Posts written by patma

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    Grazie a tutte :wub: :hug:

    ......pronto ci siete?
    Ally! Hai chiuso la telefonata!?
    Ed ora come faccio a richiamarlo :aaa: :thud: :laught:
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    Grazie cara, se fossi Lou sinceramente vorrei fare ben altro .........LOL, baci
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    CAPITOLO QUARANTASEIESIMO
    Lo squillo





    I media non sono mai stati clementi con Michael.

    Più volte mi sono chiesta il motivo di questo accanimento.

    Gli esseri umani sono persone strane, collaborano attivamente a far diventare un semplice uomo una megastar e poi si divertono a distruggerlo.

    Accadde in questo modo anche a lui.


    Già in passato i tabloid lo avevano etichettato come “strano”, ovviamente le accuse di pedofilia avevano peggiorato la situazione ed ora ogni sua iniziativa pubblica, come le manifestazioni contro la Sony o il mancato premio MTV, era passata al setaccio, vagliata e spiattellata al pubblico, condita dai commenti di cosiddetti “esperti” che guadagnavano un mucchio di soldi sulla sua pelle.


    Michael faceva sempre notizia.

    Iniziò con una carrellata sul suo aspetto fisico.

    Da che lo conosco spesso Michael usa cerotti per respirare meglio di notte ed a volte li indossa anche di giorno, fatalità volle che lo immortalassero con uno di questi nell’entrare in tribunale, dove si teneva l’udienza della causa “Avram”, un promoter che esigeva soldi per mancati concerti.

    Questi innocui scatti fotografici scatenarono una ridda di illazioni sul suo aspetto fisico, la più crudele di queste ipotizzava una caduta del suo naso!


    *

    -E’ ovvio Lou! Certo che si è incazzato per quegli articoli! Ma sai che fondamentalmente lui è un duro, soffre al momento, pero poi diventa più forte ogni volta… vuoi che gli dica che sei preoccupata per lui?-


    Non avevo mai permesso a Frank di dirgli che costantemente chiedevo sue notizie, né mai mio cugino violò la promessa di mantenere questo segreto.
    In questo caso la masturbazione nel bagno di zia Connie non c’entrava nulla, ma c’erano i giornaletti porno che sicuramente Valerie non sarebbe stata così contenta di scoprire e che seppi in seguito essere una passione condivisa con l’amico superstar!
    Cioè i ragazzini si scambiano figurine, loro i giornaletti di donnine nude!


    -Ah! Ho conosciuto Badhir, mi ha detto che vuole mostrare Michael in una luce migliore… boh! Non lo so, non mi ha fatto una grande impressione, quando gli ho stretto la mano mi è sembrato di toccare un pesce-

    -Frank! Che schifo!-

    -Domani partono per la Germania, sai il premio “Bambi”. No, io resto a Neverland, ho delle cose da sbrigare con Schaffel, quello del video di Michael-




    *


    Se i giornalisti si erano scatenati per il cerotto al naso, figurarsi per le riprese di Michael che mostrava il suo ultimogenito dal balcone ad una folla di fans.

    Lo vidi anche io, ovviamente ogni televisione aveva organizzato un servizio per l’evento!

    Lo guardai perplessa, lo riguardai su un’altra rete senza audio.
    Ok, era una mossa azzardata, imprudente, certo era pericoloso, ma da qua a dichiararlo infermo di mente ce ne passava!



    *


    -Cazzo! Ma è proprio ingenuo!-

    -Lou, sai anche tu come è fatto. I fans volevano vedere Blanket e Michael lo ha mostrato loro, dai non siamo assurdi! Tutti sanno che la cosa più importante per lui sono i bambini!-


    Purtroppo i “tutti” non comprendeva i giornalisti che ebbero la loro giornata campale alle spese di Michael.
    Ormai ogni cosa che lui faceva era considerata una stranezza e si appigliavano ad ogni sciocchezza per uno scoop, come il “morso del ragno” che gli causò l’arrivo in tribunale con le stampelle.


    *

    La persecuzione dei tabloid ebbe una pausa nel periodo natalizio, si sa a Natale sono tutti più buoni.


    -Noi andiamo a Neverland per Natale, lo zio e tuo padre partiranno il 25, mi piacerebbe che anche tu fossi dei nostri, Michael ne sarebbe molto felice-

    -Zia, lo sai che lavoro anche la vigilia, mi spiace-

    -Dovete chiarirvi, non so cosa sia successo tra voi, ma non va bene! Ogni volta che mi chiama mi chiede di te, lui ha bisogno di una donna al suo fianco, che gli dia amore nonostante tutto-


    -Non è facile, lui…-

    Mi interruppe:

    -Non è mai facile, Lou! Ma anche gli ostacoli che sembrano insormontabili se è vero amore si superano-

    -Mi ha detto che con me è tutto difficile, mi ama, ma non riesce a stare con me-

    -Devi avere pazienza, tesoro, lui è schiacciato da troppe cose-

    -Grazie zia, ci penserò. Buon Natale-



    Ci pensai, molto, ma la codardia e l’orgoglio vinsero.



    *

    Drinnn


    -Chi cazzo chiama a quest’ora!-

    Erano le otto della mattina di Natale e l’insistente squillo del telefono mi aveva svegliata.

    -Se hanno sbagliato numero giuro che glieli faccio io gli auguri! Di pronta guarigione non appena li ho…-


    La frase mi morì sulle labbra quando vidi l’ID del chiamante: “Applehead”.

    Per poco non lasciai cadere il telefono, e con esso le mie speranze, quando schiacciai il tasto di risposta con il cuore a mille, la testa che ruotava, tipo l’esorcista, per l’improvviso afflusso di sangue e la voglia matta di correre in bagno.

    -Hallo-

    Sembravo una delle pecore del presepe!

    -Ciao, Lou-

    La sua voce.silenzio.

    Imbarazzo.

    Solo i nostri respiri viaggiarono nelle onde per qualche istante.

    -Dormivi?-

    -Sì, no!...cioè no, sì…insomma non importa! …e tu?-


    Cazzo! Che scema! Certo ti sta telefonando nel sonno!

    Una risatina.

    -Sai, per un momento ho pensato che venissi anche tu…-

    -Ti sarebbe piaciuto?
    -

    Pensai seriamente di svenire mentre attendevo la sua risposta.

    -Sì-

    Semplicemente.
    Silenzio.

    Chiedimi di raggiungerti.
    Chiedimi di raggiungerti.
    Chiedimi di raggiungerti.

    -Hai ascoltato la cassetta?-

    Un sussurro.

    -Sì-

    Semplicemente.
    Silenzio.

    Solo il rumore del mio cuore impazzito.

    -Ti amo-

    Semplicemente.
    Silenzio.

    -Anche io-

    Semplicemente.
    Silenzio.

    Click.
  4. .
    Grazie mille ragazze, condivido difficile resistere, ma io non sono Lou ( :cry: ), chissà mai se il loro rapporto riprenderà e soprattutto crescerà (da entrambe le parti)......vado a rileggere il prossimo capitolo ( :lol: )
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    Ragazze, mille grazie, bacioni....ed il seguito LOL


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    CAPITOLO QUARANTACINQUESIMO
    …Don’t walk away…




    Prima che ascoltassi la musicassetta passò del tempo.


    Passò del tempo.
    Tempo in cui ebbi modo di rivederlo continuare la sua battaglia contro la Sony ad Harlem, questa volta giocava in casa ed appariva più rilassato, sottolineando ancora una volta come le casa discografiche si erano approfittate di grandi artisti, del modo in cui la stampa stava manipolando tutta la situazione. Disse persino che anche i libri di storia erano tutti una grande bugia. Poi affrontò le persecuzioni personali che i media avevano fatto nei suoi confronti, finendo con un “conosco la mia razza, quando mi guardo allo specchio so di essere nero”, ricordando inoltre ai presenti di tenere le sue parole nel cuore e nella mente cercando di ottenere il rispetto meritato.


    Passò del tempo.
    Tempo in cui ebbi modo di ripensare a tutto: al nostro amore, ai momenti vissuti insieme, a lui, alle sue paranoie, alle sue lacrime, al suo sorriso, ai suoi occhi, alla morbidezza della sua pelle…


    Passò del tempo.
    Tempo in cui ebbi modo di accorgermi di quanto mi mancasse, di quanto mi fosse entrato sotto pelle, di quanto fosse ancora lì, di quanto ancora lo amassi nonostante tutto.




    *



    Ogni sera, quando mi coricavo, aprivo il cassetto dove era riposta la cassetta per assicurarmi che ci fosse ancora.

    E’ strano quanto un semplice pezzo di plastica, qualche vite ed un nastro magnetico possa condizionare una vita.
    Dalla prima volta che l’avevo vista non facevo altro che pensare a lei ansiosa di ascoltare cosa vi era inciso e contemporaneamente timorosa di farlo.


    Fu solo quando tornai a casa Cascio per un fine settimana che presi una decisione.

    Là, nella tranquillità della mia cameretta di adolescente, in mezzo alle certezze della vita passata, accesi il mio Walkman.


    La sua voce bassa, come era solito usare in privato, ed un po’ graffiata dalle lacrime, mi colpì come un pugno.


    “Lou…per me è difficile esprimere ciò che sento.
    Ti amo, ti amo moltissimo.
    Vorrei che tu sapessi che per me nulla è cambiato.
    Ho paura… non so cosa stia succedendo alla mia vita… non so perché a volte faccio certe cose, prendo certe decisioni…
    So che ti ho ferito tantissimo…e se tornassi indietro probabilmente lo rifarei…o forse no…chissà…
    Ti amo immensamente… ed ho paura di questo. Ho paura di stare con te ed ho paura quando non ci sei…
    Non sto cercando giustificazioni… veramente non so neppure perché sto incidendo questo nastro, ma forse tu non lo ascolterai mai perché sarò troppo codardo per fartelo avere o forse tu lo cestinerai subito…
    Beh… quando ho composto questa canzone non avrei mai pensato di cantarla pensando a te.
    Ora vorrei dedicartela… spero che quando ti sentirai sola mi ascolterai e penserai che io ti amo da sempre e per sempre… semplicemente…


    …And how can I stop losing you
    How can I begin to say
    When there’s nothing left to do but walk away

    I close my eyes
    Just to try and see you smile one more time
    But it’s been so long now all I do is cry
    Can’t we find some love to take this away
    ‘Cause the pain gets stronger every day

    How can I begin again
    How am I to understand
    When there’s nothing left to du but walk away

    See now why
    All my dreams been broken
    I don’t know where we’re going
    Everything we said and all we done now
    Don’t let go, I don’t wanna walk away
    Now why
    All my dreams are broken
    Don’t know where we’re going
    Everything begins to set us free
    Can’t you see, I don’t wanna walk away

    If you go, I won’t forget you girl
    Can’t you see that you will always be
    Even though I had to let you go
    There’ nothing left to do
    Don’t walk away…”




    La voce si rompeva tra le lacrime che si confusero con le mie.

    Ascoltai il nastro tutta la notte, piangendo per quello che avrebbe potuto essere, per quello che avevamo perso, ma che speravo un giorno sarebbe ritornato…




    *



    La vita continua.

    Non avevo mai pensato all’ovvietà di quest’affermazione, ma è un dato di fatto.

    Ed anche la mia vita continuò.
    Non lo cercai, né lui lo avrebbe voluto.

    Mi immersi nuovamente nella tranquilla routine che mi ero creata attorno, sconvolta solo ogni tanto dalle telefonate di Frank:

    -Sono sicuro di quanto mi hanno detto! Quel premio non esiste! Cazzo! Mi ha detto di non creargli problemi! Pensa che prima di uscire mi ha ripetuto a chiare lettere “Frank! Piantala di rompermi le palle!”-

    Si riferiva al fantomatico premio “Artista del millennio” di MTV.


    Nel guardare Michael in TV, ebbene sì, seguivo ancora ogni sua apparizione per poterlo rivedere, per assicurarmi che ci fosse ancora, che non fosse solo un sogno…
    …dicevo, mi apparve strano, probabilmente era arrabbiato o forse non stava bene o all’ultimo minuto si era reso conto realmente che mio cugino non aveva mentito.
    Riuscì comunque a comportarsi naturalmente, ma il giorno successivo la stampa si scatenò.

    Avrei voluto essere in parte a lui per abbracciarlo forte ed asciugare le lacrime che ero sicura gli avrebbero rigato il volto.



    *


    -Cazzo! Cazzo! Ed ancora cazzo!! Mi ha fatto fuori! Cazzo!-

    Frank urlava come un pazzo al telefono.
    Aveva appena ricevuto una lettera ufficiale di licenziamento da parte di alcuni avvocati di Michael.

    -Certo! Non c’è la sua firma, ma fa ancora più male! Come può permettere ad altri di parlare a suo nome! Quei bastardi vogliono farmi fuori! Vogliono isolarlo per spolparlo meglio!... sì, hai ragione devo calmarmi e chiarirmi direttamente con lui-



    Era ormai Novembre quando mio cugino riuscì a rivedere Michael, andando a Neverland dietro suo invito.

    -Sì, era più rilassato, mi ha abbracciato e chiesto della mia vita… Lou, non arrabbiarti ora… mi ha chiesto anche di te, voleva sapere se avevi ascoltato il nastro. Tu sai di cosa si tratta?-

    No, non avevo mai parlato a Frank della cassetta che mi accompagnava nel sonno negli ultimi mesi.

    -Ha chiamato anche papà, sai Michael non sapeva nulla della lettera, ci siamo chiariti finalmente. Oh, dimenticavo! Sta facendo un’intervista con un giornalista britannico… mi pare si chiami Bashir, gli ha promesso di mostrare al pubblico il suo vero volto-

    Anche mio cugino era scettico come me, Michael era ancora fragile, non ancora pronto ad esporre il suo privato alla stampa.

    -No, non l’ho conosciuto, ma Michael ha fiducia in lui, è convinto farà un buon lavoro e poi l’ultima parola l’avrà lui, c’è una clausola nel contratto che vieta la pubblicazione senza previo controllo. Sì, hanno già fatto delle riprese a Las Vegas in Settembre e qua a Neverland con alcuni bambini. La prossima settimana va in Germania, ti ricordi del premio Bambi che avevo oraganizzato? Credo che anche il giornalista lo accompagni-



    *


    Ripensare a questa conversazione a distanza di tempo mi provoca ancora i brividi.
    Se solo…
  6. .
    Sono qua....nella cassetta :umh: vediamo cosa ci può essere...una canzone...dei sospiri...degli ansiti...dei gemiti...........mah :lol: .
    Grazie ragazze :kiss:
  7. .
    Grazie anche a te Mari, ed ecco gli sviluppi......baci a tutte





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    CAPITOLO QUARANTAQUATTRESIMO
    In cerca di un nuovo equilibrio





    Nel quasi anno e mezzo che passò prima di incontrare nuovamente Michael la mia vita continuò.

    Non ci furono immense gioie, ma anche l’immenso dolore, che avevo provato quel giorno sola sulla strada per Neverland, col passare del tempo si attenuò.



    Andai a vivere a New York, dove affittai un monolocale vicino all’appartamento di Kara, coccolai il mio nuovo “nipotino”, lei era diventata mamma di un bel maschietto leggermente in anticipo, trovai un impiego nell’ufficio di Court e Derek, sostituendo temporaneamente la mia amica in maternità.
    La sera, quando rientravo, ero talmente stanca che mi bastava leggere qualcosa o guardare la TV per addormentarmi pesantemente.
    I sogni erano un’altra cosa…


    Non ci furono altri uomini, anche se le occasioni non mancavano, ma dovevo ritrovare un nuovo equilibrio interno prima di poter, anche solo pensare, di dividere il mio tempo, e forse il mio cuore, con qualcun altro… l’avrei fatto? …chissà in futuro?



    Sentii ancora parlare di Michael?

    Nel bene e nel male sì, anche perché avere per amica una delle fan numero uno e per cugino uno dei suoi migliori amici influiva molto sui discorsi che sentivo.

    Non era colpa loro.


    Frank mi aggiornava costantemente e nonostante sapesse ciò che era successo tra noi non si preoccupò mai di poter ferire i miei sentimenti…sensibilità maschile!

    Comunque mi faceva piacere parlare con lui, Michael restava una parte importante della mia vita, nonostante tutto lo amavo e tenevo ancora a lui.


    -Lou! Ti giuro mi ha detto proprio così! “Non so perché lo fatto, ma con Joanna non sono obbligato a pensare, lei è rilassante”…-

    -Frank, al prossimo regalo ti compero una macchinetta per farti i cazzi tuoi!-


    Aveva chiesto a Michael il motivo per cui aveva riportato la contadinotta bionda nella sua vita e la solidarietà maschile si era attivata.
    “Poverino è stressato, insomma non si può avere un orgasmo con una che ti ha appena rotto le palle!”…eh cari miei signori questa è la vita di qualsiasi coppia normale! Si discute, si litiga, ci si cura l’uno dell’altro, ci si riappacifica e via così… possibile che l’altra metà del cielo incontrata da me non capisse una cosa così basilare!



    Anche Kara era una costante fonte di informazioni.

    Iniziò un paio di settimane dopo il mio ritorno a New York.

    -Tu sei pazza! Non intenderai portare Michael con te!-

    Era la mia voce che sgridava l’amica.

    Lei voleva andare nel centro di Manhattan con il figlio, che “casualmente” aveva chiamato Michael, ad incontrare l’altro Michael!
    Neppure Court era riuscito a far ragionare la folle ed aveva affidato a me l’arduo compito.

    -Che vuoi che sia! Le tette sono sempre pronte, qualche pannolino, salviettine, una copertina…ah il marsupio!...Ciao Lou! Te lo saluterò!-

    E tutta felice era partita.



    Trepidante guardai il notiziario della sera dove veniva trasmessa la manifestazione di qualche ora prima.

    Di Kara neppure l’ombra. Aveva telefonato al compagno con una voce entusiasta “Non preoccuparti! Tutto bene! Rientrerò molto tardi, sono con Michael!”
    Ovvio nessuno di noi pensava avesse abbandonato il figlio!
    O forse si riferiva a …no! Impossibile!

    Sul video iniziarono a scorrere le immagini del raduno, stesso copione di Londra: un mare di fans, nel quale con mio immenso sgomento probabilmente c’era anche la mia amica, una serie di cartelli con scritte varie a tema unico (abbasso la Sony) sventolati per attirare la SUA attenzione.
    E lui, ovviamente, “assiso” su un autobus a due piani, questa volta rosso, a gridare contro gli uffici della Sony, sbandierando alcuni cartelli!...ce n’era pure uno con la sua foto/good, Mottola/bad e Mottola/Ugly!!

    Il filmato si spostava rapidamente all’incontro sui diritti civili con il Reverendo Sherpton che presentava Michael, quest’ultimo in completo nero ed occhiali scuri prendeva la parola accusando le case discografiche di cospirazione contro i loro artisti, soprattutto neri. In particolare puntava l’attenzione su Tommy Mottola, definendolo cattivo, razzista e molto, molto diabolico.

    Infine la terza parte, l’esclusiva Fox News, in cui Rita Cosby intervistava Michael dopo il dibattito.

    …Dobbiamo fermare questo razzismo, il razzismo è un male! Tommy Mottola ha fatto commenti molto razzisti. Questo lo ha detto ad uno degli artisti che lavorava per la Sony, lui ha un contratto con l’azienda e lo a chiamato “Grasso negro”!... Sto lottando per tutti gli artisti… Questa è una cospirazione!... Non ho detto che la Sony è razzista! Mottola è razzista!... Succede perché il denaro è la radice del male… No, non ho problemi finanziari, ho appena firmato un assegno da 500 $, ma le buone notizie non vendono… Il reverendo è l’uomo giusto! E’ un oratore sostenuto dal pubblico, una voce per i senza voce, lui è l’uomo giusto!”

    Kara!?

    Ad un certo punto avevo visto sullo sfondo la riccia chioma della mia amica, impossibile non riconoscerla, fiera afro-americana sfoggiava con orgoglio la sua capigliatura.

    Oh mio Dio! Se lo scopre Court l’ammazza!

    Mi attaccai al cellulare, ma la linea era muta, lo aveva spento.


    Solo il giorno seguente ebbi rassicurazioni ed un racconto dettagliato: era stata alla manifestazione dell’autobus e, complice il figlio, aveva ricevuto un pass per l’incontro successivo, dove era stata notata da Michael, che, felicissimo per la sua maternità, l’aveva invitata al party organizzato dal fan-club alla sala Webster, in cui si erano attardati e quindi aveva raggiunto il “Four Season” dove era stata ospite per la notte.

    -E’ stato tenerissimo con Michael, pensa che si è emozionato quando ha sentito che l’ho chiamato così in suo onore…-

    Kara mi stava raccontando del loro incontro nella suite, facendomi giurare che nulla avrei detto a Court, il quale immagino non sarebbe stato molto felice dato le cause legali in corso contro di Michael.

    -Lo ha preso in braccio e lo ha ninnato un po’…oh…Lou scusa! Lo so che tutto questo ti fa male, ma a qualcuno lo devo dire…altrimenti scoppio!-

    Sì, mi faceva male, ma al tempo stesso pendevo dalle sue labbra affamata di sentir parlare dell’uomo, non della superstar.

    -Comunque consolati. Era solo…insomma non c’era… sai, la tipa… Era stanco, me lo ha detto e poi… beh, mi ha chiesto di te-

    La guardai male.

    -No! Tranquilla! Non gli ho detto che tutte le mattine sembri un panda dalle occhiaie che hai!...oh anche lui ha la stessa espressione al risveglio…beh…non mi ha detto altro, ma mi ha dato questa per te, vuole che tu l’ascolti ogni tanto-

    E mi allungò una musicassetta.



    Cazzo Michael!

    Nell’era dei CD qualcosa di più digitale no, eh!

    La riposi nel cassetto del mio comodino in attesa di ritrovare il mio walkman e più probabilmente il coraggio per ascoltarla.
  8. .
    Grazie ragazze, vedo che il Michael stronzo ha avuto un successone LOOOOL
    Chissà, forse a volte si comportava così...dobbiamo aspettare l'evolversi della situazione.
  9. .
    Ragazze grazie a tutte ed i migliori auguri di Buona Pasqua




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    CAPITOLO QUARANTATREESIMO
    Poteva bastare!





    “… E bene Sony...Sony ..sono..voi sapete, sono l'artista che ha fatto guadagnare diversi miliardi di dollari alla Sony, tanti miliardi. Credevano che io pensassi solo alla musica e alla danza – ed in parte è così - ma non hanno avrebbero mai pensato che sarei stato in grado di decidere per me stesso ...e mandarli a quel paese…”

    Alza casualmente il dito medio per grattarsi…mentre i fans esultano.


    “Allora noi non possiamo fargliele passare liscia con quello che provano a fare perchè ora sono un libero artista.”



    Da quando era diventato un libero artista?...


    “Devo alla sony ancora un album.è solo un box con due nuove canzoni che ho scritto tempo fa. Perchè per ogni album che registro, letteralmente, vi dico la verità - Scrivo almeno 120 canzoni per ogni album che faccio. Così, posso fare il box, dando loro solo due canzoni inedite.”


    Certo dillo a tutti i fans del mondo, così saranno felici di comprarlo!!


    “Perciò lascio la Sony, essendo libero di fare ciò che voglio!...posseggo la metà di Sony. Io posseggo la meta del catalogo di Sony. E me lo tengo stretto e loro sono molto arrabbiati con me per questo...non gli va giù che io abbia pensato bene ai miei affari, sapete. Quindi il loro modo di vendicarsi è quello di cercare di distruggere il mio album. Ma so che l'arte, la grande arte non muore mai.
    E Tommy Mottola e'un demonio. Io non dovrei dirvi quello che sto per dire adesso ma vi confido un segreto..per favore non registrare quello che sto per dire d'accordo? Spegni quello per favore ...No! Poi non mi preoccupa! registratelo!”



    Michael spiegami cosa centra la Carey, insomma penso fosse una faccenda privata…e tu la spiattelli al mondo!


    “…è un essere orribile, noi dobbiamo continuare la nostra campagna fino a quando non verrà licenziato. Noi non possiamo permettere che facciano ciò a dei grandi artisti, non possiamo.
    Volevo solo farvi sapere che apprezzo tutto quello che avete fatto, siete stati straordinari. Si siete così leali! vi amo tutti! Siete stati fantastici vi amo!
    Vi prometto che il meglio deve ancora venire! "



    Anche il peggio temo…




    Ero davanti allo schermo del PC attonita.

    Mentre sul video passavano le immagini, che Kara mi aveva inviato, ero incredula.
    Mi pareva di assistere ad una sua performance, ottima se devo dirla tutta, un’eccellente scelta di tempi: indovinava ogni pausa, diceva una parola e si fermava in attesa, abbassava lo sguardo, lanciava una frecciatina e poi sorrideva furbescamente…e la folla rispondeva prontamente ad ogni sua mossa con urla ed incitamenti.
    Aveva anche alzato un cartello su cui spiccavano le parole “Sony uccide la musica” ed un coro di “Buuu” era arrivato in risposta.


    Chiamai Kara.

    -Che ne pensi?-

    Anche lei era perplessa, ma al contrario di me sosteneva Michael apertamente.

    -Cosa dovrebbe fare! Hanno deciso di far diventare “Invincible” un fallimento! Michael deve difendersi e noi fans siamo con lui!-

    Cosa aspettarmi del resto…


    Non aveva fatto una piega neppure vedendolo, qualche ora prima della manifestazione all’Equinox, sul tetto di un bus a due piani nel centro di Londra, davanti alla sede Sony, agitare cartelli con inequivocabili scritte.

    Pareva carico, oserei dire alterato da qualche sostanza, mentre scavalcava il parapetto del bus per afferrare un nuovo cartello che aveva attirato la sua attenzione.




    Frank lo aveva raggiunto a Londra in ritardo, ma da buon amico aveva tentato di farlo ragionare.

    Mi raccontò che aveva trovato Michael al telefono a fare piani con il capo del proprio fan-club per radunare i sostenitori anche negli States.
    “Frank! Stanno cercando di rubare il mio catalogo, sono stanco di essere sfruttato! Dobbiamo denunciarli” gli aveva detto.
    Mio cugino non aveva obiettato a queste parole, ma al modo in cui un grande artista come lui usava per mettere in atto la protesta : “Michael che cazzo facevi a bordo di un autobus!”


    -Lou! Era stanco ed arrabbiato, non ne può più! Neppure a lui piacciono queste manifestazioni così esibite-

    -Ed allora perché si è prestato a questo?!-

    -Non so…mi ha detto che al momento sembrava la cosa più giusta, non chiedermi chi l’ha consigliato, non me lo ha detto!-


    E così anche Frank aveva dovuto fare un passo indietro impotente, mentre Michael continuava con la sua campagna anti-Sony.


    Ed io?

    Beh, ero pronta e carica, doveva per forza ascoltarmi, anche a costo di sedermi di fronte alla porta della sua stanza.
    Già mi immaginavo gambe incrociate, come quella volta che aveva giocato agli indiani, e viso serio, mentre lui mi sfilava più volte davanti…prima o poi si sarebbe fermato a parlarmi!

    Il destino però aveva in mente tutt’altro…



    *

    Dopo una settimana Michael rientrò in California.

    Chiesi a John, l’autista, di poterlo accompagnare all’aeroporto, forse durante il viaggio di ritorno avrei potuto parlare con lui…

    L’aereo atterrò in perfetto orario, Michael scese tranquillo, mi vide e si fermò sorpreso a guardarmi.

    -Tesoro…-

    Una voce di donna, dall’accento straniero, cercò di richiamare la sua attenzione.
    Dietro alle spalle di un massiccio bodyguard ecco spuntare una chioma bionda, due occhi azzurri e due guanciotte rubiconde…tipo contadinotta per intenderci!

    Tutti i miei piani in un attimo andarono in fumo.

    Valutai e scartai in rapida successione: la fuga, l’omicidio di entrambi, il suicidio…
    Poi decisi per “buon viso a cattivo gioco”, sicuramente la biondina era solo un’amica! Giusto?

    Già il fatto che si sedette accanto a lui sul sedile posteriore della limousine avrebbe dovuto farmi presagire che la mia supposizione era errata, ma si sa l’amore è cieco, ma cieco bene!

    Mi accontentai del posto accanto all’autista.

    Durante le prime miglia del viaggio un silenzio tombale permeava l’abitacolo.
    L’imbarazzo era palpabile, meglio comunque questo a ciò che avvenne dopo.

    -John, per cortesia, potresti accendere la radio-

    Niente di strano. Michael adorava ascoltare la musica ovviamente.
    L’autista trovò la stazione di musica classica che il suo capo preferiva e le note iniziarono ad invadere l’abitacolo.

    Eravamo nel mezzo di una composizione di Chopin quando strani rumori iniziarono a far da contrappunto alla sinfonia.

    Risatine…risucchi…gemiti…

    Che cazzo stavano facendo là dietro!

    Mi voltai.

    La scena era inequivocabile: entrambi con i capelli in disordine, le guance arrossate, le lingue intrecciate…
    Michael si staccò un attimo dalla piovra e con lo sguardo basso ed un tono imbarazzato disse:

    -John, per favore alza il divisorio-



    Basta!

    Poteva bastare!

    Lo pensai un attimo prima di afferrare il volante e far sterzare bruscamente l’auto. L’autista inchiodò con un tremendo stridio di pneumatici al quale seguì un caos di urla e oggetti che cadevano, compreso il tonfo dei loro corpi atterrati sulla moquette della limo.

    Come era potuto arrivare a tanto....era da un po' che me lo chiedevo, mentre assistevo impotente al suo declino.

    Non era stato sempre così, ed il ricordo della persona meravigliosa che avevo imparato ad amare, faceva ancora più male in questo squallido presente che ci umiliava tutti quanti.

    Rimasi un attimo immobile con lo sguardo fisso davanti a me, mentre cercavo di recuperare l'autocontrollo respirando profondamente, in lotta col cuore che ostinato non la voleva smettere di battere all'impazzata;
    stava per accadere, lo sapevo, ancora pochi attimi e mi sarei trovata di fronte a quello che fino a quel momento avevo tentato di rimandare, appellandomi ad un'indulgenza che mi aveva solo resa complice della sua rovina.

    Aprii la portiera, uscii e la sbattei con forza dietro di me.

    Trattenni i singhiozzi finchè la Limo con una sgommata ripartì.

    Solo quando vidi i fari posteriori perdersi in lontananza mi permisi di abbandonarmi alla mia rabbia e dolore.

    Ero abbandonata nel mezzo del nulla, a lato della strada di montagna che portava a Neverland.

    La solitudine invase la mia anima.
  10. .
    Grazie mille ragazze, è vero sono episodi terribili e penso che se Michael li avesse davvero raccontati ad una persona intima avrebbe veramente avut un comportamento simile.

    Un bacione a tutte ed a presto
  11. .

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    CAPITOLO QUARANTADUESIMO
    Un’ombra buia





    A Neverland ho sempre avuto l’impressione di essere fuori dal tempo e dallo spazio.



    Le piante erano in piena fioritura, gli uccellini intonavano la loro melodia, il sole splendeva, Prince e Paris erano felici di rivedermi, il neonato era delizioso, della biondina neppure l’ombra…


    Era dunque tutto Ok?

    Dipende.


    Sì, io e Michael eravamo abbastanza civili tra noi, quando si incontravamo ci salutavamo e a volte chiacchieravamo del più e del meno, ma restava comunque sempre qualcosa di non detto che lasciava entrambi insoddisfatti.
    Nessuno dei due aveva il coraggio di tentare un riavvicinamento fisico, che forse avrebbe spezzato questa tensione, ma probabilmente avrebbe fatto precipitare gli eventi verso un punto in cui temevamo di arrivare.




    Lui era sempre molto teso, le vendite dell’album non erano soddisfacenti, secondo i suoi standard.
    Ne imputava la causa ad una sbagliata promozione: la Sony premeva per un tour, Michael non voleva impegnarsi in esso e chiedeva ai dirigenti della casa discografica un modo innovativo per promuoverlo.

    Insomma la tensione tra lui e Mottola era alle stelle.



    A metà Aprile Kara mi aveva avvisato che i principali fans club lo stavano seguendo denunciando pubblicamente la mancata propaganda, infatti dopo i primi tre singoli essa era stata inspiegabilmente chiusa.


    Michael stava ora cercando di portare “la questione Sony” sul piano razziale.


    -Non credo si tratti di…-

    Per l’ennesima volta cercavo di obiettare, non ero convinta che la mancata campagna promozionale fosse dovuta a razzismo, insomma Michael era con la Sony da una vita, lo aveva sostenuto in momenti più bui…



    Eravamo seduti nel patio, era sera, ma non era l’aria fresca delle montagne che mi faceva rabbrividire.

    -Che vuoi saperne tu di razzismo! Ti è forse sfuggito che sono nero!-

    Dicendo questo sollevò arrabbiato la manica della camicia ponendo il suo avambraccio di fronte ai miei occhi.

    -Le vedi queste chiazze di pelle scura!? Non sono macchie! Questo sono io! La macchia è tutto il resto del mio corpo!-

    Urlò.
    Poi si risiedette in silenzio, versandosi un altro bicchiere di vino.

    Facendo un gran sospiro iniziò a raccontarmi del suo passato:

    -Non puoi capire cosa si provi ad essere un bambino e a vedere con i propri occhi il baule di un’auto, che ha trasportato le tue valige, pieno di simboli del KKK… Eravamo in Alabama, la patria di mia madre, rimasi pietrificato dalla paura…nell’hotel non volevano ospitarci…ricordo ancora la puzza di immondizia che entrava dalla finestra…ero piccolo, ma in quel momento capii l’importanza di essere un artista nero davanti a spettatori neri, che potevano identificarsi con noi! Ogni ragazzo nero che mi guardava poteva esigere il rispetto per se stesso ed il proprio sogno attraverso me ed i miei fratelli!-

    Restavo in silenzio ad ascoltarlo, certo conoscevo il razzismo sui libri di storia, ma questa era la vita…

    -Devo ringraziare il mio amico Bill se ora sono qua a raccontarti tutto questo…era la fine degli anni settanta, finii in ospedale, il proprietario di un bar mi aveva pestato a sangue accusandomi di furto. Mi chiamava “sporco negro” mentre mi picchiava…era folle…Sono anche finito in carcere accusato di aver rubeto la mia Roll Royce!-

    Gli presi una mano che al ricordo tremava ancora leggermente.

    Riprese:

    -Sai che la rivista “Rolling Stones” ha dedicato tredici copertine a Britney Spears in un paio di anni e solo otto a me in trenta anni di carriera!...Piansi quando nel settantanove mi arrivò la loro lettera di rifiuto…-

    Gli occhi lucidi li aveva anche ora…

    -Ti piace il cortometraggio di “Billie Jean”? Sai che MTV non voleva trasmetterlo perché sono nero? La CBS ha dovuto minacciarli di denunciare pubblicamente il tutto, prima che accettassero il compromesso! Ed anche più tardi hanno criticato il mio film “The Way You Make Me Feel” perché troppo etnico!...Lou…tu non conosci cos’è il razzismo-

    -Hai ragione, ma non penso…-

    -Zitta! Quando ho comprato Louise…-


    Si mise a ridacchiare.

    -Il mio lama si chiamava quasi come te!-

    Tornò serio:

    -Il proprietario dell’allevamento non voleva vendermelo perché due ragazzi neri, ero con Jermaine, non potevano permetterselo…e sai quello che mi ha fatto più male? Diceva queste cose davanti ai suoi figli! Capisci?! Stava insegnando ai figli ad essere razzisti!...è una cosa molto triste…-

    Come dargli torto…

    -Avevo da poco vinto otto Grammy, nessun altro lo aveva fatto prima di me… neppure dopo se per quello… e nel Massachusetts mi hanno rifiutato uno stadio per esibirmi con i miei fratelli! Don King, il nostro promoter, mi disse “ricorda questo: non importa che tu sia un negro ricco, un negro povero o un negro e basta. Non importa quanto diventi grande, quest’industria ti tratterà comunque come un negro!”…Mi misi a ridere allora, ora scopro che aveva ragione!-

    Non trovai le parole per ribattere.

    -Rifletti su quanto ti ho detto-

    Si alzò, mi diede un leggero bacio sulla guancia e mi lasciò sola.

    Il giorno seguente iniziò ufficialmente la sua personale battaglia contro la Sony unendosi al “National Action Network”, una coalizione di recente formazione, istituita per indagare sullo sfruttamento degli artisti da parte delle case discografiche, supportato dall’attivista per i diritti civili, il Reverendo Al Sharpton.



    *


    -Lou! Ma che cazzo stai facendo!-

    Dopo la rapida diffusione della notizia da parte dei media, Frank puntualmente mi telefonò.

    -Sai che a volte è impossibile convincerlo…-

    Fino ad allora non avevo voluto “disturbare” mio cugino, preso tra la bella fidanzata e nuovi progetti lavorativi, insomma pensavo di essere in grado di far ragionare Michael da sola.

    A quanto pare mi sbagliavo.

    Interruppi la ramanzina del cugino:

    -Domani parte per Londra. Ti prego raggiungilo e parlaci tu! Forse ti ascolterà-

    Lo speravo vivamente.

    Da due giorni Michael mi ignorava e questo mi faceva molto male.

    Non mi aveva avvisato della sua prossima partenza per l’Europa.

    Non mi aveva chiesto di accompagnarlo…


    Tutti gli episodi narrati sono, purtroppo reali, molti di essi narrati nel libro di Jermaine
  12. .
    Domani (se internet regge............................)
  13. .
    Ma...avrà fatto bene...oppure male...

    Grazie mille ragazze :hug:
  14. .
    LOL tutte avremmo voluto essere palo specchio o anche telecamera...

    :wub: grazie mille, un abbraccione
  15. .

    :love: Ragazze vi adoro :love:





    virgin




    CAPITOLO QUARANTUNESIMO
    Una “fastidisa” presenza assenza






    Le settimane passate in Italia volarono in un soffio, fu una pausa che mi servì per ricaricarmi e riflettere.


    Ad ogni mio ritorno trovavo il posto immutato, una certezza in mezzo al mare in tempesta che recentemente era diventata la mia vita.

    Ebbi tempo di pensare mentre nonna mi coccolava come fossi ancora “la sua piccolina”.

    -Nonna, sai che vorrei poter restare sempre qua con te…-

    Il momento degli addii era arrivato.

    Lei mi guardò con estrema dolcezza e, come solo le persone sagge sanno fare, mi rinfrancò raccontandomi dell’amore che ancora la legava al nonno. Un sentimento contrastato dalla sua famiglia di origine, ma in cui lei credeva fermamente e combattendo (ecco da chi deriva il mio carattere tenace) aveva conquistato il diritto di farlo proprio e vederlo crescere.
    Cosa che ora augurava a me.

    -Combatti per ciò in cui credi e sii forte, piccola mia, ma sappi mascherare la tua forza con la dolcezza. Nemici potenti sono ovunque!-

    Che lei sapesse del mio rapporto con Michael?


    Partii con una rinnovata speranza.
    Se ci avessi creduto noi ce l’avremmo fatta!



    *


    Tornata in America decisi comunque di mettere molta strada tra me e lui.
    Forse a New York, una città ferita, come lo ero io, avrei potuto continuare la mia vita, trovare un nuovo lavoro, crescere e magari poi lui…




    *


    -Dici che se faccio la coda per farmi firmare l’album Court si incazza?-

    Kara non si smentiva mai.
    Anche da futura madre, sì lei era incinta, pensava di far la fila al Virgin megastore dove Michael avrebbe firmato autografi sul CD.

    -Sì, già che ci sei fatti pure firmare una cambiale!-

    -Scema!-

    -Scema tu! Chissà quante ne hai di sue firme!-

    .Sì. ma sull’album…-

    -Lascia perdere!-


    Quel pomeriggio restammo incollate davanti alla TV, come ai vecchi tempi, scambiandoci confidenze ed assistendo come due ragazzine all’evento trasmesso su una stazione locale.

    -In blu! Lou! Che figo!...mi sembra un po’ ingrassato-

    Silenzio.

    -Certo con quel taglio di capelli sembra proprio un…-

    -Kara! Tuo figlio ti sente!-

    -Non mi hai mai detto com’è a letto-

    -Fantastico, stratosferico e le misure oltre ogni nostra immaginazione, ti basti questo!-

    -Oh Lou! Non è che gli faresti qualche foto da nudo?-


    -Sì e magari gliela faccio anche autografare!-

    -Lo faresti davvero!?-

    -Ma sai che a volte sei proprio cretina!-


    Ci mettemmo a ridere.
    Ad entrambe faceva molto bene questa rimpatriata tra amiche.

    -Ehi! Guarda! Ma si fila proprio solo quelle carine!-

    Kara aveva ragione. Michael stava flirtando alla grande: toccava gioielli all’ombelico, anelli, accarezzava mani, baciava volti…in quel momento, tutto emozionato, abbracciava una biondina, mentre Frank sullo sfondo sghignazzava come un matto.
    Cercando di darsi un contegno mio cugino si era pure nascosto dietro una rivista fingendo di leggerla, peccato fosse al rovescio! Idiota!

    Fesso lui e pure il suo capo!
    Che tutto contento si stava facendo annotare il numero telefonico della biondina.

    Fanculo Michael!



    *


    Possibile che mi avesse veramente dimenticata?!


    -Frank! Che avete combinato al Virgin!-

    -Bentornata cugina! Se avessi saputo che eri a New York ti avrei chiamato!-


    Colpa mia.
    La mia pausa di riflessione aveva incluso anche lui nel mezzo delle “cose a cui non pensare”.

    -Lascia perdere! Sembravate due idioti!-

    -Dai! Ci annoiavamo e tutti quei pesci…-



    Cazzo!
    Michael mi aveva veramente lasciato!?



    Nella telefonata successiva seppi che la biondina che aveva “conquistato” dubito il cuore, quello in teoria era mio, più probabilmente una parte anatomica inferiore ad esso, si era sistemata in pianta stabile a Neverland.

    Frank, incalzato su ciò, non si sbottonava e questa era la cosa peggiore!



    *


    Drinn.
    Applehead.

    “Dove sei?”


    Fanculo Michael!

    Drinn.
    Applehead.

    “Verresti qua per Natale? Mi manchi”

    Fanculo Michael!

    Drinn.
    Applehead.

    “Ho bisogno di te veramente! “

    Drinn.
    Lou.

    “Masturbati!

    Drinn.
    Applehead.

    “Stupida! Sono serio!”


    Drinn.
    Lou.

    “Anche io! Scopati la biondina!”


    Mi manchi un cazzo! Io non ero uno scaldaletto!



    *


    -Lou, sembri una furia, che succede?-

    Non volevo coinvolgere Kara nella nostra pseudo-relazione, ma avevo bisogno di un’amica con la quale confidarmi.

    -Che bastardo! Io fossi in te ci andrei davvero a Neverland…magari una bella rissa tra donne per il regal scettro lo eccita-

    -Stai cercando di sollevarmi il morale!?-



    Non andai in California, molto meglio il freddo Natale di New York.
    Poi alla TV davano un bellissimo collage di vecchi show natalizi…

    -Louuu! Corri!-

    L’urlo di kara mi fece precipitare in sala.

    -Ti si sono rotte le acque?-

    -Guarda!-


    Alla TV un messaggio registrato di Michael augurava un felice natale ed un anno d’amore ai propri fan.

    Fanculo Kara!
    Fanculo Michael e la biondina insieme!



    *


    -Quante volte te lo devo ripetere!-

    Ero al telefono con Frank che da bravo mezzano cercava di convincermi a tornare da Michael.

    -Sente davvero la tua mancanza…no, con Joanna non c’è nulla…sì, Ok, non dormo nella sua stanza per saperlo, ma…no! non sto coprendo nessuno! Cazzo Lou! Sei Impossibile!-



    *


    -E’ nato il piccolo, sei sicura di non voler venir con noi, Michael ci terrebbe tanto ad averti accanto a sé-

    Questa volta la mezzana era zia Connie che stava partendo per la California per “ritirare” con l’amico il nuovo bambino.

    Più volte mi ero chiesta se la zia sapesse del mio rapporto con lui, ora i miei dubbi furono fugati.

    -So che vi amate, anche se non è un amore facile…Michael non è un uomo semplice…ma ti prego, trovate un modo per riconciliarvi, lui ha bisogno di te!-

    Si zia, peccato abbia già qualcun’altra che gli scalda il letto.

    Ero ancora arrabbiata.

    Non glielo dissi e non andai a Neverland.


    Piansi, solo un pochino, quando la zia mi mandò la foto di Michael, orgoglioso papà, con il neonato.
    Ma in che squadra giocava la zia!
    Se solo…




    *


    -No! E’ tornata in Francia, te l’assicuro!-

    Mio cugino stava cercando di convincermi a tornare a Neverland, contando sul sentimento che mi legava a Michael e sul fatto che la biondina era sparita.


    -Lou, Non ce la faccio! Sai quanto tengo a Michael, ma ho bisogno di una pausa, non voglio perdere la sua amicizia…sai che non possiamo lasciarlo solo in balia di chissà chi! No! Non ti sto chiedendo di rientrare nel suo letto! Nella sua vita però sì! Se lo ami devi farlo!-

    Aveva ragione.



    Mentre Frank tornava a casa, programmava una vacanza in Italia con Valerie e pensava ad un nuovo lavoro, io andai in California.



    “Ciao, sono all’aeroporto”
    Invio.

    Drinn.
    Applehead.

    “Mando subito qualcuno a prenderti”


    Di nuovo sarei precipitata nella vita di Michael.

    Nel suo letto no.
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