Silk & Orchid

Round Robin n 2 [nc 17]

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  1. Ylenia Jackson 94
     
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    Adoro un Michael così impaziente ed eccitato!
     
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  2. cinzia 62
     
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    Ylenia ti rendi conto che io e te non manchiamo mai?Comunque ragazze proseguite...date un senso a questa noiosissima domenica!
     
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  3. Ylenia Jackson 94
     
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    CITAZIONE (cinzia 62 @ 10/10/2010, 14:28)
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    Ylenia ti rendi conto che io e te non manchiamo mai?Comunque ragazze proseguite...date un senso a questa noiosissima domenica!

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    Come potrei mancare??? Queste FF mi intrigano un casino
     
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  4. cinzia 62
     
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    CITAZIONE (Ylenia Jackson 94 @ 10/10/2010, 14:50)
    CITAZIONE (cinzia 62 @ 10/10/2010, 14:28)
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    Ylenia ti rendi conto che io e te non manchiamo mai?Comunque ragazze proseguite...date un senso a questa noiosissima domenica!

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    Come potrei mancare??? Queste FF mi intrigano un casino

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    A chi lo dici!
     
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  5. Holiday
     
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    Ragazze :o.o: ...continuate :bava:
    :barella:
     
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  6. monsiter
     
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    Sempre "peggio" queste scene erotiche (per modo di dire) :bava: Continuate pure così :barella:
     
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  7. Elena01
     
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    “Voglio tutto di te….”

    La sollevò di peso e la fece sedere sul bancone in mezzo alla cucina, dove erano posate due ciotole piene di crema, una alla vaniglia ed una al cioccolato, che la cuoca aveva preparato per guarnire la torta che stava cuocendo nel forno, portandola con il bacino proprio sull’estremo bordo.

    Andò a chiudere a chiave la porta della cucina, quindi tornò verso di lei, che nel frattempo lo seguiva con uno sguardo trasognato e con le guance arrossate che spiccavano sulla pelle candida.

    Michael prese a baciare quelle tenere labbra delicatamente, risucchiandole tra le sue, dandole piccoli morsi, accarezzando la sua lingua con la propria, mentre la spogliava di tutto quello che aveva indosso.

    Quando fu completamente nuda, si scostò per ammirarla, mentre lei cercava di coprirsi pudicamente con le mani, sempre più rossa in viso.

    Si riavvicinò, raccolse il suo seno destro nella mano e avvicinò la bocca a quel capezzolo piccolo e rosato, invitante e turgido, prendendolo tra le labbra e cominciando a succhiarlo con delicatezza.

    Intanto, con l’altra mano, le fece dischiudere le cosce; lei ubbidì docilmente al suo tocco e lui infilò il dito indice in quella piccola apertura, già piacevolmente bagnata, ed incominciò ad accarezzare con il polpastrello le pareti interne, per poi insinuare anche un secondo dito ad accompagnare il primo.

    Passò a dedicarsi all’altro seno, senza staccare lo sguardo dal suo volto, incorniciato da quella splendida cascata di capelli corvini: la vide socchiudere gli occhi e reclinare il capo.
    Il suo petto si alzava e si abbassava con un ritmo frenetico.

    Quando infine, dopo lunghi minuti, fu sazio di quel gioco, la fece coricare sul bancone: era preda di una eccitazione folle, esaltato dall'idea di averla così docile ed accondiscendente tra le sue mani, e voleva prolungare quella sensazione il più a lungo possibile.

    Lei lo guardava con adorazione, troppo intimidita per pronunciare parola; lui carezzò quella pelle di seta, partendo dalle spalle, fino ad arrivare alle cosce dischiuse.

    Prese una cucchiaiata di crema al cioccolato, e gliela fece gocciolare lentamente su quel sesso più invitante di un frutto esotico; quindi si chinò a leccarlo con perizia e dedizione assoluta, godendo di quella sensazione con ogni stilla del suo corpo.

    Lei lo lasciava fare, dondolando piano la testa da un lato all’altro, in un movimento inconsapevole.
     
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    Navigare in un mare nero e d'argento ad occhi chiusi,lasciandosi trasportare da una corrente dolce e impetuosa che aveva il ritmo della sua lingua la quale dondolava languidamente sul clitoride teso,tocco dopo tocco. Michael la stuzzicava anche con le labbra,guardandola dal basso mentre inconsciamente si mordeva il labbro inferiore e lasciava che sul suo volto si palesassero tutte le espressioni del piacere. Sospirò forte quando lui leccò e poi si insinuò nel suo solco umido. Una sensazione sfuggente che non poteva competere con quella acuta di un attimo prima,ma che le fece desiderare il momento in cui Michael l'avrebbe riempita di nuovo con quegli stupefacenti centimetri di carne congestionata.

    "Prendimi..."
    Miagolò facendogli socchiudere gli occhi dalla soddisfazione di sentirla così abbandonata e desiderosa di lui. La crema al cioccolato era sparita adesso e al massimo,su quel fiore arrossato e invitante brillava l'ambrosia del desiderio di Mei,la più deliziosa che gli fosse mai arrivata alle labbra.
    Rimase lì sotto soltanto il tempo necessario di congedarsi con quella parte di lei che aveva appena fatto fremere fin quasi all'orgasmo e poi risalì,centimetro dopo centimetro lungo il suo ventre, fino ad incontrare le labbra e le sue mani che gli presero il volto e lo invitarono a baciarla appassionatamente.

    Michael sapeva di cacao e di lei e il suo tocco le bruciava la pelle come gelo su un'ustione portandola ad alternare momenti di tensione quasi dolorosa a bisogno impellente di averlo ancora e ancora addosso a sè.
    Gli sollevò la maglietta bianca con le mani e prese a baciargli il petto,il collo,le spalle ed ogni punto in cui arrivava come un piccolo animale alla ricerca di una traccia familiare.La fermò imprigionandole la nuca in una mano e poggiandole le labbra sul mento e poi attorno alla bocca,lentamente,senza tuttavia mai toccarle.

    "Ti prego..."
    Disse lei in un bisbiglio ancora più timido del precedente. Fece scendere una mano sulla stoffa e presto trovò ciò che desiderava ardentemente spingerle contro il palmo,ancora intrappolato sotto una cintura che lo stringeva decisamente troppo.
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Perdersi , volerlo più di ogni altra cosa e dimenticare tutto ancora, ancora e ancora.
    Non avere più freni nel chiedere, nell’implorare perché l’unica necessità si trovava ad un fiato da lei che le tormentava le labbra in un’attesa silenziosa.
    Poi la sollevò senza smettere di baciarla,accogliendola tra le sue braccia per un lungo estenuante abbraccio prima di riportarla dolcemente a toccare terra.

    “Girati..”
    Le sussurrò e Mei obbedì senza fare domande. Michael le cinse la vita e lei lo sentiva dietro di se bruciare della stessa ansia. Lo senti immergere il viso tra i suoi capelli , aspirarne l’odore e poi sostare vicino all’orecchio per riprendere a succhiarle l’anima con una cascata di baci voraci sul collo.
    Inerme e fluida fra le sue mani che salivano oltre la stoffa leggera per catturarle i seni e stringerli e non trattenne il gemito che prepotente aprì le sue labbra.

    “Mei…”
    Ancora un bacio, prima di spingerla in basso ,con il viso contro il bancone in un dolce atto di dominio, reso possibile dal fuoco attizzato dalla passione.
    La sua mano a cercare un’umida conferma fra le pieghe di quel solco che ormai non chiedeva altro che essere attraversato e riempito di lui.
    E Michael si spinse in lei con trepida impazienza , saggiando la sua accoglienza e l’ effetto delle sue attenzioni.
    Mei si mosse contro di lui, accompagnando il lento dondolio del bacino con i suoi sospiri e i suoi gemiti, sprofondando ad ogni spinta in un baratro sempre più scuro, vorticoso e liquido.
    E sul fondo il piacere arrivò, salmastro e aspro da togliere il fiato e poi dolce come il miele e viscoso e denso, il cui sapore rimase imbrigliato a lungo prima di sciogliersi ed esplodere improvviso.
    Li lasciò ansanti, incapaci di realizzare la pienezza di quanto appena vissuto, ubriachi del medesimo desiderio, vinti dalla stessa incredibile malia.

    ---------------



    La piccola dea con gli occhi a mandorla.
    Mei sulla scrivania,con i capelli sciolti e gli occhi chiusi, Mei nuda fra le lenzuola....
    Mei nella testa.

    Michael inspirò e si tolse gli occhiali, portando il pollice e l'indice fra le sopracciglia.
    Era diventata il suo chiodo fisso, la sua ossessione.
    Leggera con un fiore di loto accarezzato dalla brezza scivolava nelle sue giornate senza far rumore. Si sorprendeva a cercarla con spasmodica insistenza, se non la trovava dove pensava dovesse essere e aveva anche cercato di imporsi una disciplina, ma quel limite veniva costantemente superato ed era più forte di lui spiarla ogni volta che era possibile, guardarla mentre si occupava di lui.
    Mei che rifaceva il suo letto, Mei che spolverava le sue foto e si incantava a guardarle, Mei che riponeva i suoi indumenti e tuffava il naso in una delle sue camicie, costringendolo a fare un rapido dietrofront davanti alla porta della sua camera per godere di quel momento strappato all'inconsapevolezza di lei.
    Per il resto nessun segnale, a parte il timido sorriso che gli rivolgeva, nei brevi momenti di contatto, quando gli serviva i pasti o un bicchiere di aranciata.
    Ma li tornava ad essere il Signore e niente avrebbe potuto far intuire che fra la loro c'era qualcosa di intimo e prezioso.

    Mei non voleva pensarci. Aveva un compito da eseguire e voleva farlo bene come al solito.
    Si era trattato di una parentesi, dolce ed inaspettata, nulla di più. Era su quello che doveva concentrarsi.
    Doveva dimenticare quelle mani e quella voce che riuscivano a condurla fuori dalla realtà ogni volta che decidevano di non resistere.
    Per il resto, lui la guardava appena, sempre perso dietro i suoi pensieri, anche se gentilissimo come al solito.
    Mei sapeva stare al suo posto e non farsi troppe illusioni.
    Suo nonno le aveva insegnato che una ragazza cinese non alza mai lo sguardo oltre il proprio orizzonte e deve mantenere integro e puro il suo
    cuore per donarlo come un prezioso regalo all’uomo che la sceglierà come sua sposa.
    Certo suo nonno viveva in un altro paese con usi e costumi diversi, ma era saggio soprattutto quando la ammoniva dicendole che chi sa quando fermarsi non incorre mai nei pericoli.
    E Mei questa volta non gli aveva dato ascolto, anzi si era lasciata trasportare ben oltre la soglia del pericolo.
    Ora era il momento di rimediare e riportare tutto ad un equilibrio accettabile,prima che pochi momenti di sublime follia le sconvolgessero la mente.
     
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  10. Ylenia Jackson 94
     
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    CITAZIONE (~Malice @ 11/10/2010, 11:05)
    Ora era il momento di rimediare e riportare tutto ad un equilibrio accettabile,prima che pochi momenti di sublime follia le sconvolgessero la mente.

    SPOILER (click to view)
    Riportare tutto a un equilibrio accettabile???
    PAGHEREI per essere sconvolta anch'io come sa fare solo Michael!!!
    Ragazzi che bello vedere ben tre aggiornamenti, ho iniziato bene il pomeriggio
     
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    “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli

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    Una giornata estremamente tranquilla, troppo anche per Mei che era abituata al silenzio. Ma il rumore assordante che la distraeva ormai da qualche tempo, era quello dei suoi pensieri o meglio dell’unico pensiero che riempiva la sua mente.
    Lui non si era visto.
    Non riusciva a captarne la presenza , né l’odore e allora lo aveva cercato fra le lenzuola ancora tiepide, nella camera abbandonata in fretta alle prime luci dell’alba e si era rassegnata alla fine, non trovando nessuna traccia di lui.
    Si era poggiata con la testa a quella porta per spegnere l’ansia.
    Non aveva nessun diritto di pensare a lui, non così dolorosamente almeno.
    Aveva fatto una promessa a se stessa che stentava a mantenere. Il bisogno fisico di Michael cresceva prepotentemente accompagnato dal desiderio di sentirsi sua.
    Arrossì.
    Stava infrangendo anche quella barriera e non aveva più pudore nemmeno per i suoi sentimenti.
    No…Scosse la testa, non doveva osare tanto.

    Le ombre della sera si allungarono fin al centro della sua stanza e nemmeno una volta lui l’aveva chiamata in quel susseguirsi di ore vuote e senza motivazione.
    Lasciò cadere a terra il vestito che si era tolto e poi la biancheria intima con la stessa indolente indifferenza e si diresse verso il bagno per lavarsi di dosso quella strana ed inspiegabile malinconia.

    Era l’ora dell’ofuru, il bagno purificatore, che avrebbe allontanato lo stress ed i cattivi pensieri.
    Accese un bastoncino d’incenso che permeò immediatamente l’aria del suo odore forte e stordente.
    Si insaponò accuratamente per eliminare qualsiasi traccia di sporco dal corpo e solo quando si sentì perfettamente pulita si immerse nell’acqua caldissima in cui aveva fatto scivolare una manciata di profumatissimi sali all’essenza di arancia e cannella.
    Chiuse gli occhi e altri due riempirono tutto lo spazio che la sua testa riuscì a contenere.

    Nemmeno per Michael era stata una bella giornata.
    La vita a volte è così insostenibile e gravosa. Ma ora era al sicuro, nella sua casa e c’era Mei.
    Guardò in alto verso le scale, prima di aggredirle di corsa alla ricerca del suo piccolo porto orientale, lontano dalle onde minacciose del suo mare in tempesta.
    Il profumo gli invase i polmoni e seguì quella traccia odorosa fin dietro la porta della stanza, indeciso ancora se avesse il diritto di violare l’intimità della piccola dea o se invece il suo bisogno di lei fosse un passepartout sufficiente a giustificare la sua invasione.
    Gli bastò un’occhiata per capire, un solo sguardo oltre la nuvola di vapore per rendersi conto che ormai niente avrebbe più potuto tenerlo lontano da lei.
    Il modo in cui poggiava la testa reclinandola all’indietro, gli fece correre un brivido lungo la schiena e si appoggiò contro lo stipite attento a non far rumore.
    Mei non era più li, aveva le palpebre abbassate, la bocca leggermente dischiusa e il suo respiro accelerò all’improvviso come se qualcosa l’avesse spaventata.
    Michael non riusciva a staccare gli occhi da quella espressione estatica, persa dietro un sogno che increspava appena la superficie dell’acqua.
    Mei muoveva le sue piccole dita come se suonasse una sensuale melodia. Sfiorava il suo corpo con tocchi lievi, disegnandone i contorni morbidi e indugiava li , dove il piacere le faceva sfuggire timidi sospiri, che tentava di reprimere mordendosi le labbra.
    “Michael…”
    Invocò il suo nome in un sussurro, del tutto inconsapevole che lui non avrebbe potuto resistere a quel richiamo, limite unico che chiedeva solo di essere oltrepassato.
     
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  12. monsiter
     
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    Ma io ti adoro!!! image
     
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    Trattenne il respiro per un istante infinito solo per ascoltarla gemere piano,poco più di un susseguirsi di sospiri acuti, aprendo ancora un pò le labbra rosse e toccandosi un seno,inarcando la schiena dal piacere.

    "Michael..."
    Lo disse di nuovo,questa volta parve quasi una supplica accompagnata dal suono musicale dell'acqua che le scivolava delicatamente giù dalle spalle per finire in quella calda coperta incolore la quale non riusciva a nascondere la mano tra le sue gambe. Una mano che stava stringendo tutti i suoi pensieri adesso,saldamente,in un arrancare di desiderio e incertezze che lo trascinavano comunque,inesorabilmente verso di lei.
    Doveva varcare quella soglia? Coglierla così,indifesa ed esposta dopo che le aveva rubato un attimo talmente intimo da farlo vergognare? Sbagliava forse a volerla smodatamente? Sì, era troppo forse,troppo anche per lui,ma non sapeva porvi un limite.
    Non si rese conto,in mezzo all'impetuosa tempesta che gli batteva la mente,di essersi appoggiato con la mano alla porta,spingendola appena.
    Bastò quel poco però affinchè Mei notasse la sua presenza.
    Si irrigidì cadendo all'istante dal paradiso dagli occhi neri in cui era ancora morbidamente immersa in una realtà del medesimo colore e profondità,ma più consistente e colpevole.
    Non disse nulla per un lunghissimo minuto,poi si alzò dall'acqua. Ill suo corpo in controluce gli parve se possibile ancora più bello e provocante di quanto lo ricordasse. Piccola,perfetta creatura di riso e inchiostro liscia come la seta preziosa e frusciante del suo paese muoveva passi di piuma fuori dall'acqua lasciando che le gocce planassero giù da una pelle lucida d'olio e profumatissima.

    Si appoggiò con i palmi al bordo della vasca da bagno,guardandolo fermamente negli occhi,nuda non solo nel corpo,ma soprattutto nella sua ingenua devozione che le faceva palpitare il cuore furiosamente contro il costato.
    Michael vedendola quieta si scrollò di dosso le paure e si avvicinò, sorrise,le sfiorò la guancia con il dorso della mano poi raccolse un telo di spugna e si inginocchiò davanti a lei.
    Prese ad asciugarla lentamente facendo assorbire le perle d'acqua che slittavano lungo le gambe. Cominciò dai piedi e poi su mentre un filo dell'aria fresca della sera entrava dalla finestra facendole venire la pelle d'oca assieme a quelle mani grandi che la stringevano fremendo.
    Arrivò alle anche,tamponò i fianchi e le cresce iliache poco più ampie di quelle di un ragazzino e poi le sfiorò il monte di venere scendendo in basso,fino al solco netto che finiva in mezzo alle gambe. Lo accarezzò con un dito saggiandone il tenero calore,trovandolo bagnato di un nettare fluido e trasparente che non era acqua nè olio,bensì il risultato di quell'estasi di cui era stato spettatore.

    -A chi pensavi Mei?-
    Chiese con voce roca.
    Lo sapeva perfettamente,ma voleva sentirselo dire.

    -A te.-
    Tre lettere che gli sfondarono il petto nonostante avessero già risuonato nella sua mente. Mei lo disse piano ma con tono fermo,sempre guardandolo negli occhi mentre lui aveva preso a massaggiare quel piccolo coacervo di pieghe e nervi sensibilissimi senza pensare,desideroso solo di sentire ancora sulle proprie dita quell'umido calore che gli faceva defluire tutto il sangue dalla testa.

    -E cosa pensavi?-
    Si morse il labbro e tentennò allora,lui le baciò l'ombelico e scese lungo una linea immaginaria avvinto nel profumo,nella bellezza,nella dolcezza di lei.

    -Cosa pensavi Mei?-
    Glielo chiese ancora insinuando la lingua nella sua femminilità,lei dischiuse appena le gambe appoggiandosi alla vasca con le natiche e lasciando che Michael le leccasse via il senno con carezzevoli colpi di lingua.
    Sospirò forte,scostandogli i capelli dalla fronte.

    -Pensavo...-
    Sentì le gambe molli e la base della spina dorsale carica di un'elettricità potente.

    -Pensavo a te che mi prendi,che mi fai tua in ogni modo...in ogni modo Michael,perchè è questo che vorrei...tua,completamente.-

    Alzò lo sguardo tentando di rigirare quelle parole in un modo diverso da quello in cui le aveva intese,perchè non poteva essere che quel totalizzante avverbio significasse proprio ciò che pensava. Non poteva essere che Mei gli stesse chiedendo di possederla completamente,come non aveva mai fatto prima.
    Lui non era avvezzo a certi trattamenti,no. Non che non lo avesse mai fatto,Lisa Marie era un diavolo di donna e ancora gli si rimescolava il sangue nelle vene al pensiero di quante notti sfrenate avessero trascorso insieme a fare cose impossibili da dire ma da allora nessuna si era mai spinta a tanto,nessuna gli aveva mai chiesto di fare quello che era ancora,profondamente,un tabù.
    Espirò ancora a pochi centimetri dal suo sesso e il fiato di Michael le andò a solleticare la carne sensibile e congestionata. Aprì ancora un pò le gambe a quel punto ed incurvò il bacino,un invito silenzioso e lascivo a procedere proprio nel senso che aveva lasciato intendere.
    Michael si morse il labbro inferiore e seguì lo sguardo di Mei che si era spostato istintivamente verso l'aiuto necessario che gli avrebbe permesso di entrare in quella parte ancora inesplorata di lei.
    La boccetta di olio da bagno,di vetro satinato viola,era appoggiata a pochi centimetri dalle loro mani.
    Mei la prese,la aprì con tutta la calma del mondo e se ne fece colare qualche goccia sulle mani sotto lo sguardo attento di Michael poi abbassò gli occhi e sorrise, lui intuì che gli stava dicendo di spogliarsi.
     
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    Quanta tenerezza che mi fà Mei. :**:
     
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  15. monsiter
     
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    È quello che penso? :noncela:
     
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122 replies since 6/10/2010, 12:56   4053 views
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