Una Vita A Passo Di MoonWalk

Un viaggio infinito che racconta la ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una vita vissuta sulle ali della musica.

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  1. Ester jackson
     
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    Ossignore che dolcezza la tua ff :**: :**: :**: :**: ...è bellissima ....che tenera e dolce la scena in cui michael le accarezza i capelli mentre lei dorme... :**: :**: :**: :**: :**: :**: sei bravissima....continua.....kiss
     
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  2. Elena01
     
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    Bella e dolcissima questa FF :**: :**: :**:
    Questi due ragazzini sono così teneri! :love:
    Brava Jackie, stai scrivendo qualcosa che si legge veramente con grande piacere :kiss2:
     
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  3. Holiday
     
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    Non posso fare altro che essere concorde con le ragazze che mi hanno preceduto!
    Questa ff è dolcissima, e Michael e Jackie sono tenerissimi.:**:
    Non farci aspettare troppo per il prossimo capitolo. :P
    :kiss:
     
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    CITAZIONE
    - Verdissima. Ci sono un sacco di alberi e un cielo stupendo. E poi la gente è sempre allegra…

    Michael non poté che sentirsi inibito di fronte a quegli occhi verdi che brillavano gioiosi al solo pensiero della terra mediterranea.
    Ebbe ancora il timore di perderla, ma come per magia lei si accorse dei suoi pensieri e lo baciò sulla guancia.

    :**: Oh cielo dolcissimi. Questa FF si riconferma un gioiellino Jackie,splendida....
    Continua appena puoi,io sono sempre qui. :hug:
     
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  5. Jackie
     
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    Grazie ragazze. La fanfiction continua grazie al vostro sostegno.
    Un abbraccio a tutte :) <3
     
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  6. StefyJackson91
     
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    Jackie ti aspetto con il prossimo capitolo!! ^^
     
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  7. Jackie
     
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    In questi tre giorni per voi ben due capitoli per farmi perdonare i miei ritardi... vi abbraccio tutte e vi ringrazio in anticipo per il sostegno! :)


    Non c'era cosa più bella nel vederti accogliermi felice. Nel vederti aspettarmi la sera per cena.




    CAPITOLO 13

    - Jackie! Jackie corri! Forse… non ne sono sicura ma credo che sia pronta!

    Janet sembrava nel panico.
    Fissava con occhi sbarrati la pentola che bolliva sul fuoco.
    All'interno del recipiente di ferro l'acqua scoppiettava in tante bolle e una schiuma bianca e gelatinosa andava condensandosi ai bordi.
    La ragazza rabbrividì e chiamò ancora la migliore amica.

    - Janet, per piacere! Mi sto vestendo!

    - Jackie ti prego corri! L'acqua bolle!

    Sbuffando, Jackie abbandonò lo specchio per precipitarsi in cucina.
    Quella sera doveva uscire e ci teneva a essere in ordine.
    Tuttavia, la cena non poteva aspettare.

    Non era la prima volta che portava la pasta in casa Jackson, ma nessuno, nemmeno Katherine che hai fornelli era bravissima, aveva saputo darle una mano.
    Jackie, in Italia, aveva imparato i tempi di cottura, a fare i ravioli e a preparare diversi tipi di sugo.
    Le aveva insegnato tutto nonno Andrew, che era sempre stato un appassionato di cucina.
    Jackie adorava il suo vecchio nonno, e ricordava sorridendo i momenti passati con lui davanti ai fornelli.

    Abbandonò i ricordi ed entrò in cucina.
    Janet fissava terrorizzata la pentola bollente e appena la castana fece il suo ingresso, le si precipitò addosso.

    - Jackie! Jackie! Scusa se non so cucinare e se ti disturbo sempre, ma credo che sia ora di tirarla fuori!

    Jackie prese un mestolo e pescò una farfalla dalla pentola.
    Poi la portò alle labbra e l'assaggiò.

    - No, la pasta è ancora dura. Dobbiamo aspettare che sia morbida.

    - Ma l'acqua continua a bollire.

    - Lasciala, fra qualche minuto riassaggiamo.

    Posò il mestolo e una scintilla illuminò per un momento gli occhi verdi.

    - Michael sta per tornare?

    Janet annuì.

    - Dove andrete stasera?

    Era una delle prime volte che Katherine permetteva a Michael e a Jackie di uscire la sera, e i due ragazzi si erano messi d'accordo per una passeggiata tranquilla in compagnia.

    - Penso vicino al lago, dove nessuno può vederlo.

    Essendo un cantante, non era raro che qualcuno si avvicinasse per chiedere a Michael un autografo o una foto.
    Lui rispondeva educatamente, ma Jackie sapeva che quando quelle attenzioni si facevano troppo intense, lo stressavano.
    La vita dell'artista non era una passeggiata e alla Motown c'era sempre molto da fare.

    Janet sospirò invidiosa.
    Lei non poteva ancora uscire la sera: Katherine diceva che era ancora troppo piccola.
    Mamma Jackson era molto protettiva nei confronti dei figli, soprattutto Michael, Janet e Jackie, che per lei era come una propria figlia.

    - Sono felice che usciate. Almeno vi distrarrete un pò da tutto. - disse Janet, scoprendo i denti perfetti in un sorriso sincero.

    Jackie sapeva a cosa alludeva.
    La vita in famiglia non era mai tanto facile per lei e Michael.

    Lui le parlava spesso dei suoi problemi con i fratelli, diversissimi da lui per gusti, aspetto e carattere, e con il padre Joe, sempre pronto a criticarlo.
    Lei invece litigava spesso con i fratelli di casa Foster, escluso Albert che tentava sempre di proteggerla, e con il proprio padre.
    George non era cambiato di una virgola in quegli anni.
    Non era certo al corrente degli spostamenti della figlia per vedere la famiglia e non sembrava interessarsi nemmeno alla sua esistenza.
    Jackie soffriva per questo, ma aveva imparato a convivere comunque con quell'uomo che, piano piano, stava diventando uno sconosciuto.

    Il rumore sommesso delle chiavi nella serratura interruppero i pensieri delle due ragazze.
    La casa, dapprima vuota, si riempì di volti allegri e un pò stanchi per la pesante giornata di lavoro appena passata.
    Le voci familiari e i soliti e annoiati saluti.

    - Buonasera!

    - Siamo tornati!

    - Che profumino!

    Jackie salutò uno ad uno i fratelli Jackson che entravano e si accomodavano stravolti, attendendo di vedere il volto che aspettava da una giornata.
    Joe e Katherine entrarono quasi per ultimi con le borse della spesa seguiti da una figura più esile che portava un carico doppio.
    Jackie gli andò incontro, prendendo in mano le borse pesanti e appena i suoi occhi incontrarono quelli di Michael, il suo volto si aprì in un sorriso luminoso.

    - Ben tornato! - gli disse sorridente.

    ---




    Non trovavo attesa più dolce nell'aspettarti la sera.




    CAPITOLO 14


    Appena furono in casa lui appoggiò le borse sul pavimento e l'abbracciò.

    - Mi sei mancata oggi. - disse.

    - Anche tu.

    Si staccarono e cominciarono a metter via la spesa.

    - Com'è andata oggi alla Motown?

    - Bene bene. Abbiamo fatto le prove per la registrazione. Come mai non sei venuta? Berry ha chiesto di te, e Diana ha già detto che le manchi.

    Jackie sorrise, pensando alla donna che l'aveva accolta e trattata come una figlia per anni.
    Ormai non era più una bambina, ma l'affetto che provava per Diana era intoccabile e immenso.

    - Domani verrò, e farò ancora un pò di pratica con gli attrezzi.

    Adorava lavorare sul suono della musica.
    Contribuire a migliorare un progetto la rendeva orgogliosa di poter lavorare per la casa discografica.

    Michael sorrise, pensando ai loro progetti futuri.
    Poi annusò l'aria e il suo volto si illuminò.

    - Odore di cibo buono… - constatò.

    Jackie rise e si catapultò davanti al pentolone.

    - E' quasi pronta ormai. - annunciò.

    - Ehi Jackie, hai cucinato ancora la "ricetta"? - chiese uno dei Jackson dal divano, dove tutti i fratelli si erano ammassati per riposare.

    Katherine osservò la pentola, e sorrise.

    - Dovrò imparare un giorno - disse.

    Jackie apparecchiò la tavola con l'aiuto di Janet.
    Michael era seduto su una sedia, con una mano sulla fronte.
    Kahterine lo notò per prima e si diresse preoccupata verso il figlio.

    - Non stai bene? - chiese.

    - No no, sto benissimo. Sono solo un pò stanco per oggi. Il lavoro alla Motown a volte è devastante!

    Jackie gli lanciò un occhiata preoccupata.

    - Se sei stanco, stasera possiamo anche rimanere a casa.

    Michael la guardò.

    - Assolutamente no! Muoio dalla voglia di uscire con te! - disse risoluto, e nessuno ribadì.

    Jackie chiamò tutti a tavola e distribuì il sugo in ogni piatto.
    Poi, arrotolò uno spaghetto e lo porse a Michael con una forchetta.

    - Assaggia!

    Il ragazzo chiuse e gli occhi e sorrise.

    - Lo sai che a me piace la pasta, soprattutto quella che cucini tu.

    La cena venne consumata velocemente e, quando tutti ebbero finito di mangiare, Michael e Jackie si alzarono.
    Lui andò a cambiarsi, lei sparecchiò.
    Katherine si avvicinò per aiutarla.

    - Ascolta Jackie, mi raccomando, non entrate in nessun locale che vi sembra troppo sporco o pericoloso.. - disse.

    - Tranquilla Katherine! Andiamo soltanto a passeggiare al parco, e al fiume a tirar sassi.

    Jackie sorrise in modo così sincero e convincente che Katherine non replicò.
    Poco dopo tornò Michael e i due ragazzi uscirono nel buio fresco della notte.

    Camminarono per un pò chiacchierando finchè non raggiunsero il fiume.

    - Allora signor Jackson, a che punto è il disco? - chiese Jackie d'un tratto.

    - Una canzone. Manca solo una canzone e poi saremo a posto.

    - Ti sei preparato per l'esame?

    - Quale esame?

    - L'esame per la patente.

    Si battè una mano sulla fronte con forza.
    L'esame!
    Sapeva quanto Katherine ci tenesse che lui prendesse la patente di guida.
    All'inizio era stato contrario, ma non aveva potuto sottrarsi all'ordine di Katherine.
    Con lui, anche Jackie doveva prendere la patente.

    Davanti alla faccia che aveva fatto Michael, lei non poté trattenersi dal ridere.

    - Te n'eri dimenticato vero? - chiese fra le risate.

    Lui arrossì per l'imbarazzo.
    In effetti era piuttosto distratto e con la testa fra le nuvole.

    - Si, me ne sono dimenticato. - ammise - Ma scommetto tre dollari che tu non lo passerai.

    - E' andata mio caro.

    Si strinsero la mano e poi lui lanciò un sasso nel fiume.

    - Michael, posso farti una domanda?

    - Me l'hai appena fatta.

    - In confidenza.

    - Mi prendi in giro?

    - Quale il tuo più grande sogno?

    Lui si voltò verso di lei.
    I suoi occhi neri riflettevano la luce della luna e guardarli rendeva Jackie nervosa senza motivo.

    - Cioè… se hai uno scopo da raggiungere nella vita, insomma.. - cercò di dire imbarazzata.

    - Si, ce l'ho. - rispose lui, voltandole le spalle.

    Fissava il fiume, l'acqua scrosciante davanti a sè, che s'infrangeva contro i sassi con una forza pari alla sua determinazione.

    - Voglio creare l'album più venduto di tutti i tempi nella storia della musica. Qualcosa da ascoltare e riascoltare, adatto a tutti. - disse senza guardarla.

    La sua voce da ragazzo si era magicamente trasformata in un tono più adulto, da uomo.
    Si girò verso di lei e finalmente sorrise.

    - E avere tanti bambini - disse. Era ritornato il dolce Michael si sempre. - Spesso mi immagino padre di.. che so… di 13 bambini!

    - Tanti! - rise Jackie.

    - E il tuo? - chiese lui, timidamente.

    Lei ci pensò un pò, osservando le stelle sopra di loro.

    - Anche a me piacerebbe avere tanti bambini - disse, mentre lo spazio infinito s'illuminava della luce della luna. - E poi… andare in Africa ad aiutare le persone che non possono mangiare.

    - E' un sogno molto nobile. -disse Michael.

    L'atmosfera era diventata più seria e magica.
    Gli scherzi e le risate che prima si udivano non c'erano più.
    I due ragazzi si interrogavano sui loro sogni e sul loro futuro.
    Cosa sarebbe successo? Quali dolori e quali gioie avrebbero subito?

    Quanti dubbi c'erano nelle loro menti.
    Sono una cosa era certa: sarebbe stato un futuro da affrontare insieme.


     
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  8. Ester jackson
     
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    Grazie.....meravigliosa come sempre.....
    ti adoro cara..... :love: :**:
     
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  9. StefyJackson91
     
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    sono di una dolcezza infinita *_*
    e tu Jackie sei bravissima i miei complimenti :)
     
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  10. stefymj
     
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    wow Jackie sei bravissimaaaaaaa!!!! Sono proprio cucciolosiiii *_* continuaaaaa :love: :love: :love:
     
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  11. Holiday
     
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    Bentornata Jackie!
    Grazie per aver postato due capitoli: la storia, fino a questo momento, è stata caratterizzata da tanta dolcezza e delicatezza.
    Ed è bello vedere come Jackie e Michael stanno crescendo insieme.
    Continua perchè voglio leggere come affronteranno il futuro insieme.
    :--:
     
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    Proprio belli Jackie! Ti confermi sempre molto brava ;)
    :hug:
     
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  13. Elena01
     
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    Ero rimasta un po' indietro Jackie, ma adesso ho recuperato tutto! :ehm:
    Sempre dolcissimi i due ragazzi... molto tenera e delicata questa storia; brava! :)
     
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  14. Jackie
     
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    Finalmente ce l'ho fatta a postare! :ehm:


    Se sei un folle nessuno potrà mai contraddirti.




    CAPITOLO 15

    - Allora, com'è andato l'esame?

    I due ragazzi rientrarono in casa.
    Quel giorno avevano dovuto affrontare l'esame per la patente e Katherine attendeva emozionata di sapere i risultati.
    Michael sfoggiò il suo miglior sorriso.

    - Passato! - disse soddisfatto.

    - E tu Jackie?

    La castana non rispose.

    - Emh… non l'ha passato. - disse Michael al posto suo.

    Katherine sbarrò gli occhi sorpresa.
    Fra lei e Michael, quella che aveva studiato di più era Jackie e il fatto che non avesse passato l'esame era sconcertante.

    - Oh bè.. non importa, ci riproverai fra tre mesi.

    Jackie annuì debolmente, imbarazzata.
    Come aveva fatto ad essere bocciata, non lo sapeva nemmeno lei.
    Michael le circondò le spalle con un braccio, tentando di tirarle su il morale.

    - Suvvia tesoro - le disse - Sono certo che ce la farai. E poi, che ne dici se ti portassi a fare un giro in macchina?

    - Ora?

    - Immediatamente!

    - Michael! - sbottò Katherine - Lo sai che non puoi andare in giro. La gente ti riconoscerebbe, e se incontri un gruppo di fan.. sei finito!

    - Andiamo mamma! Starò in macchina, non mi vedrà nessuno! Ho proprio voglia di uscire con Jackie!

    - Katherine ha ragione Mike - disse la castana - Se qualcuno ti vedesse potresti..

    Non finì, poiché l'espressione implorante di Michael stava cominciando a farle cambiare idea.
    Aveva ragione lui: non poteva restare sempre rinchiuso solo perché era una celebrità!

    - Però…. proviamoci!

    - Jackie!!! - esclamò Katherine, interdetta. - Credevo che almeno tu fossi dalla mia parte!

    - Michael ha ragione Katherine! Non esiste che debba sempre stare rinchiuso solo per colpa del suo successo. - Poi, sorrise cercando di rassicurare mamma Jackson - Tranquilla, lo terrò al guinzaglio io!

    - Ehi, non sono mica un cane!

    I due si misero a ridere e Katherine acconsentì sorridendo.

    - State attenti però!

    Ma i due erano già usciti.

    Salirono in macchina.
    Michael si mise al posto di guida e Jackie si sedette al suo fianco.

    - Allora, fammi vedere come si fa. Illuminami mister Jackson! - scherzò.

    Ridendo e scherzando, partirono alla volta della città.
    I marciapiedi erano affollati di gente e c'era molto traffico.
    Fortunatamente, i finestrini della macchina erano scuri e la figura di Michael Jackson era invisibile agli occhi dei passanti.

    - Pensi che potremo fermarci da qualche parte? - chiese lui a un certo punto.

    - C'è tantissima gente Mike. Non penso riusciremo a non essere visti.

    - Che ne dici di quel market? - indicò lui.

    All'incrocio davanti a loro vi era un market, e al fianco un entrata a un parcheggio che dava sul retro.

    - Sembra un posto abbastanza discreto. - disse Michael, imboccando la strada.
    Jackie invece, non era molto convinta.

    - Proviamo.

    Parcheggiarono.
    Michael aveva ragione: non c'era praticamente nessuno, il parcheggio e il market erano deserti.

    - Che ti dicevo? - chiese soddisfatto.

    - Perché se venuto in un market?

    - Boh. Sembra interessante. Dai entriamo.

    - Vai tu, io ti raggiungo subito. Il tempo per una telefonata. - disse lei dirigendosi verso una cabina telefonica.

    Michael entrò nel negozio e, appena lo vide, la commessa alla cassa s'immobilizzò.

    - M.. Michael Jackson? - balbettò.

    - Salve - salutò lui educatamente, cominciando a guardarsi intorno.

    Camminò fra gli scaffali, osservando tutto con grande curiosità.
    Faceva uno strano effetto stare da solo in un market, senza nessuno che gli corresse incontro urlando il suo nome.
    Sospirò rilassato e chiuse per un attimo gli occhi godendosi quell'attimo di pace.

    Pace che fu subito interrotta da delle voci stridule in avvicinamento.
    Aprì di scatto gli occhi nel preciso istante in cui un gruppo di ragazze entrò nel negozio, rompendo il silenzio con chiacchiere e versetti.

    Fu colto da un ondata di panico.
    Se l'avessero visto chissà cosa sarebbe accaduto!
    Gli sarebbero saltate addosso, gli avrebbero urlato nelle orecchie, gli avrebbero chiesto autografi e foto e poi… chissà cos'altro.

    Con uno scatto si spostò dietro uno scaffale di scatole per gatti ma il suo rapido movimento fu notato da una delle ragazze che lo riconobbe subito.

    - Ragazze ma…. quello è Michael Jackson!!! - strillò.

    - Michael Jackson!!!! - fecero eco le altre.

    E' finita, sono spacciato, pensò Michael vedendo con occhi terrorizzati il gruppetto che si avvicinava.

    - Michael? Sei davvero tu?

    - Quello dei Jackson 5 vero? Che emozione!!

    - Mi faresti un autografo?

    - Facciamo una foto insieme? Ti prego!

    - Posso abbracciarti?

    Confuso da tutte quelle domande dette contemporaneamente non si accorse della mano che si stava avvicinando ai suoi occhi.
    Una ragazza dalle unghie lunghissime lo colpì per sbaglio e Michael si ritrasse bruscamente.
    Sentì un altra mano che stava toccandogli i capelli e fu preso dal panico.

    - Qui qualcuno ha bisogno di pepe e un overdose di buone maniere! - urlò una voce.

    La ragazze si voltarono e una nuvola vaporosa puzzolente le colpì in volto, facendole strillare.
    Senza perdere altro tempo, Jackie si posizionò davanti a Michael, armata di due bombolette spray al pepe.

    Mi sento un eroe. Anzi, un'eroina!

    Appena aprì gli occhi, riprendendosi dallo stordimento, Michael la guardò interdetto.

    - Jackie??

    - Scappa! Metti in moto la macchina e allontani subito da qua!

    - Sei matta? Non posso lasciarti qui!

    - Io a differenza tua ho un piano! Corri!

    Non attese altro e corse verso la macchina, lasciando Jackie con il gruppetto.
    La ragazza osservò le fan e provò un orda di disgusto nei loro confronti.

    - Si chiede per favore ragazze! - disse loro, poggiando le bombolette.

    - Come osi? - urlò una di loro, probabilmente la più irritabile. - Quello era MICHAEL JACKSON, capisci?

    Jackie aggrottò un sopracciglio.

    - No.

    Corse verso la porta e uscì nel parcheggio.
    Michael era già partito.
    Vicino all'entrata c'era un cavallo, con le redini sciolte fra le gambe, intento a rosicchiare una conifera.

    Non avrò la patente, pensò Jackie arrampicandosi sulla groppa dell'animale, ma non è un reato se porto un cavallo a spasso, credo..

    Non perse tempo e partì al galoppo verso casa.
    Imboccò una via secondaria che andava verso casa.
    Sul ciglio della strada riconobbe la macchina: Michael doveva essersi fermato ad aspettarla.
    Appena la vide arrivare, scoppiò a ridere.

    Jackie si fermò accanto alla portiera aperta: dopo quello che avevano rischiato, non era il caso che Michael uscisse di nuovo.

    - Non posso crederci - esclamò lui mentre Jackie scendeva - Tu sei completamente pazza - le disse guardandola negli occhi.

    - Può darsi, non è da tutti correre per strada con un cavallo quando non hai la patente. - rise Jackie, accarezzando il muso dorato dell'animale.

    - Già.

    Jackie notò che lui teneva l'occhio chiuso lacrimante.

    - Cosa ti hanno fatto? - chiese improvvisamente preoccupata.

    - Una di loro mi ha infilato l'unghia nell'occhio.

    - Ahia… fammi vedere - disse lei inginocchiandosi.

    Michael aprì l'occhio: era rosso e lacrimava.

    - Non sembra nulla di grave a parte il colpo. Appena siamo a casa te lo medico io.

    Michael annuì, pensieroso.

    - Non dire nulla alla mamma - disse dopo un attimo di silenzio.

    - Cosa?

    - Non dirle niente. Se glielo diciamo, non mi permetterà mai più di uscire. - la implorò.

    Jackie stava per dirgli che era pericoloso, o comunque rischioso, ma poi capì i suoi bisogni e abbassò il capo.

    - Ok.

    - Grazie Jackie, i love you. Scusami tanto.

    Si abbracciarono, ma poi la castana di scostò.

    - Coraggio, torniamo a casa.


     
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  15. stefymj
     
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    Poverino Miky...:( purtroppo a volte noi fans con la foga e l'emozione non ci siamo rese conto di avergli fatto del male...:(....sei bravissima Jackie!!! :**: :**: :**: :**: :love: :love: :love:
     
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235 replies since 23/9/2010, 13:49   2980 views
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