Una Vita A Passo Di MoonWalk

Un viaggio infinito che racconta la ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una vita vissuta sulle ali della musica.

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  1. Holiday
     
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    Un capitolo delicato, dolce e tenero! :rolleyes:
    Brava! :clap:
    :kiss:
     
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  2. V e l e n o
     
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    Pappapapapapapapapapapa :rolleyes:
    Jaaaaackiiiiiieeeeee :rolleyes:
     
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  3. Jackie
     
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    Semina i tuoi sogni, crescerà la tua vita.



    CAPITOLO 6


    I giochi di Michael e Jackie duravano molto, e i bambini erano sempre felici insieme.
    Ma un giorno, riordinando la sua stanza, Katherine sentì il figlio intonare un motivetto, che la colpì.
    Si scoprì che Michael aveva un talento naturale, e dopo una lunga discussione con Joe, il piccolo Jackson diventò parte integrante del gruppo musicale dei figli, dopo che il padre aveva lasciato i due complici.

    I giovanissimi iniziarono subito le prove con chitarra e microfoni, note e strumenti.
    I giochi di Michael e Jackie divennero sempre più rari, e la bambina, durante le prove, aiutava mamma Katherine nelle faccende domestiche.

    Un giorno, mentre Joe era impegnato con i ragazzi in giardino per provare, Jackie aiutava Katherine a pelare le patate, sedute in cucina.
    Da tempo, mamma Jackson si domandava dove e chi fosse la madre di Jackie.
    Non poteva certo sapere che si trattava di Anna Flint, poiché in America non la conosceva nessuno, e decise di parlare.

    - Jackie ma…. la tua mamma? Non l'ho mai vista, chi è? - chiese con leggerezza.

    Jackie sussultò, spalancando gli occhi. Già, chi era la sua mamma? I ricordi, sepolti da tempo nelle radici della memoria, tornarono a galla improvvisamente, e le provocarono un singhiozzo.
    Katherine, davanti alla reazione della bambina, pensò di aver osato troppo, e decise di far cadere il discorso, prendendo Jackie e stringendola a sè per calmarla.
    Invece, ottenne inaspettatamente una risposta.

    - La mia mamma….. abitavamo molto lontano da qua, non so dove…. ricordo solo lei e il nonno… e c'era un uomo cattivo e….. non mi ricordo più nulla….

    Il pianto aumentò.
    Jackie nascose il viso fra le mani e scoppiò in un turbine di singhiozzi disperati.
    Katherine la strinse a sè maternamente.
    Erano bastate poche parole per intuire l'accaduto.
    Fra i singhiozzi, Jackie continuò a parlare.

    - La mamma cantava sempre… ed era buonissima.. ma non ricordo niente…

    Katherine la baciò e la accarezzò cercando di calmare il pianto disperato.
    Ma nulla poteva frenare quelle lacrime.
    Oh, quanto avrebbe voluto essere lei la sua mamma!
    Ma non era andata così, purtroppo non era andata così…..

    ---



    Dopo essersi confidata con Katherine, Jackie decise di dire la verità anche a Michael.
    Così quella sera, seduti comodamente sul letto di lui, gli raccontò tutto ciò che ricordava di quei terribili momenti.
    Dopo il suo racconto, lui l'aveva stretta fra le braccia, come se quell'abbraccio e il suo amore incondizionato per lei potessero cacciar via ogni sofferenza da quegli occhi verdi che tanto amava.

    - Non temere, d'ora in poi io canterò per te! - le sussurrò.

    Si avvicinò lentamente e la baciò sulle labbra con naturalezza e delicatezza, fissandola dolcemente.
    Davanti a quegli occhi splendidi, Jackie con aveva potuto fare a meno di sorridere.

    ---



    Un giorno, mentre fuori pioveva a dirotto, Jackie era rimasta in casa Foster per cercare qualche stoffa.
    Suo padre non aveva soldi per comprarle i vestiti, così lei raccoglieva ciò che trovava per farsi aiutare da Katherine a cucirseli.
    Chiusa nella soffitta, spostò alcune vecchie scatole alla ricerca di tessuti, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
    Era una borsa, bianca con le rifiniture marroni, nascosta dietro a un pesante baule.
    Non aveva mai visto una valigia così bella, così la tirò fuori.
    Era pesantissima.
    Spinta dalla curiosità, la aprì.
    All'interno c'erano un sacco di carte e documenti, fotografie, pentagrammi e altri strani e curiosi oggetti.
    Con le dita tremanti per la nuova scoperta, Jackie raccolse un foglio a caso e lo portò davanti agli occhi.
    Non sapeva ancora leggere bene, ma Katherine le aveva dato qualche lezione in anticipo e le aveva già insegnato a fare la firma.
    Così, riconobbe il suo nome scritto fra le righe.
    Dopo qualche minuto di tentata traduzione, scoprì che si trattava di un documento di cittadinanza americana.
    Raccolse un altro foglio.
    Stavolta era un certificato di nascita, sempre suo.
    C'erano anche delle fotografie raccolte insieme da un nastro adesivo bianco.
    Jackie le prese e tolse il nastro delicatamente e con attenzione per non rovinare la carta.
    Dopo aver tolto l'adesivo dalle fotografie, le sfogliò rapidamente.
    Le immagini ritraevano forme, luci e colori che non aveva mai visto.
    Una cascina dai muri celesti e le tegole del tetto rosse, immersa nel verde di una foresta; un recinto con pecore, capre e cavalli che pascolavano placidamente; Un cane, una gatta e… una famiglia.
    Davanti a quelle immagini i ricordi riemersero improvvisamente.
    Nonno Andrew, Luca Gabriel, Fabiana, Guglielmo, zia Caterina, la mamma e … lei.
    E poi, le immagini del vicolo, al buio, riapparvero nitide nella sua mente, rapide e violente.
    Un terrore sepolto rimbombò minaccioso nella sua mente confusa.
    Non ce la faccio, pensò in preda al panico, ho bisogno d'aiuto.

    Michael era fuori ad esibirsi, e poi era troppo bambino, come lei, per sopportare tutto quello.
    Non poteva coinvolgerlo completamente in una simile situazione.
    Sapeva che l'avrebbe presa troppo a cuore, e non voleva.
    Doveva fare tutto lei.
    Lei che forse non era già più bambina completamente.
    Corse dal fratello Albert, l'unico di quella casa di cui poteva fidarsi.
    Papà era sempre arrabbiato e tutti gli altri suoi fratelli la odiavano per motivi che non conosceva.

    Corse in camera del biondo e gli venne addosso, abbracciandolo e cercando di trattenere le lacrime.
    Albert rimase immobile, sorpreso e preoccupato.
    La strinse forte e le accarezzò la chioma ricciuta.

    - Ehi ehi dolcezza, calma…. non fare così, non agitarti, va tutto bene… Sorellina, che cosa c'è?

    - Fratellone, aiutami. Ho bisogno di te ora più che mai.

    Edited by Jackie - 11/10/2010, 19:41
     
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  4. Elena01
     
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    Com'è delicata questa FF! I due bambini, i loro giochi... è di una tenerezza struggente! :**:
    Brava Jackie, complimenti! :si: :clap: Molto, ma molto carina :si:
     
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  5. StefyJackson91
     
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    che capitolo pieno di emozioni..chissà cosa farà ora Jackie :**:
     
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  6. Holiday
     
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    Tesoro è...bellissima.
    Ketherine è come una mamma :**:
    E poi il ritrovamento della valigia, il ricordarsi della famiglia e purtroppo anche di quella terribile sera in cui perse la sua mamma :cry:
    Brava! :kiss:
     
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    None of your scars can make me love you less

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    Bello vagare nell'infanzia di Jackie e Michael grazie alle tue parole Jackie...delicato e forte al punto giusto,merito della tua bravura :hug:

    ti faccio notare soltanto una piccola svista grammaticale,solo per correttezza :D

    CITAZIONE
    Non c'è la faccio

     
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  8. paolez
     
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    nuoooooooooooooooooooo!! ma ci sono o ci faccio??
    ero convintissima di aver commentato questa ff e invece..
    chiedo umilmente perdono!!!! :ehm:
    è una ff dolcissima e molto tenera!!!
    non vedo l'ora di leggere la continuazione..
    bravissima Jackie!!
     
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  9. Jackie
     
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    Grazie a tutte ragazze! Mi commuovete ç_ç

    Ale, grazie per la correttezza :D mannaggia a me
     
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  10. Jackie
     
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    L'amico è colui che chiede come stai e dopo ascolta la risposta.



    CAPITOLO 7


    Sdraiato sul letto freddo della stanza, con la sorellina fra le braccia, Albert accarezzava i lunghi capelli dolcemente, addolorato da tutta quella quella sofferenza e cercando di frenare la sua tristezza.
    Le regalò un piccolo bacio sui capelli e cercò di calmarla come poteva.

    - Non fare così dolcezza. Calmati e raccontami. - la incitò con il suo solito tono pacato.

    Jackie prese respiro e disse lui della valigia trovata in soffitta.

    - Ora sento di ricordare qualcosa, come se alla vista di quelle foto mi si fosse accesa una lampadina in testa… - disse con voce debole e sottile.

    Albert capì all'istante.
    Lui sapeva tutto, ed era stato presente quando George l'aveva strappata dalla pace del Mediterraneo per portarla nella terra arida d'America.
    Era sempre stato contrario, sebbene volesse un bene dell'anima alla sorellina e non se ne sarebbe mai separato, ma per lei era certamente meglio la vita tranquilla e pacifica nel verde delle foreste che in una casa dove il padre non si prendeva cura di lei.

    La strinse forte e la cullò fra le braccia forti e muscolose. Sospirò, pensieroso, e Jackie intuì che stava per dirle qualcosa di importante.

    - Jackie… so che sei piccola… ma non posso aspettare anni per di raccontarti per bene le cose come stanno, perché dopo la verità sarà più difficile da accettare. Sei molto intelligente e so che capirai quanto sto per dirti. Forse sbaglierò ma non posso tenertelo nascosto.

    - Cosa devi dirmi? - chiese lei, anche se sapeva già la risposta.

    - Tu ti ricordi dell'Italia? - disse lui, convinto di doverle spiegare tutto dal principio. Dopotutto, all'epoca lei era ancora molto piccola.

    - Italia? Così si chiama la terra meravigliosa della mamma?

    La risposta della bambina lo lasciò interdetto, ma annuì.

    - Si.

    - Quella dove c'è la villa blu col tetto rosso?

    - Si, dove abitavi prima.

    - Me la ricordo.

    Jackie cominciava a rimembrare un immagine dopo l'altra: prati ridenti, case e persone sorridenti.
    Il dolce volto di Anna che rivolgeva una parola gentile a chiunque.
    A quel pensiero, Albert deglutì, sentendosi in difficoltà.
    I ricordi premevano anche contro il suo cuore.

    - Quando tu eri piccola, e papà ci aveva portato in quel posto, ho potuto conoscere la tua mamma. Anna era molto buona con me. Ti confesso che avrei voluto che fosse stata anche la mia mamma… La famiglia dal tuo ramo era davvero meravigliosa. La sera ci riunivamo tutti nella veranda e cantavamo canzoni bellissime!

    Jackie non disse nulla, e nel suo silenzio Albert lesse una sola domanda.

    - La mamma non c'è più, e poi papà ti ha portata qui. Non mi chiedere del resto della famiglia, perché non so ora dove siano…

    S'interruppe quando sentì il primo singhiozzo.
    Il cuore di Jackie si era spezzato.

    - Perché papà mi ha fatto questo? - chiese amareggiata.

    Albert non rispose.
    Probabilmente, nemmeno lui conosceva la risposta.
    Attese che Jackie smettesse di piangere, per poi stenderla sul suo letto, dove si era addormentata sfinita.
    La lasciò per pochi minuti, il tempo di raggiungere la soffitta e nascondere la valigia in un posto sicuro.
    Sicuramente, George non sarebbe stato contento se fosse venuto a sapere che la figlia era a conoscenza di una cosa così importante.

    Una volta in camera, prese in braccio la sorellina avvolta in una coperta e, dopo aver controllato di non essere visto, uscì in strada.

    Il campanello di casa Jackson suonò, e Katherine corse ad aprire.
    La sua sorpresa fu tanta quando vide il ragazzo con una faccia sconvolta e stremata.

    - Albert!!

    Il biondo sorrise.

    - Pensavo volesse aspettare Michael, ma si è addormentata prima del suo ritorno. Ho fatto male a portarla? - chiese, alludendo a Jackie.

    - Assolutamente no! Vieni dentro, non prendere freddo!

    Lasciarono Jackie sul divano e, prima di andare, Albert guardò Katherine con una strana espressione.
    Gli occhi celesti del ragazzo erano turbati, e mamma Jackson capì che qualcosa non andava.

    - Albert, devi parlarmi di qualcosa?

    ---



    Poche ore più tardi, Jackie si svegliò frastornata. La testa le esplodeva e man mano che i ricordi si facevano sempre più vivi nella realtà, si destò con una forte emicrania.
    Katherine, sentendola sbadigliare, la raggiunse subito.
    Si accucciò accanto a lei e le lisciò i capelli con le dita.

    - Ben sveglia mia cara. - le disse sorridente, la voce commossa e gli occhi ancora lucidi dopo aver ascoltato per intero la storia di quella bambina sempre allegra fuori ma che moriva dentro.

    Jackie, vedendo la figura materna di Katherine, sorrise.
    Accanto a lei si sentiva a casa.

    In quel momento, la porta si spalancò improvvisamente.
    Joe e i Jackson entrarono in casa.

    - Scusa il ritardo cara, ma Bill ha voluto che suonassero un pezzo in più. Posso avere un piatto? Non ho mangiato…

    - Certo..

    Katherine si alzò e cominciò a servire la cena.
    Jackie raggiunse Michael, ancora vicino alla porta, cercando di non pensare al forte mal di testa che l'aveva colpita una volta in piedi.
    Michael era stravolto e leggermente sudato, osservava il padre mangiare, ancora in piedi accanto alla porta.

    - Ciao Mike, come è andata?

    - Non indovinerai mai.. - rispose lui, con uno strano scintillio negli occhi.

    Jackie lo guardò confusa.

    - Abbiamo incontrato una donna bellissima e ci ha detto che faremo un disco. Un disco per la Motown!

    - Davvero? E' fantastico! Allora diventerai famoso!!

    Jackie saltellò di gioia. Era felice per il suo amico del cuore, anche se la sua mancanza durante il giorno si faceva sentire.

    Michael non aveva fame e perciò andò subito a letto, portando con sè Jackie.
    La castana era preoccupata.

    - Sei sicuro di non avere fame? Devi mangiare…

    - Sto benissimo. Ho solo voglia di dormire.

    Lui si stese e rimasero al buio in silenzio per qualche minuto, persi in tanti e diversi pensieri.

    - Jackie.

    - Umh?

    - Verrai quando incontreremo questa donna bellissima?

    - Ma io… non c'entro niente in tutto questo.

    - Per favore! E' triste vederti solo la sera, e durante la giornata mi manchi…

    Il buio nascose le guance di Jackie, improvvisamente rosse per quelle parole dette dal cuore.

    - Davvero? - chiese timorosa.

    - Davvero davvero.

    Dopo aver confermato le sue parole, più convinto di prima, si alzò per darle un bacio e poi affondò la testa nel cuscino.

    - Buonanotte allora.

    - Notte Mike..

    Attese qualche istante prima di confessargli qualcosa.

    - Ti voglio bene.

    Ma il bambino era già nel mondo dei sogni.


     
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  11. °Alexandra°
     
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    Molto bella Jackie :**: ho recuperato il 6° e il 7° :**:
    sono ripetitiva,ma....è proprio originale questa storia e mi piace per questo :**:
    Grande :kiss:
     
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  12. Holiday
     
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    Questa storia è dolcissima! :**:
    Mi piace!! :)
    Brava :kiss:
     
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  13. StefyJackson91
     
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    che bello questo capitolo...Jackie scrivi benissimo i miei complimenti ^^
     
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  14. Elena01
     
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    Come sono dolci i piccoli Michael e Jackie! :**: :**: :**:
    Questa storia è molto originale :si: ... sono curiosa di sapere come si evolverà la loro amicizia
     
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  15. cinzia 62
     
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    Io credo che la loro amicizia si trasformerà in un bellissimo amore.
     
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235 replies since 23/9/2010, 13:49   2980 views
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