MICHAEL'S

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  1. marigold80
     
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    SPOILER (click to view)
    Ciao a tutte!!!! Scusate per il capitolino corto ma ho dovuto postare cosi per non spezzare quello successivo... Ma non vi faccio aspettare molto per il resto giuro!!!! Poi posso dirvi solo... :special: Grazie a tutte!!!!!!!!! :kiss:



    Quando mi mette in imbarazzo lo odio. No, a dire il vero odio sentirmi in imbarazzo in
    generale, ho smesso di farlo da tempo, credo dalla seconda volta che sono entrata in uno spogliatoio maschile. La prima mi è bastata. Mi sono fiondata nella sua stanza preoccupata, non lo avevo visto tutto il giorno, stavamo per partire con il van verso lo stadio di Dallas e di lui nemmeno l'ombra.
    'Michael! A Di Leo verrà un'infarto stavolta, siamo in ritardooo!'
    Ma quando ho spalancato la porta mi sono pietrificata. Eccolo lì l'imbarazzo e le guance mi si sono immediatamente infiammate. Era seduto a terra davanti al divano con Janet, sua sorella.
    'Oh... Scusate!'.
    Mi hanno guardato un attimo con un sorriso sulle labbra, ho avuto la netta sensazione di essere il loro argomento di conversazione fino ad un attimo prima.
    'Jù, vieni entra',
    si sono alzati entrambi,
    'Lei è Janet, mia sorella. Come al solito è arrivata all'improvviso..'
    Lei ha sorriso alzando gli occhi al cielo,
    'Certo se no che cavolo di sorpresa è??! Ciao, piacere di conoscerti...'
    mi ha stretto la mano con un sorriso malizioso sul volto. Mi sono sentita veramente fuori posto ma per fortuna Mike è venuto in mio soccorso,
    'Avevi bisogno?'
    mi sono svegliata da quell'attimo di imbarazzo immediatamente,
    'Bisogno? Michael tra 25 minuti dovresti essere sul palco... Stavolta a Frank viene un colpo...'
    Michael ha cercato con lo sguardo un orologio dentro la stanza ed è corso veloce verso la stanza da letto.
    'Un minuto, Julie un minuto e sono pronto!! Cavolo, cavolo...'
    Io e Janet ci siamo messe a ridere all'unisono,
    'Non cambierà mai... E' sempre il mio fratellone...'.
    Il viaggio in van è stato delizioso. Il clima tra loro due è incredibilmente rilassato e sereno e ho visto una vera felicità negli occhi di Michael. Siamo corsi dentro il suo camerino mentre Janet prendeva posto sotto il palco, un'assistente si è messo ad urlare appena abbiamo varcato la soglia,
    'Due minuti...'
    Uno stuolo di persone gli si sono fiondate addosso per prepararlo in tempo record ma Michael li ha calmati con un gesto della mano,
    'Frank ho bisogno di 10 minuti...'
    Di Leo ha soffiato una nuvola di fumo verso di noi scuotendo la testa,
    'E dieci minuti siano...'.
    Come ogni sera l'ultimo minuto prima della chiamata finale sul palco lo abbiamo passato da soli in camerino. Stessa scena di tante altre sere, le mie mani sul suo collo, ma stavolta lui mi fissava dallo specchio.
    'Che c'è?'
    si è alzato appoggiandosi al tavolino da trucco e mi ha tirato verso di sè,
    'Non ti avevo mai visto cosi in imbarazzo prima di oggi...'
    Ho evitato il suo sguardo sorridendo,
    'No è solo che mi è dispiaciuto disturbarvi in quel modo...'
    'No, quello era puro e semplice imbarazzo...'
    si è avvicinato al mio orecchio, il suo profumo e le sue mani sui miei fianchi mi hanno immobilizzato, come al solito.
    'E non hai idea di quanto mi sia piaciuta quell'espressione sperduta sul tuo viso... Mi piace quando con me tiri giù la maschera... Ti trovo bellissima...'
    mi ha sfiorato con le labbra una guancia e si è incamminato spedito verso l'uscita,
    'Ahh magari potresti fare compagnia a Janet durante lo show...'
    mi ha lanciato un bacio con la mano ed è sparito nel buio del back stage. Ho raggiunto Janet alla fine della prima canzone, si era messa in un angolo relativamente tranquillo a lato del palco,
    'Ciao!! Dio è fantastico!'
    'Già. è assolutamente incredibile quando è sul palco...'
    'Naaa il mio fratellone è assolutamente fantastico sempre!'.
    Il ghiaccio si è rotto immediatamente, sarà che a mio avviso è molto simile a Mike, o che abbiamo la stessa età ma alla fine del concerto stavamo già ridendo beatamente insieme. A spettacolo terminato abbiamo raggiunto Michael nel camerino ancora piegate in due dal ridere,
    'Bhè vedo che avete fatto amicizia in fretta',
    Janet lo ha abbracciato facendolo sorridere,
    'Sei stato incredibile assolutamente perfetto! Sono cosi fiera di te Mike!'.
    Lui l'ha stretta a sè chiudendo gli occhi,
    'Grazie Jan, davvero grazie'.
    Mi sono sentita decisamente fuori posto, quello era un momento che doveva essere solo loro.
    'Ok, adesso però ti Michael è il tuo turno, io vado a farmi un giro...'.
    E' uscita facendomi l'occhiolino ed io ho guardato Michael incuriosita. Tirava nervosamente i lembi di un'asciugamano ma il suo viso era l'espressione perfetta della felicità.
    'Devo dirti una cosa... Ho comprato una casa, ma non una casa qualsiasi, la casa perfetta. Per questo Jan è venuta qui, per darmi la notizia di persona, domani abbiamo l'incontro per firmare l'acquisto. Sono mesi che organizzo tutto, ho già preso i mobili, progettato ogni dettaglio. E domani pomeriggio sarà ufficialmente mia! La mia isola che non c'è'.
    L'ho guardato sbigottita, solo in quel momento capivo le interminabili telefonate senza senso che faceva quasi ogni giorno,
    'Michael è fantastico! Finalmente sei diventato grande!'
    L'ho abbracciato mentre una risata usciva cristallina dalle sue labbra,
    'No, non esageriamo! Ti ho appena detto che sarà la mia isola, sarà Neverland...'
    Janet è entrata in quel momento sbuffando,
    'Scusate ma mi hanno ricacciato dentro, Mike i tuoi scagnozzi sono intrattabili!! Quindi cosa avete deciso?'
    Michael l'ha guardata stranito ed io spaventata,
    'Deciso cosa?'
    Janet è venuta svelta verso di noi,
    'Non glielo hai ancora chiesto? Dio Mike sei imbarazzante a volte...'
    'Mi volete dire di cosa stiamo parlando?'
    Michael si fissava la scarpe torturando ancora l'asciugamano,
    'Ossignore, lo faccio io! Julie, Michael avrebbe piacere che venissi con noi a vedere la casa domani. Guarda cosa mi tocca fare...'
    si è messa a ridere e si è seduta sul divanetto poco distante da noi.
    'Cosa?'
    Michael ha alzato gli occhi intimidito,
    'Vorrei che tu venissi a vederla con noi...'
    E' arrossito sorridendo,
    'Bhè non credo sia il caso'.
    Eh appunto, non era il caso ma alla fine sono andata. Non ho saputo resistere più di dieci minuti agli sguardi da cucciolo di Michael e alle suppliche di Janet. E ho fatto assolutamente bene. Siamo arrivati a LA nel primo pomeriggio andando direttametne negli studi legali. Più che un milionario che stava per acquistare una casa milionaria, Michael sembrava un bambino in fila per la giostra più divertente del luna park. Saltellava a destra e a sinistra ridendo felice, finchè non è uscito un suo avvocato a calmarlo tra le nostre risate. E' uscito dall'uffico dopo 2 ore sventolando un foglio, non l'ho mai visto sorridere in quel modo. Quella era la vera, pura e semplice felicità. Ci ha preso per mano e ci ha trascinato in un suv nero che è partito immediatamente. Durante tutto il viaggio Mike ci ha descritto ogni angolo del Sycamore Ranch, ma nonostante le sue spiegazioni continuavo ad immaginarmelo davvero come uno di quei ranch del vecchio West facendomi ridere fino alle lacrime.
    'Mike ma ci saranno i cavalli?'
    'Si... Cavalli...'
    'E le mucche?'
    'No, le mucche no Julie...'
    'E il teschio con le corna sul cancello?'
    'Nooo è orrendo! Guarda che siamo negli anni 90 non nell'800...'
    'Si ma è o no un ranch?'
    'Si lo è...''E allora cosa ci sarà?'
    'Jù! Ci sarà una casa nella prateria, uno sceriffo con la stella, tanti cowboy con gli speroni e anche qualche balla di fieno che rotola quà e là ok??'
    Oddio, non riuscivo più a smettere di ridere. Le nostre mille domande lo stavano mettendo a dura prova, la sua impazienza di arrivare e il nostro continuo chiacchericcio lo rendevano trepidante sul quel grande sedile ma a poco servivano i suoi sguardi di rimprovero.
    Ma quando abbiamo lasciato la strada principale il fiato mi si è spezzato in gola. Il deserto da un lato si scioglieva in morbide colline dall'altro. La strada attraversava quel sottile confine insinuandosi attraverso verdi campi cosparsi da gruppi di alberi e da veri e propri boschetti che filavano altezzosi dai finestrini fino ad arrivare ad una radura che accolglieva una splendida enorme casa. Sono rimasta a bocca aperta nel scendere dall'auto e sentire silenzio. Non un silenzio assordante, pesante da gestire ma un silenzio leggero, rasserenante. Ho sorriso appena ho appoggiato piedi a terra, se c'era un posto al mondo degno di essere chiamato Neverland, bhè era proprio quello. Michael si è fiondato all'interno della casa, tornando poi sulla porta per richiamarci dal nostro stato di trance,
    'Signorine muovetevi!! Il Re deve mostrarvi il suo regno!!'.
    La casa dall'interno era ancora più spettacolare, ma nonostante fosse vuota e un po' impolverata il senso del focolare era ben chiaro. Ci ha fatto vedere ogni stanza, ogni angolo ce lo ha descritto nei minimi particolari, come se quella casa fosse sempre stata nei suoi sogni e nei suoi pensieri. Abbiamo passati i 2 giorni seguenti tra polvere, operai curiosi, progettisti indaffarati e tantissime risate. Credo di non essermi mai divertita cosi tanto in vita mia. Vedere Michael cercare di spiegare una sua idea, una di quelle un po' folli, un po' magiche ad un'impettito architetto in cravatta era una scena da non perdere. Lui aveva una visione tutta sua, fatta di luci colorate, sentieri dorati, grossi alberi e magia mentre dall'altro lato si scontrava con un uomo che aveva smesso di credere nelle favole, per lui esistevano solo progetti e mattoni e proprio non riusciva a cogliere l'essenza di quello che Mike gli diceva. Io e janet restavamo spesso a sedere sulle scale di casa a vedere Michael correre da una parte all'altra come posseduto. Ridevamo, lui arrivava ci prendeva in giro, rideva e poi spariva, tornava con dei gelati presi chissà dove. Stare accanto a lui lontano dal tour, lontano dal caos e dai riflettori era molto più semplice, non aveva più quel fondo di tensione negli occhi, era sereno e felice.
    Purtroppo però Neverland avrebbe dovuto aspettare ancora un po' per essere abitata dal suo sovrano, i giorni sono scivolati veloci e il ritorno al tour è stato un po' traumatico per entrambi. Dopo aver lasciato Janet abbiamo preso il volo per Houston. Siamo rimasti in silenzio assorti nei nostri pensieri per buona parte del volo, tanto da far preoccupare anche Bill seduto qualche fila più avanti. Era stato quasi uno shock lasciare Sycamore, tornare in mezzo al traffico, alla gente al caos, ci aveva lasciati entrambi ammutoliti.
     
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  2. Holiday
     
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    Bene, bene, sono arrivata fino a questo punto.
    Perciò il prossimo capitolo sarà, per me, nuovo.
    Non vedo l'ora di leggerlo. :--:
     
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  3. marigold80
     
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    Ho il cuore in mille piccoli pezzettini.
    Sono in Florida. Non dovrei esserci, Dio come vorrei non esserci. Ora tutto mi sembra stupido e senza senso. Ora non voglio più perdere tempo, perchè il tempo scade quando meno te lo aspetti. Arriva il gong finale e tu sei lì a metà strada, senza aver concluso quello che avevi sempre rimandato.
    Eravamo a Minneapolis, ricordo davvero poco di quel giorno perchè credo che le lacrime abbiano portato via con loro anche i ricordi. Ero nella mia stanza e Frank è entrato serio.
    'Julie hanno chiamato dalla Florida, tuo nonno...'
    Non c'è stato bisogno di dire altro.
    Mio nonno se ne è andato ed io non l'ho potuto nemmeno salutare o ringraziare per tutto quello che ha fatto per me. Sono semplicemente scoppiata in lacrime su una spalla di un'imbarazzatissimo manager. Non sò quanto tempo è passato prima che Michael arrivasse, sò solo che quando ho potuto raggiungere le sue braccia mi sono lasciata andare. Ho perso ogni forza e ogni controllo. Mi ha stretto a sè, forte come non aveva mai fatto. Un abbraccio disperato, un modo per dirmi quanto mi fosse vicino senza parlare. E' scesa la sera ed io ero ancora lì pur avendo finito le lacrime, Michael mi accarezzava piano la testa baciandomi i capelli. Un angolo di paradiso mentre il mondo intorno a me stava crollando.
    'Julie... Vieni, dobbiamo andare, il tuo volo parte tra 2 ore.'
    Mi ha aiutato ad infilare qualcosa in una sacca poi mi ha preso per le spalle,
    'Vuoi che venga con te?'
    'Non puoi... no..'
    'Non mi importa se posso o no. Ho chiesto se tu lo vuoi. Questo vale molto di più di qualche stupido concerto...'
    Lo volevo vicino a me? Certo che lo volevo. Ma lo avrei voluto ancora di più dopo.
    'No Michael. Davvero. Preferisco andare sola.'
    Ha preso il mio viso tra le mani come quello di una bambola e mi ha baciato piano e a lungo.
    'Non sarai sola, anche se non sarò lì fisicamente sarò sempre al tuo fianco. Non ti lascerò mai sola Julie. Mai'.
    E cosi sono salita su quell'aereo. non sò quando tornerò al lavoro, non so nemmeno se voglio tornarci. Si era raccomandato tanto, 'Chiamami', sono passati 8 giorni ed io non l'ho fatto. Non sò nemmeno il perchè ma tutte le volte che mi avvicinavo al telefono una morsa stretta mi prendeva allo stomaco e alla fina ho sempre rimandato.

    Non si può rimandare qualcosa in eterno. Non si può e basta. Perchè se qualcosa deve succedere prima o poi succederà comunque.
    I miei se ne sono andati e con loro mia nonna. Non voleva più stare qui e mio padre l'ha convinta a tornare in Italia con loro. Ed io sono rimasta qui da sola. O almeno cosi credevo fino a quando una grossa, immensa auto scura non si è fermata davanti al nostro vialetto. Sono rimasta immobile sulla porta mentre la portiera si apriva, mentre una sagoma familiare scendeva lenta. Non avrei mai pensato di vederlo lì, in quel giardino, come un fiore tra il cemento. Si è tolto il cappello mentre percorreva i pochi passi che ci dividevano, con un sorriso timido e imbarazzato dipinto sul volto. E' rimasto infondo alle scale stroppicciando nervoso i lembi del fedora,
    'Ciao... Lo so che non sarei dovuto venire ma...'
    L'ho abbracciato appena le mie braccia lo hanno raggiunto, ne avevo bisogno, un bisogno quasi fisico. La necessità di sentire il suo profumo e le sue braccia avvolgermi. Mi ha stretto baciandomi piano la testa,
    'Grazie...'
    'Mi dispiace tanto...'
    Ho sorriso stringendolo ancora di più,
    'Basta. Non possiamo sempre iniziare un discorso con dei grazie o con dei scusa.'
    Ha riso allontanandosi e mettendosi di fronte a me, in quel momento Billy ha messo fuori la testa dal finestrino borbottando qualcosa,
    'Devi andartene?'
    'Non se non vuoi...'
    'Resta...'
    Mi ha stretto una mano e si è voltato verso l'auto facendo un cenno col capo, Billy è sceso con un borsone blu che ha appoggiato vicino a noi,
    'Mi dispiace molto Julie...'
    mi ha abbracciato piano poi ha fatto una faccia buffa prima di ricomporsi e tornare nel ruolo di body guard.
    'Michael te lo lascio fare ma sappi che se succede qualcosa io sono morto. Morto capito? Quindi ragazzi vi prego, non fate casini, non fatevi arrestare, non fatevi assalire e per l'amor di dio Julie ridammelo tutto intero!'
    Mi sono messa a ridere di fronte alla sua faccia seriamente preoccupata,
    'Promesso Bill, lo tengo d'occhio io...'.
    Ci ha lanciato una lunga occhiata prima di risalire in macchina,
    'Chiamami Mike se hai bisogno di qualsiasi cosa, se no ci vediamo tra 2 giorni mi raccomando. Non un giorno di più capito?'
    Michael gli ha fatto un saluto militare sbattendo i tacchi per prenderlo in giro e Bill è ripartito scuotendo la testa. Siamo entrati in casa e lui si è subito dato una lunga occhiata intorno, una volta gli avevo chiesto il perchè di questa sua curiosa abitudine. Lo faceva sempre, quando entrava in una stanza nuova, se entrava in un centro commerciale o in uno studio televisivo, rimaneva sempre un attimo a guardarsi intorno, curioso e attento. Lui ridendo mi aveva risposto che cercava una via d'uscita, ma io ho sempre pensato che non fosse una porta antincendio o una finestra quello che lui cercava ma piuttosto un qualcosa che attirasse la sua attenzione, che gli ponesse una via d'uscita ai suoi pensieri e lo potesse far vagare con la mente.
    'Vieni, ti faccio vedere il resto della casa'
    ho mosso un passo tenendolo per mano ma lui non si è mosso, anzi mi ha tirato verso di sè.
    'Aspetta. Prima ho 2 cose molto più urgenti da fare. Quelle per cui sono venuto'
    Ha allacciato le mani dietro la mia schiena e mi ha tirato verso di lui,
    'Punto uno, fammi un sorriso'.
    Ho sorriso davanti a quell'espressione cosi dolce e gentile,
    'Punto due, ok, questa è un po' più difficile...'
    si è abbassato baciandomi la punta del naso, come per darmi tutto il tempo per allontanarmi se volevo. Ma io non lo volevo affatto. Le sue labbra si sono poggiate piano sulle mie che le hanno accolte desiderose e si è fatto spazio dentro di me lasciandomi il suo sapore di menta e zucchero. Dopo avergli fatto vedere la casa ci siamo messi in cucina davanti ad una tazza di thè.
    'Hai l'aria molto stanca'.
    Mi ha accarezzato una mano da sopra il tavolo,
    'Lo sono. Non ho dormito molto e ci sono un sacco di cose da fare. Devo preparare la roba da spedire a mia nonna in Italia e decidere cosa fare della casa'.
    'Julie, da quanto è che non mangi qualcosa?'
    Mi fissava serio con quello sguardo di rimprovero che infondo adoravo.
    'Non lo sò'
    Si è alzato e come se fosse la cosa più normale del mondo si è messo ad aprire ogni pensile della cucina,
    'Che stai facendo?'
    'Ti preparo qualcosa da mangiare, sei stanca, hai bisogno di mangiare qualcosa e di riposare un po'. Lasciami fare.'
    Alla fine sono dovuta accorrere in suo aiuto più di una volta, ma è stato rilassante e bello vederlo cosi impegnato in quella cucina illuminata solo dalla luce del sole che scendeva.

    'Ci ho provato, davvero Julie. Ma in questa settimana non ho fatto altro che pensarci, non ho fatto altro che pensarti. L'idea che tu fossi qui da sola mi faceva star male, dovevo trovare un modo per stare un po' con te. Vorrei poter continuare a cercare scuse e modi per vederti. Lo sò che non è molto e forse è anche egoista da parte mia ma... non riesco a starti lontano'.
    Stavamo rannicchiati sul dondolo in giardino, avvolti in una coperta leggera, al buio.
    'Sii egoista Michael'.
    Mi ha abbracciato baciandomi,
    'Grazie..'
    'Smettila...'
    'Ok... Scusa...'
    'Michael!!?'
    siamo scoppiati a ridere stringendoci ancora di più. La sua presenza mi rallegrava il cuore, averlo vicino mi donava il sorriso e per quanto sapessi che ci stavamo infilando in una storia pericolosa, clandestina, dolorosa e forse senza fine l'idea di averlo con me anche se per poco mi dava sollievo e non volevo privarmene.

    L'odore del caffè mi ha risvegliato dalla mia prima vera notte di sonno da quando sono qui,
    'Buongiorno dormigliona...'
    mi ha baciato il naso facendomi sorridere appena sveglia. Come potrei mai privarmi di tutto questo? Non posso semplice, non ora almeno. Abbiamo fatto colazione a letto, abbiamo parlato, gli ho raccontato di mio nonno, di quello che mi aveva insegnato, abbiamo riso e per un attimo ho persino dimenticato il motivo della mia presenza in quella casa. Gli sarebbe piaciuto Michael, ne sono certa. Quando ero piccola mi diceva sempre che non avrei mai dovuto accontentarmi, che avrei dovuto cercare sempre il meglio per me, che il mondo è pieno di persone col cuore gentile era solo che essendo così poche si nascondevano. Stava a noi trovarle. E mi dispiace non avergli mai detto che alla fine, una persona con il cuore grande l'avevo davvero trovata. Mi ha aiutato a fare qualche scatolone, a mettere via le cose da spedire a mia nonna, ha voluto sapere la storia di ogni oggetto, per poi fermarsi a fissare una foto delle nozze dei miei nonni.
    'Non succederà mai niente del genere nella mia vita... Non potrò mai permettermi di vivere una cosa del genere...'
    L'ho guardato e mi si è stretto il cuore,
    'No, non potrai...',
    non serviva mentirgli, non era nei patti. Dovevo dirgli quello che pensavo, la verità, non quello che lui voleva sentirsi dire. Ha alzato gli occhi lucidi della foto per posarli sui miei,
    'E' la cosa più triste. Sapere che non potrò mai avere una vita normale. Una foto così spensierata. Un giorno cosi felice. Ogni cosa che mi circonda è caos, delirio ed io non posso fare altro che adeguarmi. Ci sono attimi in cui vorrei essere chiunque ma non me'.
    E' tornato a fissare il quadretto passandoci una mano sopra,
    'Ci pensi mai a quanto deve essere bello, soddisfacente svegliarsi per tutta la vita con la stessa persona accanto? Sapere che passeranno gli anni ma che lei ci sarà, sapere di avere qualcuno che ti ama incondizionatamente, sapere che diventerai vecchio al suo fianco? I tuoi nonni, vivono insieme da anni, ma ogni mattina si svegliano felici di essere insieme, si sopportano, si completano, si amano. Ed io non posso nemmeno decidere cosa fare domani, non posso avvicinarmi a nessuno per paura di fargli del male. Perchè trascino tutti nel mio vortice. Come posso pensare di poter trovare qualcuno che sopporti tutto questo per tutta la vita? Penso che dovrei starti lontano, che dovrei mandarti via dal tour, che dovrei cancellarti dalla mia vita. Ma ogni volta che ci penso mi si spezza il respiro in gola. Non voglio trascinarti affondo Julie, voglio che tu sia felice davvero. E se tutto questo, qualsiasi cosa sia, ti fà stare male, ti fà soffrire dimmelo ti prego. Vorrei solo che tu me lo dicessi, perchè solo in questo modo potrei trovare il coraggio di andarmene'.
    I suoi occhi ormai erano coperti da una diga di lacrime pronta a straripare da un momento all'altro, ed io non sò dove ho trovato il fiato per parlare.
    'Non si creano anni, vite dal niente. Tutto è fatto di giorni, di momenti. Nessuno potrà mai prometterti davvero -starò con te tutta la vita- ma ci sarà qualcuno che ogni giorno sarà lì e solo alla fine potrai dire che è stato per tutta la vita. Adesso ci sono i giorni Mike e oggi sono qui con te'.
    mi ha sorriso teneramente ed ha appoggiato la foto nella scatola davanti a noi, l'ho chiusa tirando un sospiro. Fin quando poteva durare questo oggi?
    'Ok, alzati! Andiamo a farci un giro!'
    Gli ho sorriso porgendogli la mano, ho visto le ombre scura abbandonare i suoi occhi,
    'Fuori?'
    Ho riso tirandolo su di peso,
    'No, intorno al tavolo! Certo Mike, fuori!!'
    Ci siamo incamminati lungo la spiaggia ancora poco frequentata, ci siamo rincorsi, abbiamo riso e abbiamo scacciato ogni nuvola nera dal nostro cielo fino a finire stremati seduti in riva al mare. Mi ha fissato per un lungo momento prima di stamparmi un dolce bacio sulla guancia,
    'E questo per cos'era?'
    Michael ha scrollato le spalle con aria spensierata,
    'Per niente, perchè posso farlo adesso, domani no. Chi ha tempo non perda tempo...'
    'Si e non ci sono più le mezze stagioni!!'
    L'ho spinto ridendo, facendolo cadere steso ma non prima che lui riuscisse a trascinarmi con sè. Mi ha baciato lieve,
    'Sul serio Jù, finchè avrò tempo lo sfutterò, non mi piangerò addosso e non ti lascerò andare...''

    Michael è partito, le tappe americane sono finite e adesso si stà trasferendo a Neverland. Ed io sono ancora qui. Persa in mezzo a tutte queste scatole non ancora chiuse e che non credo che chiuderò. Non sò ancora cosa farò della casa, credo che la terrò, almeno per un po'. Domani torno a LA, e in serata partiremo per l'Europa. In tutti questi giorni ho sentito spesso Michael. Sopratutto di notte, l'unico momento in cui poteva stare tranquillo chiuso nella sua stanza, non abbiamo mai più parlato dei due giorni qui. Forse perchè entrambi ci siamo resi conto che siamo andati oltre. Che abbiamo valicato un confine. Non abbiamo fatto sesso, non ci siamo fatti trasportare da quella bolla che ci avvolgeva.
    La bolla è esplosa. Ma noi siamo ancora qui.
    E questa è la parte più terrificante.
     
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  4. cinzia 62
     
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    Ma quanto mi piace questa ff!
     
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  5. marigold80
     
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    :wub: ma grazie Cinzia.... :hug:
     
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  6. Holiday
     
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    Capitolo stupendo: commovente, amorevole, avvolgente.
    E' banale ma...sei bravissima.
    :kiss:
     
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  7.  
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  8. marigold80
     
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    Non sò, forse pensavamo sul serio che nessuno se ne accorgesse, che nessuno lo notasse. Niente di più sbagliato.
    Quando ci siamo rivisti nella hall dell'hotel ci siamo guardati come due scemi, siamo rimasti a fissarci da un lato all'altro della sala come in un film. Assurdo pensare che nessuno lo avesse notato. Siamo partiti senza quasi rivolgerci la parola e solo una volta che eravamo in volo e che quasi tutti sonnecchiavano Michael si è seduto di fianco a me, ha infilato furtivo una mano sotto il plaid che mi copriva e ha chiuso gli occhi. Si è addormentato quasi subito mentre io sono rimasta a fissare il buio fuori dal finestrino, e la luce e di nuovo il buio.
    'Ciao...'
    un sussurro appena percettibile alle mie orecchie a pochi millimetri dalla sua bocca,
    'Buongiorno..'
    mi ha sorriso stiracchiandosi.
    'Non hai dormito vero?'
    Ho negato con la testa, non avevo chiuso occhio e la stanchezza e tutti i pensieri che mi avevano torturato durante il viaggio mi hanno fatto salire immediatamente le lacrime agli occhi. Mi ha accarezzato una guancia con il dorso della mano e si è avvicinato ancora di più al mio orecchio.
    'Non piangere... Il tuo viso è perfetto con un sorriso...'
    Ho sorriso all'espressione furbetta che aveva preso il suo viso, riusciva sempre a strapparmi un sorriso, a farmi sentire leggera anche solo se posava lo sguardo su di me, a farmi sentire che niente poteva andare male finchè lui fosse stato al mio fianco.

    Abbiamo raggiunto il centro di Roma scortati da poliziotti e carabinieri, saremo rimasti per diversi giorni, Michael aveva tantissimi impegni e io volevo approfittarne per andare dai miei, rivedere la mia vecchia casa dopo 7 lunghissimi anni. Mentre tiravo fuori alla rinfusa un paio di cambi dalle mie enormi valige Mike è entrato nella mia stanza con lo sguardo corrucciato.
    'Come ci andrai?'
    'Con il treno... Come i comuni mortali Mike, sono solo 3 ore...'
    'Ma non hai dormito, non hai nemmeno mangiato... Faccio venire con te Billy...'
    'Non ci pensare nemmeno... Non posso muovermi come se fossi una rock star dai! E Billy avrà il suo bel da fare a tenere d'occhio te'
    'Io non voglio che vai in giro da sola... Mi preoccupo e non vedo perchè non puoi andare con un'auto e un'autista'
    'E magari la scorta dei carabinieri a cavallo! Avanti Mike, sono 3 ore di treno, mio padre verrà a prendermi in stazione, l'italiano lo so ancora per mia fortuna... Andrà tutto bene...'
    L'ho abbracciato mentre il musino sul suo viso si trasformava in una risata.
    'Ai carabinieri a cavallo non ci avevo pensato però... Julie fai attenzione, chiamami e... Mi mancherai...'
    Mi ha dato un bacio tenendomi le mani strette, come se quell'allontanamento di pochi giorni significasse per lui ben di più.
    Non stava andando come avevo previsto, subito dopo il mio ritorno il clima in casa mia è diventato insopportabile, mio padre che voleva spiegazioni e chiarimenti sulla casa in Florida, mia madre che voleva solo sapere perchè cavolo ero cosi magra, mia nonna che continuava a fare domande sul misterioso cavaliere che mi chiamava a qualsiasi ora del giorno e della notte. E io che volevo solo stare insieme a loro e rilassarmi. Due giorni che mi hanno lasciato ancora più distrutta. La sera prima del mio ritorno a Roma Michael mi ha chiamato stranamente presto. Ormai si era sorbito tutte le mie lamentele ed ero certa che non vedeva l'ora che io tornassi da lui anche per quello, aveva in fretta capito che col bene che volevo alla mia famiglia, purtroppo la convivenza non era possibile.
    'Cosa stai facendo?'
    Mi sono buttata sul letto chiudendomi la porta alle spalle.
    'Scappo'
    Ha riso divertito.
    'E da cosa scapperesti piccola?'
    'Da tutto. Vorrei avere il tuo razzo per spedirmi direttamente sulla luna...'
    'Sai che mi piacciono tanto le favole ma... Devo darti una brutta notizia... Era di plastica...'
    Ho riso accendendomi una sigaretta, so quanto lui non lo sopporti e quando sono con lui evito il più possibile ma ora, chiusa tra queste mura, una boccata di nicotina è l'unica cosa che mi serve.
    'Si, ma magari se ci metti sopra un po' della tua polvere di fata fino alla luna riesco ad arrivarci...'
    'Magari non c'è bisogno di arrivare fino alla luna. Sono sicuro che potresti trovare un'angolo di luna anche qui.'
    'Appunto lì con te non qui...'
    'Esatto... Qui con me...'
    Sono rimasta un attimo in silenzio a fissare il ricevitore, mi stava prendendo in giro?
    'Ok, qui, lì è uguale Mike. Domattina prima di pranzo sarò a Roma, sei in hotel?'
    Ho sentito una risatina soffocata dall'altra parte che mi ha fatto scattare immediatamente il nervoso, a volte sa essere davvero irritante.
    'Non è uguale qui e lì Julie. Il mio qui è il tuo'
    'No, ma stai dicendo sul serio o cosa?? Non ho voglia di mettermi a risolvere indovinelli Mike...'
    'Non è un indovinello. Butta via quella sigaretta...'
    Ho sbuffato spegnendo la sigaretta, possibile che riuscisse sempre a beccarmi anche solo sentendomi per telefono?
    'Buttata... Nemmeno qui riesco a fumarmi una sigaretta in pace... sei proprio crudele lo sai?'
    'Non voglio che fumi lo sai, a maggior ragione quando io sono qui..'
    Arridaiè! Mi stava davvero scappando la pazienza con quel giochino e deve averlo capito dallo sbuffo che mi sono lasciata scappare.
    'Julie... Sono qui...'
    Silenzio.
    Quando mia madre ha bussato alla porta a momenti non mi veniva un colpo.
    'Giulietta hanno portato adesso questo per te'
    Una scatola rossa con un nastro blu, un biglietto.
    Indossalo per me.
    Guarda il cielo Julie... M.

    Ho aperto la scatola e all'interno un fine abito di raso nero giaceva ricoperto di petali di rose rosse. Può un uomo nonostante sia a kilometri di distanza, farti rigirare cosi il cuore nel petto? Ho alzato il vestito e per quanto fosse folle indossarlo pur sapendo che lui non lo avrebbe visto me lo sono fatta scivolare addosso. Avrei voluto essere con lui, avrei voluto sentire il suo profumo e spostargli un riccio dal viso, avrei voluto. Mi sono affacciata alla finestra alzando il naso all'insù e la luna era li, inconsapevole occhio di bue che mi illuminava, esattamente come aveva detto Michael. Sono corsa fuori dalla mia stanza.
    'Mamma chi l'ha portato?'
    'Un tizio... Sarà stato un fattorino Giuli che ne sò...'
    'Ho capito dimmi com'era fatto!!?'
    'Grosso, ed elegante per portare pacchi... aveva anche la cravatta mi pare...'
    Non la stavo già più ascoltando, ho infilato le scarpe al volo e mi sono buttata giù per la scale della nostra palazzina.
    Dove sono le guardie di Mike, c'è Mike.
    Appena ho aperto il portone una scia di petali rossi mi è apparsa nel vialetto e poi oltre sul marciapiede, ho girato l'angolo col cuore in gola, mai in tutta la mia vita mi ero sentita cosi impaziente, desiderosa, felice di compiere quei pochi passi che ora mi separavano da una lucida auto nera. Ho aperto lo sportello in preda ai tremori e quando un enorme fascio di rose si è spostato per mostrarmi il suo viso ho pensato sul serio di essere morta. Niente di quello che avevo mai provato era anche solo paragonabile a tutto ciò.
    Lui era molto di più. Lui era tutto.
    'Te lo avevo detto che il tuo qui era anche il mio...'
    'Tu sei pazzo...'
    Mi ha tirato verso di lui facendo scivolare entrambe le mani sui miei fianchi e poi su fino alle spalle scoperte.
    'Si, credo che non averti vicino mi stia facendo diventare pazzo...'
    Mi ha baciato piano, ha fatto scivolare la sua lingua con garbo, come una carezza appena sfiorata. Un bacio languido, lungo, sensuale.Ha interrotto quel contatto cosi profondo per appoggiare la fronte contro la mia, sfiorare il mio naso col suo e continuare tra una parola e l'altra a dare piccoli baci sulle mie labbra.
    'Ho pensato che non ho mai fatto niente per te che sei cosi speciale…’
    Volevo farti una sorpresa e quel vestito ti sta a pennello... Sei splendida...'
    'Non cercare di distrarmi Jackson! Non mi hai regalato questo splendido vestito per farci un giro in macchina. Dove stiamo andando?'
    Ha riso alzando gli occhi con fare teatrale.
    'Ma la smetti di essere cosi curiosa? Dalla mia bocca non uscirà una sola parola...'
    'E allora tienila occupata a baciarmi...'
    Ha sorriso malizioso mentre mi avvicinavo, avevo una serata sola con lui. Una serata lontano dal caos del tour, da Di Leo e non volevo perdermene nemmeno un minuto.

    'Mike... Credo che siamo arrivati...'
    La situazione su quel sedile era in fretta degenerata, ormai la sua camicia usciva scomposta dai pantaloni ed il mio bel vestito aveva ben più di qualche piega. Ha alzato la testa dal mio collo restando perfettamente immobile.
    'Si, credo di si... Peccato...'
    Si è beccato una spinta scherzosa mentre si alzava e cercava di risistemarsi alla bene e meglio. Ha aperto lo sportello quel tanto per uscire al volo e ha strizzato un'occhio con la faccia furba.
    'Ferma qui, arrivo. Solo un attimo...'
    Si è chiuso la portiera alle spalle, dai finestrini oscurati non vedevo altro che buio e ombre indistinte. Dopo pochi secondi ho sentito aprirsi il mio sportello e la sua mano grande si è allungata verso di me.
    Un sentiero di ciottoli finissimi ha accolto le mie scarpe inghiottendo parte del tacco, dietro a Michael solo buio, ma con un gesto della mano ha indicato le mie spalle e il fiato mi si è mozzato in gola. Rocca Mattei era sopra di noi, illuminata come mai l'avevo vista in tutta la mia vita. Amavo quella rocchetta, mi era sempre sembrata cosi strana con i suoi richiami orientali, messa lì in mezzo all'Appennino, sembrava quasi una visione quando la intravedevi dalla strada.
    'Benvenuta nel suo castello principessa...'
    'Oh Boy... Michael... Come hai fatto?'
    Ha sorriso imbarazzato mentre mi trascinava letteralmente verso una porta nella torretta più bassa.
    'Ho avuto un buon consigliere... Ha chiamato Mark quando non c'eri, ho preso la chiamata per sbaglio e ci siamo messi a parlare. Cosi gli ho chiesto un paio di consigli..'
    'Tu e Mark avete parlato al telefono??'
    Non potevo crederci. Ha annuito sorridendo mentre finita la scala attraversavamo un cortile interamente scavato nella roccia fino ad arrivare ad un pesante portone.
    'Oddio.. Mi sono persa le telefonata più esilarante della storia!'
    Ha spalancato la porta e non ho più avuto parole. Siamo entrati in una splendida loggia e poi di nuovo altre scale fino ad arrivare attraverso un sentiero nella roccia ad un balcone sull'intera valle. Michael mi ha abbracciato da dietro mentre il mio sguardo si perdeva in quel panorama a me cosi famigliare ma allo stesso tempo nuovo.
    'Volevo che questo tuo ritorno a casa fosse speciale, voglio che ti ricordi di me ovunque tu sia.'
    Mi sono girata, siamo rimasti a fissarci per un lungo attimo senza dire una parola, non ero certa che quello fosse un regalo e non una maledizione.
    'Vieni, ci sono ancora un sacco di posti da vedere...'
    Mi ha ripreso per mano e abbiamo continuato il nostro giro, tra stanze enormi e piccole torri finemente decorate fino ad arrivare in una stanza da letto completamente bianca. Un enorme letto a baldacchino completamente ricoperto di cuscini e drappi bianchi, un camino acceso sul fondo della sala, un tavolo minuziosamente apparecchiato dall'altro. Mi ha spostato la sedia lasciandomi senza fiato e un cameriere sbucato da chissà dove ha iniziato a servirci la cena. Non riuscivo a togliere gli occhi da lui, dal suo sorriso che sembrava in quell'occasione più splendente del solito e dai suoi occhi che da soli avrebbero illuminato tutta la camera.
    'Io non so cosa dirti Mike... E' tutto incredibile... E' troppo per me...'
    Si è alzato andando ad armeggiare dentro ad un mobile a muro, un attimo dopo una lieve musica ha riempito la camera spargendosi delicata attraverso ogni centimetro di quel luogo incantato.
    'No, niente è troppo. E non devi dirmi niente, voglio solo che vieni qui e balli con me...'
    La sua mano tesa davanti a me mi invitava a seguirlo al centro della stanza, mi ha preso tra le braccia stringendomi delicatamente ed affondando il viso tra i miei capelli.
    'Non sono molto presente, a volte non posso darti le attenzioni che vorrei, quelle che invece tu non mi fai mai mancare. Questo è solo un piccolo gesto per farti capire che anche se resto lontano da te la maggior parte del tempo sei sempre nei miei pensieri e che... Senza di te questo tour sarebbe stato un inferno. Sei il mio angolo di paradiso Julie...'
    Ho affondato le mani tra i suoi capelli tirandolo verso di me, lui era il mio paradiso, i suoi sorrisi erano come battiti di ali degli angeli, la sua risata la musica delle loro arpe. L'enorme letto ci aspettava, morbido e profumato, non c'era nessuno da cui nascondersi stavolta, non c'erano uomini che ci controllavano fuori dalla porta, non c'era il costante vociare dei fans sotto la finestra, c'eravamo io e lui e ci siamo presi tutto il tempo per amarci in ogni fibra del nostro essere.
    Il suo respiro caldo sulla mia scollatura ha immediatamento riepito il mio corpo di brividi che ha pazientemente calmato con il solo passaggio delle sue mani, la camicia è volata in un attimo lontano da noi mentre le sue mani facevano scendere piano il vestito sui miei fianchi.
    'Quando sei entrata in auto mi sei sembrata una visione... Sei mia Juliette?'
    I suoi occhi resi ancora più scuri se possibile dal desiderio si sono incollati ai miei, seri, imploranti.
    'Credo che lo sarò per sempre Michael...'
    Il vestito è caduto ai miei piedi scoprendo il mio seno nudo, è salito con le mani lungo i miei fianchi prendendolo tra le mani e baciandolo piano.
    'Io ne sono certo invece...'
    Mentre mi accompagnava nella mia discesa verso il letto ha finito di spogliarmi, si è tolto in fretta i vestiti rimasti ed ha iniziato la sua scia di baci dalle mie caviglie fino al mio viso, fino ad arrivare come un assetato in mezzo al deserto alle mie labbra. Ogni sua carezza, ogni suo leggero movimento mi riempiva il corpo di mille brividi, di mille sensazioni rese ancora più forti dall'atmosfera magica che, quella sera più del solito, Michael aveva creato intorno a sè. Le sue labbra sul mio seno, la sua lingua morbida e calda intorno al mio capezzolo, la sua mano tra le mie gambe si muoveva lenta, sicura nel suo accarezzare appena ed ad ogni mi gemito si insunuava poco alla volta dentro di me. E' risalito alle mie labbra baciandomi con una dolcezza straziante.
    E' entrato dentro di me strappandomi un gemito profondo che è morto tra le sue labbra. Non c'era fretta nei suoi gesti, ad ogni affondo indugiava, prolungava ogni nota di piacere all'infinito per poi ricominciare tutto da capo, senza lasciare mai le mia labbra, senza togliere mai gli occhi dai miei. Niente fino a quel momento era stato anche solo minimamente paragonabile al modo in cui mi stava amando. Si, amando perchè quello non era più sesso, non era un istinto, quello era amore, con la A maiuscola. Non ha aumentato il ritmo al sopraggiungere del mio piaciere, anzi, ha continuato sinuoso, delicato ed ha accompagnato il mio orgasmo per un tempo infinito senza mai spostare gli occhi dai miei, godendosi ogni minimo dettaglio del piacere che mi stava procurando, rendendolo mille volte maggiore con la sola forza di uno sguardo. Mi ha raggiunto a metà del mio incredibile cammino, con gli occhi lucidi, il fiato corto e uno scintillio negli occhi che non avevo mai notato prima di allora.
     
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  9. cinzia 62
     
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    Stupendo!Perdonami ma non so dire altro al momento...come hai descritto quando fanno l'amore è qualcosa di troppo dolce e struggente!
     
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  10. Elena01
     
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    :**: :**: :**: Che meraviglia questo capitolo Monica :**:
    E' uno dei miei preferiti in assoluto, in questa meravigliosa FF! :si:
    E sono d'accordo con Cinzia... è stupenda la scena d'amore :**: semplicemente bellissima... :wub: :wub: :wub:
    Hai una capacità di emozionare unica... te l'ho già detto tante volte, ma te lo ripeto ancora :si: :kiss2:
     
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  11. cleo.
     
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    Monica, come fai? :**::**:
    Un capitolo fantastico e l'ultima scena... :**:
    Favolosa! :kiss2:
     
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  12. Holiday
     
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    Non ci sono tante parole per commentare un capitolo così...semplicemente increbidile.
    La scena d'amore è stata struggente. :**:
    Sei bravissima, complimenti!
    :kiss:
     
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  13. LSButterfly
     
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    Beh che dire, mi era già piaciuta sull'altro forum quando la lessi la prima volta.....spero di riuscire a leggere la fine stavolta...rimango in attesa degli sviluppi....complimenti davvero ragazza !!!!! :--: :kiss2:
     
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  14. V e l e n o
     
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    Attendo anche io Monica :**:
     
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  15. dirtydiana
     
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    aspetto anch'io il seguito di qsta ff
    grazie
     
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389 replies since 22/9/2010, 22:22   13050 views
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