Il diario di Rose (Jones)

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    Speriamo che parlando chiariscano i vecchi problemi e la storia possa ricominciare al meglio. Grazie per l'emozionante capitolo Andago, attendiamo presto la continuazione
     
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  2. wonderfulMJ
     
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    :mmm: Caspita, qui ci deve essere sotto un enorme equivoco...
    ma da chi e quando è stato creato ??
    Ti aspettiamo presto presto con un altro capitolo Andago.. :aaa:
    E come sempre bravisssssima! :congra:
     
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    Cap.9

    Forse la creazione umana è imperfetta, ma non c’è nulla di più perfetto nell’universo di due esseri che si amano.
    “Marc Levy, Sette giorni per l’eternità”



    Rose vide gli occhi di Michael fremere e farsi lucidi. Poi senza nessun segno di preavviso e senza mai mollare la stretta attorno alle sue braccia, lui la baciò.
    Era un bacio disperato, ardente e carico di tutto ciò che ancora Michael non le aveva detto fino a quel giorno.
    Rose prima immobile, lentamente si sciolse, inarcando il suo corpo verso Michael ormai completamente appoggiato su di lei e sentì il suo respiro affannato, la sua eccitazione che premeva su di lei.
    Le mani di Michael risalirono lente, verso i polsi fino ad intrecciarsi a quelle di Rose, lei desiderava ormai soltanto essere in un altro posto, molto diverso da quell’ufficio, insieme a lui per poter gustare completamente tutto ciò che sentiva lui era disposto a donarle.
    Per un attimo Michael si staccò da lei, la guardò ancora, ammirando i suoi capelli spettinati, le sue guance arrossate e le labbra tumefatte da quel bacio prepotente. La baciò ancora, un piccolo bacio, morbido, e poi un altro, poi le liberò le mani dalle sue.
    Rose, abbassò le braccia, le appoggiò alla spalle magre e muscolose di Michael, ne accarezzò i capelli lisciati da mani attente e capaci. Attese un paio di secondi, che lui si avvicinasse ancora, la baciasse e pronunciasse quelle parole che per molto tempo dopo averlo conosciuto voleva sentire: “Vuoi fare l’amore con me?”
    Lei non avrebbe pronunciato una sola parola, non aveva più fiato, per l’emozione e il bacio ma avrebbe accennato un debole sì con la testa e lui le avrebbe sorriso.
    Ma lui non parlò, ma si allontanò camminando all’indietro, senza smettere di guardarla, lasciandola lì come una statua di cera, un’immagine riflessa della passione che per pochi attimi era divampata fra loro.
    Arrivò all’ascensore privato, schiacciò il pulsante e le porte si aprirono. Michael finalmente, le rivolse la parola:
    “Non credevo tu arrivassi a pensare che io potevo farti del male, te lo avevo promesso Rose. Ti avevo chiesto di aspettarmi, così non è stato. Questo era solo un piccolo segno di ciò che volevo fare con te: per mesi ho aspettato questo. Tu non immagini quanto ti ho desiderato, quanto ho sognato le tue labbra sulle mie e quanto volevo le tua mani nelle mie!
    Mi devi spiegare molto, Rose, o resterà solo questo bacio di noi…e non credo che tu ne abbia avuto abbastanza. Sai dove trovarmi...”
    Le porte si richiusero e Rose, solo in quel momento, capì quanto era stata impulsiva e stupida, quella notte che aveva rinunciato a lui. Si lasciò scivolare lungo il muro fino giù, sul pavimento.
    Rimase lì immobile, la testa fra le mani, i gomiti appoggiati alle gambe rannicchiate e pianse...pianse tutte le lacrime che ancora non aveva pianto per lui, poi vivide ritornarono tutte le immagini di quello che era successo e che neppure il suo diario aveva conservato.

    Il diario era stato lasciato lì sul letto, aperto, con quella frase scritta veloce e tutta l’emozione che ne traspariva sembrava quasi reale, da toccare.

    “h.21.10

    C’è Michael, qui fuori!!! Poi vi racconto come è andata…”


    Rose si era precipitata alla porta appena aveva riconosciuto il SUV e aveva visto l’autista scendere, senza nemmeno immaginare che quella sera avrebbe stravolto il suo destino.
    Aveva spalancato la porta ed era rimasta lì sui gradini di casa ad ammirare lo spettacolo di vedere l’uomo più bello che lei avesse mai conosciuto, aprire lo sportello e con un movimento flessuoso scendere dall’auto.
    Michael la guardava mentre si avvicinava lento verso di lei, aveva sempre amato farsi desiderare ed attendere, far crescere fino allo spasimo la tensione che provocava il vederlo arrivare, ma con Rose era diverso. Con Rose lì davanti a lui quella sera, c’era solo il bisogno di guardarla mentre lo guardava avvicinarsi, era così bella!!
    Quando fu davanti a lei, l’abbracciò e la baciò leggermente sulle labbra, poi sulla guancia, sussurrandole:
    “Non potevo non passare a salutarti ancora una volta...”
    Rose si scostò da lui, rientrando in casa per invitarlo ad entrare ma lui la fermò:
    “No aspetta…non posso Rose! Sto andando alle prove e non posso né mancare né ritardare, sono prove generali con tutto il gruppo, ballerini inclusi.
    Da stasera non potrò più vederti e non sai quanto questo pensiero mi faccia male! Ma questi mesi passeranno, non è vero?” Michael abbozzò un sorriso.
    Troppo tardi. La tristezza era già calata come un telo nero su Rose che non riuscì a sorridere. Quella sensazione la ricordò per sempre, accompagnata agli occhi umidi di Michael e alla sua mano tremante che si sollevò ad accarezzarle il viso.
    Restò ferma dov’era e fu Michael a fare ancora quei due assi per raggiungerla e darle un ultimo bacio leggero ma lungo, come se quelle labbra non si dovessero più staccare. Non provò neppure a insinuare la lingua nella bocca di lei, non gli sembrava il momento. Ma sarebbe venuto il giorno in cui sarebbero stati ancora insieme e allora….
    “Ciao Rose…” le disse solo, scacciando i pensieri che avrebbe voluto tanto che lei potesse percepire.
    “Ciao Michael…” Rose voleva chiudere quella porta, voleva buttarsi sul letto e piangere, voleva ma non ne era capace. Guardò lui girarsi, andare verso la macchina e sparire al suo interno.
    Solo dopo che il SUV fu sparito dalla sua vista, riuscì a fare ciò che doveva. All’alba gli occhi erano rossi e gonfi e, dispetto del destino, la radiosveglia si attivò con il suono dell’ultimo successo di Michael.
     
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  4. ( StreetWalker ‚
     
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    Un altro incontro svanito comunque non è stato chiarito l'equivoco della scommessa.
     
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    Eh no Street ancora no...Bl5toa4
     
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    Speriamo che si rivedano presto, grazie per il bel capitolo Andago, attendiamo la continuazione
     
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  7. ornellamj
     
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    ..ecco cos'era successo quella sera...Mike era solo passato per salutarla prima della partenza del suo tour... :o:
    e ora che si sono finalmente rivisti? riuscirà Rose ad andare da lui e farsi spiegare la famosa "scommessa"? :ehm:
    we waiting and thx :congra:
     
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    Cap.10


    Nulla è impossibile, solamente i limiti del nostro spirito definiscono certe cose come inconcepibili… Tutto è possibile, è solo una questione di tempo, il tempo di comprendere in che modo sia possibile.
    “Se solo fosse vero di Marc Levy”


    Per alcune settimane Rose restò a galleggiare fra l’emozione di sentirsi così amata e il dolore di non avere l’origine di quell’amore vicino a sé.
    Era un misto fra felicità e tristezza, fra indecisione e sicurezza, nel bisogno eterno, così le sembrava, di veder passare quei giorni in fretta, uno dopo l’altro.
    Ogni tanto, all’arrivo di Michael in una nuova nazione, i giornali e le televisioni facevano vedere qualche spezzone dei concerti, di lui che arrivava in aeroporto o di lui che partiva, con dati sempre più alti sul numero di biglietti venduti e sugli incassi…e sulle ragazze oggetto della sua attenzione.
    Se si accennava a quello, Rose spegneva la televisione o chiudeva il giornale, non perché non volesse vedere ma perché sapeva ce non era vero. Sorrideva, nel pensare a Michael descritto in quel modo, quando lei lo aveva conosciuto e sapeva bene che era tutto l’opposto.
    Una sera, tornò a casa che era già buio dal lavoro e quando mise piede sul vialetto di ingresso, la fotocellula fece accendere le luci esterne di casa. Fu allora che la vide. Una busta gialla grande quanto mezzo foglio A4, di quelle leggermente imbottite dentro, era adagiata sul pavimento contro la porta d’ingresso.
    Rose, la raccolse, e la osservò mentre apriva la porta ed entrava in casa. L’indirizzo era stato scritto al computer, sul un normale foglio di stampante, poi ritagliato ed attaccato sulla busta probabilmente con della colla. Nessun mittente. Nessun francobollo. Portata a mano quindi, ma da chi?
    Aprì tirando il lembo adesivo e la rovesciò in modo che il contenuto le cadesse nel palmo della mano.
    Un cd, di quelli per la copia dei dati, era rinchiuso dentro una custodia trasparente e rigida di plastica. Anonima la busta, anonimo il cd e anonima la custodia.
    Rose era sempre più incuriosita e si diresse al pc che aveva sopra la scrivania, in un angolo del salotto.
    Accese il pc, aprì lo sportello del lettore e inserì il cd. Ci furono alcuni attimi di attesa, mentre il pc tentava di riconoscere i file, poi comparve la solita finestra di scelta: optò per “visualizza file”.
    Un solo unico file audio, neppure di grosse dimensioni…
    Rose avviò il lettore e ciò che udì pochi secondi dopo la lasciò inizialmente confusa e basita, poi addolorata e furiosa.
    C’erano delle voci registrate in quel file, anche se parzialmente coperte dai rumori di fondo e una di esse sembrava appartenere a Michael, mentre l’altra, la seconda e ultima, era di un uomo che Rose non conosceva.
    “Ok…scommettiamo fratello che questa non riesci ad averla?” chiedeva lo sconosciuto
    “E perché no? Con tutti i soldi che ho, posso qualsiasi cosa! Sarà mia entro pochi giorni vedrai…” il tono di Michael dimostrava tutta la sua sicurezza
    “Sai almeno dove trovarla?”
    “Certo! Mi è stato detto in che negozio…” dei fastidiosi rumori di fondo coprirono alcune parole “andrò oggi stesso…” altri rumori “...devo fare tutto prima di partire, la devo avere, la voglio…e tu avrai perso amico!”
    “Non sarà così facile...te ne rendi conto?” insisteva lo sconosciuto
    “Lo so, ma tu dimentichi che io sono Michael Jackson, se sarò gentile e sorridente, non mi verrà detto di no!”
    “Allora mi preparo a perdere la scommessa!”
    “Fratello, ci puoi giurare! E questa sarà la cosa che racconterò con più soddisfazione in assoluto, dopo che l’avrò portata nella mia camera da letto!”
    Poi si udirono delle risa, solo quelle, al termine del file, e nella casa di Rose ci fu solo il silenzio.
    Quelli che seguirono furono giorni lunghi e feroci, fatti di echi senza pietà delle parole ascoltate in quel file e ancora di più si augurò che scorressero via in fretta, trascinando con loro tutto il dolore che sentiva.
    Rose non si alzò il giorno dopo, né quello successivo, anche se dire a Genny che pensava di avere l’influenza, quando l’inverno non era ancora arrivato con le sue epidemie, non era stata una grande trovata, ma in qualche modo doveva giustificare quella sua voce nasale e rauca che le era venuta dopo aver pianto e gridato tutta la notte.
    Dopo tre o forse quattro giorni non riusciva a stare neppure in piedi tanto da arrivare in bagno e quando le gambe le cedettero, facendole sbattere un fianco sul mobile del lavandino, si arrese. Michael e la sua arroganza non meritavano la soddisfazione di vederla cadere in quell’abisso di umiliazione.
    Aveva smesso di piangere già la prima notte perché lei odiava piangere, le procurava solo un gran mal di testa e una forte nausea e questo la induceva a non versare mai troppe lacrime, ma neppure l’apatia doveva insinuarsi così profondamente in lei!
    Quasi rannicchiata su sé stessa, per limitare al minimo i capogiri, arrivò alla cucina e cominciò a scaldare un pentolino con dell’acqua. In una grande tazza di colore blu mise un filtro di thè alla vaniglia e rosa spina, poi vi versò sopra l’acqua bollente.
    Guardò il liquido trasparente che lentamente cambiava colore, mentre con meticolosa precisione spalmava di marmellata ai frutti di bosco, una fetta biscottata. Doveva andarci cauta si disse, dopo tutto quel digiuno, ma si promise che la mattina successiva ci sarebbe stato anche il burro, insieme alla marmellata.
    Quando telefonò Genny, le disse che era ancora convalescente, le sarebbe servita sicuramente tutta la settimana per tornare quella di prima…già, quella di prima…Rose sorrise sarcastica a quelle parole che considerava assolutamente ridicole. Non sarebbe più stata la Rose di prima, per colpa di Michael Jackson.
    Quando arrivò il sabato, vide un messaggio sul cellulare, dove proprio Michael le diceva che le avrebbe telefonato quella sera, sul tardi dopo l’ennesimo concerto. Dov’era arrivato il Tour? Non lo ricordava più, non lo voleva sapere ma sapeva con certezza che il suo cellulare sarebbe rimasto spento, quella notte.
     
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  9. ( StreetWalker ‚
     
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    L'ha illusa con belle parole fa bene a non amarlo. Continua perché dovrà farsi dare delle spiegazioni
     
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    Ricorda Street però che a volte non tutto è come sembra....
     
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  11. wonderfulMJ
     
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    Proprio super testona questa Rose!
    Se fosse intenzionata a chiarire, ma soprattutto a capire cosa è veramente successo
    non dovrebbe far altro che ascoltare quella telefonata, invece di chiudersi nel suo orgoglio ferito...
    ma sono fiduciosa; non è vero che l'Amore non fa ragionare e spesso quello che suggerisce il
    cuore può cambiare tutto in un attimo!
    Grazie per questi bei capitoli Andago! :congra:
     
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  12. ornellamj
     
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    ...una scommessa sulle capacità di conquista di Mike....era quello che immaginavo... :argh:
    ecco perchè tanto risentimento da parte di Rose... :(
    continua Andago...thx :congra:
     
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    Cap.11

    Mi nascosi da lei e dai sentimenti che erano scaturiti in me dalla grande e divorante paura di essere assolutamente incapace di renderla felice o di rendere felice me stesso compiacendola. Avrei dato il mondo per farla contenta. “Intervista col vampiro di Anne Rice”


    Michael si lasciò sprofondare nell’avvolgente poltrona in stile, nella suite dell’Hotel. Dopo tutto quel tempo aveva finalmente ritrovato Rose, e subito forte e immediata, la reazione fra le gambe gli diceva di quanto ancora la desiderasse.
    Lei aveva cercato di restare indifferente, addirittura di fargli vedere tutta la rabbia che provava per lui, algida e arrogante fintanto che lui non si era avvicinato troppo. Poi aveva visto le sue lacrime, che sembravano parlare e dire “Ti prego non mi toccare” o forse l’opposto? Ma Rose per lui era una calamita, una forza impossibile che lo attirava a sé in un ciclone di emozioni mai provate.
    Per questo l’aveva obbligata a restare, non le aveva permesso di fuggire, mentre quello che era successo dopo era solo frutto dell’istinto che aveva travolto entrambi.
    Rose alla fine non gli aveva spiegato nulla, a lui erano rimasti i dubbi e le domande che si portava addosso da mesi e mesi, ma, se quello che aveva visto negl’occhi di quella donna era quello che pensava, beh allora lei lo avrebbe raggiunto e ogni cosa si sarebbe conclusa nei migliore dei modi.
    La poteva già vedere, nella sua mente, mentre entrava in quella stessa stanza dov’era lui ora. Michael chiuse gli occhi, completamente abbandonato e cullato da quella visione, le gambe aperte, per l’erezione che cominciava a premere contro i pantaloni e le braccia aperte appoggiate ai braccioli della poltrona, la bocca socchiusa.
    Stava vedendo Rose, come se fosse reale, vestita di un morbido vestito di lana leggera, fatto di quella maglina sottile che copre e avvolge le forme femminili così bene da sembrare a volte una seconda pelle, sui fianchi e sui seni. Ed era lì che Michael avrebbe appoggiato le sue mani, quando lei lenta si fosse avvicinata a lui, per abbracciarlo.
    La vedeva, coi capelli raccolti in una complessa acconciatura sulla nuca, trattenuti da quelle forcine che lui si sarebbe divertito a sfilare una dopo l’altra, come in un rituale di iniziazione nuovo e magico che avrebbe sigillato il loro amore.
    E poi sarebbe rimasta lì, Rose, lui lo sentiva, in piedi davanti a lui, solo un passo o due lontana, per permettergli di vedere ogni movimento che stava per compiere.
    Avrebbe teso la maglina dell’abito, con le mani tenute sul bordo dell’ampia scollatura e l’abito sarebbe sceso lentamente verso il seno e poi giù, sempre più in basso fino ai fianchi. Avrebbe ondeggiato piano, Rose, per far passare anche le natiche da quell’apertura del vestito che poi sarebbe stato lasciato lì dove arrivava, sul pavimento.
    Michael sorrise, ancora ad occhi chiusi, nel pensare a quel corpo che vestito solo a quel punto di una guepiere, che si sarebbe avvicinato di nuovo a lui. Rose deve essere magnifica vista così, si disse e una nuova potente spinta nei suoi pantaloni lo fece sussultare.
    Sì, Rose sarebbe andata da lui, quella notte stessa, l’avrebbe guardata mentre si spogliava, l’avrebbe abbracciata e l’avrebbe fatta sua, magari su quella stessa poltrona, magari sul pavimento coperto dalla moquette, magari sul letto…magari in ognuno di quei luoghi, ogni volta come la prima, per tutta la notte, come se il tempo potesse durare in eterno e tenerli così per sempre, novelli amanti danteschi.
    Doveva solo aspettare, dominare il suo desiderio che lo prendeva sempre più forte fra le gambe, calmare la sua mente fervida.
    Si alzò dalla poltrona con decisione, si tolse uno dopo l’altro gli abiti che aveva addosso, lasciandoli cadere come briciole nel bosco, a segnare il suo percorso verso il bagno. Aprì l’acqua della doccia, regolando il miscelatore così che la temperatura lo aiutasse a fermare la sua erezione.
    Si ricoprì di bagnoschiuma tentando con quel profumo di scacciare dalla mente quello di Rose, ma quando arrivò con la mano all’inguine fu come accendere un interruttore: rivide Rose, il suo abito e tutto il resto. Non riuscì a resistere né a fermarsi e dovette dare sfogo a tutto il suo bisogno di possederla, finché sentì il liquido denso e bianco nella sua mano e la mente scivolare nell’oblio del piacere.
    Quando ritornò nel salottino della suite, gli abiti li aveva già raccolti e non erano più sul pavimento, i suoi capelli si stavano asciugando e un bicchiere di succo d’arancia era pronto su un tavolino per placare la sua sete, ogni traccia del desiderio era sparita, anche restava forte in Michael l’urgenza di quell’incontro.
    Michael si chiese quanto mancava all’arrivo di Rose e quel tempo lunghissimo che gli sembrava di dover aspettare decise che doveva essere riempito in qualche modo.
    Prese delle scatole che giacevano in un angolo della stanza e guardò il contenuto: gadget e foto che sarebbero stati donati ai fans in attesa fuori dai cancelli del prossimo concerto.
    Cominciò a prendere una foto con una mano, con l’altra uno dei pennarelli neri che aveva sul tavolo e mise il suo autografo. Una dopo l’altra, foto dopo foto passarono i minuti e il tempo che lo separava dall’oggetto dei suoi desideri.
    Il buio scese nella stanza, quando il sole si calò dietro all’orizzonte e Michael fu costretto ad accendere la lampada che aveva sul tavolino poco distante. Una calda luce soffusa avvolgeva Michael e la mobilia della camera, donando caldi toni ai legni pregiati di tavoli, poltrone e armadi con cui era stata arredata la suite.
    Ora in quella atmosfera, calda e romantica, a cui mancava per Michael solo un caminetto acceso, bastava aggiungere Rose, magari proprio con quel vestito di maglina che aveva immaginato.
    Un leggero bussare alla porta lo fece trasalire e alzare dalla poltrona come fosse stato punto da un insetto invisibile alle natiche.
    Michael si guardò allo specchio appeso alla parete, sistemando, con un gesto che tradiva il suo nervosismo, i capelli che ribelli gli coprivano una parte del viso. Poi, come fosse dietro le quinte del suo più importante concerto, fece un lungo profondo respiro e appena sentì nuovamente bussare, questa volta con fare più deciso, il cuore accelerò i battiti e Michael allora rispose: “Avanti!”
     
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    Sarà una notte indimenticabile per entrambi, grazie per il bellissimo capitolo Andago, attendiamo presto la continuazione
     
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  15. ornellamj
     
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    mammina santa che "pensieri" Mike...
    ....hanno bussato....sarà Rose???
    si avvereranno i sogni ad occhi aperti di Mike o si scontreranno ancora?
    ...e aspettiamo con pazienza di sapere... :aaa:
    thxxx :congra:
     
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86 replies since 16/5/2014, 08:58   972 views
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