Not Guilty

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  1. Molly74
     
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    Invidia tremenda tremenda tremenda!!!!!!!!!!!
     
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  2. allorina
     
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    ahahahahahahahah Madonna!!! Questo ragazzo ci ha fatto perdere il capoooooooo!!!!!!!

    Un abbraccione
     
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  3. Molly74
     
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    Molto, molto, molto di più della testa!!!!! :)
     
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  4. marigold80
     
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    :horny: mi piaceeeeeeeeeeeeeee...
    Molly io solo pensiero di Michael nella doccia....
    Ahhhhhhhhhhhhh.....
    E poi lui fasciato dai jeans neri e...
    Oh Santo Cielo...
    :barella:
    Sono qui eh....
     
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  5. Beat it 81
     
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    Molly !!!!!!!!!!!!! :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: ........sono morta di dolcezza e romanticismo, oddio, il mio cuore e il mio animo profondamente romantico nn potevano chiedere di meglio.....Strepitoso!!!!! Mi piace sempre di più questa ff, mi piace un sacco come si intrecciano i loro pensieri, il loro imbarazzo e la loro perfetta sintonia..... Bravissima!!! Aspetto il seguito..... Baci Sara
     
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  6. Molly74
     
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    CITAZIONE (marigold80 @ 21/7/2011, 23:49) 
    :horny: mi piaceeeeeeeeeeeeeee...
    Molly io solo pensiero di Michael nella doccia....
    Ahhhhhhhhhhhhh.....
    E poi lui fasciato dai jeans neri e...
    Oh Santo Cielo...
    :barella:
    Sono qui eh....

    Siiiii enon avete ancora visto nulla.....ma proprio prorio nulla di ciò che la mia mente contorta è riuscita a partorire!!!!!! :alcool:

    CITAZIONE (Beat it 81 @ 22/7/2011, 13:46)
    Molly !!!!!!!!!!!!! :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: :occhi: ........sono morta di dolcezza e romanticismo, oddio, il mio cuore e il mio animo profondamente romantico nn potevano chiedere di meglio.....Strepitoso!!!!! Mi piace sempre di più questa ff, mi piace un sacco come si intrecciano i loro pensieri, il loro imbarazzo e la loro perfetta sintonia..... Bravissima!!! Aspetto il seguito..... Baci Sara

    Sono felice che ti piaccia la loro dolcezza, ti piacerà anche il resto??? Spero proprio di si!!!!! :love:
     
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  7. Molly74
     
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    Capitolo 5


    “Michaellll, ma dove mi stai portando!” sfrontato, faceva finta di non sentirmi e se la rideva sornione. Stavamo viaggiando per le strade ancora relativamente poco affollate di New York diretti a fare colazione chissà dove, ma mi piaceva, era un misto di curiosità e di timore per tutto ciò che poteva accadere, già cosa poteva accadere…rabbrividii pensando a quello che era successo poco prima, quell’abbraccio mi aveva regalato milioni di sensazioni e avevo sentito Michael talmente vicino, così vicino come non avevo mai sentito nessuno.

    La osservavo, accanto a me, i suoi ricci le ricadevano a ricoprirle parte del viso, vedevo i suoi occhi curiosi guardare la strada alla ricerca di un indizio su dove la stessi portando. Stava succedendo davvero? Era solo un parto della mia mente o lei era davvero accanto a me? L’avevo abbracciata senza pensare, con un impeto che normalmente non mi apparteneva, eppure avevo sentito l’esigenza di sentirla stretta a me, avrei voluto tenerla così per sempre e sentire il suo cuore battere sul mio petto, un dolce suono che mi aveva cullato e mi aveva portato fino a mondi lontanissimi.
    Avevo voglia di toccarla, di sentire la sua mano nella mia come la notte passata, volevo sfiorarle il viso, vedere i suoi occhi fissi nei miei e leggerne tutti i mondi che vivevano nascosti nel suo cuore.
    Senza pensarci le presi la mano, lei non provò ad allontanarsi, ma mi diede un piccola stretta e si voltò verso di me.

    “Che c’è? Ho qualcosa che non va?”
    “Assolutamente no, anzi, stavo pensando….”
    “A cosa stavi pensando, Michael?”
    “Stavo pensando alla tua faccia quando vedrai dove ti sto portando!”
    “Mi vuoi fare preoccupare? Non è per nulla carino da parte tua!!!” risi, mentre dicevo quelle parole.
    “No, no ma sono curioso, curioso di vedere l’espressione dei tuoi occhi!” mentre mi diceva queste parole, il suv si stava fermando in un’area riservata dell’aeroporto di New York.
    “Ma siamo all’aeroporto! Dobbiamo prendere un aereo?”
    “No, piccola fatina, dobbiamo prendere quello.” Mi indicò con il dito un grande elicottero che ci stava aspettando sulla pista.
    “Cosaaaaaaaaa, no Michael, noooooo, ti prego….non voglio salire li sopra!”
    “Non avrai mica paura?”
    “Si siiiii, ho paura, molta paura, già quando volo su un aereo sono sempre tesa, ma un elicottero, no, non ce la posso fare!”
    “Ehi, ascoltami” la sua voce sembrava quella di un incantatore di serpenti ed io ero già ipnotizzata “anche io ho paura quando volo, ma non ti devi preoccupare oggi sei insieme al tuo personale Peter, lo sai noi sappiamo volare, non ci potrà succedere nulla!” dicendo questo, mi strinse forte la mano e insieme ci avviammo verso quella specie di mezzo di trasporto.

    Quando l’elicottero si staccò da terra, stritolai la mano di Michael, ma lui non si lamentò, si limitò soltanto a sorridermi dolcemente, non era facile parlarsi li sopra, potevamo farlo solamente tramite le cuffie, ma non mi andava che tutti quelli che erano con noi ascoltassero le nostre conversazioni.
    Dopo poco più di una decina di minuti ci comunicarono che stavamo per atterrare, non vedevo l’ora di scendere!

    “Arrivati!” esclamò pieno di gioia.
    “Ma dove siamo?”
    “Siamo in una delle casa di campagna di Liz, le ho chiesto se potevamo venire a fare colazione qui, nel suo meravigliosa giardino e lei mi ha detto di sì!”
    “Liz? Quella Liz?” Michael, scoppio in una delle sue risate cristalline.
    “Si, quella Liz, noi siamo molto amici.”
    “Bhe, è stata molto gentile, è una donna bellissima e un’attrice incredibile.”
    “E’ vero, le voglio molto bene, lei mi è stata molto vicina quando….quando ne ho avuto più bisogno. Vorrei tanto che voi vi conosceste, penso che andreste molto d’accordo.”
    “Certo sarebbe fantastico.”
    Davanti a noi un parco meraviglioso si estendeva a vista d’occhio, in una piccola radura erano posizionati diversi tavolini di vimini e ampie sedie sotto enormi ombrelloni bianchi, era delizioso.
    Michael mi accompagnò fino ad un tavolo, mi fece sedere e si mise accanto a me.
    La tavola era piena di ogni cosa si potesse immaginare, dovevo avere sgranato gli occhi, perché Michael mi disse “sai non sapevo cosa ti piacesse per colazione, quindi…ho pensato di fare preparare un po’ di tutto!” sorrise, era delicato, dolce, premuroso.
    “Bhe, c’è l’imbarazzo della scelta…ma non credo riuscirò a mangiare tutto!” scoppiai a ridere e lui con me, come mi sentivo felice, felice in quel momento così semplice.

    Mangiammo frutta e sorseggiammo caffè, ridendo, parlando o solamente guardandoci era tutto meraviglioso, mi sembrava di essere dentro ad un quadro impressionista, ogni mio stato d’animo corrispondeva ad una rapida pennellata, ogni istante era un colore che appariva davanti ai miei occhi sempre più splendente e vivido. Dopo la colazione decidemmo di passeggiare un po’, lui mi teneva la mano e l’accarezzava lentamente, ad ogni passo sentivo sempre più forte in me il desiderio di abbracciarlo, avrei voluto ricreare il contatto di quella mattina, ma….qualcosa dentro di me mi frenava. Non ero pronta a provare un’intensità tale verso un uomo e non ero pronta a provarla verso di lui….ma allora perché continuavo a sentire il mio cuore sobbalzare? Non sapevo spiegarmi come tutto ciò fosse accaduto fino a due giorni prima, ero distrutta arrabbiata, amareggiata e ora tutta questa felicità mi terrorizzava.
    Ci fermammo sotto a degli alberi secolari, la luce del sole faceva capolino dalle foglie mosse dal vento, mi appoggiai ad un albero e lui si fermò davanti a me.
    Tremai, un brivido potente percorse tutta la mia schiena, quando Michael appoggiò la sua mano accanto alla mia testa sulla ruvida corteccia, ero in trappola.
    Vedevo i suoi occhi brillare e la medesima espressione infuocata che avevo visto la sera prima mi avvolse completamente, il suo viso vicino al mio, il suo respiro caldo…..di colpo venni proiettata indietro….ero contro la parete della galleria, gli occhi che vedevano erano di ghiaccio e a sostituire il sorriso caldo di Michael il ghigno crudele di David che si prendeva gioco di me. Mi chinai velocemente, passai sotto il suo braccio e come una stupida iniziai a correre, le lacrime uscirono dai miei occhi senza che io lo volessi, un dolore nero e profondo mi avvolse, fuggivo da un ricordo mentre il cielo diventava sempre più grigio e il sole lasciava spazio a nuvole nere. Michael chiamava il mio nome, lo sentivo lontano come un meraviglioso sogno spezzato dalla crudeltà del risveglio. Correvo correvo e correvo, senza meta, fino a quando non sentii le sue braccia avvolgermi da dietro riportandomi alla realtà. Respiravo rumorosamente, avevo il fiatone per la lunga corsa ed ero scossa turbata, gli occhi rossi colmi di lacrime. Non mi disse nulla, mi tenne così per un’infinità di minuti. La pioggia iniziava a cadere sui nostri corpi, ma lui non si mosse, mi sussurrò “sono qui, non devi avere più paura…”
    Mi abbandonai, lascia che la mia testa si appoggiasse nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo, le lacrime si confondevano con la pioggia, la sua presenza e l’acqua che ci scorreva addosso stava cancellando ogni mio dolore. Si chinò piano a baciarmi la guancia, piccoli baci delicati e dolcissimi scaldavano la mia pelle. I baci divennero sempre più lenti e delicati, fece voltare il mio viso, mi ritrovai con la testa leggermente reclinata all’indietro….i suoi occhi scrutavano nei miei e la sua bocca era vicinissima alla mia. I nostri nasi si sfiorarono delicatamente, le nostre mani si intrecciarono, cercando un punto d’appoggio alla vertigine che stavamo provando, il tocco leggero della sua bocca sulla mia mi fece sussultare. Il bacio dapprima delicato divenne pieno di passione, le nostre lingue si accarezzavano cercandosi desiderose di essere uno parte dell’altro. Restammo così sotto la pioggia in un bacio eterno….


    Ci guardammo negli occhi, senza dire una parola, Michael mi prese per mano e corremmo verso casa di Liz. Un’infinità di pensieri mi passarono in testa, mi sentivo libera, mi sentivo leggera, ma nello stesso momento turbata, fragile di fronte a quelle emozioni. Osservavo Michael, correre accanto a me e avrei desiderato averlo accanto a me per sempre…i miei pensieri andavano già troppo oltre, dovevo fermarli, bloccare il flusso delle visioni del futuro che venivano proiettate dalla mia mente davanti ai miei occhi, dovevo stare con i piedi per terra. Non era accaduto nulla, solo un bacio…..

    La tenevo stretta, la mia mano conteneva la sua come uno scrigno contiene un dono prezioso, era così bello sentire quel contatto, ero rapito dalla sua vitale fragilità, affascinato dalla fluidità delle sue forme e dalla sua brillante intelligenza . La volevo accanto, sentivo la necessità di sentirla vicina a me sempre. Quel bacio, trasportato da un ardore che credevo perduto, era stato qualcosa di bruciante, come se in un attimo lei mi avesse rubato l’anima e fosse diventata subito sua. Avevo deposto le mie armi, arrendendomi alla felicità. Mi chiesi cosa stesse pensando lei e la osservavo guardare di fronte a se, magari per lei era stato “solo un bacio”, ma per me era stato come tornare a respirare, come tornare a vivere.

    Arrivammo al patio, bagnati, infreddoliti, uno stuolo di camerieri ci accolse, erano carichi di asciugamani che ci porsero. Michael era silenzioso ed io con lui.
    Robert spezzo quel silenzio imbarazzante, “Signore, mentre eravate a passeggio nel parco ha chiamato la signora Taylor, mi ha detto di riferirle che vorrebbe che lei la richiamasse”.
    “Grazie, Robert, lo farò subito.”
    Poi si rivolse a me con uno sguardo dolcissimo “scusami un momento Elle, chiamo Liz e sono subito da te, mi aspetterai vero?”
    “Cerro Michael…non….” Stavo per dire qualcosa che non avrei dovuto dire, ma mi fermai in tempo, anche se Michael si accorse e fu più rapido di me “….non? Volevi dire qualcosa?”
    “No, no, nulla, ti aspetto qui…”
    Lo vidi allontanarsi dalla stanza, il mio cuore sobbalzo forte, si stava allontanando soltanto per pochi istanti e io….io….stavo esagerando, come erano possibili quelle sensazioni? Io non avevo mai creduto nel colpo di fulmine, nell’amore a prima vista, ma con lui era come se sentissi la mia anima completa, come se non avessi più bisogno di nulla, solo della sua presenza.

    “Ciao Liz, cara, come stai? Qui si è scatenato un temporale incredibile e non solo dal punto di vista meteorologico!”
    “Mikeeee….cosa vuoi dire?”
    “Ecco, Liz…non so davvero da che parte cominciare!”
    “Bhe, provaci, sono o non sono la tua migliore amica?!”
    “Lo sei e lo sarai sempre e questo lo sai, ma non so vorrei parlartene di persona, forse sarebbe meglio.”
    “Mike, mi fai preoccupare, sono di nuovo quelle dannate pastiglie? Mike per favore….dimmi che non è così.”
    “Non si tratta di quello, non le prendo da un paio di giorni…anche se a volte…non ci voglio pensare Liz, ma non è questo, si tratta di Elle, la ragazza di cui ti ho parlato questa mattina.”
    “Si….sei li con lei, vero?”
    “Si, ma….è successa una cosa….insomma….”
    “Mike, per favore!!!! Insomma cosa!!!!”
    “L’ho baciata….”
    La frase rimase sospesa tra me stesso e la cornetta, come se ne avessi preso piena coscienza solo in quell’istante, sentii le farfalle nello stomaco…rividi la scena davanti ai miei occhi e desiderai ardentemente che quell’emozione si ripetesse all’infinito.
    “Mike, ma è bellissimo! Non muovetevi voi due, sarete miei ospiti, sarò li tra un’ora!”
    “No, Liz, non mi sembra il caso, non ci siamo portati nulla e poi non vorrei che Elle…”
    “Sciocchezze, mio caro, voglio conoscere questa ragazza che ti fa tremare la voce, a tra poco!”.
    Restai con la cornetta sospesa, non si poteva mai dire di no a Liz, speravo solo che Elle non si arrabbiasse per quel cambio di programma….non volevo vederla andare via.

    “Eccomi! Scusami se ti ho fatto aspettare.”
    “Non ti preoccupare!”
    “Elle, cara, stai tremando” si avvicinava a me e io avevo paura che vedesse il rossore sulle mie guance.
    “No, non è nulla, appena i vestiti si asciugheranno….”
    “Non scherzare, ti prenderai un tremendo raffreddore, vieni con me…”
    “No, davvero, non ti preoccupare” ma la sua mano stava già stringendo la mia “scusa Michael, dove mi stai portando?”
    “Ti porto nella mia stanza. Liz, ha una stanza per me, quando vengo qui e li ci sono alcuni dei miei vestiti, così potrai metterti qualcosa di asciutto.”
    “Michael…no, davvero non è il caso…..atchiuuuuuuuu!”
    “Appunto!” disse sorridendo, traditore di uno starnuto!!!!
    La camera di Michael a casa di Liz era stupenda, enorme. Lo seguii nella cabina armadio, dire che ci fossero alcune cose era un eufemismo, Michael aveva un intero guardaroba a casa della sua amica.
    “Prendi quello che vuoi, ma se posso suggerirti, secondo me, questa camicia ti starebbe benissimo!”
    Mi fece l’occhiolino, o forse lo stavo sognando, e mi porse una camicia nera con dei ricami argentati.
    “Wow….che meraviglia!”
    “Sono contento che ti piaccia. Ascolta, prendo qualcosa anche io e vado nel bagno degli ospiti a farmi una doccia, tu puoi usare il mio bagno e farti una bella doccia calda, vedrai che dopo ti sentirai meglio.”
    “Io mi sento benissimo….” Lo dissi come in un sospiro, ma quando mi resi conto che il mio cuore era stato più veloce della testa abbassai velocemente la testa e con la camicia di Michael tra le braccia, corsi verso il bagno.
    Mi fermò, prendendomi per un polso. Puntò i suoi occhi dritti verso i miei, la sua mano mi accarezzo il viso “anche io mi sento benissimo, mai stato meglio”, le sue labbra si posarono veloci sulle mie, un piccolo, rapido e bruciante bacio rubato.
    “A tra poco…” uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

    Mi sedetti in punta al letto, sfiorando le mie labbra, assaporavo il suo sapore, non avrei più potuto sfuggire alla sua attrazione, ero come la terra che ruota in torno al sole affascinata dal suo calore, dalla sua tristezza, dalla sua dolcezza e allegria….mille colori disegnavano nella mia mente quello che il cuore stava già urlando.

    Uscii dalla stanza, appoggiai la schiena alla porta, scosso da quelle vibrazioni che la sua sola presenza mi provocavano. Restai qualche secondo così, nelle orecchie il ritmo incalzante del mio cuore, una musica risuonava nella mia testa e mi diceva quello che il cuore aveva già compreso.

    Misi la camicia di Michael sopra ai miei jeans che nel frattempo, complice l’asciugatrice, erano tornati come nuovi, mentre la mia maglia di cotone aveva proprio bisogno di una lavata…
    Uscii dalla stanza alla sua ricerca, non sapevo come orientarmi in quella casa sconosciuta. Quando dal salotto sentii la voce di Michael, stava parlando con qualcuno, scesi piano, non volevo disturbare, così bussai lievemente alla porta.
    “Avanti!”era una voce di donna, squillante, ma nello stesso momento piena di fascino.
    Aprii lentamente la porta…
    “Permesso….”
    “Tu devi essere Elisabeth!”
    “Signora Taylor….” Non mi aspettavo di vedere davanti a me Liz Taylor, così rimasi come una stupida impalata sulla porta.
    “Chiamami Liz, ti prego, entra…”
    Michael apparve accanto a me, veniva in mio soccorso, gliene ero grata, mi sentivo imbarazzata da morire in quella situazione.
    “Elle, la mia camicia ti dona molto…” mi disse con uno sguardo furbetto, mi sbagliavo, non voleva mettermi a mio agio, anzi si stava prendendo gioco di me! Si divertiva a stuzzicarmi! Sarei stata al gioco…. Mi piaceva!
    “Allora, se mi sta così bene, vorrà dire che la terrò io!”
    Liz ci osservava il nostro gioco silenziosa e incuriosita.
    “Liz, sono davvero felice di fare la tua conoscenza. Michael non mi aveva avvisata che saresti arrivata….”
    “Ma come Mikeeee, non l’hai avvisataaaa!”
    “Scusami Liz, ma eravamo bagnati fradici e io non ho avuto tempo di dirglielo.” Sembrava un cucciolo, mi faceva tanta tenerezza.
    “Non importa Liz, è una fantastica sorpresa, mi fa piacere.”
    “Sono contenta, vorrei che voi due vi fermaste qui questa notte, così avremmo un po’ di tempo per chiacchierare e poi voglio sapere tutto del tuo lavoro, Michael dice che sei una pittrice eccezionale!”
    Arrossii, ma ero estremamente felice che lui le avesse parlato di me, così dissi “con piacere!” e ci avviammo verso la sala da pranzo.

    Passammo una serata incantevole, Liz era una donna eccezionale, sapeva mettere le persone a proprio agio e io mi sentii a casa. Mi sembrava di essere ad una di quelle cene di famiglia, con mia sorella e i miei nipoti e i miei genitori intenti a coccolarci tutti con le loro premure.
    Parlammo di arte, cinema, scultura, pittura, libri e musica, nonostante fossi presa dalla conversazione non riuscivo a staccare gli occhi da lui, il suo sguardo mi colpiva dritto al cuore, ripensavo ai nostri due baci e ne avrei voluti altri mille.
    Terminata la cena, Liz, si scusò ma ci disse che era molto stanca e voleva andare a riposare. La salutammo e le augurammo una buona notte.
    Prima di andare via, si voltò, regalandoci uno dei suoi splendidi sguardi viola e disse “Elle, ho fatto preparare la camera di fianco a quella di Mike per te….passate una buone notte ragazzi!” Ce lo disse con non poca malizia, quindi noi due evitammo di guardarci e continuammo a camminare verso il patio.
    Silenziosi e timidi come due ragazzini, nemmeno uno sguardo.
    Ci sedemmo su un divano bianco, di fronte a noi il parco che era stato testimone silenzioso del nostro bacio, la rugiada ricopriva l’erba e la luna la faceva risplendere come non avevo mai visto prima.
    Senza dire nulla, mi prese la mano, iniziò ad accarezzarla e poi mi fece voltare verso di lui.
    “Elle, io…..”
    “Schhhhhh” gli misi una mano sulle labbra.
    Mi avvicinai a lui, e baciai le sue labbra, sentivo il loro richiamo come lo si sente di una fonte di acqua fresca nel deserto. Ci baciammo, delicatamente lentamente, le nostre lingue si intrecciavano piano per poi sciogliersi e rincorrersi di nuovo.
    “Elle è bellissimo essere qui con te.”
    “Lo è anche per me, vorrei che questo giorno non finisse mai…”
    “Allora, resta con me….”
    Non risposi, ma sul mio viso e nei miei occhi lui seppe già quale fosse la risposta.

    Edited by Molly74 - 12/9/2011, 21:46
     
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    Insegui i tuoi sogni ovunque essi si trovino

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    Un bacio (e che bacio! :wub: ) sotto la pioggia...estremamente romantico...

    Liz, ti voglio bene, ma un pochino importuna lo sei stata :sisi:

    Chiara :kiss2: alla prossima
     
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  9. Molly74
     
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    Liz è mitica, vedrai!!!!
    Grazie, mi fa piacere che tu mi legga!!!!! :love: :love: :love:
     
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  10. allorina
     
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    ummmmmmmhhhhh quale sarà la risposta?

    Certo che è una decisione difficile con Mike............... :rr:

    Un abbraccione

    ally
     
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    None of your scars can make me love you less

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    Letti tutti questa mattina i nuovi capitoli. Mi piace parecchio Molly,e sono già affamata di leggere ancora di questi due :wub:
    posta ti prego :oci:
     
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  12. marigold80
     
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    Un bacio...
    Un SOLO bacio e io sono già cosi :occhi: davanti al pc...
    Andiam bene...

    :horny: aspetto sviluppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii................
     
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  13. Beat it 81
     
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    Molly!!!! Oddio, quel bacio nel parco sotto la pioggia e' pane x il mio animo romantico.....adoro!!!!!! Liz e' grandiosa, assolutamente ;-)))......... Se mi piacerà anche quello che succederà più avanti?!? Questo nn lo so, ma x ora ti posso dire che adoro la tua Ff, Elle e Michael...... Aspetto il seguito!!!! Baci Sara
     
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  14. Molly74
     
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    Ragazze, ma siete uno spettacolo, grazie infinite!!!!!!
    Sono stata via due giorni, ma non vi abbandono...eccomi qui!!!!
    Baci Baci Baci


    Capitolo 6


    “Inizia a fare un po’ fresco, forse sarebbe meglio entrare.”
    “Si hai ragione, Michael, meglio rientrare!” non sapevo come comportarmi, non sapevo che cosa sarebbe accaduto e ne avevo paura, come ci saremmo salutati per la notte…ero agitata e poi non volevo separarmi da lui.
    “Ti va un po’ di latte caldo, prima di andare a dormire?”
    “Si, volentieri” risposi con insolito entusiasmo, non avevo voglia di latte caldo, ma non volevo che la serata finisse, così sarebbe andata bene qualsiasi scusa.
    “Sei sicura che lo vuoi?”
    “Si, perché?”
    “Bhe, non mi sembravi molto convinta….”
    “No, davvero mi va!” dissi e abbassai leggermente lo sguardo.
    “Tu non ne hai voglia….di la verità, sai ho tre figli, so riconoscere una bugia!” mi sorrise dolcissimo dicendo quella frase.
    “Eccoooo, ehmmm, in effetti non ne ho molta voglia, però…..”
    “….però, non ti andava di andare a dormire? Sai perché a me non andava proprio di darti il bacio della buona notte! Non che non desideri baciarti…” lo disse con una semplicità disarmante, io restai a guardarlo, desiderando solo di sentire le sue labbra di nuovo sulle mie.
    “Vieni con me!”
    “Michaellllll, dove mi porti!”
    “Schhhhhh, sveglieremo Liz!!!!”
    “Ok, scusa, hai ragione…” bisbigliai.
    Scendemmo le scale e arrivammo in una specie di tavernetta, al centro della quale era posizionato un meraviglioso pianoforte a coda, Michael ci si sedette e mi fece segno di sedermi accanto a lui.
    “Vieni qui, ti va di sentire un po’ di musica?”
    “Si che mi va!”
    “Questa si che è una risposta piena di entusiasmo!” mi stampo un bacio sulla bocca e poi disse “scusa, non ho saputo resistere alle tue labbra…”
    “Non mi chiedere mai più scusa per una cosa del genere…..sei autorizzato a non resistere alle mie labbra!” gli feci l’occhiolino.
    “Ahhh, non mi sono mai piaciuti gli ordini, ma a questo ubbidirò con molto piacere.”
    Dolcemente iniziò a suonare, le sue dita lunghe e nodose, sfioravano leggere i tasti del pianoforte ed iniziò a cantare…

    Smile, though your heart is aching
    Smile, even though it's breaking
    When there are clouds in the sky
    You'll get by...

    If you smileWith your fear and sorrow
    Smile and maybe tomorrow
    You'll find that life is still worthwhile if you'll just...
    Light up your face with gladness
    Hide every trace of sadness
    Although a tear may be ever so near
    That's the time you must keep on trying
    Smile, what's the use of crying
    You'll find that life is still worthwhile
    If you'll just...
    Smile, though your heart is aching
    Smile, even though it's breaking
    When there are clouds in the sky
    You'll get by...

    If you smile
    Through your fear and sorrow
    Smile and maybe tomorrow
    You'll find that life is still worthwhile
    If you'll just Smile...

    That's the time you must keep on trying
    Smile, what's the use of crying
    You'll find that life is still worthwhile
    If you'll just Smile.


    “Ohhh, Michael, è bellissima!”
    “Tu sei bellissima….” Arrossii e abbassai lo sguardo, non ero abituata a tutti quei complimenti.
    “Io non so che dire, io…”
    “Elle, dico solo la verità, vedo così tanta bellezza in te, vedo la tua fragilità riesco a riconoscere il dolore, ma vedo anche la passione, la creatività…noi due siamo così simili….non credi?”
    Non riuscivo a guardarlo mentre mi diceva quelle cose, non riuscivo perché temevo di perdermi definitivamente.
    “Guardami Elle…che c’è che ti preoccupa? Oggi sei fuggita come se avessi paura di me…io, io non ti farei mai del male.”
    “Non stavo fuggendo da te…non ho paura di te…non di te…”
    “E cosa ti fa paura?”
    “No, Michael, ti prego, non oggi non in questa serata meravigliosa, non con te, non ora.”
    Lo abbraccia e lo strinsi forte a me, sentivo il suo cuore che batteva forte nel suo petto, sentivo le sue mani accarezzarmi la schiena delicatamente.
    “Non ti chiederò nulla, non adesso, ma quando vorrai, io sarò qui accanto a te.” Mi sussurrò quelle parole nell’orecchio e io sentii i brividi salirmi dalla punta dei piedi fino ai capelli.
    Restammo così uno nelle braccia dell’altro per molto tempo fino a quando un rumore ci ridestò da quel dolce oblio.
    Robert entrò nella stanza, “mi scusi Signore, una telefonata di sua figlia”.
    Michael scatto in piedi, prese il telefono ed inizio a parlare con la voce più dolce che io avessi mai sentito. Paris, forse aveva qualche problema, perché Michael non faceva altro che incoraggiarla dicendole che l’amava tanto e che lei sarebbe riuscita a risolvere tutto. Non avrei voluto origliare la sua telefonata…ma era inevitabile. Lui si accorse che stavo ascoltando ciò che diceva e mi sorrise, forse non gli aveva dato così tanto fastidio. Chiuse la telefonata dicendo “anche tu mi manchi tanto, dai un bacio da parte mia anche ai tuoi fratelli, ci vediamo presto!”.
    Michael sarebbe tornato dai suoi figli, era giusto così, certo, non ci avevo pensato…ma mi faceva stare male l’idea che presto sarebbe partito.

    “Elle…a che pensi?”
    “Ah no, nulla!”
    “Bugiaaaaaaaaa!”
    “Oddio, ma sei tremendo!!!!”
    “Io tremendo??? Vieni qui….dove eravamo rimasti?!” iniziò a rincorrermi e io a scappare, eravamo uno di fronte all’altro a separarci solo il pianoforte.
    “Se ti prendoooo….”
    “Michael, non ci pensare nemmeno…sono velocissima quando voglio!!!”
    “Non mi scappiiiiii”
    Era una ricorsa attorno al pianoforte sembravamo due bambini dispettosi. Michael scattò a sinistra e io a destra, ma la sua era una finta e fu più veloce di me.
    “Presaaaaaaaaaa!”mi strinse forte e mi sollevò da terra facendomi fare un giro.
    “Ok, ok….mi arreeeeeeendooooooooo!!!”
    “Oh ohhhh signorina…ti arrendi così facilmente?”
    Nel dirlo mi posò a terra e mi liberò dal suo abbraccio, così scattai veloce su per le scale, sentivo i suoi passi dietro di me.
    “Sei astutaaaa….ma ti sono alle spalle!”
    Arrivammo di corsa nell'ingresso della casa e li fermai bruscamente la mia corsa, di fronte a me Liz ci guardava. Michael, non si era accorto della mia frenata e mi finì contro.
    “Allora, bambini….vi state divertendo?!” ci apostrofò divertita e scoppiammo tutti in una sonora risata. Avevo le lacrime agli occhi e nonostante la figuraccia, mi stavo divertendo come una matta.
    Restammo a parlare ancora con lei per un po’ davanti ad una tisana calda, forse era stato il nostro chiasso a svegliarla, ma non ce lo disse. Guardava Michael con un’intensità ed un affetto che mi ricordava tanto lo sguardo benevolo di una madre, ero felice che lui l’avesse come amica era una donna speciale e meravigliosa. Sofisticata e semplice, dolce e diretta. Una donna con un’eleganza di altri tempi e una profondità che mi colpì moltissimo.
    “Ragazzi, per me è arrivata l’ora di andare a dormire, di nuovo, cercate di fare i bravi!” ci disse sorridendo.
    “Ti prometto che non faremo più rumore, sono un po’ stanca anche io…sono quasi 48 ore che non dormo.”
    “Mike, immagino che sia merito tuooo!”
    “Ehm….si!”
    Si alzò dalla sedia e ci porse le sue due braccia: “Signore, vi accompagno nelle vostre stanze!”
    Ci avviammo verso di lui, ognuna di noi scelse un braccio e ci andammo con il nostro cavaliere verso le scale che portavano al piano superiore.
    “Sono con le due più belle Elisabeth che io conosca!” ci disse e noi silenziose accettammo il suo complimento.
    Accompagnammo prima Liz alla sua stanza, diede ad entrambi il bacio della buona notte ed una carezza, poi svanì leggera come una piuma dietro alla sua porta, di lei rimase solo la sensazione leggera dello chiffon della sua vestaglia ed un leggero profumo di orchidea che ci avvolse per qualche secondo.
    “Ti accompagno alla tua stanza, allora….” Mi prese di nuovo sotto braccio e ci incamminammo lungo il corridoio.
    “Quasi dimenticavo!” mi disse “ti servirà un pigiama!”
    “Ehm….si certo, forse mi potrebbe servire….”
    “Vieni un secondo nella mia stanza te ne darò uno dei miei. Ti starà un po’ grande….ma credo che per una notte possa andare bene.”
    Entrammo di nuovo nella sua stanza, Michael si infilò nella cabina armadio e ne uscì con un pigiama di seta rosso.
    “Ho deciso di darti questo, ti piace?”
    “Adoro il rosso, mi piace moltissimo, grazie. Bhe….io vado” l’imbarazzo cresceva tra di noi, la casa era silenziosa e l’immenso letto della sua stanza era li, un invito, una promessa, una proposta…,non sapevo dove guardare e neanche lui, quindi gli dissi “fai dei sogni bellissimi…a domani!” e mi voltai.
    Di nuovo le sue braccia mi avvolsero da dietro, sentii i suoi capelli sfiorarmi leggermente la guancia, mi sussurrò “nemmeno il bacio della buona notte, sono stato cattivo?”
    “Non lo sei stato affatto….” mi fece voltare e mi prese il viso tra le mani, mi abbandonai completamente a quel bacio lento e delicato mentre le sue mani scendevano lungo il mio corpo alla ricerca delle mie, me le strinse intrecciando le sue dita alle mie, ci aggrappavamo uno all’altro alla ricerca di un punto fermo che ci tenesse di nuovo ancorati alla realtà.
    Ci staccammo, le nostre mani ancora intrecciate non volevano sciogliersi, fino a quando dissi “ora vado…dormi bene” e me ne andai.

    Da sola nella mia stanza, mi spogliai, infilai il suo pigiama, accarezzava il mio corpo come una piuma, era difficile pensare di andare a dormire accanto a Michael ma di non sentirlo vicino. Avevo fatto male ad andarmene così, avevo visto un leggero velo di delusione attraversargli gli occhi, ma se fossi rimasta con lui sapevo già che non sarei stata in grado di resistergli, di resistere a quegli occhi che imploravano affetto e amore. Ma io volevo davvero resistergli. No, la risposta era semplice…..

    Mi infilai il pigiama, cercavo di immaginare Elle nella sua stanza con addosso il mio e avrei voluto essere li con lei…avrei voluto che lei restasse con me, avrei voluto tenerla stretta tutta la notte anche se, non so se sarei riuscito a resistere alla penetrante attrazione dei suoi occhi verdi. Quell’abisso verde mi travolgeva in una spirale di passione e attrazione, ogni volta che mi perdevo in essi.
    Restai di fronte alla porta della mia stanza cercando il coraggio di varcarla e di fare quei dieci passi che mi separavano da lei. Ma cosa le avrei detto? Come avrei giustificato la mia presenza? Come potevo spiegarle che mi mancava come l’aria? La mia mano sulla maniglia era abbandonata come se non facesse parte di me….


    Ero stanca morta, ma non riuscivo a prendere sonno, tutte le emozioni di quei tre giorni con Michael, non mi lasciavano un secondo. Pensai che forse ero una delle tante ragazze che lui frequentava. Ma ci stavano davvero frequentando? Eppure sentivo una magia infinita ogni qual volta i nostri occhi si incontravano, sentivo i brividi ogni volta che mi sfiorava, sentivo tutta la sua dolcezza in ogni suo bacio, come potevano ingannarmi queste sensazioni?

    Toc…toc…qualcuno stava bussando alla porta.
    Scesi dal letto ed andai ad aprire.

    “Ciao…” mi disse abbassando lo sguardo “stavi dormendo?”
    “In verità…non riuscivo a dormire.”
    “Posso entrare?”
    “Certo, entra pure!”
    “Sei splendida, il rosso ti dona molto!”
    “Si devo dire che mi piace molto come mi sta questo pigiama, temo, per te che farà la stessa fine della tua camicia….”
    “Se continui così, mi svuoterai il guardaroba!” mi piaceva molto ciò che aveva appena detto, voleva rivedermi….
    “Sai perché sono venuto qui?”
    “No, perché?”
    “Avevo tanta voglia di tenerti stretta e mi mancavi….ti sembrerà folle, lo so, ma è così!”
    “Mi mancavi anche tu…”
    Mi baciò senza più dire nulla e tenendomi stretta a se mi portò al letto ero completamente rapita dalla dolcezza dei suoi baci e dalle sue carezze, le nostre mani curiose non resistettero a cercare qualche spiraglio tra la stoffa leggera. Stesi uno di fronte all’altro, restammo così a lungo, i nostri nasi si toccavano e ci guardavamo dentro, ognuno di noi perso nello sguardo dell’altro, fino a quando il sonno ci colse di sorpresa e ci abbandonammo sereni tra le sue braccia.


    Mi svegliai tra le sue braccia, mentre i suoi grandi occhi scuri mi osservavano silenziosi.

    “Buongiornooooo”
    “Buongiorno, è bello svegliarsi accanto a te!” mi disse sorridendo.
    “Così mi farai arrossire…”
    “Mi piace quando arrossisci!”
    “Ma sei tremendo! Dovrò trovare un modo per vendicarmi….”
    “Ah si che vorresti farmi, attenta che posso essere molto pericoloso!”
    “Ti ricordo che ieri sera ti ho battuto, sono riuscita a scapparti, non ho paura di nulla io!”
    “Ahhh, ma allora questa è una sfidaaaaaaaaa!”
    Mi teneva ancora stretta tra le sue braccia durante quel nostro piccolo battibecco e proprio quello mi trasse in inganno, salto veloce come un gatto sopra di me e iniziò a farmi il solletico ero in trappola!
    “Michaelllllllllllll, Michaelllllllllllll, basta basta per favoreeeeeeeeeee!!!!”
    “Ti arrendi???”
    “Nooooooo, maiiiiiiiiii”
    “Allora continuo!”
    “Michaelllll, ok okkkkkkk, mi arrendooooooo, hai vinto….per ora!”
    Si fermò di colpo, era sopra di me gli occhi scorrevano lungo il mio corpo, vedevo e sentivo il suo e il mio desiderio, ma nessuno dei due voleva cedere, non in quel momento non così, restammo li uno di fronte all’altro fino a quando lui si avvicinò a me e mi baciò con passione. Le nostre labbra si possedevano, cercandosi, mordendosi in una folle rincorsa.

    Sentimmo bussare alla porta…..
    “Elisabeth, tesoroooooo, sai dov’è Michael? Non riesco a trovarlo!”
    “Ehmmm, Michael che cosa le rispondo???!!!” gli dissi sussurrando per non farmi sentire.
    “Tesooooro, tutto bene??? Perché non mi rispondi!” guardai Michael come per dire cavolo fai qualcosa.
    “Tranquilla, vado io….” Sbuffò e si alzò dal letto.
    Aveva la camicia del pigiama mezza aperta, la seta gli accarezzava le gambe mentre camminava verso la porta ed io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
    Aprì la porta, dal letto osservavo la scena imbarazzatissima per lui, ma anche per me, mi sembrava di essere stata beccata dalla mamma a fare qualcosa che non dovevo assolutamente fare.

    “Ciao Liz” le disse “mi cercavi?”
    “Michaellllllllll, sei qui!!!!!”
    “Ehm….si….”
    “Bhe dormiglioni, è ora di fare colazione, che ne dite di scendere e farmi compagnia?!
    “Si, ci prepariamo e scendiamo subito, a tra poco.”
    Tornò verso di me, aveva i capelli sciolti scompigliati e uno sguardo intenso, quello sguardo mi faceva paura e mi attraeva allo stesso istante.
    “Dove eravamo rimasti?”
    “Ma Micahel, dobbiamo scendere….”
    “Schhhh, non ti voglio far uscire da questo letto prima di aver ricevuto il mio bacio del buon giorno!”
    “VIZIATOOOOO!”
    Non ebbi il tempo di dire altro e già le sue labbra si impossessavano delle mie e io mi scioglievo in questo eterno corteggiamento, anche se avevo il terrore di lasciarmi andare, non riuscivo a resistere alla sua magica presenza.


    Liz ci stava sicuramente aspettando e questo pensiero mi diede la forza di staccarmi da lui e dirgli che dovevamo proprio prepararci per scendere, lui mi guardò con lo sguardo da cucciolo e mi disse “hai ragione, anche se io non ne ho voglia…starei tutto il giorno qui con te, così….”.
    “Dovrai fare il bravo, per ora, e andare a prepararti! Anche io sarei rimasta tutto il giorno qui… ora vai, ci vediamo tra pochissimo!” gli diedi un bacio sulla guancia e sparii nel bagno. Sentivo il mio cuore battere forte, in che pasticcio mi stavo mettendo?!
    Ci rivedemmo, dopo poco, tutti e tre per colazione, chiacchieravamo e ridevamo. Liz non aveva fatto nessun cenno al fatto di averci trovati assieme, anche se ogni tanto ci guardava e sorrideva. Chissà che idea si era fatta….di me soprattutto.
    Le ore passavano veloci, troppo ed era venuto il momento di salutarla, mi dispiaceva ero stata benissimo con lei, ma Michael aveva un appuntamento a New York nel pomeriggio e se non ci fossimo sbrigati sarebbe arrivato tardi. Ci furono abbracci e promesse di vederci presto, lei mi disse che era curiosa e voleva vedere i miei quadri, così le dissi che avrei fatto in modo di mandarle il catalogo della mia ultima mostra e ne fu molto contenta.
    Partimmo, questa volta in macchina, era una strana sensazione, come quando finisce una vacanza e senti già la mancanza delle persone che l’hanno popolata, dei loro gesti, delle loro voci. Così mi sentivo, un po’ triste e molto confusa.
    “Posso tenerti la mano?” quella domanda mi colse alla sprovvista.
    “Certo, perché me lo chiedi?”
    “Perché stavo pensando a quanto mi piacerebbe poter camminare assieme a te e tenerti per mano, così volevo sapere se a te desse fastidio o no.”
    “No, affatto, anzi, mi piacerebbe molto se lo facessi.”

    DRINNN…..DRINNNN…..accidenti al telefono.

    “Pronto!”
    “Elisabeth!!!!”
    “Ciao mammaaaaa, come stai?”
    “Bene, accidenti, Beth ci hai fatti preoccupare, abbiamo telefonato a casa e ci rispondeva sempre la segreteria telefonica, il tuo cellulare era spento, dove sei finita?”
    “Mamma non ti preoccupare, sono stata un giorno fuori, in giro con un amico…”
    “Brava tesoro, sono contenta, e chi è questo amico?”
    “Mamma, non lo conosci, dai non mi sembra il caso che tu mi debba fare il terzo grado!”
    “D’accordo, d’accordo….sei ancora molto triste per David?”
    “Mamma, non voglio parlare di lui adesso, e non sono affatto triste, è un capitolo chiuso, ok non voglio più parlarne.”
    “Va bene cara, ma ti sento un po’ nervosa….”
    “Mamma, non sono nervosa e che sono in macchina e faccio fatica a sentirti, facciamo così ci sentiamo quando arrivo a casa, ok?”
    “D’accordo cara, a più tardi e salutami il tuo amico!”
    “Ok, mamma, grazie, a dopo!”

    Mi voltai verso di lui, il suo volto era teso, che cosa era successo erano passati appena pochi minuti da quando mi aveva chiesto se poteva tenermi la mano e ora….

    “Un amico?” la sua domanda fu precisa e diretta.
    “Si, Michael, un amico…”
    “E tu baci tutti i tuoi amici, così come ci siamo baciati noi due?”
    “No, non lo faccio affatto!”
    “E allora perché hai detto a tua madre che hai passato un giorno con un tuo amico… Io non sono un tuo amico!”
    “E’ vero Michael, tu non sei un mio amico, ma non so come definire questa cosa, tu mi piaci, mi piaci tantissimo e io sto bene con te, ma adesso è difficile e complicato…”
    “Perché è complicato, forse per te è complicato ammettere che ti piaccia qualcuno, forse per te è complicato ammettere a te tessa che stai frequentando qualcuno…forse perché non sei ancora veramente libera.”
    Le sue parole mi fecero gelare il sangue nelle vene, non sapevo che dire, in parte aveva ragione ma non del tutto, almeno non su David o sul fatto che io non fossi libera.
    “Tu non sai nulla, non sai che cosa mi è successo prima di conoscere te, non sai ancora nulla della mia vita, perché mi stai giudicando incapace di ammettere che mi piaccia qualcuno. Tu non sai che cosa succede quando tu ti avvicini a me, non sai quanto batta forte il mio cuore, la mia testa mi dice che è tutto troppo bello per essere vero, troppo bello perché stia capitando a me. Ho paura perché sono tre giorni che ti sono accanto e mi sembra di conoscerti da sempre, non avevo mai provato nulla di così intenso…
    Vuoi sapere perché ho così paura? Perché fino a pochi mesi fa stavo con un uomo che mi ha ferito moltissimo che ha giocato con i miei sentimenti, che si è preso gioco di me e che… lasciamo stare… ho già pianto abbastanza per lui, non voglio piangere anche per te.”
    Restò in silenzio, mi guardava senza dire una parola, non sapevo affatto come interpretare questo suo comportamento, poi mi abbracciò fortissimo e mi disse “ti voglio bene…”.
    “Ti voglio bene anche io…”

    La tenni stretta tutto il resto del viaggio, stringendola a me più forte che potevo. Non volevo separarmi da lei.

    Arrivammo sotto casa mia, stretta tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, come mi sarei sentita nel vederlo andare via? L’avrei scoperto tra pochissimi minuti, troppo pochi.

    “Siamo arrivati”
    “Lo so, ma….”
    “Nemmeno io lo vorrei…”
    “Sono stata benissimo con te.”
    “Lo sono stato anche io, ti chiamo appena finisco l’incontro di lavoro, ok?”
    “D’accordo, ci sentiamo più tardi!”
    Mi preparai ad uscire dalla macchina, quando lui mi prese e mi portò a se avvolgendomi in un lungo e profondo bacio, alla fine dovetti scendere, Robert aveva avvisato Michael che alla riunione lo stavano aspettando e lui si era dovuto inventare un problema di traffico.

    Lo vidi andare via e sentii una stretta allo stomaco, un dolore sordo e piacevole... no, non era affatto un mio amico.

    La guardai ancora, fino a quando la macchina non svoltò, era in piedi sul marciapiede e mi guardava andare via, sentii una fitta profonda allo stomaco, non ero affatto un suo amico ero molto di più e glielo avrei dimostrato.

    BI….BIP….BI….BIP….

    “TI VOGLIO BENE! Non te lo dimenticare….Michael”


    Quel suo ti voglio bene rimbombava nelle mie orecchie mentre salivo con l’ascensore fino al mio appartamento. Il ricordo delle sue mani e dei suoi baci appena poche ore prima mi provocarono dei brividi fortissimi, anche io gli avevo detto che gli volevo bene, ma temevo di starmi irrimediabilmente innamorando di lui.

    Mi feci una doccia calda, ma il tempo stentava a passare, provai a leggere un po’ ma non riuscivo a concentrarmi, la mia testa era tutta impegnata a pensare a lui.

    Ore 4 p.m. …….


    Ore 5 p.m. …….


    Ore 6 p.m. …….


    Ore 7 p.m. …….


    Ore 8 p.m. …….


    Ore 9 p.m. …….


    Ore 10 p.m. ……


    Ore 11 p.m.
    Ma come è possibile che la riunione non sia ancora finita, dove sei Michael? Mi stava assalendo un’ansia atroce…. Stai calma, stai calma, cosa vuoi che sia successo, magari la riunione si è protratta più del previsto e hanno deciso di mangiare assieme. Ma perché non mi manda nemmeno un messaggio per dirmelo? Me lo aveva promesso…. Sono una stupida, lui è famoso è una star non avrà tempo per queste cose. Certo che mi sono messa in testa! Innamorata, no, io non mi sto innamorando di lui, accidenti, ma cosa mi è venuto in mente.
    DRINNNN……DRINNNNNN……oddio finalmenteeeeee!
    ANONIMO…
    “Pronto….”
    “Signorina Elisabeth son Robert, la chiamo a nome del Signor Jackson. Purtroppo è dovuto tornare velocemente a Los Angeles, suo fratello Tito non si è sentito molto bene. E’ molto dispiaciuto, ma mi ha detto di dirle che non si è dimenticato e di ricordarle quello che le ha scritto nel messaggio di oggi pomeriggio. Mi ha anche detto di dirle che la chiamerà appena possibile.”
    “Grazie Robert….gli dica che mi dispiace molto per Tito.”
    “Va bene, lo farò, devo riferirgli altro?”
    “No Robert, grazie.”
    “Buona notte signorina Elisabhet.”
    “Buona notte a lei Robert.”
    Era una scusa, poteva essere veramente una scusa, no, non poteva, ma perché non era riuscito a scrivermi nemmeno un messaggio. Sono un’egoista pensai, suo fratello stava male e tu pensi che lui si sia inventato tutta questa storia per non mandarti uno stupido messaggio.
    Mi distesi sul divano, confusa e mi addormentai.

    BEEEEEEEEEEP BEEEEEEEEEEEEEEEP……ma, che ore sono?
    Qualcuno stava suonando al mio citofono, l’orologio segnava le 5 del mattino, ma chi è questo idiota che si mette a fare scherzi del genere all’alba.
    BEEEEEEEEEEP BEEEEEEEEEEEEEEEEP, accidenti e insiste pure!
    “CHI E’!!!!” urlai.
    “Sono Michael, tesoro, posso salire?” ahhhh, aveva detto “tesoro?!”
    “Vieni!”
    Ero in tuta, i capelli scompigliati e tutta stropicciata, ma corsi verso la porta non mi importava nulla ero troppo felice di rivederlo.
    Quando le porte dell’ascensore si aprirono lo vidi scendere, aveva il viso stanco e indossava ancora gli abiti del giorno prima così com’ero gli corsi in contro gettandogli le braccia al collo e lui mi sollevò da terra e mi baciò.
    “Michaelllll, sei tornato!”
    “Te l’avevo promesso tesoro….io mantengo sempre le promesse!” di nuovo, no l'aveva detto!
    “Secondo te c’è una piccola possibilità che tu possa ospitarmi da te per questa notte?”
    Il cuore mi si riempì di gioia a quella comunicazione “certoooo, puoi fermarti quanto vuoi!”
    Gli dissi che doveva fare come se fosse a casa sua e lui prendendomi alla lettera si buttò sul divano, mi faceva piacere vederlo così rilassato in mezzo alle mie cose. Mi fece segno con il dito di andare da lui e quel gesto mi ricordò l’eccitazione provata da ragazzina nel vederlo sul palco a fare gesti simili, chissà se si rendeva conto dell’effetto che aveva sulle donne.
    Andai da lui, mi disse di stendermi li accanto.
    “Mi sei mancata, non sai quanto…”
    “Mi sei mancato anche tu, moltissimo!”
    “Scusami se non sono riuscito a scriverti, ma è successo tutto così in fretta, ero molto preoccupato per mio fratello.”
    “Lo capisco, non ti preoccupare…. Ma non farlo mai più, mi hai fatto prendere un colpo!”
    “Ahahahah! Tu sei matta, ma mi piaci da impazzire!”
    “Smettila di farmi arrossire….”
    “Voglio farti arrossire altre mille volte! Posso dormire con te?”
    “Si che puoi….”
    Lo presi per mano e lo portai in camera mia, era di nuovo sceso tra noi quel silenzio carico di passione ed elettricità. Gli dissi che sarei andata a cambiarmi per la notte e gli chiesi se avesse bisogno di un pigiama per dormire, non mi ero affatto accorta della piccola borsa che teneva in mano “ti ringrazio, mi sono portato il pigiama da casa” lo disse ridendo e mostrandomi la borsa. “Ok, allora io vado, torno subito…”
    Andai a cambiarmi e indossai un pigiama rosso con un enorme cuore bianco disegnato sul davanti, non era esattamente un pigiama sexy, ma sarebbe andato benissimo per dormire….
    Mentre tornavo in camera mi fermai sulla porta, Michael era seduto sul bordo del letto, indossava soltanto i pantaloni rossi del pigiama che era stato mio la sera prima, e poi più nulla. Rimasi incantata a guardarlo, fino a quando lui, sentitosi osservato si voltò verso di me.
    “Oddio, Michael, scusaaaaaa”
    Fuggii verso la cucina, cercando nella mia mente una buona scusa per giustificare il mio atteggiamento., ma lui mi rincorse, esattamente così come si trovava.
    “Dove scappi….”
    “Ehm….volevo andare a farti una tisana!”
    “AHAHAHAHAHAHAHAHHHHHHH! Questa è proprio bella!!!!!”
    Si effettivamente era la scusa più ridicola che io avessi mai sentito.
    “Non ce nulla di male, non sai quante volte ti guardo io… solo che almeno non mi faccio beccare!!!! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!”
    “MA SEI TREMENDO, SMETTILA DI PRENDERMI IN GIRO!”
    “Secondo me, hai bisogno di un po’ di coccole….che ne dici?
    “Dico che è una bella idea!”
    Mi prese per mano e mi portò in camera, ci stendemmo nel mio letto al buio, riuscivo a sentire i brividi sulla sua pelle se solo lo sfioravo.
    Iniziammo a baciarci, eravamo uno d fronte all’altro, le nostre mani cercavano ansiose il contatto con i nostri corpi che invocavano amore, lo lascia fare e ci spingemmo entrambi un po’ più in la di quanto avessi pensato. Mi sfilò la maglia del pigiama e abile come un ladro scassinò i ganci del mio reggiseno, finalmente sentivo la sua pelle contro la mia ed era una sensazione incredibilmente eccitante. Il gioco si stava facendo rischioso e pericoloso….
    Come se il nostro pensiero fosse collegato da un sottile filo invisibile ci fermammo, lo sapevamo entrambi, non volevamo sprecare quel momento quando fosse successo sarebbe stato soltanto per amore e non per sesso.
    Mi rannicchiai tra le sue braccia e ascoltai il suo cuore fino a quando non mi addormentai.

    La mattina mi allungai nel letto alla ricerca di Michael, ma lui non era li. Ci rimasi un po’ male, quest’uomo continuava a sfuggirmi.
    “Michael, dove seiiii?”
    Nessuna risposta, accidenti, di nuovo sparito nel nulla.
    “Michaelllll” le sue cose erano tutte ancora in camera.
    “Dove ti sei nascostooooooo……”
    Le sue braccia mi avvolsero da dietro i suoi capelli bagnati mi sfiorarono il collo, “buon giorno tesoro, hai dormito bene?”
    “Benissimo e tu?”
    “Mai dormito meglio!”
    Mi voltai e lo vidi con l’asciugamano che gli cingeva la vita, piccole gocce scorrevano dai suoi capelli lungo le spalle per poi fermare la loro corsa sui suoi fianchi, “scusami, non ho sentito che mi stavi chiamando…credevo che dormissi ancora.”
    “Non ti preoccupare, preparo un po’ di caffè!”
    Dovevo distogliere gli occhi da quella visione e in fretta, mi girai e me ne andai verso la cucina, ma lui mi seguiva.
    “Stavo pensando ad una cosa, ti andrebbe di venire con me in Canada? Se non sei impegnata, ovviamente e se ne hai voglia.”
    “In Canada, a fare cosa?”
    “Nulla, una piccola vacanza per due o tre giorni.”
    “Ma farà freddo….”
    “Bhe, si, ma se vuoi io saprò scaldarti!”
    “Magari, potrei scaldarti io!”
    “Come vuoi piccola, sono aperto a tutte le possibilità!” “Tesoro, piccola?!” il mio cervello stava esplodendo.
    “Ne sei sicurooooo…”
    “Maliziosa!”
    “Io maliziosa, ma che dice Signor Jackson!”
    Scoppiammo a ridere e tra una tazza di caffè e del pane tostato con la marmellata iniziammo ad organizzarci per la partenza.

    Partimmo dall’aeroporto di New York con un jet privato, con noi viaggiavano Robert e altre tre guardie del corpo, l’atmosfera tra loro e Michael sembrava famigliare. Per fortuna il volo non sarebbe durato molto, all’atterraggio avremmo dovuto fare attenzione che Michael non fosse visto ne riconosciuto, quindi come mi avevano spiegato le guardie del corpo l’aereo dopo l’atterraggio sarebbe stato parcheggiato in un hangar, da li saremmo stati prelevati e portati….portati dove??? Questo non mi era ancora chiaro, Michael non me lo voleva dire, mi aveva detto che era una sorpresa. Ero curiosissima, cercai di fare qualche domanda a Robert, ma non riuscivo a corromperlo in nessun modo. Così decisi di riprovare con Michael.
    “Michael, dai dimmi dove mi stai portandooooo!”
    “No, non te lo dico!”
    “E allora io non ti darò nemmeno più un bacio!”
    “Ah siiiii…..va bene, resisterò!”
    “Ma come resisterai!!!!”
    “Ahahahahahahahah!!! Adesso fai la brava allacciati la cintura, stiamo per atterrare.”
    Misi su il broncio “OKKKKKKKKK, cattivoooooooooo!” mi voltai verso di lui e lo guardai storto, ma lui non aspettava altro, le sue labbra si posarono, carnose, fresche e umide sulle mie e io non riuscii a mantenere la mia debole minaccia, ma cedetti al primo colpo.
    “Ma tu, non avevi detto che non mi avresti più baciato?! Ahahahah!”
    “Non ero preparata, mi hai presa alla sprovvista!”
    “Si si, farò finta di crederci!”
    “Presuntuoso!”
    “Dispettosa, impertinente, bellissima… sono felice che tu sia qui con me, era da tanto tempo che non mi sentivo così bene.”
    “E lo stesso per me!”

    Atterrammo e ci preparammo a scendere, lui mi prese per mano e ci avviammo al suv che ci aspettava. Faceva un gran freddo, le strade erano innevate ed era solo la fine di ottobre, il panorama era meraviglioso.
    “Mi piace Michael, mi piace tantissimoo!”
    “E non hai ancora visto nulla….”
    Viaggiammo per circa un’ora ed arrivammo ad uno chalet, era immerso in un bosco ed era nascosto ad occhi indiscreti.
    “Accidenti è bellissimo!”
    “E’ di Janet, le ho chiesto se potevo venirci per qualche giorno, dai andiamo dentro che fa freddo!”
    Corremmo dentro, ci inzuppammo i jeans con la neve, ma era tutto stupendo brillante perfetto, mi sembrava di stare in un sogno.
    Lo chalet, era arredato in modo molto semplice, tutto di legno e bianco, alle pareti erano appese molte foto di famiglia e parecchie in bianco a nero di Michael e Janet da piccoli, da adolescenti e poi da adulti.
    “Mia sorella mi vuole molto bene….” Lo disse in modo molto tenero, abbassando lo sguardo.
    “Lo vedo, credo che anche tu gliene voglia molto”
    “Si è così…sai lei mi capisce molto bene, siamo molto simili noi due.”
    “Lo vedo nei vostri occhi, in questa foto siete bellissimi.”
    “Grazie, vieni con me”

    Salimmo su per le scale e attraverso ad un corridoio arrivammo ad una camera da letto, era fantastico il panorama che si godeva da li, un' enorme finestra dava in parte sul bosco circostante e in parte sulla montagna, intorno a noi solo silenzio, pace e neve.
    “Michael, usciamo, voglio andare a fare un pupazzo di neve!”
    “Ci stoooooo!”
    “Bene, allora, facciamo a chi arriva prima…..” mentre lo dicevo stavo già scappando nel corridoio e poi giù per le scale.
    “Traditriceeeeeeeee!”
    “Non mi raggiungi lumacaaaaaa!”
    “Ne sei sicura?! Ti prendoooooo!”
    Michael mi prese e cademmo a terra nella neve ridendo come matti, mi lasciai andare tra le sue braccia e la neve e come ci stavo bene…..
    “Facciamo l’angelo?”
    “Si facciamolo!”
    Ci alzammo e poi ci lasciammo andare sulla neve fresca ed iniziammo a muovere braccia e gambe e i nostri angeli iniziarono a prendere forma.
    “Dai vediamo come sono venuti….”
    “Che belliiiiii, quanto mi piace farlo, etchiu!”
    “Elle, mi sa che ti sei un po’ raffreddata!”
    “No, non ti preoccupare non è nulla etchiu, etchiu, etchiu!”
    “No, infatti e chi si preoccupa, vieni dentro….su fila!”
    “Ma Michaelllllll, sei peggio di mia madreeeeeeeeee!”
    “Smettila di lamentarti, andiamo dentro il sole sta scendendo e tra poco farà freddo, non voglio che ti venga la febbre ho altri progetti per noi!”
    “Altri progetti? Che cosa inteni?”
    “Non dirò una parola in più!”

    Mi accompagnò in salotto, al centro c’era un camino acceso, faceva un bel calduccio così decisi di sedermi a terra vicino al fuoco e godermi quel tepore e lui fece lo stesso.
    “Non si sta comodissimi qui a terra.” Mi disse mentre cercava di trovare una posizione più comoda.
    “Michael ma che combini?” lo guardavo mentre prendeva cuscini a destra e sinistra e li posizionava sul tappeto a creare una specie di giaciglio stile arabo.
    “Vieni qui, stenditi accanto a me, vedrai starai più comoda anche tu”
    Andai verso di lui e mi stesi tra le sue braccia, era davvero tutto perfetto….

    “Elle…. mi sento così bene qui con te, mi sembra di riuscire di nuovo a respirare dopo una lunga apnea. Ho passato dei mesi terribili. Ma anche tu avrai saputo, tutto, o perlomeno quello che hanno voluto che le persone sapessero.”
    “Michael, non so che dire, non riesco nemmeno a pensare a quanto debba essere stato doloroso per te e per la tua famiglia…”
    “Ho avuto paura per loro, soprattutto per i miei figli, la loro vita è già molto complicata così, se fossi stato condannato loro….” Le parole gli si spensero in gola, mi faceva malissimo vederlo così, riuscivo a scorgere ancora il dolore per le accuse che gli erano state rivolte. Non sapevo che fare o che cosa dirgli così mi voltai verso di lui, vidi le lacrime che gli rigavano il viso, ma lui si coprì veloce con la mano libera, non aveva intenzione di farsi vedere fragile. Gli presi la mano che copriva il viso, la tenni stretta tra la mia e gli dissi “guardami, con me puoi essere libero, non hai bisogno di maschere o filtri, con me, per me sei Michael, solo un uomo…ti voglio bene.” Poi lo abbracciai forte e lasciai che le sue lacrime si sciogliessero in pianto.

    Edited by Molly74 - 12/9/2011, 21:47
     
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    :oci: Altro capitolo romanticissimo :wub: :wub: loro due che dormono abbracciati mezzi nudi :wub: (qui avrei una domanda prosaica...ma te la risparmio )
    Molto belli anche i loro giochi e l'inizio delle loro confidenze. :wub:

    Molly, grazie :kiss2:
     
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