Heaven can wait

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  1. jacksonshug
     
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    Capitolo 7.



    " Allora... aspetta un attimo... " Disse Michael poggiando le sue mani sugli occhi di Isabelle, provacandole un leggero calore che le percorse tutta la schiena.
    " Ehm, che fai? Ma dove siamo? "
    " Sh, ti fidi di me? "
    " Come potrei non farlo..." Rispose Isa sfiorando il dorso della sua mano, un lieve sorriso soddisfatto coprì il volto di Mike.
    I due cominciarono a camminare, Michael premeva leggermente le sue mani sugli occhi della ragazza, quasi come per accarezzarla e lei capì di essere entrata in Paradiso.
    " Siamo arrivati! " In quel momento il calore della pelle di Michael cominciò pian piano a svanire e con sè anche quella vaga sensazione di estasi che si era impadronita di Isabelle.
    Aprì gli occhi e si ritrovò in un immenso parco che non aveva mai visto prima, stranamente e per fortuna non c'era nessuno e in fondo sarebbe stato un disastro se ci fossero state molte persone, era chiaro.
    " Oddio... M...Michael è bellissimo! Non ci sono mai stata prima... ma... se ci vede qualcuno? " Chiese Isa visibilmente preoccupata.
    " Tranquilla piccola, è tutto sotto controllo. Ci sono delle mie guardie sparse in giro... hanno appena controllato che fossimo solo noi qui dentro. Ti va di fare una passeggiata? "
    Senza aspettare una sua risposta, Michael cominciò ad avanzare lentamente lungo un vialetto lì presente, seguito da Isa che non riusciva a smettere di tremare, ma doveva mantenere la calma.
    Dopo aver scambiato qualche chiacchiera, Mike prese la mano della ragazza mantenendo lo sguardo basso e i due si sedettero su una panchina, entrambi molto tesi a causa del silenzio che ogni tanto li metteva in imbarazzo.
    " Ehi, ma hai freddo? "Notò la mano di Isabelle che non riusciva a smettere di tremare ed era anche molto fredda, così egli la prese e cominciò ad accarezzarle il dorso dolcemente.
    Anche quella volta fu Michael a rompere il ghiaccio, riuscì finalmente a sconfiggere la timidezza che c'era in lui e che ogni volta gli causava tanti problemi.
    Isa annuì e Mike si tolse la camicia poggiandola sulle sue spalle, rimanendo soltanto con addosso una t-shirt bianca.
    La ragazza in quel momento avrebbe voluto dire tante di quelle cose, ma non ci riuscì e si limitò a fare un timido sorriso di ringraziamento a lui che le aveva permesso di trascorrere una bellissima serata.
    " Ho una cosina per te..." Michael sfilò dalla tasca del retro dei suoi pantaloni una bellissima rosa rossa e un piccolo pacchettino dorato.
    Gli occhi di Isabelle si illuminarono, nessuno prima d'ora le aveva mai regalato una rosa, ma soprattutto... nessuno le aveva mai regalato tutte quelle attenzioni.
    " Per me? Michael.. oddio, io non so che dire... "
    " Non dire nulla allora, apri... " Michael diventò completamente rosso, sembrava così tenero che Isa avrebbe voluto soltanto abbracciarlo e ringraziarlo di tutto quello che in quegli anni era riuscito a regalarle, pur non sapendolo.
    Poggiò la rosa sulle sue gambe e scartò il pacchetto sotto lo sguardo un po' nervoso di Michael, curioso della reazione della ragazza.
    Si trovò davanti la copertina di 'Dangerous', album che mancava alla sua collezione di dischi dato che era uscito praticamente da pochissimo, nemmeno una settimana, e si sentì scoppiare dalla felicità.
    Non tanto per il disco, più che altro per il gesto che quel ragazzo le aveva donato.
    Molti penseranno che è un regalo insignificante da parte di una persona come Michael Jackson, in realtà per Michael Jackson ogni regalo può essere insignificante perchè ci si aspetta di più da un personaggio del genere, ma per Michael no.
    Le aveva regalato un disco, il suo disco. C'era tutto sè stesso lì, quindi fu come se le avesse regalato Michael, il vero Michael.
    Aprì il disco a sua volta e rimase molto colpita dal contenuto del booklet che aveva sul retro della copertina una dedica.

    ''In ricordo di questa bellissima giornata, un piccolo regalo per te. Dentro c'è tutto me stesso, se vuoi conoscermi, ascolta questi pezzi. Spero ti piaccia''.

    E la sua firma chiudeva il messaggio, una firma che lei aveva sempre sognato di poter avere tra le sue mani. Il sogno stava finalmente prendendo vita.
    Numerose lacrime di gioia cominciarono a rigare il volto di Isabelle che non riusciva a credere a quello che aveva davanti, non riusciva a credere che tutto quello stava succedendo a lei, proprio a lei.
    " Michael... io... davvero.. non so come ringraziarti, grazie. Posso abbracciarti?... " Disse lei asciugandosi il volto con la mano.
    " Certo, Isa. Non c'è bisogno che tu me lo chieda. Sono io a doverti ringraziare, mi hai fatto stare bene. Sai... io non ho nessuno con il quale trascorrere del tempo e... beh.. vorrei che quella persona fossi tu.» Michael spostò lo sguardo dagli occhi della ragazza per cercare di sembrare il meno emozionato possibile, mentre dentro di lui stava provando un vortice di emozioni che solo Isabelle era riuscita a dargli prima d'ora.
    Si abbracciarono e fu un abbraccio che durò un bel po', Michael non riusciva nemmeno lui a capire cosa gli stesse succedendo.
    Allora non era solo Isa ad essere confusa, anche il re del pop aveva le sue difficoltà sentimentali e la cosa doveva solo essere tanto piacevole agli occhi della ragazza.
    Rimase stupito da quel che provava, anche se non riusciva a capire bene cosa volesse.
    La ragazza riuscì a percepire la tristezza da quelle sue parole e sentì come un nodo stringerle il petto, riusciva a sentire la sua solitudine.
    " Io.. " Provò a dire qualcosa, ma non riuscì perchè venne interrotta da Michael.
    " Ehm... ti va.. cioè, ti andrebbe di... di venire a Neverland domani? Non devi dirmi per forza di si, puoi pensarci su quanto vuoi... io ti aspetto... " Disse cercando di mascherare l'imbarazzo.
    Cosa? Neverland? Quella enorme struttura che da sempre aveva sognato di visitare?
    Quello doveva essere assolutamente un sogno. Stava accadendo tutto così in fretta ed Isabelle non riusciva a capire nulla, le sembrava di essere entrata in un sonno profondo, ma di una cosa ne era certa: non avrebbe mai e poi mai voluto svegliarsi da quel sogno così reale.
    "...Oh.. domani? Si.. va bene. Però adesso si è fatto un po' tardi, dovrei proprio andare, scusami. " La ragazza fece per alzarsi, ma venne fermata da Michael che le prese un braccio.
    " Hai intenzione di perderti stanotte? Ti accompagno io, andiamo. " Sorrise.
    Le prese di nuovo la mano e pian piano raggiunsero l'auto, per poi sfrecciare lungo le strade luminose di quella immensa città.


    Continua...
     
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  2. Diana89MJ
     
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    Che capitolo pieno di dolcezza :love: :love: e Michael è un amore :--: :--: grazie Francesca per quest'altro bel capitolo attendo il prossimo :occhiolino:
     
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  3. ( StreetWalker‚
     
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    Isabel è fortunata a amarlo perché è di una bontà rara al giorno d'oggi
     
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  4. jacksonshug
     
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    Capitolo 8.



    Il chiarore mattutino si era finalmente scoperto in quella giornata e come al solito, Isa si svegliò, si preparò e andò all'Università.
    Era di buon umore, dopo tanti mesi trascorsi in ansia e nervosismo, finalmente la serenità sembrava essere entrata a far parte di lei. Forse grazie a Michael che le aveva regalato momenti indimenticabili che le sarebbero rimasti ben fissi nella mente per tutta la vita. Isabelle accettò l'invito di Michael e per fortuna, l'ora di rivedere quell'angelo caduto dal cielo era finalmente arrivata.
    Ormai lui era passato allo scoperto e Isabelle non sapeva cos'altro aspettarsi, anche se le rose, il disco e tutto il resto erano passati in secondo piano, l'unica cosa che davvero le importava era un'altra.
    Voleva soltanto poter stare con lui, parlargli, guardarlo negli occhi o stringergli la mano sentendo la sua pelle a contatto con la sua. Tutto questo poteva sembrare banale, anzi lo era, ma non per Isabelle e forse nemmeno per Michael.


    Era ormai pomeriggio inoltrato e lui finalmente arrivò, la ragazza lo accolse in casa e anche quella volta, il primo a compiere il primo passo fu Michael.
    Si erano salutati, ma non ci fu nient'altro e Isa non riuscì a capire il motivo di tutto quel silenzio, nessuno lo capì.
    "C'è... c'è la macchina fuori, quando vuoi... possiamo andare." Disse Michael sedendosi sul divanetto del soggiorno, cercando di far giungere la voce al piano di sopra in cui la ragazza era per prepararsi.
    "Prendo la borsa e arrivo! Tu intanto fai come se stessi a casa tua... cioè, non credo che casa tua sia così... però se.. cioè, c'è il bagno e la cucina per i bisogni più urgenti. Accontentati!" Urlò.
    La ragazza fece per scendere di sotto dall'ospite, ma non fece in tempo perchè se lo ritrovò davanti.
    "Hai una bella casa... molto accogliente... mi piace molto, davvero." Disse Michael.
    "Sai che non so quanti anni hai?" Riprese, accennando una piccola risata.
    "Ne ho diciannove... e possiamo andare."
    Isabelle uscì di casa seguita da Michael che non capì la sua reazione, leggermente 'fredda' con una risposta abbastanza secca.
    Durante il viaggio nessuno proferì parola, però ci furono gli immancabili sorrisetti di Mr Jackson ai quali la ragazza non riuscì a resistere.
    Era così tremendamente bello, lo sapeva e non aveva voglia di mentire a sè stessa. Sapeva di essersi innamorata di lui, ne era quasi certa e non riusciva ad allontanare quel pensiero dalla sua mente.
    Insomma, innamorarsi di Michael Jackson può capitare a tutti, ma lei era diversa. Era diversa agli occhi di lui, ma non lo sapeva. Credeva di essere una semplice fan alla quale voleva soltanto rendere la vita 'bella' o magari cercare di renderla felice, conosceva Michael e sapeva quanto fosse generoso e di animo buono.
    Lei era sovrappensiero, lui le rivolgeva lo sguardo ma non riusciva a leggere nella sua testa, però avrebbe tanto voluto farlo in quel momento, bisognava aspettare.
    Finalmente l'auto arrivò a destinazione e Michael smise di torturarsi la sua catenina d'oro a causa del nervosismo, si tranquillizzò e portò Isabelle alla scoperta di quel nuovo mondo ai suoi occhi, fatto soltanto di giochi, giostre, innocenza, purezza e tranquillità.
    Dopo aver girato a lungo e in largo il parco, giocato, riso come bambini e aver fatto lotte a colpi di solletico, cenarono in una stanza che Isabelle definì come la più bella che avesse mai visto in vita sua.
    Quella sera Neverland era deserta, c'erano solo loro due dato che Michael aveva ordinato a tutti i suoi collaboratori di prendersi una giornata libera, voleva mettere a suo agio Isabelle, sicuro che alla vista di tutte quelle persone sarebbe scappata via e se ne sarebbe andata, anche lei, un po' come tutti.
    Non poteva permetterlo.
    "Adesso... mia cara Isabelle... ti andrebbe di seguire il tuo 'principe azzurro dalle mani sottili e dalla voce angelica'... in una passeggiata nel parco?" Disse Michael prendendole la mano, invintandola ad alzarsi.
    "Oddio, come lo sai?" Isabelle diventò rossa in viso, Michael aveva letto tutto quello che lei scriveva su di lui e la cosa la imbarazzò moltissimo.
    "Ahahah, ho letto le cose scritte sui tuoi poster ahahahah." Scoppiò in una grandissima risata, non riuscì a trattenersi alla vista della ragazza, era troppo buffa.
    "Non ridere! Ti prego.." Disse fingendosi offesa e uscì dalla sala, dirigendosi verso il parco seguita da Michael.
    "Isa, dai. Stavo solo scherzando! Piccola, non prendertela!" Disse lui raggiungendola.
    Doveva ammetterlo: stava esagerando.
    Aveva intenzione di farla morire entro la mezzanotte? Gli abbracci, le carezze, le strette alla mano, il suo sguardo... insomma, tutto ciò causava una tempesta dentro la ragazza e chiamarla anche 'piccola' non sarebbe servito a rendere il tutto meno romantico.
    "Sai che... sei ancora più bella quando ti arrabbi?" Le sorrise.
    Isabelle resisti, non fare cose di cui potresti pentirtene, stai zitta. Continuava a ripetersi, pensando
    che la sua voce interna coprisse le parole di Michael che la facevano emozionare troppo.
    Le prese la mano e insieme si sedettero sul prato a guardare le stelle, era tutto magico. Lei aveva da sempre immaginato una storia del genere, fatta di una bellissima vita accanto alla persona che amava, però purtroppo non era mai arrivata.
    Le sembrava tutto molto strano, pensava che Michael fosse diverso da come lo descrivevano i giornali e infatti era tutto vero. Aveva degli occhi così brillanti che riusciva a perdersi dentro quando lo guardava per più di dieci secondi.
    "Michael... grazie." Disse stringendogli la mano.
    "A te, non ho mai conosciuto una persona più buona, simpatica, dolce e gentile di te. Sono proprio felice di averti conosciuta, dico davvero."
    "Grazie di tutto questo, grazie di essere entrato nella mia vita e grazie di esserci stato quando nessun'altro c'era. Scusa se te lo dico, ma ho bisogno di farlo. Mi sembra tutto così assurdo, fino a qualche giorno fa ero nella mia camera ad ascoltarti e a cercare un modo per vederti, adesso invece... sono qui a Neverland, su un prato e con al mio fianco te... che strana la vita. " A quelle parole Michael si emozionò, la abbracciò e sentì lei che poggiò la testa sul suo petto, si sentiva al sicuro e lo sapeva.
    "Dai su, entriamo dentro... fa un po' freddo." Lui la prese in braccio e la tirò a sè, conducendola nella stanza da lui preferita, la stanza nella quale trascorreva la maggior parte del suo tempo.
    Fece stendere Isabelle sul divanetto, le poggiò una copertina sulle gambe e si sedette al pianoforte, cominciando a premere leggermente le sue dita su quei lunghi tasti, producendo una dolce melodia che Isa riconobbe subito.
    Michael cominciò a cantare 'I just cant stop loving you' senza rendersi conto della ragazza che era ormai alle sue spalle, con le lacrime agli occhi che cercava di dire qualcosa, di rispondere a tutta quella magia, ma non riuscì a fare niente.

    "I just cant stop loving you, and if I stop... then tell me just what will I do..." La calda voce di Michael cantò quelle parole con un filo di voce e in quel momento, Isabelle lo raggiunse al piano, si sedette accanto a lui e gli sussurrò nell'orecchio il continuo della canzone.
    "...'Cause I just cant stop loving you..." A quel gesto, lui rabbrividì e la guardò.
    Furono attimi intensi, Isa si sentì il cuore in gola, batteva così forte e temeva che lui potesse sentirlo. Michael chiuse gli occhi e si avvicinò lentamente a lei, sempre di più... fino a quando le sue dolci, morbide e sottili labbra non toccarono quelle di Isabelle che rimase immobile a quel contatto.



    Capitolo 9.



    Il cellulare di Isabelle squillava incessantemente da un bel po', lasciando che le note di 'Billie Jean' risuonassero nell'aria, svegliandola.
    Si accorse di avere il cellulare in tasca e con gli occhi ancora chiusi lo sfilò senza preoccuparsi di chi fosse, rispose.
    ".. pronto?" Disse con la voce semi roca, ovvero la tipica voce mattutina.
    "Isabelle, buongiorno! Si può sapere che fine hai fatto? " Rispose Susan dall'altro capo del telefono, molto preoccupata.
    Isa aprì gli occhi e capì di non essere nel suo letto e nemmeno a casa sua, non riuscì ad accorgersene prima di allora.
    Notò di essere su un divano di un'immensa stanza e solo in quel momento rimise in ordine i pezzi del puzzle presenti nella sua mente, venne fuori il resoconto della serata precedente.
    Si era addormentata a casa di Michael e poi... il bacio.
    Cosa significava quel gesto così apparentemente semplice e banale?
    Cosa significava per entrambi?
    Sarebbe cambiato il loro rapporto?
    Queste domande cercavano di trovare una risposta, Isabelle cercava di trovare una risposta e anche Susan che aspettava al telefono che la sua amica le dicesse qualcosa.
    "Oh ehm... ho avuto... ho avuto un po' di impegni e..." Cercò di dire qualcosa e di trovare una scusa, non poteva di certo dire di trovarsi in una casa immensa con Michael Jackson che ci girava dentro.
    Non poteva di certo dire di averlo baciato, non voleva e si sentiva una bugiarda, in un certo senso.
    Erano amiche da una marea di tempo, si erano sempre dette tutto... però no, questo no o almeno non adesso, non era il momento.
    All'improvviso, Michael si presentò alle sue spalle con un enorme sorriso e le accarezzò la spalla.
    "Buongiorno, Isabelle.." Sussurrò lui all'altezza del telefono.
    La ragazza gli fece cenno di starsi zitto, forse per cercare di mascherare la situazione in cui si trovava.
    "Ma dove sei? Chi c'è con te? Non sarai mica con... vero?" Disse Susan un po' curiosa. Si riusciva a percepire dal suo tono un po' di delusione, aspettava che Isabelle le dicesse in prima persona con chi era, com'era andata la visita a Neverland e se stava bene. A Susan interessava tanto la vita della sua migliore amica, voleva solo il meglio per lei.
    "No.. cioè, si.. scusa se non te l'ho detto prima, dovevo avvertirti ma mi sono addormentata qui... non doveva succedere, non me ne sono resa conto..." Isabelle cercò di giustificarsi, si alzò e si appoggiò al davanzale della finestra che dava sul parchetto, quello che la sera prima aveva visto lei e Michael scambiarsi tenere e dolci frasi.
    Michael si alzò a sua volta cercando di capirci qualcosa, ma si fermò alle spalle della ragazza, sperando che si voltasse per spiegargli la situazione.
    Era molto preoccupato. Preoccupato di quel bacio, preoccupato di aver rovinato quella bella intesa che pian piano si stava creando tra loro due e aveva tanta paura, paura che per lei quel bacio non fosse significato niente.
    "Scusa il disturbo, ti lascio ai tuoi impegni e... divertiti." Susan chiuse la chiamata, lasciando in Isabelle un enorme vuoto dentro.
    Nella loro amicizia c'erano state molte incomprensioni ma non avevano mai avuto una conversazione del genere, soprattutto perchè non era mai successo nulla del genere.
    "Ero venuto per portarti la colazione..." Disse Michael all'improvviso, rompendo il silenzio formatosi nella mente di Isabelle.
    "Non ho fame, scusa."
    Così dicendo corse fuori dalla stanza con lo sguardo abbassato, aveva intenzione di evitare Michael e non sapeva nemmeno il perchè, forse per cercare di fare un po' di chiarezza dentro di sè.
    "Aspetta..." Lui cercò di fermarla, prendendole un braccio.
    "Guardami. Perchè ho come l'impressione che tu mi stia evitando? Ho fatto o detto qualcosa di male?" Disse cercando di ricevere una risposta.
    "E' per il bacio, vero?.." Riprese.
    Isabelle lo guardò negli occhi e lo abbracciò senza nessun preavviso, un gesto che colse Michael di sorpresa.
    "Ti chiedo scusa, sarà stata la situazione, la musica... le parole... i tuoi occhi..." Disse lui sorridendo leggermente.
    "Le tue mani sono più belle dal vivo... " Disse Isabelle accarezzandogli dolcemente il dorso della mano destra.
    Michael le diede un leggero bacio in fronte, la prese per mano e insieme si diressero nel parchetto, lasciando che la luce del Sole li riscaldasse.
    Si stesero sul prato ed Isabelle poggiò la testa sul suo petto, giocherellando con la sua collanina d'oro che tanto amava.
    "Ti piace tanto, vero? Ahah" Disse Michael accarezzandole i capelli.
    "Si... compro solo i poster in cui la indossi, la adoro."
    Riusciva a sentire il suo profumo, conosceva il suo viso, la sua voce, i suoi occhi, conosceva tutto di lui... ma quello no.
    Era la cosa più bella che avesse mai sentito in tutta la sua vita.
    Amava quel profumo, cercava di rubare ogni attimo per cercare di farsi rimanere impressa nella mente quella piacevolissima fragranza.
    "Ti è piaciuto il disco?" Chiese Michael con lo sguardo rivolto verso il cielo.
    "Tantissimo, sei fantastico. Tutte le canzoni sono meravigliose, ma se dovessi sceglierne qualcuna in particolare... beh sceglierei 'She drives me wild', 'Who is it' e 'Heal the world'."
    "E... 'In the closet'." Riprese Isabelle.
    "Posso farti una domanda?" Chiese Michael.
    "Si, tutto quello che vuoi."
    "Ho letto che un giorno avresti voluto dirmi 'ti amo'... perchè non lo fai adesso? "
    Non riusciva a capire nemmeno lui dove avesse trovato tutto quel coraggio, si fece rosso in viso e spostò lo sguardo altrove.
    "Michael..."
    Lui si avvicinò fino a poggiare delicatamente le sue labbra a quelle di Isabelle, ancora una volta.
    Questa volta però fu un bacio vero, più appassionato che legò i loro sentimenti e le loro anime.
    Si staccarono e si sorrisero.
    Isabelle aveva decisamente rotto la monotonia nella sua vita, era entrato qualcuno di speciale che già c'era prima, ma era soltanto tornato per restare e per modificare il suo ruolo.
    Sentì un brivido percorrerle la schiena, sentì il profumo di Michael farsi sempre più forte e come d'istinto, poggiò di nuovo le sue labbra a quelle di lui, rimanendo bloccata in un fantastico e meraviglioso bacio.



    Continua...



    Ciao a tutti! Ecco qui i capitoli 8 e 9, spero vi piacciano e come sempre aspetto i vostri commenti! :ciau: Ben presto cominceranno ad esserci i colpi di scena eheh, vedrete. :smug:
     
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  5. Diana89MJ
     
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    Quanta dolcezza in questi due capitoli :love: :love: finalmente si sono baciati,che emozione :--: :love: brava Francesca attendo il continuo :occhiolino:
     
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  6. ( StreetWalker‚
     
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    Finalmente trova la felicità con Michael
     
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  7. jacksonshug
     
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    Capitolo 10.





    "Isabelle, devo parlarti... è importante." Una sottile voce pronunciò quelle parole dall'altro capo del telefono, provocando una forte preoccupazione nei confronti della ragazza che non sapeva cosa aspettarsi.
    "Michael, devo preoccuparmi?"
    "Piccola, sta tranquilla. Ho solo una notizia da darti e... ci terrei a dartela di persona, ecco." Rispose sottovoce Michael, mordendosi il labbro.
    "Se ti va, ti aspetto stasera da me. Mando qualcuno a prenderti verso le 20.00, a dopo." Riprese.
    "A dopo..."
    La telefonata si chiuse e i pensieri cominciarono a rendere l'attesa di vederlo sempre più difficile e ormai era diventata un'abitudine.
    Michael ed Isabelle si vedevano abbastanza spesso, quando il lavoro di lui lo permetteva, ovviamente... tra di loro era questo l'unico ostacolo ed era anche molto grande e difficile da affrontare.
    In quel periodo Michael era spesso fuori Los Angeles per la promozione del suo nuovo album e questo la rendeva molto triste, odiava allontanarsi da lui o saperlo fuori città o, addirittura, anche fuori dagli Stati Uniti.
    Dopo l'ultimo bacio non c'era stato più niente tra di loro, solo qualche tenero sorrisetto e qualche frase probabilmente non detta.
    Michael sembrava essere sotto pressione, un po' in imbarazzo, ecco. Soprattutto quando regnava su di loro il silenzio e si avvicinavano le labbra di lei alle sue.
    Isabelle lo conosceva molto bene, sapeva che era un gentiluomo e che per lui baciare una ragazza significava molto, non era di certo il tipo da una botta e via.
    Una cosa quindi era certa: prima o poi avrebbe fatto un passo avanti, ormai gli accenni c'erano stati. Prima o poi, speriamo molto prima che poi.


    Isabelle cominciò prepararsi verso il calar del Sole e indossò un abito nero con al di sopra un cappotto, era ormai inverno inoltrato e cominciava a fare leggermente freddo.
    Finalmente qualcuno bussò alla porta: era John, una delle guardie personali di Michael, egli si fidava moltissimo di lui e di conseguenza anche Isabelle.
    Entrò in quella immensa auto e nel giro di poco arrivarono a Neverland, oh... un colpo al cuore.
    Ad aprirle la portiera della macchina fu Michael e... si, un altro colpo al cuore.
    "Buonasera piccola, tutto bene?" Disse mostrando uno dei suoi più belli sorrisi, notandola un po' preoccupata.
    "No, mi dici perchè mi hai fatto venire qui?" Isabelle cominciò ad innervosirsi e sapeva bene che il motivo della sua ira non era dovuto alla chiamata di Michael, ma a ben altro.
    "Pensavo che ti andasse di venire qui... o almeno di vedermi, ma forse mi sbagliavo." Rispose Michael con lo sguardo rivolto verso il basso, cercando di evitare gli occhi di lei.
    "Sono soltanto preoccupata, ti dà fastidio?"
    "Non fare così, non ti riesce fare la strafottente..." Cercò di prenderle la mano ma Isabelle si tirò indietro, dirigendosi verso una meta sconosciuta da entrambi.
    Michael riuscì a raggiungerla e la prese in braccio, poggiandola delicatamente sul prato.
    "Non hai nient'altro da fare che seguirmi? Strano, pensavo che avessi molti impegni..." Cominciò a sparare cose a raffica, non rendendosi conto di ferire non solo se stessa, ma anche Michael.
    "Dai smettila, smettila di fare come se non te ne importasse nulla!" Disse Michael alzando il tono di voce, non lo aveva mai sentito in quel modo.
    Lo stava conoscendo in tutto e per tutto e si stava comportando come una bambina, ma non sapeva cos'altro fare.
    Perché non riusciva a fare un benedetto passo avanti? Doveva farlo lui, lo stava aspettando, ma proprio niente.
    "Ti ho fatta venire qui per dirti due cose molto importanti e ti pregherei di ascoltarmi." Riprese, prendendo Isabelle per il mento e cercando di far volgere i suoi occhi verdi nei suoi così scuri.
    "Domani parto per Londra... poi gireremo il video del nuovo singolo in Egitto e... insomma, starò via per un po'." Disse lui con gli occhi lucidi, voleva portarla con sè ma non poteva.
    Nessuno sapeva dell'esistenza di Isabelle e la stampa avrebbe sicuramente cominciato a sparlare di lei, e lui non voleva. Stava solo cercando di proteggerla, era un'amica in fondo... o forse qualcosa di più.
    A quelle parole, delle lacrime cominciarono a scorrere sul viso di Isabelle e i tentativi furono tanti, ma non riuscì a nascondere la sua tristezza a Michael.
    "Un po' quanto?... Michael ti prego, non lasciarmi." Lo abbracciò stringendolo così forte quasi da fargli mancare il respiro, aveva trovato la felicità e in quel momento, anche se per poco... stava andando via.
    "Michael io... ti... ti amo." Isabelle si staccò da lui e lo guardò negli occhi, era così bello ed essi erano così profondi.
    La sensazione di non riuscire a respirare si era di nuovo appropriata di Michael, questa volta non per l'eccessiva forza dell'abbraccio, ma per l'eccessiva emozione di quelle parole.
    Le aveva sentite pronunciare milioni di volte da una marea di ragazze, ma sembrava come se si fossero del tutto cancellate nella sua mente per fare spazio a quelle di lei.
    In fondo lui lo sapeva, Isabelle era molto più di una semplice fan e quei baci erano molto più di due semplici baci.
    "E la seconda cosa che volevo dirti... è.. è che ti amo anche io, dal primo momento che ti ho vista." Sorrise timidamente, si morse il labbro e accarezzò il dorso della mano di Isabelle come per rassicurarla.
    Si abbracciarono e di nuovo, questa volta più consapevolmente, le loro labbra si sfiorarono per poi far spazio alla lingua di lui che cercava di entrare nella sua bocca.
    Quel momento fu accompagnato da leggere carezze fino a fermarsi, poi, in un dolcissimo abbraccio.
    Erano distesi l'uno di fianco all'altro e il cielo sembrava assistere con le sue stelle a quello spettacolo, il loro spettacolo. Michael era sereno come non lo era da tempo, non era più solo adesso, aveva trovato l'amore, aveva trovato la ragazza della sua vita... ma questa vita era troppo grande per lei.
    "Io... io non voglio lasciarti, non adesso, ti prego... ti prego, portami con te, Michael..." Isabelle ruppe il silenzio che si era formato e che ormai non sarebbe più ritornato, avrebbe lasciato spazio ai suoi singhiozzi e alle sue lacrime come quando era da sola.
    Adesso però non era sola, c'era Michael. C'era Michael ad asciugarle e c'era Michael ad amarla con il cuore, anche da lontano.
    "Lo farei, piccola... credimi, ma non posso o almeno non adesso. Ti prometto che farò il possibile per cercare di sbrigare presto queste faccende, ti prometto che al mio ritorno staremo insieme, tutto il tempo. Ci sentiremo al telefono, so... si, so che non sarà la stessa cosa, ma è meglio di niente. Sappi però che ti amo, ti amo dal profondo del mio cuore." Disse Michael anch'egli con le lacrime agli occhi, cercando di consolare Isabelle e in fondo anche se stesso.
    Quei 'ti amo' li aveva sentiti tantissime volte Isabelle, in fondo Michael ogni volta che appariva in pubblico dinanzi ai suoi fan esprimeva sempre tutto il loro amore per loro. Ma in quel momento non c'era nessuno, quell'amore era solo per lei.. Era qualcosa di indescrivibile, era qualcosa di magnifico.
    "Michael, ti amo anche io..." Lo baciò.
    "Isa... posso chiederti una cosa?" Disse lui un po' emozionato e imbarazzato.
    "Tutto quello che vuoi."
    "Rimani con me stanotte? Non... non mi va di rimanere da solo, ti prego... non pensare male, io voglio solo... solo dormire con te. Non voglio farti del male, ma non lasciarmi da solo."
    Come si faceva a dirgli di no? Era un cucciolo, quindi lei sapeva che la sua risposta sarebbe stata positiva adesso, tra mesi, tra anni.
    Quella notte si addormentarono abbracciati ognuno al corpo dell'altro e, almeno per quella sera, i brutti sogni, le paure e le ansie non si presentarono da nessuno dei due, ma sarebbero arrivate.
    Si sa, la felicità è fatta di attimi che servono per alleviare il dolore e poi di solito crolla tutto quando si sta bene, quando ci si ama e quando si vive in serenità.

    Cosa succederà?
    Continua...
     
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  8. ( StreetWalker‚
     
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    Quando sarà via per lavoro non dovrà essere disperata perché la penserà
     
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  9. Diana89MJ
     
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    Cosa succederà? bella domanda,attendo di leggere il continuo,spero tanto che non accada nulla di brutto.
     
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  10. jacksonshug
     
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    Capitolo 11 - Parte 1.



    Quella mattina Isabelle si svegliò all'improvviso, era un po' presto in effetti e il sole non era nemmeno sorto del tutto.
    Erano le 5:30 am, dai su, chi era così capace di svegliarsi ad un orario simile? Lei di certo no, però Michael si.
    Era accanto a lei a guardarla dormire, forse non si era nemmeno reso conto del risveglio della ragazza, tanto era concentrato e pensieroso.
    Tralasciando tutto fu un bel risveglio, fu una bella nottata ed Isabelle riuscì a sentire il calore del corpo di Michael accanto al suo per tutto il tempo. Le sembrò una strana sensazione, una nuova emozione a cui non era assolutamente abituata.
    Mai e poi mai avrebbe immaginato di trovarsi in quella situazione: a Neverland, nella stanza di Michael e per di più nel suo letto con lui accanto.
    Credette di sognare per qualche istante.
    La prima cosa che fece quella mattina, non fu aprire gli occhi, ma stendere la mano dall'altro lato del letto, verso il basso, sfiorando con le dita il soffice tessuto delle lenzuola.
    Si fermò per poi ricominciare, questa volta, ad accarezzare il dorso della mano di Michael che rispose a quel contatto, rilassando le dita, come per godersi la morbida pelle di Isabelle sulla sua.
    "Buongiorno, piccola... come mai già sveglia?" Chiese avvicinandosi di più a lei, poggiandole una mano dietro la testa.
    "Volevo salutarti prima della partenza... Michael... mi mancherai, da morire." A quelle parole, Isabelle si poggiò le mani sul volto, tentando di coprire i suoi occhi color verde smeraldo e cercando di evitare le lacrime.
    "Ti prego, non fare così. Sto male, dico davvero. Se potessi annullare tutti gli eventi in programma per stare con te, lo farei, ma non posso. Lì fuori c'è un mucchio di gente che aspetta l'uscita del nuovo videoclip, c'è gente che aspetta di vedermi e... io non posso negar loro tutto questo." Disse Michael accarezzandole la pancia.
    Un mucchio di gente, la sua gente. Isabelle sapeva bene cosa significasse l'uscita di nuovi progetti per i fan, sapeva soprattutto cosa significasse sentire il bisogno di vedere il proprio idolo anche solo per qualche istante, lo sapeva molto bene.
    In fondo tutti quei pomeriggi passati a piangere davanti ai suoi poster, tutta la tristezza e la malinconia... c'era solo perchè la speranza era lì, ma era troppo poca per poter permetterle di credere ancora.
    "Lo stai negando a me, però." In quel momento Michael abbassò lo sguardò e si girò dall'altra parte, quelle parole lo ferirono.
    Si, erano delle semplici parole che ogni donna dice al proprio uomo, ma non per lui. Non per loro.
    Erano così vere, temeva di perdere tutto con quella frase. Lui non poteva dare molto ad Isabelle, poteva darle il suo amore, la sua fiducia, poteva anche riempirla di gioielli e abiti costosissimi, poteva darle l'intimità... ma per quanto bastasse, niente di tutto questo poteva rendere la loro storia semplice, o libera, in un certo senso.
    ".. scusa, non volevo dire... tu... scusami, mi sono espressa male, non te la prendere. " Riprese Isabelle, rendendosi conto del danno che aveva appena fatto.
    Michael era troppo sensibile, lo sapeva, però non diede tanto peso alle parole che le uscirono dalla bocca poco prima.
    "Io non posso darti molto. Io... io non ho una vita normale, questa è la mia vita. Vedi? Viaggiare da una parte all'altra, stare qui tra queste mura e cercare di essere una persona normale, ma è difficile. Io... io non posso andare a fare la spesa, non posso girare per i negozi, non posso andare allo zoo, al cinema... non posso fare un viaggio senza che nessuno mi accompagni, non posso fare niente di tutto questo. Mi dispiace, io non posso darti quello che vuoi, posso solo renderti parte di tutto questo, posso darti un po' della mia vita, posso comprarti tutte le cose che vuoi, ma non posso darti una vita normale. Sto soltanto cercando di proteggerti, voglio tenerti per me... non voglio che il mio essere 'Michael Jackson' influisca nella tua vita. Io posso soltanto amarti."
    A quelle parole, Isabelle si sentì come un vuoto allo stomaco, era stato tutto provocato da lui e da quella sua tristezza che aveva dentro di sè.
    "Mike... a me non interessano i tuoi soldi, non mi interessa 'Michael Jackson', non mi interessano le case lussuose, la fama e tutto il resto... io mi sono innamorata di te, di Michael. Sono innamorata dei tuoi occhi così profondi, delle tue labbra che... dio, non ho mai visto niente di più bello. Sono innamorata della tua voce, della tua bontà, della tua gentilezza, del tuo profumo, delle tue mani... del tuo collo... io ti amo dal primo momento che ti ho visto. Ti amo e credimi, se tutto questo un giorno dovesse finire, io ti amerò lo stesso."
    Lo raggiunse al bordo del letto, dove egli si stava abbottonando una delle sue solite camicie rosse, prestando attenzione alle parole di lei che lo fecero emozionare tantissimo.
    "Potrò chiamarti? Ti prego, dimmi di si."
    "Devi farlo, mi aspetto di sentire la tua voce almeno dieci volte al giorno. Prometti che mi penserai?" Sorrise dolcemente, dandole un leggero bacio a fior di labbra.
    "Sei sempre stato nei miei pensieri...pensami anche tu e ricorda che ti amo come non ho mai amato nessuno in diciannove anni di vita." Isabelle a quel punto si sedette sulle ginocchia di Michael e cominciò a guardarlo negli occhi.
    Poi poggiò delicatamente le sue labbra su quelle di lui, come per rubargli un ultimo tocco, un ultimo sospiro, un'ultima emozione.
    Gli accarezzò la guancia e scese con il dorso della sua mano più in basso, all'altezza del collo dove c'era la sua collanina preferita e cominciò a giocarci, provocando in Michael un leggero solletico che lo fece sospirare.
    Non staccarono le labbra nemmeno per riprendere fiato. Poi Isabelle sbottonò il primo bottone della camicia di Michael e gli accarezzò dolcemente il petto.
    "Isa... no... ti... ti prego." Disse lui prendendole la mano.
    " Mike... non voglio lasciarti. Sei tanto in ritardo?" Si staccò da lui e lo guardò negli occhi.
    "Ho l'aereo per Londra fra due ore... quindi si, ti faccio accompagnare a casa." Disse lui con tono deciso.
    In fondo stava male, ma non lo dava a vedere più di tanto, non era il tipo. Non voleva lasciarla proprio adesso che aveva trovato la felicità dopo tanta tristezza.
    Era stato solo per tanto tempo e non voleva ritornare come prima, voleva essere libero di poterla amare senza dover mettere conto a nessuno, senza doversi preoccupare di quello che scrivevano i tabloids su di loro, ma proprio non poteva.
    Lui era abituato a tutto quell'inferno da quando era molto piccolo, ma Isabelle no e stava cercando solo di proteggerla.
    Di solito si dice che l'amore vince su tutto e lo sperava così tanto, sapeva che in fondo... da lui, si andava soltanto via.
    Nonostante questo sperava di sbagliarsi, sperava che Isabelle rimanesse per sempre lì nel suo cuore e perchè no, anche tra le sue braccia.

    Continua...


    Ciao a tutti, sono tornata! Chiedo scusa per avervi fatto aspettare così tanto, perdonatemi. I prossimi capitoli sono già pronti, quindi arriveranno presto.
    Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e aspetto commentini!
    Un bacio :occhiolino:
     
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    Sono una splendida coppia, si rivedranno presto e saranno per sempre felici insieme. Grazie per i bellissimi capitoli Jacksonhug, attendiamo presto la continuazione
     
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  12. jacksonshug
     
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    Capitolo 11 - Parte 2.






    Velocemente Michael si sbottonò la catenina che aveva al collo, la raccolse nel palmo della sua mano per poi cederla nelle mani di Isabelle.
    "Questa... voglio che la tenga tu." L'abbracciò, gliela mise al collo e poi le accarezzò dolcemente i capelli.
    "Ma... Michael, ci tieni tanto a questa collanina... io... io non posso... non posso accettare."
    "Isabelle, voglio che la tenga tu, dico davvero." E così dicendo, Michael compose un numero sulla tastiera del telefono in camera sua, aspettando che qualcuno rispondesse dall'altro capo.
    "John, potresti accompagnare la signorina Isabelle a casa? Va bene... grazie John, a dopo!"
    Chiuse la telefonata, si alzò dal letto e cominciò a mettere in ordine gli ultimi bagagli sotto gli occhi di Isabelle che aspettava qualche sua parola.
    Il momento tanto agoniato era finalmente arrivato, però in fondo si trattava di pochi giorni e comunque una persona nelle sue condizioni era solo capace di pensare positivo.
    "C'è John che ti aspetta, torna a casa..." Disse lui senza distogliere lo sguardo dalle sue cose, sembrava così teso e nervoso.
    "Per il momento sarà meglio non far sapere a nessuno di noi, ti prego. Dillo solo alle persone di cui realmente ti fidi, piccola. Le persone sanno essere molto cattive e fare anche molto male, stai attenta." Finalmente le si avvicinò.
    "Non preoccuparti, Michael."
    "Invece mi preoccupo, sei così piccola, forse anche un po' ingenua... non sai cosa c'è fuori di qui. Voglio solo proteggerti, sappilo." La baciò intensamente e lasciò che la sua mano si intrecciasse con quella di lei, quei baci gli sarebbero mancati, ne era certo.
    "Mi mancherai, Michael. Ti amo." Disse Isabelle sussurrandogli nell'orecchio.
    "Ci vediamo presto, te lo prometto. Ti amo anche io."
    "Allora... ciao..."
    Aprì la porta della sua camera senza nemmeno voltarsi verso di lui, non amava i saluti pieni di lacrime e poi non voleva star male più di quanto non stesse già adesso.
    Arrivata davanti al cancello trovò John ad aspettarla con un grandissimo sorriso.
    "Buongiorno signorina, come sta?" Disse lui aprendole la portiera di quella grande vettura.
    "Buongiorno John, sto bene..."
    "Dai su, non si preoccupi che il signor Jackson tornerà presto, stia tranquilla." Cercò di consolarla, per quanto gli era possibile.
    "Ha ragione, grazie per il conforto, è molto gentile da parte sua." Disse Isabelle accennando un sorriso.
    "Si figuri, mi dia del tu però!"
    "Va bene, John e grazie per avermi accompagnata."
    "E' stato un piacere signorina, lei è davvero molto simpatica. " E così dicendo, finalmente arrivarono a destinazione ed Isabelle era molto contenta.
    Era stata benissimo a Neverland, ma le era mancata la sua stanzetta e soprattutto le era mancata Susan con la quale avrebbe voluto condividere la gioia del momento, ma non poteva.
    L'ultima volta avevano discusso e sembrava che la cosa avesse messo molta tristezza ad entrambe, c'era solo una cosa da fare: chiederle scusa.
    Si, scusa. Era stata Isabelle a sbagliare, sembrava volesse tenersi per sè la storia di Michael come se non si fidasse della sua migliore amica, aveva sbagliato completamente tutto.
    Decise di andare a casa sua per risolvere la faccenda una volta per tutte.
    Però si sentì strana, scorretta. Scorretta perchè adesso che Michael non c'era aveva bisogno di lei, ma fino a poco fa Susan non era stata nemmeno nei suoi pensieri, non sapeva cosa le stesse succedendo.
    Era tutto così assurdo e complicato, qualcuno aveva reso il tutto meraviglioso, ma anche complesso, troppo complesso.
    Isabelle si fece una doccia e si vestì in un attimo, era già pronta per chiarire tutto.
    Così uscì di casa e si diresse verso casa di Susan che abitava a soli pochi isolati da lei, inutile dire che durante tutto il tragitto fu invasa da un'ansia pazzesca.
    Bussò e ad aprirla fu proprio Susan che non si aspettava per niente quella visita, convinta che Isabelle avesse di meglio da fare piuttosto che trascorrere del tempo con lei, come qualche giorno fa.
    "Ciao Sus... io... volevo chiederti scusa." Disse Isabelle chinando il capo.
    "Oh... non c'è il tuo Michael qui con te?"
    "Dai, smettila. Mi fai entrare?"
    "Si, però... mh, credo che la signora Jackson non si senta a suo agio in questa casa, ormai è abituata alle lussuose ville del suo tenero amichetto, sbaglio? " Rispose Susan, fingendo di essere il più arrabbiata possibile, ma proprio non riusciva. Non riusciva a mostrarsi così, in fondo sapeva bene che in cuor suo l'aveva già perdonata ancora prima che Isabelle le si presentasse davanti casa.
    "SI CHE TI SBAGLI! TI HO CHIESTO SCUSA, NON SO CHE ALTRO FARE. SE NON TI VA DI PERDONARMI ALLORA NON FARLO, CHIARO?" Isabelle leggermente stufa delle parole dell'amica, alzò il tono di voce non rendendosi conto di urlare come se nulla fosse.
    "Ehi, chi ha detto che non vuole perdonarti? Entra." Susan la abbracciò e in quel momento fu come se tutto quello che era successo fu scomparso.
    "Ti voglio bene." Isabelle riuscì a dire solo quelle parole, tutte le altre le sembrarono scontate.
    Le due ragazze si accomodarono nella stanza da letto e cominciarono a chiacchierare di un solo argomento: Michael.
    Ecco, Susan sembrava agitatissima e ogni volta che Isabelle le raccontava un episodio, lei cominciava ad urlare come una bambina alla vista del suo giocattolo preferito.
    "E dimmi un po'... cosa fa quel gran figo adesso?" Disse Susan mostrando tutta la sua curiosità.
    "E' in giro per promuovere il disco e girare il nuovo videoclip..."
    "Eppure tu non mi convinci, non so. C'è qualche altra cosa che devo sapere?... dai su, sputa il rospo!"
    In quel momento il cellulare di Isabelle cominciò a squillare, lo tirò fuori dalla sua borsa e vide il mittente della chiamata.
    Michael.
    Una grandissima emozione si impadronì di Isabelle e anche di Susan che non si aspettava una cosa del genere.
    Prese fiato e rispose, mentre il cuore cominciava a martellarle in petto, come se volesse uscire da un momento all'altro.

    Continua...
     
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    Sarà una bellissima storia ma dovranno stare molto attenti a persone negative ed invidiose del loro Amore. Grazie per il bel capitolo Jacksonhug, attendiamo presto la continuazione
     
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  14. jacksonshug
     
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    Capitolo 12.


    "Ehi, Michael... sei già arrivato?" Chiese Isabelle.
    "Purtroppo no, sono ancora in aeroporto. Ci sono stati un po' di problemi con dei fotografi, ma adesso è tutto risolto. Come stai?"
    "Mi manchi già, tantissimo. Torna presto, ti prego."
    "Mi manchi anche tu, piccola. Ti prometto che tornerò molto presto, domani giriamo il videoclip di 'Remember the time' e presto lo vedrai. Spero tanto che ti piaccia, mi sentirai più vicino." Disse Michael sussurrando.
    "Davvero? Oh, io e Susan non vediamo l'ora di vederlo!" Rispose Isabelle incrociando lo sguardo della sua amica che era di fianco a lei ad ascoltare quella chiamata, era letteralmente partita.
    Aveva un sorriso da ebete stampato sulla faccia e non faceva altro che ripetere 'Michael... ohmadonna. Michael... ohmadonna'. Andò avanti così per interi ed interminabili minuti.
    "Isabelle... purtroppo per qualche giorno non so se riusciremo a sentirci. Ti chiamerò io quando non ci sarà nessuno a cui dover dare spiegazioni." Il tono di Michael era molto basso, malinconico, a dire il vero. Adesso arrivava il bello del gioco, un gioco a cui Isabelle stava dando tutta sè stessa e anche Michael, ma prima o poi sarebbe finito.
    "Ma... Michael, che significa? Non puoi nemmeno parlare al telefono? Sei tu che comandi, tu detti gli ordini, sbaglio?" Rispose Isabelle visibilmente arrabbiata ed era comprensibile. In fondo stavano insieme, erano una coppia abbastanza normale, non troppo, in realtà proprio per niente. Non potevano vivere una storia come tutti gli altri perchè il nome e la fama di lui mettevano fine ad ogni cosa che si cercava di creare, o in qualche modo di trasformare.
    "Si, è così. Ma non vorrei che qualcuno sapesse di noi, scusami. Tu non sai che significa essere in una gabbia dorata, si è dorata, ma pur sempre una gabbia. E' orribile. All'inizio è piacevole, ma poi è un inferno. Questa è la mia vita, non posso farci nulla." Disse Michael cercando di far comprendere la situazione ad Isabelle che era quasi partita in quarta.
    "Smettila di farmi la predica, ti prego. La smetti di trattarmi come una cretina? So bene cosa significa, devi sapere che a me non interessano i tuoi soldi! Non mi interessa la tua fama e soprattutto non mi interessa finire in prima pagina sulle copertine delle riviste di tutto il mondo! Vorrei solo poter parlare con il mio ragazzo, chiedo troppo? E si, è Michael Jackson, ma anche Michael Jackson merita di amare e di essere amato!!"
    Bene, stavano insieme da nemmeno una settimana e le discussioni non mancavano, insomma.
    Intanto Susan sbarrò gli occhi appena che sentì pronunciare da Isabelle le parole 'Il mio ragazzo', non riusciva a capirci niente, si trovava ad ascoltare una discussione della sua migliore amica con il suo fidanzato, ovvero Michael Jackson.
    Tutte le donne pensavano che con un uomo come Michael si stava bene ed in effetti era così, si stava stramaledettamente bene, ma le discussioni c'erano, come con qualsiasi altro uomo.
    "Lo so, hai ragione, ma non è colpa mia. Allora adesso ti vengo a prendere e ce ne andiamo a fare un viaggio, anzi... parti con me. Tempo un'ora anche i pinguini in Antartide sapranno che stiamo insieme!" Disse Michael alzando la voce, molto nervoso.
    "Non voglio questo, voglio solo stare con te." Isabelle disse quelle parole con un filo di voce, Michael capì che da un momento all'altro sarebbe scoppiata a piangere, se ne accorse.
    "Questo significa stare con me. Dai, ti prego, non litighiamo. "
    "Scusa, Michael. Sono una stupida, però ti amo, ti amo per quello che sei, non per quello che hai. "
    "Lo so, piccola. Non c'è bisogno che tu me lo dica, io lo so. Sei diversa dalle altre, per questo ti amo. Adesso devo proprio andare, ci sentiamo." Disse Michael sottovoce, lasciando che la sua tristezza venisse fuori.
    "Ciao Michael." Chiuse la chiamata.
    Susan era rimasta con quel sorriso per tutta la durata della chiamata e all'improvviso balzò in piedi sul tappeto, urlando.
    Si guardarono.
    "ODDIO, DIMMI CHE STAVI SCHERZANDO CINQUE SECONDI FA AL TELEFONO E CHE QUELLO NON ERA MICHAEL JACKSON. Tu...... sei la sua ragazza? MA E' UNO SCHERZO? ODDIO MI SENTO MALE. " Disse Susan urlando, probabilmente l'avrà sentita anche Michael in aeroporto.
    "Si, è tutto vero. Sono innamorata di lui. Però ti prego di non dirlo a nessuno, non deve saperlo nessuno. Non lo sa nemmeno mia madre che lavora con lui, pensa te." Rispose Isabelle cercando di calmarla.
    "Va bene, puoi fidarti di me, lo sai. Sappi che sarà difficile mantenere l'anonimato, io spero per voi che nessuno venga a sapere di questa storia, ma sarà un'impresa."
    "Lo so, poi vedremo con Michael cosa succederà. Per il momento posso solo dirti che sono felicissima di stare con lui, sto troppo bene." Disse Isabelle sorridendo e accarezzando la collanina del suo Michael.
    "Hai tanto da raccontarmi, amica cara. Un giorno non basterà, meglio che dormi qui stanotte e chissà... magari il tuo Michael verrà a prenderti."
    Con Michael era tutto finalmente risolto, con Susan anche e Isabelle si sentiva leggera come una piuma e finalmente... felice.

    Michael's part.

    Era finalmente giorno, il sole penetrava dalla finestra della sua enorme stanza e Michael, quella notte, non riuscì a chiudere occhio nemmeno per un istante.
    Il suo pensiero costante era lei. Aveva voglia di sentire la sua voce, di abbracciarla, di baciare le sue morbide labbra, di sfiorare la sua pelle e non poteva farlo.
    Pensava a lei e alla faccia che avrebbe fatto quando avrebbe visto quel video.
    La sceneggiatura dei suoi videoclip non era mai stata creata da lui, ma da tutti i suoi assistenti, lavoratori e gente che in un modo o nell'altro lavorava per lui. Era una cosa assurda. Era lui che pagava gli stipendi, era lui che comandava e dava gli ordini, ma in tutto non aveva per niente voci in capitolo.
    Era stato deciso che nel video avrebbe dovuto baciare la bellissima Iman e le sue continue lamentele non erano servite a cambiare quel bacio in un dolce abbraccio.
    Non poteva assolutamente protestare più di tanto e in quei momenti gli sarebbe venuta voglia di urlare a tutti che era innamorato di Isabelle, ma già conosceva la risposta dei suoi collaboratori.
    Cose del tipo: "Capirà la ragazzina, è soltanto un video. " oppure "Sei Michael Jackson, ha scelto lei di stare con te e questo è il prezzo da pagare."
    Già, il prezzo da pagare. Con lui ogni ragazza aveva qualcosa da scontare con il tempo, come se innamorarsi di lui fosse una 'punizione' o una cosa assolutamente sbagliata. Una trappola. Ed Isabelle ci era cascata in pieno.
    Beh, in fondo però si trattava soltanto di un video, non era realtà e forse avrebbe capito, forse.
    Non rimaneva che aspettare che lei lo vedesse e vedere la sua reazione.
    "Signor Jackson! E' pronto? La stiamo aspettando." Disse una delle sue guardie fuori dalla porta.
    "Si, arrivo." Rispose lui con tono secco e deciso.
    Basta pensare, basta riflettere, basta avere i rimorsi, basta avere la voglia di amare. Non serviva in tutto quello.
    Per vivere in quella gabbia bastava fingere e per stare bene bisognava solo aspettare che qualcuno lo venisse a salvare.



    Capitolo 13.


    Remember the time's set.




    "Michael! Devi baciarla! Su, forza... non vorrai mica farti pregare?" Disse John, il direttore del video, urlando con tutta la forza che aveva in corpo.
    "Ma John... " Provò a dire Michael, cercando di far comprendere la situazione senza dar troppo nell'occhio a lui e a tutte le altre persone che erano lì per quel video.
    "NIENTE MA! MICHAEL, E' SOLTANTO UN BACIO! RIUSCIREMO ALMENO STAVOLTA A FARTI SCROLLARE DI DOSSO L'AREA DA SANTARELLINO CHE HAI?"
    Aveva decisamente oltrepassato il limite, non era di certo quello il modo per spiegare la situazione ad una persona come Michael che, in fondo, aveva capito già troppo.
    Erano lì sul set, fermi da chissà quanto tempo a ripetere continuamente la scena di quel bacio. Michael arrivava, si fermava dinanzi ad Iman come da copione e scattava il bacio che puntualmente veniva evitato da un re del pop abbastanza sicuro di sè.
    "Quando capirete una buona volta che se non vado a letto con la prima che capita non sono un santarellino? Sono soltanto molto attaccato a queste cose, ci tengo." Disse Michael con tono secco e deciso, davanti ad Iman che lo scrutava costantemente ed intensamente, molto intensamente.
    "Su, Michael, è solo un bacio, non fare storie! Hai mica la ragazza a casa che ti aspetta? " Disse quest'ultima con tono irritante, molto irritante.
    Era stato toccato il tasto odiato da Michael, era sempre stato molto riservato in queste faccende e non avrebbe di certo diffuso la notizia del suo freschissimo fidanzamento in quell'occasione.
    "Va bene, dai. Facciamolo, sono pronto." Si era convinto e in un istante si posò di fronte ad Iman, a pochi centimetri dalla sua bocca e poggiò le sue morbide labbra su quelle di lei, concludendo il tutto con un dolce abbraccio.

    Appena tornato in hotel, Michael si stese sul letto ancora tutto vestito e truccato, sfilò il cellulare dalla tasca del suo pantalone e compose il numero di Isabelle, ansioso di parlarle e di spiegarle del video, ansioso di ascoltare la sua dolce voce.
    Voleva dirle quanto la amava e quanto desiderava averla lì al suo fianco, così compose il numero con un leggero sorriso sul volto e le farfalle dentro al suo stomaco che facevano il moonwalk senza dargli tregua.
    Il cellulare squillava, ma nessuno si degnava di rispondere a quella telefonata.
    Riprovò più volte senza ricevere risposta e così, rassegnato magari dal pensiero che Isabelle stesse godendosi un po' della sua vita in libertà, posò il cellulare sul comodino accanto al suo letto e lo spense.
    Una lacrima gli rigò il volto.
    I suoi occhi piangevano, la sua anima stava male, come se fosse del tutto scomparsa e non sapeva nemmeno lui il perchè. Isabelle era da pochissimo la sua ragazza, ma era da sempre nel suo cuore e lui la stava solo cercando nella vita reale e la aveva finalmente trovata.
    Stava comunque male. Erano uno di quei momenti in cui voleva soltanto stare con chi amava, lontano dalla folla, lontano dalle bugie dei giornali che puntualmente inventavano qualcosa di diverso sul quale poter discutere, ovviamente sul suo conto. Sentiva di essere come un burattino, un burattino molto ricco, ma anche molto triste.
    In quel momento avrebbe voluto essere con Isabelle, magari ad una festa o ad una cena, ma loro due, solo loro e non potevano. Non poteva condividere la sua vita con lei semplicemente perchè era troppo complessa, troppo cattiva e troppo grande.
    Stava spronfondando nell'angoscia più assoluta, aveva bisogno di lei in quel momento e lei non c'era. Non era a conoscenza di quel che stava succedendo a lui, cosa stava succedendo alla sua anima.
    Le mandò un messaggio per la buonanotte, Michael amava farlo.

    "Dove sei, amore? Mi sento tremendamente solo, mi mancano i tuoi abbracci, anche se pochi. Mi manchi da morire, tornerò presto.
    Sono lì con te. Buonanotte, piccola.
    Tuo Michael".


    Quella notte non riuscì a chiudere occhio, era ormai diventata un'abitudine ed era anche diventata un'abitudine fare affidamento ai suoi sonniferi, sicuro che almeno per un po' lo avrebbero risucchiato nel vortice del sonno.

    Isabelle's part.

    Isabelle aveva trascorso la serata in una discoteca con Susan ed alcuni vecchi amici, ormai trascorreva più tempo a casa della sua migliore amica che a casa sua e la mamma glielo concedeva molto liberamente.
    Appena tornarono a casa, Susan ed Isabelle si stesero sul letto e cominciarono a discutere del più e del meno, ma soprattutto del fatto che Isabelle non avesse concesso nemmeno un sorrisetto ad uno dei ragazzi presenti in discoteca.
    "Isa, che hai? Sei un po' triste o sbaglio?" Disse Susan avvicinandosi a lei, notandola piuttosto altrove con la mente e i pensieri.
    "No, niente... sto bene. "
    "Non mentire! Cosa c'è? " Continuò Susan cercando di capire qualcosa sull'attuale stato emotivo dell'amica.
    "No è che... mi manca tanto Michael, vorrei sapere come sta, che fa... io vorrei tanto renderlo partecipe di quello che faccio, vorrei che facesse parte della mia vita." Isabelle abbassò lo sguardo, mentre qualche lacrima cominciava a scorrerle sul viso.
    "Tesoro, non piangere però. Sai che Michael non può, purtroppo il suo nome è troppo grande per poter condurre una vita normale, devi capirlo. Dai, prendi il telefono e chiamalo! " Susan le prese il telefono dalla borsa e glielo posò tra le mani.
    "Sono le 4.00, è tardi... non voglio svegliarlo. Lo chiamo domani. "
    Sbloccò il cellulare e trovò 7 chiamate e un messaggio aventi lo stesso e unico mittente: Michael.
    Sorrise.
    Era stato lui a cercarla, nonostante tutti gli impegni che avesse.
    Si sentì un nodo alla gola quando vide il 'mi sento tremendamente solo, era colpa sua e non poteva far nulla per cercare di farlo stare bene.
    Se ne fregò dell'orario e del fatto che magari stesse dormendo, compose il suo numero e lasciò che il cellulare squillasse.
    Rispose.
    "Michael... " Disse Isabelle con un filo di voce.
    "Piccola... grazie per aver chiamato. " Rispose Michael con un leggero sollievo.
    "Scusami se ti ho svegliato, ma morivo dalla voglia di sentirti, perdonami. "
    "Non scusarti, non dormivo, tranquilla. Anch'io volevo sentirti, mi manchi tanto, sai? "
    "Anche tu... Michael, ma quando torni? Sono passati appena due giorni, ma io già non ce la faccio più."
    Era stata dura separarsi da Michael, ma quello era solo l'inizio. Ci sarebbe stato il tour mondiale, però a questo Isabelle ancora non ci aveva pensato o forse semplicemente non voleva.
    "Non so, spero di liberarmi al più presto. Tu non stare male, okay? Promettimelo." Disse Michael sorridendo dolcemente, come solo lui sapeva fare.
    "Te lo prometto... " Isabelle lo disse come per rassicurarlo, ma era sicura che avrebbe fatto di tutto e che sicuramente sarebbe stata anche male.
    "Dai bimba, è tardi. Vai a nanna ahah." Disse lui accennando una risata.
    "Ma guarda tu questo Michael Jackson ahaha, fa anche le battute! Vedi che se sono più piccola di te non significa che tu debba cambiarmi i pannolini!" Isabelle cominciò a ridacchiare di gusto e a cominciare a stuzzicarlo.
    "Io volevo cambiarli, comandarti a bacchetta, mandarti a letto alle 21 e leggerti le favole! "
    "Ah giusto, quindi dovrei farti anche da serva? Ma non hai abbastanza gente che ti pulisce, ti lava e ti cucina? Ahahah "
    "Si, ma non sono come te... tu sei bellissima. 2 Disse Michael con fare suadente.
    Isabelle arrossì e si sentì le guance bollire come non mai.
    "Che gentleman mr. Jackson! Dai su, vai a dormire che sei stanco. Ti ci vedo già sul letto ancora tutto truccato e un po' spettinato, con i mocassini ai piedi e i tuoi bellissimi occhi neri coperti da quell'eyeliner sbavato! 2 Disse Isabelle prendendolo un po' in giro.
    "Quando torno facciamo i conti ahahah, non ti prenderai così gioco di me! Lotta di solleticooooo! Buonanotte, piccola peste." Michael sorrise, lei era riuscita a cacciare dalla sua mente i pensieri negativi e a riportare finalmente il sereno.
    "Buonanotte, Michael Jackson. "
    "Isabelle, ti amo. " Riprese Michael sottovoce.
    "Anche io, Michael Jackson."
    "Finiscila, scricciolo."



    Continua...
     
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    Si amano molto ed insieme supereranno le difficoltà. Grazie per i bellissimi capitoli Jacksonhug, attendiamo presto la continuazione
     
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31 replies since 9/4/2014, 15:14   386 views
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