."

    "Cosa?"

    "Mi andrebbe di fare una passeggiata adesso...."


    "Bene amore! Si va....Dove vuoi che ti porti?"

    "Al mare...in quella spiaggia dove siamo stati una volta."


    Ripensai a quel giorno e mi si strinse ancora il cuore,ma se lei voleva andarci io l'avrei accontentata.

    "Andiamo!"

    Arrivammo alla piccola caletta che il sole stava quasi tramontando.
    La brezza marina ci accarezzava la pelle e il clima era molto mite e piacevole.
    L'oceano sembrava invitarci ad un bagno fuori stagione.Un'idea folle,pensai.
    Ad un certo punto Alex si tolse i pochi abiti che aveva indosso restando solo con l'intimo bianco.

    "Hey!!Ma che intenzioni hai?"

    Mi fece l'occhiolino e con un gesto veloce si sfilò via anche il reggiseno rimanendo in slip.
    Non sapevo se rimanere bloccato alla vista di quel corpo giovane e stupendo o al fatto che Alex,con gravi problemi di salute,stesse per tuffarsi in quelle acque per lei ancora troppo gelide.

    "ALEX!! NON PROVARCI..."

    "Dai...vieni quì anche tu!Ti prego Michael...L'ho sempre sognato!!"


    Ero pazzo?No.
    Ero drogato?No.
    So solamente che non me la sentii di contraddirla ancora.
    Non so bene come feci,ma in poco tempo mi ritrovai con solo i miei slip,morto di freddo ed immerso nell'acqua fino al collo.
    Nuotai verso di lei e mi abbracciò.

    "Tu sei folle..."

    "Anche tu!"

    Mi rise in faccia ed io non seppi resistere e la baciai.
    Il nostro bacio salato mi riscaldò completamente.

    "Michael!!Guarda lassù!!"

    Alzai gli occhi al cielo ed uno stormo di rondini ci passò sopra le teste.

    "E' bellissimo,amore...E' stupendo!"

    "Si Alex...è stupendo"

    "Un giorno io volerò Michael,come loro...."

    "Tu volerai con me,Alex perchè questo è il mio di sogno..."


    Quel giorno fu sensazionale e non lo dimenticai più anche perchè fu una di quelle rare volte in tutta la mia vita in cui mi sentii libero.
    Alex aiutava me.Io aiutavo lei.
    Non poteva esserci niente di più perfetto.






    .12.




    [Se io potrò impedire ad un cuore
    di spezzarsi,non avrò vissuto invano.
    Se allevierò il dolore di una vita
    o guarirò una pena,o aiuterò un
    pettirosso caduto a rientrare
    nel suo nido,non avrò
    vissuto invano.]

    (Emily Dickinson)




    Alex non voleva assolutamente saperne di trasferirsi a casa mia,però man mano passava il tempo la vedevo sempre più malinconica ogni qualvolta dovevo lasciarla per tornarmene a casa.
    Mi chiedeva spesso di restare cinque minuti soltanto ed io,non solo l'accontentavo,ma poi non volevo più andare via e finiva sempre che quei"cinque minuti" si moltiplicavano a dismisura.
    Il più delle volte finiva che stavamo accoccolati sul divano e parlavamo delle cose passate che più ci erano rimaste nel cuore.Io le dicevo di come ero felice quando mio padre tornava a casa con le ciambelle glassate che piacevano tanto a me e a tutti i miei fratelli e di come ogni volta facevamo a gara per accaparrarci quella più grossa.
    Lei mi raccontava anche tante cose...Una sera mi parlò di quando suo padre un giorno fosse rientrato in casa con un cucciolo di labrador.Mi disse che era come il suo piccolo peluche e ogni sera non andava a letto senza portarselo dietro.
    I suoi la rimproveravano perchè non volevano che il cane salisse sulle coperte,ma lei quando tutti dormivano chiamava piano il suo amichetto peloso e di nascosto lo faceva sgattaiolare dentro al letto.
    Alex era figlia unica e quindi quel cane divenne come un fratellino.Un compagno di giochi.
    Volli sapere allora che fine avesse fatto e lei mi rispose che una sera,uscendo in giardino per portargli la cena,non lo trovò più.Forse era stato rubato o magari era scappato,ma lei non lo seppe mai.
    Però mi mostrò parecchie fotografie di lei in posa con Frisky.Lei era sempre tanto sorridente in quelle immagini!

    Certo è che non parlavamo soltanto.No...Ci baciavamo.Stavamo ore a sbaciucchiarci che al sol pensiero sento ancora le labbra avvamparmi.
    Sì,facevamo l'amore ed anche molto spesso aggiungerei.
    Solo che notavo,giorno dopo giorno,che Alex tendeva a non mostrare troppo del suo corpo.Si sentiva insicura.
    I suoi bei capelli stavano cominciando a scomparire del tutto e lei non voleva farsi mai vedere da me senza che indossasse un foulard o un qualunque copricapo che la nascondesse.

    "Forza Alex...apri!"

    "Un secondo solo,Mike...Aspetta"


    E la porta si apriva con lei che ancora finiva di allacciare il suo colorato pezzo di stoffa sulla testa.Sorrideva come se fosse la cosa più normale di questo mondo,come fa una donna che si avvolge la stuoia intorno al capo a doccia finita.
    Era per questo che l'amavo sempre più.Poi mi gettava le braccia al collo,come sempre e mi stritolava con tutta la forza che aveva,per quanto era felice di vedermi.Sembrava proprio una tenera bimba.
    Cercavo comunque di non fissarla troppo per non metterla a disagio.

    In fin dei conti a me non importava nulla dei suoi capelli....certo volevo che le ricrescessero,ma di più desideravo che guarisse.Con tutto me stesso.
    Avrei dato volentieri una parte del mio corpo,un dito,una qualunque parte in cambio della sua guarigione.Chi non ha a che fare con questo tipo di cose non può capire il mio stato.Non lo giustifica,ma vi giuro che ero pronto a sacrificare me stesso pur di vederla in salute.

    "Lo so che appaio ridicola,Michael..."

    "Per quale motivo,Alex?"

    "Per il mio stato."


    Un giorno mi disse proprio questo,indicandosi il capo fasciato.

    "Il termine 'ridicola' non si sposa bene con la tua persona,mi dispiace..."

    "Si,ma tanto un foulard non mi renderà mai bella"

    "Tu non hai mica bisogno di un foulard per esserlo,amore mio"

    "Michael,per favore.."

    "E no,scusa!E' quello che penso...Se lo togliessi saresti splendida comunque,lo so."

    "Voglio tenerlo...anche se apprezzo molto,Mike."


    "Ok. Tienilo.Lo sai chi mi sembri?!"

    "Chi?"

    "Una di quelle magnifiche donne africane dei quadri etnici si si..."

    "Ma smettila...ahahah..ma come fai?!"

    "A far che?"

    "A farmi ridere anche se non mi va...?"

    "Dote innata,cara..."

    "Ecco...ci avrei giurato!"



    Mi guardò con i suoi occhioni dolci e scuri,sorridendo,poi afferrò il cesto della frutta finta esposta sul tavolo e se la mise sulla testa.

    "E così..?!Guardami adesso"

    "Perfetta!Quadro completo,Alex..."

    "Deformazione professionale..."

    "Modestamente...eh?!"


    Scoppiò a ridere arricciando il naso,dolcissima.

    "Vieni qui"
    La chiamai e si avvicinò.Stavo ridendo anche io quando mi prese al suo solito il viso tra le mani e mi fissò sognante.

    "Michael,sei così bello quando ridi...Te lo dirò sempre,non mi stancherò mai!
    Faresti spuntare il sole anche col diluvio universale,con il sorriso che ti ritrovi..."

    "Adesso puoi capire perfettamente cosa provo io quando guardo te,Alex."


    Mi baciò.Rimasi in silenzio a contemplare ancora per qualche istante il suo viso a pochi centimetri dal mio.Quello era uno dei tanti momenti in cui Alex mi appariva più sana che mai,come se niente stesse minacciando la nostra unione.Tutto era magico in quegli istanti.

    A volte mi sforzavo di non pensare alla sua malattia,ma c'erano giorni tristi in cui quel tarlo fastidioso scavava profondi buchi nella mia mente e allora volevo urlare.


    "Michael,cosa farai quando non ci sarò più?"

    Mi poneva spesso questa domanda orribile alla quale non davo mai risposta perchè in un modo o in un altro trovavo la scappatoia per sfuggirne e deviare il discorso.
    La morte era il pensiero più ricorrente nella testa di Alex,lo sapevo.
    Certi giorni mi sentivo quasi inutile io e tutti i miei metodi o stratagemmi per riuscire a tirarla su di morale o magari a farle pensare cose più positive.

    Mi disturbava parecchio la sua serenità,la sua tranquillità e la sua freddezza ogni volta che ripescava questo argomento.Sembrava che stesse parlando di andare a fare una gita o cose del genere.La cosa che però mi spaventava maggiormente era che questa sua ostentata serenità non era nient'altro che una maschera,una bomba senza sicura pronta per esser scagliata.
    Quando "la bomba"esplodeva era terribile:urlava,piangeva,addirittura si schiaffeggiava per la rabbia.Inutili erano i miei tentativi di calmarla perchè coinvolgeva anche me in quel ciclone di disperazione.
    Però almeno si sfogava ed era anche da capire.

    Tutte le volte a cui assistevo a queste scenate non vedevo l'ora di tornare a casa per cominciare con i miei di sfoghi.
    Ricordo mia madre che correva su in camera mia sentendo il fracasso disumano che facevo prendendo a calci qualsiasi oggetto o mobile mi si presentasse a tiro.
    Bussava alla porta e mi gridava di calmarmi.Le aprivo.Mi abbracciava.Piangevo.
    Quante volte è successo?Troppe.

    "Leggi questa tesoro..."

    E mi passava la preghiera consolatoria di turno,mi accarezzava le mani e la leggevamo insieme.

    "Domenica porteremo Alex in Sala con noi,a pregare,ok?Stai tranquillo Michael...Tutto si risolverà."

    Mi ripeteva spesso quella poesia bellissima di quel famoso quanto anonimo poeta brasiliano che narrava di un tizio che camminava sulla spiaggia con il Signore e nel cielo rivedeva tutti i giorni della sua vita.Ad ogni giorno corrispondevano quattro orme,le sue e quelle del Signore.Però,proprio nei giorni più tristi della sua esistenza,sulla sabbia rimanevano solo due orme ed allora il tizio chiedeva al Signore perchè lo avesse lasciato solo proprio in quei momenti così bui e tristi.Il Signore gli rispondeva che i giorni in cui lui vedeva solo due orme sulla sabbia erano quelli in cui Lui lo teneva in braccio.
    Questa storia mi ha sempre commosso e mi consolava parecchio.Dio non ci abbandona nei momenti difficili,anzi.Con questa convinzione andavo avanti e spesso ero io a raccontare la storia ad Alex.

    Un giorno decisi di farle una sorpresa:comprai un cucciolo di labrador color miele,dolcissimo.Lo chiusi in una scatola dopo averla forata per far passare l'aria ed avvolsi un enorme fiocco verde sul coperchio.
    Era una cagnolina in effetti...e chissà se almeno quella compagnia poteva consolare e distrarre la mia Alex.

    Giunsi alla staccionata con quell'enorme scatolone in mano.
    Mi vide e come al solito corse ad aprirmi.
    I suoi occhi curiosi e ridenti si spostarono sul dono che le avevo portato.

    "Sei curiosa di scoprire cosa ho comprato per te?!"

    "Michael....sempre regali mi fai...!!Come potrò mai ringraziarti?"

    "Aprilo...nemmeno sai se ti piace..."


    Non appena sollevò il coperchio,la femminuccia di labrador le si fiondò addosso,leccandole il viso e muovendo la codina a più non posso.Sembrava quasi che le si dovesse staccare da un momento all'altro per quanto dondolava.

    "OHH....MICHAEL!! MA IO....OH MIO DIO!!"

    Era felice.Il mio cuore si riscaldò a quella scena e i miei occhi cercavano a stento di restar asciutti.Alex pianse,ma finalmente dopo tanto tempo,pianse di gioia.

    "E' una femmina!"

    "Si.Alex,come vuoi chiamarla?!"


    Guardò il fiocco verde,guardò me,guardò il cucciolo.
    Carezzandole il musetto la alzò fino all'altezza del suo viso.

    "Hope"

    " 'Hope' è davvero un nome fantastico amore..."

    "Già...
    E a te piace,cuccioletta?!"


    Disse rivolgendosi al labrador e poi rise.

    "Oh...si ti piace!! Michael guarda come muove la codina...ahahah...oh che tenera che sei,tesorina.."

    "Sono felice che ti piaccia"

    "Michael...grazie.Ti amo tanto amore mio...."

    "Io di più..."



    Hope poteva essere un buon inizio per continuare a vivere sereni.
    'Speranza'.
    Nessun nome poteva esser più azzeccato e fui contento che Alex pensò di chiamarla così.
    Praticamente una speranza per tutti.



    image



    .13.




    [Esiste nella vita una
    sola felicità:
    amare ed essere amati]

    (G.Sand)




    L' idea di una nuova e costante compagnia,24 ore su 24 era piaciuta molto ad Alex.



    "Michael,ma tu sei fantastico!!E' stato come rivivere il mio primo incontro con Frisky.E tu...oh,ti sei ricordato di uno dei momenti più belli e felici di tutta la mia vita..."


    "Alex,io mi ricordo tutto di te.Ti potrei disegnare anche ad occhi chiusi per quanto ti conosco.Tu parli e il mio cervello registra,è automatico.Sono orgoglioso di essere riuscito a rallegrarti"



    "Hope è eccezionale,Mike...sapessi come mi cerca!E' sempre incollata a me,notte e giorno,ma soprattutto la notte,sì.Vedi,mi dorme accanto e mi fa una tenerezza!Che bello...che sensazioni stupende....Che emozioni ritrovate,Michael.Tutto grazie a te.La notte mi sento meno sola adesso.."


    "La notte vorrei esserci io al posto di Hope,Alex..."




    Non so nemmeno perchè dissi quella frase.Per la verità non è che non volessi dirla solo che era un mio pensiero e non credevo mi uscisse così,di getto,senza prima passare dalla ragione.Mai ero stato così schietto con Alex o almeno mai in questo campo.


    La sua faccia mi fece intendere perfettamente che anche lei non si sarebbe mai aspettata da me quest'affermazione così audace.Lei mi conosceva già molto bene.Abbassò lo sguardo e con due dita prese a torturarsi l'orlo della maglia a righe.Era nervosa,si percepiva,ma sulle labbra chiuse notai estendersi un sorrisetto compiaciuto e imbarazzato allo stesso tempo.


    "Michaeeel...."


    Lo sussurrò appena.
    Le andai vicino e le cinsi la vita con tutt'e due le braccia.Potevo sentire il calore del suo corpo.Inclinai la testa e poggiai le labbra sul suo collo,delicatamente.


    "Amore...non devi arrossire."


    Piccoli baci sulla sua pelle.
    "E' quello che penso,Alex....Non avere paura di me,non ti imbarazzare,piccola mia"


    Le sussurravo quelle parole e nel frattempo m'inebriavo del profumo dolce e delicato della sua pelle così liscia,compatta,scura e tanto morbida.
    Invitante.


    "Oh amore....Mi fai sentire.....'normale' "


    "Non sai quanto ti sbagli Alex...Tu non sei 'normale',no...E' per questo che mi mandi fuori di testa.Sei una creatura divina,sei incantevole.Io ti amo...Io ti desidero"



    La baciai senza darmi il tempo di leggere ulteriore timidezza nei suoi occhi,senza darle il tempo di replicare...di farmi dire ti amo anch'io.Lo sapevo.Ignorai la sua allusione perchè doveva capire che per me non era cambiato nulla.I miei sentimenti per lei non si erano rinforzati dopo aver saputo della sua malattia.La mia non era tenerezza o pietà.Il mio era amore puro e sincero che sono certo sarebbe aumentato anche se Alex non fosse stata malata.


    Aumentavano i mesi insieme a lei e così cresceva il mio amore e il mio interesse nei suoi confronti.Sotto tutti i punti di vista.


    Il contatto con quel corpo mi scatenò un improvviso desiderio.Ricordo che ogni volta che mi prendeva quella voglia di lei provavo sempre la medesima sensazione:la testa si riempiva del nulla totale,la vista si annebbiava,il mio cuore prendeva a battere più veloce,cominciavo a sentire ondate di calore e al contempo tremavo di fredda tensione.Fare l'amore con Alex era sempre come farlo per la prima volta.Stesse emozioni e tutte le volte erano importanti e da ricordare.Per questo le ricordo bene.


    "Alex,ti voglio...adesso"


    So cosa state pensando:'Alla faccia della timidezza!!',vero?! beh...ma che posso farci?Le dissi proprio così.Ormai ero un burattino e a movere i fili era la mia volontà,il mio amore.


    Con mia grande sorpresa,dopo quelle mie parole,Alex si limitò a guardarmi negli occhi e ad acconsentire in una tacita risposta.
    Fu lei stavolta a prendere in pugno la situazione e così mi spinse piano contro il tavolo della cucina e afferrandomi la nuca mi baciò con un impeto mai visto prima.
    La presi in braccio e la feci sedere sul bancone di legno.Mi baciava il collo,mi accarezzava spasmodicamente,sentivo il suo desiderio di me e percepivo voglia di lasciarsi andare totalmente,senza pensare al come e né al perchè.
    Alex voleva 'evadere' da se stessa.Forse il sesso l'aiutava,non so...So solo che qualsiasi impulso la muovesse era comunque un impulso sincero e non dettato dalla sofferenza.Alex mi desiderava,mi amava.Come io amavo lei.
    Lo sentivo.


    La passione ci travolse in un istante e ci consumammo d'amore quel pomeriggio d'aprile,in quella cucina,su quel tavolo di legno.Era bellissimo pedermi in lei.Il sesso l'avevamo scoperto insieme ed eravamo cresciuti.Il nostro sentimento rendeva poi quell'atto fisico un momento magico e unico.


    L'abbracciai forte.


    "Michael,guarda Hope!!"



    Rise divertita,indicandomi la cagnetta che,sull'uscio della cucina,stava immobile e seduta.Ci fissava con quegli occhietti scuri e buoni.Risi anch'io perchè non volli immaginare da quanto tempo stava lì,così tranquilla e silenziosa.
    Quasi sicuramente Hope aveva assistito a tutto e risi fino alle lacrime immaginandomi la scena.


    Quando si accorse che la stavamo osservando mosse la codina,abbassò la testa,ma continuando a fissarci.Tremava tutta e le zampette erano come indecise se muoversi verso di noi o meno.
    Alla fine Alex allungò una mano facendo un verso con le labbra per richiamarla a sé.Hope non perse tempo,non aspettava altro.In un attimo fu subito fra le braccia della mia ragazza.
    Le carezzai anch'io la testolina pelosa mentre con quella linguetta rosa e ruvida assaporava freneticamente le mani di Alex.


    "Vedi Mike...?!Mi dà i bacetti..."


    "Vedo,vedo...Non so,ma se non fosse perchè è una femminuccia potrei essere anche geloso di tutto questo..."



    Naturalmente ironizzai un pò.
    Hope era riuscita ad interrompere dolcissimamente e direi anche molto singolarmente le nostre effusioni amorose.


    "Praticamente le coccole finali le stai riservando tutte a lei...Monellina,Hope,monellina che non sei altro!"

    Ma la cagnetta cominciò a leccare anche me....Fu tremendemente tenero quel momento.Alex rideva,io pure,Hope....leccava.


    "Michael....anche lei mi ama.Ho il dovere di riservarle certe attenzioni eh...E poi scusa,ma penso di avertene date abbastanza mentre lei,poveretta, stava li da sola nell'angolino...."


    "Alex...mi sa che hai ragione...ahahah...Quindi si è sentita esclusa la piccoletta eh?!"


    "Baciami Mike"



    La baciai senza farmelo ripetere ancora.Le sue labbra fresche furono di nuovo incollate alle mie e subito diventarono calde.




    Quella fu una giornata piena di emozioni positive.Rilassante,divertente,accesa di passione e d'amore.
    Desiderai che tutto il resto dei miei giorni fossero stati così.Poi quel cucciolo di labrador,nuovo arrivato,portò momenti sereni e spensierati in casa di Alex.
    Quelle vecchie mura sembravano aver preso un pò di respiro,aria pulita,ventate di allegria.



    Prima che me ne andassi,ormai arrivati a sera,Alex mi bloccò tenendomi per un braccio.


    "Amore...aspetta!"


    "Hey piccola che c'è?Dimmi tutto..."


    "Non andare a casa.Rimani qui stanotte."


    "Speravo che me lo chiedessi..."



    Mi tirò a sé e con la mano libera spinse la grande porta che si richiuse dietro di me con il solito tonfo sordo e pesante.


    "Grazie che hai accettato di farmi questo favore...."


    Le misi un dito sulle labbra.


    "Non dirlo più.Anzi,fammi tu un favore..."


    "Cosa?"


    "Chiedimelo più spesso d'ora in poi"





    Cominciai a pensare e desiderare di passare più notti con Alex.
    Eravamo ad Aprile e l'estate ormai si avvicinava sempre di più ed io avrei dovuto partire per il Victory Tour con i miei fratelli.
    Dovevo fare il pieno di Alex...Dovevo viverla più che potevo.


    Ma chissà...forse non era solo per questo motivo,forse avevo paura di perderla.Ogni giorno di più.


    Il giorno dopo fui a casa sua di nuovo,ma per restarci.




    .14.





    [Tu sei oggi dove ti hanno
    portato i tuoi pensieri
    e sarai domani
    dove essi ti porteranno]

    (James Allen)



    Quando tornai a casa e dissi a mia madre che avevo intenzione di trasferirmi da Alex per un pò di tempo....lei fu molto contenta.
    Mi aspettavo che storcesse un pò il naso(sapete....per via della religione e tutto quanto),ma invece fu abbastanza comprensiva,anzi,m'incoraggiò ancor di più.

    "Figlio mio,sai come la penso in genere sulla convivenza prima del matrimonio,ma con Alex....è diverso.Devi andare.Le farà bene...e anche a te."

    "Sapevo che avresti capito ed è per questo che ti adoro."


    La baciai e ricordo che si commosse......(vabbè,lo fa spessissimo ed io sono peggio di lei!)

    "Penso che anche Dio sia orgoglioso di te,figliolo.Chi dona affetto,compagnia e sostegno alle persone bisognose non è mai in peccato.Lui lo sa.Alex ha bisogno di uno come te,adesso più che mai."

    "Beh...mamma....poi dovrai essere tu a starle accanto quando io...."

    "Oh Michael...non devi preoccuparti di questo.Voglio bene a quella ragazza come una figlia,lo sai."

    "Lo so.E' per questo che te l'affido."


    Per fortuna mia madre è sempre stata una persona molto aperta e con una mente assai elastica.Conoscevo tante donne che,andando in chiesa,diventavano bigotte e seguivano alla lettera la Bibbia senza neanche mettere in moto il cervello: "se c'è scritto,questo è!".
    Ecco,mia madre non è mai stata così.Lei è intelligente.


    Non che aspettassi il suo consenso,la sua approvazione per trasferirmi da Alex,ma sicuramente ci tenevo a saperla d'accordo alla mia scelta.Non voglio mai avere problemi con lei.L'amo tanto e ci starei male.


    I giorni passavano.Aprile era finito e le giornate si erano fatte più lunghe.
    Era bello passeggiare con Alex e con Hope....Ci divertivamo un mondo.
    Di solito uscivamo sempre al tramonto perchè a quell'ora,nei paraggi,non c'era molta gente ed io stavo abbastanza tranquillo.Per dirla tutta non c'erano nemmeno tante case intorno alla villetta di Alex e quasi tutti i vicini erano persone anziane che non mettevano mai il naso fuori casa.
    Questo andava a nostro vantaggio e così,muniti di collare e guinzaglio,camminavamo sereni per quella stradina che,seguendola,portava ad una grande radura.

    Ricordo che ci stendevamo sull'erba e i raggi rossi del sole filtravano obliqui attraverso le fronde degli alberi disposti in un casuale semicerchio.

    Era bello...Hope veniva staccata dal guinzaglio e cominciava a correre ed inseguire le farfalle,noi la guardavamo e ridevamo perchè era sempre molto buffa quella scena,poi ridendo e scherzando i nostri occhi s'incrociavano e il riso si smorzava.Gli sguardi ora diventavano dolci,ora languidi,ora complici....
    La luce del crepuscolo e le ombre del fogliame ci macchiavano i visi,a chiazze piccole e grandi.

    Alex catturava tutti i bagliori nei suoi occhi....Era di una bellezza sconvolgente.

    Qualche volta Hope ci saltava addosso felice e lei rideva con la sua solita risata cristallina e delicata,coinvolgente.Sembrava sprizzasse salute da tutti i pori in quei momenti.
    Era magico,tutto magico.Io stesso mi rilassavo anche da tutti i pensieri del tour,delle date,dell'album....di tutto.

    Beh...poi arrivava la fine di quelle,ormai quotidiane, gite:ritornare a casa.
    Eppure posso dire che non ci dispiaceva lasciare quel luogo di pace e di verde....perchè tornavamo a casa insieme e ci restavamo e poi perchè tanto sapevamo di farci ritorno l'indomani.



    Il 6 Luglio sarebbe partito il tour con i miei fratelli,ma naturalmente giorni prima avrei dovuto cominciare a preparami per le prove ed il tempo da dedicare ad Alex sarebbe finito molto prima di partire.Questo pensiero mi soffocava....Non avevo nessuna voglia di allontanarmi da lei.Non in quel momento.

    E poi...che mi rimaneva?!Solo il giorno di salutarla poco prima di volare in Missouri e dare il via alle danze.Sapevo che mi attendevano mesi stressanti.Sapevo che Frank Di Leo,il mio manager,avrebbe fatto il diavolo a quattro per cercare di non farmi allontanare o deconcentrare durante i giorni di pausa.

    Non potevo dargli torto,ma comunque la mia testa non ci sarebbe stata:avrei pensato ad Alex continuamente ed avrei patito la lontananza.Quindi non mi rimaneva che la consolazione che fosse mia madre a stare accanto a lei e che a fine novembre ci fosse stata una pausa più lunga prima di prepararmi ai concerti finali,ma stavolta in California.
    Solo allora avrei tirato un lungo sospiro di sollievo.




    Una notte la sentii piangere soffocata dal cuscino.
    Ero nel dormiveglia e lo percepii immediatamente allora mi girai su un fianco verso di lei:mi dava le spalle e se ne stava tutta rannicchiata.La vedevo nella poca luce che c'era e pensai che fosse quasi l'alba.

    "Alex...che hai amore?"

    "Mi sento triste..."


    Mi si strinse il cuore.E ora?!Cosa le prendeva?!Perchè avevoi sentito?!Desiderai egoisticamente non averla mai sentita piangere perchè subito mi pervase un'ansia atroce che mi toglieva il respiro e le parole di bocca.Era da tanto che non la provavo....
    C'erano stati giorni sereni tra noi.Ci eravamo distratti,pensai....E adesso?

    L'abbracciai,ma sentii i miei occhi farsi umidi e sperai di non essere visto perchè altrimenti non le avrei dato coraggio.Ma cosa potevo fare?!Anche io avevo i miei crolli,non potevo certo stare sempre a trattenere...Sarei scoppiato.Il fatto che vivessi con lei non mi permetteva i miei soliti sfoghi di rabbia e di pianto.Ammetto che per la prima volta dopo tanto mi sentii ancora troppo debole per riuscire a infonderle la forza necessaria.....Neanche io l'avevo.
    Cominciai a carezzarle le spalle e la schiena,come per farla calmare un pò.Ci riuscii,per fortuna.

    "Ora mi dici perchè sei triste?"

    "Domani è il 22 Maggio...."

    "E allora?!Ti emoziona il tuo compleanno?"


    Scherzai.

    "Mi spaventa"

    "Non deve."

    "Invece ho proprio il terrore,Michael..."

    "Io sono felice perchè domani è il tuo primo compleanno con me,invece..."

    "Io sono triste perchè è il primo e forse l'ultimo"

    No...non poteva esser vero!!!Alex stava di nuovo sprofondando nel baratro.

    "Hey...amore..."

    "Che c'è?"

    "Forza.Ci vuole forza.Ora più che mai.
    Non darla vinta a questi momenti bui."

    "La notte è terribile,Michael"

    "Lo so...la notte ci porta a pensare tanto....Ma poi spunta il giorno ed i fantasmi svaniscono."

    "Non è vero.Il mio rimane"

    "Sai che non è così....Sai che noi riusciamo a mandarlo via...lo sai."

    "Si,lo so."

    "Voltati e baciami allora.Asciuga le lacrime."

    Si voltò e mi baciò.Parve finire tutto li quando....

    "Come farò quando non sarai qui con me,la notte?Come farò Michael?"

    "Ti prego,Alex non pensarci adesso.Non voglio farlo nemmeno io.Quando ci penso...Dai basta."

    "Scusa"

    "Non scusarti.E' comprensibile.Ti capisco perchè mi mancherai allo stesso modo."

    "Davvero lo pensi?"

    "Pensi si possa vivere senza cuore?"

    "Che vuoi dire?"

    "Rispondi:il cuore ci tiene in vita,giusto?"

    "Si...ma..."

    "Alex!Ma non hai capito?E' l'unica parte di me che lascerò quì con te e non vedrò l'ora di ritornare per riprendermela perchè fino a quel giorno io sarò morto..."


    Le dissi queste parole e lei mi strinse fortissimo.Mi asciugai le lacrime segrete e quando sorse il sole e ci illuminò i visi vedemmo solo i nostri sorrisi.

    "Auguri di buon compleanno amore..."

    "Grazie"

    "Che si fa?"

    "Gita!"

    "Perfetto.Andiamo"


    Ci alzammo e ci lavammo.Alex volle andare in quella radura a fare un pic-nic soli io,lei e Hope.
    Indimenticabile.
    Il resto poteva attendere.




    .15.




    [Dentro quali giorni te ne andrai
    Dentro quali giorni senza me
    ma tu
    se domani un po' mi cercherai
    fra le parole che non sai,
    fra quelle che imparammo insieme,
    fra tutte quelle che non ti ho detto mai.
    Dentro quali giorni te ne andrai
    Dentro quali notti senza me
    non ti svegliare che
    ne morirei
    solo a dirti vado via
    via da qui
    Meglio un ricordo
    come se
    fossi qui
    qui con te...]

    ("Io con te,via da te"-Dirotta su Cuba)




    Dovevo
    andare.Il momento era giunto.Mancava ancora l'ultima notte da passare con Alex.

    L'avrei stretta,l'avrei fatta mia ancora una volta,un'ultima struggente volta,avrei accarezzato la sua pelle fresca d'estate millimetro per millimetro e l'avrei cosparsa di baci come a farne un sottile vestito sul suo corpo, aspettando di tornare da lei per rispogliarla di me e rivestirla ancora di me.

    Lo so...sono un inguaribile romantico,ma questo era ciò che seriamente pensavo e che immaginavo fare con lei,per lei.Sapevo che sarebbe stato triste e doloroso separarci,ma non potevo fare altrimenti.

    Dovevo andare.




    Alex quella sera di fine giugno mi guardava muta.Cenavamo e lei mi osservava.Anche se non avevo la forza di alzare il mio sguardo su di lei sapevo che mi stava osservando.Quando mi sentivo libero da quella pressione,solo allora alzavo gli occhi a lei cercando di non farmi vedere.

    Non so perchè ci comportammo così,so solamente che forse se i nostri occhi si fossero incrociati e persi gli uni negli altri,beh...sarebbe stata la fine.
    Alex non doveva essere triste.Non volevo patisse il distacco come lo pativo io,ma questo per me era impossibile ottenerlo perchè in fin dei conti percepivo che quel silenzio non era altro che un preludio di disperazione.Lei soffriva anche se si sforzava di risultarmi tranquilla e serena.
    In realtà lei voleva la stessa cosa per me e non voleva vedermi triste.


    "Buonissimo,come sempre.Stai diventando ogni giorno più brava ai fornelli.Finirai per farmi ingrassare,lo so!"

    "Impossibile Michael...ti muovi troppo."

    Scoppiammo a ridere e fu una piccola liberazione,un sollievo per entrambi.

    "Vieni qui"
    L'attirai a me e,togliendole velocemente i piatti dalle mani,la strinsi e la baciai ancora una volta,vicino a quel tavolo di legno che aveva un giorno ospitato la nostra passione.Si staccò piano e fu allora che ci guardammo dritto negli occhi.

    "Non voglio rimanere sola,Michael."

    "Ci sarà mia madre,amore...Non ti preoccupare perchè ti parlerà tutti i giorni di me,sono sicuro.Sai,non la ferma nessuno ogni volta che prende il via.Penso invece che per quanto ti riempirà la testa,non vorrai sentir più parlare di me almeno per i prossimi dieci anni."


    Le strappai un sorriso finalmente e me lo regalai anche io.


    "Non sarà la stessa cosa e poi...non dirlo più che mi potrei stancare di te.Mai più."

    "Ti chiamerò ogni giorno,ti scriverò perchè le mie parole non siano solo aria,ma ogni volta che vorrai,quando lo vorrai,potrai sempre rileggerle ed allora io sarò con te.Alex...potrò essere anche dall'altro capo del mondo,ma se guarderemo la stessa luna,le stesse stelle,lo stesso sole allora staremo insieme."

    "Continua Michael.Parlami,promettimi..."

    "Non sono un poeta Alex, però queste parole mi escono dal cuore e forse è per questo che ti piacciono.Forse sono anche colorate di rosso e se questo colore ti piace,usalo per dipingere il nostro amore quando dormiremo a chilometri di distanza,ma nelle nostre notti,nei nostri sogni ci riabbracceremo.Attenderò che il giorno cali per presentarmi al nostro appuntamento notturno,ma prima ti scriverò."

    "Dici che non sei un poeta,ma Michael...ti giuro...potrebbe essere una canzone ciò che mi hai appena detto.La nostra bellissima canzone"




    Ce ne stavamo ancora abbracciati e immobili,in piedi nel bel mezzo della stanza.Non riuscivo a sentire il mio corpo.Sentivo solo quello suo.


    Lentamente mi condusse in salotto.
    Attraversammo la camera dalla grande vetrata e fuori era buio.Il pianoforte luccicava sotto la flebile lucina gialla di una vecchia lampada sul tavolino.

    Alex mi guidò sul divano.


    Ci sedemmo vicinissimi e poi mi abbracciò.
    Sento ancora il dolce profumo di vaniglia intriso in quel colorato foulard che avvolgeva la sua testa ancora troppo nuda e se provo a chiudere gli occhi la rivedo poggiata di schiena sul mio petto con le mie braccia intorno al suo e lei che mi stringe le mani.Sento ancora le sue dita intrecciate alle mie, torturate dolcemente e nervosamente da piccole morse.

    "Aspetta!"



    Si alzò di scatto e si diresse verso un piccolo baule in fondo alla parete difronte a noi.Vidi che aprì il cassetto di una piccola credenza e dedussi che quell'oggettino scintillante nella sua mano fosse una chiave.


    Aprì il lucchetto del baule.


    C'erano tante cose: libri,bambole,giocattolini di legno,souvenir,cartoline...un pò di tutto e un pò di polvere.

    "Che fai..?"

    "Cerco un libro..."

    "Che libro?"



    Lei continuava a cercare mentre la mia curiosità si faceva sempre più intensa.

    "E' un vecchio libro di mia madre.Del suo poeta preferito."

    "Ah si?Bello,adoro le poesie"

    "Me l'hai fatto ricordare tu con tutto quello che mi hai detto prima...Mi è venuta in mente una splendida poesia.."
    "Vuoi una mano?"

    "No...ECCOLO!"




    S'illuminò in viso ed estrasse dal baule un vecchi ed impolverato libro con una copertina scura.


    Vi soffiò su piano e con le dita cercò di far riemergere il titolo e il nome dell'autore.


    "Eccolo qui...Pablo Neruda."



    Fantastico,pensai...Lo struggente Pablo.

    Mi sentii però soddisfatto di averle suscitato una connessione tra i miei pensieri per lei e le stupende opere di quel poeta grandioso.

    Venne di nuovo accanto a me e si accomodò ancora una volta al mio fianco,incrociando le gambe e posandovi su il pesante libro.

    Era proprio ben fatto con la copertina rigida,elegante,blu scuro e rilegato perfettamente.



    Pablo Neruda.


    Solo questo vi era inciso a lettere cubitali.Non c'era un titolo,ma doveva essere la raccolta delle più belle poesie,pensai.



    "Mia madre amava questo poeta.La vedevo spesso leggere questo libro.Un giorno,incuriosita,le feci delle domande e lei mi raccontò una storia bellissima,la storia che la legava a questi versi.Vedi...quando i miei erano ancora fidanzati,mio padre regalò a mia madre un bell'anello con un mazzo di fiori stupendi.Dentro il mazzo c'era un bigliettino molto romantico.Mia madre sapeva che non era stato mio padre a scriverlo perchè riconobbe quei versi immediatamente: era proprio Neruda e la poesia era 'Per il mio cuore'..Mio padre le disse che non aveva trovato parole più adatte da dedicarle se non quelle già scritte da un 'altra persona,ma le disse anche che quelle erano le parole più giuste per esprimerle il suo profondo amore e per darle la sua promessa perchè lì c'era tutto ciò che avrebbe voluto dirle anche lui"

    "E' una storia molto romantica.I tuoi si amavano molto,immagino..."

    "Oh..si,tantissimo.Pensa che questo libro fu acquistato in Spagna da mio padre durante il loro viaggio di nozze.Ci tenevano molto ad andare a conoscere quella terra piena di sole e di passione.Un giorno vorrei andarci anch'io."

    "Ti ci porterò..."

    "Non promettermi sogni che non si avvereranno mai...."


    "Alex,sai che ti dico?Tu devi vivere per questi sogni e solo così potrai riuscire a farli avverare."

    "Tu dici?"

    "Sì,deve essere la tua meta.Devi convincerti che saremo abbastanza forti e così uniti da viverli insieme.Perchè è così che sarà.Lo so."




    "Ti amo..."



    "Anch'io. Adesso sono curioso di sapere quali versi hanno fatto innamorare i tuoi genitori...Dai leggimi questa poesia..."




    Sfogliò le pagine poi si fermò.



    "Ecco,ascolta:


    'Per il mio cuore basta il tuo petto,


    per la tua libertà bastano le mie ali...'


    questi due versi soltanto bastarono a far girare la testa a mia madre...."




    "Beh,ma poi continua.Non finisce così..."


    "Oh si,continua...starei qui a leggerle tutte,ma non c'è abbastanza tempo ..."


    Rise.Risi.


    Sembrava che quel vecchio libro ci avesse trasportato in un mondo di pace e tranquillità.Ci eravamo dimenticati che l'indomani sarei dovuto partire.

    "Posso?"

    "Tieni,certamente."



    Mi passò il grande libro e presi a sfogliare anch'io.I miei occhi passavano veloci su quelle pagine di geniale sensibilità fino a che il mio dito puntò un titolo.Lessi a mente.Rabbrividii per quanto esprimeva ciò che sentivo.Rispecchiava quel momento della mia storia con Alex.




    "Michael?Ti piace questa?Leggila ad alta voce su.T'ascolto."




    E allora lessi ad alta voce:



    " Leggo eh...

    'Se tu mi dimentichi...'

    'Voglio che tu sappia una cosa.Tu sai com'è questa cosa:
    se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
    se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
    tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
    metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
    Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
    cesserò d?amarti a poco a poco.
    Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.
    Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
    ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
    che in quel giorno, in quell? ora
    leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
    Ma se ogni giorno,ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
    se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
    ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
    in me nulla si spegne né dimentica
    il mio amore si nutre del tuo amore, amata,e finché tu vivrai starà
    tra le tue braccia senza uscire dalle mie.'
    "





    Guardai Alex appena finii di leggere quei versi stupendi e piangeva,ma sorrideva dolcemente.


    "Oh Michael,ma allora questo Neruda è il poeta di tutti gli innamorati.E' una poesia dolcissima ed è così..'per noi' "


    "Si,è per noi..."


    "Abbracciami Michael....Io non potrò mai dimenticarti,lo sai vero?"


    "Lo so e neanche io.Ti penserò ogni singolo momento amore mio...Ci rincontreremo presto,vedrai che se mi penserai ed io ti penserò sarà come se non ci fossimo mai separati."



    Quella sera andammo a letto tardi.La mattina la baciai sulla bocca,piano e senza svegliarla.Me lo aveva chiesto lei.Mi aveva chiesto di non volermi vedere andare via perchè sarebbe stato troppo triste.

    Concordai.

    Mia madre sarebbe giunta da lei la mattina stessa dopo la mia partenza.

    Attraversai il giardino e valicai la staccionata bianca senza guardarmi indietro per la paura di non potermi più staccare da lei.Ma il lavoro mi chiamava.



    Dovevo andare.



    .16.




    [Ah,che nostalgia ho di te,
    angelo mio!Almeno in sogno,
    almeno in sogno mostrati!
    Anche se molto dovrò patire,
    trepidante lottare cogli spiriti,
    e al risveglio affannare.
    Ah,che nostalgia ho di te,
    ah, quanto cara mi sei
    anche nei sogni più cupi!]

    ("Ah, che nostalgia ho di te"-J.W.Goethe)


    Come avevo promesso cominciai a scrivere giornalmente ad Alex...
    Ogni sera,a fine concerto prendevo carta e penna ed aprivo il mio cuore.La mattina era un mio fidato collaboratore ad occuparsi di spedire le buste.

    Alex non mi scriveva sempre,ma solo perchè recapitarle a me non era tanto semplice:mi spostavo continuamente da un posto dell'America ad un altro e il mio indirizzo cambiava repentinamente.
    Certo poi ero anche io a chiederle di non scrivermi se non poteva, tanto l'avrei chiamata poi al telefono.
    Quello che le scrivevo non era mai quello che ci dicevamo a voce attraverso una cornetta,no.
    Erano sempre parole nuove le nostre...Era come se le nostre menti ed i nostri cuori non facessero altro che produrre pensieri d'amore e di nostalgia.

    Io le mancavo,lei mi mancava.

    Ok,prevedibile....ma non immaginavo fosse stata tanto dura.
    Alex mi diceva che le capitava di svegliarsi nel cuore della notte perchè al minimo rumore saltava fuori dal letto credendo che fossi io al piano di sotto che rientravo a sorpresa.

    Ah quante volte avrei voluto farle una sorpresa del genere,ma avevo il tempo contato con una clessidra che non appena cadeva l'ultimo granello di sabbia subito si capovolgeva e ricominciava a scorrere via.I giorni passavano,i mesi pure ed eravamo già a fine agosto.



    "Amore,come stai?"

    "Tutto bene Michael.Domani sarà il tuo compleanno quindi..."

    "Si"

    "Me l'ha detto tua madre poco fa..."


    "A proposito..."

    "Si?"

    "E' ancora lì?"

    "No tesoro,è andata via.Domattina tornerà,al solito"

    "Ah ok..."

    "Perchè?Volevi dirle qualcosa?"

    "No,nulla...Era tanto per sapere"


    BUGIA.
    Bugia colossale.Almeno per telefono sapevo mentirle...Alex mi sembrava un pò stanca dalla voce,un pò....boh...avevo una strana sensazione,ecco.
    Ma poi avrei chiamato mia madre,oh sì...

    "Ah ok.Senti Michael"

    "Sì Alex?"

    "Tua madre è una persona squisita...E' fantastica davvero.Avevi ragione,mi è d'enorme sostegno."


    A quelle parole il mio cuore mi parve s'allargasse insieme al mio lungo sospiro.Sorrisi.

    "Amore mio...le tue parole mi danno forza.Grazie,penso che stanotte riuscirò a dormire più sereno."

    "Ah,ma non esci?"

    "Uscire?!No,magari lo faranno miei fratelli,a me però non va..."


    "Vai con loro.Svagati,Mike...Ti farà bene.Troppo stress e pensieri non è bello..."

    "Non mi va..."

    "Vai"

    "Vorrei solo sdraiarmi un pò e dormire.Mandare avanti i giorni velocemente,non stare lì a trattenerli,mi capisci Alex?E' per questo che aspetto la notte,io..."

    "Michael oh...Vuoi accelerare il tempo...vuoi vedermi..."

    "Sì,hai qualche dubbio?!"


    Scoppiammo a ridere.

    "No,è quello che voglio anche io."

    "Bene,allora buonanotte tesoro.Ti chiamo domani"

    "Ah già,domani ti farò gli auguri...anche se..."

    "Anche se..cosa?"

    "Beh...è da qualche minuto che siamo già al ventinove agosto...quindi:AUGURI amore!"

    "Oh già è vero...grazie tesoro.Sei la prima..."

    "Ahahah...già.Che fortuna"

    "Che fortuna che ho io,invece...Tu sei la prima in tutto ciò che mi riguarda Alex..."

    "Ti abbraccio Michael..."

    "Ciao Alex"


    Fondamentalmente le nostre chiamate erano tutte così...Cercavamo però di stare allegri.Ci consolavamo a vicenda....Ci ripetevamo fino alla nausea che ci saremmo rivisti presto,che mancavano pochi mesi.
    Oddio...in realtà poi ci pensavo e Novembre mi sembrava irraggiungibile.


    Chiamavo mia madre quasi tutti i giorni e con lei,invece,parlavo d'altro.
    Perlavamo di ciò che facevo finta d'ignorare durante le mie conversazioni con Alex.

    Sì,si parlava della malattia,di come procedevano le cure e soprattutto se c'erano miglioramenti.Mia madre era sempre molto tranquilla e mi spiegava minuziosamente tutto ciò che Alex assumeva e tutto ciò che il medico le diceva.
    A breve avrebbe fatto un'altra risonanza magnetica per verificare a che stato fosse il male e se fosse stato necessario un altro ciclo di chemioterapia.
    Mi augurai di no,naturalmente.Volevo che il dottore dicesse che tutto era scomparso,che Alex non aveva più nulla da temere,che avrebbe finalmente ripreso in pugno la sua vita.
    Insieme potevamo ricominciare,me lo sentivo.
    Stavo in ansia per lei come se fossi stato io ad esserne coinvolto in prima persona.
    Il malato ero io.



    Una notte sognai di camminare per un sentiero abbastanza buio.La strada era lunga e ricordo che nel sogno avevo il respiro affannato.La cosa strana è che camminavo senza sapere perchè nè dove mi stesse portando quella strada a me sconosciuta.Dentro di me,però,inconsciamente sentivo di dover proseguire.Quando mi convincevo di andare avanti,finalmente,riuscivo ad intravedere una piccola luce in fondo alla strada.Correvo allora sempre più veloce ed altrettanto lentamente,rallentato non so da quale perfida mano,ma sapete quanto è terribile sognare a volte.Più ci sforziamo di gridare e più la voce non esce,ma c'è solo la nostra bocca spalancata priva di suono.
    La stessa cosa si prova quando vuoi correre e sei impossibilitato a farlo perchè la strada comincia a sembrarti un'ardua salita e il terreno sembra scorrere sotto i tuoi piedi mosso da un gigantesco tapis-roulant immaginario....
    Oddio...ricordo che quella notte sudai parecchio e mi svegliai di colpo sedendomi sul letto.

    Mio fratello mi sentì forse emettere un piccolo urlo perchè me lo ritrovai accanto a scuotermi la spalla per sapere se stessi bene.

    Stavo bene?Stavo male?Non so però quella stradina buia mi aveva inquietato parecchio.

    Pensai ad Alex in quel momento. Se ci fosse stata lei a fianco a me,sicuramente mi avrebbe dato una delle sue spiegazioni fantasiose ed ottimistiche.
    Se si trattava di tirarmi su il morale beh...allora lei inventava qualsiasi storiella e riusciva ad allietarmi anche gli incubi peggiori.Purtroppo invece,se si trattava di lei,non riusciva a guardare al futuro con lo stesso ottimismo.Ma per lei c'ero io.E più pensavo questo e più volevo correre da lei perchè forse aveva bisogno di me!Chi c'era con lei la notte se qualche incubo la minacciava?Dov'ero io?!Il mio posto era con lei...

    Turbato,allora,decisi di fare una cosa assurda forse,ma ne avevo bisogno o non avrei resistito e avrei mollato tutto.

    La chiamai.

    Mi aspettavo di sentire squillare il telefono almeno tre o quattro volte e invece al primo squillo...

    "Michael!"

    "Amore mio,ma eri già sveglia?"

    "Non ho chiuso occhio,in effetti..."

    "Stai male?"

    "No...ti pensavo ecco."


    Il cuore mi voleva uscire dal petto,lo sentivo.Faceva male...

    "Alex..."
    No Michael.Non piangere!Quante volte hai detto tu a lei di non farlo?!Bene,non puoi farlo tu.Non puoi piangere perchè lei starebbe male sentendoti singhiozzare.

    Pensavo questo mentre lei continuava a chiamare il mio nome per telefono ed io...
    Presi un bel respiro e mi schiarii la gola mandando giù un groppo che non ne voleva sapere di abbandonarmi il petto.

    "Michael,ci sei?"

    "Ehm... sì,tesoro.Sono qui."

    "Come mai...chiami a quest'ora?"

    "Alex,non so nemmeno che ore sono,per la verità...So che è notte."

    "Aspetta....Ah!Sono solo le tre..."


    Mi giunse la sua risata confortante.

    "Volevo sentirti,Alex.Scusa per l'orario io...."

    "Tu chiami quando vuoi e basta,Michael.Non ti devi scusare.Io sono qui per te.Sempre."

    "Bene perchè devo raccontarti una cosa...."

    "Dimmi.T'ascolto"



    Come un bambino svegliato da un incubo pazzesco va a rifugiarsi nel lettone con mamma e papà,allo stesso modo io telefonai ad Alex per essere consolato dal mio di incubo.Ricordo la sua voce così limpida,pacata,dolcissima respirare attraverso il microfono del telefono e sussurrarmi di star tranquillo.

    Mi disse che la luce che vedevo in fondo alla strada era la sua staccionata bianca appena ridipinta e mi fece ridere,ancora una volta.
    Le dissi che allora sarei corso a dormire perchè così avrei tentato di raggiungerla e scavalcarla.

    "Sta solo attento a non sporcarti di vernice..."

    Ma come faceva a farmi sorridere sempre?L'adoravo per questo.

    "Macchiarmi è l'ultimo pensiero,Alex...Piuttosto magari fosse così facile venirti a trovare..."

    "Non essere triste perchè tanto ci rivedremo presto.Non voglio sentirti triste, Michael"



    Provai a rispettare quella promessa,ma sapevo che sarebbe stato difficile.
    Alla fine,quella notte dopo la telefonata,mi rimisi a dormire e...cosa strana,sognai di riuscire ad arrivare in fondo alla stradina buia.

    C'era una staccionata bianca.
    Sorrisi e poi fui svegliato da mio fratello che era già mattina.

    Ma almeno fui felice di aver scoperto che i miei sogni potevano diventare quello che volevo diventassero.Almeno quelli...

    La realtà,purtroppo è ben diversa.


    Non sapevo se mi avesse aspettato un terribile risveglio dal sogno nel quale mi illudevo ogni giorno,rivedendo Alex sana nei miei desideri oppure sperando mi sarei ritrovato ben più felice di constatare che in realtà il sogno sarebbe cominciato se fosse finito quell'incubo in cui già vivevo da tanti mesi ormai...





    .17.





    [L'uso migliore della vita
    è di spenderla
    per qualcosa
    che duri
    più della vita stessa]

    (William James)



    Tutto quel trambusto di voci,di urla di fans scatenati,di notti movimentate(per gli altri,quando io cercavo il mio silenzio),di posti affollati,di flash impazziti,di ore piccole...


    Mi sentivo nel bel mezzo di un vortice e tutto mi girava intorno.Mi sentivo frastornato a volte anche dalla stessa musica e quando la musica,la mia musica,mi giunge come rumore allora capisco che ho proprio toccato il fondo.Sento che qualcosa più non va,ma in me.
    Dentro me.


    Apparire normale agli occhi degli altri mi veniva così bene che quasi mi spaventava.Non potevo fare altrimenti.
    Sono sempre stato abbastanza professionale.
    Professionista nel vero senso del termine e questa è l'unica certezza che ho sempre avuto,oltre il mio amore per quello che faccio.


    Sono sempre stato orgoglioso del mio lavoro e in tutti questi anni mi sono sacrificato tante volte,forse troppe.Mi sono anche privato di molte amicizie,di chissà quali possibili amori nascosti dietro occhi di milioni di donne,di ragazze,che sembravano volermi donare il cuore o il mondo eppure io ne ho sempre avuto il terrore.
    Mi sono sempre chiesto cosa si celasse dietro quegli sguardi amorevoli e premurosi,quanto effimere fossero quelle tacite promesse...ma perchè?
    La risposta è semplice perchè è un semplice "non lo so".

    Sono fatto così e basta,ma non ho una pietra al posto del cuore.Piuttosto ho un cuore corazzato.La mia intera vita è stata una lotta con gli altri e con me stesso principalmente.E' normale farsi un'armatura invisibile che serva a proteggerti da qualsiasi possibile attacco esterno.


    Ne ho passate tante.Periodi bui e notti nere e fonde.Come biasimarmi?


    Sono certo che se andassi su Marte vi troverei qualche indigeno verde che sfoglia una rivista di gossip e che una volta accortosi della mia presenza corra ad additarmi col suo polpastrello sferico ed alieno.Sì,sono sicuro che perfino un extra-terrestre mi considererebbe un Wacko Jacko.




    Sono stato tanti Michael.Bambino nero dell'Indiana,sconosciuto a tutti tranne che alle quattro mura della mia modestissima e ristretta casa a Jackson Street(neanche a farlo apposta...);poi sono stato il Michael degli esordi musicali,dapprima nero fondente poi sempre più tendente al colore gianduia(eppure mi sento e sono ancora adesso un afro-americano e mi vedo nero nel mio riflesso patologicamente bianco).
    Sono stato il Michael dai molteplici travestimenti,o meglio...dalle mille facce,eppure di me ho cambiato solo ciò che mi faceva star male con me stesso.Non potendo cambiarmi totalmente ho scelto la parte fisica che più mi hanno fatto odiare.


    E chissà come sarebbe stata la mia vita SE...


    Sapete quante volte mi sono posto questa domanda?!Oh...una marea di volte,ma mi son risposto che oggi sono tale perchè tutto questo è avvenuto.
    Perchè DOVEVA andare così.Chi siamo noi per cambiare il nostro destino?Al massimo possiamo modificare il pasto del giorno,ma nulla più.Se vi state chiedendo come mai e perchè o come ho fatto a resistere a tutto quello che mi è successo vi risponderò soltanto che sono sopravvissuto aiutato solo dalla fede nel Destino oltre che in un Dio che per me,nel tempo ha cambiato Persona,ma non ruolo.

    Se oggi sono ciò che sono è grazie a tutto questo.Mi sono formato con tanti ingredienti,ma sono felice perchè l'ho fatto da solo.
    Freak,pervertito,visionario folle.C'è altro?!

    Non mi sento neanche più di ribattere,lo giuro...
    Non mi sono mai spiegato come mai la gente si sforzi di giudicare una persona senza prima guardarsi dentro.
    Nessuno di noi ,in fondo,conosce bene se stesso e allora come mai tutti hanno sempre avuto la superbia di sapere come sono fatto veramente io?!Non lo so nemmeno io.
    Tutto questo è assurdo.



    Vi starete chiedendo cosa c'entri in questo Alex,vero?!Ve lo spiego subito.
    In tutta questa confusione, che da sempre mi perseguita, c'è anche il lato bello(dapprima era solo bello,in effetti...):
    essere chi sono è stata senza dubbio una grande fortuna e non rimpiango nulla perchè ho ricevuto anche tanto amore.

    Sapete benissimo che Alex è stata l'unica che mi ha fatto essere un nuovo personaggio di me stesso,quello più vero,semplicemente me.Con Alex ero solo Michael.Alex è stata l'unica donna della mia vita che ha conosciuto il vero Michael.E' stata anche l'unica cosa,in tutto questo vortice di eventi,a rimanere immutata nel tempo.Il miei ricordi con lei non mi hanno mai lasciato e sono gli unici che conservo ancora intatti.
    Niente,nemmeno un minuto vissuto con lei è stato dimenticato.Alex mi ha donato l'unica cosa che da sempre mi è mancata:la mia vita normale.Lei era fuori dal turbine che mi avvolgeva,era la mia ancora di salvezza.E sempre lei era l'unica a guardarmi con occhi sinceri e disinteressati a tutto ciò che di superfluo esiste.Mi amava per quello che ero e da me voleva in cambio solo altrettanto amore.

    Immaginate me ai tempi del Victory Tour quando vi dico che anche se i miei fratelli,il mio impresario,tutti quelli che mi conoscevano bene notavano la mia malinconia,la mia apprensione,la mia solitudine fuori dalle scene.


    Giù dal palco si spegnevano le luci e s'illuminava una piccola candela nella mia anima.L'unica a farmi compagnia.Il mio solo riflettore che come un occhio di bue m'illuminava da lontano e da dentro.

    Mi pesavano come macigni le tante pacche sulle spalle che ricevevo un pò da tutti.Mi scrollavano la mente e i pensieri quando invece volevo rimanermene solo con me stesso.Sentivo quasi dolore a quei contatti con la vera realtà.
    Nessuno sapeva cosa avevo dentro,nessuno vedeva nei miei occhi il bianco luccicante di quello steccato tanto lontano dalla mia vista eppure sempre impresso nel riflesso delle mie pupille nere.Lo vedevo solo io.

    Usciamo!Vieni con noi!Non pensarci!Vedrai che sta bene!
    Erano i tentativi di scuotermi,ma niente.Più ci pensavo e più ascoltavo quelle parole e maggiore diveniva la mia ansia,si allungava l'attesa.



    Eravamo già a fine Novembre.Alex mi aspettava ed io aspettavo terminassero anche gli ultimi concerti,ma stavolta ero tornato in California!


    La sentivo già più vicina eppure dovevo farmi bastare quello perchè ancora il nostro incontro avrebbe dovuto essere posticipato.


    "Michael,non se ne parla.Scordatelo!Mi dispiace,ma non possiamo bruciarci un successo di mesi per gli ultimi nove giorni.Cerca di tenere duro."


    "Frank,senti è solo un saluto poi.."


    "Decidi tu della tua vita,Michael."



    Mi guardò con occhi seri,severi e anche comprensivi paradossalmente,ma sapeva in parte cosa mi premeva ed era a conoscenza della mia storia con Alex.


    Lo ammetto:non è mai stato un tipo molto "permissivo " quando si parlava di fidanzate di Michael(credeva che qualsiasi donna avrebbe potuto compromettere la mia carriera e che una storia d'amore avrebbe rovinato tutto),ma quando gli parlai di Alex,col cuore in mano,lui si limitò a socchiudere gli occhi e sospirare il suo sigaro.Poi mi sorrise.
    Mi bastò.



    Lo so,vi avevo detto che di Alex non avevo parlato a nessuno,ma con nessuno intendevo con il resto del mondo.Chi mi stava accanto,chi reputavo potesse aiutarmi a stare accanto a lei doveva sapere di Alex e di me.
    Frank,comunque,a suo modo mi aiutò.
    Il suo NO era stato sufficiente a riportarmi con i piedi per terra e a non farmi sopraffare dalle emozioni.Aveva ragione perchè se avessi visto Alex forse non avrei più potuto rendere come dovevo,con la testa ed il cuore a mille.No...aveva ragione,dovevo "soffrire" ancora per qualche giorno e tenermi concentrato.


    Dovevo fare solo una cosa e cioè avvertire Alex di quel cambiamento di programma.Sapevo già che avrebbe capito,ma infatti la mia telefonata fu forse una consolazione per me stesso,più che per lei...


    "Ti aspetto qui.Io non mi muovo.Non mi sono mai mossa da dove tu mi hai lasciata,amore mio"
    Bene,ora ditemi se non era la dolcezza fatta persona,la mia Alex...




    1...2...3..4...5..6...7...8...9...ed eccomi al 10 Dicembre dell'84.


    Mi ricordo che volevo uscire i piedi fuori dalla grande limousine per cercare di far più in fretta possibile.




    "ENCINO"...



    Quel cartello stradale me lo ero sognato così tante volte che mi ritrovai a strofinare gli occhi per vedere se fosse tutto vero o solo un'altra illusione.
    Ormai mi distanziavano da Alex solo pochissimi metri ed altrettanti minuti.

    L'avrei riabbracciata.Non stavo più nella pelle.
    Arrivai a casa e nemmeno svuotai le valigie.

    Che emozione ripercorrere quel sentiero che tante volte mi aveva condotto da Alex...Mi sembrava quasi di rivedere i miei passi sul selciato,impressi come le stelle sulla Walk Of Fame...

    Un fremito al cuore.
    Mi sembrava di vedermi fuori dal mio corpo perchè già la mia anima mi attendeva al varco di quella staccionata e mi attirava sempre di più per potermi rientrare dentro.

    "ALEX!!!! SONO QUI!!"

    Finestre sbarrate.
    Silenzio.
    Cuore fermo.
    Tu-tum-STOP.





    .18.





    [Dobbiamo accettare la
    delusione che è limitata,
    ma non dobbiamo
    mai perdere
    l'infinita speranza]

    (Martin Luther King)



    Correre indietro.


    Correre disperatamente...Aprire nuovamente la porta di casa e chiedere aiuto.
    Con il fiatone e tutto tremante cercai di trovare la voce per gridare.


    Vidi Magda,la nostra domestica di allora,avanzare verso di me,preoccupata.


    "Magda..che succede?!Dimmelo!"


    "Michael ma non hai letto il biglietto?Non sai.."


    "COSA DOVREI SAPERE?PARLA MAGDA!"



    Non ragionavo più.Gli occhi ambrati e tondi di Magda mi fissavano vitrei.Io non sapevo cosa pensare.


    Quale biglietto?!Io non avevo visto nulla....e poi...PERCHE' NON CHIAMARMI?!Un biglietto....Dio....La mia vita appesa ad un biglietto.Dovevo leggerlo.Dov'era?!


    "Ecco..."


    "Dov'era, Magda?! Non l'ho visto...Dio...non l'ho visto prima..."



    Lessi:
    "Michael sono la mamma.Alex non si è sentita tanto bene.Siamo in clinica adesso.Raggiungici quando torni.
    Scusa il modo.Ti spiegherò.
    Siamo qui:
    Clinica San Miguel
    1437 South Atlantic Boulevard, Los Angeles "




    Nella testa mi frullavano le ultime parole di Alex "Ti aspetto qui.Io non mi muovo" e non mi davo pace...
    Mi sentii mancare la terra sotto i piedi.
    Ero come investito da una corrente fortissima che,sbattendomi sul viso,non mi lasciava ossigeno,tanto era la pressione.
    Una sensazione che non auguro a nessuno,la mia.



    Il cuore ricominciò a pompare sangue e mi sentii mancare,per un attimo.


    "Michael...non stai bene.Siediti un pò.Ti porto dell'acqua."


    "No Magda...Devo andare adesso."



    L'afferrai piano per le spalle e la guardai dritto negli occhi.Quel suo sguardo impaurito era misto a compassione e preoccupazione.Mi fece più male.



    Come un folle mi ritrovai a guidare spericolato come sempre e pericoloso per tutti.Me stesso compreso.Non vedevo la strada davanti a me.Solo e pazzo divorai quei pochi chilometri con la vista appannata da due laghi caldi e mobili.Non sentivo le lacrime sul viso,le vedevo nei miei occhi.


    Finalmente arrivai al San Miguel.
    Non m'importò di tutti quegli occhi curiosi che cominciarono a farsi il passaparola gli uni con gli altri.Non vedevo nemmeno loro in quel momento e francamente non m'importava nulla.


    Corridoi,camici bianchi,stanze,numeri...vidi mia madre!


    "Michael!"


    "Mamma ti prego dimmi che sta bene...!"


    "Non piangere,calmati...."



    La sua mano cominciò ad accarezzarmi la schiena e smisi per un pò di tremare quando mi afferrò il viso e mi guardò con la sua solita espressione buona e rassicurante.Mi sorrise.A quel punto mi asciugai le lacrime,ma ancora confuso.


    "Alex....sta riposando adesso."


    Dio sia Lodato!! Pensai.Era viva.


    "Michael...scusami,ma presi dalla fretta....cioè....Vedi...il fatto è che non volevamo...No.Non ho scuse,lo so.
    Dovevo chiamarti.Non ho avuto il coraggio,però.Non mi avresti fatto finire di parlare,ti conosco bene...."


    "Ok mamma,ma scusa...così è stato molto peggio,te lo assicuro."



    "Scusa...è solo che Alex..."


    "Cos'ha?Ti prego dimmi cosa le è successo!"


    "Ha avuto una crisi respiratoria,Michael.Per un pò ha smesso proprio di respirare.Ho avuto tanta paura allora ho scritto subito il biglietto e sono corsa qui."



    "Ma adesso....Cioè..i dottori che dicono?"


    "Il dottor James ha detto che..."



    Si fermò.


    "Non andare avanti mamma.Ti prego,non andare avanti.Voglio vederla.Portami da lei."


    Arrivai davanti la porta bianca e presi un lungo respiro.

    Entrai.


    "Mamma...lasciami solo con Alex.Ti prego."


    Il mio amore stava lì,immobile.Indossava la maschera dell'ossigeno,ma riuscivo a vedere ancora quanto fosse bello il suo viso.Mi sedetti accanto a lei e le presi una mano.La baciai e la tenni stretta tra le mie.


    Non era questo il modo in cui dovevamo rincontrarci....L'avevamo progettato ed immaginato diversamente...Molto diversamente.


    Avevo solo paura,adesso.Poggiai la testa sul materasso e ricominciò il mio pianto.Le mie lacrime erano silenziosissime,ma avevo fremiti per tutto il corpo.Avrei voluto strapparla da quel letto e portarla via con me.
    Fuori c'è aria abbastanza,pensavo.
    Non volevo vederla lì,in quella stanza.



    Neanche dieci minuti,non so....forse meno,ma la sua mano si mosse dentro le mie.Un tonfo nel petto e il mio stomaco si contorse d'emozione.Un'emozione strana,mista a felicità e paura.


    Poi la sua vocina flebile che mi chiamava.


    "Michael...sei tu,amore mio....fi...finalmente"


    "Shhhh!Non parlare tesoro.Non parlare."



    La mia mano sulla sua fronte.Cominciai ad accarezzarla dolcemente.


    "Mi sei mancato tanto..."


    "Anche tu,Alex.."


    Mi fermai ancora sull'orlo del pianto.Non ce la facevo...


    "Scusami Michael...non era così che dovevo accoglierti,lo so..."


    "Non dirlo più!Smettila Alex...Non c'è nulla di più importante adesso che te e basta.Non m'importa di come doveva essere.Non m'importa più.Voglio solo che sia tutto rimandato a dopo.Lo spero con tutto il cuore,con tutta l'anima,amore mio...."


    "Non so se darti ragione...Michael.Non stavolta."


    "Che vuoi dirmi?!"




    E se fossero state le parole che poco prima non volli sentirmi dire da mia madre?!E se fossero state le parole del dottor James?!Dovevo sapere?!Lo volevo veramente?!Non ne ero più tanto sicuro.La paura si era impossessata anche della mia più piccola cellula.


    Alex era tranquilla e strana.La solita espressione inquietante di chi con coraggio e rassegnazione sa cosa deve accadere,ma si sente impotente e sicura al tempo stesso.


    "Non è stato un bel risultato l'ultimo esame,Michael....Nulla di confortante.Devi saperlo.Il medico è stato chiaro,ma non mi spaventa morire.Non voglio lasciare te.
    Dio...è così complicato adesso...E' tutto complicato,Mike.Per questo non dovevamo amarci.Lo sapevo io....Dovevi ascoltarmi."



    Fu qui che pianse.
    Non vorrei descrivervi la mia di faccia,in quel momento.Fu la prima volta che non trovai la forza per frenare le mie lacrime e le sue.Forse era giusto sfogarsi così.Forse no,ma che importanza aveva ormai?!


    "Tu non devi stare qui,Alex.Io ti porto a casa...A costo che m'arrestano o non so cosa...Io ti porto via di quì."



    "Michael...sii ragionevole,tesoro.Così non mi aiuti..."


    "Hai ragione,Dio Santo...Hai ragione.Terribilmente ragione!"



    Ero fuori di me.Mia madre sentì la mia voce ed entrò.


    "Michael...non farla stancare,caro."


    "Scusami.Scusate tutt'e due...Io vado."



    Mi avvicinai ad Alex che non piangeva più,ma mi fissava spaventata.


    "Tesoro mio....ti amo così tanto che...."


    "Lo so..."



    Quel suo sorriso mi tagliò in due il cuore.


    "Scusami piccola mia...Io devo andare,adesso.Non posso continuare a star qui.Domani tornerò più sereno.Credimi...mi conosci.Ti farei del male e me ne farei anche io.Ho bisogno di stare solo."


    "Vai.Io ti capisco.Non giustificarti con me."



    La baciai piano sulle labbra aride e....lei 'bevve di me'.
    La lasciai così.




    Sulla via di casa guardavo il paesaggio,i passanti.
    Un parco:tanti sorrisi spensierati.Fermai l'auto e poggiai le mani sul volante appoggiandomi col mento sulle mie braccia.
    Vidi una coppietta,giovane,bella.Giocavano con un piccolo cucciolo al guinzaglio.Baci e strette e tante risate...


    Pensai a me,pensai ad Alex.Una sola domanda:saremmo mai ritornati così?Forse no,ma mi ritrovai più sereno rubando uno scorcio di spensieratezza altrui,come triste consolazione.


    Eccomi:Michael Jackson.L'uomo che aveva tutto e non aveva niente.Invidioso di qualcosa che non poteva comprare.
    Ladro di felicità.
    Accesi la macchina e guidai dove mi portò l'istinto.
    Staccionata bianca.


    Aprii il cancelletto,percorsi il giardino e fui dentro casa.
    Hope mi saltò al collo.


    "Hope....mi sei mancata anche tu."


    Mi sedetti sul divano accanto alla vetrata e guardai fuori il sole al tramonto.
    Hope sulle mie gambe.
    Sentivo il calore di quel corpo peloso e morbido...Mi riscaldò,per un pò.Non era freddo il mio,era gelo,ma non dipendeva da quella giornata tanto mite e serena.Il freddo mi giungeva dall'interno.


    Apatico e imbambolato mi lasciai riscaldare pian piano dai raggi obliqui e rossi e da quel tenero animale che portava il nome di un'utopia,ormai.


    Eppure,pazzo me,provai ad addormentarmi sognando la mia speranza.




    .19.





    [Voglio che ciò che amo
    continui a esser vivo
    e te amai e cantai
    sopra tutte le cose]

    ("Quando morrò voglio le tue mani"-P.Neruda)


    Provai ad immaginarmi da solo.


    Cercai di vedere il mio futuro:come sarebbe stato senza Alex?
    Io davvero non riuscivo ad andare oltre le mura di quella casa....La stessa casa che un giorno,mentre passeggiavo alla ricerca di me stesso,mi si parò davanti e mi invitò ad entrare a farne parte.Ormai mi sentivo parte integrante di quell'ambiente così pregno di Alex e dei suoi ricordi...Io stesso stavo diventando un ricordo,lì dentro.
    Per un attimo mi sentii come uno dei soprammobili sopra il pianoforte,come una vecchia cartolina dentro a quel baule che una sera Alex aveva aperto davanti ai miei occhi e dal quale aveva tirato fuori quel libro di poesie.Ricordate?Mi sentivo così.Sicuramente un giorno sarebbe giunto il momento di andare,ma una parte di me,ero certo,sarebbe rimasta intrappolata in quella casa.Per sempre.


    Ero tornato da una settimana e Alex era ancora in clinica.
    Passavo giornate intere accanto a lei,a tenerle la mano,a raccontarle storie.
    Quando giungeva il momento di tornarmene a casa,nella mia testa,cominciavo a fantasticare su come sarebbe stato bello se vi avessi fatto rientro insieme alla sua proprietaria.Immaginavo Hope che si fiondava tra le sue braccia e che cominciava a farle le feste.Immaginavo Alex ridere di gusto a quella scena.
    I miei pensieri,a volte,erano così intensi e desiderati,che quasi mi sembrava di viverli veramente e ogni volta,un rumore,un tocco,una qualsiasi cosa appartenente a ciò che di reale mi circondava,mi riportava ferocemente e bruscamente alla realtà.


    "Michael perchè non torni a casa da noi?Cosa fai li tutto solo? Guarda che è peggio...così non va,tesoro..."



    "No...io rimango lì.C'è Hope"


    "Non è una scusa buona,Mike.Hope la puoi sempre portare a casa nostra.Non manca di sicuro lo spazio,no?"


    "Senti mamma...Davvero...Io sto bene così.Il mio posto è lì.Devo aspettare Alex..."



    Mia madre scosse la testa tristemente e mi fissò.


    "Se non vuoi venire non posso certo costringerti,ma...."


    "Ma?"



    "Sono preoccupata per te"


    "Non devi.Stai tranquilla..."


    "Invece no,Mike...non sto per nulla tranquilla."


    Pensai che aveva ragione forse...Mi sarei distrutto in un'illusione.
    Credere con tutto me stesso che un giorno mi sarei svegliato e avrei sentito ancora l'odore del caffè preparato da Alex o che magari sarei corso di sotto a vederla dipingere alla luce dell'alba...mi avrebbe ucciso.Lo sapevo,ma non volevo rinunciarci.
    Non ero pronto a rinunciare a tutto questo.


    Ed allora mi rivedo ancora a girare da solo per ogni angolo di quella casa...Mi ricordo che ovunque spostassi lo sguardo ritrovavo lei intenta a fare o a dire qualcosa.



    Un pomeriggio salii anche alla casetta sull'albero e ci restai per non so quanti minuti...La pensavo ogni istante perchè era impossibile non farlo e fu in quel momento che compresi appieno lo stato d'animo di Alex.Riuscii a capire le parole che mi disse durante una delle prime conversazioni tra noi.
    Vi ricordate?!Alex mi aveva detto che i suoi genitori li sentiva "vivi" perchè erano dentro ogni cosa,ogni oggetto,ogni......ricordo.


    Anche se ancora non mi aveva lasciato stavo vivendo un'anteprima tristissima di quel che sarebbe stato.


    "Michael...domani esco.L'ha detto il dottor James!!Domani torno a casa"



    E mentre me lo diceva felice,io,pensavo alle reali parole del medico:


    Mi dispiace....E' meglio che torni a casa a questo punto...Lì avrà la serenità necessaria per...


    'Necessaria per...' e qui si era fermato.
    Non indagai perchè sapevo il seguito della frase.


    Con questo peso sul cuore guardai Alex sorridere gioiosa.
    La vidi per la prima volta sciupata,dimagrita...Ma quel suo sorriso era ancora lì e bastava ad illuminarle il viso perchè io potessi riconoscere in lei la ragazza che avevo conosciuto.


    Improvvisamente la vidi trasformata:i suoi capelli erano ricresciuti e continuavano ad incorniciarle il visetto tondo,il suo camice a pois mi sembrò quel candido abitino di lino che indossava la prima volta che ci parlammo ed allora trovai dentro me la forza di risponderle e gioire con lei.


    "Si amore...Lo so...Si torna a casa! Sono così felice..."



    E così fu.




    L'indomani Alex si stese di nuovo accanto a me,in quel lettone che mi era sembrato immensamente freddo senza di lei.
    La strinsi fra le braccia per tutta la notte.Dormiva così bene e serena che avevo quasi paura a muovermi per non disturbarla.


    Volete sapere come passai quella notte?E' facile da immaginare....
    La guardai per tutto il tempo,misuravo e contavo i suoi respiri,tremavo se un soffio tardava ad arrivare...Volevo essere sicuro di essere presente e cosciente se le fosse successo qualcosa.


    Solo chi ha provato la mia stessa paura può riuscire a comprendermi.Francamente spero per voi che sia il contrario,ma credetemi,quando ci si ritrova in certe situazioni è terribile.



    La mattina dopo riaprì gli occhi ed io ero sul suo viso pronto a sorriderle come sempre invece aveva fatto lei con me,dormiglione senza speranze.


    "Già sveglio?Michael...tu mi sorprendi"
    Rise e la baciai.


    "Che ne dici di fare una delle nostre solite gite con Hope?"


    "Alex...non credo sia opportuno fare tanti sforzi,per i primi tempi..no?"


    "Michael per favore...Non ce la faccio più a stare chiusa tra quattro mura.Voglio respirare...Non negarmelo"



    Negarle il respiro?!Ma io sarei stato pronto a darle anche i miei polmoni in cambio...


    "Ok,ma non ci allontaniamo così se ti stanchi torniamo a casa immediatamente"


    "Oh ti adoro!!"



    Legai Hope al giunzaglio,presi Alex e la feci accomodare sulla sedia a rotelle perchè non doveva affaticarsi.L'avrei spinta io fino al nostro posto preferito.


    Distesi sull'erba.
    Ancora una volta.
    Ancora su quel prato che tante volte ci aveva ospitato ed intorno a noi gli alberi a semicerchio,come un mezzo abbraccio.


    "Amore mio che bello essere di nuovo qui..."


    "Già..."



    Improvvisamente mi guardò dritto negli occhi.


    "Michael...tra non molto ti dovrò lasciare"


    "Dove vorresti andare...?!Guarda che non si può scendere da un treno in corsa sai?Ed io adesso sono il tuo treno,Alex.
    Questo è il nostro viaggio,amore mio.."


    Mi salì un groppo in gola.Non sapevo nemmeno io come avevo trovato la voce per dirle quelle cose.


    "Mi sa che la mia fermata,invece, è arrivata amore mio...E' ora di scendere per me,ma tu hai ancora tanto da viaggiare"


    "Io voglio farlo insieme a te,Alex...Te l'avevo promesso..."



    E feci quello che non avrei mai dovuto fare:piansi.
    Non ce la facevo più.


    "Non devi dirmi queste cose,Alex...Mi fai stare male."



    "Scusami..."


    "Scusami tu che non posso mantenere la mia promessa,amore mio..."


    "Ma chi te lo dice?Guarda che se vorrai io starò sempre con te,Michael...E' facile mantenere la promessa.Non c'è morte che possa infrangerla tesoro...Fin quando viaggerò nel tuo cuore,insieme a te,mi porterai ovunque andrai e guarderò con i tuoi occhi i Paesi in cui ti troverai.
    Non ti lascerò se anche tu lo vorrai.Ricordalo sempre,Michael e promettimi che..."



    "Cosa?!Cosa devo prometterti?"


    Continuavano a scendere le mie lacrime e lei ad ognuna mi carezzava il viso,asciugandole.


    Era così bella...Ed io così fragile.
    In quel momento capii che non ero più capace di darle forza e coraggio,però mi resi conto che la sua anima era già pronta ad affrontare tutto da sola.Avevo paura io,ormai...Non più lei.


    "Mi devi promettere che farai viaggiare il tuo treno,Michael...Che non lo farai fermare mai e che cercherai binari sicuri su cui scorrere.Promettimi questo"



    In poche parole:'Abbi cura di te,Michael'.


    Con poca convinzione mi ritrovai a dirle:


    "Te lo prometto,amore mio."


    Invece,da quel treno,volevo scendere anch'io.





    Epilogo



    "Please Remember" (Leann Rimes)



    object width="60" height="25">



    Sono passati tanti anni da quella volta in cui Alex vide il mondo con i suoi grandi occhioni scuri.
    Quando li chiuse per sempre io ero li e ricordo di aver pensato:"Alex...guarderò io per te,d'ora in poi"
    Forse avevo capito...Avevo compreso il messaggio di vita che quella dolce creatura aveva cercato d'infondermi per tutto il tempo vissuto insieme.
    Non la dimenticai,Alex.
    Mantenni la mia promessa...



    Ogni tanto mi capita ancora di passare davanti alla villetta dei ricordi e,potrò sembrarvi sciocco o pazzo,ma alcune volte mi sembra di sentire Hope abbaiare e se alzo gli occhi verso quella vetrata appannata di polvere,mi sembra di scorgere il viso di Alex che mi sorride come per dirmi che tutto è tornato come una volta.


    Sono certo che adesso lei sia di nuovo a casa a terminare l'ultimo quadro rimasto incompiuto,nell'attesa che arrivi io a portarle nuovi colori.




    E mentre i passanti fissano attoniti un "Michael Jackson" in piedi ad osservare un vecchio steccato,il "Michael" dentro me rivede davanti a se una staccionata bianca e sorride con i suoi occhi da cinquantenne,ma che conservano ancora l'anima di ciò che è stato e di quello che sempre sarà.


    Ricordi.


    image



    ________

    Questa storia è dedicata a te che non ci sei più,ma che continui a vivere.
    Grazie a te ho capito che la vita vale la pena d'essere vissuta anche se a volte è difficile.
    Sei il mio esempio di forza e d'amore.L'amore che non muore mai.
    Sarai per sempre sarai nel mio cuore,nella mia mente ...e nei miei ricordi.
    Ti amo,papà. :fiore:

    La tua bambina. :**:


    Edited by °Alexandra° - 14/6/2011, 23:32
     
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  3. Elena01
     
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    Che dolce... Memories... adoro questa FF Ale, perchè ha messo a nudo il tuo lato romantico... :--:
     
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  4. Holiday
     
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    E' incredibile come una sola parola può racchiudere un 'mondo'....Memories....non devo aggiungere altro...
    Come ben sai ho ADORATO questa ff...ha un posticino speciale nel mio cuore!
    E la dedica finale...come non condividerla!?
    CITAZIONE
    Sarai per sempre nel mio cuore,nella mia mente ...e nei miei ricordi.
    Ti amo,papà.

    .................................................
    mi hai fatto piangere!
    :**:
     
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    Sono passati tanti anni da quella volta in cui Alex vide il mondo con i suoi grandi occhioni scuri.
    Quando li chiuse per sempre io ero li e ricordo di aver pensato:"Alex...guarderò io per te,d'ora in poi"
    Forse avevo capito...Avevo compreso il messaggio di vita che quella dolce creatura aveva cercato d'infondermi per tutto il tempo vissuto insieme.
    Non la dimenticai,Alex.
    Mantenni la mia promessa...



    Ogni tanto mi capita ancora di passare davanti alla villetta dei ricordi e,potrò sembrarvi sciocco o pazzo,ma alcune volte mi sembra di sentire Hope abbaiare e se alzo gli occhi verso quella vetrata appannata di polvere,mi sembra di scorgere il viso di Alex che mi sorride come per dirmi che tutto è tornato come una volta.


    Sono certo che adesso lei sia di nuovo a casa a terminare l'ultimo quadro rimasto incompiuto,nell'attesa che arrivi io a portarle nuovi colori.




    E mentre i passanti fissano attoniti un "Michael Jackson" in piedi ad osservare un vecchio steccato,il "Michael" dentro me rivede davanti a se una staccionata bianca e sorride con i suoi occhi da cinquantenne,ma che conservano ancora l'anima di ciò che è stato e di quello che sempre sarà.


    Ricordi.

    Qui c'è tutto,ma ho amato ogni singola parola di questa FF...
    Incredibile Ale...
    Con tutta la mia stima,il mio affetto e la mia ammirazione questa è e rimarrà nella rosa delle mie preferite (e ti assicuro che è spelacchiatissima sta rosa :P)

     
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    L'ho riletta senza interruzioni.
    E le emozioni che ho provato la prima volta, si sono semplicemente triplicate.
    Amo questa storia Ale e lo sai.
    Non riesco a dire altro, forse perchè ho appena finito di leggerla, sappi solo che mi è entrata nel cuore.


    Edited by Ð e s i r è e . - 28/9/2010, 20:51
     
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    Questa è una di quelle storie indimenticabili che mi è capitato di leggere poche volte nella vita.
    Sono certa che, come loro, questa non la scorderò mai.
    :)
    Non per niente me la sono stampata e ammetto che ogni tanto me la leggo prima di andare a dormire.
     
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  8. °Alexandra°
     
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    Fa piacere leggere che questa mia storia ( alla quale sono molto legata :**:) sia sempre apprezzata e non ancora dimenticata. Grazie di cuore :**:
     
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  9. StefyJackson91
     
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    Ale l'ho letta tutta nel pomeriggio per la prima volta..non riesco a commentare dico solo che mi sono commossa tantissimo nel leggerla è stata una storia straziante nel vero senso della parola, non ho mai letto di un Michael così innamorato e pronto a dare la sua vita per far vivere la persona che ama :cry: bravissima Ale i miei complimenti
     
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  10. °Alexandra°
     
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    CITAZIONE (StefyJackson91 @ 24/10/2010, 20:25)
    Ale l'ho letta tutta nel pomeriggio per la prima volta..non riesco a commentare dico solo che mi sono commossa tantissimo nel leggerla è stata una storia straziante nel vero senso della parola, non ho mai letto di un Michael così innamorato e pronto a dare la sua vita per far vivere la persona che ama :cry: bravissima Ale i miei complimenti

    :**: :**: :**: :**: Grazie di cuore Stefy...
    Considero "Memories" una piccola parte del mio cuore :**:
    Spero solo di non averti intristito,ma la vita non è fatta solo di risate e scherzi e Memories è nata per questo.Ho sentito di scriverla così come voleva essere scritta.
    Grazie davvero
     
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    L'ho letta per la seconda volta e mi ha emozionata ancor di più.Una storia d'amore struggente e bellissima..
    E poi in quella dedica finale non posso far altro che specchiarmi,ti capisco perfettamente...in tutto e per tutto.Per sempre nella mia vita e nella mia memoria... :**:
    Grazie mille Ale,sei meravigliosa :kiss:
     
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  12. °Alexandra°
     
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    :**: Grazie Anto,ci credi se ti dico che di questa storia non posso leggere nemmeno più i commenti? :**: ho sempre un magone assurdo...:cry: però naturalmente mi fanno piacere,tantissimo. :wub: grazie...sono contenta che te la sia riletta una seconda volta,io non ci riesco più.
     
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    CITAZIONE (°Alexandra° @ 27/10/2010, 09:15)
    :**: Grazie Anto,ci credi se ti dico che di questa storia non posso leggere nemmeno più i commenti? :**: ho sempre un magone assurdo...:cry:

    Ma certo che ti credo...Ti capisco perfettamente :**:
    Spero che un domani tu riesca a rileggerla,te lo auguro davvero di cuore :kiss:

    Ah,il titolo di questa storia mi ha fatto ricordare un video tributo per Michael bellissimo,che non so quante volte ho visto e rivisto
    Te lo lascio,spero ti faccia piacere

    www.youtube.com/watch?v=0TXr6nS4YVw

    Un abbraccio :hug:
     
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  14. °Alexandra°
     
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    Bellissimo il video :**: :**: :**: :**: grazie Anto :hug: ricambio ^_^
     
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  15. monsiter
     
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    :wub: Alessandra, ho letto questa FF qualche settimana fa, e come mi succede con le cose che alla fine mi entrano più dentro, non ho avuto un colpo di fulmine per questa storia, ma un lento innamoramento, si è sedimentata dentro di me un pò alla volta, e ho capito tante cose.
    Mi sono commossa capendo quanto di te c'è dentro, quanto della tua tristezza e del tuo coraggio. :**:
    Coraggio che hai avuto nello scrivere dell'amore e della malattia, della paura e del sentimento che và al di là della morte che ci separa dalle persone che amiamo.
    Complimenti per l'intensità e l'emozione che sei riuscita a mettere in questo racconto, davvero BELLO :kiss: Ti mando un abbraccio virtuale :**:
     
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40 replies since 22/8/2010, 11:03   1042 views
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