L'amore di una vita

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  1. °Alexandra°
     
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    Bello....! continua :P finchè sono a casa leggo :D
     
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  2. Ray of light*
     
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    Oddio Pat...la FF a due capitoli di cui avevi parlato
    Sono feliceeee :woot: :woot:

    Spero veda la fine, ma con un talento come te penso proprio di si :wub:
     
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  3. Holiday
     
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    Bello Pat! Mi piace...continua perchè voglio leggere questa bella storia!!!!!
    :occhi:

    CITAZIONE (patma @ 17/8/2011, 21:21) 
    Ilaria :kiss2: grazie :wub: sei la ragazza degli stupendi disegni d'arte, vero? Volevo provare a fare un disegno della coppia, se mi riesce lo metterò da qualche parte :sisi:

    Si Pat, sono io! Ma non sono stupendi sono dei piccoli mostri...
    Siiiiii voglio vedere questo disegno!!!

    ^_^
     
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  4. cinzia 62
     
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    CITAZIONE (patma @ 18/8/2011, 17:21) 
    Mai mettere un limite al meglio...

    :quoto: Pat!
    Bella!E che tenerezza mi fa Michael!Certo che fa strano eh?!Sapere che Diana lo ha conosciuto che era un bambino e che poi se l'è pure fatto,(perchè è così e non me lo toglie dalla testa nessuno!), beh, che dire?Grande Diana!E...beata lei!


    L.O.V.E.

    Edited by cinzia 62 - 18/8/2011, 20:43
     
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    Non gli mancava la piccola casa di Gary, non gli mancavano gli angusti spazi, la fila al bagno…ma non era sicuro di voler dormire da solo…

    Una lacrima solitaria scivolò lenta sulla sua gota…

    E che altro ti posso dire se non... C O N T I N U A?
     
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    Ale, Ludo (sono molto più di due capitoli :lol: ), Ilaria (il problema non è farlo, ma colorarlo :thud: ), Cinzia (non so se in quella situazione avrei fatto la stessa cosa...ma chiamala scema!! bello il video, grazie), Mara (continuo...)
    Grazie a tutte :wub: :kiss2: :hug:





    3
    Infinito




    Se avesse potuto definire con una sola parola tutte le sensazioni provate nei primi giorni, Michael avrebbe usato il termine “infinito”.

    Già, perché infinite erano le esperienze fatte, infinite le cose viste, infinito il divertimento avuto, infinita la gioia provata al mattino, infinite le emozioni che il suo cuore sperimentava, infinito l’amore che provava per la donna artefice di tutto ciò.

    Lei era infinita.

    E a volte il giovane cuore del ragazzo non era capace di trattenere tutti questi sentimenti e lui scoppiava a piangere. Un pianto di felicità, che spesso veniva frainteso dalla donna, ma ciò non importava se il premio era poter essere coccolato dalle sue amorevoli braccia.

    Con Diana aveva sperimentato ogni cosa che la sua giovane età poteva concedergli.
    Ed era nel suo letto che la notte si infilava furtivo, il fratello non lo immaginava, ne mai avrebbe dovuto farlo!


    Si ricordava ancora con un sorriso la reazione di Diana la mattina successiva al suo arrivo.
    Lo aveva trovato col volto coperto di lacrime, rannicchiato in un angolo della stanza avvolto dalla coperta strappata dal letto.

    Lei si era avvicinata e lo aveva stretto tra le braccia per la prima volta, di molte, gli aveva cantato una dolce melodia e gli aveva accarezzato piano il viso asciugandogli il pianto. Poi lo aveva fatto appoggiare sul proprio seno, dove il battito cardiaco lo aveva cullato.

    In quel momento Michael aveva capito il significato del termine “infinito”.



    La donna era entrata preoccupata nella stanza di Michael, il sole era sorto già da un po’ e l’altro ragazzino saltava pimpante in cucina, dopo aver ingurgitato una quantità impressionante di cibo!

    Capì subito che qualcosa non andava perché nella penombra creata dalle tende accostate vide il letto sfatto e vuoto.
    Scrutò tra le ombre e si accorse della forma rannicchiata in un angolo. Doveva aver tolto le coperte dal letto durante la notte e vi si era avvolto probabilmente addormentandosi seduto.

    Avvicinandosi vide il volto coperto di lacrime, sentì nascerle nel cuore una tenerezza infinita per quel piccolo incantatore così sicuro e spavaldo davanti ad un microfono e così fragile nell’intimità.

    Lo abbracciò piano pensando che il piccolo sentisse nostalgia di casa, la mancanza della madre…

    Per fortuna di Michael Diana non intuì il vero motivo delle sue lacrime, altrimenti l’avrebbe relegato subito nella stanza di Marlon che lo avrebbe felicemente riempito di pedate!


    Dalla notte successiva invece Michael trovò posto nel letto di Diana, più avanti nel tempo le avrebbe raccontato del suo terrore di dormire da solo, degli incubi notturni che lo prendevano minacciandolo di trascinarlo con loro in luoghi e tempi oscuri.

    Ora si accontentava di stare con lei.
    Marlon non sospettò mai nulla e fu una fortuna dato che la sua bocca era proprio larga e lo avrebbe raccontato al mondo intero…magari durante un’intervista!


    La notte si alzava, scalzo arrivava alla porta della stanza di Diana, piano la apriva , si avvicinava al letto, sollevava le coperte e furtivo si infilava lì, accanto a lei.

    In questo modo si sentiva finalmente a casa.


    Rammentava con molta emozione la prima volta che aveva dormito con lei.
    La mattina, consolandolo, la donna gli aveva detto che se avesse avuto bisogno durante la notte avrebbe potuto chiamarla.

    Lui aveva bisogno.

    Bisogno di vederla, bisogno di toccarla, bisogno di essere stretto da lei e magari riposare ancora sul suo seno.

    Non era un desiderio sessuale, non ancora almeno, era più un bisogno istintivo.
    Il ragazzino in qualche modo oscuro era consapevole che quel posto accanto a lei era suo, di diritto!


    Nella stanza filtrava il chiarore lunare.
    La luna piena creava una serie di chiaroscuri tra le ombre.
    Le tende bianche erano aperte e si muovevano lentamente a causa della brezza che entrava dalla finestra socchiusa. Diana adorava sentire l’aria notturna entrare nella stanza.
    Il letto era candido, le lenzuola, leggermente arrotolate, lasciavano intravedere la donna addormentata.

    Nero su bianco.
    La nuvola dei suoi capelli era sparsa sul cuscino, il viso leggermente piegato di lato, in cerca del bacio del suo amante lunare…
    Indossava una camicia bianca, ricamata. Una lunga gamba nuda sporgeva dalle coperte accentuando il contrasto di colori.
    Nero su bianco.

    Michael restò incantato ad ammirare la sua Musa.

    Il sangue era improvvisamente precipitato in quella parte di lui che fino ad allora era rimasta dormiente.

    Certo, sapeva benissimo cosa fosse un’erezione, non per nulla aveva quattro fratelli maggiori con gli ormoni alle stelle, conosceva cosa avveniva al corpo maschile, un po’ più oscuro era per lui il significato di quella reazione spontanea… il motivo per cui era stata creata…l’uso da farne…

    Si avvicinò piano alla donna trattenendo il fiato per non svegliarla, si sarebbe accontentato di restare così in piedi, immobile ad ammirarla per tutta la notte e oltre…


    Lei aprì gli occhi e nel dormiveglia gli prese una mano, lo attirò a sé e lo abbracciò, apparentemente riprese a dormire.

    Fu istintiva la reazione della donna, tra le palpebre socchiuse aveva visto il piccolo fermo accanto al suo letto, gli occhi sbarrati intenti a guardarla.
    Nulla di più naturale che prendergli la mano, tirarlo tra le coperte ed abbracciarlo.

    Così come avrebbe fatto con qualsiasi bambino bisognoso di affetto, giusto?
    Lo avrebbe fatto anche con Marlon, uno se ne avesse sentito il bisogno, due se avesse avuto un sonno tranquillo! Aveva visto i risultati disastrosi della biancheria del suo letto già dopo la prima notte di ospitalità. Giusto?

    Chiuse gli occhi e aspettò che il bambino si riaddormentasse, cosa quasi istantanea.

    Lei resto sveglia per molto tempo invece. Di rado condivideva il letto con i suoi amanti, di solito dopo il sesso se ne andavano appagati e a lei andava bene così.
    Tecnicamente si poteva dire che Michael era il “primo uomo” con cui dormisse.

    Le scappò una risatina silenziosa al pensiero che la prima persona con cui dividesse il letto fosse un piccolo undicenne!

    Lei aveva sempre considerato il tempo del sonno come una delle cose più intime esistenti.
    Quando una persona è profondamente addormentata è molto vulnerabile, riteneva lei, e fino a quel momento era sempre stata restia a condividere questo spazio.

    Con Michael era diverso, lo conosceva da meno di ventiquattro ore, se non contava il primo incontro ed i video che Berry le aveva mostrato, e già era consapevole che di lui poteva fidarsi, che a lui avrebbe affidato se stessa in caso di necessità.

    Con questi pensieri si addormentò.


     
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  7. °Alexandra°
     
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    :rolleyes: e brava Diana....:asd: :asd:
    Vai Pat :P
     
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  8. allorina
     
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    ....però non diciamo niente a Katherine...ok?

    shhhhhhhhhhhhhhhhh

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    :clap: :congra:
     
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  9. Holiday
     
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    Pat, continua continua continua!!!
    :occhi:
     
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  10. Ray of light*
     
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    Bellissimo Pat :occhi: Continua
     
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    Vai Pat, ci sono anche io :smug: .
    Continuaa. .aspetto con ansia il seguito!
    :hug:
     
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  12. cinzia 62
     
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    La faccenda si fa interessante :asd:
     
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  13. maria graziamj
     
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    Bella questa ff e tu sei bravissima Pat :clap:
    Continua... :wub:
     
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    Ale, Ally (noi sappiamo tenere i segreti), Ilaria, Ludo, Kikka (benvenuta a bordo, :wub: grazie), Cinzia Un bacione grande a tutte di ringraziamento :kiss2:




    4
    Una meravigliosa quotidianità



    La mattina si svegliava all’alba, le dava un tenero e segreto bacio sulla guancia, poi piano usciva dalle coperte ed andava in bagno per fare pipì e controllare che tutto laggiù fosse a posto.

    Era già passato qualche mese dalla sua entrata nella casa di Diana, nel letto di Diana e, sperava, nel cuore di Diana.

    Lei gli ripeteva spesso che l’aveva “conquistata fin dal primo momento che l’aveva visto” e lui, nella propria mente, si era già creato quattro o cinque scenari onirici della loro vita futura.

    I più casti li vedevano su una spiaggia deserta, al tramonto, mano nella mano…oppure davanti ad un camino mentre leggevano un libro con uno stuolo di bambini, i loro, che giocavano sul tappeto.
    C’erano poi i più arditi in cui Diana gli si avvicinava tentatrice, con la camicia ricamata bianca della “prima notte” ed il rossetto corallo, la sua bocca si avvicinava sussurrandogli parole che a lui parevano non avere un senso e…

    Ecco di solito era dopo questi sogni che qualcosa laggiù era successo, una chiara sostanza vischiosa macchiava il suo intimo.
    Imbarazzatissimo lo toglieva e cercava di sistemare il guaio sotto il getto dell’acqua.
    Poi faceva asciugare la “prova del reato” in un angolino tra il muro ed il letto della sua stanzetta in cui sperava vivamente che la cameriera non sarebbe mai arrivata in quel posto durante le pulizie.

    Sarà anche stata una cosa naturale, pensava lui colto dai rimorsi, ma non era proprio sicuro che fosse giusto avere queste reazioni con il pensiero fisso alla sua Musa.


    Come tutte le mattine, dunque, scendeva in cucina, dopo essersi doverosamente lavato le mani, Diana era stata tassativa anche in questo, e canticchiando un allegro motivetto si metteva ai fornelli.

    Lei non gli aveva affidato questo compito, ma a lui piaceva immensamente poter preparare qualcosa per lei, solo per lei…va be’ poi arrivava anche Marlon a reggere il moccolo, ma lo si poteva ignorare, giusto?

    Niente di impegnativo, un po’ di bacon che sfrigolando emanava un invitante profumino, qualche uova strapazzata, pane tostato, frutta ed il caffè americano di cui lei sentiva il bisogno. Diceva sempre che senza quello sarebbe tornata a letto…non che lui ne sarebbe stato dispiaciuto, se solo avesse potuto seguirla….

    La donna scendeva attirata dal profumo di bacon e caffè, gli schioccava un grosso bacio sulla guancia e sorridente si sedeva al tavolo.

    Fortunatamente quando lei entrava in cucina era già tutto più o meno pronto, altrimenti Michael non era certo che sarebbe riuscito a non bruciare nulla.

    Indossava una vestaglietta di raso, ne aveva una collezione di vari colori e fantasie, che le lasciava scoperta un’abbondante porzione di gambe, un paio di pantofole con un “ciuffo di peli”, come li definiva lui, completavano la mise.
    Non era truccata, probabilmente si era recata in bagno a fare quella cosa che anche le donne fanno al risveglio, ma a cui Michael non avrebbe mai osato pensare o immaginare…, si era lavata le mani ed il volto ed aveva costretto la fluente chioma in una fascia elastica.

    L’incanto del momento era puntualmente interrotto dall’arrivo del fratello attirato da rumori ed odori come una fastidiosa vespa.
    A volte Michael si chiedeva se avesse potuto iniziare ad odiarlo per la sua intromissione nel sogno ad occhi aperti che si creava.
    Scacciava quel pensiero, la madre sarebbe inorridita se lo avesse saputo, e si riprometteva di far atto di pentimento per questo. Poi però questo sentimento tornava e prepotentemente!


    Le giornate erano tutto sommato uguali: la mattina scuola, per ora frequentavano un istituto pubblico, poi prove, prove, prove, registrazioni, registrazioni, registrazioni…qua e là un diversivo, una promozione, uno show televisivo, un’esibizione pubblica. Viveva e respirava musica!

    Non che a Michael tutto ciò dispiacesse, anzi!
    Lui era nato nella musica, il palco era il suo elemento, lassù riusciva ad esprimersi liberamente!

    Ed intanto il successo era arrivato, i primi tre singoli vendevano benissimo, due erano stati primi nelle classifiche ed anche gli album avevano riscontri positivi. L’obiettivo di Berry era un premio entro la fine dell’anno, cosa che peraltro raggiunsero nel Gennaio successivo alla manifestazione del NAACP come miglior gruppo dell’anno.

    Tra tutto questo trambusto c’erano anche i suoi “giorni privati”. Quelli in cui erano liberi dagli impegni, quelli in cui Diana faceva loro assaggiare le “cose importanti della vita”.
    E lui si era scoperto assetato di queste cose.

    La donna era appassionata d’arte ed aveva deciso di trasmettere la propria passione ai ragazzi. Da Marlon ricevette solo una tiepida risposta.
    Quello che la sorprese fu la reazione di Michael.

    Vivevano insieme da qualche settimana e lei si era già accorta della vivace intelligenza e della voglia di conoscenza del ragazzo.
    Fu comunque stupita dell’entusiasmo che manifestò dopo la prima visita ad una mostra d’arte.
    Non ricordava il nome dell’autore dei quadri, ma rammentava gli occhi felici di Michael, le mille domande che le aveva fatto, il modo in cui le aveva comunicato le proprie sensazioni.

    Il giorno successivo erano usciti insieme, solo loro due, per acquistare matite, pennelli, colori, fogli, tele e quant’altro sarebbe servito per dipingere.
    Michael era molto dotato anche in questo, apprendeva le tecniche che lei gli insegnava rapidamente e ben presto superò la maestra.
    Amava appendere i dipinti ai muri della cameretta, la donna gli aveva dato il permesso o meglio lo aveva incoraggiato a farlo.

    Spesso il disegno raffigurava lei, la Musa. Nel corso degli anni divenne il suo soggetto preferito, anche se la maggior parte degli schizzi li teneva nascosti in luoghi ameni dato che ritraevano la donna in sensuali pose, copiate dalle donnine dei “playboy” che i fratelli leggevano e tenevano poi sotto il materasso a portata di mano.

    La donna aveva anche numerosi libri d’arte magnificamente illustrati ed i due si perdevano nella raffigurazione delle decorazioni della “Cappella Sistina” di Michelangelo, o nelle pitture impressioniste di Degas.

    Certo la vita in casa di Diana non era tutta idilliaca.

    Si ricordava le sfuriate della donna, rivolte soprattutto a Marlon, non che lui agisse di proposito per farla arrabbiare…faceva le stesse cose di Michael, tipo attaccare le caccole sotto le sedie, togliere lo sporco dalle dita dei piedi, tirare su il moccio dal naso, ruttare, non abbassare la tavoletta del WC….insomma tutte cose da uomini!!

    Probabilmente il fratello era meno discreto e comunque la sua aria di superiorità, del tipo “tu donna stai al tuo posto!”, faceva infuriare anche lui!
    Nessuna donna doveva essere trattata in questo modo, tantomeno la sua musa!

    L’unica volta che aveva veramente strillato con lui era stata la sera dopo il primo pomeriggio in piscina.

    Si erano divertiti tantissimo, lei si era assunta il compito di insegnar loro anche a nuotare e, mentre Marlon aveva rapidamente imparato non distratto da altri pensieri, lui faticava a seguire le parole della donna.

    Essa indossava un ridotto due pezzi rosa brillante, anche le sue labbra avevano lo stesso tono di colore, ma quel giorno erano state ignorate dagli occhi di Michael che avevano focalizzato l’attenzione su ben altri particolari, sicuri materiali di futuri sogni bagnati.

    Dopo quella fantastica giornata una cena leggera a base di insalata, formaggio e frutta e poi nanna.
    Michael pregustava già la conclusione della serata mentre lavava i piatti, un compito che si era autoimposto perché lo trovava rilassante e, come tutti i lavori manuali, permetteva alla mente di vagare.

    Le sue divagazioni furono interrotte dalla voce di Diana che raccomandava a Marlon di lavarsi bene.

    Lavarsi? E perché mai?
    Erano stati in acqua tutto il giorno, perché avrebbero dovuto tornarci?

    Ebbe la cattiva idea di esternare il pensiero alla donna che lo fulminò subito con un’occhiata.
    Forse era distratto, non si era accorto dello sguardo e aveva continuato con le proprie recriminazioni.
    La tagliente voce della donna aumentò d’intensità, rivaleggiando con gli acuti che lui produceva in certe canzoni, ed ancora più su.

    Michael pensò che il bagno fosse un’ottima idea!


    In camera Diana raccolse i capelli stremata, non si spiegava perché avesse gridato così tanto con il ragazzo, forse aveva trovato il modo per sfogare le proprie frustrazioni.
    Non era un buon periodo, aveva appena terminato un album ed ora doveva subito preparare il successivo, era stanca e la pressione tanta.

    Ora che si era un po’ calmata pensò ad un modo per farsi perdonare…
    Giusto! Avrebbe aiutato Michael a lavarsi i capelli!



    ***
    Crediti per Ally


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    La foto è piccola, ma il pensiero grande...
    quello del profumo lo metto domani

     
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  15. allorina
     
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    Ecco di solito era dopo questi sogni che qualcosa laggiù era successo, una chiara sostanza vischiosa macchiava il suo intimo.
    Imbarazzatissimo lo toglieva e cercava di sistemare il guaio sotto il getto dell’acqua.
    Poi faceva asciugare la “prova del reato” in un angolino tra il muro ed il letto della sua stanzetta in cui sperava vivamente che la cameriera non sarebbe mai arrivata in quel posto durante le pulizie.

    .....ma allora forse si potrebbe spiegare anche il perché di queste......

    14ng4rp

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    magari c 'è stata un'evoluzione per quanto riguarda il nascondiglio.... :umh:

    Mi piacciono questi crediti!!!!! :coffee:
    .....sempre a tua completa disposizione! ;)
     
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627 replies since 17/8/2011, 16:31   15108 views
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