*Il Vaso Di Pandora*

"Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria"

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  1. ‚ally
     
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    “Ho come l'impressione che tu stia scappando?”
    Non curante , sfoggiando dal suo repertorio la classica faccia da menefregista-strafottente, era appoggiato allo stipite della porta con le mani in tasca e una gamba accavallata all'altra. E proprio in quel momento , prima che lui parlasse, sentendone la presenza si era voltata. Accecata da quella nera bellezza familiare , ma dalla quale doveva tenersi alla larga, pensò che fosse l'uomo più attraente che avesse mai visto. Dannatamente irresistibile per quanto volesse apparire irriverente ai suoi occhi. In questo modo si difendeva Michael , ormai lo sapeva!Eppure sapeva anche che c'era ben altro in lui , quella dolcezza e quel romanticismo che le mancava da morire.



    ........e che mancavano da morire pure a me......BENTORNATA!!!!!! :wub:

    Prendendola per il polso la trascinò contro il suo volere dietro la colonna dell'entrata , dove nessuno poteva né vederli né sentirli. Ma non prima di averle lanciato uno sguardo eloquente con quei pozzi neri che avevano vibrato di eccitazione.
    “Non mi farai nero davanti agli altri , scordatelo!!!!“ l'aveva sussurrato , ora guardandola con desiderio.
    “Lasciami, egocentrico , spocchioso cantante. “ Non era stata convincente nel dirlo. Era stato più un suono soffocato dall'emozione. Erano passati solo 20 giorni ma sembrava che non la toccasse da un'eternità. E come al solito un brivido caldo le attraversò tutta la schiena e le sue labbra cominciarono a pulsare dal desiderio di baciarlo finchè il mondo non fosse stato risucchiato dall'Armageddon.
    Era inutile mentire a se stessa.
    “Sta zitta ..” Continuava a sussurrare come se stesse cantando una delicata nenia. Rahel si era fatta docilmente imprigionare contro quella colonna che poche ore fa i bambini avevano usato per giocare a nascondino. Le stava accarezzando i capelli e mentre ripeteva dolcemente quel gesto chiuse gli occhi e ne inspirò il profumo di plenilunio.


    E mi è mancato questo tipo di sensualità un pò "selvaggia" (vedo che la "bestia" sta tornando in forma....e mi fa TAAAAANTO piacere ;) )

    Grazie Ele, un abbraccio forte forte a te e Virgi, ragazze stupende! :smack:

     
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  2. *Blank*
     
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    BENTORNATA ANCHE A TE ALLY!!! :smack:
    Com'è andata la vacanza ??? Virgi ti manda un bacione un po bavosino però , mi sa che sta preparando i denti!!!mastica tutto quello che le passa sotto bocca ! Ahahaha ... felice di farti contenta ora sto scriverdo il cap di Fairytale ...
    La bESTIA è tornata ... :fuck:
    tvb
     
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  3. *Blank*
     
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    Ciao mie adorate patatroccole . Ora vi posto la traduzione della canzone che ho inserito a fine capitolo . Volevo postarla appena dopo ma Virgi non me l'ha permesso. Tra l'altro vi devo ancora postare le foto .. lo farò entro oggi !!!! :occhi: se non crepo prima !!!
    Tornando a noi questa è la canzone, vi sottolineo i passaggi più significativi e che si adattano perfettamente al Mike che racconto e immagino ...

    Per un momento ho 15 anni
    Fermato fra i 10 e i 20 anni
    E sto semplicemente sognando
    Contando le strade che portano a te


    Per un momento ho 22 anni
    Lei si sente meglio che mai
    E ardiamo di passione
    Percorrendo la nostra strada di ritorno da Marte

    15… c’è ancora tempo per te
    Tempo da guadagnare e tempo da perdere
    15… non c’è mai un desiderio migliore di questo
    Quando tu solo hai ottenuto 100 anni da vivere

    Per un momento ho 33 anni
    Tuttora uomo ma vedi che sono altri
    Un bambino lungo la strada
    Una famiglia in mente


    Per un momento ho 45 anni
    Il mare è alto
    E sto andando verso una crisi
    Inseguendo gli anni della mia vita

    15… c’è ancora tempo per te
    Tempo da guadagnare e tempo per perdere te stesso
    Dentro ad una stella del mattino

    15… va tutto bene con te
    15… non c’è mai un desiderio migliore di questo
    Quanto tu solo hai ottenuto 100 anni da vivere

    La metà del tempo passa
    All’improvviso
    diventi saggio
    Un altro batter d’occhio
    E i 67 sono andati
    Il sole si sta alzando
    E stiamo andando avanti

    Per un momento ho 99 anni
    Desiderando intensamente solo un altro istante
    E sto semplicemente sognando
    Contando le strade che portano a te

    15… c’è ancora tempo per te
    22… sento anche lei
    33… sei sulla tua strada
    Ogni Giorno è un nuovo Giorno

    15… c’è ancora tempo per te
    Tempo da guadagnare e tempo per scegliere
    Hey 15… non c’è mai un desiderio migliore di questo
    Quando tu solo hai ottenuto 100 anni da vivere



    Michael , il nostro Mike. Quel Mike che in questa realtà è tormentato, dolorante e perso. Vuole combattere ma i suoi angeli l'hanno abbandonato e poi , eccola ..
    Lei con i suoi fluenti capelli neri simili a nastri di seta , occhi del colore dell'oceano e profumo di pleniluneo. E allora si chiede se ci sia speranza per lui ?
    Se sia lei la sua speranza. La sua calma e controllo. Eppure la paura , come la morte, rimangono annidate in un angolino della sua anima che ogni volta rischia di essere schiacciata dalle tentazioni.
    Tentazione o ossessione. piacere liquido o Rahel?
    E' stancante combattere ogni giorno con il propio doppio, con la Bestia.
    Eppure quel tempo è arrivato e qualcuno lassù ha esaudito le sue preghiere .. ma il tempo chiede tempo , il tempo scorre e le scelte vanno fatte in fretta.
    Il tempo gli ha permesso di incontrarla , gli ha dato un'altra occasione. 39 anni ed eccolo ...in attesa di un cambiamento . Perso in quell'oceano di cui non può più fare a meno . In quel battito che gli permette di respirare.
    Desiderare un'altro istante , perchè in esso si può decidere di una vita.
    La cosa giusta, fare la cosa giusta!Per essere felici e amare mille di lei per mille vite.
    Cosa sono 100 anni in confronto ...

    Questo mie dolci amiche è il Cuore del Vaso . Spero di essere all'altezza di un finale degno di un sogno. Manca poco , veramente poco !
    Vi voglio bene e in anticipo vi dico che senza di voi sarebbe stato niente , perchè il cuore ha bisogno di battere e voi lo fate palpitare insieme a Mike.
    Dio , oggi mi sento troppo romantica :heart:
     
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  4. *Blank*
     
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    Che bello jack , allora mi capisci!!!! Cerco sempre di riutagliare del tempo per me , a volte la coinvolgo .Tipo le leggo i capitoli che scrivo , a lei piace sentire quando parlo . Prendo due piccioni con una fava !!! :smack: :heart:
     
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  5. maria graziamj
     
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    Io sono sempre qui che aspetto trepidante un nuovo capitolo....mi manca troppo questa ff :wub: :hug:
     
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  6. *Blank*
     
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    Ciao tata Mary , come direbbe la mia Virgi , lieta di sapere che mi segui ancora , anche se posto ogni 500 anni :what:
    Mi farò perdonare di sicuro :bow:
    Intanto sto scrivendo la seconda parte dell'ultimo cap di Fairy , spero entro il 2014 :oddio: ( tra qualche gg posto!)
    Volevo finire questa e poi dedicarmi solo al vaso se no mi si intrecciano le idee e sono nella cacca . Dorian potrebbe fare una piccola capatina nel'ospedale di Rahel in cerca di sacche di sangue :laught: :laught: oppure Rahel comparire improvvisamente mentre Mike e Leonor si sbaciucchiano ....
    :omg:
     
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  7. *Blank*
     
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    CAPITOLO 14



    Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così.



    Casa Isdraeli , ore 19.30 del 19 Novembre 1999
    “Vuoi una treccia o una coda di cavallo , tesoro?” la spazzola scende delicata dalla nuca alle punte, punte che si arrotolano in boccoli perfetti.
    “Non so , tu che dici mamma ?”
    “A tuo padre piacciono sciolti , amore.” la piccola Ariel aveva gli stessi capelli del padre: morbidi come seta e dorati come spighe di grano. L'unica differenza stava nel fatto che Ariel li aveva leggermente ondulati come Rahel.
    “Allora lasciali così.” Ariel adorava suo padre e nonostante la separazione consenziente non aveva mai assistito ad un litigio e loro non avevano mai portato acqua al proprio mulino denigrandosi a vicenda. L 'amore per la loro figlia era più forte di ogni altra incomprensione, quindi avevano tenuto fuori dalla questione avvocati e tribunali giungendo alla conclusione che ogni fine settimana la bambina sarebbe stata con il padre. Per quanto riguardava le feste e lo Shabbatt si riunivano tutti a casa di zio Shmu come di consuetudine. Sia Rahel che Darren volevano che la loro figlia ne risentisse il meno possibile e alla domanda come mai papà se n'era andato , le avevano spiegato con molta calma che semplicemente non si amavano più. Si volevano un gran bene , ma questo non era sufficente per vivere insieme. L'avevano anche rassicurata del fatto che non era assolutamente colpa sua e che sarebbe stata per sempre la loro bambina adorata e Ariel , fortunatamente , l'aveva presa bene. Per quanto possa essere spiacevole una notizia del genere era riuscita a farsene una ragione e avere dei fratelli, anche se adottati, l'aveva aiutata a staccarsi dalle sue vecchie abitudini creandosene altre. Quella sera era uno dei fine settimana dedicati a papà Darren , detto Papy.
    Rahel armeggiò con la spazzola ancora per qualche secondo poi l'appoggiò sul mobile accanto al grande specchio dorato della camera di Ariel. La bambina prese dal porta gioie una collanina d'argento a forma di conchiglia e se l'allacciò al collo. Proprio in quell'istante Rahel capì che non era più la bambina che con la bocca piena di pane e marmellata le si attaccava alle gambe per essere presa in braccio , né quella bambina che la sera non si addormentava se mamma non era lì con lei a raccontarle una favola; o quella bimba che era nata dalle sue membra e con quegli occhietti color del mare , proprio come i suoi, la guardava spaesata e accecata dal nuovo mondo. Si sarebbe allontanata ogni giorno di più, gli studi l'avrebbero assorbita completamente e il lavoro l'avrebbe fatta trasferire in un'altra città.
    Quando era successo? Non se n'era accorta, troppo presa dai suoi pazienti e da … Michael.
    “Hai messo tutto nel trolley?” chiese Rahel ricacciando indietro le lacrime. Si diresse verso uno dei cassetti e armeggiò coi vestiti per non farsi scoprire.
    “Si , mamma.” rispose Ariel che ora si stava spruzzando uno dei tanti profumi che le aveva regalato zio Shmu.
    “Il pigiama?”
    “Si , mamma”
    “Le pantofole? “
    “Certo , mamma!” sospirò Ariel. Un sospiro impercettibile e divertito.
    “Lo spazzolino .. il cambio nel caso dovessi sporcarti e … ah, hai dei soldi?”
    “Mamy , starò fuori solo per il fine settimana ! E con papà perdipiù! Non sto andando in missione in Afghanistan!!” e questa dove l'aveva sentita si chiese Rahel!!
    “Hai ragione cara , scusa. E che ...”
    Quando Ariel ebbe finito con il profumo si voltò verso la madre e la guardò attentamente . Con uno sguardo che Rahel non aveva mai visto prima di quel momento. Ero un misto di preoccupazione e impazienza. Scaltrezza e curiosità.
    “Vuoi che rimanga , mamma? “ si avvicinò del tutto e le prese la mano “ Sei preoccupata per qualcosa? Kate si è sentita male ?”
    Non perchè era sua figlia ma Rahel pensò che fosse la bambina più sensibile , dolce e buona del mondo. Ariel conosceva Kate, e più di una volta le aveva fatto compagnia in ospedale. E ora si preoccupava per sua madre quando sarebbe dovuto essere il contrario. Di slancio ,senza pensarci, Rahel la tirò a se, abbracciandola forte. Si sentiva in colpa. In colpa perchè Ariel sarebbe stata con il padre per tutto il fine settimana , i bambini a casa di Shmu con i cuginetti mentre lei … lei ..
    Beh , lei sarebbe stata tra le braccia dell'uomo che amava , che l'aveva sconvolta dolcemente, privata della ragione e , ora , anche del buon senso. Lasciare i propri figli sparsi qua e là solo per morire e poi rinascere dalla sue labbra. Farsi accarezzare tutta la notte finchè l'alba non li avrebbe colti di sorpresa. Finchè … il campanello di casa suonò.
    Eppure Deb le aveva consigliato di prendersi un fine settimana di vacanza lontana dalla routine e dai suoi pazienti, dicendole che il lunedì successivo sarebbe stato tutto come sempre e che non avrebbe trovato il mondo all'incontrario ne un'invasione aliena. Probabilmente era giusto , probabilmente sarebbe stato deletereo per il suo ormai instabile cuore , ma Michael non ingurgitava quello schifo da un mese , aveva iniziato la cura per il Lupus e i suoi dolori erano diminuiti fino sparire. Il suo umore era ottimo. Era irriconoscibile , pervaso da un'entusiamo fanciullesco contagioso.
    “Mamma … Mamy , credo che sia arrivato papà!” Rahel smise di stringerla , si separò piano da lei sistemandole il colletto della camicia..
    “Tesoro , non preoccuparti per me . Sto benissimo e Kate anche.” Le sorrise , le accarezzò la gota e la baciò. Ariel ricambiò il bacio ma quello che disse la spiazzò..
    “Stai tranquilla mamma . E in questi giorni rilassati , mangia e dormi. E abbraccia Michael da parte mia!” la piccola le fece l'occhiolino come se fosse una sua vecchia amica che la sapeva lunga a riguardo. La sua espressione doveva essere di certo sconcertata perchè Ariel scoppiò a ridere.
    “Ariel ..” la riprese Rahel. Voleva chiederle spiegazioni , farle delle domande ma Ariel continuò , ora seria ..” Michael mi piace , mamma. Mi piace perchè ti fa stare bene. Sei felice , ridi , canticchi perfino. E non cantavi da quando papà se ne andò. Non cantavi da quando rimanemmo sole. Mi piace perchè quando sei con lui o parli di lui diventi bellissima. Lui ti rende felice e io voglio che tu sia felice perchè te lo meriti!Perchè sei la mamma migliore del mondo! ” il campanello di casa suonò un'altra volta. Rahel le prese il viso tra le mani e una lacrima le solcò la guancia.
    “E tu sei felice piccola mia?”
    “Si . Solo se lo sei tu , mamma !”
    Quella risposta la distrusse definitivamente, aprendole il petto in due.

    **

    Il campanello suonò ancora una volta e Rahel si precipitò all'ingresso. Appena aprì si rese conto che fuori imperversava un temporale con i fiocchi , il cielo era nero come la pece e un vento gelido ululava sferzando la pioggia in violente ondate. Darren, appena coperto dalla sua giacca a vento, entrò velocemente senza neanche dire 'ciao'.
    “Mio dio , sembra che qualcuno butti secchiate d'acqua dal cielo!!” con il fiatone si scrollò la pioggia di dosso come un cagnolino di rientro dalla sua passeggiata serale. Appoggiò il tranch all'appendiabiti.
    Rahel l'osservò bagnarle il tappeto e le pareti color crema dell'ingresso ma non disse nulla , era un vizio che aveva sempre avuto. Per non parlare di quella volta che gli era venuto in mente di andare a pesca alle sei del mattino. Era tornato dopo qualche ora completamente infangato perchè l'aveva colto un temporale ed era scivolato nel lago bagnandosi completamente. Ma un pesce l'aveva pescato, l'avevano arrostito la sera stessa e poi avevano fatto l'amore. Più e più volte. Tra loro c'era sempre stata quella chimica naturale che fin dall'inizio li aveva legati inevitabilmente, oltre ad un amore che durava da anni.
    “Ciao , papy. Arrivo!” Ariel lo salutò dall'anta guardaroba dove stava indossando cappotto , guanti e sciarpa.
    Rahel incrociò le braccia al petto , stendendo un velo pesante e impolverato su quei ricordi . Forse solo così sarebbero soffocati!
    “Mi raccomando, Darren , niente Mc o messicano o robe simili. L'ultima volta è stata male per giorni.”
    Darren in risposta alzò gli occhi al cielo portandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli per liberarli dalla pioggia. Poi con il suo solito sorriso sghembo le rispose.
    “Ma adora messicano!!”
    “E' una bambina !” lo rimproverò Rahel dandogli una spintarella sulla spalla.
    “Ok , ok .. vedrò quello che posso fare. La conosci , sa essere molto convincente.” e mentre lo diceva le afferrò il polso con un movimento veloce ma delicato. Le sue labbra si piegavano in un sorriso irresistibile e una gocciolina di pioggia scivolò su di loro finendo per essere leccata dalla sua lingua. Se si era innamorata di lui c'era stato un motivo e in quel momento lo ricordò perfettamente.
    “Come te , del resto.” una strano nodo in gola le bloccò il respiro. Forse quell'inatteso contatto , forse i suoi occhi che mentre la guardavano sembravano verdi foglie autunnali o forse l'inganno dei ricordi.
    “Ma è testarda come te.” rispose lui di rimando, avvicinandosi di un passo.
    Un lungo silenzio li avvolse come un velo che oscura la vista. Darren le accarezzò impercettibilmente la mano ma nonostante ciò Rahel percepì ugualmente quel lieve movimento. Rahel la ritirò Ritirò prontamente..
    “Mamma , dov'è l'ombrello trasparente a pois?” chiese Ariel dall'altro capo della stanza
    “In camera mia, tesoro!” la sentirono salire le scale e scomparire nel corridoio.
    “Non sono testarda, porto solo avanti le mie convinzioni.” rispose Rahel facendo un passo indietro e puntando nuovamente la sua attenzione su Darren.
    “E sei ancora convinta che sia giusto frequentare quell'uomo?” ora tutta la sua spavalderia era scomparsa lasciando spazio alla severità sul suo volto. Una piccola ruga si formò tra le sue sopracciglia. La conosceva bene Rahel: era arrabbiato.
    “ Quell'uomo ha un nome. Michael, Darren. Si chiama Michael. E non credo sia un' argomento di cui parlare ora.” Indicò con lo sguardo il piano superiore , dove poco prima Ariel era salita. Si appoggiò al muro, esausta. Sapeva dove avrebbe portato quella conversazione e doveva avere qualcosa di solido alle spalle che la reggesse.
    “Non mi interessa chi sia! Non è sano per te , Ray.Ti farà star male! Ed è giusto che te lo faccia notare, tu sei troppo coinvolta per accorgertene. E mi meraviglio di Shmu .. incentivare questa cosa è da pazzi!” l'enfasi che usò in quelle parole la innervosì a tal punto che si sporse verso di lui alzando la voce.
    “Perchè, tu non l'hai fatto?Non mi hai fatta soffrire? Mi hai distrutta. E lascia Shmu fuori da questa storia , sono in grado di decidere da sola della mia vita.” Darren si avvicinò di getto premendole un dito sulle labbra e spostando lo sguardo al piano superiore. Non voleva che Ariel li sentisse litigare. Non era mai successo , tanto meno sarebbe stata quella la prima volta.
    “E' stato diverso.” mormorò lieve, guardandola con rammarico e rimorso. Una ciocca di capelli gli cadde delicata sul viso. Bagnati sembravano fili di bronzo lucenti.
    Rahel sospirò , si calmò e con tono basso , intuendo l'intenzione di Darren , continuò “Non è vero. Mi hai lasciata. Mi hai sposata e poi lasciata. Ricordi? E ora che sono nuovamente felice con qualcuno , che il mio cuore è tornato a battere , ora che amo e sono riamata pretendi che io abbandoni tutto per soddisfare il tuo ego?”
    “Non si tratta più del mio ego , Rahel.” ora le dita di lui scesero lente sulle sue spalle , accarezzarono l'avambraccio , finendo poi per stringerle la mano “ Non conosco quell'uomo , non so cosa ti abbia fatto innamorare di lui ma .. ma come medico vedo un malato. Un drogato. Non cercare di combattere una causa che non potrai mai vincere , Ray.” Ray. Sulle sua labbra suonò come una supplica. “ Credi che le tue cure possano funzionare ma in realtà tra qualche mese si ripeterà la stessa storia. Riuscirà a procurarsi quello schifo e ritornerà ad esserne dipendente. Ha bisogno di un'altro genere di aiuto. Magari uno spicoterapeuta ..potrei chiedere a ...”
    ”Perchè devi essere sempre così stronzo..Dio!! ” strattonò il braccio per liberarsi dalla sua presa e si diresse in salotto. Darren la seguì.
    “Non fare la bambina , sai anche tu che ho ragione!” l'imperativo nella sua voce non ammetteva replice. La sicurezza dei suoi gesti e della sua espressione sottolineava il fatto che Michael non sarebbe stato mai alla sua altezza.
    Gli occhi di Rahel si ridussero a due fessure , un mare in burrasca pronto a inondarlo.
    “E se anche fosse? Sono un Dottore , ci penserò io a lui. Non ha bisogno di un terapeuta. E poi la cura per il Lupus sta già facendo effetto. Io .. io mi fido di lui.” e mentre lo diceva la sua voce si affievolì perchè il nodo che aveva in gola le stava bloccando il respiro. Ogni volta che pensava alla malattia di Michael le si chiudeva lo stomaco , sensazione in netto contrasto con la rabbia che provava in quel momento per Darren.
    “Non metto in dubbio le tue doti , Rahel. Sei un medico eccezionale, ma hai già così tanti pensieri : una vita intensa e dei figli di cui prenderti cura. Lui può solo complicarti le cose . Ascoltami , ti prego ..” la raggiunse , bloccandole il passaggio. Lei cercò di aggirarlo ma lui l'afferrò per i fianchi. Erano calde le sue mani, come le ricordava.
    “Il mio è stato un errore. Lasciarti è stato l'errore più grande della mia vita.” sussurrò . I suoi occhi brillarono come smeraldi incandescenti.Il suo profumo la inondò e quelle parole la confusero. Se n'era andato perchè si sentiva trascurato : Rahel era sempre in ospedale , viaggiava per conto dell'Uniceff e lui .. beh , lui riusciva a vederla solo tra i corridoi di quel maledetto ospedale. La sera quando rientravano a casa lei si chiudeva nel suo studio per studiare i cuori malati dei suoi piccoli pazienti. Dedita al proprio lavoro e al proprio giuramento ne aveva dimenticato un'altro altrettanto importante : quello che due innamorati pronunciano difronte a Dio. Eppure Rahel lo amava , ma fare il medico l'appassionava. Era una missione per lei. C'era stato un tempo in cui il suo primo pensiero al risveglio e l'ultimo con la buonanotte era Nathan poi .. poi tutto era divenuto frenetico e ingestibile. Anche se non era stato un motivo valido per essere lasciata. No , non lo era. In quel momento si accorse di odiarlo ancora.
    “Non stiamo parlando di una diagnosi sbagliata. Tu mi hai lasciata sola a crescere una bambina. Dopo avermi giurato davanti a Dio di starmi accanto nella gioia e nel dolore , nella salute e nella malattia ,tu mi hai abbandonata! Sei fuggito solo perchè ti sentivi trascurato!” lo soffocò tra le lacrime che scesero come due lame taglienti dagli occhi.
    “E dov'è finito il perdono, la redenzione , il pentimento. Ho pagato il mio sbaglio ogni giorno di questa vita con il rimorso e il dolore fisico di non averti accanto . Di aver deluso mia figlia e la donna che più amavo al mondo.” una mano salì ad accarezzarle la guancia mentre l'altra rimase appoggiata sul suo fianco.Adagio , per paura di essere rifiutato , le baciò la fronte.
    “Non mi amavi poi così tanto evidentemente..” sospirò. Poteva l'odio essere dolce quanto l'amore? Si staccò da lui. Pensò a Michael, a quell'amore che l'aveva guarita dalle ferite inflittale dall'uomo di fronte a lei. Non l'avrebbe tradito.” Non metto in dubbio i tuoi sentimenti per Ariel , nonostante tutto sei stato e continui a essere un buon padre, ma tutto questo dolore è stato colpa tua.”
    Si asciugò le lacrime ormai secche , trasse un lungo respiro per tornare a ragionare e poi gli diede le spalle avviandosi verso il divano.
    “Perdonami Rahel , permettimi di rimediare” Non sentiva quel tono sofferente dal giorno in cui le disse di volerla lasciare. Non metteva in dubbio che per Nathan fosse stata una scelta difficile ma questo non giustificava la sua codardia. Gliene avrebbe dovuto parlare , cercando di trovare insieme una soluzione per recuperare il loro rapporto. Avrebbe dovuto comprendere , ascoltare. Non avrebbe dovuto decidere per tutti e tre.
    “Perchè dovrei farlo?” con fervore, prese il suo maglione bianco dal divano e lo indossò sopra la camicetta beige.
    “Per Ariel.” nella voce di Darren percepì decisione e convinzione.
    Rahel si girò di scatto . Questo non doveva farlo. No!
    “Oh mio Dio, stai usando tua figlia come scusa ..E' ..è oltremodo scorretto!” quelle parole uscirono furiose e incredule.
    “Non è una scusa. Mia figlia non sarà mai una scusa. E' la verità! ” Darren diede più enfasi alle proprie parole gesticolando nervosamente.
    “Non basta. Non basta più.” disse Rahel ravvivandosi i capelli perchè ormai la pazienza la stava abbandonando del tutto.
    “Cosa vuoi che ti dica?” la fulminò con uno sguardo tagliente e provocante. Quando si era avvicinato nuovamente così tanto? Per la rabbia , lei, non se ne accorse.
    “Niente. Non voglio ascoltare più niente!” le mani e la testa di Rahel si mossero in un gesto di diniego. Di esausta confusione .
    “Ariel , sei pronta?” strillò per farsi sentire da lei al piano superiore e mettere fine a quella disastrosa conversazione.Lo superò per tornare all'ingresso.
    “E se ti dicessi che ti amo ancora.” lui l'afferrò per il braccio ,una stretta forte e decisa, e le parole che pronunciò la trafissero al cuore come una lancia incandescente. Secche , mirate , così semplici nella loro complessità. La immobilizzarono all'istante come liane che intrappolano le caviglie e non ti fanno più muovere di un solo passo. Se avesse pronunciato quelle due semplici parole solo qualche mese prima di conoscere Michael avrebbe ceduto, ne era certa. Gli avrebbe creduto e lo avrebbe perdonato. Ma ora c'era Michael, era stato lui a catturare per primo il suo cuore. Si vide preda : impaurita e pronta a trovare un rifugio per non essere divorata.
    “Basta!” mormorò sconvolta.
    “ Ancora come allora.” eppure Darren continuò. Si era avvicinato , silenzioso come un'ombra, lo sentiva respirare dietro di se. Un respiro agitato e ansioso. Il petto di lui appena a sfiorarle le scapole.
    “Basta , Darren . Lasciami..” voleva opporsi con vigore ma la voce uscì più flebile di prima. Evidentemente si era chinato, perchè sentì il suo respiro fresco sulla gota. Profumava di pioggia e acqua di colonia. Per baciarla doveva sempre chianarsi quel poco ,perchè era più alto di lei , oppure divaricare le gambe per guardarla negli occhi.
    “..Se ti dicessu che ti amavo anche quando me ne sono andato. Che ti rivoglio nella mia vita , tra le mie braccia , nel mio cuore. “ la strinse a se senza preavviso e senza preavviso Rahel ebbe un tuffo al cuore , un dejavù straziante. “.. sulle mie labbra..” concluse piano, con voce arrochita. Voce piena di represso desiderio.
    “Ti prego smettila. Fermati..” mormorò Rahel
    “Eccomi mamma , l'ho trovato!” rispose Ariel muovendo passi veloci al piano di sopra. Sentirono cadere qualcosa , la loro figlia spazientirsi e poi una porta sbattere. Ariel aveva fretta , fretta di uscire con il suo Papy!
    “Perchè dovrei fermarmi.Vi rivoglio. Hai paura che il tuo cuore non mi abbia mai dimenticato ?” e così dicendo Darren le scostò i capelli di lato , accarezzandole la nuca.
    “Non siamo dei giocattoli che puoi prendere e lasciare a tuo piacimento. Siamo persone, Darren.”
    “Un tempo ti piaceva chiamarmi Nathan, Ray..” quelle parole le volarono profumate all'orecchio e un 'istante dopo quelle labbra la baciarono pigre nell'incavo del collo.
    “Un tempo ...” rispose Rahel confusa.
    “Sono qui , non ti farò più del male. Starò al tuo fianco per sempre. Sempre , amore mio.” soffiò lui su quel bacio che stava diventando due , tre .. quattro. La fece roteare come un corpo inerme tra le proprie braccia , cullandola sul petto. La gola le si era seccata , nella testa e nel cuore aveva cotone e miele. La razionalità si sparpagliò in piccoli e colorati coriandoli.
    “Ci ho messo anni per dimenticarti . E' stata una lotta lunga ed estenuante. Ho dovuto farmene una ragione e ora tu .. tu mi dici che mi ami come se nulla fosse? Sei pazzo..”
    “Sono pazzo di te . Di te , Ray” sollevandola dolcemente cercò di baciarla ma Rahel si oppose spostando la testa da un lato e facendo pressione con i palmi sul petto di lui.
    “No” disse. Un 'unica e semplice parola che fermò Darren lasciandolo a crogiolarsi dolorosamente in quel rifiuto.
    “Eccomi, ho fatto!” i passi della piccola Ariel si susseguirono veloci giù per le scale mentre qualcuno bussò alla porta. Ariel arrivò correndo ,nello stesso istante in cui Rahel si allontanava sconvolta da Darren che a sua volta mise le mani nelle tasche dei jeans per camuffare il loro tremore. Poi il campanello risuonò.
    “Non hai intenzione di aprire mamma ?” chiese perplessa la bambina con la sua valigia in mano e un leggero fiatone. Ancora il campanello, una pausa , poi un bussare concitato. Finchè non divenne insistente e Rahel, ripresa scoscienza di sé, aprì e si rtrovò faccia a faccia con un mazzo enorme di rose bianche. Un viso pallido e sorridente fece capolino da dietro.
    Michael.
    Non fece in tempo a razionalizzare o a dire qualcosa che la travolse come un tornado in un passionale abbraccio , lasciando cadere le rose all'ingresso e spingendola all'interno.Chiuse la porta con un piede e sollevandola da terra , con una giravolta che le procurò un vuoto allo stomaco e un gridolino sorpreso, si affrettò a condurla con la schiena contro la parete. L'appoggiò a terra per baciarla con un'intensità tale da togliere il fiato e perdere le parole nel dolce baratro delle sue labbra . Cadde , precipitò finchè una voce alle loro spalle si schiarì innervosita. Eppure Michael sembrò non sentirla. Sembrava euforico , su di giri.
    Sulle labbra di Rahel soffocò queste parole “Non potevo aspettare domani. Dovevo vederti subito , amore mio”
    A quel punto cominciò a baciarle la guancia , scese al mento e tornò alle labbra ma quando vide Rahel congelata in un imbarazzante silenzio , si fermò.
    “Qualcosa non va , Rahel?” la guardò attentamente, finchè con lo sguardo lei non rispose. Lo posò fugacemente alle sue spalle. Le labbra di Michael erano gonfie , rosse , terse per i baci appena dati , appena socchiuse per poter riprendere fiato. Quando capì, le chiuse con un movimento secco e si trasformarono in una linea netta.
    “Ciao Michael!” fù Ariel a rompere il silenzio, e dalla sua voce Michael dedusse che fosse divertita.
    Si voltò. E come un pugno in faccia che ti coglie impreparato , fù meravigliato di vedere anche il Dottor. Jefferson. Darren. O meglio … Nathan.
    Che stupido era stato: doveva immaginare che ci fosse Ariel a casa . Come aveva potuto far assistere a quella scena una bambina. Non che avesse fatto niente di male , avevano ancora tutti i vestiti addosso , ma come al solito al cospetto di quella donna perdeva il lume della ragione e il corpo diventava preda di una voglia incontrollabile . Per di più non era suo padre , e per quanto andassero daccordo, era certo che la piccola dovesse ancora abituarsi a quella situazione . Stupido! Si ricompose, si portò una ciocca di capelli sfuggiata alla coda dietro l'orecchio. Si bagnò le labbra secche per l'imbarazzo e cordialmente cercò di recuperare.
    “Ciao , piccola Ariel” si avvicinò e l'abbracciò. Ariel contraccambiò . Non sembrava essere infastidita o altro.
    “Salve ,Dottor Jefferson. ” Micheal gli porse la mano. La sua voce scese di un tono , cupa , baritonale. Non la voce che conosceva Rahel, della sua massima dolcezza.
    Darren gli strinse la mano e per quel breve istante Rahel ebbe paura che potesse rigirarla e romperla. Il suo ex marito praticava il Karatè dall'età di 12 anni.
    “Salve, Signor Jackson” la voce di Darren era priva di cordialità. Un'asettica e monotonale frase di circostanza.
    Le parole di Rahel tagliarono in due quell'atmosfera pesante come piombo “ Bene , tesoro mio .. hai preso tutto?”
    “Certo , mamy. Ci vediamo domenica sera.” l'abbracciò un'ultima volta e poi si rivolse al padre.
    “Papà, possiamo andare!”
    Michael e Darren si ignorarono reciprocamente e prima che Rahel si chiudesse la porta alle spale Darren la pungolò con un'ultima provocazione ..
    “Pensa a ciò che ti ho detto. Sei ancora in tempo.”
    Lei chiuse la porta alle loro spalle , vi appoggiò esausta la testa e riempì i polmoni d' aria. Li sentiva atrofizzati , secchi come quelli che tenevano sotto alcool in laboratorio. Una spasmodica voglia di fumare la investì.
    “Sei ancora in tempo per cosa?” chiese sospettoso Mike , ancora immobile dietro di lei.
    Purtroppo la serata era solo all'inizio!

    **

    “Non ci posso credere !E' pazzesco!” Michael se ne stava in piedi a fissare il vaso verde nel lavandino riempirsi d'acqua. Me lo passò senza degnarmi di attenzione e continuando a sbraitare tra se. Qualche goccia cadde a terra. Appoggiai il vaso con le rose al centro del tavolo. Erano bellissime: quelle rosse spiccavano vive come vene pulsanti , sovrastate dall'unica bianca . Candida come neve.
    “Michael , calmati. Darren è .. e'..” in quel momento non mi venivano le parole. Ne avrei avute migliaia , ne avevo avute a stramilioni eppure in quel momento solo di lui mi importava.Avevo chiuso il Dott. Jefferson , come lo chiamava gentilmente Mike , nel dimenticatoio. Chiuso a chiave , imbavagliato e bendato in modo tale che non potesse rievocare in me la discussione affrontata qualche ora prima. Mi era costato coraggio e una certa noncuranza raccontare ciò che era accaduto a Michael, sapevo che si sarebbe innervosito. Ne ero certa. Ovviamente, avevo volontariamente omesso la sua intenzione di baciarmi. Volevo che la serata , o meglio il 'nostro' fine settimana fosse meraviglioso. Privo di preoccupazioni e di ogni sorta di distrazione. Ahimè , stavo fallendo miseramente!!..
    “E'uno stronzo , un codardo imbroglione. Usare Ariel come merce di scambio. Usare sua figlia per farsi perdonare e riaverti. Non trovo le parole giuste che rendano l'idea. ” Si asciugò le mani e rigirò distrattamente i carciofi nella padella. Si muoveva velocemente , apparentemente impegnato a cucinare ma non realmente concentrato. Un pomodorino gli cadde a terra ma sembrò non accorgersene. Tagliò a piccole fette i rimanenti con l'abilità di un cuoco professionista-dovevo chiedergli dove aveva imparato-e li gettò nella padella insieme ai carciofi già soffritti.Mi passò accanto continuando a bisbigliare parole poco carine nei confronti di Darren. Aprì l'anta dei piatti , uno gli scivolò dalle mani e io lo riacchiappai per miracolo.
    “Scusa ..” mi disse distrattamente , sempre ignorandomi.
    “Non preoccuparti.” mi appoggiai all'isola al centro della stanza , proprio dietro di lui. Avevo la gola secca ,la bocca impastata e il cuore andava troppo veloce. Ero agitata. Lo ero perchè , semplicemente , lo era lui. Volevo fumare!!!Presi il bicchiere alla mia destra e feci un sorso di vino bianco.Quello di Mike era ancora pieno accanto ai fornelli.
    “Michael..” ripetei per avere la sua attenzione ,ma niente. Non voleva saperne di guardarmi. Che fosse arrabbiato anche con me ? Non l'avevo mai visto così nervoso: l'avevo visto emozionato , triste , malinconico , euforico e strafatto di pasticche ma mai così incazzato. Certo , più di una volta avevamo litigato, ma guardarlo brandire quel coltellaccio da cucina lo rendeva inquietante più che mai. Se avesse avuto Darren tra le mani l'avrebbe affettato. Divise la carne a metà con un unico , deciso e rumoroso affondo di coltello. Da brivido! E nello stesso istante in cui la lama lacerò quel pezzo di carne , pronunciò queste parole.
    “Ora – tu – sei – mia. “ qualche goccia di sangue schizzò a terra.
    ” Mia. Mia. Non ti baratterò. Non ti darei in cambio neanche per tutto l'oro del mondo!”
    Caricò di pathos estremo quel 'mia' , ignorandomi anche stavolta. Sembrava più un monologo interiore che un sano dialogo. Le sue spalle si muovevano su e giù e la camicia scura conferiva loro maestosità.
    “Certo, ne sei già strapieno d'oro!” cercai di sdrammatizzare ma me ne pentii all'istante.
    Si voltò lentamente verso di me, guardandomi da sotto le lunghe ciglia color visone. Aveva sciolto i capelli perchè la pioggia li aveva bagnati completamente rendendoli perfetti boccoli. Non aveva voluto ascugarli , li aveva solo tamponati con un asciugamano. Si avvicinò piano , il coltello ancora in mano.
    “Non è divertente! Non voglio più che venga qui a reclamare ciò che non è più suo. Ciò che ha deciso di abbandonare.” e mentre lo diceva gesticolava, noncurante dell'arma che aveva in mano. La lama era diventata opaca e rosata , un pezzetto di carne si staccò e cadde a terra.
    ” Sei già stata magnanima a concedergli di tenere Ariel il fine settimana!Io non lo avrei fatto..” soppesò le sue parole per un attimo poi con espressione decisa e un velo di ironia concluse.
    “ A pensarci bene non lo fatto! Ho la piena custodia dei miei figli.” si fermò di fronte a me , sospirò. Abbassò il braccio.
    Lo guardai attentamente , valutando le sue parole.Non sarei mai stata capace di fare a Darren quello che lui fece a Deborah.Non avevamo affrontato mai quell'argomento.
    “E' pur sempre suo padre. Nonostante tutto ha bisogno di lui.” poi guardai scettica il coltello. Parlarne a mani nude sarebbe stato certamente più indicato.
    “Sei una donna eccezionale, Rahel. Mi meraviglio che ancora non ti siano spuntate le ali! Rimane il fatto che non può permettersi di confonderti , ne di giudicarti. Deve accettare le tue scelte. “ disse Michael , dolcemente. Si fece vicino ulteriormente.
    “Preferirei che ..” e indicai il coltello.
    “Oh santo cielo , scusa! Non mi ero accorto di averlo ancora in mano.” lo posò cautamente sul bancone , accanto al bicchiere di vino.
    “ Vede , Dottoressa Isdraeli, lei mi distrae.” mi disse sottovoce. Si fece ancora più vicino. Quel tanto da permettere ai nostri corpi di sfiorararsi.
    “Va meglio cosi?” continuò a sussurrare , mostrandomi le mani vuote. Sorrise mesto.
    “Si” risposi piano per i brividi che il suo respiro provocava alla mia pelle. Mi sfiorò la guancia con le labbra. Erano calde , morbide e lui profumava di vaniglia , miele e .. soffritto.
    “E qual'è la mia scelta , Michael?” chiesi faticosamente. Il suo bacino si accostò spudorato al mio , provocandomi una dolce contrazione tra le cosce.
    “Sono io la tua scelta. Come tu sei la mia.” con il dorso della mano mi accarezzò la mascella , sfiorandomi velocemente il collo. Il suo sguardo si incollò , profondo, al mio. Mi sembrarono scurirsi come un cielo in tempesta man mano che continuava a fissarmi. Mi cinse i fianchi con le braccia attirandomi gelosamente a se. E quelle gemme scure brillarono di voglia mentre le sue labbra pronunciavano poeticamente la sua poesia preferita..
    “ Divergevano due strade in un bosco e io .. io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta. Scelte : è sempre una questione di scelte. E le scelte sono nostre , ce ne dobbiamo assumere la responsabilità e portarle avanti con convinzione. Ma soprattutto , non dobbiamo pentircene”, tacque un attimo , sorrise poi continuò “ Sei pentita della tua scelta , Rahel?”
    Lasciò la presa sul mio fianco per prendere il bicchiere di vino dal bancone. Fece un sorso bagnandosi le labbra, tutto questo continuando a guardarmi con quegli occhi irresistibili. Ebbi il profondo bisogno di essere toccata , accarezzata. Volevo che mi convincesse, per l'ennesima volta, che ero sua. Solo sua. E che Darren non costituiva alcun pericolo. Che non sarebbe mai riuscito a separarci.
    ”No. Sceglierei te, sempre. “ risposi. Mi sporsi per baciarlo ma lui indietreggiò quel poco da evitarmi. Mi corrucciai. Lui sorrise mistico , enigmatico.
    “Accarezzami.. “ mormorai, cercando di baciarlo ancora. Non era una domanda . Risultava più come un bisogno impellente.
    Mi mostrò le mani, e dove prima mi stavano accarezzando provai un fastidioso freddo.Non capivo cosa volesse dirmi. Cercai di afferrarle ma lui le congiunse dietro la schiena nel suo gesto abituale.
    “Sono sporche e poi .. devo cucinare!” rise piano . Mi stava forse prendendo in giro?
    “Usa le labbra..” ora lo attirai io a me . In realtà mi stava provocando volutamente!
    Dopo un'istante di esitazione , mi baciò. Lieve, piano. Labbra su labbra , senza invadere il loro candore con la sua lingua. Mugulai come un animale ferito. Volevo di più. Premetti le mie con più ardore e gli accarezzai il fondoschiena. Il suo perfetto fondoshiena. Risalii verso i fianchi , e gli sfilai la camicia dai pantaloni. Misi una mano sotto la t-shirt bianca e sentii i suoi addominali contrarsi sotto al mio tocco gentile. Lo volevo disperatamente. Continuai a baciarlo . Succhiai il suo labbro inferiore e gemette per il piacere che provò sentendo i miei seni contro il suo petto. Poi , inaspettatamente ,mi prese per i polsi , fermando il mio incedere verso la cintura dei pantaloni. Il suo respiro era in affanno ma trovò il modo di fermarsi. Mi guardò amorevolmente , con ancora gli occhi offuscati da un languido piacere.
    Dovetti far fede a tutto il mio autocontrollo per calmarmi. Eppure non volevo..
    “Che c'è? Non ti va ? Io .. “
    “Shhh.. Certo che ti voglio. Lo sai quanto ti sono dipendente..” mi baciò la punta del naso, sorridendo. Quel suo sorriso contornato da fossette.
    “Ma?.. “chiesi curiosa.
    “Rahel , Rahel .. Abbiamo due interi giorni, tutti per noi. Credi che sprechi le mie carte così rapidamente? Avere fretta non mi è mai piaciuto ma l'attesa.. Adoro l'attesa! Mi eccita enormemente.” sospirò soddisfatto.
    “Vorrei che fosse così anche per me ..” risposi insoddisfatta, “Quindi ..” chiesi
    “Quindi , ora ,si cenerà con calma . Mangeremo , parleremo , rideremo.. Ci godremo ogni attimo.“
    “Mi fai impazzire , Michael!” dissi esasperata
    “E' quello che voglio . Amo quando perdi il controllo ..” sorrise e mi baciò per l'ultima volta per poi tornare alla sua carne.

    **
    Con la cena avevo superato me stesso. Eravamo sazi e soddisfatti. Non mangiavo così tanto da tempo, precisamente da prima di iniziare la cura per il Lupus che Rahel mi aveva prescritto. Ogni volta che lo dicevo incrociavo le dita per scongiurare la sfortuna ma … ma la cura stava facendo effetto. Quasi un mese e i miei dolori erano pian piano diminuiti per poi sparire completamente. Riuscivo perfino ad allenarmi una volta al giorno come un tempo , a dormire più del previsto e anche il mio umore era migliorato. Non avevo più paura. Vedevo i miei demoni morti e sepolti nel baratro della disperazione che più di una volta mi aveva risucchiato costringendomi al buio e alla solitudine. Inoltre, era tornata la tanto attesa ispirazione. E sapevo di chi fosse il merito.
    Rahel: il mio miracolo personale!
    “Hai portato le tue medicine , Mike ?” chiese voltandosi verso di me mentre sorseggiava una tisana al finocchio, seduta sul tappeto sotto il grande divano bianco sul quale ero sdraiato io.
    La guardai sorridendo “Certo , Dottoressa! Non dimentico mai di prenderle!”
    Rise piano , si sporse leggermente e mi baciò , tornando poi a sorseggiare la sua tisana. Avevamo acceso il fuoco , fuori imperversava ancora un temporale con i fiocchi. Le cime degli alberi del suo giardino frustavano l'aria in strazianti ululati e la pioggia rendeva impossibile vedere al di fuori delle finestre. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul crepitio della legna consumata dal fuoco, sul profumo di quel calore piacevolmente mischiato a quello della mia Rahel. Pleniluneo.
    Sospirai e me ne riempii i polmoni. Non l'avrei mai dimenticato. Mai.
    Un senso di estrema felicità mi pervase.. o meglio beatitudine. Non mi serviva nient'altro . Ora, avevo tutto ciò che mi era mancato per anni e ringraziai Dio di avermelo concesso nuovamente. Lunedi sera avrei incontrato Shmu, doveva redimere i miei peccati e io dovevo chiedere scusa ai suoi fratelli e alla sua chiesa per essermi comportato immeritevolmente. Si , sarei cambiato per sempre.
    “Michael , stai bene?” mi chiese Rahel preoccupata. La sentii agitarsi sotto di me . Aprii gli occhi e la trovai in ginocchio al mio capezzale. Mi portai un braccio dietro la nuca e con l'altra mano le accarezzai una gota.
    “Si , amore mio. Sto meravigliosamente.”
    “Sei silensioso , stasera.” prese la mia mano tra le sue e la tenne stretta appoggiandola al mio petto. Ormai , la conoscevo talmente bene da intuire la sua preoccupazione.
    “Sono silenzioso perchè sono in pace con me stesso ,finalmente. Ho tutto ciò che mi serve in questa stanza , qui di fronte a me. Quindi smetti di preoccuparti ,perchè non ti sto nascondendo niente. Non lo farò più. D'ora in poi ti dirò sempre la verità. Non ti mentirò , Rahel. Mai più.”
    Un radioso sorriso le illuminò il viso e questa volta mi baciò sulle labbra. Esitò quel poco da farmi sentire il suo sapore. Il cuore prese a martellarmi contro il petto come quello di un ragazzino alla prima cotta e .. e la storia delle farfalle nello stomaco … Beh , la storia delle farfalle nello stomaco è vera. Ogni volta che semplicemente la guardavo iniziavano a svolazzarmi dappertutto provocandomi un piacevole solletico. L'amavo da morire! Magari l'avrei scritto nella prossima canzone... la storia delle farfalle!
    Mi sorrise lusingata intuendo le mie emozioni. Mi portai il suo palmo al petto per farle percepire il mio pazzo cuore. Tacque , guardandomi amorevolmente. Delle volte il silenzio diceva più di mille parole.
    “A che punto sono le tue canzoni, Michael Jackson?” chiese scherzosamente.
    “ The Lost Children l'ho terminata. Sto studiando un'alternativa per i cori . Vorrei registrarla tra qualche giorno , sai! Ho pensato ad un coro di bambini in sottofondo e volevo chiedere alla nostra piccola Kate se volesse partecipare!”
    “Ne sarebbe entusiasta!”
    “Gia! La chiamerò lunedi. Non vedo l'ora che torni a trovarmi.”
    “Ti vuole bene , Mike, l'hai salvata.”
    “Non potevo fare altrimenti , ha conquistato il mio cuore con quei suoi occhioni speranzosi!”
    “Pensavo che fossero i miei ad averti conquistato..” disse maliziosamente , lasciando la mia mano e alzandosi in piedi .
    “Visto che mi sono sbagliata andrò a consolarmi con un'altro po' di tisana !” si voltò e mi provocò con un voluto ancheggiamento dei fianchi. Fulmineo , l'afferrai in vita attirandola su di me e in un attimo ci ritrovammo avvinghiati sul divano. Lei sopra . Rise divertita mentre le solleticavo i fianchi , sotto la leggera camicetta. Appoggiò le mani contro il divano per guardarmi negli occhi, il suo petto si alza e abbassava affannosamente per il fiatone.
    In un sussurro mi chiese .. “E quando dedicherai una delle tue canzoni a me ?”
    “L'ho già fatto. ”risposi misterioso. Era stata una delle prime canzoni che avevo scritto appena la conobbi. Rahel , come una folata di vento calda e rassicurante , era riuscita a riportare aria , luce e ispirazione nella mia vita. Finalmente respiravo.
    “Accennami una strofa.” mi chiese curiosa baciandomi. Forse credeva che corrompendomi avrei ceduto. Ne fui tentato, ma ignorai i brividi languidi nel mio corpo.
    “Posso dirti come si intitola, se vuoi. Il titolo è il cuore della canzone.”
    Attese. Le sue labbra ancora sulle mie. Poi annuì.
    “Speechless..” lo mormorai come un segreto. “Perchè il solo guardarti mi lascia senza parole..Tutto di te mi lascia senza fiato, amore mio” e nel dirlo ero rimasto veramente senza fiato. Ormai, mi sentivo come un recluso prigioniero delle sue catene.
    Le sue gote si accesero di un irresistibile rosa e io persi il controllo. Le mie mani affondarono nei suoi morbidi e lucenti capelli neri e in un' istante l'attirai a me per baciarla come avevo desiderato per tutta la sera. Avevo atteso abbastanza. Dalle sue labbra uscì un verso di approvazione : basso , rauco , sensuale. E questo mi fece letteralmente impazzire. Mi divincolai sotto il suo corpo, la presi per i fianchi e la condussi sotto di me. Mi accolse tra le sue gambe e finalmente la sentii. Ne percepii ogni morbidezza , ogni carnosità e proprio allora il mio cuore scoppiò. Il velo del desidero era sceso sui suoi occhi: di un blu cobalto tormentato e irresistibile.Aprì bocca per dire qualcosa ma glielo impedìì baciandola come un pazzo che cerca di ritrovare la ragione. La baciai , la baciai , la baciai.. finchè non sentii il sapore del sangue sulle mie labbra. Perso in tutta quella passione l'avevo morsa ma sembrò non accorgersene e continuò anche lei a baciarmi e a toccarmi. Il fuoco si era ridotto ad una fievole scintilla ma lo vedevo ancora riflettersi sulla sua morbida pelle diafana. Una donna divisa tra notte e tramonto. Un angelo del paradiso e una tentazione peccaminosa. Oltre quel lieve scoppiettio, solo i nostri affanni erano udibili. Un mormorio che mi stava conducendo all'oblio. Le strappai la camicia dal petto , Rahel sfilò velocemente la mia come se lasciare le mie labbra la facesse soffocare. Mi sfilò la cintura e un attimo dopo i nostri vestiti erano a terra accanto al divano. Esplorai con le labbra il suo intero volto, anche se ormai era un sentiero che potevo percorrere a occhi chiusi, e mentre con le dita accarezzavo la pelle calda sotto l'elastico delle sue mutandine la sentii gingermi avidamente il bacino con le gambe.
    Tutto ciò che seguì fù … il paradiso. Il dolce luogo dove potevo sentirmi cullato e al sicuro. Sentirla mia , sentirla morbidamente e perfettamente intorno a me era inebriante e al tempo stesso tremedamente doloroso. Sentirla così mia e avere paura di perderla all'improvviso. Sentirla amarmi con anima , cuore e corpo e essere terrorrizzato di deluderla. Sentirla ansimare il mio nome come se volesse annullarsi in me e aver paura di non riuscire a prendermi cura di lei perchè riuscivo a malapena a prendermi cura di me stesso. Sentirla da far male perchè non era abbastanza da legarla a me per sempre . Di più , volevo di più. Mi resi conto che tutto questo non mi bastava.
    “Facciamo un bambino , Rahel...” dissi mormorando , cercando di mantenere il controllo. Ero sul punto di cedere. Rallentai le mie spinte fino a farle diventare carezzevoli movimenti.
    Si contrasse sotto di me, cercando di prendere il mio stesso ritmo e pian pian piano il suo affanno rallentò ma il languore nei suoi occhi aumentò.
    “Voglio un figlio . Un figlio da te. Nostro figlio ..” continuai come se fosse una nenia ipnotica
    “Io ..“ sapevo che era rimasta senza parole per quella domanda. Non ne avevamo mai discusso e forse farlo ora avrebbe cambiato le cose per sempre.
    “Io ti amo , Rahel. Sei la mia casa , la mia vita.” , la baciai lento “ Tutto senza di te non avrebbe più senso quindi .. facciamo un bambino .“ la baciai ancora. Sapevo che se avessi continuato e che se le mie spinte fossero state più decise avrebbe ceduto. Era quello che volevo. Volevo 'tutto' di lei. Tutto.E così sarebbe stato per sempre. Senza paure né dubbi.
    “Michael , fermati..” disse, non credendoci realmente. Le accarezzai i seni sentendoli tersi sotto le mie dita. Continuai..
    “Rahel , sarà il nostro bambino. Con i tuoi occhi e il mio sorriso..” mi feci fino in fondo. Dentro di lei finchè non la vidi rovesciare gli occhi all'indietro e inarcarsi totalmente contro di me. Corpo contro corpo. La baciai ancora, ovunque.
    “Michael ..” sussurrò. Mi chiamò ancora, ma io mi sentivo come in un sogno. Un sogno bellissimo, dal quale non sarei mai potuto tornare indietro.
    “Michael..” ripeteva , e poi si fermò. Non accompagnava più i miei movimenti . La guardai negli occhi e vidi la sua insicurezza. E nell'attimo in cui ci guardammo , capii. Poi precipitai e l'impatto fù devastante.
    “Rahel, ti chiedo di avere un bambino perchè sei la donna con la quale voglio spendere il resto della mia vita, la donna senza la quale non potrei vivere , e tu ti .. ti ...Non so neanche definire la tua espressione. Sembra che ti abbia chiesto di morire per me !” mi fermai anch'io , ancora dentro di lei.
    “E lo farei , Michael. Moriei per te. Ma questo è..” cercò di controllare l'affanno che ancora la dominava. E io cercai di controllare il mio mentre le rispondevo.
    “E' cosa? E non dirmi che è una rischiesta assurda!”
    Tutto ormai aveva perso romanticiso e passione , mi sentivo come un fiore appassito , privo d'acqua da giorni. Il mondo mi crollò adosso con la forza di un terremoto.
    “Sono confusa, tutto qui.” disse nervosa
    Non poteva rovinare tutto ,eppure lo stava facendo. Scivolai fuori da lei in fretta e con la stessa fretta mi rialzai indossando i pantaloni ancora tremendamente eccitato. Ero furioso. Stava per caso mettendo in dubbio il nostro amore? Il mio , amore?
    “Cosa c'è di così complicato da capire? Ti amo e voglio che diventiamo una famiglia. Vorrei dei bambini che siano solo nostri, capisci?!” inspirai per prendere fiato e riuscire a scrollarmi di dosso il suo profumo, la sua carnosità, quella morbidezza che mi avrebbe portato a discorsi sconclusionati e patetici se non l'avessi ignorata. La sua espressione era tra il frustrato e lo sconforto . Si coprì con il pail appoggiato al bordo del divano e si mise seduta ancora col petto in affanno. Aspettai , osservandola attentamente ,che parlasse.
    “Capisco , Michael. Certo che capisco! Capisco che 'tu' vuoi . Ma cosa voglio 'io'?” nella sua voce riconobbi un velo di accusa , lo stesso tono che usava con me quando ero strafatto di pasticche e antidolorifici. Mi maledii per averli buttati tutti nel cesso di casa. In quel momento sentivo il bisogno di stordirmi per non sentire le sue accuse. Affondò il viso nelle mani, e la voglia di abbracciarla per dirle che sarebbe andato tutto bene fù talmente forte che feci un passo avanti. Ma il mio orgoglio mi fermò prima che potessi raggiungerla.
    “Vuoi lo stesso. Mi ami!” e nel dirlo ne ero veramente convinto. Sembrava così ovvio. Forse aveva ragione Rahel : stavo peccando di superbia. Il mio doppio era tornato.
    “No!!!”chiuse i pugni frustrata picchiandoli sulle ginocchia, e i capelli le ricaddero ribelli sul viso mentre scuoteva la testa afflitta. Dopo un silenzio carico di tensione si schiarì la voce e continuò , guardandomi .
    “Voglio dire, certo che ti amo ma.. Non puoi ..Non puoi decidere per entrambi!” si alzò , tenendosi avvolto il pail al corpo con una mano.
    “Non ho deciso per entrambi, te l'ho chiesto.” mi feci avanti ancora di un passo con le mani sui fianchi per dare tono alla mia affermazione. In realtà volevo solo scappare , non affrontare quel discorso inutile e finire per litigare. Perchè così sarebbe finita.
    “No, l'hai dato per scontato perchè 'tu' lo vuoi. ” Rahel accompagnò quel tu con l'indice che mi puntò al petto. Il suo dito era freddo ma quel contatto risultò bruciare. Volevo attirarla a me e continuare ciò avevamo iniziato , riavvolgere quel momento aspettando un giorno migliore per affrontare l'argomento. Più continuavo a guardarla più l'amavo , più l'amavo più la desideravo, più la desideravo più volevo ogni cosa di lei anche dei figli , e più pensavo ai nostri figli più morivo di gelosia perchè aveva avuto Aril da Darren. Stavo impazzendo , stavo arrivando all'ossessione per lei.
    “L'ho dato per scontato perchè ci amiamo , tutto qui. Forse mi sbagliavo.” dissi contrito. La trafissi con lo sguardo. Ormai il mio viso era privo di espressione ed ero certo che le mie labbra si fossero ridotte ad una linea netta e severa. Volevo le mie medicine! Bene, avrei avuto qualcos'altro. Le volto le spalle e mi incammino verso la cucina. Sono a petto nudo e scalzo ma non sento minimamente freddo , ne il pavimento di marmo rosso sotto i miei piedi. Apro impaziente le ante della cucina ma non trovo niente che faccia al caso mio. La sento seguirmi , si ferma dietro di me. E anche se non la vedo perchè non voglio voltarmi , non voglio guardare quei suoi magnifici occhi, non ora che sono furioso, percepisco la sua disapprovazione perchè si aspetta che faccia una cazzata. Come tutte le volte che litighiamo. Sembra che io sia solo capace di mettermi nei guai. O meglio , lei nè convinta ed è sul punto di convincere anche me. Poi .. la trovo. La bottiglia di rum che Rahel usa per bagnare il pandispagna del dolce che prepara ogni sabato per lo Shabbat. Potrei farmi un bicchiere di vino ma se devo bere qualcosa preferisco che sia più forte , deve pur sempre compensare l'assenza delle mie 'amichette'. Riempio il bicchiere fino all'orlo e lo butto giù reclinando la testa all'indietro. Il liquido ambrato scende lento nella mia gola e come un fuoco si propaga in tutto il corpo. Ne voglio ancora , non è abbastanza per calmarmi.
    “Da quando bevi?” la sento chiedere incredula . Non mi volto.
    “Da ora !” rispondo beffardo voltandomi con noncuranza.
    La delusione zampilla nei suoi occhi e le sue labbra , le sue carnose morbide e rosee labbra, sembrano tremare. Mentre reggo il bicchiere con una mano con l'altra lo riempio ancora.
    “Alla nostra ,Rahel!” il mio tono è tutt'altro che serio. Sono sadico. Butto giù.
    Lo sento , non è il mio doppio. E' la Bestia.
    “Devi smetterla ! Non puoi mischiare l'alcool con i farmaci.” il suo tono solenne mi fa sentire come un bambino disubbidiente e dispettoso perchè non le do ascolto. Non voglio. Voglio che si senta male come poco fa lei ha fatto sentire me.
    “Questa l'ho già sentita! E già ,non si può.” si sporge per togliemi la bottiglia di mano ma io abilmente la evito. Continuo ingenuamente “ Ma questo è quello che credi 'tu'. 'Tu' vuoi che smetta.TU. “, e mentre sottolineo quel tu sono furente , “ E quello che voglio io? Io voglio bere!” la mia voce si alza di tono e mi accorgo di averla spaventata.
    “Avanti Michael , ora basta. Basta!” cerca di prendere il bicchiere ma sono più veloce di lei e non glielo permetto. Con una mano si tiene il pail che le copre appena il corpo. Intravedo fugacemente la curva delle natiche e ho un brivido. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Sono furente, eppure continuo a desiderarla. Sono arrabbiato perchè lei non si fida di me.
    “ Ascoltami..” cerca di dirmi ma si blocca perchè butto a terra bicchiere e bottiglia. Si fa indietro per evitare di farsi male.
    “Ti ascolto.”incrocio le braccia al petto , aspettando. Il pavimento è cosparso di vetri e rum ma non mi interessa , voglio una spegazione plausibile.
    I suoi occhi diventano lucidi , scuote la testa e corre via dalla cucina. Il mio istinto supera l'orgoglio e la rincorro su per le scale. L'afferro per un braccio voltandola e bloccandola al corrimano di legno.
    “Avanti , parla. Dammi un motivo plausibile per non sentirmi così male. Dammi un motivo plausibile per dimenticare il tuo rifiuto.” e mentre lo dico sono fuori controllo. La voce stenta ad uscire e sento solo il mio cuore rimbombare nelle orecchie. Un tumulto di emozioni che mi porterà alla pazzia. Lei mi porterà alla rovina.
    “Mi fai paura , Michael.” chiude gli occhi per non guardarmi. L'affanno la fa sembrare ancora più spaventata.
    Trema sotto la mia presa , non mi ero accorto di quanto la stringessi finchè non guardo la pelle delle sue braccia rossa sotto le mie dita. Allento la presa ma non la lascio. Ho paura che scappi , per sempre, dopo avermi visto ancora in questo stato. Ha assistito talmente tante volte al mio declino che si stuferà e fuggirà lontano da me prima o poi. E questo non posso sopportarlo. Pensare che possa tornare con Darren mi provoca una fitta al cuore. Mi manca il respiro. E quello che voglio sentire ora è solo la sua melodiosa voce che dice di amarmi. Sono esausto della mia insicurezza , stufo di doverla rincorrere per paura di perderla. Voglio amare ed essere riamato , non voglio temere più né la morte né il mio passato. Le mie labbra la cercano , guancia contro guancia in un movimento delicato che mi riaccende. La sento sospirare e rilassarsi contro di me, anche se la mia presa è ancora decisa.

    Tesorini miei scusate il ritardo nel postare e la poca presenza, anche se sono sempre aggiornata, ma il mio tempo scarseggia! Vi invio la prima parte del capitolo 14 e ora corro a lavoro. Prossimamente avrete il resto , vi lascio un po in sospeso e frementi ma gli scrittori fanno così , No??!! :D
    Vi amo con tutto il cuore ragazze mie , ricordatelo.
    Virgi vi manda un bacione e buona domenica a tutte!!!
     
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  8. ornellamj
     
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    questa storia è....bellissima!!!!
    complimenti :congra:
     
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  9. Elena01
     
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    che bello che hai ricominciato ad aggiornare le tue belle FF Ele! :love: Sono proprio contenta... :wub:
    E la tua piccola come sta? :wub:
     
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  10. Sharon Jackson
     
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    Michael per non perdere Rahel dovrà impegnarsi ha non prendere mai più i farmaci. Posta il prossimo per sapere cosa succederà e anche per sapere come si comporterà Darren

    Edited by Sharon Jackson - 10/12/2013, 00:58
     
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  11. *Blank*
     
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    CITAZIONE (Elena01 @ 1/7/2013, 18:25)
    che bello che hai ricominciato ad aggiornare le tue belle FF Ele! :love: Sono proprio contenta... :wub:
    E la tua piccola come sta? :wub:

    Ciao Ele come stai? Qui tutto bene e Virgi cresce bene!
    Cercherò di postare prima possibile e conto di terminarle .... ci tengo molto!! tvttb , vi penso semprissimo :love:
     
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  12. *Blank*
     
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    CAPITOLO 14


    Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così



    Casa Isdraeli , ore 19.30 del 19 Novembre 1999

    “Vuoi una treccia o una coda , tesoro?” la spazzola scende delicata dalla nuca alle punte, punte che si arrotolano in boccoli perfetti.
    “Non so , tu che dici mamma ?”
    “A tuo padre piacciono sciolti , amore.” la piccola Ariel aveva gli stessi capelli del padre: morbidi come seta e dorati come spighe di grano. L'unica differenza stava nel fatto che Ariel li aveva leggermente ondulati come Rahel.
    “Allora lasciali così.” Ariel adorava suo padre e nonostante la separazione consenziente non aveva mai assistito ad un litigio e loro non avevano mai portato acqua al proprio mulino denigrandosi a vicenda. L 'amore per la loro figlia era più forte di ogni altra incomprensione, quindi avevano tenuto fuori dalla questione avvocati e tribunali giungendo alla conclusione che ogni fine settimana la bambina sarebbe stata con il padre. Per quanto riguardava le feste e lo Shabbatt si riunivano tutti a casa di zio Shmu come di consuetudine. Sia Rahel che Darren volevano che la loro figlia ne risentisse il meno possibile e alla domanda come mai papà se n'era andato , le avevano spiegato con molta calma che semplicemente non si amavano più. Si volevano un gran bene , ma questo non era sufficente per vivere insieme. L'avevano anche rassicurata sul fatto che non era assolutamente colpa sua e che sarebbe stata per sempre la loro bambina adorata e Ariel , fortunatamente , l'aveva presa bene. Per quanto possa essere spiacevole una notizia del genere era riuscita a farsene una ragione e avere dei fratelli, anche se adottati, l'aveva aiutata a staccarsi dalle sue vecchie abitudini creandosene altre. Quella sera era uno dei fine settimana dedicati a papà Darren , detto Papy.
    Rahel armeggiò con la spazzola ancora per qualche secondo poi l'appoggiò sul mobile accanto al grande specchio dorato della camera di Ariel. La bambina prese dal porta gioie una collanina d'argento a forma di conchiglia e se l'allacciò al collo. Proprio in quell'istante Rahel capì che non era più la bambina che con la bocca piena di pane e marmellata le si attaccava alle gambe per essere presa in braccio , né quella bambina che la sera non si addormentava se mamma non era lì con lei a raccontarle una favola; o quella bimba che era nata dalle sue membra e con quegli occhietti color del mare , proprio come i suoi, la guardava spaesata e accecata dal nuovo mondo. Si sarebbe allontanata ogni giorno di più, gli studi l'avrebbero assorbita completamente e il lavoro l'avrebbe fatta trasferire in un'altra città.
    Quando era successo? Non se n'era accorta, troppo presa dai suoi pazienti e da … Michael.
    “Hai messo tutto nel trolley?” chiese Rahel ricacciando indietro le lacrime. Si diresse verso uno dei cassetti e armeggiò coi vestiti per non farsi scoprire.
    “Si , mamma.” rispose Ariel che ora si stava spruzzando uno dei tanti profumi che le aveva regalato zio Shmu.
    “Il pigiama?”
    “Si , mamma”
    “Le pantofole? “
    “Certo , mamma!” sospirò Ariel. Un sospiro impercettibile e divertito.
    “Lo spazzolino .. il cambio nel caso dovessi sporcarti e … ah, hai dei soldi?”
    “Mamy , starò fuori solo per il fine settimana ! E con papà perdipiù! Non sto andando in missione in Afghanistan!!” e questa dove l'aveva sentita si chiese Rahel!!
    “Hai ragione cara , scusa. E che ...”
    Quando Ariel ebbe finito con il profumo si voltò verso la madre e la guardò attentamente . Con uno sguardo che Rahel non aveva mai visto prima di allora. Ero un misto di preoccupazione e impazienza. Scaltrezza e curiosità.
    “Vuoi che rimanga , mamma? “ si avvicinò del tutto e le prese la mano “ Sei preoccupata per qualcosa? Kate si è sentita male ?”
    Non perchè era sua figlia ma Rahel pensò che fosse la bambina più sensibile , dolce e buona del mondo. Ariel conosceva Kate, e più di una volta le aveva fatto compagnia in ospedale. E ora si preoccupava per sua madre quando sarebbe dovuto essere il contrario. Di slancio ,senza pensarci, Rahel la tirò a se, abbracciandola forte. Si sentiva in colpa. In colpa perchè Ariel sarebbe stata con il padre per tutto il fine settimana , i bambini a casa di Shmu con i cuginetti mentre lei … lei ..
    Beh , lei sarebbe stata tra le braccia dell'uomo che amava , che l'aveva sconvolta dolcemente, privata della ragione e , ora , anche del buon senso. Lasciare i propri figli sparsi qua e là solo per morire e poi rinascere dalla sue labbra. Farsi accarezzare tutta la notte finchè l'alba non li avrebbe colti di sorpresa. Finchè … il campanello di casa suonò.
    Eppure Deb le aveva consigliato di prendersi un fine settimana di vacanza lontana dalla routine e dai suoi pazienti, dicendole che il lunedì successivo sarebbe stato tutto come sempre e che non avrebbe trovato il mondo all'incontrario ne un'invasione aliena. Probabilmente era giusto , probabilmente sarebbe stato deletereo per il suo ormai instabile cuore , ma Michael non ingurgitava quello schifo da un mese , aveva iniziato la cura per il Lupus e i suoi dolori erano diminuiti fino a sparire. Il suo umore era ottimo. Era irriconoscibile , pervaso da un'entusiamo fanciullesco contagioso.
    “Mamma … Mamy , credo che sia arrivato papà!” Rahel smise di stringerla , si separò piano da lei sistemandole il colletto della camicia..
    “Tesoro , non preoccuparti per me . Sto benissimo e anche Kate.” Le sorrise , le accarezzò la gota e la baciò. Ariel ricambiò il bacio ma quello che disse la spiazzò..
    “Stai tranquilla mamma . E in questi giorni rilassati , mangia e dormi. E abbraccia Michael da parte mia!” la piccola le fece l'occhiolino come se fosse una sua vecchia amica che la sapeva lunga a riguardo. La sua espressione doveva essere di certo sconcertata perchè Ariel scoppiò a ridere.
    “Ariel ..” la riprese Rahel. Voleva chiederle spiegazioni , farle delle domande ma Ariel continuò , ora seria ..” Michael mi piace , mamma. Mi piace perchè ti fa stare bene. Sei felice , ridi , canticchi perfino. E non cantavi da quando papà se ne andò. Non cantavi da quando rimanemmo sole. Mi piace perchè quando sei con lui o parli di lui diventi bellissima. Lui ti rende felice e io voglio che tu sia felice perchè te lo meriti!Perchè sei la mamma migliore del mondo! ” il campanello di casa suonò un'altra volta. Rahel le prese il viso tra le mani e una lacrima le solcò la guancia.
    “E tu sei felice piccola mia?”
    “Solo se lo sei tu , mamma !”
    Quella risposta la distrusse definitivamente, aprendole il petto in due.
    **

    Il campanello suonò ancora una volta e Rahel si precipitò all'ingresso. Appena aprì si rese conto che fuori imperversava un temporale con i fiocchi , il cielo era nero come la pece e un vento gelido ululava sferzando la pioggia in violente ondate. Darren, appena coperto dalla sua giacca a vento, entrò velocemente senza neanche dire 'ciao'.
    “Mio dio , sembra che qualcuno butti secchiate d'acqua dal cielo!!” con il fiatone si scrollò la pioggia di dosso come un cagnolino di rientro dalla sua passeggiata serale. Appoggiò il tranch all'appendiabiti.
    Rahel l'osservò bagnarle il tappeto e le pareti color crema dell'ingresso ma non disse nulla , era un vizio che aveva sempre avuto. Per non parlare di quella volta che gli era venuto in mente di andare a pesca alle sei del mattino. Era tornato dopo qualche ora completamente infangato perchè l'aveva colto un temporale ed era scivolato nel lago bagnandosi completamente. Ma un pesce l'aveva pescato, l'avevano arrostito la sera stessa e poi avevano fatto l'amore. Più e più volte. Tra loro c'era sempre stata quella chimica naturale che fin dall'inizio li aveva legati inevitabilmente, oltre ad un amore che durava da anni.
    “Ciao , papy. Arrivo!” Ariel lo salutò dall'anta guardaroba dove stava indossando cappotto , guanti e sciarpa.
    Rahel incrociò le braccia al petto , stendendo un velo pesante e impolverato su quei ricordi . Forse solo così sarebbero soffocati!
    “Mi raccomando, Darren , niente Mc o messicano o robe simili. L'ultima volta è stata male per giorni.”
    Darren in risposta alzò gli occhi al cielo portandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli per liberarli dalla pioggia. Poi con il suo solito sorriso sghembo le rispose.
    “Ma adora messicano!!”
    “E' una bambina !” lo rimproverò Rahel dandogli una spintarella sulla spalla.
    “Ok , ok .. vedrò quello che posso fare. La conosci , sa essere molto convincente.” e mentre lo diceva le afferrò il polso con un movimento veloce ma delicato. Le sue labbra si piegavano in un sorriso irresistibile e una gocciolina di pioggia scivolò su di loro finendo per essere leccata dalla sua lingua. Se si era innamorata di lui c'era stato un motivo e in quel momento lo ricordò perfettamente.
    “Come te , del resto.” una strano nodo in gola le bloccò il respiro. Forse quell'inatteso contatto , forse i suoi occhi che mentre la guardavano sembravano verdi foglie autunnali o forse l'inganno dei ricordi.
    “Ma è testarda come te.” rispose lui di rimando, avvicinandosi di un passo.
    Un lungo silenzio li avvolse come un velo che oscura la vista. Darren le accarezzò impercettibilmente la mano ma nonostante ciò Rahel percepì ugualmente quel lieve movimento. Rahel la ritirò prontamente..
    “Mamma , dov'è l'ombrello trasparente a pois?” chiese Ariel dall'altro capo della stanza
    “In camera mia, tesoro.” la sentirono salire le scale e scomparire nel corridoio.
    “Non sono testarda, porto solo avanti le mie convinzioni.” rispose Rahel facendo un passo indietro e puntando nuovamente la sua attenzione su Darren.
    “E sei ancora convinta che sia giusto frequentare quell'uomo?” ora tutta la sua spavalderia era scomparsa lasciando spazio alla severità dei suoi occhi verdi. Una piccola ruga si formò tra le sopracciglia. La conosceva bene Rahel: era arrabbiato.
    “ Quell'uomo ha un nome. Michael, Darren. Si chiama Michael. E non credo sia un' argomento di cui parlare ora.” Indicò con lo sguardo il piano superiore , dove poco prima Ariel era salita. Si appoggiò al muro, esausta. Sapeva dove avrebbe portato quella conversazione e doveva avere qualcosa di solido alle spalle che la reggesse.
    “Non mi interessa chi sia! Non è sano per te , Ray.Ti farà star male. Ed è giusto che te lo faccia notare, tu sei troppo coinvolta per accorgertene. E mi meraviglio di Shmu .. incentivare questa cosa è da pazzi!” l'enfasi che usò in quelle parole la innervosì a tal punto che si sporse verso di lui alzando la voce.
    “Perchè, tu non l'hai fatto?Non mi hai fatta soffrire? Mi hai distrutta. E lascia Shmu fuori da questa storia , sono in grado di decidere da sola della mia vita.” Darren si avvicinò di getto premendole un dito sulle labbra e spostando lo sguardo al piano superiore. Non voleva che Ariel li sentisse litigare. Non era mai successo , tanto meno sarebbe stata quella la prima volta.
    “E' stato diverso.” mormorò lieve, guardandola con rammarico e rimorso. Una ciocca di capelli gli cadde delicata sul viso. Bagnati sembravano fili di bronzo lucenti.
    Rahel sospirò , si calmò e con tono basso , intuendo l'intenzione di Darren , continuò “Non è vero. Mi hai lasciata. Mi hai sposata e poi lasciata. Ricordi? E ora che sono nuovamente felice con qualcuno , che il mio cuore è tornato a battere , ora che amo e sono riamata pretendi che io abbandoni tutto per soddisfare il tuo ego?”
    “Non si tratta più del mio ego , Rahel.” ora le dita di lui scesero lente sulle sue spalle , accarezzarono l'avambraccio , finendo poi per stringerle la mano “ Non conosco quell'uomo , non so cosa ti abbia fatto innamorare di lui ma .. ma come medico vedo un malato. Un drogato. Non cercare di combattere una causa che non potrai mai vincere , Ray.” Ray. Sulle sua labbra suonò come una supplica. “ Credi che le tue cure possano funzionare ma in realtà tra qualche mese si ripeterà la stessa storia. Riuscirà a procurarsi quello schifo e ritornerà ad esserne dipendente. Ha bisogno di un'altro genere di aiuto. Magari uno spicoterapeuta ..potrei chiedere a ...”
    ”Perchè devi essere sempre così stronzo..Dio!! ” strattonò il braccio per liberarsi dalla sua presa e si diresse in salotto. Darren la seguì.
    “Non fare la bambina , sai anche tu che ho ragione!” l'imperativo nella sua voce non ammetteva replice. La sicurezza dei suoi gesti e della sua espressione sottolineava il fatto che Michael non sarebbe stato mai alla sua altezza.
    Gli occhi di Rahel si ridussero a due fessure , un mare in burrasca pronto a inondarlo.
    “E se anche fosse? Sono un dottore , ci penserò io a lui. Non ha bisogno di un terapeuta. E poi la cura per il Lupus sta già facendo effetto. Io .. io mi fido di lui.” e mentre lo diceva la sua voce si affievolì perchè il nodo che aveva in gola le stava bloccando il respiro. Ogni volta che pensava alla malattia di Michael le si chiudeva lo stomaco , sensazione in netto contrasto con la rabbia che provava in quel momento per Darren.
    “Non metto in dubbio le tue doti , Rahel. Sei un medico eccezionale, ma hai già così tanti pensieri : una vita intensa e dei figli di cui prenderti cura. Lui può solo complicarti le cose . Ascoltami , ti prego ..” la raggiunse , bloccandole il passaggio. Lei cercò di aggirarlo ma lui l'afferrò per i fianchi. Erano calde le sue mani, come le ricordava.
    “E' stato un errore. Lasciarti è stato l'errore più grande della mia vita.” sussurrò . I suoi occhi brillarono come smeraldi incandescenti.Il suo profumo la inondò e quelle parole la confusero. Se n'era andato perchè si sentiva trascurato : Rahel era sempre in ospedale , viaggiava per conto dell'Uniceff e lui .. beh , lui riusciva a vederla solo tra i corridoi di quel maledetto ospedale. La sera quando rientravano a casa lei si chiudeva nel suo studio per studiare i cuori malati dei suoi piccoli pazienti. Dedita al proprio lavoro e al proprio giuramento ne aveva dimenticato un'altro altrettanto importante : quello che due innamorati pronunciano difronte a Dio. Eppure Rahel lo amava , ma fare il medico l'appassionava. Era una missione per lei. C'era stato un tempo in cui il suo primo pensiero al risveglio e l'ultimo con la buonanotte era Nathan poi .. poi tutto era divenuto frenetico e ingestibile. Anche se non era stato un motivo valido per essere lasciata. No , non lo era. In quel momento si accorse di odiarlo ancora.
    “Non stiamo parlando di una diagnosi sbagliata. Tu mi hai lasciata sola a crescere una bambina. Dopo avermi giurato davanti a Dio di starmi accanto nella gioia e nel dolore , nella salute e nella malattia ,tu mi hai abbandonata! Sei fuggito solo perchè ti sentivi trascurato!” lo soffocò tra le lacrime che scesero come due lame taglienti dagli occhi.
    “E dov'è finito il perdono, la redenzione , il pentimento. Ho pagato il mio sbaglio ogni giorno di questa vita con il rimorso e il dolore fisico di non averti accanto . Di aver deluso mia figlia e la donna che più amavo al mondo.” una mano salì ad accarezzarle la guancia mentre l'altra rimase appoggiata sul suo fianco.Adagio , per paura di essere rifiutato , le baciò la fronte.
    “Non mi amavi poi così tanto evidentemente..” sospirò. Poteva l'odio essere dolce quanto l'amore? Si staccò da lui. Pensò a Michael, a quell'amore che l'aveva guarita dalle ferite inflittale dall'uomo di fronte a lei. Non l'avrebbe tradito.” Non metto in dubbio i tuoi sentimenti per Ariel , nonostante tutto sei stato e continui a essere un buon padre, ma tutto questo dolore è stato colpa tua.”
    Si asciugò le lacrime ormai secche , trasse un lungo respiro per tornare a ragionare e poi gli diede le spalle avviandosi verso il divano.
    “Perdonami Rahel , permettimi di rimediare” Non sentiva quel tono sofferente dal giorno in cui le disse di volerla lasciare. Non metteva in dubbio che per Nathan fosse stata una scelta difficile ma questo non giustificava la sua codardia. Gliene avrebbe dovuto parlare , cercando di trovare insieme una soluzione per recuperare il loro rapporto. Avrebbe dovuto comprendere , ascoltare. Non avrebbe dovuto decidere per tutti e tre.
    “Perchè dovrei farlo?” con fervore, prese il suo maglione bianco dal divano e lo indossò sopra la camicetta beige.
    “Per Ariel.” nella voce di Darren percepì decisione e convinzione.
    Rahel si girò di scatto . Questo non doveva farlo. No!
    “Oh mio Dio, stai usando tua figlia come scusa ..E' ..è oltremodo scorretto!” quelle parole uscirono furiose e incredule.
    “Non è una scusa. Mia figlia non sarà mai una scusa. E' la verità! ” Darren diede più enfasi alle proprie parole gesticolando nervosamente.
    “Non basta. Non basta più.” disse Rahel ravvivandosi i capelli perchè ormai la pazienza la stava abbandonando del tutto.
    “Cosa vuoi che ti dica?” la fulminò con uno sguardo tagliente e provocante. Quando si era avvicinato nuovamente così tanto? Per la rabbia , lei, non se ne accorse.
    “Niente. Non voglio ascoltare più niente!” le mani e la testa di Rahel si mossero in un gesto di diniego. Di esausta confusione .
    “Ariel , sei pronta?” strillò per farsi sentire da lei al piano superiore e mettere fine a quella disastrosa conversazione.Lo superò per tornare all'ingresso.
    “E se ti dicessi che ti amo ancora.” lui l'afferrò per il braccio ,una stretta forte e decisa, e le parole che pronunciò la trafissero al cuore come una lancia incandescente. Secche , mirate , così semplici nella loro complessità. La immobilizzarono all'istante come liane che intrappolano le caviglie e non ti fanno più muovere di un solo passo. Se avesse pronunciato quelle due semplici parole solo qualche mese prima di conoscere Michael avrebbe ceduto, ne era certa. Gli avrebbe creduto e lo avrebbe perdonato. Ma ora c'era Michael, era stato lui a catturare per primo il suo cuore. Si vide preda : impaurita e pronta a trovare un rifugio per non essere divorata.
    “Basta!” mormorò sconvolta.
    Eppure Darren continuò. Si era avvicinato , silenzioso come un'ombra, lo sentiva respirare dietro di se. Un respiro agitato e ansioso. Il petto di lui appena a sfiorarle le scapole.“ Ancora come allora.” le mormorò dolcemente.
    “Basta , Darren . Lasciami..” voleva opporsi con vigore ma la voce uscì più flebile di prima. Evidentemente si era chinato, perchè sentì il suo respiro fresco sulla gota. Profumava di pioggia e acqua di colonia. Per baciarla doveva sempre chianarsi quel poco perchè era più alto di lei , oppure divaricare le gambe per guardarla negli occhi.
    “..Se ti dicessu che ti amavo anche quando me ne sono andato? Che ti rivoglio nella mia vita , tra le mie braccia , nel mio cuore... “ la strinse a se senza preavviso e senza preavviso Rahel ebbe un tuffo al cuore , un dejavù straziante. “.. sulle mie labbra..” concluse piano, con voce arrochita. Voce piena di represso desiderio.
    “Ti prego smettila. Fermati..” mormorò Rahel
    “Eccomi mamma , l'ho trovato!” rispose Ariel muovendo passi veloci al piano di sopra. Sentirono cadere qualcosa , la loro figlia spazientirsi e poi una porta sbattere. Ariel aveva fretta , fretta di uscire con il suo papy.
    “Non mi fermerò.Vi rivoglio. Hai paura che il tuo cuore non mi abbia mai dimenticato ?” e così dicendo Darren le scostò i capelli di lato , accarezzandole la nuca.
    “Non siamo dei giocattoli che puoi prendere e lasciare a tuo piacimento. Siamo persone, Darren.”
    “Un tempo ti piaceva chiamarmi Nathan, Ray..” quelle parole le volarono profumate all'orecchio e un 'istante dopo quelle labbra la baciarono pigre nell'incavo del collo.
    “Un tempo ...” rispose Rahel confusa.
    “Sono qui , non ti farò più del male. Starò al tuo fianco per sempre. Sempre , amore mio.” soffiò lui su quel bacio che stava diventando due , tre .. quattro. La fece roteare come un corpo inerme tra le proprie braccia , cullandola sul petto. La gola le si era seccata , nella testa e nel cuore aveva cotone e miele. La razionalità si sparpagliò in piccoli e colorati coriandoli.
    “Ci ho messo anni per dimenticarti . E' stata una lotta lunga ed estenuante. Ho dovuto farmene una ragione e ora tu .. tu mi dici che mi ami come se nulla fosse? Sei pazzo..”
    “Sono pazzo di te . Di te , Ray” sollevandola dolcemente cercò di baciarla ma Rahel si oppose spostando la testa da un lato e facendo pressione con i palmi sul petto di lui.
    “No” disse. Un 'unica e semplice parola che fermò Darren lasciandolo a crogiolarsi dolorosamente in quel rifiuto.
    “Eccomi, ho fatto!” i passi della piccola Ariel si susseguirono veloci giù per le scale mentre qualcuno bussò alla porta. Ariel arrivò correndo ,nello stesso istante in cui Rahel si allontanava sconvolta da Darren che a sua volta mise le mani nelle tasche dei jeans per camuffare il loro tremore. Poi il campanello risuonò.
    “Non hai intenzione di aprire mamma ?” chiese perplessa la bambina con la sua valigia in mano e un leggero fiatone. Ancora il campanello, una pausa , poi un bussare concitato. Finchè non divenne insistente e Rahel, ripresa scoscienza di sé, aprì e si rtrovò faccia a faccia con un mazzo enorme di rose bianche. Un viso pallido e sorridente fece capolino da dietro.
    Michael.
    Non fece in tempo a razionalizzare o a dire qualcosa che la travolse come un tornado in un passionale abbraccio , lasciando cadere le rose all'ingresso e spingendola all'interno.Chiuse la porta con un piede e sollevandola da terra , con una giravolta che le procurò un vuoto allo stomaco e un gridolino sorpreso, si affrettò a condurla con la schiena contro la parete. L'appoggiò a terra per baciarla con un'intensità tale da togliere il fiato e perdere le parole nel dolce baratro delle sue labbra . Cadde , precipitò finchè una voce alle loro spalle si schiarì innervosita. Eppure Michael sembrò non sentirla. Sembrava euforico , su di giri.
    Sulle labbra di Rahel soffocò queste parole “Non potevo aspettare domani. Dovevo vederti subito , amore mio”
    A quel punto cominciò a baciarle la guancia , scese al mento e tornò alle labbra ma quando vide Rahel congelata in un imbarazzante silenzio , si fermò.
    “Qualcosa non va , Rahel?” la guardò attentamente, finchè con lo sguardo lei non rispose. Lo posò fugacemente alle sue spalle. Le labbra di Michael erano gonfie , rosse , terse per i baci appena dati , appena socchiuse per poter riprendere fiato. Quando capì, le chiuse con un movimento secco e si trasformarono in una linea netta.
    “Ciao Michael!” fù Ariel a rompere il silenzio, e dalla sua voce Michael dedusse che fosse divertita.
    Si voltò. E come un pugno in faccia che ti coglie impreparato , fù meravigliato di vedere anche il Dottor. Jefferson. Darren. O meglio … Nathan.
    Che stupido era stato: doveva immaginare che ci fosse Ariel a casa . Come aveva potuto far assistere a quella scena una bambina. Non che avesse fatto niente di male , avevano ancora tutti i vestiti addosso , ma come al solito al cospetto di quella donna perdeva il lume della ragione e il corpo diventava preda di una voglia incontrollabile . Per di più non era suo padre , e per quanto andassero daccordo, era certo che la piccola dovesse ancora abituarsi a quella situazione . Stupido! Si ricompose, si portò una ciocca di capelli sfuggiata alla coda dietro l'orecchio. Si bagnò le labbra secche per l'imbarazzo e cordialmente cercò di recuperare.
    “Ciao , piccola Ariel” si avvicinò e l'abbracciò. Ariel contraccambiò . Non sembrava essere infastidita o altro.
    “Salve ,Dottor Jefferson. ” Micheal gli porse la mano. La sua voce scese di un tono , cupa , baritonale. Non la voce che conosceva Rahel, della sua massima dolcezza.
    Darren gli strinse la mano e per quel breve istante Rahel ebbe paura che potesse rigirarla e romperla. Il suo ex marito praticava il Karatè dall'età di 12 anni.
    “Salve, Signor Jackson” la voce di Darren era priva di cordialità. Un'asettica e monotonale frase di circostanza.
    Le parole di Rahel tagliarono in due quell'atmosfera pesante come piombo “ Bene , tesoro mio .. hai preso tutto?”
    “Certo , mamy. Ci vediamo domenica sera.” l'abbracciò un'ultima volta e poi si rivolse al padre.
    “Papà, possiamo andare!”
    Michael e Darren si ignorarono reciprocamente e prima che Rahel si chiudesse la porta alle spale Darren la pungolò con un'ultima provocazione ..
    “Pensa a ciò che ti ho detto. Sei ancora in tempo.”
    Lei chiuse la porta alle loro spalle , vi appoggiò esausta la testa e riempì i polmoni d' aria. Li sentiva atrofizzati , secchi come quelli che tenevano sotto alcool in laboratorio. Una spasmodica voglia di fumare la investì.
    “Sei ancora in tempo per cosa?” chiese sospettoso Mike , ancora immobile dietro di lei.
    Purtroppo la serata era solo all'inizio!
    **
    “Non ci posso credere !E' pazzesco!” Michael se ne stava in piedi a fissare il vaso verde nel lavandino riempirsi d'acqua. Me lo passò senza degnarmi di attenzione e continuando a sbraitare tra se. Qualche goccia cadde a terra. Appoggiai il vaso con le rose al centro del tavolo. Erano bellissime: quelle rosse spiccavano qua e là come vene pulsanti tra quelle bianche .
    “Michael , calmati. Darren è .. e'..” in quel momento non mi venivano le parole. Ne avrei avute migliaia , ne avevo avute a stramilioni eppure in quel momento solo di lui mi importava.Avevo chiuso il Dott. Jefferson , come lo chiamava gentilmente Mike , nel dimenticatoio. Chiuso a chiave , imbavagliato e bendato in modo tale che non potesse rievocare in me la discussione affrontata qualche ora prima. Mi era costato coraggio e una certa noncuranza raccontare ciò che era accaduto a Michael, sapevo che si sarebbe innervosito. Ne ero certa. Ovviamente, avevo volontariamente omesso la sua intenzione di baciarmi. Volevo che la serata , o meglio il 'nostro' fine settimana fosse meraviglioso. Privo di preoccupazioni e di ogni sorta di distrazione. Ahimè , stavo fallendo miseramente!!..
    “E'uno stronzo , un codardo imbroglione. Usare Ariel come merce di scambio. Usare sua figlia per farsi perdonare e riaverti. Non trovo le parole giuste che rendano l'idea. ” Si asciugò le mani e rigirò distrattamente i carciofi nella padella. Si muoveva velocemente , apparentemente impegnato a cucinare ma non realmente concentrato. Un pomodorino gli cadde a terra ma sembrò non accorgersene. Tagliò a piccole fette i rimanenti con l'abilità di un cuoco professionista-dovevo chiedergli dove aveva imparato-e li gettò nella padella insieme ai carciofi già soffritti.Mi passò accanto continuando a bisbigliare parole poco carine nei confronti di Darren. Aprì l'anta dei piatti , uno gli scivolò dalle mani e io lo riacchiappai per miracolo.
    “Scusa ..” mi disse distrattamente , sempre ignorandomi.
    “Non preoccuparti.” mi appoggiai all'isola al centro della stanza , proprio dietro di lui. Avevo la gola secca ,la bocca impastata e il cuore andava troppo veloce. Ero agitata. Lo ero perchè , semplicemente , lo era lui. Volevo fumare!!!Presi il bicchiere alla mia destra e feci un sorso di vino bianco.Quello di Mike era ancora pieno accanto ai fornelli.
    “Michael..” ripetei per avere la sua attenzione ,ma niente. Non voleva saperne di guardarmi. Che fosse arrabbiato anche con me ? Non l'avevo mai visto così nervoso: l'avevo visto emozionato , triste , malinconico , euforico e strafatto di pasticche ma mai così incazzato. Certo , più di una volta avevamo litigato, ma guardarlo brandire quel coltellaccio da cucina lo rendeva inquietante più che mai. Se avesse avuto Darren tra le mani l'avrebbe affettato. Divise la carne a metà con un unico , deciso e rumoroso affondo di coltello. Da brivido! E nello stesso istante in cui la lama lacerò quel pezzo di carne , pronunciò queste parole.
    “Ora – tu – sei – mia. “ qualche goccia di sangue schizzò a terra.
    ” Mia. Mia. Non ti baratterò. Non ti darei in cambio neanche per tutto l'oro del mondo!”
    Caricò di pathos estremo quel 'mia' , ignorandomi anche stavolta. Sembrava più un monologo interiore che un sano dialogo. Le sue spalle si muovevano su e giù e la camicia scura conferiva loro maestosità.
    “Certo, ne sei già strapieno d'oro!” cercai di sdrammatizzare ma me ne pentii all'istante.
    Si voltò lentamente verso di me, guardandomi da sotto le lunghe ciglia color visone. Aveva sciolto i capelli perchè la pioggia li aveva bagnati completamente rendendoli perfetti boccoli. Non aveva voluto ascugarli , li aveva solo tamponati con un asciugamano. Si avvicinò piano , il coltello ancora in mano.
    “Non è divertente! Non voglio più che venga qui a reclamare ciò che non è più suo. Ciò che ha deciso di abbandonare.” e mentre lo diceva gesticolava, noncurante dell'arma che aveva in mano. La lama era opaca e rosata , un pezzetto di carne si staccò e cadde a terra.
    ” Sei già stata magnanima a concedergli di tenere Ariel il fine settimana!Io non lo avrei fatto..” soppesò le sue parole per un attimo poi con espressione decisa e un velo di ironia concluse.
    “ A pensarci bene non l'ho fatto! Ho la piena custodia dei miei figli.” si fermò di fronte a me , sospirò. Abbassò il braccio.
    Lo guardai attentamente , valutando le sue parole.Non sarei mai stata capace di fare a Darren quello che lui fece a Deborah.Non avevamo affrontato mai quell'argomento.
    “E' pur sempre suo padre. Nonostante tutto ha bisogno di lui.” poi guardai scettica il coltello. Parlarne a mani nude sarebbe stato certamente più indicato.
    “Sei una donna eccezionale, Rahel. Mi meraviglio che ancora non ti siano spuntate le ali! Rimane il fatto che non può permettersi di confonderti , ne di giudicarti. Deve accettare le tue scelte. “ disse Michael , dolcemente. Si fece vicino ulteriormente.
    “Preferirei che ..” e indicai il coltello.
    “Oh santo cielo , scusa! Non mi ero accorto di averlo ancora in mano.” lo posò cautamente sul bancone , accanto al bicchiere di vino.
    “ Vede , Dottoressa Isdraeli, lei mi distrae.” mi disse sottovoce. Si fece ancora più vicino. Quel tanto da permettere ai nostri corpi di sfiorararsi.
    “Va meglio cosi?” continuò a sussurrare , mostrandomi le mani vuote. Sorrise mesto.
    “Si” risposi piano per i brividi che il suo respiro provocava alla mia pelle. Mi sfiorò la guancia con le labbra. Erano calde , morbide e lui profumava di vaniglia , miele e .. soffritto.
    “E qual'è la mia scelta , Michael?” chiesi faticosamente. Il suo bacino si accostò spudorato al mio , provocandomi una dolce contrazione tra le cosce.
    “Sono io la tua scelta. Come tu sei la mia.” con il dorso della mano mi accarezzò la mascella , sfiorandomi velocemente il collo. Il suo sguardo si incollò , profondo, al mio. Mi sembrarono scurirsi come un cielo in tempesta man mano che continuava a fissarmi. Mi cinse i fianchi con le braccia attirandomi gelosamente a se. E quelle gemme scure brillarono di voglia mentre le sue labbra pronunciavano poeticamente la sua poesia preferita..
    “ Divergevano due strade in un bosco e io .. io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta. Scelte : è sempre una questione di scelte. E le scelte sono nostre , ce ne dobbiamo assumere la responsabilità e portarle avanti con convinzione. Ma soprattutto , non dobbiamo pentircene”, tacque un attimo , sorrise, poi continuò “ Sei pentita della tua scelta , Rahel?”
    Lasciò la presa sul mio fianco per prendere il bicchiere di vino dal bancone. Fece un sorso bagnandosi le labbra, tutto questo continuando a guardarmi con quegli occhi irresistibili. Ebbi il profondo bisogno di essere toccata , accarezzata. Volevo che mi convincesse, per l'ennesima volta, che ero sua. Solo sua. E che Darren non costituiva alcun pericolo. Che non sarebbe mai riuscito a separarci.
    ”No. Sceglierei te, sempre. “ risposi. Mi sporsi per baciarlo ma lui indietreggiò quel poco da evitarmi. Mi corrucciai. Lui sorrise mistico , enigmatico.
    “Accarezzami.. “ mormorai, cercando di baciarlo ancora. Non era una domanda . Risultava più come un bisogno impellente.
    Mi mostrò le mani, e dove prima mi stavano accarezzando provai un fastidioso freddo.Non capivo cosa volesse dirmi. Cercai di afferrarle ma lui le congiunse dietro la schiena nel suo gesto abituale.
    “Sono sporche e poi .. devo cucinare!” rise piano . Mi stava forse prendendo in giro?
    “Usa le labbra..” ora lo attirai io a me . In realtà mi stava provocando volutamente!
    Dopo un'istante di esitazione , mi baciò. Lieve, piano. Labbra su labbra , senza invadere il loro candore con la sua lingua. Mugulai come un animale ferito. Volevo di più. Premetti le mie con più ardore e gli accarezzai il fondoschiena. Il suo perfetto fondoshiena. Risalii verso i fianchi , e gli sfilai la camicia dai pantaloni. Misi una mano sotto la t-shirt bianca e sentii i suoi addominali contrarsi sotto al mio tocco gentile. Lo volevo disperatamente. Continuai a baciarlo . Succhiai il suo labbro inferiore e gemette per il piacere che provò sentendo i miei seni contro il suo petto. Poi , inaspettatamente ,mi prese per i polsi , fermando il mio incedere verso la cintura dei pantaloni. Il suo respiro era in affanno ma trovò il modo di fermarsi. Mi guardò amorevolmente , con ancora gli occhi offuscati da un languido piacere.
    Dovetti far fede a tutto il mio autocontrollo per calmarmi. Eppure non volevo..
    “Che c'è? Non ti va ? Io .. “
    “Shhh.. Certo che ti voglio. Lo sai quanto ti sono dipendente..” mi baciò la punta del naso, sorridendo. Quel suo sorriso contornato da fossette.
    “Ma?.. “chiesi curiosa.
    “Rahel , Rahel .. Abbiamo due interi giorni, tutti per noi. Credi che sprechi le mie carte così rapidamente? Avere fretta non mi è mai piaciuto ma l'attesa.. Adoro l'attesa! Mi eccita enormemente.” sospirò soddisfatto.
    “Vorrei che fosse così anche per me ..” risposi insoddisfatta, “Quindi ..” chiesi
    “Quindi , ora ,si cenerà con calma . Mangeremo , parleremo , rideremo.. Ci godremo ogni attimo.“
    “Mi fai impazzire , Michael!” dissi esasperata
    “E' quello che voglio . Amo quando perdi il controllo ..” sorrise e mi baciò per l'ultima volta per poi tornare alla sua carne.
    **
    Con la cena avevo superato me stesso. Eravamo sazi e soddisfatti. Non mangiavo così tanto da tempo, precisamente da prima di iniziare la cura per il Lupus che Rahel mi aveva prescritto. Ogni volta che lo dicevo incrociavo le dita per scongiurare la sfortuna ma … ma la cura stava facendo effetto. Quasi un mese e i miei dolori erano pian piano diminuiti per poi sparire completamente. Riuscivo perfino ad allenarmi una volta al giorno come un tempo , a dormire più del previsto e anche il mio umore era migliorato. Non avevo più paura. Vedevo i miei demoni morti e sepolti nel baratro della disperazione che più di una volta mi aveva risucchiato costringendomi al buio e alla solitudine. Inoltre, era tornata la tanto attesa ispirazione. E sapevo di chi fosse il merito.
    Rahel: il mio miracolo personale!
    “Hai portato le tue medicine , Mike ?” chiese voltandosi verso di me mentre sorseggiava una tisana al finocchio, seduta sul tappeto sotto il grande divano bianco sul quale ero sdraiato io.
    La guardai sorridendo “Certo , Dottoressa! Non dimentico mai di prenderle!”
    Rise piano , si sporse leggermente e mi baciò , tornando poi a sorseggiare la sua tisana. Avevamo acceso il fuoco , fuori imperversava ancora un temporale con i fiocchi. Le cime degli alberi del suo giardino frustavano l'aria in strazianti ululati e la pioggia rendeva impossibile vedere al di fuori delle finestre. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul crepitio della legna consumata dal fuoco, sul profumo di quel calore piacevolmente mischiato a quello della mia Rahel. Pleniluneo.
    Sospirai e me ne riempii i polmoni. Non l'avrei mai dimenticato. Mai.
    Un senso di estrema felicità mi pervase.. o meglio beatitudine. Non mi serviva nient'altro . Ora, avevo tutto ciò che mi era mancato per anni e ringraziai Dio di avermelo concesso nuovamente. Lunedi sera avrei incontrato Shmu, doveva redimere i miei peccati e io dovevo chiedere scusa ai suoi fratelli e alla sua chiesa per essermi comportato immeritevolmente. Si , sarei cambiato per sempre.
    “Michael , stai bene?” mi chiese Rahel preoccupata. La sentii agitarsi sotto di me . Aprii gli occhi e la trovai in ginocchio al mio capezzale. Mi portai un braccio dietro la nuca e con l'altra mano le accarezzai una gota.
    “Si , amore mio. Sto meravigliosamente.”
    “Sei silensioso , stasera.” prese la mia mano tra le sue e la tenne stretta appoggiandola al mio petto. Ormai , la conoscevo talmente bene da intuire la sua preoccupazione.
    “Sono silenzioso perchè sono in pace con me stesso ,finalmente. Ho tutto ciò che mi serve in questa stanza , qui di fronte a me. Quindi smetti di preoccuparti ,perchè non ti sto nascondendo niente. Non lo farò più. D'ora in poi ti dirò sempre la verità. Non ti mentirò , Rahel.”
    Un radioso sorriso le illuminò il viso e questa volta mi baciò sulle labbra. Esitò quel poco da farmi sentire il suo sapore. Il cuore prese a martellarmi contro il petto come quello di un ragazzino alla prima cotta e .. e la storia delle farfalle nello stomaco … Beh , la storia delle farfalle nello stomaco è vera. Ogni volta che semplicemente la guardavo iniziavano a svolazzarmi dappertutto provocandomi un piacevole solletico. L'amavo da morire! Magari l'avrei scritto nella prossima canzone... la storia delle farfalle!
    Mi sorrise lusingata intuendo le mie emozioni. Mi portai il suo palmo al petto per farle percepire il mio pazzo cuore. Tacque , guardandomi amorevolmente. Delle volte il silenzio diceva più di mille parole.
    “A che punto sono le tue canzoni, Michael Jackson?” chiese scherzosamente.
    “ The Lost Children l'ho terminata. Sto studiando un'alternativa per i cori . Vorrei registrarla tra qualche giorno , sai! Ho pensato ad un coro di bambini in sottofondo e volevo chiedere alla nostra piccola Kate se volesse partecipare.”
    “Ne sarebbe entusiasta!”
    “Gia! La chiamerò lunedi. Non vedo l'ora che torni a trovarmi.”
    “Ti vuole bene , Mike, l'hai salvata.”
    “Non potevo fare altrimenti , ha conquistato il mio cuore con quei suoi occhioni speranzosi!”
    “Pensavo che fossero i miei ad averti conquistato..” disse maliziosamente , lasciando la mia mano e alzandosi in piedi .
    “Visto che mi sono sbagliata andrò a consolarmi con un'altro po' di tisana !” si voltò e mi provocò con un voluto ancheggiamento dei fianchi. Fulmineo , l'afferrai in vita attirandola su di me e in un attimo ci ritrovammo avvinghiati sul divano. Rise divertita mentre le solleticavo i fianchi , sotto la leggera camicetta. Appoggiò le mani contro il divano per guardarmi negli occhi, il suo petto si alza e abbassava affannosamente per il fiatone.
    In un sussurro mi chiese .. “E quando dedicherai una delle tue canzoni a me ?”
    “L'ho già fatto. ”risposi misterioso. Era stata una delle prime canzoni che avevo scritto appena la conobbi. Rahel , come una folata di vento calda e rassicurante , era riuscita a riportare aria , luce e ispirazione nella mia vita. Finalmente respiravo.
    “Accennami una strofa.” mi chiese curiosa baciandomi. Forse credeva che corrompendomi avrei ceduto. Ne fui tentato, ma ignorai i brividi languidi nel mio corpo.
    “Posso dirti come si intitola, se vuoi. Il titolo è il cuore della canzone.”
    Attese. Le sue labbra ancora sulle mie. Poi annuì.
    “Speechless..” lo mormorai come un segreto. “Perchè il solo guardarti mi lascia senza parole..Tutto di te mi lascia senza fiato, amore mio” e nel dirlo ero rimasto veramente senza fiato. Ormai, mi sentivo come un recluso prigioniero delle sue catene.
    Le sue gote si accesero di un irresistibile rosa e io persi il controllo. Le mie mani affondarono nei suoi morbidi e lucenti capelli neri e in un' istante l'attirai a me per baciarla come avevo desiderato per tutta la sera. Avevo atteso abbastanza. Dalle sue labbra uscì un verso di approvazione : basso , rauco , sensuale. E questo mi fece letteralmente impazzire. Mi divincolai sotto il suo corpo, la presi per i fianchi e la condussi sotto di me. Mi accolse tra le sue gambe e finalmente la sentii. Ne percepii ogni morbidezza , ogni carnosità e proprio allora il mio cuore scoppiò. Il velo del desidero era sceso sui suoi occhi: di un blu cobalto tormentato e irresistibile.Aprì bocca per dire qualcosa ma glielo impedìì baciandola come un pazzo che cerca di ritrovare la ragione. La baciai , la baciai , la baciai.. finchè non sentii il sapore del sangue sulle mie labbra. Perso in tutta quella passione l'avevo morsa ma sembrò non accorgersene e continuò anche lei a baciarmi e a toccarmi. Il fuoco si era ridotto ad una fievole scintilla ma lo vedevo ancora riflettersi sulla sua morbida pelle diafana. Una donna divisa tra notte e tramonto. Un angelo del paradiso e una tentazione peccaminosa. Oltre quel lieve scoppiettio, solo i nostri affanni erano udibili. Un mormorio che mi stava conducendo all'oblio. Le strappai la camicia dal petto , Rahel sfilò velocemente la mia come se lasciare le mie labbra la facesse soffocare. Mi sfilò la cintura e un attimo dopo i nostri vestiti erano a terra accanto al divano. Esplorai con le labbra il suo intero volto, anche se ormai era un sentiero che potevo percorrere a occhi chiusi, e mentre con le dita accarezzavo la pelle calda sotto l'elastico delle sue mutandine la sentii gingermi avidamente il bacino con le gambe.
    Tutto ciò che seguì fù … il paradiso. Il dolce luogo dove potevo sentirmi cullato e al sicuro. Sentirla mia , sentirla morbidamente e perfettamente intorno a me era inebriante e al tempo stesso tremedamente doloroso. Sentirla così mia e avere paura di perderla all'improvviso. Sentirla amarmi con anima , cuore e corpo e essere terrorrizzato di deluderla. Sentirla ansimare il mio nome come se volesse annullarsi in me e aver paura di non riuscire a prendermi cura di lei perchè riuscivo a malapena a prendermi cura di me stesso. Sentirla da far male perchè non era abbastanza da legarla a me per sempre . Di più , volevo di più. Mi resi conto che tutto questo non mi bastava.
    “Facciamo un bambino , Rahel...” dissi mormorando , cercando di mantenere il controllo. Ero sul punto di cedere. Rallentai le mie spinte fino a farle diventare carezzevoli movimenti.
    Si contrasse sotto di me, cercando di prendere il mio stesso ritmo e pian pian piano il suo affanno rallentò ma il languore nei suoi occhi aumentò.
    “Voglio un figlio . Un figlio da te. Nostro figlio ..” continuai come se fosse una nenia ipnotica
    “Io ..“ sapevo che era rimasta senza parole per quella domanda. Non ne avevamo mai discusso e forse farlo ora avrebbe cambiato le cose per sempre.
    “Io ti amo , Rahel. Sei la mia casa , la mia vita.” , la baciai lento “ Tutto senza di te non avrebbe più senso quindi .. facciamo un bambino .“ la baciai ancora. Sapevo che se avessi continuato e che se le mie spinte fossero state più decise avrebbe ceduto. Era quello che volevo. Volevo 'tutto' di lei. Tutto.E così sarebbe stato per sempre. Senza paure né dubbi.
    “Michael , fermati..” disse, non credendoci realmente. Le accarezzai i seni sentendoli tersi sotto le mie dita. Continuai..
    “Rahel , sarà il nostro bambino. Con i tuoi occhi e il mio sorriso..” mi feci fino in fondo. Dentro di lei finchè non la vidi rovesciare gli occhi all'indietro e inarcarsi totalmente contro di me. Corpo contro corpo. La baciai ancora, ovunque.
    “Michael ..” sussurrò. Mi chiamò ancora, ma io mi sentivo come in un sogno. Un sogno bellissimo, dal quale non sarei mai potuto tornare indietro.
    “Michael..” ripeteva , e poi si fermò. Non accompagnava più i miei movimenti . La guardai negli occhi e vidi la sua insicurezza. E nell'attimo in cui ci guardammo , capii. Poi precipitai e l'impatto fù devastante.
    “Rahel, ti chiedo di avere un bambino perchè sei la donna con la quale voglio spendere il resto della mia vita, la donna senza la quale non potrei vivere , e tu ti .. ti ...Non so neanche definire la tua espressione. Sembra che ti abbia chiesto di morire per me .” mi fermai anch'io , ancora dentro di lei.
    “E lo farei , Michael. Moriei per te. Ma questo è..” cercò di controllare l'affanno che ancora la dominava. E io cercai di controllare il mio mentre le rispondevo.
    “E' cosa? E non dirmi che è una rischiesta assurda!”
    Tutto ormai aveva perso romanticiso e passione , mi sentivo come un fiore appassito , privo d'acqua da giorni. Il mondo mi crollò adosso con la forza di un terremoto.
    “Sono confusa, tutto qui.” disse nervosa
    Non poteva rovinare tutto ,eppure lo stava facendo. Scivolai fuori da lei in fretta e con la stessa fretta mi rialzai indossando i pantaloni ancora tremendamente eccitato. Ero furioso. Stava per caso mettendo in dubbio il nostro amore? Il mio , amore?
    “Cosa c'è di così complicato da capire? Ti amo e voglio che diventiamo una famiglia. Vorrei dei bambini che siano solo nostri, capisci?!” inspirai per prendere fiato e riuscire a scrollarmi di dosso il suo profumo, la sua carnosità, quella morbidezza che mi avrebbe portato a discorsi sconclusionati e patetici se non l'avessi ignorata. La sua espressione era tra il frustrato e lo sconforto . Si coprì con il pail appoggiato al bordo del divano e si mise seduta ancora col petto in affanno. Aspettai che parlasse, osservandola attentamente.
    “Capisco , Michael. Certo che capisco. Capisco che 'tu' vuoi . Ma cosa voglio 'io'?” nella sua voce riconobbi un velo di accusa , lo stesso tono che usava con me quando ero strafatto di pasticche e antidolorifici. Mi maledii per averli buttati tutti nel cesso di casa. In quel momento sentivo il bisogno di stordirmi per non sentire le sue accuse. Affondò il viso nelle mani, e la voglia di abbracciarla per dirle che sarebbe andato tutto bene fù talmente forte che feci un passo avanti. Ma il mio orgoglio mi fermò prima che potessi raggiungerla.
    “Vuoi lo stesso. Mi ami.” e nel dirlo ne ero veramente convinto. Sembrava così ovvio. Forse aveva ragione Rahel : stavo peccando di superbia. Il mio doppio era tornato.
    “No!!!”chiuse i pugni frustrata picchiandoli sulle ginocchia, e i capelli le ricaddero ribelli sul viso mentre scuoteva la testa afflitta. Dopo un silenzio carico di tensione si schiarì la voce e continuò , guardandomi .
    “Voglio dire, certo che ti amo ma.. Non puoi ..non puoi decidere per entrambi!” si alzò , tenendosi avvolto il pail al corpo con una mano.
    “Non ho deciso per entrambi, te l'ho chiesto.” mi feci avanti ancora di un passo con le mani sui fianchi per dare tono alla mia affermazione. In realtà volevo solo scappare , non affrontare quel discorso inutile e finire per litigare. Perchè così sarebbe finita.
    “No, l'hai dato per scontato perchè 'tu' lo vuoi. ” Rahel accompagnò quel tu con l'indice che mi puntò al petto nudo. Il suo dito era freddo ma quel contatto risultò bruciare. Volevo attirarla a me e continuare ciò che avevamo iniziato , riavvolgere quel momento aspettando un giorno migliore per affrontare l'argomento. Più continuavo a guardarla più l'amavo , più l'amavo più la desideravo, più la desideravo più volevo ogni cosa di lei anche dei figli , e più pensavo ai nostri figli più morivo di gelosia perchè aveva avuto Aril da Darren. Stavo impazzendo , stavo per raggiungere l'esasperazione.
    “L'ho dato per scontato perchè ci amiamo , tutto qui. Forse mi sbagliavo.” dissi contrito. La trafissi con lo sguardo. Ormai il mio viso era privo di espressione ed ero certo che le mie labbra si fossero ridotte ad una linea netta e severa. Volevo le mie medicine! Bene, avrei avuto qualcos'altro. Le volto le spalle e mi incammino verso la cucina. Sono scalzo ma non sento minimamente freddo , ne il pavimento di marmo rosso sotto i miei piedi. Apro impaziente le ante della cucina ma non trovo niente che faccia al caso mio. La sento seguirmi , si ferma dietro di me. E anche se non la vedo perchè non voglio voltarmi , non voglio guardare quei suoi magnifici occhi inquisitori, non ora che sono furioso, percepisco la sua disapprovazione perchè si aspetta che faccia una cazzata. Come tutte le volte che litighiamo. Sembra che io sia solo capace di mettermi nei guai. O meglio , lei nè convinta ed è sul punto di convincere anche me. Poi .. la trovo. La bottiglia di rum che Rahel usa per bagnare il pandispagna del dolce che prepara ogni sabato per lo Shabbat. Potrei farmi un bicchiere di vino ma se devo bere qualcosa preferisco che sia più forte , deve pur sempre compensare l'assenza delle mie 'amichette'. Riempio il bicchiere fino all'orlo e lo butto giù reclinando la testa all'indietro. Il liquido ambrato scende lento nella mia gola e come un fuoco si propaga in tutto il corpo. Ne voglio ancora , non è abbastanza per calmarmi.
    “Da quando bevi?” la sento chiedere incredula . Non mi volto.
    “Da ora !” rispondo beffardo voltandomi con noncuranza.
    La delusione zampilla nei suoi occhi e le sue labbra , le sue carnose morbide e rosee labbra, sembrano tremare. Mentre reggo il bicchiere con una mano con l'altra lo riempio ancora.
    “Alla nostra ,Rahel!” il mio tono è tutt'altro che serio. Sono sadico. Butto giù.
    Lo sento , non è il mio doppio. E' la Bestia.
    “Devi smetterla ! Non puoi mischiare l'alcool con i farmaci.” il suo tono solenne mi fa sentire come un bambino disubbidiente e dispettoso che non vuole mangiare le verdure e preferisce i dolci. Non voglio. Voglio che si senta male come poco fa lei ha fatto sentire me.
    “Questa l'ho già sentita! ”
    Si sporge per togliermi la bottiglia di mano ma io abilmente la evito. Continuo ingenuamente
    “Ma questo è quello che credi 'tu'. 'Tu' vuoi che smetta.TU. “, e mentre sottolineo quel tu sono furente , “ E quello che voglio io? Io voglio bere!” la mia voce si alza di tono e mi accorgo di averla spaventata.
    “Avanti Michael , ora basta. Basta!” cerca di prendere il bicchiere ma sono più veloce di lei e non glielo permetto. Con una mano si tiene il pail che le copre appena il corpo. Intravedo fugacemente la curva delle natiche e ho un brivido. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Sono furente, eppure continuo a desiderarla. Sono arrabbiato perchè lei non si fida di me.
    “ Ascoltami..” cerca di dirmi ma si blocca perchè butto a terra bicchiere e bottiglia. Si fa indietro per evitare di farsi male.
    “Ti ascolto.”incrocio le braccia al petto , aspettando. Il pavimento è cosparso di vetri e rum ma non mi interessa , voglio una spiegazione plausibile.
    I suoi occhi diventano lucidi , scuote la testa e corre via dalla cucina. Il mio istinto supera l'orgoglio e la rincorro su per le scale. L'afferro per un braccio voltandola e bloccandola al corrimano di legno.
    “Avanti , parla. Dammi un motivo plausibile per non sentirmi così male. Dammi un motivo plausibile per dimenticare il tuo rifiuto.” e mentre lo dico sono fuori controllo. La voce stenta ad uscire e sento solo il mio cuore rimbombare nelle orecchie. Un tumulto di emozioni che mi porterà alla pazzia. Lei mi porterà alla rovina.
    “Mi fai paura , Michael.” chiude gli occhi per non guardarmi. L'affanno la fa sembrare ancora più spaventata.Cerca di scappare ma io la blocco.
    Trema sotto la mia presa , non mi ero accorto di quanto la stringessi finchè non guardo la pelle delle sue braccia rossa sotto le mie dita. Allento la presa ma non la lascio. Ho paura che scappi , per sempre, dopo avermi visto ancora in questo stato. Ha assistito talmente tante volte al mio declino che si stuferà e fuggirà lontano da me prima o poi. E questo non posso sopportarlo. Pensare che possa tornare con Darren mi provoca una fitta al cuore. Mi manca il respiro. E quello che voglio sentire ora è solo la sua voce che dice di amarmi. Sono esausto della mia insicurezza , stufo di doverla rincorrere per paura di perderla. Voglio amare ed essere riamato , non voglio temere più né la morte né il mio passato. Le mie labbra la cercano , guancia contro guancia in un movimento delicato che mi riaccende. La sento sospirare e rilassarsi contro di me, anche se la mia presa è ancora decisa.
    “ Non avrei dovuto reagire così , perdonami.” la sua voce è così debole e stanca che faccio fatica a distinguerne le parole. Continua faticosamente “E' una decisone così importante che cambierebbe per sempre le nostre vite.” mi perdo nel suo mare blu..
    “La mia è radicalmente cambiata dal momento in cui ti ho conosciuta”
    Non resisto , non so dove aggrapparmi per non cedere. Non so come evitare di guardarla con questo languore nel petto e nel ventre , non so come evitare di volerla nuovamente. Di amarla così disperatamente. Vorrei evitare che questo desiderio seppellisca il discorso sul bambino ma il suo sguardo è irresistibile, le sue labbra si schiudono e il suo affanno si fa più intenso come se sapesse che tra qualche istante non risponderò più di me. La voglia di sentirla intorno a me e di vederla abbandonata tra le mie braccia mi da un senso di appartenenza , di possesso. Lei è mia , tutto di lei mi appartiene : corpo e anima come io sono suo.
    Chiude gli occhi e la sento arrendersi definitivamente , allento la presa fino a circondarla con le mie braccia e la stringo più forte al mio petto.
    “Dimmi che mi ami” le sussurro tra i capelli “Pensare di perderti mi fa impazzire.Pensare che tu non ti possa fidare di me o che io non riesca a prendermi cura di te mi devasta.” faccio scivolare una mano tra noi e abile come un ladro le sfilo la piccola coperta ce la copre a malapena. La sento tremare sotto le mie carezze. “ Ti supplico, dimmi che mi ami e che insieme ce la faremo ..Come posso dimostrare di cambiare se proprio tu non credi in me ?“ lo chiedo con tanta di quella deferenza che alle mie orecchie sembra una preghiera appenna accennata.
    “Ti amo “ mi risponde arresa con gli occhi che si velano di lacrime
    “Ti amo e voglio tutto di te. E si … credo in te e ...” ma prima che possa continuare mi getto sulle sue labbra baciandola con incontrollabile passione . La mia mente si azzera dimenticando tutto , i nostri cuori che battono all'unisono in una trepidante attesa del momento che vorrei vivere in eterno.Io , lei , un corpo , un'anima. Per sempre.

    Tesorini miei ecco un piccolo regalo pre natalizio per dirvi che vi porto sempre nel cuore e vi penso. Mi aggiro nel forum silenziosa. Come state? Io e Virgi benissimo , stressata per il lavoro. Vi voglio bene tanto tanto. LOVE
     
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  13. dirtydiana
     
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    Grazie del regalo di Natale, prima però devo rileggermi un po' di capitoli indietro per agganciarmi con questo. :ciau:
     
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  14. Eleonora Marangoni
     
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    Ciao Tesorino .... ti bacio forte !!
     
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  15. ornellamj
     
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    ...scusami Blank, non voglio fare la rompiscatole ma...questo capitolo lo avevi già postato... :mmm:
    ma apprezzo moltissimo che nonostante lo stress da lavoro e gli impegni familiari tu abbia pensato a noi...GRAZIE!!!! :smack:
     
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167 replies since 10/1/2011, 22:31   3586 views
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