Posts written by patma

  1. .
    Grazie ragazze.
    Tutta salute... :lol: , sapete che leggevo proprio ieri che Michael avrebbe scelto Ola per Thriller proprio sfogliano playboy (in cui lei appare al naturale :shifty: :rolleyes: :lol: )
  2. .
    Eccomi per un altro capitolo



    Michael+Jackson+Hospitalized+7qkt0WVh_7yl






    CAPITOLO CINQUANTANOVESIMO





    Quello che non mancò mai durante tutto il processo fu il bisogno di Michael di stabilire un contatto con i propri fans, ogni giorno all’entrata ed uscita dal tribunale lo si vedeva guardare la folla in cerca di solidarietà, a volte faceva un banale gesto di vittoria a cui seguivano urla di incitamento.

    -Sai, mi stanno dando tantissimo, loro sono là ogni giorno per me. Oggi c’era un vento tremendo e loro erano là ad incitarmi. Mi danno tantissima energia. Li amo veramente!-


    In aula la sua fonte di energia era la madre, sempre presente ad ogni seduta, stava tranquilla dietro di lui, bastava una sua occhiata ed un sorriso per confortarlo, anche nei momenti peggiori.

    -E’ stato così umiliante, Lou, non te lo puoi immaginare…-

    In aula quel giorno avevano mostrato le riviste pornografiche che Michael possedeva.

    -Avrei voluto sprofondare. Chissà cosa avrà pensato mia madre… non ho avuto il coraggio di chiederglielo. Lei era lì e doveva vedere sul megaschermo tutte quelle immagini e …-

    Lo interruppi:

    -Immagino abbia pensato che sei un uomo, insomma sono cose che i maschi fanno, penso… cioè anche Frank…-

    Fu lui ad interrompermi questa volta:

    -Già, alcune erano proprio di tuo cugino. Tu cosa ne pensi?-

    -Che probabilmente ti sentivi molto solo e avevi bisogno di qualcosa per… beh… sai…-

    -Masturbarmi?-

    -Uh…sì-

    -Per quello mi bastava pensare a te-


    Mi baciò, mi accarezzò lentamente ed io feci lo stesso con lui.
    Era un modo di mostrare l’amore reciproco molto tranquillo, ma anche estremamente appagante.
    Ci prendevamo cura dell’anima altrui attraverso i nostri corpi.



    *


    La Domenica di Pasqua Michael telefonò in diretta radiofonica al Reverendo Jesse Jackson, suo sostenitore.
    Parlò anche del processo:

    -Ho preso la forza da Dio. Credo nel Dio di Geova ed ho forza nel fatto che sono innocente, le storie sono inventate ed è veramente penoso. Prego molto, così riesco ad affrontarlo. Sono una persona forte, un guerriero. E so cosa c’è dentro di me. Sono un lottatore, ma è veramente penoso. Alla fine della giornata sono umano e questo mi ferisce tanto-

    Poi continuò riguardo al recente trauma avuto:

    -Sono scivolato in bagno… ho battuto la schiena ed ho anche una costola incrinata. Stavo soffrendo, ero seduto in tribunale ed il dolore era immenso. Tutto quello che potevo fare era stare seduto e piangere. Vedi, era così forte che ad un certo punto non ho più potuto sopportare, ho preso un fazzoletto e l’ho messo sulla faccia…-

    Tremava anche ora al ricordo.
    Gli strinsi la mano per incoraggiarlo.

    -Vorrei dire alle persone che mi amano di essere forti per me e di pregare per il miei bambini, la mia famiglia e … me. Non credete a tutto quello che viene detto, è gossip senza morale, tutto è stato trasformato in denaro, è terribile questo, ma è quello che devo soffrire per la mia celebrità. Devo affrontarlo e solo alla fine sarò vendicato. Prego perché la verità sia conosciuta. Sono innocente, credo e prego Dio-

    Parlò a lungo anche della sua carriera e dei progetti futuri.
    Io lo ascoltavo rapita pregando che si realizzassero.



    *


    Quando testimoniò Lopez Michael si arrabbiò moltissimo, solo in quel momento capì di non essersi mai protetto abbastanza dai truffatori.

    -Cazzo! Lui sapeva tutto! Sapeva che non ci si poteva fidare di loro! Poteva avvisarmi!-

    -Michael, cerca di essere obiettivo, anche Frank mi ha detto che più volte ti ha messo in guardia da loro!-

    -Stai dicendo che sono ingenuo!?-

    -No, ma tu hai troppa fiducia nelle persone-




    La sua delusione si acuì quando una serie di ex dipendenti di Neverland si precipitò in tribunale testimoniando per l’accusa.

    -Non vedevano l’ora di tradirmi! Che cazzo gli ho fatto! Spiegamelo! Ho dato loro un lavoro, una casa ed ora mi stanno fottendo!-

    Scagliò il bicchiere che aveva in mano in terra.
    Restò a guardare i vetri rotti sorpreso, poi alzò gli occhi verso di me:

    -Lou! Aiutami! Che cosa devo fare!?-

    Urlò prima di accasciarsi tra le mie braccia.




    *


    -Pareva folle! Continuava a rivolgersi ai giurati come se loro fossero suoi amici, ha cercato di parlare anche con me! Ed alla fine ha iniziato a supplicare Tom di suggerirle le risposte da dare!-

    Stava parlando della testimonianza di Janet Arvizo che per tre giorni “intrattenne” il tribunale.

    -Se non fosse stata una situazione così tragica mi sarei messo a ridere!-


    Meserau era più che convinto che l’accusa si stesse arrampicando sugli specchi.

    -Hanno montato un caso dal nulla ed ora tutti i nodi vengono al pettine!-

    Pensava di avere la vittoria in pugno, per questo successivamente non volle far testimoniare Frank.



    Il suo ottimismo era contagioso, peccato che i media non riportassero correttamente le notizie.

    -Lou, è sempre stato così con me, si divertono ad umiliarmi…-

    Quel giorno Michael se la prese anche con il giudice:

    -E’ stato così imbarazzante! Era dal tempo delle elementari a Gary che non dovevo alzare la mano per fare pipì! Credevo di farmela sotto!!... cero, hai ragione forse Melville era occupato, non mi avrà visto, ma…-



    *


    La stampa impazzì quando Debbie testimoniò per l’accusa.

    Michael era molto ferito che lei avesse accettato di deporre contro di lui in aula.

    -Abbiamo avuto due bambini insieme, era mia amica ed ora anche lei mi tradisce così!-

    In realtà la testimonianza fu molto positiva, Debbie lo descrisse come un bravo padre, un’ottima persona anche se molto vulnerabile alle manipolazioni di collaboratori bugiardi.



    *

    Una delle ultime testimonianze prima di passare la parola all’accusa fu quella di un revisore dei conti, che parlò pubblicamente, in via del tutto ipotetica ed errata, delle finanze di Michael.

    -Capisci! Stanno cercando di farmi passare per un pezzente! Quel tipo non era neppure consapevole dell’effettivo valore del mio catalogo! Se volessi potrei risolvere i miei problemi di liquidità in un sol giorno!-

    Aveva ragione, anche se la causa in corso, e quelle che sarebbero seguite ad essa, stavano realmente minando le sue finanze, la vendita del catalogo avrebbe risolto tutto.
    Lui però non avrebbe mai venduto il suo famoso e miglior investimento fatto, il cui valore cresceva ogni giorno di più.




    *


    Verso la fine del processo Michael ricevette anche minacce di morte.

    -Sono preoccupato… non è la prima volta… ma… certo il giubbotto antiproiettile mi proteggerà, ma…-

    Così iniziò ad indossarlo, nonostante questa cosa contribuisse a demoralizzarlo notevolmente.


    Erano dunque passati quasi quattro mesi dall’inizio del processo e se all’inizio Michael era apparso sereno e fiducioso, ogni giorno che passava pareva crollare.
    La sua camminata mancava di energia, tremava spesso. A volte doveva essere sorretto di peso dai genitori e fratelli perché non si reggeva in piedi, sembrava svenire ed ogni passo gli costava un’immensa fatica.
    Anche io notavo la luce nel suo sguardo spegnersi, il sorriso scomparire, il fisico debilitarsi.
    A stento mangiava un po’ di frutta e verdura ed il medico iniziò a prescrivergli integratori e liquidi tramite infusione.

    -Non avrei mai voluto che mi vedessi così-

    Aveva un ago infilato nel braccio tramite il quale veniva idratato.
    Io restavo sveglia a vegliarlo.

    -Devi dormire…-

    -Non ti preoccupare, dormirò più tardi, ora voglio guardarti-



    Era vero, passavo la maggior parte della notte a vegliare il suo sonno artificiale, studiando le sue fattezze per imprimermele nella memoria.
  3. .
    Grazie mille :wub: :hug: :hug:
    Un paio di giorni e poi il prossimo
  4. .
    :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :hug: a tutte
  5. .
    Chissà.........*sonostatatroppoesplicitaoraallymisgrida*
    Sì noi volevamo poter sognare un po' nonostante la triste realtà.
    Grazie mille cara.
  6. .
    Grazie mille ragazze!


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    CAPITOLO CINQUANTOTTESIMO





    Quando cominciarono le testimonianze dei ragazzi Arvizo Michael iniziò a sentirsi frustrato e amareggiato dalla quantità di falsità sentita.


    -Sono così disgustato! Voglio ancora credere nell’innocenza dei fanciulli, ma è difficile!... Ero lì ad ascoltare tutte quelle assurdità…-

    La voce gli si spezzò, tremava forte, ma trovò comunque la forza di riprendere il discorso, sembrava che il raccontarmi cosa era avvenuto in aula lo aiutasse ad affrontare la realtà.

    -Sono stato bravo, Lou. Saresti stata fiera di me. Sono rimasto immobile, distaccato, freddo… mentre mi vomitava addosso tutto quello schifo… avrei voluto piangere, urlare, implorare che smettessero… sono riuscito a restare impassibile, ma è stata dura, io…-

    Iniziò a singhiozzare.

    -Io… io… domani non vado!-

    Il giorno successivo sarebbe continuata la testimonianza di Gavin.

    Lo tenni stretto a me finchè cadde in un sonno artificiale popolato di incubi.



    *


    Erano le cinque del mattino, Michael stava facendo la doccia.

    La sua giornata era estremamente organizzata: sveglia alle 4:30, mezz’ora di abbracci con me, doccia e preparazione, un momento con la Bibbia in compagnia della madre, colazione e partenza.

    Quella mattina la tranquillizzante routine fu bruscamente interrotta da un forte rumore.
    Corsi in bagno e lo trovai a terra.

    -Aiutami…-

    Aveva le lacrime agli occhi per il dolore.
    Era scivolato uscendo dalla cabina della doccia ed aveva battuto malamente torace e schiena.
    Avvertii subito il medico che richiese un urgente controllo in ospedale.



    *


    -E’ solo una brutta contusione, le radiografie non segnalano fratture-

    Stavo informando suo fratello Jermaine, appena arrivato, in stanza con Michael c’erano già i suoi genitori.

    (*)

    Lui camminava lentamente, non riusciva a sedersi o sdraiarsi a causa del dolore, parlando si stava sfogando:

    -Lo fanno apposta per distruggermi… mettermi tutti contro. E’ questo il loro piano! L’hanno progettato di proposito!-

    Joseph lo interruppe iniziando a parlare di un progetto lavorativo che lo avrebbe coinvolto.
    Fu subito ripreso da Katherine, ma io in un certo senso lo capivo.
    Era preoccupato dalla situazione che sfuggiva al suo controllo, era un uomo forte, non abituato a mostrare sentimenti, probabilmente era spaventato quanto noi, ed odiava tutto ciò, ma tentava ugualmente di distrarre il figlio con cose positive.

    Il suo tentativo fu ignorato da Michael, che continuò:

    -Ho sempre cercato di fare del bene… non capisco…-

    Alzò lo sguardo, aveva gli occhi estremamente tristi, il suo bisogno di parlare era evidente.
    Era la prima volta che lo vedevo aprirsi ai familiari in questo modo, solitamente con loro era calmo e risoluto, convinto della propria fede e fiducioso nel giudizio di Dio.
    In quel momento però il suo contegno trattenuto era crollato.

    -Niente di ciò che dicono di me è vero! Perché inventano cose del genere!?-

    -Oh, tesoro…-


    Katherine cercò di intervenire, ma lui alzando una mano la zittì, non voleva essere interrotto.

    -Dicono cose orribili sul mio conto. Io sono una cosa ed il suo contrario, mi sono sbiancato la pelle, faccio del male ai bambini… io non mi azzarderei mai… E’ Falso! Un cumulo di menzogne!-

    Nella sua voce pacata si avvertì un tremito.
    Tirò il bordo della sua giacca esasperato spostando i piedi da una parte all’altra incurante del dolore.

    -Michael…-

    Cercai di penetrare la sua angoscia.
    Iniziò a piangere.

    -Possono accusarmi e convincere il mondo di aver ragione… ma si sbagliano… si sbagliano completamente!-

    Guardai i suoi genitori in cerca di aiuto.
    Katherine stava con le mani sul viso piangendo anche lei, il padre era immobile, come paralizzato.
    Improvvisamente Michael si sbottonò la giacca del pigiama cercando poi di sfilare le maniche.
    La giacca gli cadde dalle spalle, restando incastrata sui gomiti e scoprendo il petto nudo.
    I singhiozzi erano sempre più forti.

    -Guardatemi! Eccomi qui! La persona più incompresa del mondo!-

    Scoppiò in un pianto a dirotto.
    Fermo davanti a noi.
    La testa bassa, quasi come si vergognasse.

    -Ho cercato di ispirare… di insegnare…-

    La sua voce si smorzò.
    Mi avvicinai e lo cinsi dolcemente tra le mie braccia.
    Al mio gesto arrivarono anche i suoi familiari, la madre ripeteva come una litania “Dio conosce la verità”, il fratello lo aiutò a rimettere la giacca dicendo:

    -Tieni duro, Mike. Vedrai che si aggiusterà tutto-

    Joseph gli prese una mano.
    Quel contatto così inaspettato parve rianimarlo.
    Riuscì a ritrovare il controllo, scusandosi per lo sfogo.

    -Sono forte, sto bene-

    (*)


    Poco dopo un bodyguard gli trasmise un messaggio del suo avvocato: il giudice, irritato dal ritardo, intimava la presenza di Michael in aula entro un’ora, pena la revoca della libertà su cauzione.

    -Devi andare-

    Gli sussurrai.

    -Non puoi dargliela vinta!-

    Ne era consapevole anche lui.
    Sospirò.
    Mi baciò.
    Con passo lento, aiutato dalla guardia, si avviò verso l’auto che lo avrebbe portato in tribunale.



    *

    Le riprese di Michael sofferente, in disordine, con pigiama e pantofole, fecero il giro di tutti i notiziari del mondo. Quello che non fu mai raccontato fu il dramma umano dietro quelle immagini.


    -Non ce l’ho fatta a trattenermi… sono scoppiato a piangere di fronte a tutti mentre cercavo di fuggire in bagno…-

    Stava provando a condividere con me la terribile esperienza di quel giorno in aula.

    -Lo so, ti avevo promesso di mostrarmi forte, ma non ho potuto…-

    Lo capivo, per questo motivo avrei voluto poter sedermi dietro di lui tutti i giorni.

    -Star ad ascoltare certe stronzate è stato un dolore morale!-

    Stava parlando della testimonianza di Gavin, entrata nel vivo.

    -Avessi visto come parlava… di certe cose… nessuna emozione, nessun disagio, mentre raccontava quelle falsità… e poi mi guardava pure arrabbiato!-

    Anche Michael ora era furibondo.

    -In quel momento avrei voluto essere Joseph per fargli rimpiangere tutte le sue sporche bugie con la cinghia!-

    Si mise a piangere.

    -Oh Lou, che cosa sto diventando?!-

    Era sgomento , spaventato dai sentimenti che provava.

    -Sei umano, penso sia normale provare certe emozioni in una situazione simile-

    -Ho paura. Credo di aver esaurito la mia capacità di sopportazione, sento che la mia forza è venuta meno…-


    -Te l’ho già detto, ti darò la mia-

    -Tu non stai bene. Ho visto che da qualche giorno vomiti…-

    -Non ti preoccupare, è solo una forma virale-



    Almeno così pensavo, in ogni caso, qualunque ne fosse la causa non era il momento di pensarci.



    ***
    (*) dal libro "You Are Not Alone", Jermaine Jackson
  7. .
    Ritardataria anche io, augurissimi

    B14-Bouquet-fiori-rosa-e-viola
  8. .
    Marina...sei telepatica! :lol: , grazie a tutte



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    CAPITOLO CINQUANTASETTESIMO
    Si comincia!





    -Geraldo, lei è Lou, la mia compagna. Se sei d’accordo sarà presente, ma ti prego non filmarla. E’ importante per me-

    Michael stava registrando l’intervista con Rivera, successivamente sarebbe andata in onda.
    Sia io che Meserau eravamo perplessi di questa decisione, ma per lui era importante far sapere al mondo che stava bene, voleva parlare e comunicare qualcosa che non riguardasse il processo che dopo una decina di giorni avrebbe avuto inizio.


    Ero seduta dietro le luci e lo staff che stava riprendendo, lo ammiravo da lontano.
    Era molto dimagrito, oltretutto indossava una maglia nera che lo faceva apparire ancora più snello, non era truccato, era bellissimo.

    Parlava orgogliosamente dei propri figli, scherzava con Randy, ribatteva al sensazionalismo dei tabloid, si commuoveva narrando dell’infanzia, si esaltava raccontando la sua musica, rifletteva sulla presenza di Dio nella sua vita, si arrabbiava con le cattiverie di Eminem continuando poi con l’unica dichiarazione riguardante il processo e terminando “Sarei contento se il pubblico volesse includere la mia famiglia e me stesso nelle sue preghiere, sarebbe molto gentile”-


    Quella sera in camera parlammo della registrazione.

    -Allora per te come è andata?-

    -Penso bene-

    -Ho notato che mi hai guardato tutto il tempo-

    -Certo…-


    -Con un’espressione sognante!-

    Mi interruppe.
    Beccata!

    -E’ stata una bell’intervista, anche se io pensavo al modo in cui mi hai presentata-

    Lentamente afferrai la zip del maglione facendola scorrere.

    -Dici la mia compagna?-

    -Già!-


    La mia bocca iniziò a succhiare quel punto del suo collo in cui l’arteria pulsa, il posto che facilmente lo faceva impazzire per me.


    Erano ancora tanti i momenti di intimità in quel periodo.
    Ci amavamo e forte era il desiderio di esprimerlo anche fisicamente, con il passare delle settimane la voglia rimase sempre, ma le forze per mostrarlo furono dirottate verso altre cose prioritarie.

    Quello che non mancò mai furono i nostri abbracci, in quei momenti forse più appaganti di un amplesso.

    Negli ultimi giorni, quando per la maggior parte della notte dipendeva da un’infusione io ero sempre al suo fianco. Lo tenevo tra le braccia accarezzandolo dolcemente finchè il sonno artificiale lo vinceva.

    E quando l’alba di un nuovo giorno spuntava all’orizzonte piano lo svegliavo, in bagno lo osservavo radersi, gli lavavo schiena e capelli, assistevo al suo vestirsi, insieme mangiavamo la colazione che mamma Katherine preparava con amore, lo accompagnavo a salutare i bambini ancora addormentati e poi, mano nella mano, percorrevamo il vialetto fino all’auto, un bacio, una carezza, le parole sussurrate che erano diventate il nostro rito d’amore…



    Non lo nego, spesso guardavo la TV in cerca di qualcosa che puntualmente non arrivava mai ed allora delusa mi attaccavo al telefono dove mi sfogavo con Kara.
    In quel periodo mi aiutò molto, su di lei potevo tranquillamente scaricare parte della mia frustrazione e riceverne piena comprensione.


    Fin dai primi giorni al suo rientro Michael era esausto, passava un po’ di tempo con i figli, ma anche questi a volte parevano prosciugargli l’energia rimasta.
    Più tardi, nel letto, riusciva a scaricare la tensione accumulata condividendola con me.



    *


    -Sei perfetto!-

    Era di fronte a me in completo bianco, onestamente la scelta del colore mi aveva fatto sorgere dei dubbi, ma lui era stato categorico”il bianco è il colore dell’innocenza! Lascia fare a me che me ne intendo!”
    Certo Mike, già che ci sei una bella giacca di pailettes?!

    Avevo chiuso la bocca, riservando le mie battaglie a cose più importanti che un capo di abbigliamento, anche se la mia perplessità aumentò esponenzialmente quando vidi tutti gli altri membri della famiglia, che al gran completo lo avrebbero accompagnato in tribunale, indossare lo stesso colore.

    -Su Lou, non dir bugie!-

    -Ok, sai come la pensiamo sia io che il tuo avvocato-

    -Ma tu mi ami, lui no!
    -

    Ero contenta che avesse voglia di scherzare, sembrava prendere quel giorno d’inizio in modo fiducioso, positivo.



    -Baciami!-

    Eravamo davanti al Suv che in quarantacinque minuti lo avrebbe portato a Santa Maria, presenti tutti i suoi familiari e lui se ne usciva con questa richiesta!?
    Che fine aveva fatto il Michael che si autodefiniva timido?

    Le sue labbra, e gli occhi di tutti, si posarono su di me.

    -Dai Mike! Guarda che sono solo poche ore!-

    -Ehi chiamate un medico! Lou è troppo pallida!-


    Adoravo l’atmosfera scherzosa che si era creata tra fratelli, anche questa serenità contribuiva ad alleviare la tensione.
    Lui incurante delle frecciatine mi confermò il suo amore prendendo nuovamente possesso delle mie labbra.


    Salì in auto al fianco di Jermaine che con una boccettina in mano iniziò ad inondarlo di “essenza di Lou”, scoprii in seguito che era veramente il mio profumo.

    “Buona fortuna, amore mio” riuscii solo a mormorare prima che il Suv dai vetri oscurati me lo portasse via mentre il sole sorgeva tra le montagne.



    *

    I primi giorni del processo furono abbastanza sereni, lui pareva calmo e rilassato, ogni mattina pronto ad affrontare l’aula in cui si teneva la scelta dei giurati.

    Ci fu una sospensione di un paio di giorni dovuta ad una forma influenzale che lo costrinse in un letto d’ospedale. Poi la routine riprese.



    *

    -Oggi il dibattimento entra nel vivo, primo test dell’accusa è il famoso giornalista britannico Martin Bashir…-
    Bla bla.

    Ero furiosa, ogni rete dava ampio spazio al processo, ma invece di attenersi obiettivamente ai fatti ogni cronista aggiungeva illazioni, commenti, supposizioni fuorvianti.
    Davano una versione distorta dei fatti, favorendo l’accusa e perdendo di vista la verità.
    Il circo mediatico che era stato montato attorno al caso era ormai in piena attività, pareva volesse distruggere Michael in ogni caso.



    *


    -Sono arrabbiato! Ogni singola obiezione alle domande di Tom era come una pugnalata! Come è potuto accadere!?-

    La rabbia traspariva ancora dalla sua voce, aveva dovuto assistere impotente alla proiezione del documentario con in sottofondo gli umilianti commenti di Bashir, mentre vedeva la giuria titubante e disorientata.

    -Non so se ce la faccio…-

    -La verità vincerà, tu sei innocente!-


    Quella notte si svegliò numerose volte in preda agli incubi.
    Il processo iniziava a minare la sua stabilità.



    La situazione peggiorò quando un paio di giorni dopo fu trasmesso in aula il video della perquisizione di Neverland.

    -Mi pareva di vivere un incubo! Le mie cose sotto gli occhi di tutti! Mi sono sentito umiliato. Gli armadi, i bagni, tutto!-

    Come dargli torto! Nessuno vorrebbe un’intrusine talmente personale, quasi intima.

    -Tutto era come lo ricordavo…-

    Il filmato era stato fatto prima che la perquisizione avesse inizio.

    -Tutte le mie cose al loro posto… beh…hai capito quello che intendo!-

    Già. Michael non brillava per ordine, ma il suo caos era estremamente organizzato.

    -Il nostro letto era…-

    Si mise a piangere tra le mie braccia.

    -…Ora posso vederlo solo nei sogni…-
  9. .

    HappyBirthdayCat



    Tantissimi auguri
    Passa un giorno (settimana, mese, anno, anni) favoloso

  10. .
    :hug: :smack:
  11. .
    :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
    Grazie mille ragazze, ormai siamo agli sgoccioli, meno cinque capitoli che prometto saranno velocissimi :)
    Non troppo o Ally mi sgrida :aaa:
    sto scherzando, ma apprezzo che in un periodo difficile come questo voi tutte continuiate a seguirci :hug:
  12. .
    Ragazze GRAZIE! Non mi ricordavo di questo capitolo, si vede che l'ho scritto di getto e poi c'è pure lo zampino di Ally-Lou nella poesia.
    Un grandissimo bacio a tutte
  13. .
    Grazie mille ragazze, un abbraccione con un mucchio di affetto



    desiderio1hy6




    CAPITOLO CINQUANTASEIESIMO
    Desideri





    -Sai, in questa notte, quando ero piccola, facevo sempre un gioco con mia madre. Chiudevamo forte gli occhi ed esprimevamo un desiderio. Lei mi diceva che i desideri espressi con il cuore si avverano-

    Era la notte del primo dell’anno e noi abbracciati stretti parlavamo.

    -E tu cosa vorresti ora?-

    -Vorrei addormentarmi e risvegliarmi bambino, con il ricordo delle mie esperienze e beh… ricominciare-

    -Io vorrei avere più coraggio, vorrei trovare la forza per poterti stare sempre accanto-

    -Tu mi sei molto vicina, ora più che mai. Ti amo-

    -Ti amo anch’io, ti ho amato dalla prima volta che ci siamo conosciuti. Ti ricordi la notte accanto al fuoco nel campo dei nativi? In quel momento ho pensato che uno dei miei desideri si fosse avverato!-

    -Conoscere MJ?-


    -Scemo! Mi amavi già allora?-

    -Ti volevo molto bene… sentivo che un qualcosa di speciale mi avrebbe legato a te. Sì, forse sì-

    -Allora il mio desiderio è questo: tornare a quella notte per riuscire a cambiare tutto!-

    -Si possono esprimere più desideri?-

    -No, non credo. Forse bisogna scegliere la cosa che si vuole di più-

    -Allora cosa scegli?-


    -Vorrei poterti amare per sempre!-

    -Lou…-

    -Sì, ti amerò sempre! Questo è il mio desidero!-

    -E se andassi in carcere?-

    -Ti aspetterò-

    -E se ne morissi?-


    -Aspetterò di incontrarti in un’altra vita-

    Mi abbracciò forte, gli occhi umidi e la voce rotta dall’emozione.

    -Ti ringrazio, sono parole di una bellezza immensa… Ho paura, temo che la mia forza non sia abbastanza-

    -Sono qua per questo, ti donerò la mia-

    -Oh Lou… io non ho nulla da donarti-


    Lo guardai in silenzio, poi:

    -Sai, a volte la mattina mi chiudo nella tua biblioteca. Ho trovato un vecchio libro di sonetti di Lou Salomè, ti ricordi che abbiamo parlato di lei… bene, vorrei essere brava come lei a trovare le parole giuste, ma non è così, quindi… beh, questo è quello che provo…
    “"Millenni per esiste, per pensare.
    Stringimi fra le tue braccia:
    non hai più gioia da donarmi?
    .......Ebbene.....
    Donami il tuo dolore!"


    Entrambi con le lacrime agli occhi attendemmo il sonno.



    *


    Qualche giorno dopo presi appuntamento con il ginecologo.
    Avrei cessato di prendere la pillola.

    Non chiedetemi il motivo di questa forse folle decisione, nata nel momento meno opportuno.
    Il futuro davanti a noi era un enorme punto interrogativo.
    Probabilmente era un sentimento egoista che mi spingeva a tal gesto. In questo modo, qualunque cosa fosse successa, speravo che una parte di lui potesse rimanere sempre con me.

    Non lo consultai, sbagliai a non farlo?
    Forse sì, in ogni caso sarebbe stato un dono prezioso, una speranza di vita.

    Avevo paura?
    Sì, tanta! Ma maggiore era il timore di perderlo completamente, di non aver più nulla di tangibile che mi legasse a lui, che me lo ricordasse…
    …poi non era detto che il nostro far l’amore avrebbe dato frutto…

    Rivolsi una silenziosa preghiera a quel Dio in cui Michael credeva tanto:
    Ti prego lascia che qualcosa di lui possa crescere in me…
    Ti prego lasciamelo…




    *



    Con l’avvicinarsi dell’inizio del processo la tensione nell’aria era palpabile.

    -Tu sei completamente pazza!-

    Michael stava urlando a piena voce contro di me.

    -Ricordati che mai in questo mondo io ti esporrei ai tabloid per pararmi il culo!-

    Era arrabbiato.
    Notevolmente.

    Avevo proposto a Meserau di convocarmi come testimone della difesa, avrei potuto parlare della mia esperienza di ragazzina ospite a Neverland e sì, anche della nostra relazione sentimentale.

    Lui non aveva preso bene la mia proposta.
    Era un’ora che sbraitava contro di me che agguerrita gli tenevo testa.


    -Michael! Voglio esserti vicino! Aiutarti! Cerca di capire! E’ una cosa che posso e voglio fare!-

    -Scordatelo! Nella maniera più assoluta! Tu non conosci il mio folle mondo! I tabloid si scatenerebbero! Direbbero che ti ho sedotta o peggio ancora pagata per testimoniare il falso! …Non voglio che distruggano una delle poche cose buone che ho ancora nella mia vita…-


    In quel momento tremava di rabbia e disperazione mentre ansimando cercava di trattenere le lacrime.
    Gli andai incontro, si voltò per respingermi.
    Lo abbracciai da dietro stringendolo forte.

    -Shh… calmati-

    -Lou, promettimi che ne starai fuori… ti prego… ho bisogno di questo…-


    Le parole spezzate dai singhiozzi che lo scuotevano.

    -Ti prego…-

    -Ok, calmati… scusami non ho pensato a tutto questo, cercavo solo un modo per aiutarti-

    -Stammi vicino sostenendomi qua. Avrò bisogno delle tue labbra che mi salutano alla partenza, avrò bisogno di pensare a te serena e protetta quando siederò in aula, avrò bisogno del tuo amore quando ogni sera tornerò dal tribunale…-

    -Con questo vuoi dire che se c’è qualcosa che non mi convince non posso fartelo notare?-

    -Certo che puoi! Ed io ti ascolterò, ma poi sarà mia la scelta-


    -Michael, promettimi che mi dirai sempre tutto. E’ molto importante per me, per noi, poter condividere almeno questo-

    -Sai, non sono abituato a tutto questo… anche Lisa mi accusava sempre di non renderla partecipe alla mia vita… forse è per questo che il matrimonio è finito… non voglio che tra noi succeda, ma dovrai avere pazienza… per me è tutto così nuovo…-

    -Già, essere una coppia significa dividere insieme gioie e dolori, il giorno in cui questo smetterà sarà molto triste-


    Parlare gli faceva bene, ora era più calmo.

    -Non credo che quando tornerò a casa avrò il coraggio di rivivere ancora tutto con te-

    -Ok, chiederò una relazione al tuo avvocato!-

    -Scema!-


    La sua bocca calda si appoggiò sulla mia.

    -Non so se avrò la forza di amarti ogni notte…-

    -Ok, lo faremo la mattina appena svegli!-

    -Due volte scema!-


    Le sue mani sollevarono il bordo del mio maglione.

    -Non so se riuscirò a restare concentrato sul nostro amore…-

    -Ti aiuterò io…-


    Dissi scivolando lentamente sul suo corpo in creca di un contatto più intimo.

    Edited by patma - 1/7/2013, 21:59
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    Tantissimi Auguri!



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    Wow Ally lo sapevo che eravamo le donne giuste per Michael!!!!!! :yeah: :yeah: :yeah: :patpat: :crazy:

    Grazie mille ragazze :hug:
1715 replies since 5/11/2010
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