Una Vita A Passo Di MoonWalk

Un viaggio infinito che racconta la ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una vita vissuta sulle ali della musica.

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  1. Jacksoniana22
     
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    Jackie, Jackie... eh si, che intrigante!!!
    Jackie è di Michael come Michael è di Jackie.
    Orsù Jackie posta quando vuoi, ma non cambiare mai il tuo modo di scrittura!!! :00: :hug:
     
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  2. Jackie
     
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    L'ispirazione è come una nota musicale: dura un attimo ed è già scomparsa. Per questo bisogna coglierla appena la si percepisce. Michael non è Jackie, e Jackie non è Michael. Ma è un pò come se lo fosse, perché riesce a capirlo in tutto.


    Inutile è la vita di chi non sa sognare.



    CAPITOLO 38


    Corse a casa, a Encino, ma non trovò nessuno tranne Katherine che, confusa, le disse che Michael non era ancora passato di lì.
    Vedendola così eccitata insistette per farla entrare e farle bere qualcosa, ma Jackie non ne volle sapere.

    Non riuscì a contattare il suo compagno di giochi in nessun altro modo e quella sera tornò a casa sua esausta.
    Il giorno dopo ricevette una telefonata da Quincy Jones.

    - Mi domando per la quale motivo non ti sia ancora presentata qui.

    - Albert mi ha detto che è tornato Michael, ma non so dove si trovi.

    - Mia cara, è tornato qui. So che non è passato da casa, ma c'è una spiegazione. Appena verrai capirai.

    Appena seppe che Michael era di nuovo in studio con loro fece un balzo per la contentezza.
    Senza dar tempo al produttore di dirle altro corse, ansiosa di rivederlo.
    Mentre correva verso lo studiolo privato non si fermò a salutare nessuno dei collaboratori di Quincy, e nessuno cercò di fermarla.
    Appena aprì la porta dopo aver bussato frettolosamente, frenò di colpo.
    Michael era già in compagnia, seduto al tavolino con un uomo dall'aria distinta. Non sembrava affatto infastidito dal fatto di esser stato interrotto.
    Anzi.

    - Jackie! - esclamò.

    Lei si fermò sulla soglia, intimidita.

    - Scusate, non pensavo che foste occupati. - si scusò.

    L'altro personaggio alzò le mani per comunicarle che non aveva importanza.
    Michael le corse incontro e l'abbracciò velocemente, eccitato.

    - Mia cara, ti presento il regista che ha deciso di collaborare con noi per i videoclip di Thriller e Beat It, Steven Spielberg - le disse voltandosi verso la conosciutissima macchietta, che nel frattempo si era avvicinato. - Steph, questa è la mia migliore amica nonché impegnata collaboratrice dell'album, Jacqueline Foster.

    Deve sempre darmi così tanta importanza, pensò Jackie, al culmine dell'imbarazzo.
    Ma Diana Ross lei aveva insegnato ad essere disinvolta ed elegante, e sorrise, rassicurata dal fatto che fra i due vi fosse confidenza.
    Strinse la mano all'uomo che le sorrise.

    - E' un piacere conoscerla signore.

    Lui le baciò la mano.
    Steven Spielberg era un personaggio adorabile, geniale come pochi e dai modi classici di un tradizionalista.
    Dietro i suoi sorrisi si nascondeva certamente un'anima gentile e buona.
    Jackie lo intuì guardandolo negli occhi.
    Ma fu uno sguardo durato un lampo, poiché le donne non dovevano permettersi di fissare un uomo, soprattutto se appena conosciuto.
    Era un gesto spudorato, e lei era una donna a modo.

    Dopo quella breve presentazione Jackie li lasciò soli, consapevole del fatto che i due dovevano parlare di lavoro.
    Non voleva restare poiché le idee geniali arrivano in solitudine o fra due menti che si capiscono.

    Raggiunse Quincy, che fu contentissimo di vederla, e la portò con sè come sempre, per lavorare e insegnarle tutto ciò che c'era da sapere.
    Il lavoro però finì presto quel giorno.
    Sembrava che il tramonto fosse arrivato prima.
    Così, dopo che ebbe lasciato il produttore, Jackie si sedette in un angolo appartato del suo studio a leggere.
    Jackie portava sempre dei libri in studio e, durante i momenti di pausa, si divertiva a leggerli.
    Annotava anche su un taccuino la data in cui li iniziava e quella in cui li finiva.
    Michael la prendeva spesso in giro per questo.
    E infatti, quella sera, quando lui venne a prenderla per tornare a casa, non mancò la solita battuta scherzosa.

    - Lavora accolturata!

    - Quincy non ha bisogno di me, e nemmeno tu caro. Leggere aiuta a rilassarmi in mezzo a tutto il caos che regna sempre qua in studio. Perché non fai lo stesso anche tu?

    - Perché non servirebbe a nulla: il caos è tutto qui - con un dito indicò una tempia- nella mia testa.

    Lei rise, e lui raccolse i cappotti.

    - Stasera vieni a casa mia a cena? - le chiese ostentando disinvoltura.

    Lei lo guardò e gonfiò le guance.

    - Ancora?

    Michael aveva la curiosa particolarità di invitarla a cena quasi tutte le sere.
    A Katherine non dava mai fastidio e Jackie non aveva nulla da rifiutare, ma nessuna delle due donne aveva mai capito fino in fondo il motivo della richiesta.
    Katherine diceva che Michael sentiva la mancanza di Jackie, ricordando i bui periodi passati a casa a Gary, ma lui aveva sempre negato.

    - Ok.

    ---




    Viaggiavano in macchina da più di un ora ormai, in assoluto silenzio.
    Michael era perso nei suoi pensieri e Jackie moriva dalla voglia che lui le parlasse di Steven Spielberg. Non aveva provato a chiedergli nulla, poiché aspettava che fosse lui a parlarle dei suoi progetti e poi perché lo trovava piuttosto pensieroso in quel momento.
    Quando Michael ruotava attorno a una nuova idea era impossibile distrarlo dalla sua traiettoria.
    Si allungò per guardare fuori dal finestrino dai vetri scuri scuri, appena in tempo per vedere un motociclista affiancarsi vicino all'autista.

    - La vostra auto sta perdendo fumo - lo sentì dire.

    Immediatamente, l'autista rallentò, cercando posto per fermarsi.

    -C'è qualcosa che non va?- chiese preoccupata.

    - Il motore dev'essere guasto. Meglio accostare per la sicurezza di Jackson.

    Jackie si voltò verso Michael.
    Il ragazzo stava ancora guardando fuori con aria persa.
    Lo scosse.

    - Mike!

    Lui sussultò.

    - Che succede?

    Conscia del fatto che lui non avesse seguito la conversazione, gli spiegò in poche parole la situazione.

    - Oh - commentò distrattamente - Bè, spero che nessuno mi veda quando scendiamo.

    Mezz'ora dopo, una squadra di BG circondava la superstar, mentre un meccanico chiamato d'urgenza trafficava all'interno del motore della lussuosa automobile.
    Quando riemerse, sbuffò di fatica.

    - Avete corso un bel rischio - disse, pulendosi le mani con uno straccio sudicio d'olio nero. - L'auto avrebbe potuto esplodere se aveste continuato il viaggio in questa condizione. E' una fortuna che ve ne siate accorti in tempo - e, afferrata una chiave inglese, si rituffò nella vettura per aggiustarla.

    I BG si scambiarono uno sguardo, Jackie trattene per un momento il respiro.
    Che rischio enorme avevano corso!
    Tuttavia, si tranquillizzò pensando che il meccanico non le era parso tanto preoccupato.

    - Accidenti! Pensa se non ce ne fossimo accorti! - disse all'amico.

    Ma Michael non rispose.
    Allora, la ragazza si voltò verso di lui e lo trovò ancora una volta assorto nei suoi pensieri, apparentemente concentrato a fissare un punto indefinito all'orizzonte.

    - Mike! - lo chiamò.

    Lui sobbalzò sorpreso.

    - Si?

    - Hai sentito cosa abbiamo appena detto? - chiese, ma intuì in anticipo la risposta. Lo sguardo perso dell'amico la fece sorridere, divertita, e gli raccontò ogni cosa.
    Per la prima volta in quella giornata, le parve quasi spaventato.

    - Cielo! - esclamò lui - per fortuna che ce ne siamo accorti!- e annuì con convinzione, ma Jackie capì che non era la sua vettura ciò a cui stava pensando in quel momento.
    Si avvicinò a lui e, accostandogli l'orecchio accanto al viso, le parve di sentire delle note musicali provenire dal suo cervello.
    Aprì la bocca in un'espressione meravigliata.

    - Che bello! - esclamò.

    Lui la guardò confuso.

    - Che cosa?

    - La musica. Ci stai pensando in questo momento!

    Michael la fissò, piacevolmente sorpreso.

    - Dimmi, come hai fatto a capire che stavo pensando a…

    - Non lo so - alzò le spalle - Me lo sento. Anzi, l'ho sentito.

    Michael le sorrise e si voltò, dandole le spalle, come per rincorrere una nota sfuggente.
    Jackie lo guardò ammirata: quanto lo adorava!
    Si mise al suo fianco a due metri di distanza e aspettò che fosse lui ad avvicinarsi a lei prima di rivolgergli ancora la parola.

    - Cosa ti dice il cervello in questo momento? - chiese divertita.

    Lui non rispose subito.
    La guardò per un momento che parve interminabile e lei poté notare gli ultimi raggi di sole che si specchiavano nei suoi occhi color della notte.
    Le parole del meccanico e dei BG lì vicino si contundevano in un unico e lontanissimo vociare confuso.

    - Mi dice.. di correre a casa e mettermi a scrivere!


    ----
    Chiedo di nuovo scusa a coloro che stupendamente continuano a leggermi nonostante la lentezza nell'aggiornare. Apprezzo moltissimo il vostro gesto. :) Vi rassicuro quindi sul fatto che la storia continuerà, fino alla fine, che tarderà ad arrivare poichè non siamo che alle radici. Vi informo inoltre che, come avrete intuito, i miei ritardi sono dovuto un pò al fatto che la mia vita ha l'abitudine di chiamarmi costantemente all'ordine, e un pò per accertarmi di scrivere qualcosa di davvero bello, sia sentimentalmente che sintatticamente, per non offrirvi che qualcosa di cui sorridere.
    Detto ciò, auguro a tutte e tutti, per quanto ciò risulti scarso, una buona serata.

     
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  3. Elena01
     
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    Che piacere ritrovarti Jackie! Ritrovarti insieme ad un nuovo capitolo di questa dolcissima storia per giunta!
    E così la nostra eroina ha conosciuto anche Steven Spielberg... che bello!
    alla prossima :wub:
     
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  4. StefyJackson91
     
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    Jackie tranquilla io ti seguirò fino alla fine di questa splendida storia *_*
     
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    Jackie, complimenti!

    E' tanto che volevo iniziare a leggere la tua FF, beh l'ho fatto oggi pomeriggio ed in un paio di ore ne ho divorato la metà!

    Adoro il sentimento che lega Jackie a Michael, e viceversa, ci sono l'uno per l'altra, sono più che fratelli e più che amici.
    Spero che il futuro riservi sorprese...intanto mi rituffo nella lettura.
     
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    ragazza obbedisci sempre a lui
    lui sa quel che c'è da fare
    e tu ragazzo, fai quello che dice lei
    che lei sa come poterlo fare.

    CITAZIONE
    ragazza sta a sentire sempre lui
    che lui il vento sa domare
    e tu ragazzo veglia sempre su di lei
    affinché le acque possa calmare.

    Ho quotato questi due pezzi perchè sono il sunto di tutto, secondo me, due anime che si completano a vicenda.

    Veramente una bella FF!
    Ed in attesa del seguito Jackie un grande abbraccio!
     
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  7. Ray of light*
     
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    Finalmente un nuovo capitolo! :wub:

    Mi è mancata molto questa FF!

    Come sempre, capitolo bellissimo, non mi deludi mai Jackie ;)

    CITAZIONE
    Quando Michael ruotava attorno a una nuova idea era impossibile distrarlo dalla sua traiettoria.

    Stra vero! :lol:

    Aspetto il prossimo! :heart:
     
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  8. Jackie
     
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    Il suo talento non appartiene a questa terra. Va oltre i confini dettati dall'umanità.



    CAPITOLO 39


    Cara Jackie,

    ti chiedo scusa per il ritardo ma la tua lettera è giunta a noi solamente due giorni fa, probabilmente per qualche difficoltà di trasporto, e non è stato altrettanto rapido risponderti.
    Come vanno le cose in America? Tutto bene in salute?
    Da noi la vita è limpida come al solito.
    Nell'ultima settimana Fabiana ha scritto diversi capitoli di La Flotta da Pesca e, se l'ispirazione glielo permette (così' dice lei), saranno pronti per essere spediti il prossimo anno.
    Mancano pochi mesi al '83, e non vediamo l'ora che tu venga da noi per Natale.
    Abbiamo intenzione di organizzare un bel pranzo tutti insieme.
    La scuola di danza sta andando benissimo.
    A ottobre andrò a fare delle selezioni per uno spettacolo al Teatro di Marmo, dove si esibiva la mamma, e chissà se mi prenderanno (lo spero poiché mi sto impegnando davvero moltissimo).
    A proposito, nella tua ultima lettera mi hai chiesto se possiedo oggetti di indole interessante che riguardano la mamma.
    Non ti rispondo, poiché il termine "interessante" mi lascia presagire molte cose.
    Ho il sospetto che tu voglia combinare più di quanto non mi dica, e la cosa non mi fa stare tranquillo.
    Sai, a parte nonno Andrew, sono io l'uomo di casa e non poterti stare accanto come dovrei mi complica già abbastanza i miei doveri di fratello maggiore.
    Per questo ho deciso che non ne parleremo che faccia a faccia.

    A breve dovrebbe arrivare Off The Wall.
    L'ho ordinato da New York qualche mese fa ( e credimi, non è stato semplice procurarmelo) e finalmente sarà qui pronto per essere ascoltato.
    Non vedo l'ora che arrivi il pacchetto con la cassetta.
    A zia Caterina non farebbe male un pò di buona musica, dato che ultimamente la tosse non la lascia più in pace.
    Ti auguro di passare un buon autunno assieme a Michael!
    Un bacio grande da tutti noi

    Luca


    ---



    Quella domenica l'intera famiglia Jackson si era riunita a casa Encino per un pranzo domenicale in compagnia.
    Era bello ritrovarsi ogni tanto tutti insieme, sotto lo stesso tetto, come ai vecchi tempi a Gary nella Jackson Street.
    Fratelli e sorelle Jackson erano sparsi per l'ampio soggiorno, ognuno occupato in chiacchiere e pettegolezzi, mentre mamma Katherine dava disposizione a cuochi e camerieri per il pranzo.
    Joseph, accomodato in poltrona come se si fosse trovato su un trono, osservava i figli con la annoiata placidità di un vegetale, gli occhi severi e attenti, captando qua e là alcuni frammenti di conversazione.

    - L'accusa è incredibile. Non pensavo ci fossero donne disposte ad arrivare a tanto pur di ottenere l'attenzione della stampa.

    L'atmosfera si era scaldata dopo il racconto di Tito.
    Il giovane Jackson era stato denunciato da una donna di essere il padre di suo figlio… ma non era vero!
    Il fratello maggiore di Michael aveva alzato le mani e giurato su Dio che non mentiva, e la vecchia Katherine gli aveva creduto e aveva distolto ogni accusa su di lui.

    - Dovresti curare di più certi aspetti della tua privacy Tito - sembrava averlo rimproverato Joe, ammonendolo col suo vocione profondo. - Non voglio avere grane per colpa tua. - e dopo il discorso si era concluso, poiché colui che aveva il diritto di avere l'ultima parola era solo Joseph.

    Michael non era con loro.
    Katherine l'aveva chiamato più d'una volta, ma lui aveva detto che si sarebbe fatto vivo solo quando avrebbe finito di ritoccare alcuni dettagli di un lavoro.

    - E quindi ora lavori per Michael? - chiese Janet, rivolta a Jackie, anch'essa presente quella tiepida giornata.
    LaToya rise a quella domanda.
    Una risata falsa e maliziosa, che fece sgranare gli occhi smeraldo alla ragazza dalla chioma ricciuta seduta accanto alle sorelle.

    - Lavoro con Michael. - rispose semplicemente.

    - Ma non hai un'occupazione fissa in studio?

    Jackie ci pensò un pò.

    - No. Quando hanno bisogno di me, mi chiamano e lavoriamo. Per il resto mi occupo un pò di tutto: gli arrangiamenti, la registrazione..

    - E scrivi anche canzoni? - questa era LaToya.

    - Oh certo. Ogni tanto propongo qualcosa… - rispose distrattamente, omettendo il particolare che scriveva canzoni solo per Michael e che la base di Thriller l'aveva composta lei assieme a Rod Temperton.

    Era troppo occupata a pensare al compagno di giochi: non era da lui restare da solo per così tanto tempo quando erano presenti tutti i suoi fratelli.
    In quel momento, finalmente, il ragazzo scese le scale e fu accolto da urla di approvazione.

    - Alleluia! - gridò Jermaine. - Chi chiedevamo quando ci avresti dedicato un pò di attenzione!

    - Scusate ma.. dovevo rifinire qualche piccolo dettaglio lavorativo - si giustificò, mentre le ultime scintille musicali lentamente lo abbandonavano.

    I suoi fratelli ritornarono alle loro fitte chiacchiere, come se la presenza di Michael non avesse più tanta importanza, e lui quindi andò a sedersi con le donne.

    - Di cosa parlate? - chiese, accomodandosi accanto a Janet.

    - Oh niente… di lavoro. - rispose LaToya col suo solito accento malizioso.

    In quel momento, Katherine chiamò i figli per il pranzo, che si consumò fra risate, brindisi a nuove offerte di lavoro e chiacchiere allegre.
    Jackie era seduta accanto a Janet, Rebbie e LaToya, che la trascinarono in affollati ragionamenti su moda, spettacolo, abiti e naturalmente uomini.
    Jackie rimase ad ascoltarle raccontare episodi sui loro rispettivi fidanzati, e sorrise pensando che lei era così distante da quel mondo.
    Togliendo Fred, o Freddie, un ragazzo conosciuto al liceo, non aveva mai avuto un fidanzato!
    Si voltò verso Michael per allontanarsi da quelle chiacchiere da cui si sentiva comunque esclusa e lo trovò assorto, concentrato su qualche vago pensiero.
    In quel momento lui alzò gli occhi su di lei e rimasero a fissarsi per pochi momenti che parvero interminabili, senza pensare a nulla.
    Lei rimase con gli occhi vacui e persi, lui si specchiò nei suoi smeraldi brillanti.
    Non una parola uscì dalle loro bocche.

    Quando il pranzo fu finito, e gli ospiti cominciarono ad alzarsi, Michael si avvicinò a Jackie.

    - Sarò stato maleducato a non essere stato presente prima del pranzo? - le chiese, avvicinandosi a lei in confidenza.

    - Direi che non è stato il gesto più carino ma, se devo essere sincera, non penso che si siano concentrati molto sulla tua assenza. - rispose lei, alludendo agli altri giovani Jackson, con un briciolo d'amarezza nella voce.

    - Nemmeno io.

    I due amici seguirono i numerosi e rumorosi ospiti in salotto, dove si stavano già consumando nuove chiacchiere.
    Jackie cercò di prestare attenzione, ma si arrese quasi subito, certa ormai che i suoi interessi vagavano oltre quella fitta rete di falsi incoraggiamenti e amorevoli complimenti.
    Michael, dopo esser stato per un pò ad ascoltare i fratelli, si congedò di nuovo.

    - Scusatemi, con permesso. - e senza aggiungere altro, si allontanò silenzioso.

    Jackie lo seguì.
    Appena furono usciti dal luminoso salotto lei decise di prendere parola di sua iniziativa.

    - Mi chiedo cosa … - Lui non la lasciò finire.

    - Congedami per cortesia. E' importante e soprattutto, non può aspettare.

    - Che cosa, si può sapere?

    - Billie Jean.

    - Chi?

    - Dimmi, come suona questo nome? Ho bisogno del tuo parere, che per me è il più importante di tutti.

    E prima che lei potesse rispondere, Michael era già scomparso su per le scale.
    Jackie ritornò in soggiorno, sconsolata perché non sapeva spiegarsi quel suo strano comportamento.
    I fratelli maggiori si scambiarono uno sguardo malizioso.

    - Sta a vedere che si è trovato la fidanzata, Marlon…

    Katherine rivolse loro uno sguardo severo e Jackie li fissò con gli occhi sbarrati.

    - Ma cosa dite? - sbottò improvvisamente all'erta. - Figuriamoci.

    Me lo avrebbe detto, pensò in preda a una una fortissima agitazione che si mutò subito in un inspiegabile affanno.
    Si sedette cercando di conversare ma non riuscì a darsi pace e, divorata da un angoscia esagerata, seguitò a salire le scale per chiedere informazioni.
    Chi fosse quella Billie Jean, persona o semplice oggetto, proprio non lo sapeva, ma era disposta a tutto pur di scoprirlo.
    Si trovò davanti alla sua porta e appena ebbe alzato la mano, con le nocche rivolte verso il legno per bussare e i polsi tesi, si arrestò.
    Oltre quella debole barriera materiale che li separava erano ben udibili note musicali.
    E non solo.
    Sbuffi, sospiri, tamburellate… Riconobbe i distinti suoni delle dita che picchiavano a tempo la scrivania di legno come una batteria.
    Immaginò l'amico del cuore seduto sul comodino col registratore fra le gambe, i piedi appoggiati al letto e qualche oggetto in mano da tamburellare a suo piacimento.
    Quel ritmo aveva un non so che di selvaggio e feroce che le misero subito addosso un intensa adrenalina, e la voglia irrefrenabile di lasciarsi andare in una danza scatenata la dominò d'un colpo.
    Immaginò il volto di Michael testo e sudato, con gli occhi chiusi e i capelli disordinati, impegnato a cantare versi inventati sul momento, o ad aggiungerne in modo che potessero arricchire il suo sfondo.
    Ci stava riuscendo bene.
    Che intensità quel magico pezzo!

    Si appoggiò con le spalle alla porta per sentire meglio.
    La musica si stava alzando, e la immaginò completa, rifinita in tutti i dettagli e perfezionata in tutte le sue forme.
    Sarebbe stata perfetta.
    La vicinanza al cantautore era tale da poterne sentire le parole, quasi sussurrate in quell'atto magico di pura concentrazione.

    - Billie Jean… Billie Jean is not my lover…

    Dapprima insicure, poi sempre più provocanti, con toni più profondi e certi.
    Al solo pronunciare di quel nome Jackie si lasciò andare a un sorriso divertito e, al contempo, sollevato.

    Altro che fidanzata, pensò, questa è una trovata bella e buona.

    Pensò a come fosse venuta l'ispirazione a Michael e sorrise pensando a quel nuovo capolavoro.
    Era lui, solo lui, a fare di quella canzone un lavoro speciale.
    Era riuscito a mutare una sciocchezza, una semplice quotidianità in un sentimento cupo e profondo, in un battito sempre più accelerato e in un una vera e propria arte che non prendeva spunto da nessun'altra.
    Ci riusciva con tale semplicità da sollevare un gradino sotto di sè, e farlo sembrare più alto rispetto agli altri.
    Lo era davvero?

    Jackie ne era convinta.
    O almeno, era sempre stava certa dell'esigenza di una sorta di potere speciale del compagno.
    A parte il bene che nutriva per lui, lo ammirava e lo stimava per ciò che riusciva a combinare con la musica.
    Un traguardo che nessuno avrebbe potuto tagliare.
    Una cosa solo sua.

    Dopo un ultimo secondo di ascolto decise di non dar più credito a quell'avvenenza e se ne andò, per non mancargli di rispetto e non nuocere oltre nella sua intimità, anche se lui non sapeva di lei.
    Aveva sentito abbastanza.
    E non voleva rovinarsi la sorpresa.



     
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  9. StefyJackson91
     
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    deve essere stato emozionante per Jackie ascoltare la demo di Billie Jean *_*
     
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    La nascita di Billie Jean :00:

    CITAZIONE
    I suoi fratelli ritornarono alle loro fitte chiacchiere, come se la presenza di Michael non avesse più tanta importanza, e lui quindi andò a sedersi con le donne.

    Povero Michael, questa frase mette tristezza.

    Bellissimo capitolo.
     
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  11. Jackie
     
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    Buondì a tutte!
    Sono stata assente per due anni su questo forum ma vi informo che la fanfiction è ancora in corso d'opera, stavolta sul sito di EFP. Il titolo è il medesimo, solo che vi sono solo le iniziali. Per chi volesse continuare dunque, sa dove cercarla.
    Nonostante il tempo che passa, la magia di Michael Jackson funge ancora da ispirazione. Buona serata a tutte voi :-)
     
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235 replies since 23/9/2010, 13:49   2980 views
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