Hotel Astoria

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    Si sà, nel sonno e nei sogni non ci sono le barriere fisiche della realtà. Ma passiamo ad un nuovo capitolo perchè la faccenda si fa seria: Maria scoprirà chi è in realtà Mr.Milton?

    Cap.4

    Ci sarebbe voluta una doccia di almeno un’ora per togliermi la strana sensazione che avevo addosso.
    A 45 anni, con un figlio di 25 e un ex marito (che mi aveva tolto completamente ogni idea romentica dell’Amore) mi ritrovavo a sognare che baciavo un vecchio agente segreto ( ma lo era davvero?), testimone scomodo o non so che altro.
    Aprii l’accappatoio davanti al grande specchio della mia suite: non ero più una ragazzina, di sicuro e le cicatrici che portavo dentro e fuori, avevano segnato nei peggiori dei modi la mia pelle, ma nonostante tutto ero ancora una donna che si poteva definire “piacevole”.
    “Cavolo! Devo essere ammattita” mi dissi rivestendomi in fretta. Sistemato anche il grembiule candido sopra la divisa blu intenso, raccolsi i miei capelli in una coda e mi preparai alla giornata che mi attendeva.
    Uscii dalla mia stanza incrociando uno dei poliziotti che passeggiava avanti e indietro nel corridoio, mentre l’altro, evidentemente era con Mr.Milton.
    Decisi di sistemare prima la stanza degli agenti, poi una volta finito, bussai intimorita alla suite dell’anziano sotto protezione.
    Entrai lentamente cercando con lo sguardo la figura familiare dell’uomo, trovandolo quasi subito seduto di spalle su una poltrona che aveva spostato vicino alla finestra.
    “Strano” osservai fra me e me “la prima regola di solito è di starsene lontani dalle finestre quando si è sotto protezione”
    “Si può Mr. Milton? Sono Maria, sono venuta a sistemare la stanza..” l’agente, che gli era accanto, in piedi, uscì dalla camera.
    “Oh buongiorno Maria! Prego si accomodi!” mi salutò alzandosi. Si voltò verso di me e mi sorrise “Spero di non aver lasciato bagno e camera in condizioni troppo disastrose!” destando così tutto il mio stupore.
    Era uno dei rarissimi clienti che si scusava: un uomo di altri tempi davvero!
    “Non si preoccupi Mr.Milton, è il mio lavoro questo! Lei continui pure a leggere in tutta tranquillità, seduto in poltrona, io finirò presto, vedrà!” risposi mentre posavo lo sguardo sul volume che teneva fra le mani, la biografia di Luigi XVI, il Re Sole.
    Iniziai in bagno, dove gli asciugamani usati erano a terra in un angolo, le pareti in vetro della doccia erano cosparse di gocce segno che il cliente in questione amava farsi la doccia appena sveglio, come me.
    Pulii tutto come sempre in ogni stanza e ripristinai gli asciugamani così che fosse di nuovo in ordine e poi ritornai verso la stanza principale e mi avviai per rifare il letto.
    “A lei piace leggere Maria?” mi chiese d’improvviso l’uomo
    “Ehm, sì, se non ho cose da fare e non sono molto stanca…”
    “E questo non le succede di frequente vero?”
    “No, in verità, negli ultimi anni il tempo è stato davvero poco!”
    “Mi scusi ma dalla sua risposta deduco che non è stato sempre così…non è stata sempre una cameriera vero?”gli occhi profondi dell’anziano si puntarono su di me. Era ipnotico, quello sguardo, ed io ero incapace dal trattenermi dal rispondere, incapace anche di mentire.
    “Sì, non ho sempre fatto questo lavoro. Avevo molto più tempo, avevo una famiglia, avevo….” Mi bloccai cosciente d’improvviso di raccontare troppo di me ad uno sconosciuto.
    “Oh mi dispiace..io forse non dovevo farle quelle domande” abbassò lo sguardo, Mr. Milton, incapace di aggiungere altro per giustificarsi.
    “No, no..si figuri ..ma sa, la mia non è una bella storia da raccontare e…”
    “E fa ancora tanto male immagino” si affrettò ad aggiungere l’ospite
    “Già è così! Sa da piccola sognavo sempre che da grande non avrei fatto la principessa o che avrei sposato un principe azzurro. Sognavo di sposare un uomo semplice, un pescatore e la nostra casa sarebbe stata quella con il faro, sulla cima della scogliera a picco sul mare. I nostri sei o sette figli avrebbero giocato tutto il giorno, sulla spiaggia, a fare castelli enormi e a raccogliere conchiglie bellissime di ogni colore”
    “Ohh i sogni dei bambini sono straordinari! Il loro mondo è pieno di desideri ed è con quei sogni e quei desideri che poi si può migliorare il mondo!”
    “E’ molto bello ciò che ha appena detto …lei sembra amare molto i bambini!”
    “Sì li amo davvero molto, sono stati per tutti questi anni il solo scopo della mia vita, tutto ciò che ho fatto è stato fatto per loro, per farli sorridere”
    “Posso..posso chiederle se lei è un maestro o un pediatra?”
    “Non posso risponderle, purtroppo, mi è stato vietato, anche se vorrei tanto farlo! Le posso dire che anche se ho amato molto il lavoro che ho fatto fino a qualche tempo fa, anche fare il maestro mi sarebbe piaciuto molto, ma Dio ha avuto altri progetti su di me”
    “Ora sono io a chiederle scusa per la mia sfacciataggine. Comunque ha ragione, a volte Dio sembra avere progetti diversi da quelli che noi pensiamo!”
    Poi Mr. Milton sgranò i suoi grandi occhi scuri: “Ma io la stò facendo restare a parlare lì così, in piedi, dimenticando completamente la buona educazione, a quanto pare! La prego, si sieda Maria!”

    “Io non posso Mr.Milton, io sono in servizio..”
    “lei è al mio servizio vero? Allora come cliente le chiedo di sedersi, qui di fronte a me, per proseguire la nostra chiacchierata..in fondo è uno dei vantaggi che ho ad essere il suo unico cliente no? Non ha di sicuro altri che l’attendono!!”
    Ridemmo entrambi e l’atmosfera divenne piacevolmente più leggera e rilassata. Mr.Milton non raccontò nulla di sé, non gli era consentito dal programma di protezione ma parlando con lui scoprii che era un uomo dalla vasta e profonda cultura, romantico e sensibile, soprattutto verso natura e bambini.
    Anch’io non raccontai altro di me, odiavo quel momento di pietismo che il descrivere quanto mi era successo, immancabilmente scatenava.
    Così pur senza parlare di noi stessi, ma del mondo che ci circondava, scoprimmo di avere molte cose in comune, cosa che in altre circostanze, ci avrebbe attratto uno verso l’altra finendo forse con il far nascere una storia fra noi.
    Riflettei molto su questa cosa, quando dopo oltre un’ora e mezza, spingevo il mio carrello delle pulizie fuori dalla suite.
    A metà pomeriggio, inaspettatamente, Mr. Milton mi chiamò in stanza. Non erano passate da molto le 16, per cui mi diressi verso la suite chiedendomi cosa potesse volere o cosa fosse successo .
    “Mr.Milton, eccomi..mi dica, cosa posso fare per lei?”
    “Maria, le posso chiedere una cortesia?”
    “Dica pure Mr.Milton, sono qui a suo servizio per questo!”
    “Ecco…io volevo chiederle la gentilezza di prendere con me il thè delle cinque..”
    Sentii una profonda tenerezza per quell’uomo, non più giovanissimo, che mostrava i suoi grandi occhi scuri e dolci dietro le lenti degli occhiali da lettura e che forse per la prima volta nella sua vita, era davvero solo.
    “Sarà un piacere Mr.Milton” sorrisi chinando leggermente il capo.
    “Bene allora chiamerò il Direttore. Voglio bere il thè con lei Maria, ma non con la cameriera…e so che il Direttore capirà cosa intendo e non potrà rifiutare”
    “Io non credo che…” tentai di oppormi
    “Non abbia paura di me, Maria! Credo che entrambi abbiamo bisogno di conoscerci meglio, di fare amicizia, per sopportare fino alla fine questa convivenza forzata e nessuno può negarcelo, ce lo meritiamo non trova?”
     
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  2. ‚ally
     
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    Ciao Andago! Che bella sorpresa :love:

    Mi piace il tuo stile :love: un abbraccio :hug:
     
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  3. wonderfulMJ
     
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    Sempre più avvincente, Andago!
    Ora aspetto con impazienza l'ora del thè,
    Mr. Milton ha un fascino folgorante non solo per Maria! :occhiolino:
    Thankssss :congra:
     
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  4. Elenajackson777
     
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    Altro bel capitolo,anch'io adesso aspetto l'ora del thé,brava Andago,continua così ;)
     
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  5. ornellamj
     
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    sembra che ci sia innegabilmente del feeling fra i due...peccato per la "differenza d'età"... :occhiolino:
    ma....non è già l'ora del té? :D
    brava Andago, resto in attesa... :congra:
     
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    Grazie ragazze per i commenti...è un piacere per me condividere con voi le mie "fantasie malate" Capitolino?? Ma sì va...prendiamoci questo thè!!!

    Cap.5

    Il suo discorso non faceva una grinza e così un’ora dopo circa entrai nuovamente nella suite portando con me il carrello del thè, vestita con un pantalone in lino color blu notte e una camicetta di cotone azzurro.
    Anche Mr.Milton era vestito in modo diverso: i pantaloni sformati della tuta che indossava fino a poco prima (alquanto bizzarri nella loro foggia, tanto più indossati da un uomo della sua età) avevano lasciato il posto ad un sobrio completo scuro coordinato e abbinato ad una camicia candida.
    Mi venne incontro, sorridendo, quando mi vide entrare, aiutandomi a sistemare il carrello vicino alle poltrone, prima, poi prendendomi la mano per un baciamano con la solita sua eleganza d’altri tempi.
    Versaii il thè ad entrambi, scoprii il vassoio delle tartine e poi ci cibammo quasi in silenzio, fra un “Latte?” e un “Quanto zucchero?” ma mantenendo per tutto il tempo gli sguardi uno dentro l’altro.
    Piano piano, alla fine, iniziammo a parlare, con poche parole, come due amanti che hanno appena finito di fare l’amore.
    Chissà da quanto invece Mr.Milton non faceva l’amore, chissà se aveva potuto avere tutto per sé quel momento di attenzione prima di nascondersi dal mondo e se nel mondo ci sarebbe più “tornato”.
    “Un giorno forse…” disse e io sussultai colpita dalla voce e dalle parole dell’uomo che sembrava aver letto i miei pensieri
    “Prego?” chiesi, sentendo nello stesso momento il rosso imbarazzo invadermi il viso
    “Stavo dicendo: un giorno forse ci troveremo anche fuori da questo albergo. Io la vedrò, in mezzo alla folla, le farò un cenno con la mano e le ricorderò questo nostro pomeriggio e lei…”
    “Certo! Perché no?” sorrisi “oppure sarò io a vederla e chiamarla per nome!”
    Il mio cliente/ospite/compagno di prigionia (cominciavo a non avere più l’idee chiare su cosa fosse per me) si adombrò in viso e abbassò lo sguardo.
    “Non sarà così facile per lei..”
    Mi chiesi cosa intendesse dire con quelle parole: forse io mi sarei dimenticata di lui? Come avrei potuto? Non era un uomo che si dimenticava, tanto meno in quelle circostanze così particolari. Ma forse intendeva dire che non sarei stata in grado di riconoscerlo? Ma certo, ecco cosa intendeva!! Se era sotto protezione forse prima o poi avrebbe dovuto sottoporsi ad una plastica facciale, doveva cambiare identità, per sempre!
    Mio Dio, se era quello di cui parlava, allora Mr.Milton non poteva essere che un testimone importante, per un processo su qualcosa di grosso per il quale il solo cambio di città e di identità non potevano bastare!
    Quanta tristezza c’era in quegl’occhi in quel momento…quella di accettare di testimoniare doveva essere la decisione più difficile della sua vita e io avrei voluto fare una carezza su quel volto rugoso così triste, su quei capelli grigi, ma mi limitai ad appoggiare la mia mano sulla sua.
    Quando lo feci, ne sentii la pelle sottile e morbida e avvertii il brivido che il contatto gli procurò…poi la vidi.
    Dalla nuca, sotto ai capelli grigi, corti e brizzolati, dell’uomo, spuntava una ciocca di capelli, lunga, bruna e riccia. Dovetti fissarla tanto dato che vidi chiaramente che Mr.Milton si accorse che qualcosa non andava e dopo aver borbottato qualche scusa, si alzò e si diresse verso il bagno dove si rinchiuse per alcuni minuti.
    Quando tornò a sedersi di fronte a me la ciocca non era più visibile e io non osai chiedere nulla così come lui non diede ulteriori spiegazioni, facendo aumentare l’imbarazzo fra di noi.
    “Io credo di dover andare, Mr. Milton” fu la sola cosa, che d’improvviso, fui capace di dire
    “Come desidera, Maria”
    “Sa…devo rimandare giù il carrello del thè, indossare la divisa di nuovo e fare il giro del pomeriggio delle stanze…”tentai di giustificarmi
    “Certo, certo, è giusto, è il suo dovere Mi lasci solo dirle grazie per avermi dedicato questo momento”
    “E’ stato un piacere, Mr.Milton” risposi dedicandogli un sorriso.
    Rientrai nella mia stanza e mentre indossavo nuovamente i panni della cameriera mi accorsi che avevo solo una domanda in testa: che fine aveva fatto quella ciocca?
    La risposta che trovai era banale ma non più di tanto considerata la situazione: Mr. Milton era un anziano signore ma dai capelli lunghi e tinti che per questa sua caratteristica (facilmente individuabile se ricercato da qualche killer assoldato per impedirgli di testimoniare) era stato costretto ad usare una parrucca di capelli grigi e corti.
    Semplice, logico, il ragionamento placò ogni mio dubbio…almeno in quel momento.
    Nella stanza del mio unico cliente (se non vogliamo considerare gli agenti che lo accompagnavano) ci entrai dopo altre due ore, poco più, per portare la cena e dopo un’altra ora, per ritirare i vassoi, sistemare il letto per la notte e controllare che il bagno fosse in ordine.
    “Maria, potrei avere una camomilla? Non credo di essere in grado di addormentarmi stanotte..” e mi chiesi se per caso, non fosse a causa mia.
    “Una camomilla o magari una tisana? Sa, il bar dell’Hotel ne prepara una che è squisita e molto efficace..l’ho provata io stessa!”
    “Allora vada per la tisana, mi fido di lei Maria!” mi rispose sorridendo
    “Si fida di me?” chiesi sorpresa
    “Certo, perché non dovrei? Lei è onesta, sincera ed è una donna in gamba, lo si capisce parlando con lei! Non avrebbe nessun motivo per mentire, tanto meno su una tisana!”
    Mi strappò una risata con quel commento e un’intima soddisfazione per i complimenti ricevuti e poi la risata continuò, incontrollabile, coinvolse anche Mr.Milton e non smisi finchè non sentii le lacrime scendermi dagli occhi: quelle erano le mie prime lacrime di felicità dopo tanto tempo!
    “Su Maria..lo ammetta…non mi porterà una tisana, ma un infuso!” ironizzò lui e riprese a ridere.
    Ancora con il sorriso sulle labbra chiamai con il telefono della suite il bar, per ordinare la tisana e poco dopo il montacarichi di servizio fece arrivare al piano il caldo e profumato liquido ambrato.
    Io invece non ebbi nessun bisogno di berla.. quei momenti trascorsi in serenità con quell’anziano e simpatico ospite mi rilassarono tanto da concedermi una notte di sano e profondo riposo.
    La mattina seguente tutto sembrò ricominciare daccapo, con il mio grembiule bianco pulito, il carrello delle lenzuola e delle scope, gli agenti della sicurezza già vestiti e rasati di guardia in corridoio.
    Ed io? Io mi sentivo felice, felice che nulla fosse mutato, che Mr.Milton ci fosse ancora, che non fosse andato via e che quindi in quella suite avrei ritrovato gentilezza, cortesia, sorrisi e un po’ del suo tempo che avrebbe dedicato solo a me.
     
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  7. wonderfulMJ
     
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    Thè, camomilla, tisane, infusi e una ciocca di capelli lunga, bruna e riccia
    che spunta impertinente; mi piace immaginare tutti questi particolari
    così ben raccontati, come mi sforzo di immaginare le sembianze di Mr. Milton
    con quegli occhi così unici e quei sorrisi così dolci...
    come non capire Maria per la sua felicità?!
    Grazie per le tue 'fantasie malate' Andago; mi piacciono sempre di più!
    A presto spero! :hug:
     
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  8. ornellamj
     
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    CITAZIONE
    Mi venne incontro, sorridendo, quando mi vide entrare, aiutandomi a sistemare il carrello vicino alle poltrone, prima, poi prendendomi la mano per un baciamano con la solita sua eleganza d’altri tempi.
    Versaii il thè ad entrambi, scoprii il vassoio delle tartine e poi ci cibammo quasi in silenzio, fra un “Latte?” e un “Quanto zucchero?” ma mantenendo per tutto il tempo gli sguardi uno dentro l’altro.
    Piano piano, alla fine, iniziammo a parlare, con poche parole, come due amanti che hanno appena finito di fare l’amore.

    romanticismo allo stato puro.... :love:

    continua Andago!!! :aaa: :smack:
     
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    CITAZIONE (wonderfulMJ @ 18/1/2014, 00:41) 
    mi piace immaginare tutti questi particolari
    così ben raccontati, come mi sforzo di immaginare le sembianze di Mr. Milton
    con quegli occhi così unici e quei sorrisi così dolci...

    La cosa è nata pensando e ripensando a tre cose:
    -Michael travestito da sindaco nel suo video
    -i racconti che hanno fatto dove lui si traveste da vecchietto nella sedia a rotelle
    -quell'anziano ballerino che nell'Hoax fu ipotizzato essere Michael
    Da queste cose è spuntato Mr Milton...con i suoi sorrisi e i suoi dolci sorrisi...

    @Ornellamj:un pò di dolcezza non guasta no? :--:

    Comunque grazie di cuore ragazze!
     
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  10. Elenajackson777
     
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    Bel capitolo,lo appena letto,belle le descrizioni,mi piace immaginare tutti i vari momenti che tu descrivi,sei molto brava,attendo il continuo ;)
     
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    Grazie Elena! :love:
     
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  12. ornellamj
     
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    CITAZIONE
    @Ornellamj:un pò di dolcezza non guasta no? :--:

    oh no, tutt'altro...e Maria ne ha bisogno, come ne abbiamo bisogno noi lettrici e Mr. Milton è fantastico!! :wub:
     
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  13. wonderfulMJ
     
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    CITAZIONE
    La cosa è nata pensando e ripensando a tre cose:
    -Michael travestito da sindaco nel suo video
    -i racconti che hanno fatto dove lui si traveste da vecchietto nella sedia a rotelle
    -quell'anziano ballerino che nell'Hoax fu ipotizzato essere Michael
    Da queste cose è spuntato Mr Milton...con i suoi sorrisi e i suoi dolci sorrisi...

    Grazie della spiegazione Andago; è interessante anche capire come nasce
    l'idea che poi porta alla FF, ed il tuo spunto è mooolto particolare. Brava!

    Stavo pensando che domani si preannuncia una domenica piovosa in tutta Italia,
    come ci starebbe bene un altro tuo bel capitolino romantico, la butto lì eh ...
    :love: :bow: :coffee: ...... :ciau:
     
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    Come non esaudire certe richieste??

    Cap. 6

    Mi sentivo un assetata nel deserto, quando scoprii tutte le cose che un uomo può dare e che non erano le botte, gli insulti, il disprezzo che invece io avevo ricevuto da mio marito.
    Fu quasi istintivo perciò per me quel mattino tornare per prima cosa in quella suite, entrare anche senza aver sentito la risposta di Mr Milton, spingendo davanti a me il carrello delle lenzuola.
    Passai davanti alla porta socchiusa del bagno, con la sola idea in testa di portare il mio radioso saluto all’anziano ospite appena sveglio, ma quando fui nel salottino, vidi che il mio nuovo amico non c’era ed invece udii la porta del bagno alle mie spalle chiudersi con un tonfo sordo.
    “Mr. Milton? Mi scusi sono Maria…sono venuta prima perché pensavo che fosse già vestito e pronto per la colazione”
    La voce titubante mi arrivò da dietro la porta:
    “Ehm, veramente no…e se non le dispiace ecco…io..vorrei farlo, ma vede..ho vestiti di là sul letto e se lei…”
    “Oh certo! Glieli prendo io!!” ma fu fermata da un grido
    “NOO!”
    “Come scusi?” come se l’uomo non avesse già gridato tanto da farsi capire più che bene da me
    “Maria mi perdoni..ma preferisco fare da solo!”
    Rimasi un po’ stupita e lo confesso, un po’ offesa dal fatto che non volesse il mio aiuto, ma cercai di vedere e comprendere il lato pudico dell’uomo per cui feci ciò che voleva, uscii dalla stanza.
    A quel punto tornai a fare quello che dovevo fin dall’inizio, ossia iniziare con il sistemare le camere degli agenti, giurando a me stessa di non superare mai più i limiti imposti dal mio dovere ed evitare così tristi delusioni ma mi dovetti ricredere quando poco dopo uno dei poliziotti mi chiamò chiedendomi di entrare da Mr.Milton.
    Spinsi il carrello della biancheria nuovamente nella stanza e trovai Mr.Milton al solito posto di ogni mattina, sulla poltrona, con il libro in mano. Data la mia decisione di restare al mio posto, infilai i guanti e il detergente ed entrai in bagno per la pulizia quotidiana evitando di incrociare il suo sguardo.
    Stavo per aprire l’acqua del lavandino quando mi giunse la sua voce:
    “Maria…ma come ? Non mi dà neppure il suo buongiorno stamani?”
    Arrossii in modo violento, lo vidi nello specchio del bagno, sentendomi di colpo una bambina a cui viene fatto un richiamo per la sua disattenzione.
    “Beh ecco..io ero venuta poco fa veramente a darle il mio buongiorno …”tentai di giustificarmi uscendo dal bagno tenendo lo sguardo a terra.
    “Già, ma vede Maria, è entrata un po’ troppo presto ed io..io..ho bisogno di prepararmi prima di tutto..non mi piace che gli altri mi vedano in disordine!”
    “Sì lo capisco e me ne scuso, Mr.Milton. Non accadrà più!”
    “Lo so che non accadrà Maria..lei è troppo corretta e ligia al dovere per sbagliare due volte!”
    Il suo sorriso affettuoso era quanto di più dolce io avessi mai visto e ancora una volta non potei evitare di paragonarlo a quello che invece non avevo mai visto sul viso di mio marito.
    Sapevo che era sbagliato, ma cominciavo a desiderare quell’uomo benché anziano, benché sotto protezione dell’FBI, benché non fosse in grado di darmi un futuro sereno e libero.
    Ma forse io in quel periodo vivevo serena e libera per caso? No, di certo...prigioniera degli incubi che facevo ogni notte su quello che avevo subito, prigioniera delle minacce che avevo ricevuto, che mi avevano costretto a scappare dall’Italia, dalla mia terra, prigioniera della paura che il mio ex marito decidesse di cercarmi e vendicarsi come promesso.
    In tutto questo, Mr.Milton perciò non avrebbe portato scompiglio ma all’inverso, avrebbe portato un po’ di sole e di amore, e l’appoggio che avremmo donato uno all’altra.
    La routine di quella strana vita proseguì da quel giorno con uno schema quasi maniacale: mi alzavo , mi preparavo in divisa, rifacevo le stanze degli agenti e portavo loro la colazione. Mentre loro mangiavano, io andavo nella suite di Mr. Milton che a sua volta si era già alzato, lavato e vestito, riordinavo il bagno (cominciai a provare una strana sensazione quando vi entravo e venivo avvolta dal un misto di profumi di bagnoschiuma, deodorante e dopobarba…) e poi andavo al montacarichi a prendere la sua colazione che nel frattempo era stata mandata su dalla cucina.
    Sistemata anche la mia stanza, rientravo nella stanza di Mr.Milton, per prendere il vassoio della colazione e spesso (ma poi divenne un’abitudine) mi fermavo a parlare con lui come poteva fare un’amica in visita e le nostre chiacchierate a volte arrivavano all’ora di pranzo.
    Nel pomeriggio ritornavo in quella suite per dare una sistemata alla camera e al bagno, ma poi toglievo i panni da cameriera e indossavo abiti civili per bere con Mr.Milton il thè.
    L’ultima chiacchierata della giornata era quella della sera, dopo cena, quando portavo al mio ospite la tisana che era diventata una piacevole scusa per fermarsi a parlare ancora un po’.
    Così, giorno dopo giorno, arrivò il sabato e al momento del thè, Mr.Milton mi disse qualcosa che era destinato a mutare la nostra routine.
    “Maria, verresti a cena da me stasera?”
    Non mi aveva mai dato del tu fino a quel momento e la cosa mi colse impreparata
    “Come scusi?”
    “Ti ho chiesto se verresti qui da me a cena stasera…” scandì le parole per accertarsi che io comprendessi ciò che mi stava chiedendo
    “Ecco io…io non vorrei disturbare!”
    “Disturbare? Oh mamma! Direi che questa è una scusa alquanto buffa, data la situazione in cui viviamo non trovi?” si coprì la bocca con una mano mentre tratteneva il riso
    “Sì in effetti!! Mi scusi non era proprio la risposta più adatta!!”mi giustificai “Credo in verità di non avere da fare stasera e credo di poter accettare il suo invito” dissi con un tono di voce giocosamente formale.
    “Molto bene, allora ti aspetto per le 20.30 in tuta e scarpe da ginnastica…”mi rispose strizzando l’occhio.
    La mia fortuna fu nell’aver svuotato l’armadio di casa mia quando mi ero trasferita in Hotel e di aver portato tutto con me, dato che era fuori dubbio che l’accenno di Mr Milton alla tuta era solo una battuta. Ringraziando il cielo, avevo così con me abiti da sera modesti ma abbastanza eleganti per una cena come quella in suite di quella sera e tra essi scelsi un abito lungo e morbido nelle misure, di un delicato azzurro e abbinato ad un paio di sandali “alla schiava”.
    All’ora concordata bussai alla porta della suite, Mr Milton mi aprì e…lui era davvero in tuta!
     
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  15. wonderfulMJ
     
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    Grazie Andago per aver esaudito la mia richiesta, sei stata carinissima!
    Mi è piaciuto immaginare la faccia di Mr. Milton mentre gridava quel < NOO! >
    ... e la simultanea delusione di Maria, ma mi sa che prima o poi capirà il perchè...
    intanto aspettiamo anche noi questa cena; chissà se più adatta al vestito elegante
    di lei o alla tuta sportiva di lui. Bello questo quesito !! :mmm:
    Thankssssssssssssss :hug:
     
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110 replies since 29/12/2013, 12:43   1707 views
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