Posts written by patma

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    Cinzia Grazie mille :hug: :kiss2:
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    Imma :lol: messaggio subliminale :lol:

    Grazie mille Wonderful :kiss: (scusa ho perso il tuo nome :unsure: ) e Serena :kiss:
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    @ally la balia ringrazia :lol:

    @Albireo si Michael si merita un sacco di amore, quindi scateniamoci con le FF. Questo libro:
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    Io non ho ancora letto tutto, però nella FF ci sono un sacco di riferimenti anche al libro di Jermaine (oltre ovviamente a quello di Cascio)

    @Elena grazie mille :wub:
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    Aleeee! :wub: :hug:
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    Chicca :kiss2: Grazie

    Marina :kiss2: Grazie, pure Jermaine ringrazia, il pezzo che hai quotato era nel suo libro ;)
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    :wub: :wub: :wub:

    Grazie mille ragazze :wub: per il seguito? Mah, chissà, per ora sono ancora sull'aereo, in giro per il mondo, con due figli adolescenti, un ragazzino ed uno stuolo di bambini... Lou è molto impegnata con questa grande famiglia (e con Michael "molto esigente"...magari siamo ancora incinte......).
    Quindi penso che il loro viaggio possa continuare a lungo...

    ...però noi siamo ancora qua :D


    Imma! Ti sei rovinata il finale :lol: , grazie :wub:
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    :wub: :kiss: grazie mille
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    Un enorme grazie a tutte, specialmente alla mia socia, che ha voluto farmi partecipe di questa emozionante avventura. Vi vollio bene, un grande abbraccio.



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    CAPITOLO SESSANTUNESIMO
    Ti amo al di là del bene e del male





    Il giorno successivo non ci fu tempo.


    Michael ciondolava per la stanza cercando di svegliarsi, ultimamente le dosi di sedativo notturne erano aumentate e lui difficilmente riusciva a riprendersi la mattina.

    Un leggero bussare annunciò l’arrivo di Katherine.
    Entrò in stanza con un mesto sorriso sulle labbra, prese le mani al figlio e con voce dolce annunciò:

    -Ha telefonato Mr Meserau, hanno raggiunto un verdetto. Abbiamo un’ora di tempo per raggiungere il tribunale-

    Poi, discretamente come era venuta, se ne andò per lasciarci qualche minuto di privacy.



    Restò immobile, seduto sul bordo del letto, le mani ancora spalancate con i palmi rivolti all’insù, respirava appena.

    Mi avvicinai e dolcemente appoggiai le dita sulle sue.

    -Michael, dobbiamo prepararci-

    Mi guardò, sembrava un bambino sperduto in attesa che io gli dicessi cosa fare.

    -Vieni, ti aiuto a fare una doccia-



    Gli stavo sistemando il nodo alla cravatta, i vestiti erano preparati da ben sei giorni, li aveva scelti espressamente eleganti ed estremamente formali, cosa insolita per lui.

    -Avrei voluto far l’amore con te un’ultima volta…-

    Sussurrò tremante.

    -Ce ne saranno milioni dopo oggi, tu…-

    Non mi ascoltò e continuò:

    -Avrei voluto andare in tribunale con il tuo sapore sulle mie labbra… con il ricordo di te tra le mie braccia…-

    -Michael…-


    Lo baciai leggermente, entrambi sapevamo che non c’era tempo per altro.



    -Oggi vengo con te, non puoi impedirmelo-

    Mi guardò contrariato, l’unica emozione che era sfuggita alla cappa di malinconia che lo avvolgeva.

    -No, non eravamo d’accordo così… no! Lou!-

    Il gemito iniziale si trasformò in un urlo d’angoscia.

    Non lo ascoltai mentre svelta infilavo l’abito che era ugualmente preparato da sei giorni, una pettinata ai capelli, niente trucco, le scarpe…
    Mentre le sue proteste si facevano via via più flebili finchè tacque.

    -Michael ti amo, ora e sempre… al di là del bene e del male… sarò sempre con te-

    Gli presi la mano, gli sfiorai le labbra con le mie.


    Di comune accordo avevamo deciso che non avrebbe salutato i figli, era troppo fragile in quel momento per farlo.
    Se fosse stato assolto questa mancanza non sarebbe stata notata, in caso contrario sarebbe stato solo un altro piccolo tassello aggiunto alla tremenda disperazione.

    Mentre ci avvicinavamo all’auto mi sussurrò un’ultima volta:

    -Sei ancora in tempo per cambiare idea-

    -Anche tu-


    Vidi sul suo volto spuntare un pallido sorriso, poi si infilò nell’abitacolo, in parte alla sorella Rebbie.
    Dietro c’era già la madre che gli mise una mano sulla spalla, incoraggiante.
    Entrando scambiai una rapida occhiata con lei, Katherine sapeva della mia decisione ed era anche consapevole che non avevo detto nulla a Michael della gravidanza.
    Sospirò.

    Quando l’auto partì la sorella iniziò a leggere ad alta voce alcuni passi della Bibbia, lui l’ascoltava dondolandosi avanti ed indietro, sussurrava, come in una litania, “…perché…perchè…”
    La mano libera, una era stretta alla mia, era stretta a pugno e battuta ripetutamente sul proprio ginocchio.

    -…Perché… perché… perché siamo dovuti arrivare a questo…-


    In quegli angosciosi minuti avrei voluto che il piano di Jermaine si fosse realizzato ed in quel momento saremmo stati sotto il sole di un paese straniero, esuli, ma liberi…
    Il fratello, dopo il giorno in cui Michael era caduto, aveva prenotato un jet privato all’aeroporto di “Van Nuys”, pronto al decollo in qualsiasi momento, rotta verso il Bahrein. Era pronto una sorta di piano di fuga al minimo accenno di difficoltà da parte di Tom.

    Non era stato attuato.

    L’avvocato era fiducioso nel buon esito, Katherine forte, composta e bellissima, solo io conoscevo lo sgomento che ci accumunava, Joe solido come una roccia, il solito cipiglio in volto che non esprimeva nulla, tranne la fiducia nel figlio, i fratelli tutti schierati a proteggerlo ed infine io, pronta a dargli tutto.


    Quando l’auto si fermò tutti trattennero il respiro.
    Dall’esterno ci arrivavano le urla ed i pianti dei fans che emozionati tentavano di sostenerlo, dentro era il silenzio.
    Nessuno pareva voler uscire dall’abitacolo.

    Un bodyguard ruppe l’atmosfera creatasi ed i Jackson lentamente iniziarono a sfilare all’esterno.

    Restammo solo noi due.

    -Il momento è arrivato…-

    Mi disse con voce flebile.

    -Sì… è il momento della verità…-

    -Ti amo-

    -Io di più e per sempre-


    Ci scambiammo una rapida occhiata, le nostre bocche si unirono per un secondo e poi uscimmo per mano, come due bambini terrorizzati dall’ignoto.

    Katherine gli prese il braccio, mettendolo sotto il suo, curioso come quella piccola donna claudicante tentasse di dare stabilità alla camminata del figlio.
    Dall’altra parte c’ero io, incurante dei flash dei fotografi e delle illazioni che sicuramente sarebbero apparse sui giornali “misteriosa, anonima donna…bla bla…”, il padre ed i fratelli a far quadrato dietro di lui, uno scudo per proteggerlo.

    In quel breve tratto spiai più volte il suo volto, teso, nessun sorriso, appariva vulnerabile e spaventato come non mai.


    In aula mi sedetti dietro di lui, la madre alla mia destra, Joe a sinistra, poi Rebbie, Randy e Jackie, gli altri avrebbero atteso il verdetto nella saletta privata.

    Lo osservavo spaventata, Tom gli parlava, ma lui non reagiva. Stava immobile, lo sguardo fisso di fronte a sé.
    Il giudice entrò.
    Ci alzammo.
    Anche lui si alzò sollecitato dall’avvocato.

    Il cancelliere iniziò a leggere “…Non colpevole…non colpevole…”

    Ad ogni lettura Katherine piangendo mi stringeva la mano forte, Michael pareva non reagire.
    Era ancora fermo, a testa alta, le spalle dritte, pareva un antico re.

    Solo alle parole del giudice “Signor Jackson, lei è esonerato dal prestare cauzione ed è libero di andare” una lacrima rotolò dai suoi occhi.

    Si voltò verso l’avvocato, lo ringraziò gentilmente, lo abbracciò e si diresse all’uscita.

    Pareva stordito, incredulo, l’unica cosa in grado di fare era camminare, nessun sorriso o sollievo sul volto, solo un cenno di saluto ai fans con una mano sul cuore, un’ultima stretta di mano a Tom e poi veloce dentro all’accogliente abitacolo.

    Timidamente mi sedetti in parte a lui che mi afferrò la mano.

    -Ce ne andiamo, Lou-

    Le uniche cose che mi disse.
    Era svuotato.
    Entrambi lo eravamo.
    La felicità che avevo pensato di provare non c’era.
    Restammo fermi, immobili, in silenzio durante tutto il viaggio di ritorno alla vita.



    *


    -Sono logorato Frank! Devo andarmene da qui! Voglio lasciare questo paese. Non mi meritano! Possono andare tutti a farsi fottere! Non voglio più avere niente a che fare con gli USA. Non tornerò mai più!-

    E dopo l’angoscia, il dolore, la paura, la tristezza, l’apatia ecco la rabbia.

    Il giorno successivo saremmo partiti per san Diego, il tempo di preparare i documenti necessari e poi via verso una nuova vita.


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    EPILOGO


    Siamo sull’aereo che ci porterà in Bahrein.

    I bambini dietro di noi ridono allegri.

    Non sono stati giorni facili, la tensione accumulata in questi mesi ha chiesto un pedaggio a tutti noi, ma l’amore ha vinto ancora una volta.

    Michael mi guarda sorridente mentre la sua grande mano riposa sul mio ventre.
    Un piccolo calcio rompe la calma, ci guardiamo sorridenti.

    Quando lui ha saputo di star per diventare nuovamente padre una vasta gamma di emozioni gli aveva attraversato il volto:perplessità, gioia, preoccupazione…
    Per un qualche attimo era rimasto a riflettere su tutti i mesi persi, poi mi aveva abbracciato piangendo.

    -Grazie-

    Un giorno mi farò spiegare il motivo esatto del suo ringraziamento:
    1 grazie del regalo che mi hai fatto
    2 grazie di non avermi detto nulla prima, sommando preoccupazione a preoccupazione
    3 grazie e basta.

    Per ora mi limito a lasciare che la sua mano accarezzi lentamente la piccola protuberanza che solo ora noto, mentre la sua voce allegra mi canta all’orecchio:

    I am your joy
    Your best of joy
    I am the moonlight
    You are the spring,
    Our love's a sacred thing
    You know I always will love you


    -Sai è da quando mi hai dato la notizia che mi frullano in testa queste parole…-

    Il nostro viaggio verso la felicità è finalmente iniziato…

    …ma questa è un’altra storia.



    Fine
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    Grazie mille Elena, un abbraccio
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    Ahahahah, non sei l'unica a fare sogni sfi. Grazie mille comunque, e scusa il ritardo nella risposta, me un ormai inguaribile sbadata.
    Abbracci
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    Chicca, Imma :wub: :kiss2: :kiss2:
  12. .
    Grazie mille ragazze :wub:

    Me commossa ed affamata :D

    Solo tredici candeline? :aaa: :smug:

    Me pure confusa :lol:

    PS: lo sapevo che "Pat" era una "parola straniera famosa" :lol:


    Ancora 45...mila... grazie :smack:
  13. .
    :wub: :wub: :wub: grazie ragazze e non vi preoccupate Mike è in buone mani ;) :lol:
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    Grazie mille Cinzia. Questo capitolo è stato scritto qualche mese fa, quindi ci sono dei fatti che contrastano con la realtà, ma è meglio così. Il prossimo è l'ultimo.




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    CAPITOLO SESSANTESIMO
    In attesa della fine





    In meno di un mese la difesa terminò di ascoltare i propri testimoni.
    Furono sentiti anche i bambini, ormai cresciuti, amici di Michael.

    -Sneddon li tormentava, te lo assicuro! Le domande erano tendenziose. Loro erano in evidente difficoltà, ma hanno ribadito che non è mai successo nulla di nulla!-

    Wade e Brett avevano già testimoniato in favore di Michael, quando fu la volta di MaCauly i media impazzirono.

    -Era arrabbiato, pensa che ha saputo di esser stato molestato da me dalla stampa, a sua volta informata dal procuratore! Sempre lui!! Se questo non è un complotto per screditarmi non so cosa sia! Sono dodici anni che quell’uomo cerca prove contro di me! Che cosa gli ho fatto!?-



    Furono presentati anche altri testimoni, suoi amici e collaboratori, mio cugino non fu chiamato in aula e Michael se ne risentì molto:

    -Sai cosa ha fatto Frank questa volta!? Ora che ho bisogno di lui non è dalla mia parte!-

    Per l’ennesima volta Michael mi ripeteva queste parole ed identica era la sua reazione: non ascoltava né me né il suo avvocato. Continuava imperterrito nella sua paranoia.

    -Non mi aspettavo questo da lui!-

    -Michael, lo sai! Tom non ha ritenuto necessario convocarlo, pensa di avere la vittoria in pugno-

    -E tu? Anche tu pensi così?-

    -Io sono certa che tu sia innocente e la verità prevarrà!-


    Cercavo di incoraggiarlo, ma i suoi timori erano anche i miei.



    Era un incubo pensare che la vita della persona amata dipendeva da una decina di giurati.
    Parlare di vita non era un’esagerazione, ero convinta che Michael non sarebbe sopravvissuto al carcere, il suo spirito libero si sarebbe spento trascinando con sé anche il corpo.


    Nei giorni che passarono dall’ultima udienza alla lettura del verdetto i media, che sorvolavano Neverland con i loro elicotteri a tutte le ore in cerca di scoop, si divertivano anche a mostrare in tutte le salse le immagini dell’ipotetica cella in cui sarebbe stato rinchiuso.
    Quattro metri quadrati, una piccola finestra con sbarre situata in alto, un letto piccolissimo, un tavolino, una sedia ed in un angolo appartato un gabinetto.
    Tra quelle quattro pareti Michael, se fosse stato condannato, avrebbe dovuto vivere nella migliore delle ipotesi diciotto anni, nella peggiore non ne sarebbe più uscito vivo.


    Katherine mi scoprì guardare angosciata le immagini della prigione.

    -Lou, spegni il televisore, per favore. Non ti fa bene guardare certe cose-

    Aveva ragione, ma era più forte di me. Michael era in riunione con il suo avvocato ed io mi ero ritrovata davanti alla TV in cerca di qualcosa che sicuramente non mi avrebbe dato.

    -Non so neppure io perché guardo certe trasmissioni… penso che se lui dovesse…-

    Con Michael mi dimostravo forte, solo con Katherine mi permettevo di rivelare le paure che sentivo. Fra noi era sorto un ottimo rapporto.

    -Zitta, cara. Non pensarlo nemmeno. E’ innocente, nessuno lo condannerà!-

    A volte avrei voluto avere le sue certezze, lei era forte nella propria fede e fiduciosa nell’aiuto divino.


    Anche Michael si era riavvicinato molto alla religione della sua infanzia. Nella settimana di pausa andò ad un paio di funzioni dei testimoni di Geova, erano in spagnolo, ma la ritualità dei gesti più volte compiuti parevano dargli serenità.

    -E’ stato bellissimo, non mi ricordavo che l’atmosfera fosse così spirituale, emozionante. Mi sono sentito subito accettato, come tanti anni fa, per l’uomo che sono. Pregare con loro mi ha dato sicurezza e
    speranza!-



    Tutte le sere leggeva passi della Bibbia con la madre e talvolta la sorella Rebbie, prima di accompagnare i bambini a dormire.
    A volte gli chiedevo se dovevo portarli io a letto, ma lui non rinunciò mai a quel rito serale:

    -Forse sono gli ultimi giorni che posso stare con loro e non voglio perdere nulla!-

    Così mentre io coccolavo il piccolo Blanket lui leggeva un libro ai fratelli maggiori, poi improvvisava un racconto in cui un re buono e gentile, lui, veniva imprigionato da un orco cattivo, Sneddon, che lo teneva separato dai suoi bambini, loro.
    In questo modo cercava di prepararli a qualsiasi evenienza e poi lasciava che i bambini pensassero ad un finale che spaziava da un mago tipo Harry Potter, di Prince, che faceva un incantesimo al cattivo, fino all’eroe con scudo e spada che lo faceva a fette della sorella.
    Paris andava dritta al punto, scommetto che se fosse stata più grande avrebbe veramente difeso il padre con la forza, era una combattente nata.

    Quando si addormentavano restava a guardarli, talvolta piangendo, poi abbracciandomi mi sussurrava:

    -Prenditi cura di loro, proteggili se io non potrò più farlo…-


    Anche durante il giorno cercava di passare ogni momento libero con i figli.

    -Papààà! Guarda come mi tuffo!-

    Paris e Prince si lanciavano a bomba in piscina, mentre lui, all’ombra di un gazebo, li osservava con un sorriso sulle labbra.

    -Sai quello che mi fa più male? E’ il pensare di non esserci quando cresceranno, quando Prince si raderà la prima volta, quando Paris si innamorerà di un uomo che non sarò io e Blanket inizierà a leggere… perderò tantissimo… oh Lou… come farò!-

    Lo abbracciai.

    -Ho paura, tanta paura… quest’attesa mi uccide!-


    I sei giorni di attesa sembrarono trascorrere in un attimo e durare una vita contemporaneamente.

    L’atmosfera in casa era strana,, ad ogni squillo di telefono, e ce ne furono innumerevoli, ci bloccavamo spaventati chiedendoci se quella fosse la chiamata decisiva.

    Michael iniziò ad esserne terrorizzato. Al primo suono iniziava ad ansimare ed a volte si metteva ad urlare.


    Dopo i primi due cellulari andati in pezzi affidammo a Randy il compito di smistare le chiamate.

    -Lou. È per te. Lo studio del Dottor Smith-

    Katherine mi osservò prendere il telefono, ringraziare ed appartarmi per rispondere.
    Quando tornai in biblioteca lei era ancora lì, ferma a guardarmi.

    -Tesoro, cosa sta succedendo?-

    La sua voce dolce mi terrorizzò.
    Rimasi immobile a guardarla.

    -Allora è vero?-

    Mi chiese spalancando le braccia.
    Spaventata mi rifugiai in esse iniziando a piangere.
    Quando mi fui calmata riuscii a dire:

    -E’ una bambina…me lo hanno detto ora… ho fatto un esame… sono di cinque mesi-

    -Tesoro, sono contenta per voi. Michael non me lo aveva detto-


    Eccoci arrivate al punto critico.

    -Michael non lo sa…-

    Riusii ad ansimare tra le lacrime.

    -Ho deciso di non dirglielo per non farlo preoccupare, ma ora non sono più sicura se sia stato giusto-

    -Bambina, lui sarà felice di saperlo, ti capisco, ma…-

    -Ho paura…-


    Mi aveva fatto appoggiare sul suo seno e mi cullava lentamente.

    -Gioia, basta piangere, tutto si sistemerà e questo periodo vi sembrerà solo un brutto incubo. Avrete la vostra bella bambina e vivrete tutti insieme come una famiglia-

    -Oh… Katherine e se… se lui non riuscisse mai a vederla…-


    Finalmente ero riuscita a confessare il mio timore più recondito.

    -Cara a certe cose bisogna credere con tutte noi stesse-

    Poi sospirando aggiunse:

    -Lou, sappi che in ogni caso potrai contare sempre su di me-

    La voce le si spezzò ed una singola lacrima scivolò sul suo volto.

    Abbracciate ci permettemmo di condividere la nostra preoccupazione.

    Ancora una volta aveva ragione lei, Michael sarebbe stato estremamente felice di sapere della mia gravidanza.

    Avrei dovuto trovare presto il momento e il modo opportuno per diglielo.
    L’indomani sarebbe andato bene.

    Forse.
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    :D Ciao, benvenuta e buona permanenza
1715 replies since 5/11/2010
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